XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (III e XIV)

Resoconto stenografico



Seduta n. 6 di Mercoledì 13 gennaio 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Fassino Piero , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI NEGOZIATI RELATIVI ALLA BREXIT E SUL RELATIVO IMPATTO PER L'ITALIA
Fassino Piero , Presidente ... 3 
Morris Jill , Ambasciatore del Regno Unito in Italia ... 4 
Fassino Piero , Presidente ... 7 
Rossini Emanuela (Misto-Min.Ling.)  ... 7 
Fassino Piero , Presidente ... 7 
Berlinghieri Marina (PD)  ... 7 
Fassino Piero , Presidente ... 8 
Giglio Vigna Alessandro (LEGA)  ... 8 
Fassino Piero , Presidente ... 9 
Ungaro Massimo (IV)  ... 9 
Fassino Piero , Presidente ... 9 
Pettarin Guido Germano (FI)  ... 9 
Fassino Piero , Presidente ... 10 
Galizia Francesca (M5S)  ... 10 
Fassino Piero , Presidente ... 10 
Billi Simone (LEGA)  ... 10 
Fassino Piero , Presidente ... 11 
Schirò Angela (PD)  ... 11 
Fassino Piero , Presidente ... 12 
Zanichelli Davide (M5S)  ... 12 
Fassino Piero , Presidente ... 12 
Orsini Andrea (FI)  ... 12 
Fassino Piero , Presidente ... 13 
Morris Jill , Ambasciatore del Regno Unito in Italia ... 14 
Fassino Piero , Presidente ... 16 
Morris Jill , Ambasciatore del Regno Unito in Italia ... 16 
Fassino Piero , Presidente ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Centro Democratico-Italiani in Europa: Misto-CD-IE;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Popolo Protagonista - Alternativa Popolare (AP) - Partito Socialista Italiano (PSI): Misto-PP-AP-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA III COMMISSIONE
PIERO FASSINO

  La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori dell'audizione sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  L'odierna audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto, oltre che per l'audito, anche per i deputati, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre scorso.
  In proposito, ricordo che per i deputati partecipanti da remoto è necessario che essi risultino visibili alla Presidenza, soprattutto nel momento in cui essi svolgono il loro eventuale intervento, il quale deve ovviamente essere udibile.

Audizione dell'Ambasciatore
del Regno Unito in Italia, Jill Morris.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, dell'Ambasciatore del Regno Unito in Italia, Jill Morris, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui negoziati relativi alla Brexit e sul relativo impatto per l'Italia.
  Anche a nome del presidente Battelli della XIV Commissione, saluto e ringrazio l'Ambasciatore Morris, che è in collegamento con noi da remoto.
  Come sapete, il 30 dicembre scorso il Presidente del Consiglio europeo, Michel, e la Presidente von der Leyen hanno sottoscritto col Primo Ministro britannico, Johnson, l'Accordo sugli scambi e la cooperazione tra l'Unione europea e il Regno Unito. Il Consiglio dell'Unione europea adotterà in via definitiva l'accordo dopo che il Parlamento avrà dato la sua approvazione, prevedibilmente entro marzo 2021, e dopo che saranno state espletate tutte le procedure necessarie all'entrata in vigore. È opportuno segnalare che l'Accordo non prevede la ratifica da parte dei singoli Stati membri, in quanto concerne solo settori di competenza dell'Unione, ed è stato sottoscritto in base all'articolo 217 del Trattato, che implica unicamente l'accordo unanime degli Stati membri in sede di Consiglio e l'approvazione del Parlamento europeo.
  L'Accordo si basa su tre pilastri principali: un accordo di libero scambio, che riguarda non solo gli scambi di merci e servizi ma anche un'ampia gamma di altri settori di interesse dell'Unione; un nuovo partenariato per la sicurezza dei cittadini, che prevede un'intensa cooperazione tra polizia e autorità giurisdizionali nazionali, in particolare per combattere crimine e terrorismo transfrontaliero; un accordo orizzontale in materia di governance, attraverso l'istituzione di un consiglio di partenariato misto incaricato di accertarsi che l'Accordo sia applicato e interpretato correttamente, evitando che ciascuna delle due Parti faccia uso della propria autonomia normativa per concedere sovvenzioni sleali o creare distorsioni alla concorrenza.
  Occorre segnalare che, su richiesta del Regno Unito, la politica estera, la sicurezza esterna e la cooperazione in materia di difesa non sono contemplate dall'Accordo. Pertanto, a partire dal 1° gennaio 2021 non vi sarà alcun quadro concordato tra Regno Unito e Unione europea per elaborare e Pag. 4coordinare le risposte comuni in materia di politica estera, per esempio l'istituzione di sanzioni nei confronti di cittadini o attività economiche di Paesi terzi.
  Quest'ultimo aspetto, al di là dell'amarezza per la perdita di un membro così importante e autorevole della famiglia europea, non può che suscitare preoccupazione e rammarico. Di fronte alle sfide globali, aggravate dagli effetti della pandemia, anche nell'ottica di un deciso rilancio delle relazioni transatlantiche, sarebbe infatti auspicabile che Unione Europea e Regno Unito realizzassero una partnership più strutturata, che vada oltre le forme di cooperazione dei fora multilaterali; naturalmente questo rimane un auspicio, e vedremo in futuro cosa accadrà.
  Fatta questa premessa, sono lieto di dare la parola all'Ambasciatore Morris, affinché svolga il Suo intervento. Grazie, Ambasciatore.

  JILL MORRIS, Ambasciatore del Regno Unito in Italia. Grazie mille, buongiorno a tutti. Vorrei iniziare con il ringraziare il presidente della Commissione Esteri, onorevole Fassino, e il presidente della Commissione Politiche dell'Unione europea, onorevole Battelli, per il gradito invito. Un sentito ringraziamento anche a tutti voi deputati qui presenti per questa, per me, preziosa opportunità di dialogo e di confronto. Sebbene virtualmente, è un piacere essere con voi nuovamente oggi.
  Io vorrei utilizzare il tempo che gentilmente mi è stato concesso per presentarvi alcuni aspetti dell'Accordo commerciale e di cooperazione tra Regno Unito e Unione europea e le nostre future relazioni. Come sapete, i negoziati tra Regno Unito e Unione europea si sono conclusi positivamente con il raggiungimento di un accordo lo scorso 24 dicembre. L'Accordo raggiunto tra Londra e Bruxelles è un'ottima notizia. Porta stabilità e certezza nelle nostre relazioni e, come il Primo Ministro ha detto, il Regno Unito sarà un amico e un alleato. Il Regno Unito e l'UE rimangono strettamente legati l'uno all'altra, non soltanto per motivi culturali, affettivi e storici, ma anche strategici. Questo anche grazie ai quattro milioni di cittadini europei che continuano a vivere e lavorare nel nostro Paese, dando un contributo prezioso alla nostra economia, alla nostra cultura e alla nostra società, inclusi gli italiani.
  L'Accordo consente l'avvio di una nuova relazione tra il Regno Unito e l'UE grazie a un accordo di libero scambio e cooperazione, che tutela l'interesse delle aziende, dei lavoratori e dei cittadini su entrambe le sponde della Manica. Quello raggiunto è un accordo giusto e bilanciato, che rispetta l'indipendenza economica e politica del Regno Unito e dell'Unione europea. Non ultimo, l'Accordo ha il merito di garantire la pacifica e normale convivenza delle due comunità dell'Irlanda del Nord e dell'Irlanda, e permette una gestione condivisa del confine tra i nostri due Paesi, che è anche l'unico confine terrestre condiviso tra l'Unione europea e il Regno Unito.
  Inoltre, l'Accordo fornisce la base per la rimodulazione delle relazioni tra l'UE e il Regno Unito, alla luce dei cambiamenti che inevitabilmente interverranno con la nostra uscita dalle istituzioni europee, dal mercato unico e dall'Unione doganale. Il Regno Unito e l'UE hanno concordato di mantenere la totale assenza di dazi e di quote sugli scambi commerciali tra le due Parti. Inoltre, l'Accordo prevede misure di supporto al commercio di servizi e disposizioni in materia di trasporti aerei e stradali.
  Il mio Paese non ha mai avuto alcuna intenzione di chiudersi agli scambi con l'Europa, con il resto del mondo. Parlo di scambi di ogni tipo: economici, culturali, sociali. L'intenso sforzo negoziale che ha portato all'Accordo lo dimostra. Come ho già avuto l'opportunità di dire a questo consesso e come in generale mi piace ribadire, il Regno Unito ha lasciato l'Unione europea, ma non lascia l'Europa. Questo è l'inizio di una nuova fase che non compromette l'essenza di quello che siamo: europei.
  Siamo ambiziosi, per il futuro intendiamo raccogliere i frutti della nuova relazione con l'UE ed essere in prima linea nella promozione del libero commercio a livello globale. Rappresenteremo una forza positiva nel mondo difendendo i valori di Pag. 5democrazia e i diritti umani e proteggendo l'ambiente e i più alti standard, ad esempio in ambito lavorativo.
  Entrando più nel dettaglio, vorrei concentrarmi dapprima sugli aspetti legati alla circolazione dei cittadini, per poi passare all'accordo commerciale e come cambieranno le modalità regolanti gli scambi e la cooperazione tra Regno Unito e l'UE.
  Cittadini, studenti e mobilità: la fine della libera circolazione dei cittadini è chiaramente uno degli aspetti immediatamente visibili della fine del periodo di transizione e, in generale, dell'appartenenza del mio Paese al mercato unico europeo. L'Accordo raggiunto alla vigilia di Natale va a completare l'assetto regolamentare su mobilità e protezione dei diritti dei cittadini. Il precedente Accordo di recesso – Withdrawal Agreement – tutela i cittadini nell'UE residenti nel Regno Unito e i cittadini britannici residenti in UE prima della fine del periodo di transizione. Nuove regole saranno invece applicate alla futura mutualità dei cittadini tra UE e Regno Unito, a partire dal 1° gennaio di quest'anno.
  Per quanto riguarda i cambiamenti, non saranno previsti per chi si reca nel Regno Unito per motivi di turismo, visita a familiari o ad amici, o altre casistiche – come la partecipazione a conferenze o incontri di lavoro – che comportano una presenza nel Paese per un massimo di tre mesi. Dal 1° gennaio le regole sull'immigrazione si applicheranno a coloro i quali volessero cercare lavoro nel Regno Unito. Sarà in quel caso necessario avere un visto, ottenibile se già in possesso di un'offerta di lavoro che rispetti i criteri. Agevolazioni saranno previste per chi ha un dottorato di ricerca, ricercatori e studenti. Per queste categorie è previsto un percorso agevolato per l'emissione di visti adeguati alle necessità di studio e ricerca.
  Per quanto riguarda la mobilità studentesca e gli scambi, il Governo britannico ha deciso di non prendere parte al prossimo programma Erasmus, mentre continuerà la partecipazione ai progetti già approvati sotto il precedente quadro di finanziamento. Questa decisione è stata presa sulla base di valutazioni frutto di consultazioni tra il Governo ed esponenti del settore nel Regno Unito. Siamo convinti del valore aggiunto che scambi e mobilità apportano agli studenti e ricercatori, e per questo motivo il Governo britannico ha annunciato il programma Touring, un piano di finanziamento per la mobilità studentesca dal valore di 100 milioni di sterline, che risponde alla necessità degli studenti e ricercatori britannici. Questo programma permetterà gli scambi all'estero; permetterà anche a studenti e ricercatori di scegliere tra numerose destinazioni, in UE e altrove, con maggiori possibilità per gli studenti provenienti da contesti socioeconomici meno avvantaggiati. Per quanto riguarda gli studenti europei – e quindi anche italiani – che continueranno a guardare al Regno Unito come meta per soggiorni linguistici o percorsi di studio o ricerca, saranno disponibili visti semplificati specifici per studenti.
  Per tornare adesso agli scambi commerciali, dato il volume degli scambi commerciali mi sembra doveroso soffermarmi sulle prospettive per le aziende europee e per le aziende italiane in tema di commercio e investimenti. Regno Unito e UE condividono valori, ma anche interessi comuni che manterranno vivi i flussi e gli scambi fra il Regno Unito e il resto dell'Europa. Con l'Italia, in particolare, gli ultimi anni hanno continuato a essere particolarmente proficui e prolifici per le nostre relazioni commerciali. In termini generali, nel 2020 l'Italia è stato il decimo maggiore partner commerciale del Regno Unito. I flussi commerciali bilaterali hanno visto una crescita continua negli ultimi anni, e alla fine del secondo trimestre del 2020 su base annua gli scambi tra Regno Unito e Italia hanno superato i 40 miliardi di sterline. Autoveicoli, abbigliamento, prodotti farmaceutici e agroalimentari sono tra quelli maggiormente scambiati a livello bilaterale.
  Nella prima parte dello scorso anno, purtroppo, i flussi commerciali hanno risentito di un calo fisiologico a causa delle conseguenze economiche della pandemia. È pertanto cruciale che questo orientamento sia temporaneo e che la nostra relazione economica non soffra nuove battute Pag. 6 d'arresto quest'anno, anche perché ci sono opportunità significative per la continua crescita degli scambi bilaterali in vista dell'auspicata ripresa economica quest'anno.
  Come accennavo poc'anzi, l'Accordo commerciale e di cooperazione fornisce una base per la rimodulazione delle relazioni tra il mio Paese e il blocco europeo dei ventisette, con assenza di dazi e quote e con provvedimenti per l'eliminazione di barriere artificiali al commercio. Sebbene l'Accordo assicuri il libero scambio di merci, il Regno Unito ha lasciato il mercato unico e l'Unione doganale. Pertanto ci sono importanti cambiamenti per gli scambi commerciali dal 1° gennaio. Tra questi, l'introduzione di controlli doganali, appalti e la necessità di espletare le procedure necessarie per esportare i beni.
  Lo scorso settembre il Governo britannico ha lanciato una campagna di comunicazione pensata per informare le aziende europee su come prepararsi a queste nuove procedure doganali e continuare, dunque, a commerciare con il Regno Unito. Il mio Governo ha investito ingenti fondi per rendere ancora più efficienti i servizi di dogana, con nuove assunzioni di personale di controllo; 705 milioni di sterline sono stati investiti per ammodernare le infrastrutture, fisiche e digitali, affinché siano pronte a rispondere alle nuove regole e permettere il costante flusso di merci, limitando ritardi e intoppi.
  Per quanto riguarda il nostro lavoro qui in Italia, nell'ultimo anno l'Ambasciata britannica di Roma e il nostro Ufficio commerciale di Milano hanno lavorato a stretto contatto con le istituzioni italiane e le aziende, organizzando iniziative per aiutare le imprese italiane a prepararsi per la fine del periodo di transizione e le relazioni future. Inoltre, il sito del Governo britannico è costantemente aggiornato per fornire informazioni chiare e precise agli operatori economici e ai cittadini europei che guardano al Regno Unito per affari o altri scopi. I miei colleghi e io siamo sempre pronti ad aiutare le imprese italiane e britanniche nello sfruttare al meglio le opportunità offerte dall'Accordo.
  Poi le altre aree coperte dall'Accordo: l'Accordo ha una portata più ampia e generale, e difatti include provvedimenti per regolare la cooperazione in aree di interesse comune, come la sicurezza, come anche il trattamento dei dati, la promozione del rispetto e della protezione dei diritti umani, il coordinamento sanitario e così via. Questa è un'ulteriore prova dell'attenzione verso i diritti e la sicurezza dei cittadini. Si tratta di un unicum per l'UE. Non sono stati finora conclusi altri accordi simili che stabiliscano un tale livello di cooperazione e intesa tra l'UE e i Paesi terzi in aree quali la sicurezza e l'antiterrorismo.
  Un capitolo intero dell'Accordo è dedicato alla cooperazione tra Regno Unito e UE in materia di trasferimento dei dati, che si concretizza con la collaborazione con le Agenzie Europol e Jurojust per la lotta al terrorismo e al crimine organizzato. La sicurezza dei nostri cittadini è una priorità salda e invariabile, al centro del lavoro del Governo britannico e dei negoziati con l'UE. Al contempo, garantire il diritto alla salute dei cittadini è stato un punto centrale del percorso negoziale: quanto contenuto nell'Accordo in merito all'accesso alle cure mediche e tutela della salute dei consumatori e dei cittadini va in questa direzione.
  Prima di avviarmi verso la conclusione del mio intervento, vorrei sottolineare anche l'importanza che il Governo britannico e la controparte europea hanno voluto dare alla lotta al cambiamento climatico, tanto da farne un punto cardine del documento. Nell'Accordo le Parti si impegnano a lavorare insieme per promuovere gli standard ambientali e combattere il cambiamento climatico. Questo impegno congiunto prova la determinazione del mio Paese nello stabilire una proficua collaborazione sul tema del clima con altri Paesi e divenire alfiere del rispetto degli standard ambientali.
  Concludo ripetendo ancora una volta che continueremo soprattutto a essere un'economia basata su standard elevati, promotrice di innovazione, diritti dell'individuo e servizi pubblici di qualità. La nostra prospettiva continuerà a essere sempre globale. Continueremo a difendere i nostri Pag. 7interessi e combattere le ingiustizie fianco a fianco con i nostri alleati, come l'Italia, in questo continente e oltre. Promuoveremo sempre il libero scambio e i valori condivisi, continuando il nostro impegno internazionale come membro attivo delle più importanti organizzazioni internazionali e multilaterali, dal G7 al G20, dalle Nazioni Unite alla NATO, e ci aspetta un anno esaltante grazie alle rispettive presidenze del G7 e G20 e di quella congiunta di COP26.
  L'Italia e il Regno Unito potranno influenzare e orientare l'agenda globale insieme verso una solida e sostenibile ripresa dalla pandemia globale. Mi sembra quasi superfluo sottolineare il senso e la portata di questa partnership così strategica in questo momento, in un ambito tanto importante per il futuro del pianeta. A meno di due settimane dalla fine del periodo di transizione e dall'uscita definitiva del Regno Unito dall'UE, il prossimo futuro ci offre già numerose opportunità per continuare a lavorare con l'UE – e principalmente con l'Italia quest'anno – come partner strategici a livello globale. Voglio cogliere questa occasione per ribadire il nostro impegno a cogliere e creare ogni opportunità per alimentare una relazione che è speciale da sempre e che siamo determinati a far crescere ulteriormente in futuro grazie ai valori, agli interessi e alle persone, che continueranno a tenerci uniti.
  Non mi resta che ringraziarvi nuovamente per l'invito, la partecipazione e l'attenzione, e sono a vostra disposizione per eventuali domande e commenti. Grazie mille.

  PRESIDENTE. Grazie, Ambasciatore, per il Suo ampio ed esaustivo intervento. Adesso passiamo agli interventi della Commissione. Ha la parola l'onorevole Rossini, vicepresidente della XIV Commissione.

  EMANUELA ROSSINI. Grazie mille, buongiorno a tutti. Un saluto cordiale all'Ambasciatore. Grazie di partecipare oggi ai nostri lavori. Entrerei subito nel vivo ponendole due domande in merito a due settori strategici. Il primo è quello dell'energia: l'energia è un punto rimasto in sospeso nell'Accordo firmato il 30 dicembre. Il Regno Unito, quindi, non partecipa più al mercato unico dell'energia elettrica e alla piattaforma commerciale dell'Unione europea. Questo creerà un nuovo quadro per la cooperazione bilaterale in questo settore. Volevo chiederLe, vista anche la pregnanza di questo ambito e anche le riforme da affrontare per i cambiamenti climatici, qual è l'orientamento del vostro Paese in questo ambito.
  La seconda domanda riguarda il settore strategico culturale. In Italia vi sono tre sedi del British Council, che è l'istituto che si occupa della promozione delle relazioni culturali e dell'insegnamento linguistico, ma anche di tutte le certificazioni linguistiche, a cui le nostre scuole e il nostro Paese si sono affidati creando una cooperazione molto intensa.
  Pertanto, volevo chiederLe innanzitutto se resteranno le tre sedi – Napoli, Roma e Milano, che sono le tre sedi storiche da cui sono passate tutte le relazioni culturali dei nostri Paesi: in questi ultimi vent'anni, in particolare, le ho seguite con attenzione –, se i costi per le certificazioni linguistiche e anche per le attività di insegnamento subiranno una lievitazione, visto che è il settore che vedrà dei costi più alti per i nostri studenti e ricercatori che vorranno andare nel Regno Unito, perché è vero che ci sono dei visti facilitati, ma non ci saranno più le convenzioni economiche. In che modo pensate di proseguire questa collaborazione su questo settore molto strategico, costituito da certificazioni, insegnamento della lingua, relazioni culturali? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Cedo la parola all'onorevole Berlinghieri, del gruppo del Partito Democratico.

  MARINA BERLINGHIERI. Grazie, presidente. Grazie all'Ambasciatore per questo tempo che ci ha dedicato. Anch'io condivido che l'Accordo siglato il 24 dicembre vada salutato con grande soddisfazione, perché porta stabilità ma chiarisce anche quelli che sono i rapporti tra il Regno Unito e l'Unione europea con un passo Pag. 8positivo molto significativo. Rimangono però – così come diceva già nella Sua introduzione il presidente Fassino – alcuni elementi che non sono entrati nel negoziato e che in qualche modo faranno un po' la differenza, perché riguardano temi importanti del rapporto tra Regno Unito e l'Unione europea, e saranno un po' il discrimine di un rapporto che riguarda un po' anche l'esterno.
  Lei ha detto bene prima – ed è una cosa molto bella – che il Regno Unito non lascia l'Europa e che si sente pienamente europeo. Però, questo non lasciare l'Europa e sentirsi pienamente europeo passa anche attraverso quelle che sono le scelte che verranno fatte rispetto alla politica di difesa comune, alla politica estera, alla cooperazione giudiziale e anche rispetto alla questione dei progetti di scambio e di libera circolazione degli studenti.
  Ci sono un paio di domande su questi temi di fondo che vorrei farLe: il Regno Unito come intende procedere su questi aspetti che non sono entrati a far parte del negoziato ma che sono importanti? Procederà di volta in volta con degli accordi bilaterali o manterrà un livello di negoziazione, di risoluzione di questi temi, multilaterale, cioè direttamente con le istituzioni europee?
  L'altra questione riguarda il progetto alternativo all'Erasmus: non rischia in qualche modo di essere in contrapposizione e di creare una concorrenza tra i due progetti, concorrenza che non aiuterà a realizzare questo sentirsi europei da parte del Regno Unito, ma che in realtà darà origine a contrapposizioni che creeranno distanze più che elementi comuni? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Ha la parola all'onorevole Giglio Vigna, della Lega. Prego.

  ALESSANDRO GIGLIO VIGNA. Grazie, presidente. Grazie, Ambasciatore. Alla fine il Regno Unito ce l'ha fatta. Avevate contro la maggior parte della stampa europea, i gufi sulla Brexit erano molti e alla fine del percorso siete riusciti a realizzare quello che il vostro popolo vi ha chiesto con quel referendum e poi anche con diverse tornate elettorali. Intanto complimenti al vostro Governo, a Lei e a tutti quelli che hanno lavorato per questo obiettivo. Complimenti anche per quella che forse è un po' la prima lezione – ahinoi – che avete dato all'Unione europea, perché indubbiamente siete stati più veloci, più interconnessi con le company farmaceutiche: sto parlando del tema vaccino, siete indubbiamente molto più avanti dell'Unione europea, avete vinto nel mondo occidentale la gara dell'approvazione della partenza della vaccinazione.
  I temi sarebbero tanti. Auspico che questo sia il primo di tanti incontri che Lei vorrà fare con le nostre Commissioni. È ovviamente un work in progress. È bello che Lei continui a ribadire che la Gran Bretagna è uscita dall'Unione europea ma non esce da un concetto storico di Europa, e quindi di interscambio e amicizia fra il vostro popolo e quella che oggi è l'Unione europea.
  Toccherei due punti: il primo è quello della sicurezza, che anche Lei ha giustamente e abilmente toccato, perché la sicurezza comune a livello globale è un tema importantissimo. L'auspicio è che la Gran Bretagna continui a collaborare anche con l'Unione europea su questo tema. È un auspicio che quasi sicuramente verrà esaudito; non abbiamo dubbi a tal proposito.
  Poi c'è una particolarità: questa è quasi una domanda che Le pongo, perché nella varia documentazione che si trova sugli accordi fra la Gran Bretagna e l'Unione Europea, vengono sempre citati poco quei cittadini europei – dal nostro punto di vista quei cittadini italiani – con partita IVA in Gran Bretagna. Anche Lei, nella Sua già così esaustiva relazione, ha toccato tantissimi aspetti, però ci dimentichiamo che – seppure molto meno di chi lavora come lavoratore dipendente e di chi è impegnato in studi in Gran Bretagna – esistono dei cittadini italiani che lavorano in Gran Bretagna in quanto hanno partita IVA del vostro Paese. Chiederei un approfondimento già oggi nelle risposte su questo tema e su questa comunità, non enorme come la comunità dei lavoratori dipendenti italiani in Gran Bretagna, ma comunque Pag. 9anche loro degni di essere presi in considerazione.
  Grazie, Ambasciatore, e buona fortuna alla Gran Bretagna.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giglio Vigna. Onorevole Ungaro, della VI Commissione.

  MASSIMO UNGARO. Grazie, presidente. Anch'io ringrazio l'Ambasciatore per questa relazione. Per quanto possiamo esprimere rammarico per questa scelta, facciamo i nostri migliori auguri al Regno Unito. Si conclude una saga di quasi cinque anni, la saga Brexit. Volevo anche esprimere un parere positivo sull'Accordo raggiunto. È stato un bene evitare il no deal, la mancanza di un accordo, un accordo non rancoroso e che garantisce all'Italia l'accesso a quello che è il suo secondo mercato al mondo per saldi attivi. Per l'Italia sicuramente è un accordo buono quello che è stato definito sulla relazione futura.
  Certo, rimangono da definire alcuni punti, i colleghi prima li hanno menzionati; anche sui servizi finanziari e sull'equivalenza, è una cosa che andrà definita, ma credo comunque che l'Accordo sia, in generale, positivo e permette al Regno Unito e all'Europa di avere un legame speciale anche adesso, dopo la Brexit. Credo che sia importante mantenere tra le democrazie liberali e nel mondo occidentale dei canali aperti e di cooperazione stretta.
  Detto questo, ci sono alcuni punti su cui vorrei esprimere un po' di rammarico, se possibile. Credo che il ritiro del Regno Unito dall'Erasmus sia un brutto segnale. Vorrei chiedere all'Ambasciatore maggiori dettagli sul programma Touring che il Regno Unito si accinge ad introdurre. Credo che invece questo ritiro priverà tanti milioni di studenti britannici dell'opportunità di effettuare scambi internazionali. Sappiamo che per molti di loro l'Erasmus è stata la loro unica opportunità di scambio internazionale nella vita; volevo esprimere il mio rammarico su questo punto.
  Al contempo, il nuovo regime di immigrazione renderà praticamente impossibile per migliaia di giovani italiani andare a imparare l'inglese facendo lavori semplici nel Regno Unito. Questo diventerà praticamente impossibile col nuovo regime. Questa è anche una mancanza di opportunità per i nostri concittadini più giovani.
  Un'altra cosa che volevo sapere, Ambasciatore, è se almeno a livello bilaterale, adesso che l'Accordo comunitario è stato raggiunto, e visto che esso prevede la fine del riconoscimento automatico delle qualifiche professionali tra Regno Unito e l'Europa, se almeno in via bilaterale, tra Italia e Regno Unito, sarebbe possibile pensare ad alcune procedure snelle e automatiche per il riconoscimento delle qualifiche professionali.
  Infine, volevo concludere che in merito alla COP26 secondo me sarà un anno molto importante: quest'anno sia Italia che Regno Unito ospiteranno la COP26. Credo che i nostri due Paesi abbiano delle credenziali molto forti sul fronte della lotta al riscaldamento climatico e su importanti risultati raggiunti in termini di sostenibilità. Quindi mi auguro che ci siano dei risultati positivi raggiunti durante la Conferenza, sia a Glasgow sia a Milano. Grazie.

  PRESIDENTE. Cedo la parola all'onorevole Pettarin, della XIV Commissione.

  GUIDO GERMANO PETTARIN. Grazie, presidente. Ringrazio la vicepresidente Rossini e naturalmente tante grazie all'Ambasciatore per il tempo che ci dedica, è estremamente importante. Io sono imbarazzato, Ambasciatore, perché a me la Brexit non piace; non mi piaceva, non mi piace adesso e non mi piacerà neanche in futuro. Francamente non ho nessuna ritrosia a dirLe che apprezzo moltissimo il suo stile, ma che è un tentativo di indorare la pillola, e ritengo che questa pillola sia amara e che sarà amara anche pro futuro.
  SentirLe dire che l'Inghilterra è sempre Europa ma non è più Unione europea a me non piace. Spero che a nessun europeo piaccia. Aver visto che il 29 dicembre 2020 la prima cosa che l'Inghilterra ha fatto è stilare un accordo di libero scambio con la Turchia mi è piaciuto ancora di meno. Sentire che mentre questo accadeva la Cina Pag. 10e l'Unione europea si sono avvicinate moltissimo mi piace invece moltissimo e mi piacerebbe molto sentire la sua opinione su questi due momenti internazionali praticamente interessanti.
  Nel momento in cui il Regno Unito si allontana dall'Unione europea e si avvicina alla Turchia, l'Unione europea si avvicina alla Cina. Il Regno Unito cosa fa rispetto alla Cina? Io sono del Friuli-Venezia Giulia: a Trieste vi fu forse la prima sede non territoriale di un ammiragliato britannico e mi piacerebbe molto sapere che cosa ha intenzione di fare il Regno Unito rispetto all'Adriatico, forse al Mediterraneo, ma in maniera particolare rispetto ai Balcani. Come dobbiamo leggere la politica verso la Turchia del Regno Unito se lo traguardiamo ai Balcani? Siete un nostro avversario o un nostro alleato?
  In riferimento a questo quadro, sarebbe anche molto più interessante sapere se nel quadro generale di carattere internazionale siete un nostro alleato o un nostro avversario. Credo che vi sia bisogno di tanta chiarezza e di tanta onestà. Sentire moltissimi che, facendo buon viso a cattivo gioco, plaudono alla Brexit non fa parte del mio essere. Io continuo a dire e continuo a ripetere che è un'enorme disgrazia per il Regno Unito, ma sicuramente per l'Unione europea. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pettarin. Onorevole Galizia.

  FRANCESCA GALIZIA. Grazie, presidente. Ringrazio anche l'Ambasciatore per il prezioso contributo che ci ha portato oggi e per il suo punto di vista molto ottimista. Tra i nodi da sciogliere nell'ambito dell'accordo tra l'Italia e il Regno Unito c'è sicuramente il nodo legato al settore della pesca. Di questo settore si è discusso tantissimo, considerando che comunque una prima proposta del Regno Unito vedeva la richiesta di ridurre totalmente nelle acque britanniche di competenza la presenza dei pescherecci degli altri Stati europei e di ridurre addirittura dell'80 per cento nelle proprie acque di pertinenza la presenza dei pescherecci degli altri Paesi europei.
  Oggi siamo arrivati, invece, a un accordo che prevede una riduzione del 15 per cento nella fascia che va tra le sei e le dodici miglia, che continuerà ad aumentare fino a raggiungere il 25 per cento. Mi sembra un accordo abbastanza buono. Tuttavia, dopo questi cinque anni temporanei ci dovranno essere necessariamente accordi annuali. Questo mette un po' in discussione la cosa e mi preoccupa, perché come sa sulle questioni delle quote di pesca ci sono notevoli difficoltà nella gestione.
  Oltre a questo aspetto, che io non vedo proprio risolutivo per i nostri pescatori dell'Unione europea, Le volevo chiedere anche se le risorse del mare verranno rispettate, perché come sa la questione della pesca è di pertinenza assoluta dell'Unione europea, è di sua competenza esclusiva, e in questi anni si sono fatti grandi sforzi per rispettare quello che è il pesce, la sua riproduzione e tutto quanto rispetto anche a quelle che sono le indicazioni dell'ICCAT (International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas), proprio per creare anche una riproduzione di questi pesci. Ora verrete meno ad accordi legati a quello che è il rispetto delle risorse del mare? Come vi muoverete? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Galizia. L'onorevole Billi, della Lega, della III Commissione.

  SIMONE BILLI. Grazie, presidente. Anch'io mi unisco ai ringraziamenti all'Ambasciatore per l'impegno nell'ascoltare le nostre esigenze e nell'informarci sugli andamenti dei negoziati in modo diretto. Ambasciatore, La ringrazio anche per aver sempre dimostrato attenzione alla comunità italiana nel Regno Unito e aver raccolto le nostre istanze, istanze che avevamo già rivolto alla sua attenzione durante il precedente Governo in cui la Lega era in maggioranza.
  Ambasciatore, mi permetta di portare alla Sua attenzione alcune questioni particolarmente rilevanti per la comunità italiana in loco. I temi rilevanti sarebbero tanti e alcuni sono stati già affrontati qui oggi da altri miei colleghi. Io sarò breve a Pag. 11causa del limitato tempo che ho a disposizione.
  Innanzitutto Le volevo chiedere delle novità, qualora ve ne fossero, per quanto riguarda il EU Settlement Scheme. Cosa cambia? In particolare si può già sapere ad oggi se sarà possibile richiederlo fino a giugno 2021, come era inizialmente previsto? A chi non farà in tempo a richiederlo che cosa consiglia? Che cosa potrà fare?
  Sempre molto brevemente, tagliando un po' il discorso, vorrei arrivare subito al dunque. Le volevo chiedere un paio di conferme. Mi può confermare se è vero che non sarà più possibile l'abilitazione a solicitor avvalendosi dell'attuale normativa europea?
  Inoltre, innanzitutto mi permetta di fare una breve premessa molto positiva. Penso che abbiate già previsto delle agevolazioni per le emissioni dei visti per i ricercatori, gli studenti e i professori universitari, ma per quanto riguarda le tasse si sa già qualcosa? Le tasse universitarie aumenteranno per gli stranieri e in particolare per gli studenti italiani nel Regno Unito? Ricordo che ad oggi gli studenti italiani sono circa 16 mila nel Regno Unito. Sempre al riguardo della nostra comunità studentesca nel Regno Unito, le volevo chiedere maggiori dettagli sul nuovo programma Touring, cui Lei anche qui ha accennato oggi brevemente, e se questo programma potrà veramente sostituire appieno l'attuale programma Erasmus.
  Inoltre, Le volevo chiedere sempre brevemente se ci può dare delucidazioni ulteriori sul fatto che il Regno Unito abbia intenzione di abbandonare il Tribunale unitario dei brevetti e se quindi la sede prevista a Londra dovrà essere spostata.
  Mi permetta di concludere con un auspicio. Ambasciatore, continuiamo a lavorare insieme, Regno Unito, Italia ed Europa, per fronteggiare le nuove sfide del mercato globale nell'interesse dei nostri rispettivi popoli, promuovendo le singole realtà locali, in modo da superare insieme questa drammatica crisi sanitaria ed economica dovuta a questo maledetto COVID-19. Grazie ancora.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Billi. L'onorevole Schirò, della III Commissione, del Partito Democratico.

  ANGELA SCHIRÒ. Grazie, presidente. Grazie, Ambasciatore, per la Sua presenza e la Sua relazione. Se anche io, da una parte, esprimo la mia soddisfazione per la firma dello storico Accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione, dall'altra parte, sinceramente continuo ad avere forti preoccupazioni sulle possibili conseguenze che questo Accordo potrebbe avere sulla libera circolazione, sui diritti socio-previdenziali, sulle tutele sanitarie dei nostri connazionali che vivono o che intendono in futuro soggiornare o vivere nel Regno Unito.
  Mi spiego meglio. I regolamenti comunitari n. 883 del 2004 e n. 987 del 2009 in materia di sicurezza sociale e di assistenza sanitaria, dopo il periodo transitorio, che è terminato come sappiamo il 31 dicembre scorso, non sono più applicabili ai rapporti tra Regno Unito e Unione europea e quindi tra Regno Uniti Unito e Italia. Potrebbe, credo, essersi creato un vuoto normativo con effetti molto negativi sui diritti sociali. Sono quindi comprensibili e anche legittimi i dubbi e le preoccupazioni dei nostri connazionali che si spostano tra l'Italia e il Regno Unito per motivi di soggiorno, di turismo, di studio e di lavoro in relazione alle tutele sociali.
  In questo contesto voglio sottolineare che il Trade and Cooperation Agreement prevede l'entrata in vigore di un Protocollo sul coordinamento della sicurezza sociale, che è stato allegato all'Accordo di base e che dovrebbe sostituire, in termini di tutela, i regolamenti comunitari di sicurezza sociale. Siccome non è del tutto chiaro, essendo abbastanza complesso, Le chiedo: quali sono in termini concreti le differenze tra i regolamenti di sicurezza sociale non più in vigore e il nuovo protocollo sulla sicurezza sociale in vigore dal 1° gennaio di quest'anno nei rapporti tra Unione europea e Regno Unito? Non è chiaro, inoltre, se il nuovo Protocollo mantenga invariati i diritti delle persone rispetto alla precedente normativa oppure se tali diritti siano stati modificati, ridotti o lesi. Pag. 12
  Ho predisposto un'interrogazione al Ministero del Lavoro per chiedere urgenti chiarimenti e possibili rassicurazioni. È necessario e apprezzabile, perciò, che le nostre rappresentanze diplomatiche nel Regno Unito siano messe nelle condizioni di fornire informazioni utili, precise e aggiornate, come d'altronde – per questo voglio ringraziare il nostro Ambasciatore – è stata utile e apprezzabile la campagna informativa condotta in queste ultime settimane dall'Ambasciata e dai Consolati italiani nel Regno Unito a beneficio dei cittadini italiani. Grazie mille.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Schirò. L'onorevole Zanichelli, della VI Commissione Finanze. Prego.

  DAVIDE ZANICHELLI. Grazie, presidente, e grazie, Ambasciatore. Non ruberò tanto tempo, specialmente ai titolari delle Commissioni qua presenti. Intervengo però per un tema che, per quanto lo ritenga marginale, sicuramente è anche strategico, ed è quello di Borsa Italiana, di cui qua in Parlamento ci siamo occupati e ci occuperemo anche con il collega Ungaro, che è intervenuto poc'anzi. È un aspetto di cui sicuramente ci siamo occupati.
  È arrivata in queste ore dalla rassegna stampa della Commissione europea il via libera alla vendita anche di Borsa Italiana da parte di London Stock Exchange, che di fatto è un ulteriore tassello che mette fine ai tredici anni di collaborazione fra la nostra Borsa Italiana e il London Stock Exchange Group.
  Quello che io tenevo ad esprimere era l'auspicio che questi tredici anni di collaborazione comunque costituiscano un valore aggiunto anche per la futura collaborazione, perché sappiamo che il ruolo della Borsa è sicuramente strategico e lo sarà ancor di più perché gli aspetti finanziari, anche con le conseguenze economiche legate al COVID, sono sicuramente molto più rilevanti rispetto al passato. Tenevo semplicemente a esprimere l'auspicio che le sinergie positive fra i nostri Paesi anche in questo settore finanziario possano comunque andare avanti anche in un contesto mutato delle relazioni del Regno Unito nei confronti dell'Unione europea e del nostro Paese. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Ultimo intervento, l'onorevole Orsini, di Forza Italia, della III Commissione.

  ANDREA ORSINI. Grazie, presidente. Gentile Ambasciatore, io non credo che tocchi a noi, né soddisfatti né insoddisfatti, giudicare la legittima scelta del popolo del Regno Unito di porre fine all'appartenenza del Regno Unito all'Unione europea.
  Non penso che spetti a noi. Penso che quello che noi dobbiamo fare sia semplicemente prendere atto di una legittima e sovrana scelta del suo Paese e rispettarla. Questo non significa però che da europei, da europeisti quale io mi considero, non possiamo rammaricarci per l'Europa di quanto è avvenuto, perché l'Europa senza il Regno Unito è un continente più povero, è un continente mutilato, è un continente privo di una nazione, di una cultura, di parte della nostra storia, della nostra anima, della nostra identità, del nostro pensiero. Questo non so che conseguenze abbia per il Regno Unito, ma certamente rende l'Europa più povera.
  Rimane il fatto che continuerà a legarci una comune idea di Stato, una comune idea di civiltà, una comune idea di democrazia liberale. Per chi, come me, nasce dal pensiero liberale, il Regno Unito è in qualche modo la patria ideale del pensiero. I maestri del pensiero liberale a cui noi ci richiamiamo sono per gran parte espressione della storia britannica, della cultura britannica.
  Io credo che questa appartenenza del Regno Unito all'Europa non possa venire meno. Credo che non verrà mai meno quell'appartenenza che molto bene ricordò molti anni fa il Primo Ministro Margaret Thatcher in un celebre discorso che non era, come qualcuno l'ha successivamente interpretato, un discorso contro l'Europa. Fu un discorso su ciò che si intendeva come Europa. Forse indicava una strada che, se fosse stata seguita, avrebbe consentito di non arrivare a questo punto; ma naturalmente è inutile recriminare sul passato. Pag. 13
  Oggi rimangono a conferma di questi fortissimi legami molte appartenenze comuni, la più forte e la più rilevante delle quali è quella dell'Alleanza atlantica, che ci attribuisce un ruolo comune nel mondo, un ruolo comune a difesa di un modello di civiltà liberale dell'Occidente di cui i nostri Paesi sono parte integrante. È un ruolo che forse va anche rafforzandosi alla luce della nuova Presidenza americana, che io credo renderà più facile un rapporto bilaterale e multilaterale fra le due sponde dell'Atlantico in termini meno estemporanei e più organicamente collaborativi.
  In questo senso volevo chiedere – anche se la mia in realtà è più una riflessione che una domanda – se Lei concorda con me nel vedere il ruolo del Regno Unito nell'Alleanza atlantica addirittura rafforzato da quanto è avvenuto, o con la necessità comunque di rafforzarlo. Volevo sapere se vede un maggiore impegno del Regno Unito, che è sempre stato una nazione d'altronde all'avanguardia in questo senso nell'Alleanza atlantica, per le grandi sfide che il mondo post-COVID dovrà affrontare per tutelare quello che Henry Kissinger, in una bellissima intervista all'inizio della pandemia, definì l'ordine liberale internazionale messo in pericolo da quanto sta avvenendo. Grazie.

  PRESIDENTE. Bene, grazie. Prima di dare la parola all'Ambasciatore, anch'io devo fare una considerazione. Ringrazio naturalmente l'Ambasciatore per come ha posto le questioni, con garbo, equilibrio, cercando anche il più possibile di valorizzare quelli che possono essere comunque i legami che continueranno a esserci tra l'Unione europea e la Gran Bretagna.
  Resta il fatto che l'Accordo che è stato sottoscritto ha evitato una separazione consensuale, ma non ha risolto le tante criticità che la separazione pone, come quella principale, che anche Lei ha richiamato.
  La separazione in materia di politica estera e di sicurezza non è una cosa di poco conto, considerato il ruolo che la Gran Bretagna ha sulla scena internazionale, considerato che è uno dei due Paesi europei che ha l'armamento atomico e che è difficile pensare a una politica estera e di sicurezza europea prescindendo da un Paese come la Gran Bretagna.
  Ci sono aspetti che possono sembrare meno rilevanti, ma nella vita quotidiana di tanti lo sono. Per esempio, il collega Ungaro ha fatto riferimento al riconoscimento dei titoli di studio. Interrompere questo automatismo comporterà una serie di problemi non banali. Mi riferisco a tutti i temi del mercato unico in materia di libere professioni, mi riferisco a tutto il tema di Erasmus che è già stato posto, o ai temi che sono stati posti per ciò che riguarda la cooperazione in campo universitario. In realtà, io guardo a questa separazione con molta preoccupazione.
  Io non dimentico che la Gran Bretagna è diventata una potenza mondiale quando fu cacciata dall'Europa, cinque secoli fa. Persa la guerra dei cent'anni, la Gran Bretagna fu cacciata dal continente europeo. La Gran Bretagna pensò che in Europa non aveva futuro e andò a cercarsi il futuro nel mondo, e lo ha trovato; è diventata una grande potenza mondiale a dispetto dell'Europa. Lo sa Lei, lo so io, lo sanno soprattutto i cittadini inglesi. Questo secondo me è sempre stato sottovalutato, perché questo antefatto storico decisivo avrebbe dovuto essere sempre tenuto presente per comprendere perché le relazioni tra l'Europa e la Gran Bretagna non sono così ovvie e scontate come qualcuno pensa. Non sono ovvie e scontate perché nella storia la Gran Bretagna è diventata potente a dispetto dell'Europa.
  Il processo di integrazione europea aveva riagganciato la Gran Bretagna all'Europa e, come sappiamo, l'Unione europea è il primo partner commerciale della Gran Bretagna. I legami che legano Gran Bretagna e Unione europea sono tantissimi. Brexit rischia nuovamente di produrre una lacerazione e una rottura, con il rischio che ancora una volta la Gran Bretagna possa pensare – l'Accordo di libero scambio con la Turchia ne è una buona dimostrazione – che il suo futuro lo deve costruire a prescindere dall'Unione europea.
  Io penso che tutto questo vada guardato con preoccupazione. Bisognerà fare un grande sforzo. Io penso che bisognerà costruire Pag. 14 in ogni caso una relazione speciale tra Unione europea e Gran Bretagna, ovviamente sapendo che la Gran Bretagna non è più parte dell'Unione europea ma un Paese con il quale l'Unione europea ha bisogno di avere una relazione speciale, una relazione strategica, per tutti gli interessi comuni e le sfide comuni che abbiamo di fronte.
  Detto questo a Lei la parola, Ambasciatore.

  JILL MORRIS, Ambasciatore del Regno Unito in Italia. Grazie mille, presidente. Grazie, onorevoli, per le domande. Io cercherò di rispondere soprattutto ai temi importantissimi che avete menzionato, e dove non riesco a rispondere in dettaglio, anche considerando il tempo disponibile, possiamo approfondire con una risposta scritta alle Commissioni. Ovviamente siamo disponibili a continuare questo dialogo.
  Inizio con il tema dell'orientamento geostrategico del Regno Unito e con la collaborazione nel futuro fra il Regno Unito e l'UE nell'ambito della politica estera. È vero quello che il presidente ha detto, cioè che nell'Accordo non ci sono gli elementi per strutturare una collaborazione in quell'ambito. Nell'ultimo anno, durante il periodo di transizione, siamo stati fuori dalle istituzioni europee. Però abbiamo visto l'anno scorso come il Regno Unito ha continuato a lavorare strettamente con i nostri alleati, i nostri partner europei.
  Prima, all'inizio del mio intervento, ho fatto riferimento a quello che il nostro Primo Ministro ha detto dopo la conclusione dell'Accordo, aggiungendo all'elenco dei motivi per cui siamo legati per sempre il concetto dei motivi strategici.
  Per quanto riguarda l'orientamento del Regno Unito, abbiamo visto già durante l'ultimo anno la posizione del Regno Unito rispetto a dei temi importantissimi: la Cina, la Russia, l'Iran. Quest'anno la presidenza del G7 sarà anche un'opportunità per dimostrare qual è l'atteggiamento strategico, la visione strategica del Regno Unito. Il nostro Primo Ministro sta per lanciare la nostra presidenza e lui riscriverà per noi le priorità in un anno così delicato e cruciale per un recupero economico e sociale dopo la pandemia che ci ha colpito.
  Per quanto riguarda un altro tema rilevante, l'Accordo di libero scambio che abbiamo concluso con la Turchia è una continuazione dei rapporti commerciali che il Regno Unito aveva con la Turchia tramite l'Accordo di libero scambio dell'UE con la Turchia. La Turchia è un partner strategico per l'Ue, come l'Ue per il Regno Unito è un partner molto importante, non solo dal punto di vista commerciale. Però, considerando la sua posizione geopolitica, la Turchia è un partner molto importante.
  Per parlare degli accordi di libero scambio in modo più ampio, per il Regno Unito questo è uno dei motivi per cui il popolo ha deciso di uscire dal mercato unico dell'UE: approfittare delle opportunità che ci offre per creare le nuove partnership in tutto il mondo. Il Regno Unito vuole rimanere un alleato indispensabile per i nostri alleati europei, però allo stesso tempo il Regno Unito è Global Britain e vogliamo rafforzare e approfondire i nostri rapporti con il resto del mondo.
  Per quanto riguarda la Cina, ovviamente per tutti i Governi europei la Cina è un partner e un Paese molto importante. Mi offre anche l'opportunità per aggiungere che nella nostra politica estera noi non dimentichiamo mai le altre dimensioni, in questo contesto i diritti umani. Ad esempio, ieri il nostro Ministro degli esteri, Dominic Raab, ha spiegato nel Parlamento la nostra reazione alle violazioni su larga scala dei diritti umani degli uiguri musulmani in Cina attraverso pratiche punitive disumane e atroci.
  Noi riteniamo che sia molto importante rafforzare i legami, allo stesso tempo è fondamentale esprimere e difendere i nostri valori, come abbiamo fatto anche per quanto riguarda il comportamento di Pechino e la repressione a Hong Kong. È importante essere onesti con gli altri Paesi. Fa parte della nostra politica estera.
  Tornando adesso alle altre domande, il settore energetico e l'energia. In vista del nostro partenariato sulla COP26, il tema della transizione energetica rappresenta il cuore del programma condiviso che abbiamo Pag. 15 sviluppato insieme: come promuovere, come facilitare, come accelerare la transizione energetica per proteggere il nostro pianeta. Aggiungerei anche che la transizione energetica offre delle opportunità per le nostre imprese, britanniche e italiane. Noi speriamo con i nostri partner italiani quest'anno di approfittare anche, ad esempio, del fatto che l'Italia ospiterà la conferenza preparatoria a Milano a ottobre, per creare una piattaforma per le imprese che offrono i servizi e i prodotti che sono essenziali per realizzare questa transizione energetica.
  Assolutamente il British Council rimane in Italia. Il British Council fa parte della nostra famiglia britannica. In Italia lavoriamo strettamente insieme. Per quanto riguarda il ruolo del British Council nel promuovere la cultura e nel creare i legami culturali, vorrei menzionare il fatto che l'anno scorso abbiano lanciato la prima stagione di cultura, UK-Italy Season of Culture. Chiaramente a causa delle restrizioni imposte dal COVID è stata un'iniziativa virtuale. Siamo riusciti a creare tanti nuovi legami in tutti i settori culturali fra l'Italia e il Regno Unito. Il British Council rimane, il British Council continuerà a svolgere il suo compito qui in Italia.
  Alcune domande hanno riguardato la possibilità di creare i rapporti bilaterali. Forse l'Accordo tra Regno Unito e Ue non include i provvedimenti. Siamo solo a due settimane, più o meno. Dobbiamo aspettare un po' di tempo per l'applicazione di questo Accordo, e poi ovviamente siamo pronti a considerare gli accordi ulteriori a livello bilaterale per complementare l'Accordo che abbiamo concluso con l'UE. Per il momento noi ci concentriamo sull'applicazione dell'Accordo con l'UE e ci impegniamo anche a creare una transizione scorrevole dopo il 1° gennaio.
  Per quanto riguarda gli italiani nel Regno Unito, devo dire che siamo molto soddisfatti e contenti che tanti italiani, più di 300 mila, forse quasi 400 mila, si sono registrati al sistema EU Settlement Scheme, che come sapete bene è il modo per proteggere i loro diritti nel Regno Unito secondo l'Accordo di recesso. Sì, è vero che i cittadini italiani e i cittadini europei possono registrarsi fino a giugno di quest'anno. Il Governo britannico dall'inizio ha fatto tutto il possibile per dimostrare la massima flessibilità e disponibilità per aiutare i cittadini italiani ed europei nel Regno Unito.
  Per quanto riguarda le tasse universitarie, per gli studenti che stanno già studiando nel Regno Unito non ci sarà un cambiamento. Loro possono continuare con lo stesso livello delle tasse universitarie. Ci sarà un cambiamento dal prossimo anno accademico, quindi da settembre di quest'anno. Non ci sarà più una categoria per gli studenti europei, ma solo per gli studenti britannici e gli studenti internazionali. Però definire il livello delle tasse non è una decisione del Governo britannico, ma delle università.
  C'era anche qualche domanda sull'Erasmus e sul Touring. Prima vorrei confermare che il Regno Unito continuerà a partecipare ai programmi Erasmus negli anni accademici 2021 e 2022, e continuerà a onorare gli impegni presi nel precedente quadro di finanziamento. Più di cento istituti britannici continueranno a essere coinvolti negli scambi Erasmus quest'anno, intrattenendo rapporti con più di quaranta centri italiani in tutto il Paese, e i partecipanti agli scambi Erasmus provenienti dall'Italia non necessiteranno del visto per le attività entro i tre mesi.
  A partire da settembre di quest'anno, il Governo britannico lancerà il programma Touring. Il Governo ha già incoraggiato le università, i centri di ricerca e le scuole a iniziare a prendere contatti con le istituzioni estere e a rendere pienamente operativo lo schema Touring a settembre di quest'anno. Noi qui in Italia con il British Council faremo tutto il possibile per facilitare i contatti fra le istituzioni nel Regno Unito e gli omologhi in Italia.
  La pesca era chiaramente un nodo molto difficile durante i negoziati e abbiamo raggiunto un accordo. Per quanto riguarda il punto più ampio sulle risorse del mare, sul rispetto del mare, vorrei menzionare il fatto che nel Regno Unito abbiamo lanciato un'iniziativa globale, Protect our Oceans, che fa Pag. 16parte delle nostre priorità per la COP26 e per la nostra presidenza del vertice dell'ONU quest'anno.
  Sono sicura che c'erano altre domande, però come vi dicevo prima mi fermo qui. Vorremmo fornire le informazioni e le risposte più dettagliate in forma scritta.

  PRESIDENTE. Bene. Grazie, Ambasciatore, della Sua cortesia e delle Sue risposte. Naturalmente rimaniamo in contatto per seguire gli sviluppi. Lei giustamente ha fatto riferimento più volte al fatto che sono passate soltanto due settimane. Si tratta di monitorare e verificare in corso d'opera come procederà la fuoriuscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, quali temi di cooperazione ci porrà o quali criticità dovremo affrontare. Da questo punto di vista resteremo in contatto e sarà nostra cura proporLe ulteriori momenti di incontro con le Commissioni per approfondire gli sviluppi della materia. Grazie molte, La ringraziamo della Sua attenzione.

  JILL MORRIS, Ambasciatore del Regno Unito in Italia. Grazie. Sarebbe un piacere tornare in futuro per discutere su questi temi con voi. Vi ringrazio di nuovo e vi auguro una buona giornata.

  PRESIDENTE. Grazie e buona serata. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.20