XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi

Resoconto stenografico

Seduta n. 28 di Giovedì 17 marzo 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zanettin Pierantonio , Presidente ... 3

(La seduta, sospesa alle 15.40, riprende alle 15.45) ... 22

Audizione del vice ispettore della Polizia di Stato, Livio Marini:
Zanettin Pierantonio , Presidente ... 22 ... 22

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
PIERANTONIO ZANETTIN

La seduta comincia alle 13.20.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite l'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

(Così rimane stabilito).

Audizione del giornalista Domenico Mugnaini.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del dottor Domenico Mugnaini. Io ringrazio il dottor Mugnaini per aver accettato il nostro invito. Lei è un giornalista molto noto, che conosceva anche personalmente David Rossi da molti anni, col quale ha collaborato. Io la pregherei di farci intanto una prima relazione sui rapporti intrattenuti con David, sia i vostri rapporti professionali sia quelli di amicizia. Poi, siccome mi pare che lei fosse presente fin da subito sul luogo in cui è maturata la morte di David Rossi, le chiedo di darci tutti i ragguagli. Poi strada facendo sia io sia i colleghi componenti della Commissione le faremo magari delle domande per precisare taluni aspetti che ci interessano. Grazie.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Grazie, presidente. Conoscevo David Rossi da tanti anni, quando lui era ancora il portavoce, l'ufficio stampa dell'allora sindaco Pierluigi Piccini. Ho frequentato Siena fin dal 1990 come giornalista. Ho cominciato a seguire il Monte dei Paschi prima per un'altra agenzia – lavoravo all'epoca per l'ASCA – poi ho continuato quando sono passato all'ANSA. Non sono più all'ANSA ormai da due anni e mezzo, quasi tre; quindi il mio lavoro è completamente cambiato.

PRESIDENTE. Di cosa si occupa adesso?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Io sono il direttore di Toscana Oggi, che è il settimanale dei vescovi della Toscana. Ho lasciato l'ANSA il 31 luglio del 2019. All'epoca di cui parliamo sapevo molto di Monte dei Paschi. Cercavo ogni giorno le notizie finanziarie, in quel periodo soprattutto. Il mio problema con il Monte dei Paschi, come io lo definisco, è iniziato il 9 maggio del 2012, quando detti per primo la notizia che era in corso un blitz della Guardia di finanza all'interno del...

PRESIDENTE. Lei frequentava, conosceva David Rossi solo nell'ambiente professionale?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Non mi sento di dire che io e David fossimo amici, perché per me l'amicizia è una cosa diversa. È chiaro che, soprattutto quando lui è passato alla Fondazione Monte dei Paschi nel 2006, con l'allora presidente Mussari, abbiamo cominciato a sentirci più spesso, e ancora più spesso, direi quasi una volta al giorno o comunque due o tre volte alla settimana, nel momento in cui è entrato in Banca. Però l'amicizia per me è una cosa diversa, perché io con un amico Pag. 4esco la sera, insieme alle mogli. Con lui non c'era questo tipo di frequentazione. Era una frequentazione molto costante, ma professionale, sia telefonica sia anche per un pranzo o una cena, ma sempre per motivi di lavoro. Non eravamo amici. Questo non toglie che – l'ho già dichiarato varie volte – quella della morte di David è una delle due notizie della mia vita che ho scritto piangendo, perché comunque era una persona che conoscevo e conoscevo bene. Per me è stato un bel problema affrontare nell'immediatezza quella notizia. Di quella sera ricordo tutto il viaggio, la prima telefonata.

PRESIDENTE. Ritorniamo a quando lei ci ha detto: «Io sono stato il primo che ha parlato del blitz». In quel periodo qual è stato il rapporto con David Rossi?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Era un rapporto sempre professionale, ma anche prima. Lui cercava le notizie che voleva e io cercavo le notizie che lui non voleva che venissero date, ma questo sta nel gioco delle notizie, di chi fa il mio mestiere e di quello del portavoce della Banca in quel momento. È chiaro che, ad esempio, il giorno del blitz della Guardia di finanza lui non mi ha mai risposto al telefono. Io ho cominciato a chiamarlo subito da Firenze, però non abbia mai risposto al telefono. Ma questo era normale.

PRESIDENTE. Nei giorni successivi?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Nei giorni successivi c'è stato un rapporto piuttosto frequente, perché è chiaro che lui era costretto a parlare con noi giornalisti, che da quel momento stazionavamo a Siena. Io credo di essere rimasto una settimana intera a Siena senza mai rientrare a Firenze, quindi fin da subito. Così come poi è successo l'anno successivo quando c'è stato quello che c'è stato.

PRESIDENTE. E di quella sera cosa ricorda? Chi le ha dato la notizia per primo?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Ero appena uscito dall'ANSA quella sera perché ero a Firenze. Ho ricevuto una telefonata da un collega. L'ho già dichiarato, quindi non è un problema.

PRESIDENTE. Serve alla Commissione per inquadrare...

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Mi ha chiamato un collega, Davide Vecchi, chiedendomi se avevo conferme della morte di David Rossi – queste furono le sue prime parole – che si sarebbe gettato dalla finestra del suo ufficio.

PRESIDENTE. Quindi Davide Vecchi in questa prima telefonata avrebbe ipotizzato il suicidio?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sì.

PRESIDENTE. Lei può ricordare più o meno l'ora in cui può essere avvenuta questa...

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Tra le 20.50 e le 21. È arrivata questa telefonata e io sono rientrato immediatamente. Ero proprio fuori dal portone. Sono rientrato all'ANSA, ho fatto due telefonate. Non avevo conferme, non ho trovato subito la conferma di quello che era successo, quindi ho scritto tre righe in base alla telefonata con Davide e in base a una telefonata con un'altra fonte che avevo chiamato. E l'ho lasciata lì, ho lasciata la notizia alla collega che era di turno quella sera, con l'accordo che lei l'avrebbe mandata in rete solo dopo una mia telefonata, solo quando io avrei avuto la certezza delle cose, perché chiaramente i miei capi a Roma hanno detto: «Parti subito per Siena.». Però io non volevo che la notizia uscisse finché non avevo la certezza di quello che era successo.

PRESIDENTE. L'ANSA è stata la prima agenzia ad uscire con dei lanci o ce ne è stata qualcun'altra?

Pag. 5

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Siamo usciti per primi noi, quasi un'ora più tardi, alle 21.54. Ma questo è normale in una situazione del genere, perché comunque sia se esce l'ANSA la notizia va al mondo. Quindi prima di dare una notizia del genere ho dovuto...

PRESIDENTE. È ovvio, c'era bisogno di massima... Chi le ha dato la conferma che...?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Queste sono fonti riservate.

PRESIDENTE. Poi lei è arrivato...

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Io sono arrivato e in poco più di mezz'ora ho volato realmente nonostante la serata fosse non facile. Ho parcheggiato e sono andato di corsa davanti alla Banca. Sono arrivato davanti alla Banca, ho trovato le prime persone, molte delle quali erano sconvolte, e poi ho seguito un po' di flusso per andare in via dei Rossi, al vicolo. Nel frattempo avevo già dato la prima, la seconda notizia, poi ho dettato a Roma... Anzi, prima ho dettato un'altra notizia al mio capo di Firenze, perché non riuscivo a prendere la linea con Roma, e poi è proseguita la serata. Io sono andato avanti dando le notizie fino a notte fonda, notizie e servizi, perché chiaramente a quel punto ho dovuto fare anche un servizio, e ricordo anche delle telefonate che sono a disposizione di tutti, perché ho fatto una diretta con Porta a porta su richiesta dei miei capi di Roma e la linea si interruppe velocemente quando mi presi un po' con il conduttore, cioè con Bruno Vespa, perché mi voleva far dire delle cose che diceva lui, non io. Quindi ci fu un'interruzione piuttosto brusca. Anche quella è a disposizione di tutti coloro che la vogliono vedere.

PRESIDENTE. Poi lei si è occupato anche nei giorni successivi della...

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sono sempre rimasto a Siena.

PRESIDENTE. Per quanto tempo è rimasto a Siena?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sono rimasto a Siena a lungo, sicuramente almeno cinque o sei giorni. Poi tornai, cambiai valigia e ripartii per Siena senza neppure fermarmi a Firenze. Credo mi abbiano tenuto a Siena, in quel periodo, fisso una quindicina di giorni.

PRESIDENTE. Per me è sufficiente. L'onorevole Cenni voleva farle alcune domande.

SUSANNA CENNI. Grazie, presidente. Grazie, dottor Mugnaini intanto per aver accettato la nostra richiesta. Devo dire che il gruppo del Partito Democratico ha fatto richiesta di poter audire diversi giornalisti che hanno seguito il caso. Abbiamo sentito l'allora caporedattore de La Nazione, Tommaso Strambi, abbiamo sentito il dottor Peruzzi, che sappiamo che non ha alcuna attinenza con il caso e...

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Credo che il dottor Peruzzi abbia fatto anche il mio nome.

SUSANNA CENNI. Può essere che lo abbia fatto nell'audizione. Quindi ci era sembrato opportuno sentirla, anche perché è stato fra i giornalisti che hanno seguito la vicenda. Lei stava seguendo in quel periodo, immagino, tutte le vicende che hanno riguardato la Banca, le indagini sulla Banca, visto che ci ha ricordato che è stato il primo. In quella fase, quella delle indagini sulla Banca, su Antonveneta, eccetera, lei aveva un'interlocuzione frequente, immagino, con David Rossi.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sì, ma chiaramente le notizie da David Rossi in quel momento non arrivavano, perché David faceva il suo mestiere e cercava di «limitare» i danni che secondo lui noi giornalisti potevamo fare alla Banca. Ma, come ho detto, è normale visto il lavoro che faceva. Non è una cosa che sorprende. Io cercavo delle notizie e lui cercava...

Pag. 6

SUSANNA CENNI. Posso immaginarlo. In quel periodo lei che percezione ha avuto dello stato d'animo di David Rossi? Mi riferisco soprattutto alle indagini sulla Banca. Lei sapeva che c'era stata una perquisizione, immagino, del suo ufficio, della sua abitazione, eccetera.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Anche quella è una notizia che ho dato per primo, il 19 febbraio. David indubbiamente nei giorni successivi era abbastanza turbato. Io poi l'ho rivisto pochi giorni prima. Scusate, ma effettivamente mi ha colpito molto, perché io l'ho visto pochi giorni prima che lui si suicidasse. Su sua richiesta ci siamo incontrati e a me è rimasto il magone quando ho avuto la certezza che lui si era gettato dalla finestra. Nonostante siano passati ormai nove anni, quando ripenso a quel pomeriggio in cui ci siamo visti, al fatto di non aver compreso fino in fondo quanto lui fosse preoccupato per le cose che mi chiedeva, tant'è che lì per lì, quando ci siamo visti; mi sembrava tranquillo poi quando è successo quello che è successo ho ripensato e ripercorso tutta quell'ora in cui siamo stati insieme in quel bar e ho capito che era veramente turbato e che c'era qualcosa che veramente gli dava noia.

SUSANNA CENNI. In quel colloquio le ha detto qualcosa di particolare? Le ha chiesto qualcosa di particolare? Perché anche lei ci conferma, come altri hanno fatto prima di lei, che nei giorni immediatamente precedenti la sua morte David Rossi fosse molto provato e preoccupato.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Qui ci sono un po' di problemi nel rispondere da parte mia. Ora arrivo fino a un certo punto, poi eventualmente, visto che siamo in diretta web, se mi fate altre domande devo chiedere di passare in seduta segreta. Lui mi ha chiesto per tre volte se in quel momento io avessi in mano le carte di un'altra inchiesta. Me l'ha chiesto per tre volte nel giro di un'ora e io gli ho detto: «Tu sai bene che, se le avessi avute in mano, a quest'ora le avrei già pubblicate».

PRESIDENTE. Qual era questa inchiesta?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Vorrei passare in seduta segreta.

PRESIDENTE. Propongo di passare in seduta segreta.

(Così rimane stabilito. I lavori della Commissione proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta pubblica. Diamo di nuovo la parola all'onorevole Cenni.

SUSANNA CENNI. Grazie, presidente. Vorrei chiederle di quella sera, se lei ci può raccontare quando arriva a Siena, di quando si reca presso piazza Salimbeni, chi incontra, se ha avuto modo di incontrare i magistrati, se ha avuto modo di incontrare il colonnello Aglieco, se vi siete scambiati delle impressioni in quel momento e dove eravate esattamente. Grazie.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sono arrivato a Siena e sono andato in piazza Salimbeni direttamente. Lì ho incrociato i tre magistrati, ma non mi sembra di aver incrociato il colonnello Aglieco che invece ho poi sicuramente visto giù nel vicolo. Io credo che i tre magistrati stessero uscendo dalla Banca in quel momento, però ci siamo trovati all'angolo tra via Banchi di Sopra e piazza Salimbeni. Li ho praticamente accompagnati fino al vicolo e poi, una volta nel vicolo, io ho dettato un'altra notizia da via dei Rossi, perché nel vicolo io non potevo entrare. Però nel vicolo non sono entrati tutti e tre i magistrati, perché oltretutto Nastasi e Natalini sono immediatamente andati via. Si sono recati lì e sono andati via. Io ho cercato anche di parlare con tutti e due, ma onestamente nessuno dei due mi ha voluto dire in quel momento una parola. Sono andati via e io li ho rincontrati a notte fonda. Dovendo scrivere il servizio per l'ANSA, sono andato nella sede de La Nazione di Siena, dove c'era Tommaso Strambi e un Pag. 7altro paio di giornalisti ancora al lavoro. E ho chiesto ospitalità a loro perché per scrivere non è facile col computer mettersi... Si fa, si è sempre fatto sugli scalini, però visto che la sede de La Nazione era lì ho chiesto ospitalità. Quando sono uscito, ed erano già oltre l'una e mezza, forse anche le due, ho ritrovato i tre magistrati tutti e tre in piazza Salimbeni. Ho provato ad avvicinarmi e mi è stato chiesto di non fare domande, perché comunque non avrebbero parlato. Chiaramente le mie fonti erano altre, tant'è che sono uscito con una serie di notizie che sono verificabili sull'agenzia.

PRESIDENTE. Prima di passare alle altre domande, volevo farle io un paio di domande che mi erano rimaste. Forse non ho capito bene io, ma qual è la data precisa o comunque approssimativa di quell'incontro con David Rossi alla quale ha fatto cenno prima?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Il primo di marzo, perché poi io l'ho richiamato. Mi sembra che ci siamo risentiti il 3 o il 4 di marzo, ma direi il 4 di marzo. Ci siamo risentiti per telefono e abbiamo scherzato. Lui lì mi ha fatto una battuta: «Tu hai già il nome del mio sostituto», e io gli ho risposto: «No.».

PRESIDENTE. Temeva di perdere il posto di lavoro, quindi.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Diciamo che era una delle voci che giravano in quei giorni a Siena, anche se è sempre stata solo e soltanto una voce. Non c'è mai stata una conferma da parte di nessuno dei vertici della Banca che, anzi, sembravano aver confermato a David la fiducia.

PRESIDENTE. Prima cercavo sul telefonino la vecchia agenzia. Prima, quando le ho fatto la prima serie di domande, non riuscivo a trovarla e adesso l'ho ritrovata. È dell'ANSA, ovviamente del 7 marzo, 13.10. È una dichiarazione: «MPS, PM, no autopsia, non è necessaria».

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Questa è la prima notizia del virgolettato del dottor Marini.

PRESIDENTE. Lei la conferma? Quando noi abbiamo ascoltato il dottor Marini su questo punto, credo fosse stato un qui pro quo.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. C'è una seconda notizia.

PRESIDENTE. Io ho solo questa.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Se vuole gliela faccio vedere, ma c'è una seconda notizia poche ore più tardi, in cui il dottor Marini mi dice: «Si fa l'autopsia.». Se vuole gliela tiro fuori.

PRESIDENTE. Diciamo che in un primo momento...

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. In un primo momento lui mi disse quella cosa, ed è un virgolettato, che non è mai stato smentito. Io ho letto quello che ha dichiarato il dottor Marini. Anzi, ha anche visto il passaggio il dottor Marini. Per questo ero preparato su questa domanda. Mi sono portato anche la seconda.

PRESIDENTE. Anche noi ci siamo preparati.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Lo immaginavo. Mi sono portato anche la seconda, in cui è vero che l'inizio non è un virgolettato, perché quando si scrive si fa anche questo tipo di lavoro. Però subito dopo c'è un virgolettato. Quindi io confermo quello che ho scritto.

PRESIDENTE. Io avrei concluso. Onorevole Migliorino.

LUCA MIGLIORINO. Grazie, presidente. Qual era la firma che utilizzava sui documenti ANSA?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. MU.

Pag. 8

LUCA MIGLIORINO. Per quanto riguarda la prima notizia che lei dà, ci può riferire l'orario?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Io ho ricevuto questa telefonata da questo collega. Sono risalito e, siccome nei primi dieci minuti non trovavo conferme, ho scritto le prime cose che avevo saputo da lui e da un'altra persona e ho lasciato lì la notizia, con la collega che poi ha pigiato invio per inviare la notizia a Roma, con l'accordo che però l'avrebbe mandata solo e soltanto quando io le avessi dato l'okay.

LUCA MIGLIORINO. Questo l'ha detto, però l'orario?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. L'orario in cui l'ho scritto o in cui è andata?

LUCA MIGLIORINO. Tutte e due, se è possibile.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. In cui l'ho scritta diciamo due minuti dopo, più o meno, o tre minuti dopo che l'avevo saputa.

LUCA MIGLIORINO. Ma c'è un orario?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. No, l'orario in cui l'ho scritta non appare mai.

LUCA MIGLIORINO. Ma me lo dice adesso?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Le 21-21.05. Se l'ho saputa alle 20.50, alle 21 l'avevo scritta. Se l'ho saputa alle 21, l'avrò scritta alle 21.10. Questi sono i tempi. E poi sono immediatamente partito per Siena. E dalla macchina ho dato l'okay a mandarla via intorno alle 21.50, ho dato l'okay, e la notizia è uscita alle 21.54.

LUCA MIGLIORINO. Quindi alle 21.54. Ce l'ha con sé? Ha detto che ha portato il fascicolo di queste notizie, giusto?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sì.

LUCA MIGLIORINO. Ce la può prendere? Le dispiace?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Così vi rendete conto. Queste sono le notizie che più o meno ho scritto io sul Monte dei Paschi. La prima è delle 21.54: «Si è ucciso David Rossi, capo comunicazione».

LUCA MIGLIORINO. Questo è soltanto il titolo?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Questo è il titolo. Se vuole gliela leggo tutta.

LUCA MIGLIORINO. Mi interessa sapere il contenuto se non è lunghissimo; il corpo.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. No, è corto: «David Rossi, responsabile dell'area comunicazione di Banca Monte dei Paschi di Siena, si è ucciso questa sera gettandosi da un ufficio della sede dell'istituto a Rocca Salimbeni. Rossi era stato perquisito dieci giorni fa nell'ambito dell'inchiesta sul Monte, ma non era indagato».

LUCA MIGLIORINO. Quindi lei dà questa notizia. Dov'era quando è stato informato?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. In macchina.

LUCA MIGLIORINO. No. A Siena, a Firenze? Dov'era?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Quando l'ho scritta o quando l'ho mandata via?

LUCA MIGLIORINO. Quando lei ha ricevuto la telefonata che le dicevano che David Rossi o che qualcuno...

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Ero a Firenze. Ho scritto questa lasciando la notizia...

Pag. 9

LUCA MIGLIORINO. Benissimo. A che ora è arrivato a Siena?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Alle 22.10-22.15.

LUCA MIGLIORINO. Ha parcheggiato e poi è andato a Salimbeni. Giusto?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Ho parcheggiato e sono andato a Salimbeni.

LUCA MIGLIORINO. Quindi, quando arriva sotto Salimbeni c'è un orario che può definirci?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Le 22.20.

LUCA MIGLIORINO. Una piccola informazione. Lei dà questa notizia. In questa notizia però, da quello che ha letto, non viene riportato il contenuto di un bigliettino.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. No, viene riportato dopo.

LUCA MIGLIORINO. La dà sempre lei quella notizia del bigliettino?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sì.

LUCA MIGLIORINO. Mi dice a che ora e come?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. La seconda notizia è delle 22.09. La seconda con lo stesso titolo in cui dico: «Secondo quanto si apprende, si è gettato dalla finestra del suo ufficio», perché nella prima non l'avevo scritto. Il bigliettino della moglie «Ho fatto una cavolata» è delle 00.17.

LUCA MIGLIORINO. Lei crede che sia stato il primo a dare questa notizia del bigliettino?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. La certezza non ce l'ho. Certo, è il motivo per cui ho discusso con Bruno Vespa.

LUCA MIGLIORINO. Mi può dire che cosa è successo con Bruno Vespa? Mi dice perché avete litigato?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Il titolo della mia notizia è: «Bigliettino di Rossi alla moglie: “Ho fatto una cavolata”». Lui cercava di farmi dire che la cavolata poteva essere legata alle indagini e alla perquisizione che David aveva avuto. Io alle 00.30 quella sera non potevo certo avere la certezza di una cosa del genere e non avrei mai detto una cosa del genere in diretta televisiva.

LUCA MIGLIORINO. Lei dove ha appreso la notizia del bigliettino?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Da una fonte.

LUCA MIGLIORINO. Noi abbiamo i video in cui si vede che alle 23.02 già la dicono. Lei non l'ha vista on line?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. No.

LUCA MIGLIORINO. Quindi non è il primo che ha dato questa notizia del bigliettino.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Penso di no.

LUCA MIGLIORINO. Non dico il nome, però era la stessa fonte che le ha dato la notizia che era caduto qualcuno dalla finestra?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. No.

LUCA MIGLIORINO. Quindi era un'altra fonte. Per quanto riguarda la comunicazione del dottor Marini, per quanto riguarda l'autopsia, noi abbiamo anche l'archiviazione e la richiesta di archiviazione. «Sempre alle 23.30, dopo l'intervento del medico legale e della Polizia scientifica, il cadavere di Rossi veniva rimosso per essere trasferito presso il dipartimento di Scienze per una più accurata ispezione del cadavere oltre che l'autopsia. Questa disposta su Pag. 10esplicita richiesta della famiglia, laddove i sostituti procuratori, pur nel rispetto della salma e non ravvisandone l'assoluta necessità, inizialmente avevano pensato di non eseguire, anche su ciò la difesa opponente calcando in modo eccessivamente critico... eccetera». Questa è la parte di archiviazione. Diciamo che lei ha confermato che inizialmente questa autopsia non doveva essere fatta. C'era questa idea.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Di questo sono certo, invece, di averlo scritto per primo la mattina dopo. Se vuole le ridico anche l'ora: 10.53 della mattina successiva.

LUCA MIGLIORINO. Lei queste parole le ha sentite dal signor procuratore Marini? Mi può dire dove l'ha incontrato?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Fuori dalla procura di Siena o fuori dal suo ufficio.

LUCA MIGLIORINO. Non le ha telefonato, vi siete proprio incontrati fisicamente? Non c'è un errore di comprensione?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. No, ci siamo visti. Perché per telefono in quel momento non parlava nessuno.

LUCA MIGLIORINO. Quando pubblica la seconda notizia del procuratore Marini che dice: «Si farà l'autopsia», lei è a conoscenza se già aveva parlato con i parenti della vittima oppure no? Ci dice l'orario?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Intanto le dico che prima di quella c'è una notizia in cui dico che Marini coinvolge ufficialmente gli altri due magistrati. Poi ce ne sono altre.

LUCA MIGLIORINO. Sono in ordine cronologico quelle che sta sfogliando, per curiosità? Magari se è possibile ce le lascia.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. No. Chiaramente non gliele posso lasciare perché ho solo queste copie.

LUCA MIGLIORINO. Solo per questo? Magari troviamo una soluzione. Sono atti pubblici.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. In teoria io credo che voi le dobbiate chiedere all'ANSA.

LUCA MIGLIORINO. Vuole questo procedimento?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Io non sono più all'ANSA. Queste sono le mie copie, ma io non sono più all'ANSA.

LUCA MIGLIORINO. Magari la risolviamo dopo, mi perdoni. Trovi questa notizia.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. «MPS, sarà fatta l'autopsia sul corpo di Rossi, disposta dal PM che in precedenza aveva detto: “Non necessaria”», il sottotitolo e la notizia: «Sarà fatta l'autopsia nel pomeriggio di oggi sul corpo di David Rossi, il capo area di comunicazione Monte dei Paschi di Siena suicidatosi ieri sera. Lo ha confermato il PM Nicola Marini che poche ore fa aveva invece detto che ci sarebbe stata solo un'ispezione esterna. Marini ha affidato l'incarico per l'autopsia al professor Mario Gabbrielli».

LUCA MIGLIORINO. Diciamo che il giorno dopo c'è stato un ripensamento.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. La mattina.

LUCA MIGLIORINO. La mattina dopo.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Riguardo alla distanza, sono poche ore.

LUCA MIGLIORINO. Una decina d'ore.

Pag. 11

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. No, meno. La prima è delle 10 e... e questa è delle 12.44.

LUCA MIGLIORINO. No, dicevo dalla notte del 6.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. La notte però io non avevo scritto nulla dell'autopsia.

LUCA MIGLIORINO. Era solo per un piccolo chiarimento, nulla di particolare. Lei ha fatto un percorso. Arrivato a Salimbeni, è lì che incontra i tre PM?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sì.

LUCA MIGLIORINO. Li segue cercando di fare delle domande?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Ho provato a fare delle domande, ma non hanno risposto. Anzi, in quel momento erano impegnati a fare altro. Con me c'era, tra l'altro, un altro collega di un altro giornale. Poi siamo arrivati in via dei Rossi. In via dei Rossi ci hanno praticamente fermato le forze dell'ordine, che già avevano bloccato tutta la zona.

LUCA MIGLIORINO. Noi abbiamo delle immagini. Quando arriva, com'era messo il vicolo? C'era qualche striscia che delimitava via dei Rossi? Poteva entrare nel vicolo?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Nel vicolo non potevamo entrare.

LUCA MIGLIORINO. Via dei Rossi era delimitata?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Via dei Rossi era bloccata non subito all'ingresso di Banchi di Sopra, ma poco...

LUCA MIGLIORINO. Diciamo all'imbocco del vicolo. Lei non è passato per...

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. No, anche perché non c'era verso. Chiaramente ci ho provato. Non so se avete le immagini in cui mi si vede, ma chiaramente ho provato a entrare.

LUCA MIGLIORINO. Ci ha provato passando da sotto.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. È chiaro. Ho fatto il mio mestiere.

LUCA MIGLIORINO. Si può ricordare che ore fossero più o meno? Se lei arriva davanti a Salimbeni...

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Saranno state le 22.40-22.45, anche perché la notizia successiva mi sembra sia delle 23.14 o qualcosa del genere.

LUCA MIGLIORINO. Quindi ha fatto l'articolo dal vicolo. L'orario ce l'abbiamo: le 23.14. Mi dica quando è partita questa notizia.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. La notizia che io ho dettato dal vicolo è delle 23.44, però nel frattempo mi ero sentito con i miei colleghi, sia con la collega che era ancora in redazione, sia col mio capo, perché nel frattempo uno aveva fatto la figura di David Rossi, cioè quello che era David per la Banca, la sua carriera, e l'altro aveva ricostruito un po' le vicende dell'inchiesta. Loro chiaramente mi chiamavano per chiedermi se erano state dette e fatte certe cose.

LUCA MIGLIORINO. Quindi lei arriva a piazza Salimbeni: già trova i tra i magistrati che stanno giù o scendono dopo?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Erano lì. Prima, rispondendo, ho detto che non sono sicuro se stavano uscendo dal Monte dei Paschi o se erano già lì.

LUCA MIGLIORINO. Lei sosta molto e poi andate nel vicolo oppure si parte subito?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Loro stavano già camminando per andarci.

Pag. 12

LUCA MIGLIORINO. Quindi lei arriva lì e li segue.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Esatto.

LUCA MIGLIORINO. La notizia esce alle 23.44. Più o meno, lei quando l'avrà dettata?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Un minuto e mezzo prima. Quando io dettavo una notizia, la notizia veniva presa dal desk di Roma in quel caso, non di Firenze, e mandata in rete.

LUCA MIGLIORINO. Lei sta dietro la striscia bianca e rossa che stava nel vicolo. Mi dice che cosa vede di particolare? Polizia scientifica, chi entra ed esce dal vicolo...

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Io vedo tanta gente e tante forze dell'ordine che entrano ed escono.

LUCA MIGLIORINO. Molte forze dell'ordine che entrano ed escono dal vicolo.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sì, carabinieri e Polizia.

LUCA MIGLIORINO. C'erano pure i vigili.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. C'era di tutto. C'era il 118, c'eravamo noi giornalisti, fotografi, c'era un po' di tutto. Loro arrivano, mentre vado su parlottano tra di loro, poi Nastasi e Natalini si fermano all'ingresso del vicolo, dopo pochi minuti Marini entra dentro e loro vanno via praticamente poco dopo.

LUCA MIGLIORINO. Come vanno via? Se lo ricorda da dove vanno via?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Uno sicuramente mi è ripassato davanti.

LUCA MIGLIORINO. Quindi sono ripassati per l'Arco de Rossi?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Uno sicuramente sì. Ora non mi ricordo se anche l'altro, o se l'altro aveva la macchina da quelle parti, o se è andato via con qualcuno direttamente, ma non credo.

LUCA MIGLIORINO. Erano seguiti dalla Polizia scientifica? Ha notato questo?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Ho notato che c'erano le forze dell'ordine. C'era anche tanta gente in borghese. Magari non è detto che io li conoscessi tutti.

LUCA MIGLIORINO. Ho capito. Ha sentito qualche frase particolare magari detta da qualche giornalista, tipo: «Là c'è una videocamera»? Ha sentito cose così oppure no?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Che c'erano delle videocamere lo sapevo anch'io.

LUCA MIGLIORINO. Non ha sentito nessuna frase del tipo: «Là c'è una videocamera, avrà ripreso la caduta»?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Onestamente no, ma che c'erano le videocamere lì lo sapevo anch'io. Le videocamere intorno al Monte dei Paschi c'erano tutte. Vi potrei raccontare che in quel vicolo io ho mandato un collega, perché prima, nei mesi precedenti, avevo saputo una notizia e volevamo intercettare per forza una persona che doveva uscire da una delle uscite del Monte dei Paschi. Eravamo in tre e ci eravamo divisi sulle tre uscite. Praticamente la piazza di Monte dei Paschi era casa mia.

LUCA MIGLIORINO. In questo tempo ci ha pensato un po'? Ha detto che è stato anche chiamato, che ha parlato. Ci vuol dire qualcosa di particolare che ricorda, che magari secondo lei può essere importante per questa Commissione, che ha visto in quel momento, qualcosa per cui magari ha pensato: «Non mi torna che succede così»? Lei poi è rimasto nel vicolo, no?

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DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sono rimasto nel vicolo, però non ci sono rimasto fino...

LUCA MIGLIORINO. Parliamoci chiaro, nel vicolo di via dei Rossi.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sì, è una strada piccolina. Per Firenze sarebbe un vicolo. Io però sono rimasto lì non tantissimo, anche perché poi dovevo assolutamente fare il servizio perché Roma voleva il servizio. È vero che i servizi si fanno ricopiando anche parte delle notizie che si sono già scritte, però un po' di tempo anche solo materialmente...

LUCA MIGLIORINO. Fino a che ora più o meno sarà rimasto lei?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Fino alle 23.50-23.55.

LUCA MIGLIORINO. Cioè dieci minuti dopo quell'articolo?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Dopo che ho dettato la notizia, sì.

LUCA MIGLIORINO. Lei dove è andato a scriverle queste notizie? Avete fatto un meeting con altri giornalisti?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. No, io sono andato a scriverle a La Nazione.

LUCA MIGLIORINO. Dal dottor Strambi?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Non nell'ufficio di Strambi, ma nella redazione de La Nazione che è fatta di varie stanze. Però ognuno lavorava per conto suo, perché in quel momento loro avevano da chiudere il giornale e io...

LUCA MIGLIORINO. Comunque è andato a La Nazione.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sì, e ho fatto il collegamento con Vespa da lì.

LUCA MIGLIORINO. Apriamo il capitolo del rapporto con David Rossi. Lei ha detto che lo conosceva, però ha detto che lei considera amicizia quando ci si conosce un po' meglio. Intendeva questo?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Io ho detto che per me un amico è quello con cui io esco al di fuori del lavoro, con le mogli, con i figli. Con David non c'è mai stato questo.

LUCA MIGLIORINO. Ma il rapporto era schietto o era più professionale?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Era schietto, poi però chiaramente lui era professionale nel suo lavoro e io ero professionale nel mio.

LUCA MIGLIORINO. Non l'ha mai redarguita su qualcosa?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sì, più di una volta, anche perché il mio compito era scrivere le notizie anche mentre era in corso il consiglio di amministrazione.

LUCA MIGLIORINO. Lei si sentiva solo in maniera ufficiale, cioè tipo via e-mail, col dottor Rossi o anche via telefono?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Via telefono.

LUCA MIGLIORINO. Prevalentemente?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Prevalentemente via telefono.

LUCA MIGLIORINO. Si ricorda qualche chiamata con qualche tono particolare o un qualcosa che le ha detto? Lei mi ha detto che l'ha sentito un po' strano.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. L'ultima volta che ci siamo sentiti.

LUCA MIGLIORINO. Quando vi siete sentiti l'ultima volta?

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DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Su questo la certezza non ce l'ho. Bisognerebbe che lo ricontrollassi. O il 3 o il 4. Comunque è a verbale perché su questo sono stato sentito due volte dalla Guardia di finanza.

LUCA MIGLIORINO. Su quale verbale, mi perdoni?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Del Nucleo Valutario della Guardia di finanza a Roma, mi hanno sentito due volte.

LUCA MIGLIORINO. Mi dice chi è che stava a prendere le sue sommarie informazioni o interrogazioni? Che cos'erano? SIT?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sempre come persona informata dei fatti.

LUCA MIGLIORINO. Si ricorda qualcuno che...

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. No, i nomi dei finanzieri non li ricordo.

LUCA MIGLIORINO. Ce li abbiamo, possiamo andare a vederli.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sì, ce li avete sicuramente.

LUCA MIGLIORINO. Era lei a chiamare il dottor Rossi o anche viceversa?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Anche viceversa.

LUCA MIGLIORINO. Quando lei ha appreso della morte, che è stata il 6 marzo, ha pensato più o meno alle ultime telefonate che vi siete fatti?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. L'ho detto prima.

LUCA MIGLIORINO. Me lo può ripetere?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Io ho ripensato immediatamente al colloquio avuto non telefonico in quel caso, ma quello del primo di marzo, in cui... Ora però qui si ritorna alla parte segreta.

LUCA MIGLIORINO. Allora ci torniamo dopo. Lei il 4 marzo non l'ha sentito il dottor Rossi?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sì, l'ho detto. Non mi ricordo se era il 3 o il 4 marzo che l'ho sentito e abbiamo scherzato.

LUCA MIGLIORINO. Avete scherzato.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sì.

LUCA MIGLIORINO. Sa lei quando l'ha chiamato? Il 4 di marzo alle 10.21, sette minuti dopo che sarebbe stata spedita quella famosa e-mail «Io mi suicido». Lui ha scherzato alle 10.21 di quella mattina dopo che ha mandato...

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Lei mi sta dicendo una cosa che...

LUCA MIGLIORINO. È interessante, perché se mi dice che uno scrive una e-mail in cui dice che si vuole ammazzare e poi scherza, diventa un po' particolare.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Io ho capito cosa mi sta chiedendo, però lui era a Siena e io in quel momento ero a Firenze.

LUCA MIGLIORINO. Mica le sto dando una colpa? Lei sta dicendo: «Abbiamo scherzato». Però sette minuti prima ha mandato una e-mail in cui dice che si vuole uccidere. Per noi contrasta un po'.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Ho capito, però io dico quello che so, anche perché è a verbale più di una volta quello che ci siamo detti.

LUCA MIGLIORINO. Ed è stata l'ultima volta che vi siete sentiti oppure ancora di più?

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DOMENICO MUGNAINI, giornalista. No, io l'ho ricercato la sera, ma non sono riuscito a parlarci. Credo di averlo cercato un paio di volte la sera del 4 per altri motivi, sempre di lavoro, ma non mi ha...

LUCA MIGLIORINO. Quando David Rossi non era al lavoro, le rispondeva lo stesso?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Io avevo due numeri di David.

LUCA MIGLIORINO. Aveva due numeri di David? Portatili o anche uno fisso? Erano due cellulari?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Due cellulari.

LUCA MIGLIORINO. Dopo, in segreta, ci può dire quali sono questi numeri? Ce li ha ancora?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. No, anche perché, se non si è capito, per me è stato un colpo la morte di David. Credetemi, per me è stata comunque una sofferenza vera. Quando ho potuto, ho liberato me stesso da tutta questa cosa. Non ho problemi a dirlo davanti a voi: questo dover rivivere tutte quelle cose comunque mi fa star male.

LUCA MIGLIORINO. Certo, capisco, soprattutto se uno lo conosceva.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Da più di vent'anni.

LUCA MIGLIORINO. Il giorno prima della morte lei non ha sentito il dottor Rossi?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Io credo di averlo cercato anche il giorno prima della morte, però onestamente... sono quasi certo che non ci siamo sentiti. Non lo dico con certezza perché poi sono andato a vedere e non avevo scritto nulla, quindi direi di no, sicuramente non ci siamo sentiti.

LUCA MIGLIORINO. Lei scriveva anche per Il Cittadino on line?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. No.

LUCA MIGLIORINO. Mai?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Lei probabilmente ha trovato dei miei pezzi su Il Cittadino on line perché venivano ripresi i servizi dell'ANSA, così come vengono ripresi i servizi dell'ANSA su altri giornali, su tutti i giornali. C'è chi li firma, chi non li firma. Il mio nome in quel periodo andava su diversi giornali.

LUCA MIGLIORINO. Quindi Il Cittadino on line forse prendeva gli articoli che faceva lei per l'ANSA e poi faceva delle pubblicazioni.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. E li metteva on line.

LUCA MIGLIORINO. Lei ha provato a chiamarlo, però dice che non si ricorda se le ha risposto o no. Si ricorda invece se David Rossi ha chiamato lei?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Il 5?

LUCA MIGLIORINO. Sì, il giorno prima di morire.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Mi sembra di aver sentito la collega di David quel giorno, Chiara, non lui direttamente, perché David Rossi il 7 era atteso a Firenze per una conferenza. Avrebbe dovuto accompagnare Viola a una conferenza. Io credo di aver cercato David per avere la conferma. David non mi rispose e chiesi questa conferma alla sua collega Chiara.

LUCA MIGLIORINO. Quindi la sua collega avrebbe preso il cellulare di David e l'avrebbe chiamato.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. No, io ho chiamato Chiara.

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LUCA MIGLIORINO. Noi abbiamo la telefonata in cui vi siete sentiti.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. In cui ci siamo sentiti?

LUCA MIGLIORINO. Sì.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Le ripeto, non mi ricordo. Probabilmente l'ho chiamato per avere questa conferma, però non ne sono sicuro.

LUCA MIGLIORINO. Forse è una casualità, perché poi i bravi giornalisti secondo me devono avere pure un po' di fortuna. Lo chiama il 28 febbraio. C'era qualcosa di particolare che si ricorda lei che succede il 28 febbraio?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Anche questo è stato un motivo di audizione. Non è un segreto.

LUCA MIGLIORINO. Anche su questo vuole andare in segreta?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. No, non è un segreto.

LUCA MIGLIORINO. Ce la può raccontare?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Semplicemente, girava la voce di questa azione di responsabilità che il vertice del Monte dei Paschi voleva fare contro Deutsche Bank e Nomura. Io ho lavorato tutto il giorno a quella notizia. Continuava però a essere solo una voce. Non ho trovato una conferma. Ho sicuramente chiamato anche David. Nessuno mi ha dato una conferma e io non ho potuto scrivere quella notizia.

LUCA MIGLIORINO. Che cosa gli chiese quella sera quando chiamò il dottor David Rossi?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Se era vero che ci sarebbe stata la mattina dopo l'azione di responsabilità.

LUCA MIGLIORINO. E lui che cosa le rispose?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Che non ne sapeva niente.

LUCA MIGLIORINO. Lei dice che aveva queste informazioni. Le aveva sempre da altri tipi di stampa o c'era sempre qualcuno che le diceva queste cose?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Altri tipi di stampa?

LUCA MIGLIORINO. Nel senso, lei lo vedeva dai media e poi chiedeva, oppure aveva qualcuno che...

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. In questo caso sono altri giornali che, sentendo me, perché tra i colleghi ci si sentiva in certe circostanze, hanno potuto scrivere e io no, perché chi scrive per un giornale ha una libertà diversa da chi scrive per un'agenzia come l'ANSA. E io se non ho certezze non posso scrivere una notizia del genere. Però le notizie le avevo non dai colleghi; le avevo da altre fonti.

LUCA MIGLIORINO. Comunque da altre fonti, non da altre fonti giornalistiche. Quindi quella sera lo chiama, la telefonata è breve, perché proprio quando stava per andare a Nonno Mede – sa come è successa tutta la situazione – qualcuno le ha detto che stava andando là oppure l'ha chiamato per casualità?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. L'ho chiamato per caso. Io ero a Firenze, non potevo sapere dove fosse David.

LUCA MIGLIORINO. Voi vi chiamavate solo in orario di ufficio e vi scrivevate oppure lo facevate anche la sera, la notte?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Anche la sera, è successo qualche volta anche la notte. Se avevo bisogno di avere una conferma e poteva darmela David o pensavo me la potesse dare David, a qualsiasi ora lo chiamavo.

Pag. 17

LUCA MIGLIORINO. Lei ci può dire qualche contenuto di questa telefonata, tipo anche quella del 19 febbraio, sempre con David?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Io ho cercato David, però non mi ha risposto.

LUCA MIGLIORINO. Non l'ha sentito il 19 febbraio?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Il 19 febbraio forse l'ho sentito la sera tardi, nel pomeriggio.

LUCA MIGLIORINO. Diciamo che l'ha sentito alle 17.03. Ma ci può dire che cosa vi siete detti?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Gli chiedevo un commento su quello che era successo. Lui non mi ha commentato la perquisizione.

LUCA MIGLIORINO. Neppure in questo caso.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Non me l'ha neppure confermata, le devo dire la verità. Mi ricordo che nemmeno mi ha confermato la perquisizione.

LUCA MIGLIORINO. Il primo marzo vi siete incontrati?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sì.

LUCA MIGLIORINO. Mi dice dove?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. In via Banchi di Sopra, in un bar.

LUCA MIGLIORINO. Okay. Sul corso oppure già verso via Montanini?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. A metà, nel vecchio bar... Credo ci sia ancora. Allora era Nannini, ora non so come si chiama.

LUCA MIGLIORINO. Perché mi dice che prima era tranquillo e poi, a ripensarci, era turbato?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Io l'ho visto tranquillo, ma se lei dopo cinque giorni viene a sapere che una persona si è gettata dalla finestra, secondo lei non ripensa a un colloquio...

LUCA MIGLIORINO. Sì, però magari anche con tutti i giornali, con tutte le notizie. Magari il mio pensiero è anche un po' condizionato da tutto quello che sento. Quindi lei ci ha ripensato dopo, però prima le sembrava tranquillo.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Io ci ho ripensato dopo e ho ripensato alle domande che lui mi aveva fatto.

LUCA MIGLIORINO. Nei giorni precedenti, quando l'ha sentito su diverse cose, lo vedeva ancora preso al lavoro e quindi le dava informazioni sul lavoro, oppure era da un po' di tempo che non le dava molte informazioni?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Rispetto alle informazioni, David dava solo quelle che erano le informazioni ufficiali della Banca. Parliamoci chiaro: David ha sempre saputo fare perfettamente il suo lavoro. David Rossi era un professionista anche in questo, e io difenderò la sua persona fino all'ultimo giorno, perché David è stato davvero un professionista. Lui dava le notizie che doveva dare, punto. Non era possibile avere una notizia «riservata».

LUCA MIGLIORINO. Lei, quando scriveva le notizie, prima di pubblicarle chiedeva qualche conferma, aveva un colloquio con il dottor David Rossi oppure pubblicava e basta?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Se avevo la fonte certa, prima la davo e poi mi chiamava David arrabbiato. A volte avveniva l'inverso. È successo più di una volta.

PRESIDENTE. Onorevole Rossi.

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ANDREA ROSSI. Intanto, dottor Mugnaini, la ringrazio anche perché, devo essere onesto, lei sta facendo uno sforzo di memoria che dimostra come comunque abbia ben chiari i suoi ricordi, un po' perché ha ricostruito anche grazie a quelle che sono state le agenzie in suo possesso. Non è facile, perché se penso a me io non riuscirei mai a fotografare in modo così preciso quei nove anni, però capisco che molto probabilmente, da un punto di vista psicologico, determinate emozioni possono anche imprimere nella mente immagini di un certo tipo e quindi i ricordi rimangono. Dicevo, intanto la ringrazio per questa sua disponibilità. È una persona che conosceva molto bene, anche perché dopo vent'anni di relazione professionale una persona la si conosce molto bene. Le chiedo se lei ci potesse fornire, come hanno fatto anche altri, l'identikit delle caratteristiche anche caratteriali e comportamentali di David, dal suo punto di vista, sia professionale che da un punto di vista più personale.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. David era una persona estremamente riservata. Io credo di avere incontrato, prima di quello che è successo, una o due volte sua moglie con lui passeggiando per Siena. Però, ad esempio, che ci fosse una figlia di Antonella Tognazzi e non di David, cioè che ci fosse Carolina, io non l'avevo mai saputo da David né da altri. Ecco perché io dico che non eravamo amici, perché con un amico parli anche di queste cose. Magari io parlavo dei miei figli, ma lui non ha mai esternato una cosa del genere. Era estremamente professionale, perché il rapporto che ha sempre tenuto con i giornalisti, come ho detto prima, era un rapporto di un certo tipo. Arrivava fino a un certo punto, fino al punto in cui poteva arrivare, ma non dava mai una notizia riservata a uno piuttosto che a un altro. A volte succede che noi ci sentiamo «traditi» da una persona che conosci perché magari leggi una notizia su un altro giornale. Io credo che David questo non lo abbia mai fatto o, se lo ha fatto, è stato bravissimo a nasconderlo a tutti. David parlava con tutti. È chiaro che chi, come me, doveva scrivere quasi tutti i giorni di Monte dei Paschi lo chiamava quasi tutti i giorni, ma altri lo chiamavano magari meno. Però, se io lo chiamavo, mi dava la conferma se la notizia gliela dicevo io. Qualche volta scherzando gli ho detto: «Ma che fai, mi prendo una querela se pubblico questo?» Se lui mi diceva «Nessuno ti querela», per me era una conferma indiretta che la notizia era giusta. Era estremamente riservato. Era capace di arrabbiarsi molto. C'è stato un periodo del nostro rapporto professionale in cui io avevo una fonte particolarmente buona e scrivevo le notizie mentre era in corso il consiglio d'amministrazione. E lui non riusciva a capire come io riuscissi ad avere quelle notizie, perché il consiglio d'amministrazione non era finito, quindi io non potevo aver parlato con qualcuno che era in quelle stanze. Eppure io uscivo. In quei casi si è arrabbiato ed è stato un periodo in cui non dico che ci siamo allontanati, ma sicuramente teneva le distanze. In quel periodo ha tenuto un po' le distanze da me.

ANDREA ROSSI. Lei prima ha ricordato come questo suo rapporto, ovviamente professionale – ci tengo a sottolinearlo – era un rapporto quasi quotidiano. Era un rapporto telefonico, ma invece la frequenza di un incontro come quello del primo marzo è una frequenza abituale, o accadeva ma in modo casuale? Perché mi sembra che il primo marzo ci sia stato un incontro, da quello che mi sembra di capire, fortemente richiesto a David nei suoi confronti.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sì, perché, come ho ricordato prima, io in quel periodo mi ero praticamente trasferito in un hotel di Siena. Ero a Siena fisso per l'inchiesta in corso. David lo sapeva, io scrivevo continuamente notizie e David probabilmente sapeva quando ero a Siena, anche se magari non ci incrociavamo. Ma era difficile che non ci incrociassimo in quei giorni, almeno una volta al giorno.

ANDREA ROSSI. Però c'è anche un incontro perché forse non si vuole lasciare traccia telefonica di quell'incontro, vista un po' anche la delicatezza, mi sembra di Pag. 19capire, di alcune richieste o argomenti che sono stati toccati.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Dopo il 19 febbraio, se qualcuno aveva dei dubbi che David fosse intercettato o che io fossi intercettato, i dubbi sparirono. Quando io dico che per telefono non parlava più nessuno a Siena, dico la verità. Le telefonate le potete controllare.

ANDREA ROSSI. Ma anche il primo marzo le mostrò preoccupazione rispetto al suo futuro?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Già giravano le voci. Ecco perché poi, quando ci siamo risentiti il 4 mi sembra, io gli faccio quella battuta. Lui mi fa una battuta e io rispondo: «Che fai, ti cerchi già un altro lavoro?» E lui mi fa: «Tu sai già chi è il mio sostituto?» Le parole non sono proprio queste, ma più o meno queste. Perché già da qualche giorno girava la voce che potesse essere sostituito, ma non c'è mai stato qualcosa di più di una voce, né da parte dell'amministratore delegato, Viola, né da parte del presidente Profumo. Anzi, a quanto mi risulta hanno sempre confermato la fiducia nei confronti di David, perché David era un professionista vero.

ANDREA ROSSI. Non la voglio mettere in difficoltà, ma le faccio una domanda anche un po' personale. Essendo lei comunque una persona che, mi sembra di capire, ha seguito attentamente Siena in quelle settimane, in quei mesi – è un cronista, quindi come tutti i cronisti ha una capacità anche di fotografia delle situazioni, delle scene, delle dichiarazioni, di come si comportano le diverse forze coinvolte, dalle forze di polizia fino ai magistrati – lei ha avuto dubbi che non sia stato un suicidio, quello? Anche in virtù di quella che è stata la sua chiacchierata fatta e dei suoi rapporti con David.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Personalmente no, non ho mai avuto dubbi. Non ho mai avuto dubbi perché in quel momento, cioè dopo quello che era successo, uno va a rivedere tutto. Poi ho avuto in mano tante carte, comprese le prime notizie sull'autopsia. All'autopsia avevano partecipato vari periti, non solo i periti del magistrato. Le altre notizie sono venute fuori dopo, quando è venuto fuori che lui si era fatto autolesionismo. In quel momento non ti viene assolutamente mai un dubbio.

ANDREA ROSSI. Ma non le sono mai venuti dubbi solo in quel momento o anche oggi, ripercorrendo un po' tutto quello che è stato, anche le notizie successivamente apparse sui media...

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Io nel 2018 sono diventato vice capo della sede dell'ANSA di Firenze, e in quel momento ho chiesto ai miei capi di cominciare a lasciare Siena.

ANDREA ROSSI. Nel 2018?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Nel 2018 io sono diventato vice capo della sede dell'ANSA di Firenze. L'accordo però fu che in questo modo io dovevo smettere un po' di scrivere di Monte dei Paschi, di economia e finanza, perché sono argomenti che o tratti tutti i giorni e quindi fai tutte le telefonate tutti i giorni, o altrimenti non ce la fai a seguirli. Allora dopo rincorri davvero le notizie che escono sui giornali. Io chiaramente ho continuato a leggere, anche dopo che sono venuto via dall'ANSA, quello che è successo. A oggi non ho trovato qualcosa che mi dica che quello di David non è stato un suicidio.

ANDREA ROSSI. L'ultima domanda, sempre per la sua conoscenza che ha avuto di Siena. C'è stato anche il filone dei cosiddetti «festini». Lei ha mai percepito o capito che ci fosse in effetti un filone parallelo di iniziative?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Di questo dobbiamo parlare in segreta.

ANDREA ROSSI. Benissimo, grazie.

PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto.

Pag. 20

WALTER RIZZETTO. Grazie, presidente. Buongiorno, la ringraziamo. Molte domande sono già state fatte, quindi mi limito a due domande secche. Una mi è venuta in mente adesso, mentre lei con certezza ha risposto al collega rispetto alla sua certezza di un suicidio.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Le certezze sono quelle che uno si fa nella testa. Io non sono un magistrato e non sono un esponente delle forze dell'ordine che sono intervenute.

WALTER RIZZETTO. Certo, però, le ripeto, al netto del fatto che noi oggi non sappiamo com'è andata, una riflessione rispetto anche alle modalità di questo suicidio in questo caso io gliela chiedo. Qualora fosse un suicidio, sarebbe un suicidio evidentemente molto strano. Io resto sempre molto stupito quando vedo, ad esempio, dalle fotografie dell'autopsia le ferite che David Rossi ha al volto, che non sono compatibili con la caduta. Lei probabilmente ha visto quelle foto. Se è un suicidio, perché Rossi si è ferito in quel modo, al netto delle ferite sui polsi che probabilmente erano auto inflitte, addirittura tamponate con un cerotto o due cerotti? Lei avrà visto sia il video della caduta, molte volte purtroppo, sia le fotografie dell'autopsia. Come se lo spiega a questo punto? Chiaramente io non lo sto chiedendo né a un medico legale né a un a un magistrato, in questo caso.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Io conoscevo la stanza di David perché ci sono stato varie volte. Se voi siete stati nella stanza di David, e credo che qualcuno ci sia stato...

WALTER RIZZETTO. Tutti.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. La finestra era abbastanza alta e David era poco più alto di me. Come me lo spiego? Io non ho mai avuto intenzioni suicide nella mia vita, ma per quello che è la letteratura su questi temi, credo che nessuno faccia un gesto del genere senza pensarci fino all'ultimo secondo e probabilmente anche con qualche difficoltà. Io mi sono chiesto, ad esempio, se David per salire su quel «coso», sul davanzale, si sia tirato su in qualche modo. La finestra è alta, non ci si mette a sedere una persona.

WALTER RIZZETTO. C'era una sorta di termosifone, di termoconvettore.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Sì, tutto quello che vuole, però non è facile salire su una finestra per gettarsi di sotto. Io credo che sicuramente per David non lo sia stato, perché una cosa vera è che David comunque amava la vita. Non era una persona che avesse delle turbe psichiche o chissà che. David era una persona che amava la vita, e lo vedevi perché comunque andava a mangiare fuori, stava insieme agli altri, era capace di scherzare. Non è che fosse sempre il musone che deve nascondere una notizia o dare delle notizie. David era una persona che amava la vita. E io credo che se quel gesto è vero, se sarà confermato come io penso, indubbiamente non lo avrebbe compiuto con facilità.

WALTER RIZZETTO. E questo secondo lei come collima con le ferite al volto?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Credo possa essere successo, ad esempio, che per salire e per superare anche i fili che c'erano, magari si può essere ferito in quella maniera. Io non ho idea di come si sia ferito al volto. Mi sembra difficile affermare che qualcuno lo abbia cazzottato, come è stato detto. Però questa è una mia idea, perché dovrebbe essere stato cazzottato all'interno di quella stanza. Le telecamere del Monte dei Paschi non ci sono solo fuori. Se uno entrava al Monte dei Paschi veniva accompagnato dalle telecamere...

WALTER RIZZETTO. Su questo possiamo aprire una parentesi.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Possono non essere stati visti, come qualcuno ha ipotizzato, ma non è che non ci fossero le telecamere dentro il Monte dei Paschi. Pag. 21Le telecamere c'erano a ogni piano e a ogni piè sospinto. Questo lo dico per aver frequentato anni e anni quella sede. Poi come se li è fatti io non lo so. Se un giorno verrà fuori che qualcuno lo ha buttato di sotto, io dirò: «Ho sbagliato tutto quello che ho pensato nella mia vita.».

WALTER RIZZETTO. Ci sono anche prove di altri ematomi rispetto all'analisi cadaverica che poi è stata fatta, di cui purtroppo abbiamo visto le immagini. Ci sono addirittura degli ematomi che sono in determinate parti del corpo che, come lei sa, anche in quel caso non sono esattamente compatibili con la caduta.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Io le faccio una domanda: questi ematomi, di cui si parla tanto, sono venuti fuori fin dalla prima autopsia?

WALTER RIZZETTO. Sì.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. E qui mi fermo, perché se lei mi chiede oltre io dovrei andare a dire cose che non mi spettano, perché non sono un medico. Ma fin dalla prima autopsia noi abbiamo saputo che c'erano degli ematomi. Mi fermo qui.

WALTER RIZZETTO. Lei giustamente si ferma qui, non mi fermo qui io. Evidentemente la dice lunga, mi permetta, a livello di interpretazione anche sul modo in cui sono state fatte le indagini. Però lo dico io, non lo dice lei. L'ultima domanda, presidente. Lei prima dice che non veniva data una notizia tra lei e il dottor David Rossi al telefono.

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Negli ultimi tempi.

WALTER RIZZETTO. Esatto. Questo perché David Rossi era intercettato?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. In quel momento tutti lo abbiamo pensato; anch'io ho pensato di essere intercettato. Sicuramente, se non sono stato intercettato, avevano i miei tabulati, perché quando sono stato interrogato mi è stato chiesto a chi telefonavo a mezzanotte e mezzo e io lì per lì nemmeno avevo riconosciuto quel numero di telefono, e poi mi hanno chiesto: «Ma lei è abituato a telefonare a quell'ora?» Ho risposto: «Io faccio il giornalista. Anche alle quattro di notte in casa mia squilla il telefono, quindi anche a mezzanotte e mezzo io telefono al mio capo servizio perché magari c'è una notizia e bisogna decidere se darla subito o darla il giorno dopo». Ma è normale. Chi fa il mio mestiere, soprattutto chi lavora per un'agenzia come l'ANSA, non è che la notte spegne il telefono. Io ho due telefoni, erano sempre accesi tutti e due, notte e giorno. E chiunque glielo può confermare.

WALTER RIZZETTO. Certo. Al netto di questo, la mia è una domanda più riferita a Rossi. Lei chiaramente non può sapere se Rossi fosse intercettato in quel...

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Nessuno di noi lo può sapere, nemmeno io. Però i dubbi in un'inchiesta del genere ti vengono. Da cronista io so di essere stato intercettato, perché ci sono le carte, in più di un'inchiesta, ma non mi meraviglia, perché è normale. O magari non intercettavano me, ma mi prendevano mentre io telefonavo a una persona intercettata.

WALTER RIZZETTO. Lei ha mai avuto contezza, rispetto anche a quello che dopo le hanno chiesto, in questo caso non nei confronti di chiunque, ma nei confronti di David, che qualcuno leggesse le sue telefonate con David Rossi da qualche parte rispetto ai tabulati?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Rispetto ai tabulati sicuramente sì.

WALTER RIZZETTO. Qualcuno le ha detto: «Lei in quella data ha chiamato David Rossi»?

DOMENICO MUGNAINI, giornalista. Così come ha fatto prima il suo collega, mi è stato chiesto più volte negli interrogatori. Pag. 22Questo sì, nessuno mi ha mai letto quello che ci siamo detti io e David, o quello che David ha detto a me, né quello che io ho detto a David. Questo no.

WALTER RIZZETTO. Grazie.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri che chiedono di parlare per la parte pubblica, propongo di passare in seduta segreta.

(Così rimane stabilito. I lavori della Commissione proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

PRESIDENTE. Ringraziamo il dottor Mugnaini e dichiariamo conclusa l'audizione.

La seduta, sospesa alle 15.40, riprende alle 15.45

Audizione del vice ispettore della Polizia di Stato, Livio Marini.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del vice ispettore della Polizia di Stato, Livio Marini, che abbiamo nuovamente invitato in audizione dopo la sua precedente del 25 novembre 2021 perché, come avrà capito anche da una serie di audizioni che sono seguite, la fase immediatamente successiva al decesso di David Rossi e l'ingresso di vari soggetti nella stanza di David Rossi hanno avuto nei lavori della Commissione una rilevanza notevole, anche mediatica. Poiché ci sono alcuni aspetti di non coincidenza totale fra i ricordi che sono stati riportati in Commissione fra diversi soggetti che si sono succeduti, con lei vorremmo cercare di fare chiarezza su alcuni dettagli che possono essere rilevanti ai fini della nostra indagine. Poiché la parte della sua precedente audizione che trattava questi aspetti era stata segretata, così come quelle degli altri soggetti auditi successivamente, proporrei, se tutti sono d'accordo, di passare in seduta segreta.

(Così rimane stabilito. I lavori della Commissione proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

PRESIDENTE. Ringraziamo il sovrintendente Marini e dichiariamo conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 18.20.