XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 158 di Mercoledì 20 aprile 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 

Audizione di Daniela Baglieri, Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana, sul tema dei problemi ambientali delle miniere e cave (gli auditi saranno in videoconferenza) :
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Baglieri Daniela , Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana ... 3 
Martini Antonio , Direttore generale energia della Regione Siciliana ... 4 
Foti Calogero , Direttore generale del dipartimento acqua e rifiuti ... 4 
Baglieri Daniela , Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Baglieri Daniela , Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Baglieri Daniela , Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Baglieri Daniela , Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Martini Antonio , Direttore generale energia della Regione Siciliana ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 6 
Martini Antonio , Direttore generale energia della Regione Siciliana ... 6 
Trentacoste Fabrizio  ... 6 
Baglieri Daniela , Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana ... 7 
Foti Calogero , Direttore generale della Regione Siciliana ... 7 
Trentacoste Fabrizio  ... 7 
Foti Calogero , Direttore generale della Regione Siciliana ... 7 
Baglieri Daniela , Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Martini Antonio , Direttore generale energia della Regione Siciliana ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Martini Antonio , Direttore generale energia della Regione Siciliana ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Martini Antonio , Direttore generale energia della Regione Siciliana ... 9 
Baglieri Daniela , Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Martini Antonio , Direttore generale energia della Regione Siciliana ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 14.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione di Daniela Baglieri, Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana, sul tema dei problemi ambientali delle miniere e cave.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza di Daniela Baglieri, assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana. Partecipano all'audizione l'ingegnere Antonio Martini, dirigente generale del Dipartimento energia, e l'ingegnere Calogero Foti, dirigente generale del Dipartimento acqua e rifiuti. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul tema dei problemi ambientali delle miniere e delle cave. In particolare, la Commissione è interessata a conoscere i problemi ambientali verificatisi in relazione sia alla diminuzione di impianti, che alle prospettive minerarie nel territorio della Regione Siciliana, con particolare riferimento alla situazione della miniera di Pasquasia. Comunico che gli auditi hanno preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta. Il tema è abbastanza ampio e abbiamo preso ad esempio alcune Regioni, tra cui il Friuli e ovviamente la Sicilia con la presenza di diverse miniere. Quindi, io ringrazio l'assessore e chiedo se ci fa una panoramica dicendo com'è la situazione, quali sono le problematiche che state riscontrando nella difficile gestione, visto che alcune norme sono molto datate. Do la parola all'assessore, poi eventualmente faremo qualche domanda, prego.

  DANIELA BAGLIERI, Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana. Grazie Presidente, come da lei anticipato desidero innanzitutto fare un po' una panoramica della situazione nelle miniere, della dismissione dell'ex miniere, e poi magari darò la parola all'ingegnere Martini, che è il Direttore generale del Dipartimento energia e all'ingegnere Foti, che è Direttore generale di acqua e rifiuti. In relazione ai siti minerari dismessi, che sono presenti nel territorio siciliano, in atto sono censiti 81 siti minerari per la coltivazione di giacimenti salini e di calcare solfifero, essenzialmente ubicati nelle province di Agrigento, di Caltanissetta e di Enna. Soltanto in subordine c'è qualcosa anche su Palermo in corrispondenza degli affioramenti della formazione gessosa solfifera siciliana. Per alcuni di questi, devo dire che l'Assessorato all'energia e dei servizi di pubblica utilità, gestisce tramite il Dipartimento acque e rifiuti, accordi di programma discendenti da un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 339 del 2016, come lei giustamente diceva un po' datati, e anche di una delibera del CIPE, la n. 25 e la n. 26, del 10 agosto 2016, con delle risorse finanziarie a ex contabilità speciale la n. 2854. Con il decreto del Dirigente Generale n. 1396 del Pag. 42021 è anche stata approntata una convenzione interdipartimentale per la gestione degli interventi su questi siti minerari dismessi, che discendono da questi accordi, che è stata appunto sottoscritta dai due direttori generali qui presenti, i quali chiaramente diranno molto più approfonditamente rispetto a me. Attualmente abbiamo quindi delle attività di bonifica in atto, poi magari mi riservo successivamente di effettuare un focus particolare sulla miniera di Pasquasia, dove proprio in questi ultimi mesi c'è un progetto di messa in sicurezza. Se lei è d'accordo Presidente, darei prima la parola al Direttore Martini, per continuare il quadro generale della situazione regionale con riferimento ai siti delle ex miniere.

  ANTONIO MARTINI, Direttore generale energia della Regione Siciliana. Buon pomeriggio a tutti. Come diceva l'assessore, noi abbiamo una gran quantità di siti nella gran parte di piccolissima entità. Dieci sono, invece, i siti ricompresi all'interno degli accordi che citava, in più abbiamo altri siti ricompresi nelle leggi regionali del 1991 e del 1993, che hanno individuato dei processi di valorizzazione per finalità culturali, museali e di carattere turistico. Restiamo adesso finalizzati all'ambito di cui parliamo. Come Dipartimento coordino i distretti minerari, in particolare in questo caso abbiamo come competenza il distretto di Caltanissetta, che segue tutti questi siti. Da novembre abbiamo preso in carico, con il collega Foti, che porterà il suo contributo sulla parte interventi di bonifica in atto, la sicurezza di queste aree, nell'attesa che vengano realizzati ulteriori interventi di bonifica. In particolare, mi riferisco al sito di Pasquasia e al sito di Miniera Bosco, che si trova nel comune di San Cataldo e sui quali daranno delle indicazioni i colleghi del Dipartimento rifiuti. Per gli altri otto siti sono attualmente in corso, da parte del Dipartimento energia, tramite il Distretto minerario di Caltanissetta, la progettazione delle recinzioni e dei sistemi di monitoraggio. Ciò, al fine di garantire la sicurezza di tutte le popolazioni, di chiunque passi in quella zona, affinché non entri all'interno di aree che devono essere sottoposte a procedure di caratterizzazione. Sul sito di Pasquasia c'è un lungo dossier di cui parlerà l'ingegner Foti e i colleghi. Sul sito della miniera Bosco c'è una situazione di bonifica di minore entità rispetto a Pasquasia e c'è una procedura di project financing per un modello innovativo di recupero dei rifiuti abbancati nell'area del bacino della miniera. È in corso una procedura che poi si concretizzerà, eventualmente, in una procedura di evidenza pubblica.

  CALOGERO FOTI, Direttore generale del dipartimento acqua e rifiuti. Buongiorno a tutti. È stato ben detto l'avvio di due programmi di bonifica relativi alle miniere di Pasquasia e Bosco. Per quanto riguarda Pasquasia è già stato fatto il decreto di prenotazione delle somme. Aspettiamo che questa parte economica venga definita in modo tale da poter affidare la progettazione all'esterno, che prevederà anche la realizzazione di una cella per il posizionamento dell'amianto, onde ridurre i costi per lo smaltimento dello stesso. Invece, per quanto riguarda l'altra miniera sono in corso degli studi che vengono resi più complessi e difficili dallo sprofondamento della superficie per via di alcune infiltrazioni di acque sotterranee che procurano crolli superficiali. Anche in questo caso si sta procedendo, si sta cercando di recuperare il tempo che purtroppo non è stato utilizzato. Si è resa necessaria la fine del 2020, a scrittura di un nuovo accordo per potere riassegnare la somma necessaria per l'esecuzione di questi due interventi, quindi si è riavviata la macchina agli inizi del 2021, con una serie di studi, di interventi e di definizione di programmi per poter svolgere quanto detto. Sono disposizione per le vostre richieste di chiarimento.

  DANIELA BAGLIERI, Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana. Abbiamo svolto questo primo giro di interventi per darvi un po' l'idea del quantitativo dei siti minerari dismessi che sono 81. Siamo disponibili ad inviarvi anche la relazione che i nostri uffici hanno predisposto, affinché possa supportarvi per l'audizione in corso.

Pag. 5

  PRESIDENTE. Per quanto riguarda le cave, invece?

  DANIELA BAGLIERI, Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana. Sì, sulle cave sono in attività VIA (Valutazione d'impatto ambientale) e VAS (Valutazione ambientale strategica). Il Dipartimento ha completato il Piano cave che attualmente è in fase di valutazione, per un totale di 420 aree, individuate in primo livello e in secondo livello, aree di recupero e aree di completamento. In questa fase abbiamo 466 cave.

  PRESIDENTE. Quante, scusate?

  DANIELA BAGLIERI, Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana. 466.

  PRESIDENTE. Tra attive e dismesse?

  DANIELA BAGLIERI, Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana. Attive.

  PRESIDENTE. Quelle dismesse? A noi interessano soprattutto quelle non attive, come viene fatto il ripristino, se vengono lasciate a cielo aperto, in che stato, poi, vengono lasciate.

  ANTONIO MARTINI, Direttore generale energia della Regione Siciliana. Come diceva l'assessore, abbiamo un Piano cave vigente che prevedeva 420 aree e un certo numero di cave in attività; questo è un dato in divenire, naturalmente. Attualmente, noi abbiamo in corso un aggiornamento di quel piano cave, che si è concretizzato in un approfondimento sulle ulteriori aree che venivano proposte, che sono state esaminate in un comitato di coordinamento, anche con l'assessore dei beni culturali che ha portato quelle aree di cava che non ricadevano in zone che potessero presentare vincoli a vari livelli. Quindi, abbiamo già depurato a monte il pacchetto delle richieste che andavano ad essere presentate e su queste abbiamo attivato una procedura con un rapporto preliminare ambientale, abbiamo attivato la procedura di VIA e di VAS, nello scorso mese di agosto: attualmente siamo in attesa del parere della Commissione tecnica o specialistica. Le cave dismesse sono circa 500, non ho il dato esatto, ma è facilmente recuperabile e ve lo manderemo. Nella gran parte dei casi, sono non recuperate perché la norma regionale prevede, la n. 127 del 1980, che siano i Comuni a realizzare questi interventi. Negli anni sono stati realizzati interventi di recupero, sui quali noi come Assessorato, attraverso il Dipartimento, stiamo cercando di promuovere invece un'attività di intervento diretto delle imprese perché c'è la possibilità da parte loro di prendersi direttamente in carico il recupero ambientale, cosa che viene fatta in altre parti d'Italia. Nel giro dei prossimi anni, qualora questo percorso verrà instradato con una norma che è in corso di discussione in sede parlamentare – c'è un disegno di legge, di modifica della legge n. 127 del 1980 –, potremmo da un lato avere recuperi ambientali, dall'altro nel nostro PEARS (Piano energetico ambientale regionale siciliano), approvato recentemente a febbraio, abbiamo individuato nelle aree dismesse delle cave una grande potenzialità per installare, qualora compatibili con le condizioni al contorno, impianti fotovoltaici. Su questo siamo in un momento di grande mobilità, in quanto stiamo scrivendo un regolamento a seguito dell'emanazione del PEARS di febbraio scorso. Il problema del recupero delle cave esaurite, che sono comunque in numero considerevole, è un problema aperto che la Regione ha fortemente attenzionato. L'attuale assessorato è in piena operatività relativamente alle procedure di carattere normativo perché l'attuale norma regionale prevede sia in capo ai Comuni la possibilità di realizzare questi interventi. Le imprese inizialmente faranno un progetto di massima e al completamento dei lavori dovrebbe essere il Comune a realizzare il progetto esecutivo di sistemazione ambientale; ciò, con tutti i problemi che potete immaginare nei piccoli Comuni. Noi vorremmo creare da un lato un centro di progettazione coordinata, supportato dalla Regione, dall'altro trovare il modo di far sì Pag. 6che ci sia un impegno invece diretto da parte delle imprese per fare il progetto direttamente loro, chiaramente approvato dal Comune.

  PRESIDENTE. Quindi, se ho capito bene, spetterebbe ai Comuni eseguire il progetto, ma poi all'impresa che ha sfruttato il sito, che poi dovrebbe fare il progetto di recupero. Il Comune di conseguenza è inadempiente, non lo fa, quindi sono tutte non recuperate. Ho capito bene?

  ANTONIO MARTINI, Direttore generale energia della Regione Siciliana. In gran parte non sono recuperate. Stiamo parlando di una situazione che evolve nei decenni dagli anni Ottanta; precedentemente c'erano cave già vigenti, via via sono andate a completamento. Ci sono circa 500 cave, vi farò avere il dato esatto, non più attive, cessate, e su gran parte di queste non hanno ancora fatto il recupero ambientale che dovrebbe essere eseguito dal Comune sulla base di un progetto esecutivo realizzato dal Comune stesso utilizzando delle somme che il cavatore ha versato nel momento in cui ha avuto l'autorizzazione di cava. Quindi, c'è una disponibilità di risorse che debbono essere utilizzate per realizzare questi interventi, che per una serie di problematiche non vengono poi attivati. Abbiamo focalizzato questo problema e stiamo cercando di intervenire a livello di normativa da un lato e di operatività dall'altro attraverso i nostri distretti.

  FABRIZIO TRENTACOSTE. Saluto e ringrazio l'assessore Baglieri per essere nuovamente presente qui in Commissione dopo la lunga audizione, tenutasi a Palermo, in Prefettura, sul ciclo delle acque reflue. Torniamo ancora una volta a parlare di una criticità ambientale che riguarda la Sicilia. Spesso, come è stato detto, si tratta di situazioni che si sono incancrenite con il tempo, e a fronte di così tanti siti ancora attivi, un gran numero di cave – soprattutto di miniere nell'area che l'assessore individuava, la dorsale centro-meridionale che dalla provincia di Enna si svolge lungo i territori delle province di Caltanissetta e Agrigento – è costellato di siti minerari abbandonati. Queste aree presentano problemi non solo tipici dei siti industriali che vengono abbandonati, con la presenza di molti materiali come il cemento-amianto o degli idrocarburi, ma anche delle criticità che riguardano il sottosuolo spesso inopinatamente, incontrollatamente utilizzato da privati, da organizzazioni, per lo smaltimento illecito di rifiuti. Pasquasia è, da un punto di vista quasi letterario, nel senso come letteratura di genere, il sito che meglio rappresenta questo stato di abbandono e di probabile, possibile, potenziale riutilizzo a fini illeciti. Volevo cogliere l'occasione, rivolgendomi soprattutto agli ingegneri Martini e Foti, per avere notizie sull'opera di monitoraggio ambientale, non solo in superficie, ma anche nei pozzi, che ancora oggi sono utilizzabili, relativi al monitoraggio ambientale al sito di Pasquasia che è stato, soprattutto nei decenni scorsi, dato in pasto alla stampa e a un'opinione pubblica che nell'area dell'ennese ha mostrato grande inquietudine su voci che si sono rincorse per decenni. Volevo avere notizie anche sull'opera di bonifica cominciata qualche anno fa e che è stata clamorosamente interrotta dalla magistratura a seguito di indagini che hanno svelato una commistione tra organizzazioni criminali e coloro che erano preposti ai controlli delle fasi della bonifica; si parla di illecito riutilizzo dei materiali e delle componenti stesse delle strutture di superficie. Si tratta di una bonifica sostanzialmente finta che, non veniva svolta secondo le prescrizioni di legge. Quindi, che notizie siete in grado di darci sulla ripresa di queste attività di bonifica, sul monitoraggio ambientale spinto, non solo in superficie ma anche in profondità? Colgo l'occasione per segnalare quella che a mio avviso è una criticità. Come voi ben sapete, il sito minerario di Pasquasia, soprattutto i livelli minerari più profondi, ricordiamo sono ben nove livelli di coltivazione, si estendano ben oltre i 70 ettari dell'area di superficie, di proprietà della Regione siciliana. Alcuni dei pozzi di aerazione di questi livelli, hanno in superficie il loro sbocco fuori dal perimetro del sito minerario. Due di questi pozzi, pozzi 3 e 4, Pag. 7insistono su aree private che spesso sono fuori dal controllo dell'autorità pubblica. Anzi, i terreni in prossimità di questi due pozzi di aerazione sono stati, ormai qualche anno fa, acquistati da un noto personaggio locale che ha subìto processi per mafia, quindi si vede il suo coinvolgimento in attività che sarebbero prossime ad attività illecita, svolta sul territorio. Noi dovremmo, invece, allontanare da siti così sensibili per evitare che possa esserci anche il dubbio di un utilizzo improprio di quei pozzi di aerazione negli anni scorsi. Volevo avere risposte in tal senso, e mi riservo di porre altre domande, grazie.

  DANIELA BAGLIERI, Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana. Ringrazio il senatore Trentacoste per la sollecitazione. Come avevo già anticipato, effettivamente è già da un anno che gli uffici hanno preparato la relazione, abbiamo un'attenzione particolare rivolta proprio alla messa in sicurezza di questo sito, che tanto è stato oggetto di analisi anche da parte della Procura. Noi stiamo cercando di mettere in sicurezza da una parte e di procedere anche al finanziamento di un impianto, di una cella che consenta al suo interno lo smaltimento dell'amianto, al fine di evitare attività illecite che vanno a deturpare. Vogliamo agire in piena trasparenza, con risorse pubbliche, cercando di mettere da una parte in sicurezza dall'altro di limitare gli effetti nefasti di alcune attività che proliferare, proprio anche in virtù di quello che lei diceva poc'anzi. Darei la parola all'ingegnere Foti.

  CALOGERO FOTI, Direttore generale della Regione Siciliana. Per quanto detto poc'anzi, ritengo che il problema debba essere scisso in due aspetti uno è quello relativo alla qualità dell'aria per la verifica della presenza di particelle di amianto. Nel progetto sarà prevista una stazione di monitoraggio costante, anche se poi riteniamo che, a seguito dell'esecuzione dei lavori e quindi lo smaltimento della sua totalità, verrà conservato in vasche, quindi eliminata la pericolosità del sito. L'altra problematica che lei rappresentava, che sicuramente si riferisce a materiali più pericolosi, per quello che mi risulta, ma immediatamente attiveremo una verifica, le due bocche a cui lei si riferiva, sono chiuse. A me risulta che le due bocche siano chiuse, ma attiveremo immediatamente un controllo per verificare se è ancora così e, eventualmente, su questo vi relazionerò.

  FABRIZIO TRENTACOSTE. Sì, quindi il dissequestro del sito minerario di Pasquasia, occorso ormai nel settembre 2020 da parte della Procura della Repubblica di Enna che aveva indagato su questa falsa bonifica, ha comportato la ripresa o comporterà a breve la ripresa delle attività di bonifica? E vorrà la Regione Siciliana approfondire i monitoraggi ambientali, anche in ordine alle criticità relative ai pozzi 3 e 4 a cui accennavo? Perché che a Bosco Palo e a Pasquasia si intenda smaltire in sito il cemento-amianto presente negli edifici minerari dei due siti, questo potrebbe anche essere, e certamente è, da un punto di vista economico, conveniente, ma ricordiamo che l'assessore Cordaro, assessore all'ambiente della Regione Siciliana, aveva, ormai due anni e mezzo fa, anticipato che i due siti di Bosco e Pasquasia si prestavano per essere tra quelli individuati dalla Regione Siciliana per smaltire tutto l'amianto presente nella Sicilia centro-meridionale. Questa cosa aveva preoccupato le popolazioni locali, anche in ordine a una potenziale ripresa delle attività estrattive, soprattutto per quanto riguarda i sali potassici di Pasquasia. Chiarito che la cella dove verranno contenuti i manufatti in cemento-amianto sarà esterna ai piani di coltivazione, quindi probabilmente nel caso di Pasquasia insisterà nell'area in cui, per oltre quarant'anni, sono state scaricate le argille di pulizia del minerale? Immagino che, comunque, un piano di recupero ambientale, oltre a queste proposte, che non hanno visto il loro compimento, sia stato predisposto dalla Regione. Volevo un maggiore chiarimento su questo aspetto.

  CALOGERO FOTI, Direttore generale della Regione Siciliana. Le posso assicurare Pag. 8che la cella è esterna e che nelle previsioni, oltre il quantitativo di Pasquasia potrebbero essere allocate varie tonnellate di amianto della Regione Siciliana, affinché si possa attuare questa necessaria opera di risanamento. Tra l'altro, opportunamente trattato e incapsulato, l'amianto non presenta più problemi di alcun tipo. Riteniamo che sia la migliore delle soluzioni possibili, anche perché il quantitativo presente a Pasquasia è talmente notevole che i costi di trasporto dello stesso amianto e di conferimento in acquisiti inciderebbero per parecchi milioni. Necessiterebbero quindi risorse economiche per la bonifica del sito di gran lunga maggiori rispetto a quelle che sono state assegnate, e di cui disponiamo.

  DANIELA BAGLIERI, Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana. A corredo e per maggiore puntualizzazione, chiaramente, questo impianto è conforme al decreto presidenziale del 25 giugno 2021, con cui è stato approvato il Piano di protezione dell'ambiente di decontaminazione di smaltimento e di bonifica. Il 17 marzo 2022 abbiamo già impegnato la somma di 693 mila euro, necessari per il Piano esecutivo della progettazione per la messa in sicurezza.

  PRESIDENTE. Ritornando alle cave, da alcuni controlli dei Carabinieri è emerso che gran parte, quasi il 90 per cento, delle cave erano prive di autorizzazione. A voi questo risulta? Le cave attive sono attive con, o senza autorizzazione?

  ANTONIO MARTINI, Direttore generale energia della Regione Siciliana. Naturalmente, onorevole, quelle che sono attive sono attive con autorizzazione. Quel 90 per cento sarà riferito a cave segnalate come abusive, a volte siamo proprio noi che le segnaliamo al NOE, quindi noi non siamo controparte, siamo attori con i colleghi Carabinieri per fare questo tipo di contrasto. Io firmo sanzioni in continuazione, faccio anche l'ingegnere capo ad interim di Catania, firmo tantissimi provvedimenti. Da un lato c'è la denuncia penale, dall'altro c'è la sanzione amministrativa collegata alle normative minerarie, con l'esclusione per dieci anni del soggetto che stava compiendo l'illecito dalla possibilità di avere un'altra autorizzazione di cava. Quindi, c'è una forte sinergia, sicuramente è un problema molto rilevante in Sicilia. Su questo, con l'assessore, avevamo condiviso recentemente di istituire un protocollo di intesa proprio con i Carabinieri, con i NOE che operano in Sicilia e che hanno due diversi comandi, uno a Palermo e uno a Catania, che coprono la Sicilia occidentale e la Sicilia orientale. Ho preso contatti con il Comandante di Catania, condividiamo lo stesso palazzo della Regione, il Distretto minerario è al sesto piano, il Comando è al quinto. A Palermo era in corso la ristrutturazione, appena si conclude questo processo, con l'assessore siamo in parola per fare questa ulteriore azione che ci permetterà di migliorare quello che già facciamo in modo sinergico. Poi, c'è un problema oggettivo di monitoraggio ambientale: se noi avessimo quaranta ispettori e stessimo sempre in giro, potremmo, per la gran parte delle volte, fare delle segnalazioni o fare comunque un'azione interdittiva solo con la presenza fisica. Questo tipo di problematiche sono da ricondurre anche alla Polizia municipale e ai Carabinieri del posto che dovrebbero fare le segnalazioni. Da un lato noi supportiamo gli organi specifici dei Carabinieri a fare le azioni di contrasto, ma le segnalazioni dovrebbero giungere dal territorio perché le antenne sono quelle diffuse in tutto il territorio. Noi abbiamo due grandi bacini dove c'è questa problematica. Uno è il comparto etneo della pietra lavica e l'altro e il comparto di Custonaci. Forse c'è qualcosa anche nella zona del ragusano, però sono aree molto estese per le quali servirebbe anche una forte coscienza sociale che portasse a intervenire e a segnalare questa situazione.

  PRESIDENTE. Quindi, questa coscienza sociale di avvertire non è così frequente come dovrebbe?

  ANTONIO MARTINI, Direttore generale energia della Regione Siciliana. Questo è un problema generale. Noi abbiamo, solo nel Pag. 9distretto di Catania, oltre me, tre ispettori, di cui uno sta andando in pensione. Su Caltanissetta abbiamo otto unità, è evidente che il contrasto che possiamo fare è a chiamata più che preventivo. In accordo con i NOE servirebbe una forte azione del territorio, o siamo noi a fare la segnalazione o sono loro che ci chiamano perché gli è stata fatta la segnalazione, poi si va a fare questa azione di contrasto. Però, è evidente che noi possiamo operare nella misura in cui ne abbiamo contezza. È chiaro che con i moderni sistemi si potrebbe fare un'ulteriore azione. Questo è uno degli argomenti di cui parlavo con l'assessore tempo fa, poter prevedere all'interno di un protocollo d'intesa con i Carabinieri anche sistemi di telerilevamento. Ovviamente, c'è un problema di costi e di risorse umane da dedicarci, si tratta di questioni estremamente complesse da un punto di vista operativo; comunque, c'è una forte volontà da parte nostra di attivarci su questo. Da un anno e tre mesi sono Direttore di questo Dipartimento, oltre l'energia mi occupo della parte mineraria e su questo c'è una forte azione da parte nostra, da parte dell'assessorato e da parte del Dipartimento.

  PRESIDENTE. Invece, per quanto riguarda le cave attive cosa può fare e sta facendo la Regione affinché i Comuni inadempienti non pensino al ripristino? E quelle attive quali strumenti preventivi, visto che ci sono adesso le imprese che stanno sfruttando quel territorio? Quali problematiche normative avete riscontrato che magari, anche a livello parlamentare, si potrebbero risolvere?

  ANTONIO MARTINI, Direttore generale energia della Regione Siciliana. A livello parlamentare in questa fase no, perché la legislazione regionale della Sicilia è una legislazione esclusiva, e stiamo appunto cercando di operare su quella. Ogni integrazione e scambio potrà essere utile. Quando si autorizza una cava, si autorizza un'attività estrattiva che presuppone ci sia anche un recupero ambientale, che è meglio anticipare piuttosto che posticipare, ove possibile. Il problema è il tipo di cava che si va coltivare. La nostra azione, nei distretti minerari, è che si cerca di favorire ove possibile, dopo la coltivazione, per esempio di cave di inerti, il progressivo recupero ambientale. Questo è un qualcosa che si viene a concretizzare e che permette di ovviare al problema di cui parlavamo prima, che i Comuni alla fine si possano trovare in grande difficoltà. Cosa diversa è quando si parla invece di cave di pietre ornamentali, dove per loro natura sono giusto apposte una all'altra, si creano delle situazioni che non possono dar luogo a una progressiva attività di recupero ambientale, ma presuppongono che ci sia un forte monitoraggio su quello che verrà fatto successivamente. Da questo punto di vista, ripeto, c'è una normativa che stiamo cercando di aggiornare, la normativa del 1980, n. 127, che era già una buona normativa, ma che presuppone dei passaggi di miglioramento e, soprattutto, di attualizzazione. Oltre a far sì che ci sia la possibilità di un recupero ambientale progressivo – ciò, anche per le attività legate alle pietre ornamentali, dove servirebbero dei Piani d'ambito e delle azioni coordinate, che attualmente non sono previste –, sarebbe importante creare una sorta di Fondo per la progettazione aggiuntivo per i Comuni. È vero che i cavatori versano un importo per questi lavori che dovrebbe teoricamente tener dentro anche i costi della progettazione, ma il problema del singolo Comune è quello di poter poi realizzare questo progetto con procedure di evidenza pubblica, con tempistiche. Bisognerebbe migliorare l'aspetto economico di questo Fondo e le progettazioni, ma sarebbe utile anche promuovere già una sorta di lista di progettisti da cui poter attingere per poter realizzare questi interventi. Generalmente nei Comuni non esistono le competenze specifiche per fare ciò. È un percorso difficile, io è da un anno che seguo questa nuova legge. Stiamo cercando in tutti i modi di introdurre questi principi e penso, lo spero, che prima della fine della legislatura questo progetto venga portato a compimento. A livello delle Commissioni parlamentari è passato e abbiamo un testo ormai consolidato, ora dovrà andare in aula.

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  DANIELA BAGLIERI, Assessore dell'energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana. Posso aggiungere presidente? Nell'ambito del recupero ambientale alcune cave dismesse sono state utilizzate per la cenere vulcanica. Quest'anno abbiamo avuto un'attività eruttiva particolarmente intensa da parte dell'Etna che ha creato problematiche non indifferenti. Sono state individuate, grazie all'attività del Dipartimento energia del Direttore Foti e del Direttore Martini, alcune cave che la Protezione civile dovrebbe utilizzare. L'idea è quella di utilizzarle per bancare la cenere vulcanica.

  PRESIDENTE. Invece, come è il rapporto con ISPRA e con il Governo su questo tema?

  ANTONIO MARTINI, Direttore generale energia della Regione Siciliana. Per quanto mi riguarda parliamo dei siti ex minerari, individuati dalla legge del 1991 e del 1993, che non avevano dato luogo sostanzialmente a interventi di recupero e modernizzazione tranne in due casi, mi riferisco a Cozzo Disi e a Trabia Tallarita, due grandi e importanti complessi. Abbiamo promosso un'iniziativa e abbiamo aderito alla rete nazionale ReMi (Rete Nazionale dei Parchi e Musei Minerari Italiani), gestita e promossa dall'ISPRA, che vede protagonisti tanti soggetti. In questo ambito, da alcuni mesi, stiamo lavorando per fare il censimento di tutti gli interventi che sarebbe necessario realizzare: le miniere di Gessolungo, La Grasta, Trabia Tallarita, Ciaulotta, Cozzo Disi, Floristella-Grottacalda e la zolfara di Lercara. Quindi, queste sette aree ex minerarie sono interessate da un nostro lavoro di pianificazione degli interventi necessari per la valorizzazione, tenuto conto che già due di esse, mi riferisco a Trabia Tallarita e Cozzo Disi, sono state interessate, almeno parzialmente, da importanti interventi. La nostra proposta, la nostra idea, che stiamo cercando di promuovere, e che Giunta e Governo regionale stanno appoggiando, è quella di utilizzare le risorse della programmazione 2021-2027, sulla base di un'analisi di fabbisogno, che noi come Dipartimento energia, ci siamo presi in carico di fare. È evidente che tutta questa materia è in capo all'Assessorato ai beni culturali perché rientra in un ambito completamente diverso.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare i nostri ospiti, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.30.