XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave «Moby Prince»

Resoconto stenografico



Seduta n. 15 di Martedì 22 febbraio 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Romano Andrea , Presidente ... 2 

Audizione, in videoconferenza, del marittimo Gennaro Lombardo:
Romano Andrea , Presidente ... 2 
Lombardo Gennaro  ... 2 
Romano Andrea , Presidente ... 2 
Lombardo Gennaro  ... 2 
Romano Andrea , Presidente ... 2 
Lombardo Gennaro  ... 2 
Romano Andrea , Presidente ... 2 
Lombardo Gennaro  ... 3 
Romano Andrea , Presidente ... 3 
Lombardo Gennaro  ... 3 
Romano Andrea , Presidente ... 3 
Lombardo Gennaro  ... 3 
Romano Andrea , Presidente ... 3 
Lombardo Gennaro  ... 3 
Romano Andrea , Presidente ... 4 
Lombardo Gennaro  ... 4 
Romano Andrea , Presidente ... 4 
Lombardo Gennaro  ... 4 
Romano Andrea , Presidente ... 4 
Lombardo Gennaro  ... 4 
Romano Andrea , Presidente ... 4 
Lombardo Gennaro  ... 4 
Romano Andrea , Presidente ... 4 
Lombardo Gennaro  ... 4 
Romano Andrea , Presidente ... 5 
Lombardo Gennaro  ... 5 
Romano Andrea , Presidente ... 5 
Lombardo Gennaro  ... 5 
Romano Andrea , Presidente ... 5 
Lombardo Gennaro  ... 5 
Romano Andrea , Presidente ... 5 
Lombardo Gennaro  ... 5 
Romano Andrea , Presidente ... 5 
Lombardo Gennaro  ... 5 
Romano Andrea , Presidente ... 5 
Lombardo Gennaro  ... 6 
Romano Andrea , Presidente ... 6 
Lombardo Gennaro  ... 6 
Romano Andrea , Presidente ... 6 
Lombardo Gennaro  ... 6 
Romano Andrea , Presidente ... 6 
Lombardo Gennaro  ... 6 
Romano Andrea , Presidente ... 6 
Lombardo Gennaro  ... 6 
Romano Andrea , Presidente ... 6 
Frailis Andrea (PD)  ... 6 
Lombardo Gennaro  ... 7 
Frailis Andrea (PD)  ... 7 
Lombardo Gennaro  ... 7 
Frailis Andrea (PD)  ... 7 
Romano Andrea , Presidente ... 7 
Marino Bernardo (Misto)  ... 7 
Lombardo Gennaro  ... 7 
Marino Bernardo (Misto)  ... 7 
Lombardo Gennaro  ... 7 
Marino Bernardo (Misto)  ... 8 
Lombardo Gennaro  ... 8 
Romano Andrea , Presidente ... 8 
Lombardo Gennaro  ... 8 
Romano Andrea , Presidente ... 8

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ANDREA ROMANO

  La seduta comincia alle 16.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori dell'audizione odierna sarà assicurata anche tramite impianto audiovisivo a circuito chiuso nonché via streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Inoltre, come convenuto, i deputati componenti della Commissione possono partecipare all'odierna seduta in videoconferenza.

Audizione, in videoconferenza, del marittimo Gennaro Lombardo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del signor Gennaro Lombardo, che saluto e ringrazio per il tempo che ci sta dedicando e per avere trovato il modo di collegarsi con noi da remoto, in considerazione della sua attività lavorativa. L'audizione si svolge in forma libera e di essa sarà redatto un resoconto stenografico.
  Avverto anche che, considerate le modalità di svolgimento della seduta, non sarà possibile procedere in seduta segreta.
  Prima di procedere all'audizione del signor Lombardo, vorrei utilizzare questa occasione per preannunciare che la prossima settimana, in una giornata da definire (probabilmente martedì prossimo), ascolteremo la signora Rosetta Costa che, come sapete, è la vedova di un marittimo della Moby Prince deceduto nel disastro.
  A questo punto passerei a introdurre la figura di Gennaro Lombardo, che era allievo ufficiale, era sulla Moby Prince e all'epoca, nel 1991, aveva venticinque anni. Da notizie di stampa dell'epoca si apprende che il signor Gennaro Lombardo sbarcò dalla Moby Prince nel pomeriggio del 10 aprile 1991.
  Come sempre, ho preparato alcune domande. Se i colleghi commissari non hanno obiezioni, comincerei io, lasciando poi loro l'opportunità e lo spazio per intervenire.
  Signor Lombardo, ancora grazie per essere con noi. Come dicevo nell'introduzione, alcune informazioni di stampa hanno riportato il suo nome, nei primi momenti dopo la tragedia, tra i dispersi. La prima domanda che le farei è: lei era imbarcato o è stato presente a bordo della Moby Prince nel corso del 1991?

  GENNARO LOMBARDO. Io sono andato a fare una sostituzione di un paio di giorni al collega che si doveva recare a casa. Io ero imbarcato su un'altra unità della Moby.

  PRESIDENTE. Quindi, se capisco bene, lei si imbarcò l'8 aprile del 1991, due giorni prima del disastro?

  GENNARO LOMBARDO. No, mi scusi, il 5 aprile mi sono imbarcato.

  PRESIDENTE. Quindi dal 5 aprile al 10 aprile 1991 è rimasto a bordo della Moby Prince?

  GENNARO LOMBARDO. Esattamente.

  PRESIDENTE. Posso chiederle che ruolo ebbe in quei giorni a bordo della Moby Prince e, più in generale, che ruolo aveva per la compagnia Nav.Ar.Ma., presso la quale allora lei era impiegato?

Pag. 3

  GENNARO LOMBARDO. In quel periodo mi avevano imbarcato da secondo ufficiale di macchina. Io ero a Portoferraio, sul Moby Blu, e stavamo facendo dei lavori che si eseguono durante il periodo invernale. Allora la Nav.Ar.Ma. durante il periodo invernale fermava le navi e faceva una serie di lavori ad alcune di esse. Ero imbarcato lì, poi il 4 aprile il direttore mi ha convocato e mi ha detto che dovevo andare su questa Moby Prince a fare una sostituzione di un paio di giorni; non si sapeva quanto, diciamo dai cinque ai sette giorni. Da Portoferraio mi sono recato a Livorno e il 5 sono salito sulla Moby Prince. Facevamo Livorno-Olbia, andata e ritorno; si andava a Olbia e poi tornavamo a Livorno.
  La mattina del 10 poi si presentò il mio collega e mi venne a rilevare. Durante il pomeriggio dovevo rientrare sulla Moby Blu. Questo è quello che vi che posso dire.
  Nei cinque giorni a bordo praticamente io facevo il mio turno di servizio, che era dalle 8 alle mezzogiorno e, se non ricordo male, dalle 20 alle 24. Questi erano i miei turni di guardia assieme al motorista.

  PRESIDENTE. Grazie. Ricorda, signor Lombardo, se in quei cinque giorni lei personalmente o dei suoi colleghi prendeste parte a lavori relativi alle macchine della Moby Prince e, nello specifico, su quali apparati? Ricorda se c'erano delle riparazioni da effettuare, se lei prese parte a queste riparazioni o se altri suoi colleghi presero parte a delle riparazioni?

  GENNARO LOMBARDO. Per quanto mi riguarda, noi abbiamo fatto delle riparazioni a livello di impianti sui separatori, sui depuratori della nafta e dell'olio. Mi sembra che abbiamo fatto due lavori, uno sul depuratore dell'olio e uno su quello della nafta. Sui motori principali e sugli elettrogeni non ricordo che siano stati fatti dei lavori, onestamente.
  La nave già era uscita dai lavori; i lavori già li avevano fatti e quindi la nave già era in linea, e su una nave in linea si facevano piccoli lavoretti che durante il periodo della grande manutenzione non erano stati fatti. I depuratori magari erano stati tralasciati. Durante quei cinque giorni io ricordo che abbiamo fatto lavori su due depuratori, assieme al motorista. Però grossi lavori sui motori principali o sugli elettrogeni non ricordo di averli fatti; mi sembra che non siano stati fatti questi tipi di lavori.

  PRESIDENTE. A sua conoscenza, anche se non aveva a che fare direttamente con le macchine, lei seppe o ricorda di aver saputo che erano in procinto di essere svolti, per esempio, lavori relativi agli apparati delle eliche o che dovevano essere sostituiti in quei giorni pezzi rilevanti dell'apparato di navigazione, non motoristico, della nave?

  GENNARO LOMBARDO. No, non ricordo questo particolare, veramente.

  PRESIDENTE. Lei per la Nav.Ar.Ma. era, come mi ha detto, ufficiale di macchina e si occupava anche di riparazioni su altre navi, se capisco bene, così come fece per la Moby?

  GENNARO LOMBARDO. Quando io, dalla società dove ero prima, che era la Almare di Navigazione Spa, sono passato con la Nav.Ar.Ma., praticamente mi hanno imbarcato su questa nave, che era la Moby Blu. La nave era in una banchina-lavori ed effettuavamo dei lavori, assieme a un caporale e a qualche motorista, sui generatori. Più che altro facevamo dei lavoretti sui generatori, cambiavamo qualche polverizzatore o qualche filtro. Facevamo dei piccoli lavoretti, però niente di più. Questo era il compito che noi svolgevamo.
  Poi, eravamo in pochi. La nave era ferma, quindi in macchina eravamo quattro o cinque. Il direttore primo, io, il motorista, il capo operaio e l'elettricista, questi eravamo; poi non c'era più nessuno per la macchina. Facevamo dei piccoli lavoretti giusto per mantenere la nave. Ricordo che ai tempi la Moby Blu era una nave che serviva più che altro in sostituzione di qualcuna che magari avesse qualche avaria. Allora noi la mantenevamo pronta per poter sostituire qualche unità con qualche avaria.

Pag. 4

  PRESIDENTE. Grazie. Con i colleghi della Nav.Ar.Ma., nel periodo successivo al disastro, avete cercato di capire cosa potesse essere successo? Lei personalmente si è fatto un'idea? Glielo chiedo a titolo informativo, naturalmente.

  GENNARO LOMBARDO. In quei cinque giorni che sono stato a bordo, io ho conosciuto gli ufficiali di coperta e anche il comandante, più che altro a tavola insieme.
  Posso dire che il comandante – anche per come ne avevo sentito parlare prima di salire a bordo e anche dopo la tragedia – non era l'ultimo arrivato. Per cui tutte le chiacchiere che si sono sentite – «guardava la partita, non guardava la partita» – onestamente sono solo chiacchiere.
  Praticamente la nave usciva dal porto. Io penso che il posto di manovra fosse ancora presidiato e che sul ponte ci fossero come minimo quattro o cinque persone, oltre al comandante, perché la nave era appena uscita dal porto e si stava avviando alla navigazione. Di solito, in macchina eravamo presenti il direttore primo, io, i due motoristi e gli elettricisti. In macchina eravamo cinque o sei persone e altrettante sul ponte. Perciò penso che l'unica cosa sarà stata la nebbia. Hanno parlato di nebbia; io onestamente non lo so, perché ero a Portoferraio. Parlano di questa nebbia e magari c'era questa nave, l'Agip Abruzzo, che io presumo non fosse nella posizione in cui doveva essere. Io presumo quello, perché altrimenti non si può spiegare; perché quando si esce dal porto la rotta è sempre la stessa, a meno che non ci sia un ostacolo che uno cerca di evitare (una barca da diporto eccetera). Però io penso che quella nave lì era fuori posizione. Non lo so, magari, essendo fermi, non c'era nessuno che vedeva la posizione o magari c'era soltanto una persona sul ponte e la nave, come si dice in gergo, ha scarrocciato, nel senso che si è messa fuori posizione e loro, nell'uscire con la nebbia, non hanno avuto il modo di poterla evitare e sono andati a fare questa collisione.
  Questo è il mio punto di vista, poi magari mi sbaglio; però così l'abbiamo pensata noi, quando poi ci siamo ritrovati, nei giorni dopo, a parlarne.

  PRESIDENTE. Torno su quella giornata del 10 aprile. Lei ci dice che la mattina riceve la comunicazione che sarà sostituito di lì a breve; quindi il pomeriggio, come ci ha detto poco fa, sarebbe tornato sulla Moby Blu che, se ricordo bene, era a Portoferraio.

  GENNARO LOMBARDO. A Portoferraio.

  PRESIDENTE. Quindi lei non tornò nella sua residenza che, se non sbaglio, allora era a Torre del Greco?

  GENNARO LOMBARDO. Era a Torre del Greco.

  PRESIDENTE. Quindi lei non andò a Torre del Greco, andò a Portoferraio?

  GENNARO LOMBARDO. No, io dovevo andare a Portoferraio, però, telefonando a casa, siccome c'era una problematica a casa ho deciso di scendere un attimo a Torre del Greco e poi tornare di nuovo a Portoferraio; anche perché, essendo la nave ferma, non c'era la problematica che io potessi perderla. Per cui io sono sceso a Torre del Greco, perché c'era una problematica a casa, e poi l'indomani dovevo rientrare di nuovo a Portoferraio. Poi è successa la tragedia, sono rimasto ancora a casa e finì che non mi hanno poi richiamato. Poi c'è stato un po' di caos attorno a questa vicenda, perché mi davano per disperso. Per fortuna ero a casa, e sono dovuto andare dai Carabinieri a giustificare il fatto che ero disperso; ma mi trovavo a casa per il semplice motivo che invece di rientrare a Portoferraio, ero sceso a Torre del Greco.

  PRESIDENTE. Lei continuò a lavorare per la Nav.Ar.Ma. nel periodo successivo alla tragedia?

  GENNARO LOMBARDO. No, poi non c'è stato più modo, anche perché poi ho avuto la possibilità di imbarcarmi con la Grimaldi Group (allora, nel 1991, si chiamava così, adesso è separata). Ho avuto Pag. 5questa possibilità e a quel punto ho deciso di cambiare proprio tipologia di nave, ho lasciato questi traghetti e mi sono imbarcato sulle navi cargo della Grimaldi Group.

  PRESIDENTE. Ho capito. Glielo chiedevo per sapere se successivamente al disastro lei era stato contattato da qualche rappresentante della Nav.Ar.Ma in relazione alla dinamica del disastro.

  GENNARO LOMBARDO. Sì, sono stato contattato; allora c'era l'ispettore D'Orsi, che mi contattò. Poi ho avuto una convocazione e sono stato a Ercolano; c'era un mio ex insegnante del Nautico, il signor Nicola Petronzi, e ho avuto un colloquio con lui per quanto riguardava la dinamica della Moby Prince. Voleva un po' sapere grosso modo quello che io avevo visto nei cinque giorni che ero stato a bordo e se c'erano state delle problematiche.

  PRESIDENTE. Vedo che si è iscritto a intervenire il collega Frailis, ma vorrei un attimo soffermarmi su questo aspetto delle sue relazioni successive con la Nav.Ar.Ma. Lei ricorda, nei limiti del possibile, il contenuto di questi colloqui con i rappresentanti della Nav.Ar.Ma.? Furono colloqui orientati in un certo modo? Le chiedo se vuole raccontarci qualcosa in relazione a quei colloqui che tenne allora con la Nav.Ar.Ma, con l'ispettore D'Orsi e con l'altro rappresentante della compagnia.

  GENNARO LOMBARDO. Con l'ispettore D'Orsi più che altro parlammo del fatto che voleva sapere quali problemi della nave avevo riscontrato in quei cinque giorni. Ma effettivamente in quei cinque giorni noi non abbiamo avuto nessun problema, camminavamo tranquillamente. Nella rotta Livorno-Olbia e Olbia-Livorno non abbiamo mai avuto problemi, onestamente.
  Inoltre, giustamente voleva sapere quando potevo rientrare, ma io sono rimasto un po' scioccato dal disastro che era successo e a quel punto mi sono preso un po' di tempo per decidere cosa fare, sono rimasto un po' così.
  A quel punto, dopo circa un mese – poiché sono stato a casa qualche mese, da aprile a giugno – mi hanno convocato a Ercolano tramite questo mio ex insegnante del Nautico, il signor Nicola Petronzi. Era una convocazione come questa, però eravamo soltanto io e lui. Mi ha fatto una serie di domande inerenti a situazioni che ci potevano essere state sulla nave a livello di guasti oppure di anormale navigazione, se c'era qualcosa che era stato tralasciato per quanto riguarda alcuni lavori. Queste sono state grosso modo le domande che mi ha fatto il mio ex insegnante.

  PRESIDENTE. Grazie. Io ho solo altre due domande, poi ho finito. Lei conobbe, mentre era a bordo della Moby Prince, il signor Ciro Di Lauro, che era il nostromo della nave?

  GENNARO LOMBARDO. Sì, il signor Ciro Di Lauro. Sì, ci siamo conosciuti, ai tempi.

  PRESIDENTE. Tra l'altro il signor Ciro Di Lauro, se non sbaglio, era anch'egli di Torre del Greco. Poiché, come lei sa, il signor Ciro Di Lauro sbarcò dalla Moby Prince lo stesso giorno...

  GENNARO LOMBARDO. Mi sembra che andò in licenza.

  PRESIDENTE. Per caso andaste insieme a Torre del Greco? Si ricorda di un viaggio fatto quel giorno con Ciro Di Lauro verso Torre del Greco?

  GENNARO LOMBARDO. No, io il viaggio l'ho fatto da solo, non c'era il signor Di Lauro. Sarà partito prima, perché andava in licenza. Invece io ho dovuto aspettare il collega e passargli le consegne, quindi è stato un po' più articolato. Io sono sceso dalla nave di pomeriggio, mentre penso che lui sia andato la mattina, perché non ci siamo trovati nella stazione, quindi sul treno non ci siamo visti.

  PRESIDENTE. E successivamente con il signor Di Lauro avete avuto rapporti di tipo Pag. 6professionale? Avete parlato di cos'era successo, nel periodo successivo al disastro?

  GENNARO LOMBARDO. No, poi non ci siamo più sentiti con il nostromo, e nemmeno con il ragazzo che si è salvato.

  PRESIDENTE. Con Alessio Bertrand?

  GENNARO LOMBARDO. Con Alessio, sì, con il mozzo. Dopo quella telefonata con l'ispettore D'Orsi e il colloquio con il mio ex insegnante, il signor Petronzi, io sono stato ancora un mese a casa e poi ho avuto questa possibilità andarmene con la società Grimaldi Group, e a quel punto ho lasciato i traghetti. Come dicevo prima, ho preferito andare sulle navi da cargo proprio per dimenticare un po' quel periodo di questi traghetti e queste cose. Ho preferito le navi da cargo.

  PRESIDENTE. Lei ha mai sentito di esplosivi che venivano trasportati sulla Moby Prince?

  GENNARO LOMBARDO. No, guardi, in macchina onestamente di queste cose non... Le posso dire di no. Non lo so, non ho mai sentito di queste cose.

  PRESIDENTE. Lei è mai stato ascoltato dalla magistratura in questi trent'anni? È mai stato convocato dalla magistratura, ha reso testimonianza ai magistrati?

  GENNARO LOMBARDO. Per dire la verità, no. Non sono mai stato più convocato. Da allora, quando fu, non mi hanno più convocato.

  PRESIDENTE. Un'ultimissima domanda. In una delle nostre audizioni, quella della signora Caffarata, ci è stato riferito della presenza di due «estranei» a bordo della Moby Prince il giorno 10 aprile. Secondo un'altra ricostruzione giornalistica, questo «avvistamento» sarebbe avvenuto cinque giorni prima del 10 aprile. La signora Caffarata dice di aver ascoltato un marinaio riferire che a bordo della Moby Prince ci sarebbero state nella giornata del 10 aprile due persone non appartenenti né all'equipaggio né ai passeggeri, che poi si sarebbero allontanate dal traghetto. Per caso lei può confermare questa notizia, o no?

  GENNARO LOMBARDO. Guardi, il 10 aprile no, anche perché poi il 10 aprile io mi trovavo giù in macchina, fino a mezzogiorno. Poi è arrivato il mio collega, perché, se non erro, era un ragazzo di Trapani ed è arrivato il pomeriggio, dopo pranzo. Io fino a mezzogiorno ero in macchina. Questo fatto onestamente lo sto sentendo adesso. Ho passato le consegne, il tempo di farmi una doccia, poi ho preso la borsa e sono andato direttamente alla stazione. Di questo fatto, onestamente, non le so dire.

  PRESIDENTE. Grazie, signor Lombardo. Io ho finito. Prego i colleghi che vogliano intervenire di segnalarmelo. Intanto si è iscritto a parlare il collega onorevole Frailis.

  ANDREA FRAILIS. Grazie, presidente. L'ultima sua domanda è appunto quella che avrei voluto rivolgere io al signor Lombardo, però la riformulo aggiungendo qualcosa. In primo luogo, grazie, signor Lombardo per il suo contributo.
  Come ha detto il presidente, in un'altra audizione la vedova di un ufficiale della Moby Prince disse che un marittimo rese noto che due clandestini, due persone sicuramente non appartenenti all'equipaggio, vennero trovate a bordo prima della partenza, ma soprattutto che non vennero perseguiti, cioè non vennero consegnati alle forze dell'ordine.
  Lei ha detto di non aver comunque sentito di questa notizia, ma, per quella che è la sua esperienza, può accadere che due persone che non sono dell'equipaggio, presenti clandestinamente, una volta trovate a bordo possano essere lasciate poi libere di tornarsene per i fatti loro senza essere interrogate o comunque senza che qualcuno chieda loro che cosa facessero a bordo in quel momento?
  Lei ha detto che non ne sentì parlare, ma per quella che è la sua esperienza Pag. 7questo è un fatto che può essere usuale o assolutamente no? Grazie.

  GENNARO LOMBARDO. No, diciamo che è capitato che... Ma adesso non parlo della Nav.Ar.Ma., perché io attualmente sto navigando con la GNV (Grandi Navi Veloci). Può capitare che troviamo persone non «bigliettate», quindi sono clandestine. Durante la navigazione, in garage, quando il marinaio pompiere fa il giro, magari trova qualcuno e a quel punto lo mettiamo nella cella di isolamento e poi al porto successivo il comandante avvisa l'autorità, che se lo viene a prendere. Tutto qui.

  ANDREA FRAILIS. Non parlo di viaggiatori a sbafo, ma di persone trovate prima della partenza, forse in una sala macchine o qualcosa del genere, che poi non solo non sono consegnate alle forze dell'ordine, ma vengono lasciate andare via in maniera tranquilla. Lei non ha mai sentito altri casi, oltre a questo che ci ha riferito la signora Caffarata in una precedente audizione?

  GENNARO LOMBARDO. Diciamo che sembra strano che poi non vengano consegnate alle autorità, però onestamente non ho mai sentito queste cose. Io riferisco quello che grosso modo capita a noi su questi traghetti: capita che qualcuno non è «bigliettato» e noi lo becchiamo in garage, perché si nasconde in macchina o in qualche furgone e poi la sera magari cerca di uscire; però, tra le telecamere e il pompiere marinaio che gira, viene beccato. Non ho mai sentito che si fa il giro della nave, e poi viene lasciato libero. Onestamente non ho mai sentito di queste cose.

  ANDREA FRAILIS. Benissimo, grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Frailis. Se ci sono altri colleghi commissari che vogliono intervenire, sono i benvenuti. Onorevole Marino?

  BERNARDO MARINO (in videocollegamento). Sì, grazie, presidente. La ringrazio per l'audizione, signor Lombardo. Ho due domande molto sintetiche. La prima è se lei ricorda che, durante il periodo a ridosso della data della tragedia, la compagnia Nav.Ar.Ma. avesse problemi di natura finanziaria. Le chiedo se vi confrontavate con i colleghi, se ne parlavate, se si era percepito questo problema e se insomma c'era questo argomento fra di voi, all'interno dell'equipaggio.
  La seconda domanda è questa: lei ha detto che ha conosciuto il mozzo Bertrand, l'unico sopravvissuto alla tragedia; le chiedo se, in due parole, ci può spiegare qual era la personalità di Bertrand, che persona era, quale idea si era fatta di lui. Grazie.

  GENNARO LOMBARDO. Per quanto riguarda la prima domanda, onestamente no, io non sapevo di questo fatto finanziario, perché era il primo imbarco che facevo con la Nav.Ar.Ma. e anche perché, come ho detto prima, venivo da una società di petroliere che era l'Almare Spa di Genova. Ho fatto questo imbarco sulla Moby Blu e poi mi hanno mandato, come dicevo prima, sulla Moby Prince in sostituzione del collega. Però di questo fatto non ne sapevo niente.

  BERNARDO MARINO (in videocollegamento). Quindi, scusi, il suo cambio di compagnia, la sua dipartita dalla Nav.Ar.Ma. per entrare poi nella Grimaldi non era dettata da queste problematiche?

  GENNARO LOMBARDO. No, è stata dettata da quello che era successo. Io sono rimasto molto scosso. A pensare che io ero lì, che sono sceso il pomeriggio – non ricordo l'orario preciso, perché ho preso il treno la sera alle 20, quindi credo di essere sceso verso le 17 – e che dopo cinque ore è successa la tragedia, sono rimasto scosso, a dire la verità.
  A quel punto, dopo le varie interrogazioni che mi hanno fatto, ho preso una decisione e sono andato a Napoli. C'era questa possibilità di imbarcarmi con la Grimaldi Group e io l'ho colta al volo – cercavano un ufficiale di macchina, mi sono imbarcato come terzo ufficiale – un po' per dimenticare quello che era successo, perché è stata una tragedia che mi Pag. 8ha colpito, e ogni volta che si avvicina il mese di aprile, io ringrazio sempre della buona sorte che mi ha fatto scendere da quella nave.
  Per quanto riguarda la seconda domanda, non ricordo cosa mi ha chiesto.

  BERNARDO MARINO (in videocollegamento). La domanda era su Bertrand.

  GENNARO LOMBARDO. Con Bertrand ci trovavamo sempre, perché faceva anche il servizio a tavola dei sottufficiali. Ci vedevamo sempre alla fine del suo orario; ci mettevamo sempre a poppa insieme ad altri due a chiacchierare un po' del più e del meno, però lui era un ragazzo... Forse era uno dei primi imbarchi che faceva, addirittura, non era un marittimo navigato, come si dice, ma era proprio all'inizio della sua carriera.
  Era un ragazzo normale, senza grilli in testa. Lo ricordo perfettamente così, un ragazzo semplice.
  Poi quando l'ho visto in televisione che era aggrappato lì, sono rimasto un po' così; però poi non ho avuto più il modo... Perché poi ne hanno dette tante su questo ragazzo. Addirittura avevano detto che era deceduto. Quindi alla fine, onestamente, non ho avuto più modo di trovarlo. Però ricordo perfettamente che era un ragazzo semplice, senza grilli in testa; anzi il suo lavoro lo faceva anche bene.
  Solo che penso che fosse a uno dei suoi primi imbarchi. Se non era al primo, magari era al secondo imbarco, perché era proprio all'inizio della sua carriera. Poi, dopo quello che è successo, evidentemente è rimasto proprio scioccato. Ho saputo dopo, a distanza di anni, che non navigava più; giustamente, dopo quello che era successo, sfido chiunque a ritornare di nuovo su una nave. Questo è quello che vi posso dire di Alessio.

  PRESIDENTE. Grazie, signor Lombardo. Onorevole Marino, ha altre domande? Altri colleghi – anche quelli collegati da remoto, come l'onorevole Legnaioli e l'onorevole Vallascas – vogliono intervenire, fare commenti o domande?
  Se non ci sono altri interventi, passo a ringraziare il signor Lombardo per il tempo che ci ha dedicato. Davvero lo ringrazio per la collaborazione con questa Commissione. Lo saluto, così come saluto i colleghi, e do appuntamento alla prossima seduta, che sarà, come dicevamo, la prossima settimana per l'audizione della signora Rosetta Costa. Buona giornata.

  GENNARO LOMBARDO. Arrivederci, buonasera.

  PRESIDENTE. Grazie ancora. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.35.