XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti

Resoconto stenografico



Seduta n. 20 di Martedì 10 maggio 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Baldelli Simone , Presidente ... 3 

Audizione del generale di brigata della Guardia di finanza, Giuseppe Arbore:
Baldelli Simone , Presidente ... 3 
Arbore Giuseppe , generale di brigata della Guardia di finanza ... 3 
Baldelli Simone , Presidente ... 11 
Arbore Giuseppe , generale di brigata della Guardia di finanza ... 11 
Baldelli Simone , Presidente ... 15 
Manca Gavino (PD)  ... 15 
Baldelli Simone , Presidente ... 15 
Battilocchio Alessandro (FI)  ... 15 
Baldelli Simone , Presidente ... 16 
Zanella Federica (LEGA)  ... 16 
Baldelli Simone , Presidente ... 16 
Arbore Giuseppe , generale di brigata della Guardia di finanza ... 17 
Baldelli Simone , Presidente ... 19 

Comunicazioni del Presidente:
Baldelli Simone , Presidente ... 19

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 11.05

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso nonché via streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del generale di brigata della Guardia di finanza, Giuseppe Arbore.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del generale di brigata della Guardia di finanza, Giuseppe Arbore, sulle linee d'azione a tutela dei consumatori e a contrasto delle frodi negli attuali scenari di crisi.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme della audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione.
  Saluto e ringrazio il generale Arbore per aver accettato il nostro invito, così come ringrazio il vertice della Guardia di finanza per la collaborazione che inizia con questa seduta e che mi auguro proseguirà sempre più costruttivamente nel corso del tempo, anche attraverso la collaborazione amministrativa con gli uffici della Commissione, per gli approfondimenti e le analisi che la Commissione porterà avanti.
  Do la parola al generale Arbore.

  GIUSEPPE ARBORE, generale di brigata della Guardia di finanza. Grazie presidente. Buongiorno a tutti. Porgo il saluto del nostro Comandante generale, il generale di Corpo d'Armata Giuseppe Zafarana, e il suo ringraziamento, a cui unisco il mio per questa opportunità di offrire un contributo ai lavori della Commissione.
  Cercherò di mettere in rilievo le linee di azione della Guardia di finanza negli ambiti di interesse della Commissione e lo farò con un focus particolare sui recenti periodi, quello della pandemia e della crisi russo-ucraina, che hanno determinato nuove frontiere nell'azione di contrasto, perché sono emerse nuove possibilità di illecito profitto da parte delle organizzazioni criminali. La Guardia di finanza ha rapidamente adattato la sua attività operativa al fine di fronteggiare fenomeni nuovi che in parte erano già presenti prima della pandemia, ma che con la pandemia si sono acuiti, e altri fenomeni che si stanno manifestando nel momento attuale.
  Consentitemi preliminarmente una breve introduzione sulla nostra missione e in quale ambito della medesima concentriamo l'azione a tutela dei consumatori. Sapete tutti che la Guardia di finanza è un corpo di polizia a ordinamento militare che dipende direttamente dal Ministro dell'economia e delle finanze. I suoi compiti si sono evoluti nel tempo. Il Corpo, nato come polizia doganale, in seguito è divenuto polizia tributaria e da ultimo, con un intervento normativo strutturale posto in essere con il decreto legislativo n. 68 del 2001, la Guardia di finanza è diventata polizia economico-finanziaria a competenza generale. La polizia finanziaria si traduce in azione di prevenzione e di contrasto degli illeciti che attengono ai bilanci pubblici degli enti territoriali, ma anche ai bilanci europei, e Pag. 4quindi si estrinseca nell'attività di contrasto all'evasione fiscale e a tutte le condotte che sottraggono gettito ai bilanci pubblici, ma anche con un focus sul lato della spesa pubblica. A tutela dei consumatori l'azione della Guardia di finanza trova la sua espressione nella attività di polizia economica. Polizia economica vuol dire attività di tutela del mercato, vuoi mercato di beni e servizi vuoi mercato dei capitali. Sono quindi molteplici le azioni che, direttamente o indirettamente, sono poste a tutela dei consumatori in questo ambito. Mi preme sottolineare che tutta questa missione istituzionale è organizzata attraverso piani operativi. Il nostro modo di agire non costituisce un intervento indifferenziato sulla massa di soggetti, ma è sempre molto mirato e indirizzato. A tal fine, ci siamo organizzati con una componente speciale, una serie di Nuclei speciali, alcuni dei quali evocherò nel corso del mio intervento. Nuclei speciali a presidio di un ambito operativo specifico. Abbiamo il Nucleo speciale beni e servizi che si occupa appunto della tutela del corretto funzionamento del mercato dei beni e dei servizi. Ogni nucleo speciale svolge un'azione di analisi continua ed è in relazione costante con tutte le altre istituzioni e Autorità di regolazione che hanno una competenza nello specifico settore e raccolgono tutte le informazioni che arrivano dal territorio. Il fenomeno va infatti affrontato e previsto non soltanto attraverso incroci di banche dati: molte informazioni non sono ritraibili tramite l'interrogazione di banche dati, ma vanno acquisite attraverso un controllo sul territorio. Questo ciclo continuo di osmosi di informazioni fa sì che il Nucleo speciale possa indirizzare, attraverso analisi specifiche, l'azione dei Reparti. Grazie a questa analisi, in uno con metodologie operative che elaboriamo a livello centrale, quest'anno abbiamo predisposto 50 piani operativi. In ogni piano operativo si trova la descrizione dei fenomeni da aggredire, una loro precisa georeferenziazione – in modo che ciascun Reparto possa calibrare la propria azione in ragione della dimensione del fenomeno nel suo territorio – vi è l'insieme delle metodologie operative da adottare in quello specifico contrasto, ovviamente facendo tesoro delle best practice che si sono diffuse sul territorio, e vi è un continuo feedback di questa azione a livello centrale per riorientare, se del caso, il piano operativo sul territorio.
  Dicevo che i controlli sono sempre molto calibrati. Non facciamo assolutamente controlli di massa che non danno ragione dell'ottimale rapporto costi-benefici dell'agire pubblico. Ogni controllo deve trasmettere fiducia, quindi anche le metodologie del controllo devono essere parametrate e proporzionali alla tipologia di illecito. Un controllo dunque più incisivo e più determinato di fronte a organizzazioni criminali strutturate, un controllo dialogante con il cittadino, contribuente consumatore il quale, spesso è vittima di truffe di ampia portata.
  Accanto al tema della tutela dei beni e servizi, vi è anche l'altro aspetto, su cui mi soffermerò, della tutela del mercato dei capitali, dove spesso si annidano varie tipologie di truffe, dalla raccolta abusiva del risparmio o da preordinate forme di acquisizione indebita di dati personali finalizzati a frodi di carattere finanziario. La cifra del nostro operato è la trasversalità. Cosa intendo con questa espressione? Le imprese criminali hanno un'ampia platea di interessi. L'organizzazione criminale non si dedica a una sola tipologia di illecito. Dietro alla corruzione c'è molto spesso la falsa fatturazione e l'evasione fiscale per la creazione di fondi in nero, dietro alla contraffazione c'è lo sfruttamento di manodopera irregolare. Tante sono le fenomenologie illecite che si intersecano nell'agire dell'impresa criminale e quindi il nostro approccio non può che essere trasversale, diretto cioè ad approfondire tutte le tipologie di illeciti che si presentano al momento del nostro controllo. Si tratta di una tipica azione di polizia giudiziaria – ne abbiamo condotte molte – attraverso la quale riusciamo ad acquisire una serie di elementi che poi ci sono utili sia per svolgere attività in altre missioni istituzionali, sia per fornire un ulteriore quadro probatorio a una situazione già nota.
  Iniziando dalla lotta alla contraffazione, intendo fornire qualche numero che dà la Pag. 5misura del nostro impegno. Nel biennio 2020-2021 – caratterizzato dalla pandemia – abbiamo effettuato oltre 15.000 interventi, dato esecuzione a oltre 3.600 deleghe da parte dell'autorità giudiziaria e abbiamo sequestrato 638,5 milioni di prodotti contraffatti, non sicuri, in violazione delle norme sul made in Italy o addirittura riportanti indicazioni false di attestazioni DOP o IGP. Le persone denunciate all'autorità giudiziaria sono state 6400, sottoposti a sequestro immobili e disponibilità finanziarie per un valore di 22 milioni di euro, 266 società segnalate per responsabilità amministrativa degli enti, ai sensi del decreto legislativo n. 231 del 2001. Abbiamo oscurato 725 siti internet, altro ambito su cui mi soffermerò più avanti, che commercializzavano on line merce contraffatta, con falsa indicazione del made in Italy o merce non sicura. Per quanto riguarda il settore agroalimentare, settore primario, fondamentale e trainante per il nostro Paese, abbiamo sequestrato 5 milioni di litri e oltre 3600 tonnellate di prodotti agroalimentari, oggetto di contraffazione o frode fiscale. Tra i beni sequestrati, oltre 107 tonnellate recavano false attestazioni DOP e IGP, dove sapete abbiamo eccellenze a livello europeo. La gamma delle merci sequestrate è molto ampia: si va dai giocattoli ai ricambi per auto. Risale solo a ieri un consistente sequestro fatto dalla Guardia di finanza a Como proprio di ricambi per auto, cosa che rappresenta un rischio anche per la salute e per l'integrità fisica dei conducenti delle autovetture. Abbiamo anche sequestrato treni contraffatti e potete immaginare le conseguenze potenziali di un simile illecito. Sono stati sequestrati anche articoli di profumeria, detersivi, cosmetici, ferramenta e così via. Dalle indagini emerge che non vi è alcuna remora da parte delle organizzazioni criminali a mettere a repentaglio la salute pubblica. Nel corso del mio intervento farò riferimento a qualche operazione, solo allo scopo di dare contezza delle fenomenologie illecite in cui ci siamo imbattuti. La compagnia di Olgiate Comasco nel 2021 ha individuato già l'anno scorso una fabbrica di ricambi automobilistici contraffatti. I prodotti venivano commercializzati con la riproduzione dei loghi di noti brand automobilistici, addirittura con la apposizione della dicitura «genuine parts» come componenti originali. 14.000 i pezzi di ricambio sequestrati che riportavano il logo contraffatto, tramite 28 cliché che servivano per la riproduzione del marchio. Il gruppo di Cosenza – ripeto, cito soltanto alcune operazioni – sempre nel 2021, ha sequestrato 300 tonnellate di pellet contraffatto. Anche qui l'indicazione della qualità del pellet era contraffatta e dalle perizie svolte è emerso che avesse una qualità di gran lunga inferiore, con danni anche per l'ambiente perché molto spesso in questi casi vengano utilizzate sostanze chimiche dannose che vengono rilasciati in atmosfera con la combustione. La Compagnia di Pomezia – cambiamo ambito – nei primi mesi del 2020, in collaborazione con il nostro Nucleo speciale beni e servizi, ha individuato un'associazione criminale che era dedita, non soltanto in Calabria, ma in Italia e all'estero, alla vendita e alla distribuzione di materiale editoriale attraverso piattaforme di distribuzione online, parliamo proprio di libri. 1,2 milioni di opere editoriali riprodotte in violazione del diritto d'autore. La Tenenza di Roseto degli Abruzzi ha sequestrato 3 milioni e 700 mila giocattoli che riportavano la falsa attestazione CE circa il possesso dei requisiti per la commercializzazione in ambito europeo. Si trattava invece di giocattoli potenzialmente pericolosi. Passando al made in Italy, tutti conosciamo il vino Sassicaia. Ebbene, nel 2020 la compagnia di Empoli ha disarticolato un'organizzazione criminale che aveva posto in essere la falsificazione del Sassicaia. In realtà, il vino era prodotto in Sicilia, le bottiglie provenivano dalla Turchia, le etichette, i tappi, le casse e la carta velina in Bulgaria. Il tutto veniva assemblato in Italia. Abbiamo sequestrato 6.600 bottiglie di vino Sassicaia 2015, peraltro un'annata particolarmente costosa sul mercato. Sempre per quanto riguarda il vino, il Nucleo di polizia economico-finanziaria di Foggia ha sequestrato un milione di litri di vino comune che era venduto con false indicazioni di origine protetta IGP. Ancora sui prodotti alimentari, con l'operazione Pag. 6«Apriti Sesamo», il Gruppo pronto impiego di Torino nel 2021 ha sequestrato 500 tonnellate di semi di sesamo. Cito questa operazione proprio per il potenziale danno alla salute. In alcune partite c'erano quantità di ossido di etilene 520 volte superiore al limite massimo consentito. Sempre nell'ambito alimentare, il Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli nel 2021 con l'operazione denominata «bad drink» ha sequestrato limoncello prodotto con alcol destinato alla produzione di gel igienizzante. 300 mila contrassegni di Stato, false etichette e così via.
  Da questi esempi, emerge innanzitutto la pericolosità dell'agire di queste organizzazioni, il potenziale danno per il consumatore e un modus operandi molto diffuso, ovvero che si tratta di merce per lo più prodotta all'estero – al di là dei casi alimentari che da ultimo ho citato. Queste materie prime vengono importate in maniera separata e assemblate in Italia, in modo che alle frontiere non ci si imbatta nel prodotto contraffatto. L'assemblaggio e gli imballaggi vengono realizzati in Italia, e anche il marchio molto spesso viene apposto in Italia, proprio per evitare i controlli. Ciò comporta che l'azione investigativa debba essere pregnante. Abbiamo dato ai nostri reparti indicazioni precise in materia di contrasto alla contraffazione. L'operazione di servizio ha termine nel momento in cui viene ricostruita l'intera filiera della produzione, per arrivare alla fabbrica, in modo da poter disarticolare l'intera organizzazione e soprattutto, al termine, aggredire i patrimoni illecitamente accumulati. Questo deve essere l'obiettivo dei nostri reparti ed è effettivamente l'obiettivo dei nostri reparti, perché solo così si toglie la linfa vitale alle organizzazioni criminali. Tenete presente, a dimostrazione di quanto vi ho detto, che il 90,1 per cento dei nostri sequestri non avviene negli spazi doganali, ma sul territorio. È raro imbattersi negli spazi doganali in queste tipologie di produzione su larga scala di merce contraffatta.
  Ci avvaliamo delle più avanzate tecniche di indagine e, non da ultimo, anche tramite operazioni speciali, operazioni sotto copertura. La legge ci consente anche di ritardare o di omettere l'azione di PG, ovviamente di concerto con l'autorità giudiziaria, proprio allo scopo di risalire all'intera filiera e all'intera organizzazione criminale. Operazioni sotto copertura che svolgiamo molto spesso anche su internet con false identità. In tutto questo è fondamentale, come dicevo, l'attività di intelligence sul territorio ma anche il fare squadra con tutte le istituzioni e con le associazioni di categoria con cui abbiamo un contatto continuo. A questo proposito, segnalo il nostro Sistema informativo anticontraffazione – SIAC – che consente un dialogo continuo con i titolari dei marchi. Ogni impresa, registrandosi sul sito, può agevolare il nostro lavoro caricando le caratteristiche tecniche del prodotto e segnalando informazioni che i loro servizi di controllo interno possono veicolarci. Per noi è importante, perché più informazioni abbiamo e più rapidamente i nostri operatori sul territorio sono in grado di intercettare merce potenzialmente contraffatta. È un dialogo che abbiamo anche con i cittadini. Stiamo reingegnerizzando il sito, per renderlo anche più user friendly, come si usa dire, nei confronti dei cittadini, dedicandone una parte alla educazione alla legalità, alla cultura dell'anticontraffazione e anche a modalità per difendersi da possibili truffe e saper quindi meglio individuare la merce contraffatta. Il sistema SIAC è gestito da un nostro reparto speciale – Nucleo speciale beni e servizi – che è anche titolato a inserire in ambito comunitario i cosiddetti alert. C'è un sistema comunitario di allerta rapida, chiamato Gras Rapex, che in l'Italia fa capo al Ministero dello Sviluppo economico, che serve ad allertare in contemporanea tutti i Paesi membri della pericolosità di un determinato bene o di un determinato prodotto. Il nostro reparto speciale, quindi, al presentarsi dei presupposti, inserisce in questo sistema di allerta rapida l'informazione specifica. In queste indagini, come in tutte le altre di carattere economico-finanziario, la proiezione internazionale della nostra investigazione è pressoché costante. Spesso favoriamo la creazione di squadre investigative comuni con le polizie Pag. 7di altri Paesi membri che l'ordinamento ci consente, le Joint Investigation Teams, proprio perché queste organizzazioni – citavo prima il caso della delocalizzazione della produzione – impongono un'indagine di carattere internazionale e agire in contemporanea fra più forze di polizia è lo strumento migliore per contrastare queste fenomenologie illecite. Partecipiamo a operazioni internazionali congiunte, in sinergia con i collaterali esteri, con gli organismi e le agenzie sovranazionali – mi riferisco a Europol, a Interpol, all'OLAF, all'Organizzazione mondiale delle dogane. Quest'anno la Guardia di finanza ha il ruolo di co-driver in una di queste operazioni internazionali la «Ip crime, counterfeiting good and currencies» del policy cycle, quindi contraffazione di beni e monetaria, nell'ambito del policy cycle che è un ciclo programmatico di interventi attraverso il quale l'Unione europea affronta in maniera strutturata un'azione di contrasto a minacce criminali.
  Le nostre linee di intervento, come dicevo prima, si sono rapidamente modificate nel periodo pandemico, ancor prima del lockdown, quindi già a febbraio. Allora in Cina la pandemia era già scoppiata. Immaginavamo che ci sarebbe stata da lì a breve una forte richiesta di dispositivi di protezione individuale. Dove il mercato conosce questi choc, la criminalità economica si inserisce per fare profitto. Da subito, abbiamo riorientato la nostra azione, e addirittura durante il periodo della pandemia abbiamo sospeso i controlli fiscali, per ovvi motivi, naturalmente di concerto con il nostro ministro. Abbiamo quindi concentrato le attività operative su quei fenomeni che potevano destare maggiore allarme sociale e quindi sui dispositivi di prevenzione e protezione individuale dal contagio. Fornisco anche qui qualche dato. Sempre nel biennio 2020-2021, sono state sequestrati circa 204 milioni di mascherine e dispositivi di protezione individuale contraffatti o non sicuri e 174 mila litri di igienizzanti venduti come disinfettanti. Abbiamo denunciato 1.800 soggetti, irrogato 570 sanzioni di carattere amministrativo. Un'operazione della Guardia di finanza di Gorizia, da sola, ha portato al sequestro di 115 milioni di mascherine che non erano conformi. Erano mascherine da destinare al personale sanitario delle ASL del Friuli Venezia Giulia! A seguito delle perizie svolte da appositi laboratori è emerso che avevano una capacità filtrante addirittura dieci volte inferiore a quella prevista per quella specifica mascherina. Anche se si riportava la marcatura CE, molto spesso non erano conformi. A parte che la marcatura CE veniva falsificata, c'è stato più di un caso in cui alcuni organismi di certificazione dichiararono falsamente di essere stati autorizzati ad apporre la marcatura CE. Non erano stati quindi autorizzati dall'Unione europea. Il Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli – a testimonianza di come risaliamo sempre l'intera filiera – è partito da un sequestro di 773 confezioni di igienizzanti spray in una profumeria. Risalendo l'intera filiera e svolgendo le indagini si è arrivati alla fabbrica di produzione a Frattamaggiore, e lì abbiamo sequestrato 1.500 litri di composto liquido, 20 mila flaconi di igienizzante in assenza di qualsivoglia autorizzazione ministeriale.
  Passo a parlare del mondo di internet. Durante la pandemia, l'e-commerce è letteralmente esploso e anche le potenzialità di sfruttamento illecito dell'e-commerce sono cresciute. Del resto, nel territorio virtuale il consumatore è ancora più esposto, perché è più facile veicolare messaggi di genuinità o indirizzare verso siti, che molto spesso si trovano all'estero, che pubblicizzano prodotti con testimonial, magari all'insaputa di questi ultimi. Circa i vaccini, sempre in quel periodo, il Nucleo speciale di tutela privacy e frodi tecnologiche, con un'operazione chiamata Vax free, ha consentito di intercettare un ingente traffico di falsi vaccini attraverso il dark web. Non era allora ancora decollata la campagna vaccinale e chiaramente c'era la corsa ad accaparrarsi un vaccino senza attendere il normale sviluppo della campagna vaccinale. Nel dark web abbiamo trovato la disponibilità di dosi di AstraZeneca, Pfizer e Moderna. Una dose costava 155 euro, addirittura per uno stock di 800 fiale il prezzo da pagare era di 20 mila euro. Si garantiva l'anonimato, la Pag. 8tracciabilità della spedizione e l'imballaggio a temperatura refrigerante. Dietro c'era una vera e propria organizzazione. Addirittura nel servizio era ricompreso il richiamo della seconda dose. Si trattava naturalmente di falsi vaccini. Le tecniche adottate per realizzare questa compravendita erano molto particolari. Si utilizzavano canali Telegram accessibili previa autorizzazione del gestore. Questi canali servivano da vetrina, poi l'acquirente veniva reindirizzato nei marketplace dedicati all'acquisto sul dark web dove il pagamento avveniva esclusivamente in cripto-valute. C'era anche un apposito servizio clienti, attraverso utenze anonime create su piattaforme di messaggistica istantanea. In questa operazione abbiamo individuato e sottoposto a sequestro dieci canali e account Telegram. Naturalmente in questa indagine sul web la parte investigativa non è affatto agevole, perché la produzione è collocata all'estero, è spesso differenziata nello spazio in vari Paesi, spesso sia i server sia la produzione materiale sono collocati in Paesi dove i controlli sono meno rigorosi o si tratta di Paesi meno collaborativi sul piano investigativo e della cooperazione internazionale di polizia. In questi casi la collaborazione con le piattaforme di e-commerce è fondamentale. Abbiamo stretto una serie di contatti con le piattaforme proprio perché, al di là del monitoraggio costante che facciamo con il nostro reparto speciale, sia del clear sia del dark web, avere un dialogo con le piattaforme di e-commerce è fondamentale, in modo che queste siano in qualche modo indotte a segnalarci i così detti Bad Actors cioè i trader meno affidabili. Da questo punto di vista, è importante l'accordo raggiunto fra Consiglio e Parlamento europeo sulla proposta del regolamento «Digital Services Act», che ci aiuterà molto perché il principio che ne è alla base è che ciò che è illegale sul territorio fisico deve esserlo anche sul territorio virtuale, non ci devono essere ambiti oscuri nel web. Il nuovo regolamento consentirà maggiori poteri e azioni di induzione delle piattaforme di e-commerce a collaborare e questo in prospettiva porterà a maggiore compliance e a un dialogo più stretto fra tutti gli stakeholder del settore.
  Durante il periodo di pandemia si è registrato anche un aumento esponenziale dei casi di pirateria digitale ovvero di illegale distribuzione su internet di palinsesti televisivi. Eravamo costretti in casa e quindi la domanda di questi prodotti ha visto una crescita notevole, attraverso tecniche di file sharing, streaming, downloading, IPTV. Si è anche avuta una illecita commercializzazione di contenuti editoriali on line, ovvero di giornali che venivano commercializzati on line attraverso piattaforme telefoniche o messaggistica istantanea. Non solo, le opere letterarie coperte da diritto d'autore, essenzialmente digitali, vedono un terreno assai fertile nel commercio elettronico perché qui non c'è il trasferimento fisico di un bene in sé, e il semplice file è riproduzione illecita dell'opera, ovviamente con costi azzerati per la riproduzione. Spesso il consumatore, attratto da un prezzo o talvolta dalla gratuità del prodotto, non si rende conto dei danni al sistema Paese e al sistema Cultura che questo commercio arreca. Le nostre indagini sono state spesso di polizia giudiziaria a carattere internazionale. Cito l'operazione svolta dal nostro Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche del giugno 2021, denominata Euro Strike. Si trattava dei palinsesti calcistici collegati all'evento UEFA Euro 2020. Questa operazione ha consentito di disvelare un articolato sistema basato su piattaforme informatiche di ultima generazione, alimentate simultaneamente da numerose sorgenti di contenuti che si trovavano in Europa e che trasformavano i segnali audio-video in flussi di dati, sistematicamente redistribuiti in tutto il mondo. All'esito di questa operazione, abbiamo ottenuto un sequestro d'urgenza perché era necessario intervenire prontamente, dato che l'offerta era limitata nel tempo, essendo il periodo in cui si svolgevano gli europei di calcio. Abbiamo oscurato 276 siti vetrina utilizzati per la promozione di questi servizi, 142 infrastrutture IPTV, 30 siti di live streaming, 164 linking site che consentivano di scaricare, per mezzo di cyber locker, i contenuti protetti dal diritto d'autore.Pag. 9
  Come dicevo prima, l'azione repressiva da sola non è sufficiente. È necessario sviluppare una cultura della legalità, non basta prevenire e reprimere. Ogni consumatore deve essere consapevole dei degli effetti della propria condotta. Un processo di diffusione culturale va quindi continuamente alimentato. Noi lo facciamo nelle scuole, abbiamo ogni anno accordi con i vari uffici provinciali scolastici, e, fra le altre cose, facciamo percepire il danno al sistema Paese, quale sia il danno arrecato dall'acquisto di un prodotto contraffatto. Talvolta purtroppo, devo dirlo, l'acquisto è più che consapevole da parte dei consumatori. Prima della pandemia, nel 2019, abbiamo organizzato la prima giornata insieme al Comitato nazionale della lotta alla contraffazione, la prima giornata della lotta alla contraffazione per gli studenti, a Bari, presso la nostra Scuola allievi. Con la pandemia ci siamo dovuti naturalmente fermare. Quest'anno a ottobre ne organizzeremo un'altra presso la nostra nuova Accademia a Bergamo, cercando di coinvolgere tutti gli studenti delle varie scuole che si collegheranno anche da remoto.
  Altro ambito della nostra azione che ha sicuramente un impatto sulla tutela del consumatore riguarda le linee di intervento nel settore dei prodotti energetici. Mi riferisco naturalmente all'impennata dei prezzi, una tendenza che si registrava già prima dell'evento bellico. La ripresa globale dell'economia post-pandemica aveva incrementato la domanda di prodotti petroliferi e quindi si assisteva già a una crescita dei prezzi sui mercati internazionali. Il tutto è poi esploso con la crisi russo-ucraina. Nell'ambito dei prodotti petroliferi vi sono due ampi fenomeni che dobbiamo attenzionare e che incidono entrambi sui consumatori. Il primo, preesistente alle tensioni sui prezzi, è l'interesse della criminalità organizzata di mettere sul mercato prodotti energetici senza pagare Iva o accise o entrambe, attraverso triangolazioni societarie e false lettere d'intento per false esportazioni e quindi per non versare la relativa IVA. Questo ha consentito nel tempo di immettere sul mercato prodotti che ledevano la concorrenza perché riuscivano a praticare prezzi inferiori addirittura rispetto al prezzo di acquisto, proprio perché lucravano sul differenziale, sul mancato versamento dell'IVA o delle accise. Altro fenomeno è quella dei designer fuels – sempre in questo primo ambito, cioè di concorrenza illecita – ovvero della commercializzazione di oli lubrificanti che in realtà sono costituiti da prodotti assimilabili al gasolio. L'olio lubrificante non sconta l'accisa, ma l'imposta di consumo e pertanto non è così tracciato come i prodotti soggetti ad accisa. Queste partite di olio lubrificante, che è solo dichiarato come tale, ma in realtà è gasolio anche se mischiato a qualche soluzione chimica, va ad alimentare una serie di pompe bianche sul territorio. Questo comporta diversi danni al consumatore in quanto si tratta di un prodotto non particolarmente raffinato che può danneggiare i motori, soprattutto quelli di ultima generazione. Inoltre, si tratta di prodotti che hanno soluzioni chimiche altamente inquinanti, e quindi comportano anche un danno per l'ambiente. Da ultimo, rappresentano un pericolo per la circolazione stradale perché sono prodotti altamente infiammabili che vengono trasportati con mezzi sicuramente non idonei. L'ingegno non trova limiti: l'autista del camion aveva un congegno per cui, a fronte del nostro controllo, schiacciava un bottone con cui diffondeva un colorante nel prodotto in modo da farlo apparire al controllo come se fosse realmente gasolio, non olio lubrificante o viceversa, in base alla tipologia di trasporto. Quando ci siamo imbattuti in questo stratagemma, ci siamo subito dotati di apparecchiature in grado di effettuare un'analisi spettrometrica immediata per avere contezza della natura del prodotto che stavamo controllando. Questo è il problema sul versante della concorrenza sleale.
  L'altro versante è costituito dalle speculazioni sui prezzi su cui da subito si sono mosse le varie Autorità, e ci siamo mossi naturalmente anche noi. Alcune procure della Repubblica hanno già affidato alla Guardia di finanza specifiche deleghe per far luce sulle ragioni degli aumenti recenti, e ci stiamo attivando in autonome investigazioni. Abbiamo dato da subito indicazionePag. 10 ai reparti di risalire l'intera filiera per vedere in quale ambito e in quale snodo di essa si realizzi la speculazione. Approfitto di questa preziosa occasione per fare una riflessione su questa problematica. La risposta penalistica in questi casi è a nostro avviso inadeguata, per due ordini di motivi. Gli unici articoli del codice penale che possiamo evocare sono il 501 e il 501-bis rubricati rispettivamente come «Rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio» e «Manovre speculative su merci». La configurabilità concreta di tali reati è pressoché impossibile. La Corte di cassazione si è ampiamente espressa sul punto e ha richiesto per la configurabilità di queste ipotesi di reato un rincaro dei prezzi generalizzato, comunque diffuso, indotto dalle dimensioni dell'impresa, dalla notevole quantità delle merci e della possibile influenza dell'impresa stessa sui comportamento degli altri operatori economici. Non solo, il concreto rischio di rarefazione o di rincaro di determinati beni deve essere diverso dall'ordinario scopo di profitto che connota le attività lucrative illecite. In aggiunta, occorre che il rincaro o la rarefazione assumano forme, per intensità e durata, di assoluta eccezionalità, posto che diversamente qualunque momentanea penuria di merci potrebbe determinare la contestazione del reato. In tutte le nostre indagini, cerchiamo di ipotizzare tale fattispecie di reato, ma è assai difficile configurarla. Mi permetto una ulteriore riflessione. L'esigenza diffusa di giustizia a fronte di condotte veramente lesive di interessi primari – soprattutto in una congiuntura come l'attuale – non trova però soddisfazione in un'effettiva risposta sanzionatoria. Una riflessione sulla possibilità di riconfigurare alcune ipotesi di reato e comunque di prevedere limiti edittali di pena più elevati, che oggi sono previsti al massimo fino a tre anni, consentirebbe, da un lato, una risposta sanzionatoria più adeguata al bene giuridico tutelato, dall'altro, di utilizzare strumenti investigativi probabilmente più performanti. Allo scopo di prevenire manovre speculative derivanti dalla recente rideterminazione delle aliquote, i decreti-legge nn. 21 e 38, rispettivamente del 21 marzo e del 2 maggio 2022, hanno stabilito che il Garante per la sorveglianza dei prezzi potrà avvalersi del supporto operativo della Guardia di finanza per monitorare l'andamento dei prezzi di benzina, gasolio, GPL e del gas naturale usato come carburante. È previsto altresì che il Corpo segnali all'Autorità garante della concorrenza e del mercato eventuali condotte lesive della concorrenza o che costituiscano per loro natura pratiche commerciali scorrette. La stessa Autorità può avvalersi della Guardia di finanza per svolgere controlli, onde evitare che la normativa sugli extraprofitti determini un ribaltamento sull'utente finale in termini di maggiore prezzo. A tal fine, siamo ora in contatto con l'AGCM per dare corso a questi controlli, ovviamente sempre in maniera molto mirata. Ancor prima di questi provvedimenti, come dicevo, ci eravamo già attivati. La stessa Autorità garante della concorrenza del mercato, per il tramite del nostro Nucleo speciale antitrust, aveva promosso una richiesta di informazioni nei confronti delle principali compagnie petrolifere, così come il Garante per la sorveglianza dei prezzi ha disposto l'avvio di un'indagine conoscitiva, sempre a mezzo del nostro Nucleo speciale antitrust, attraverso un «carotaggio» con l'invio cioè di questionari diretti a individuare casi di manovre fraudolente sui prezzi. L'Autorità garante, inoltre, ha in corso un'istruttoria mirata su un possibile cartello, localizzato nella zona di Livigno, dove alcuni gestori di impianti sono sospettati di aver concordato di vendere allo stesso prezzo benzina e diesel. Questa istruttoria nasce da una nostra segnalazione che, partendo dal reparto territoriale, la Tenenza di Bormio, è stata intercettata dal Reparto speciale – come dicevo c'è questa continua osmosi informativa con il territorio – ed è stata quindi trasferita all'Autorità per l'avvio dell'istruttoria. Abbiamo linee di collaborazione anche con l'Autorità di regolazione per l'energia, reti e ambiente, con le competenti direzioni del Ministero dello Sviluppo economico e con il Ministero della Transizione ecologica.Pag. 11
  Faccio ora menzione di un'operazione sempre in riferimento all'avvio di indagini strutturate. A Pescara, lo scorso 16 marzo, l'operazione denominata «Oro nero», ha disvelato l'architettura di un sistema fraudolento in cui fornitori nazionali ed europei vendevano il carburante a distributori indipendenti a un prezzo apparentemente allineato. In realtà, come dicevo prima, viaggiavano con cisterne pieni di carburante procacciato a un prezzo agevolato, in violazione sia dell'IVA sia delle accise, e talvolta praticavano un prezzo alla pompa addirittura superiore a quello dei concorrenti, creando veramente enormi margini di profitto.
  Altro fenomeno particolarmente odioso per i consumatori è costituito dalla manomissione dell'erogazione alla pompa. Abbiamo anche intercettato sistemi molto sofisticati, per cui il gestore – non lo si fa con i motorini, che caricano pochi litri ma con autovetture molto più capienti – attiva il meccanismo con un telecomando che altera l'entità dei quantitativi, facendo apparire al display un'erogazione superiore al quantitativo effettivo. Concentriamo particolarmente questi controlli nei momenti di alto traffico veicolare, in coincidenza con periodi di ferie o di «ponti», quando il fenomeno si sviluppa in modo più consistente.

  PRESIDENTE. Abbiamo dati su questo fenomeno?

  GIUSEPPE ARBORE, generale di brigata della Guardia di finanza. Abbiamo dati specifici su questo fenomeno, ve li faremo pervenire e abbiamo anche immagini molto eloquenti. Si tratta di meccanismi veramente ingegnosi.
  Altro ambito di intervento è quello delle sigarette elettroniche. Si tratta anche in questo caso di prodotti sottoposti ad accisa. Cito l'operazione della Compagnia pronto impiego di Aversa, che ha individuato un sito abusivo di fabbricazione, imbottigliamento e confezionamento di prodotti sprovvisti di autorizzazioni, sequestrando 1150 chili di liquidi da inalazione – con potenziali rischi per la salute dei consumatori – 4.800 flaconi contenenti aromi per liquidi e centomila etichette cartacee.
  Altro ambito in cui la sicurezza dei cittadini può essere messa a repentaglio riguarda il GPL. Un fenomeno non nuovo, ma che in piena pandemia non si è certamente fermato, è costituito dal riempimento abusivo delle bombole GPL. C'è una norma molto stringente riguardo alla commercializzazione di queste bombole – sono infatti evidenti i rischi derivanti dall'esplosione di questi contenitori. Le bombole devono essere dunque sottoposte a periodiche revisioni, solo i soggetti autorizzati le possono riempire, perché si tratta di un'operazione pericolosa. Da qualche anno abbiamo concentrato i nostri sforzi per cercare di contrastare in maniera efficace questo fenomeno, molto parcellizzato ancorché circoscritto ad alcune regioni. Abbiamo rapporti molto stretti con le associazioni di categoria, nel caso di specie con Assogasliquidi, proprio per ottenere informazioni anche dall'interno del mondo degli operatori per orientare la nostra azione. Al di là dei sequestri, su cui, se volete, vi fornirò i dati complessivi, che sono particolarmente ingenti, con soddisfazione vi comunico questo dato significativo: anche in periodo di pandemia, in cui c'è stata una domanda costante, si è avuto un incremento del fatturato del 20 per cento, quindi un incremento del mercato legale, proprio in quei territori dove abbiamo concentrato i nostri sforzi operativi. Si tratta del 20 per cento di un mercato che è stato trasferito dal mondo dell'illegalità a quello della legalità.
  In materia di prodotti petroliferi, alla luce del fatto che si sviluppavano sul territorio nazionale migliaia di indagini, la parcellizzazione di procedimenti penali – perché talora un carico veniva fermato al Nord, talora al Centro, talaltra al Sud del Paese – comportava il rischio di perdere di vista la possibilità di giungere alle organizzazioni criminali che gestivano l'intero traffico. Per farvi fronte, presso il Comando generale è stata costituita una Cabina di regia interna – fortemente voluta dal Comandante generale – che fungesse da raccordo per tutte le azioni investigative. È Pag. 12stata un'idea geniale – qualcuno avrà sentito parlare dai media dell'operazione Petrolmafie – perché ci ha consentito di intercettare le grandi organizzazioni criminali che gestivano questi traffici. La nostra Cabina di regia ha processato oltre 1500 entità giuridiche sospette e di volta in volta segnalava ai reparti, dando il quadro generale di riferimento delle organizzazioni criminali, per procedere in maniera organizzata e coordinata.
  Come dicevo in premessa, varie sono le collaborazioni con diverse Autorità. Con alcune di esse, la collaborazione deriva da una previsione normativa che attribuisce all'Authority la possibilità di avvalersi della Guardia di finanza. In altri casi abbiamo stipulato degli specifici protocolli di intesa. In questi protocolli vi è uno scambio biunivoco, cioè, da un lato, l'Autorità può delegare attività o trasmettere informazioni, dall'altro, anche i reparti operativi, per il tramite dei reparti speciali, possono segnalare all'Autorità informazioni, dati ed elementi per l'adozione dei provvedimenti di competenza. Per esempio, nel biennio 2020-2021, il nostro Nucleo antitrust ha effettuato 111 interventi ispettivi, unitamente a funzionari dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato. 64 di questi interventi hanno proprio riguardato la tutela dei consumatori.
  Un altro ambito di collaborazione con l'Autorità garante della concorrenza e del mercato è rappresentato dalle vendite piramidali. L'AGCM ha avviato un'istruttoria a contrasto delle vendite piramidali, un sistema che si basa sul reclutamento di un numero crescente di persone che pagano per acquistare prodotti o servizi e i cui guadagni in prospettiva dovrebbero aumentare con l'incremento della loro «carriera» all'interno della piramide. Abbiamo individuato sistemi di vendita multilivello promossi con modalità poco trasparenti, ingannevoli e in violazione al Codice del consumo. Anche qui abbiamo avviato molte indagini di polizia giudiziaria, anche in ambito internazionale. Altre attività del Nucleo speciale antitrust – altro ambito molto interessante che abbiamo attenzionato di recente – riguarda alcune agenzie specializzate nella consulenza per la risoluzione di posizioni debitorie. La crisi finanziaria naturalmente ha indotto molti a rivolgersi a queste agenzie, attraverso messaggi pubblicitari spesso ingannevoli. Ingannevoli perché promettevano obiettivi irrealizzabili: la cancellazione tout court e in maniera molto semplice della posizione debitoria e soprattutto promettevano la cancellazione dalle «banche dati dei cattivi pagatori». A conclusione delle indagini sono stati raccolti elementi informativi per l'accertamento di svariate violazioni al Codice del consumo, alle norme in materia di tutela della privacy e alle disposizioni in materia di comunicazioni commerciali emanate dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
  Con il decreto-legge 11 marzo 2020 n. 16, è stata introdotta anche nel nostro ordinamento la normativa sull'ambush marketing (pubblicizzazione parassitaria) secondo cui si fa credere di essere lo sponsor di un evento inducendo in errore il consumatore ottenendone l'attenzione senza avere contribuito minimamente all'evento. La normativa è stata introdotta proprio in occasione dell'evento Uefa Euro 2020 qui a Roma. I nostri reparti si sono concentrati nell'individuare eventuali casistiche di tale fenomeno, come accaduto nel centro storico di Roma dove un cartello di grandi dimensioni integrava proprio la fattispecie di ambush marketing. In prospettiva, il tema si riproporrà con i prossimi eventi di Cortina.
  Faccio un cenno ad altri ambiti in cui interveniamo, sempre in collaborazione con l'AGCM: il mancato rispetto dei tempi di consegna a tutela del consumatore indicati sul sito in fase pre-contrattuale, l'omessa consegna di prodotti ordinati e regolarmente pagati, l'omesso rimborso del corrispettivo in caso di annullamento dell'ordine, la mancata o inadeguata prestazione del servizio di post-vendita, così come anche i casi sempre più frequenti di aumento dei prezzi funzionale a far apparire più cospicuo lo sconto applicato. Abbiamo altresì collaborato con l'Autorità garante per la concorrenza e il mercato per l'inibizione di pratiche commerciali scorrette nei confronti di operatori dei trasporti ferroviari e Pag. 13marittimi e di società operanti nella fornitura di servizi energetici, mediante sistemi di teleselling.
  Altra importante collaborazione è quella con l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Svolgiamo a favore di questa Autorità diverse attività a tutela del consumatore tra cui quelle connesse alla tutela dei minori nella programmazione audiovisiva, alla pubblicità, alla difesa della dignità umana, alla tutela di particolari categorie di utenti e delle minoranze, ai servizi postali, in tema di secondary ticketing cioè quelle operazioni che ripropongono in maniera secondaria biglietti di eventi praticando prezzi molto elevati, così come le procedure di passaggio degli utenti fra operatori, inclusa la portabilità del numero su rete fissa e mobile. Nell'ultimo biennio rientra anche una campagna di controlli che abbiamo effettuato congiuntamente a funzionari dell'Agcom in materia di call center. Mi riferisco al teleselling aggressivo, molto fastidioso e con continue chiamate su utenze fisse. I controlli svolti nei confronti di diversi operatori hanno consentito fra l'altro di segnalare all'Agcom più di 400 numerazioni geografiche VoIP utilizzate per attività promozionale non comunicate al Registro degli operatori della comunicazione. L'Autorità ha adottato i conseguenti provvedimenti sanzionatori. Altro tema riguarda gli operatori postali abusivi. Immaginate il rischio che corre l'utente nel consegnare la propria corrispondenza a un soggetto non autorizzato, nei confronti del quale non sono stati fatti i necessari controlli. Il Nucleo speciale beni e servizi, in un'operazione denominata Mail Express, ha eseguito 127 ispezioni, rilevando 93 violazioni nei confronti di soggetti che operavano quali «affrancaposta» senza autorizzazione ministeriale.
  In materia di privacy, costante è la collaborazione con l'Autorità garante della protezione dei dati personali. Vorrei citare a tal proposito l'operazione denominata «Data Ghost» svolta dal Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche, che è nata dalla denuncia di un'azienda che vende opere d'arte on line. I clienti dell'azienda venivano contattati da agenti di una fondazione che proponevano un appuntamento per una rivalutazione dei beni che avevano acquistato, mentre all'atto dell'incontro offrivano invece in vendita altre opere. Gli accertamenti eseguiti hanno permesso di riscontrare che alla base di tale attività vi era un'illecita acquisizione di dati personali con mezzi fraudolenti, attraverso l'interposizione di società fittizie collocate all'estero in moda da eludere la normativa comunitaria in materia di protezione dei dati personali. Alla fine dell'operazione sono stati denunciati quattro soggetti per violazione del decreto legislativo n. 196 del 2003.
  Un altro fenomeno che per fortuna è stato arginato grazie all'entrata in vigore di una apposita disciplina, è costituito dalla intestazione di utenze di Sim Card a soggetti ignari, a volte deceduti. Il Comando provinciale di Roma si è imbattuto in questo fenomeno durante un'indagine per stupefacenti perché i trafficanti avevano indebitamente attivato 35 mila utenze di telefonia mobile ricorrendo ad anagrafiche fantasma, appartenenti a ignari clienti, addirittura soggetti deceduti o perfino a soggetti senza fissa dimora, che spesso ci risultano titolari di licenze di decine di autovetture di lusso – questo lo dico a margine, non essendo un particolare emerso nell'indagine in questione. Le indagini si sono concluse con la denuncia all'autorità giudiziaria di 12 responsabili, con il sequestro di rapporti finanziari, titoli e autovetture per un valore di 400.000 euro e, a seguito dell'interessamento dell'Autorità garante, con l'irrogazione di sanzioni amministrative in materia di privacy per 6 milioni di euro.
  Altro ambito sicuramente di interesse per la difesa dei consumatori, come dicevo in premessa, è l'area del mercato dei capitali e dei servizi assicurativi. Anche qui, tramite internet, le truffe sono spesso dietro l'angolo. Per quanto riguarda la promozione di investimenti, si cerca di proporre tassi elevati, addirittura un bonus d'ingresso fino al 200 per cento della somma versata. Indicativa in particolare è l'operazione «Alpha Capital», condotta dal Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche,Pag. 14 che trae origine dalla denuncia di una vittima, truffata anche a motivo della sua inesperienza finanziaria. Le attività investigative, molto strutturate in quanto hanno dovuto passare in esame tutte le transazioni finanziarie e tutti gli intermediari finanziari, hanno permesso di risalire all'intera organizzazione criminale. Quattro persone sono state denunciate e quattro siti internet sono state oscurati.
  Altro tema molto attuale è rappresentato dalle false compagnie assicurative, soprattutto per quanto riguarda la promozione di false polizze per responsabilità civile auto. I siti sono molto allettanti, addirittura riproducono i loghi di primarie compagnie di assicurazione e talvolta anche l'utente più attrezzato viene truffato. Indicativa è stata l'operazione «Fake Insurance», svolta dal Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche, che ha consentito di individuare un'organizzazione che creava piattaforme web finalizzate alla vendita di questi prodotti. Vi risparmio tutto lo sviluppo investigativo, vi dico solo che abbiamo oscurato 222 piattaforme abusive e individuato 44 responsabili per i reati di truffa aggravata, attività abusivamente esercitate e trattamento illecito dei dati.
  Altro ambito è la tutela del gioco pubblico. Nel nostro Paese si tratta di gioco amministrato e anche le scommesse sono gestite da soggetti in concessione. Il gioco legale è a garanzia sia dell'erario sia del giocatore, in termini di prevenzione della ludopatia e in termini di payback cioè di quota parte delle giocate restituita come vincite sia, non da ultima, nei confronti dei minori che non devono avere accesso a questa tipologia di divertimenti. Quando il gioco viene svolto da aziende criminali naturalmente queste garanzie vengono meno. Sono molteplici le nostre attività nel settore. Ci siamo anche dotati di uno speciale applicativo informatico che monitora costantemente il gettito di tutte le macchine di divertimento dislocate, proprio a livello di singola macchina, con un'analisi continua perché laddove qualche macchina si discosta dalle soglie normali evidentemente c'è un problema di alterazione o, addirittura, qualora la raccolta aumenti, potrebbe esserci dietro un profilo di riciclaggio perché si può tranquillamente rinunciare a una quota parte – il payback è intorno all'85-86 per cento – quindi il costo del 14 per cento per operazioni di riciclaggio è assolutamente accettabile. L'operazione del nucleo di Pesaro ha scoperto un laboratorio informatico da cui venivano controllate le vincite di slot machine che erano ubicate su tutto il territorio nazionale e che, attraverso password illecitamente acquisite, entravano nei database dei concessionari e coglievano il momento di fine ciclo della macchina, quando cioè stava per erogare la vincita. Di fatto quindi il giocatore non avrebbe mai potuto vincere con quella macchina perché al momento della vincita l'organizzazione giocava e se ne appropriava. Il Gruppo pronto impiego di Torino, con l'operazione «Cristallo», ha scoperto un software per le AWP (Amusement with prize) installabile con una periferica USB che permetteva di alterare abusivamente i contatori fiscali. Il sistema determinava un'illegale riduzione della percentuale di vincite erogate (il c.d. payout) a esclusivo vantaggio dei proprietari/gestori degli apparecchi. L'indagine ha portato alla denuncia di 142 soggetti, al sequestro di 354 videoslot e all'irrogazione di sanzioni amministrative pecuniarie per oltre 5 milioni di euro. Sempre nell'ambito del gioco, mi limito a dire che vi è anche il tema dei bookmaker esteri che continuano a operare in Italia privi di concessione. I danni sono molteplici, anche di carattere fiscale. Vi sono numerose indagini di polizia giudiziaria e una serie di attivazioni di cooperazione internazionale.
  Ho cercato, e mi avvio veramente alla conclusione, di darvi uno spaccato delle varie attività che svolgiamo nell'ambito della nostra missione di polizia economica che direttamente o indirettamente vadano a tutelare i consumatori. È un problema anche culturale, come dicevo in premessa, e in questo ambito il sistema Paese deve fare squadra. Tutti gli attori, in vario modo coinvolti nell'azione di prevenzione e contrasto di queste fenomenologie, devono lavorare insieme, siano essi privati o pubblici, motivo per cui abbiamo stretto accordiPag. 15 con le Autorità di regolazione, con i Ministeri e con le associazioni di categoria. Fare squadra significa garantire la legalità e il tasso di legalità influisce direttamente sul tasso di sviluppo di un Paese, a parità di altre condizioni. Di questo siamo veramente convinti e profonderemo ogni sforzo in questa direzione. Spero di essere stato esauriente e sono disponibile per qualsiasi richiesta di approfondimento. Grazie.

  PRESIDENTE. Generale Arbore, intanto la ringrazio per la completezza e l'esaustività della relazione che ha voluto fornirci e con lei ringrazio i suoi collaboratori. Ringrazio per la sua disponibilità in primis il Comandante generale Zafarana che ha fatto sì che questo appuntamento potesse avvenire in modo sollecito rispetto alla nostra richiesta di incontrarvi. Altresì ringrazio il Corpo per la meritoria attività che svolge nella prevenzione della contraffazione e per tutte le attività di indagine e di repressione del crimine e di tutela dei consumatori, anche in collaborazione con le Autorità regolatorie.
  Do la parola all'onorevole Manca.

  GAVINO MANCA. Innanzitutto mi fa piacere ringraziare il generale Arbore e i suoi collaboratori per la relazione molto esaustiva, interessante e completa che, messa a nostra disposizione, necessita anche di una attenta lettura delle singole partizioni. Da essa emerge la forte interazione con il Parlamento e le istituzioni finanziarie nonché la richiesta di interventi legislativi diretti a migliorare la tutela dei consumatori. Da questa capacità di relazionarsi emergono dunque molte opportunità. Questo come riflessione di carattere generale.
  Volevo porre un paio domande, alle quali peraltro lei ha già in parte dato risposta nella sua dettagliata relazione. Le chiedo innanzitutto quale sia il livello di interazione del Corpo con le diverse associazioni di tutela dei consumatori che operano nel nostro Paese, che costituiscono soggetti importanti in rapporto diretto con i cittadini e che anzi fungono da cuscinetto nei rapporti con le Istituzioni.
  Per quanto riguarda poi il valore economico dei sequestri di prodotti industriali contraffatti (i circa 639 milioni da lei citati) le chiedo se sia possibile individuare – magari ci potrà fornire in seguito una nota scritta – i diversi settori e le tipologie merceologiche in cui si concentra questa attività delinquenziale – perché alla fine di questo di tratta – nonché una suddivisione per regione o macro-aree (Nord, Sud e Centro del Paese) per comprendere proprio dove si manifestano con maggiore frequenza e intensità tali attività di contraffazione.

  PRESIDENTE. Raccoglierei le domande dei colleghi per poi verificare se sia possibile fornire risposte immediate oppure se, per la loro complessità, sia necessario aggiornarci a una successiva seduta.
  Do la parola all'onorevole Battilocchio.

  ALESSANDRO BATTILOCCHIO. Innanzitutto ringrazio il generale per la puntuale relazione. Tra l'altro, presidente, sono stati toccati talmente tanti temi di interesse della nostra Commissione che credo dovremmo pensare anche a ulteriori momenti di approfondimento. Condivido con il collega che alcuni aspetti della relazione richiedano di essere metabolizzati per fare domande più specifiche, anche perché lei ci ha parlato – questo ci ha un po' preoccupato – di operazioni importanti di contrasto a iniziative e condotte pericolose per i nostri capitali, per la nostra sicurezza e anche per la nostra salute. Questa è anche un'occasione per ringraziare la Guardia di finanza per il lavoro eccezionale che viene portato avanti. Vorrei porre un paio di domande alle quali magari potrà poi fornire risposte anche in seguito. Quando ero al Parlamento europeo, nel 2012 venne attivata una task force tra la Guardia di finanza e l'OLAF che, se non sbaglio, era già stata impostata in precedenza, forse nel 1996. Vorrei sapere se è ancora operativa.
  Lei ha poi parlato del SIAC, progetto che, cofinanziato dalla Commissione europea, è stato affidato dal Ministero dell'interno alla Guardia di finanza. Le chiedo se può fornirci qualche informazione in più su questo progetto.
  Altro aspetto è legato al «superbonus» del 110 per cento. Per noi è importante Pag. 16avere contezza e informazioni sulle irregolarità più rilevanti riscontrate nel corso dei vostri controlli e che hanno portato anche a sequestri molto consistenti.
  Ultima questione riguarda il numero 117. Qual è il tipo di utenza che se ne avvale e qual è la cifra annuale delle telefonate? Ovviamente si tratta di uno dei tanti canali di raccolta di informazioni che guidano la vostra attività. Grazie ancora per la relazione molto interessante.

  PRESIDENTE. Do la parola alla collega Zanella.

  FEDERICA ZANELLA. Ringrazio moltissimo il generale perché è stato molto esemplificativo e ha toccato molteplici aspetti. Mi complimento per l'attività anche perché l'Italia, secondo recenti dati dell'OCSE, è forse il terzo Paese maggiormente colpito dalla contraffazione al mondo, quindi l'attività del Corpo è preziosissima. Intendo porre due domande. La prima riguarda una tematica che seguo da tanti anni, ovvero il contrasto alla pirateria on line. Lei ne ha parlato a proposito di quanto avete svolto in occasione degli Europei di calcio, ma ovviamente si tratta di un'attività costante. Sono prima firmataria di una proposta di legge ora all'esame delle Commissioni VII e IX della Camera. Proprio oggi inizia la discussione di un testo condiviso. Abbiamo focalizzato molto l'attenzione sull'Agcom, l'Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni, con cui voi collaborate fattivamente. Il testo stabilisce che l'Autorità possa ordinare ai prestatori di servizio di disabilitare l'accesso ai contenuti illeciti mediante il blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio e il blocco dell'instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP. Voi avete sicuramente metodi molto più raffinati. Visto che in altro contesto ha parlato di un deficit normativo e visto che c'è una normativa che sta per essere discussa sulla pirateria on line dei contenuti editoriali, le chiedo se possiate darci qualche suggerimento che possa aiutare anche voi ad arrivare per tempo, perché in moltissimi casi la tempistica è fondamentale. Anche lei ricordava l'urgenza di intervenire perché l'evento è limitato nel tempo. In quel caso si trattava degli Europei, figuriamoci per le partite di calcio della serie A o della Champions League che si svolgono in una serata. Le chiedo dunque dei suggerimenti per inserire all'interno di questa previsione normativa qualche dato specifico che potrebbe aiutarvi ad agire più velocemente e in maniera più efficace anche da un punto di vista tecnico. Noi abbiamo cercato le metodologie più efficaci ma senz'altro la vostra esperienza sarebbe preziosa.
  Infine, lei ha parlato diffusamente della preziosa sinergia stabilita sia con le istituzioni sia con le associazioni. C'è un margine per implementare ulteriormente la vostra attività con le associazioni, a favore della tutela dei consumatori, della tutela della proprietà intellettuale e dei grandi marchi? Sicuramente, leggendo più approfonditamente la relazione, potranno poi emergere altri spunti di riflessione, ma questi per me erano i più interessanti in riferimento a ciò di cui mi occupo da tanti anni. Vi ringrazio ancora per l'attività che portate avanti.

  PRESIDENTE. Non ho molto da aggiungere. Vorrei qualche delucidazione sulla chiusura delle numerazioni geografiche VoIP in relazione al teleselling aggressivo, su come funzioni l'attività di indagine operativa per l'individuazione dei numeri sconosciuti o irrintracciabili. Con l'entrata in vigore del nuovo Registro delle opposizioni, che riguarderà una platea potenziale di 78 milioni di utenze mobili, il telemarketing non emerso ma sommerso, o proveniente da Paesi stranieri o con numerazioni non conosciute, fittizie o artefatte diventerà effettivamente un problema.
  L'altra cosa che volevo chiedervi è se nella vostra attività, per la quale ovviamente a nome della Commissione vi ringrazio, anche nella consapevolezza di una nostra collaborazione futura che mi auguro cominci peraltro al più presto, avete o avreste la possibilità di elaborare una sorta di vademecum per il cittadino su come proteggersi dagli episodi statisticamente più diffusi di truffe, raggiri e falsificazioni. È una cosa che chiediamo spesso alle Autorità,Pag. 17 a maggior ragione la chiediamo a voi che siete operativi sul territorio, attesa la vostra capacità di intervento settoriale e mirata che serve – come lei ha spiegato nella parte introduttiva – anche a risparmiare risorse e a ottenere il massimo del risultato con il minimo sforzo, anche perché le risorse umane, seppure si tratti di un Corpo molto importante, sono comunque ridotte, rispetto alla fantasia, alla virulenza e all'estensione del fenomeno criminale nelle sue infinite articolazioni. Comincio a ritenere che la parte della prevenzione – che pure lei ha sottolineato – sia fondamentale per mettere il cittadino nelle condizioni di potersi difendere, e ciò riguarda soprattutto i cittadini più deboli come gli anziani o coloro che non sono particolarmente strutturati sul piano dell'informazione, dell'approfondimento e della scolarizzazione. Potrebbe essere certamente opportuno che l'esperienza quotidiana che viene messo a frutto dal Corpo sia diffusa con strumenti di comunicazione e campagne informative, e il vostro contributo su questo aspetto potrebbe essere fondamentale.
  Ritiene di poter rispondere immediatamente alle domande poste dagli onorevoli colleghi oppure è opportuno aggiornarci a una seduta successiva?

  GIUSEPPE ARBORE, generale di brigata della Guardia di finanza. A gran parte delle domande posso già rispondere adesso, mentre mi riservo di fornire adeguata documentazione per la raccolta di dati e le analisi statistiche.
  L'onorevole Manca chiedeva una georeferenziazione dei fenomeni. Naturalmente l'abbiamo, con due precisazioni. Una riguarda i risultati operativi, che però potrebbe essere autoreferenziale, essendo una georeferenziazione non del fenomeno, ma dei risultati, sebbene indirettamente intercetti anche l'entità del fenomeno. Ci siamo anche dotati di un sistema di geolocalizzazione di dati di contesto esterno, dai quali è possibile trarre indicazioni specifiche di determinate anomalie. Mi riferisco a tutti i dati di contesto esterno, chiaramente dati certificati, come flussi finanziari, dati sulla popolazione e sulla scolarizzazione. Tutto ha un'influenza: anche il livello della scolarizzazione incide sulla tipologia del fenomeno contraffazione, perché può trattarsi di una utenza meno strutturata e meno attrezzata per comprendere il fenomeno. Ci riserviamo di fornirle dunque questi dati, ma con questa duplice sfaccettatura.
  Lei poi faceva riferimento alla collaborazione con le Autorità e le associazioni dei consumatori. Come dicevo nella relazione, noi da tempo collaboriamo con le Autorità e in alcuni casi vi sono previsioni normative secondo cui l'Autorità si può avvalere della Guardia di finanza e molto spesso viene precisato che la Guardia di finanza in questa attività di collaborazione eserciti i poteri di polizia economico-finanziaria e polizia tributaria, anche particolarmente invasivi. In altri casi, non c'è questa norma, ma poco cambia, perché, in ragione dei protocolli di intesa che il decreto-legge n. 68 del 2001 ci consente di stipulare quale forma di collaborazione istituzionale, di fatto raggiungiamo il medesimo risultato. Non solo, talvolta abbiamo anche nostro personale presso le Autorità, proprio perché mettere a sistema le informazioni è fondamentale. Con le associazioni di categoria – e rispondo a un'altra sua domanda – abbiamo vissuto all'inizio un problema di diffidenza. La Guardia di finanza con le imprese ha avuto in passato un rapporto per sua natura di tipo conflittuale. Molto è cambiato. Come vi dicevo, i nostri controlli sono parametrati e fondati sul dialogo, anche in ambito fiscale. Una verbalizzazione frutto di un confronto è una verbalizzazione più solida per entrambi. L'approccio culturale anche delle imprese nei confronti la Guardia di finanza è quindi cambiato e da qualche anno abbiamo un dialogo molto più stretto con le associazioni di categoria, ma non solo a livello centrale. Analoga indicazione l'abbiamo data a livello locale, per cui gli uffici locali delle associazioni di categoria hanno stretto contatto con i nostri reparti. Questo perché alcuni ambiti sono talvolta difficili dal punto di vista ambientale, come potete immaginare. Certe segnalazioni non si possono fare per iscritto, quindi è necessario, per tutelare il segnalante, avere un rapporto diretto con le associazioni di categoria, che sono un po' il Pag. 18termometro del tessuto produttivo nel territorio. Le posso garantire che le collaborazioni sono tantissime, intense e vanno sempre più migliorando. Il dato con Assogasliquidi, di cui vi parlavo prima, è proprio il frutto di un importante trasferimento di informazioni.
  Mi riservo dunque di farle avere questo lavoro sulla georeferenziazione del fenomeno della contraffazione.
  Circa la differenza fra aree, vi è una concentrazione in alcune aree geografiche della produzione di alcuni beni, mentre la commercializzazione è abbastanza uniforme sul territorio nazionale. Tenderei dunque a differenziare fra produzione e immissione nel mercato. A questo punto, vorrei anticipare una riflessione che volevo fare in risposta a un'altra domanda posta dall'onorevole Zanella, la quale ha detto che l'Italia è il terzo paese maggiormente colpito dalla contraffazione. Questo dicono le statistiche che come sapete vengono costruite anche sulla base dell'entità di sequestri. Siccome l'Italia è un Paese attento – e la Guardia di finanza dà un contributo consistente al contrasto – l'entità della contraffazione a mio avviso di per sé costituisce anche testimonianza di attenzione al fenomeno, cosa che magari non sussiste in molti Paesi, la cui posizione in graduatoria è migliore della nostra, ma in cui il fenomeno è in realtà molto più diffuso.
  I rapporti del Corpo con OLAF sono storici. Abbiamo avuto nostri ufficiali che hanno lavorato con OLAF. Inizialmente la collaborazione riguardava gli aspetti finanziari poi gli ambiti si sono ampliati. Il rapporto è molto stretto e ora la tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea si è arricchita con la presenza di un altro attore importante, la Procura europea. Dallo scorso giugno, come sapete, è nata la Procura europea (EPPO) con cui abbiamo rapporti strettissimi perché le materie di sua competenza sono le nostre. Si tratta di frodi all'IVA e di contrasto all'illecita erogazione di fondi comunitari. Immaginate come la prospettiva del PNRR ci veda ora molto impegnati. In questo ambito quindi i rapporti sono assolutamente stretti.
  Per quanto riguarda il SIAC, esso fu costituito e finanziato da fondi comunitari, tant'è vero che inizialmente la sede era a Bari. Infatti, una delle condizioni per le erogazioni finanziarie dell'Unione europea è l'allocazione nelle regioni-obiettivo, e quindi fu allocato a Bari presso la nostra scuola. Una volta trascorsi i cinque anni prescritti, l'abbiamo trasferito a Roma e lo stiamo con l'occasione reingegnerizzando per fornire un servizio al cittadino, come si diceva prima: su ogni prodotto il cittadino può avere contezza delle attenzioni da porre per individuare casi di falso oppure per proteggersi da truffe.
  Tante sono le iniziative che poniamo in essere, non soltanto quelle a cui ho fatto riferimento nei confronti degli studenti, ma anche nei confronti della popolazione in generale. A livello locale, si organizzano molti eventi per sensibilizzare anche le categorie più esposte, come gli anziani. In alcuni territori – quando ero comandante a Brescia ricordo di averlo fatto con il collega questore della polizia – la polizia si occupava della prevenzione e del contrasto dei furti, comprese le attenzioni da porre nel prelevare denaro al bancomat o nel non aprire la propria casa a sconosciuti, noi cercavamo di dare informazioni su come proteggersi dai tentativi di truffa. Si tratta di un'azione culturale che deve avere molteplici canali. Sicuramente il vademecum sarà scaricabile non appena lo metteremo sul nostro sito, ma a quello bisogna aggiungere una serie di iniziative per creare una cultura specifica.
  Il numero 117 nasce presso la Guardia di finanza nel 1996 come servizio di pubblica utilità, non è un servizio di emergenza. A breve, anche il nostro numero 117 in prospettiva confluirà nell'unico call center (il NUE, numero unico europeo 112). Attualmente è un numero dedicato a chi vuole segnalare episodi di violazioni di carattere economico-finanziario. L'operatore poi reindirizzerà la chiamata ai colleghi della Sala operativa. Il 117 si arricchisce di due nuovi ambiti, ovvero la sicurezza in montagna, dove il nostro soccorso alpino riceverà le chiamate dal 112 reindirizzate al 117 e la polizia del mare, perché voi Pag. 19sapete che dal 2017 la Guardia di finanza è l'unica forza di polizia sul mare. Circa il numero delle chiamate, abbiamo avuto nel tempo un andamento non sempre omogeneo, ciò dipendendo dalla contingenza e dalla sensibilità dell'opinione pubblica. Per esempio, in periodi di crisi finanziaria dove ci sono inviti alla correttezza e alla segnalazione di situazioni particolari, abbiamo dei picchi. A livello generale abbiamo però una certa omogeneità nelle chiamate. Rispetto alla chiamata offriamo un servizio pronto a intervenire laddove naturalmente la chiamata stessa lo giustifichi. Le chiamate anonime non vengono cestinate, vengono trasmesse al reparto per approfondimenti, ma non deve essere ovviamente uno strumento di delazione.
  L'onorevole Battilocchio ha poi affrontato il tema del superbonus 110 per cento. Qui ci vorrebbe una audizione ad hoc. Mi limito a dire che lo strumento è stato nel tempo affinato e reso più sicuro. Dal 18 maggio ci sarà la piena tracciabilità del credito ceduto e questo ci consente di ricostruire l'intera vicenda. Sono poi intervenute limitazioni alla cedibilità, tant'è vero che tutti i sequestri che abbiamo effettuato si riferiscono a operazioni svolte a novembre, quindi prima dell'entrata in vigore dei decreti che hanno apportato i correttivi. Siamo arrivati a circa 2 miliardi e 100 milioni di sequestri effettuati. Anche qui abbiamo indagini molto strutturate perché ci sono regie criminali dietro queste grosse cifre accumulate, con le modalità più diversificate. Posso fornirle anche su questo tema uno scritto dedicato con i dati di contesto.
  Circa il contrasto al crimine on line, mi riservo di presentare alcune proposte perché devo consultare i nostri nuclei speciali e i tecnici del web che quotidianamente affrontano queste investigazioni, rischierei di essere incompleto fornendo adesso informazioni e proposte. Mi riservo dunque un confronto con loro mettendo a sistema una serie di proposte che vi faremo avere, anche raccordandoci con i colleghi della polizia postale, dato che questo ambito investe anche la loro competenza.
  Sulle chiusure delle VoIP vale lo stesso discorso. Farò pervenire un documento in cui si spiegherà con quali modalità tecniche si arrivi all'inibizione di queste utenze.
  Spero di aver affrontato tutti i temi che sono stati proposti e quindi, con queste riserve, non avrei altro da aggiungere. Grazie.

  PRESIDENTE. Generale, la ringrazio anche per la completezza delle risposte. Aspettiamo gli ulteriori approfondimenti tecnici.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

Comunicazioni del Presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 5 maggio scorso ha convenuto che la Commissione si avvalga, ai sensi dell'articolo 6, comma 3, della delibera istituiva, della collaborazione a titolo gratuito e a tempo pieno del dottor Giuseppe Monteforte, agente della Polizia di Stato presso il commissariato di Ponte Milvio, Roma. Il dottor Monteforte entrerà nell'esercizio delle sue funzioni una volta concluso il prescritto iter procedurale.

  La seduta termina alle 12.35