XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 149 di Giovedì 17 febbraio 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori.
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 

Audizione dell'Assessore all'ambiente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, del Direttore dell'unità operativa dirigenziale Autorizzazioni ambientali e rifiuti di Salerno, Anna Martinoli, del Dirigente regionale, Antonello Barretta, e del Funzionario, Vincenzo Andreola, sul tema del traffico transfrontaliero di rifiuti
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 
Bonavitacola Fulvio , Assessore all'ambiente della Regione Campania ... 2 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Bonavitacola Fulvio , Assessore all'ambiente della Regione Campania ... 4 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 8 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 10 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 12 
Nugnes Paola  ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Nugnes Paola  ... 12 
Bonavitacola Fulvio , Assessore all'ambiente della Regione Campania ... 13 
Nugnes Paola  ... 13 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 13 
Nugnes Paola  ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 15 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 15 
Bonavitacola Fulvio , Assessore all'ambiente della Regione Campania ... 15 
Nugnes Paola  ... 16 
Bonavitacola Fulvio , Assessore all'ambiente della Regione Campania ... 16 
Nugnes Paola  ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 16 
Briziarelli Luca  ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 18 
Nugnes Paola  ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18 
Barretta Antonello , Dirigente della regione Campania ... 19 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 19 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 19 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 19 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 19 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 19 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 19 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 19 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 19 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 19 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 19 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 19 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 19 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 20 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 20 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 20 
Andreola Vincenzo , Funzionario della regione Campania ... 20 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 20 
Bonavitacola Fulvio , Assessore all'ambiente della Regione Campania ... 20 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 20 
Bonavitacola Fulvio , Assessore all'ambiente della Regione Campania ... 20 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 20 
Bonavitacola Fulvio , Assessore all'ambiente della Regione Campania ... 20 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 20

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 13.50.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione dell'Assessore all'ambiente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, del Direttore dell'unità operativa dirigenziale Autorizzazioni ambientali e rifiuti di Salerno, Anna Martinoli, del Dirigente regionale, Antonello Barretta, e del Funzionario, Vincenzo Andreola, sul tema del traffico transfrontaliero di rifiuti

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'assessore all'ambiente della regione Campania, Fulvio Bonavita, del direttore dell'unità operativa dirigenziale autorizzazioni ambientali e rifiuti Salerno, Anna Martinoli, e del dirigente regionale Antonello Berretta e il funzionario Vincenzo Andreola. Partecipa anche all'audizione la funzionaria Martina Dotoli. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul fenomeno del traffico illecito transfrontaliero di rifiuti, con riferimento alla vicenda connessa all'operazione della SRA (Sviluppo risorse ambientali) di Polla e la società tunisina SOREPLAST che ha portato al sequestro in Tunisia di oltre 200 container provenienti dal porto di Salerno. Comunico che gli auditi hanno preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta. Invito i nostri ospiti a svolgere una relazione per quanto riguarda questo tema che ci sta a cuore. Poi sicuramente faremo qualche domanda ulteriore di approfondimento.

  FULVIO BONAVITACOLA, Assessore all'ambiente della Regione Campania. Dico qualcosa poi i miei collaboratori, se ritengono, daranno qualche notizia più di dettaglio, perché la vicenda è abbastanza articolata. Mi fa piacere dire che almeno la parte di criticità dei rapporti internazionali volge a una positiva conclusione, perché proprio qualche settimana fa vi è stato un accordo con le autorità tunisine che abbiamo definito come regione Campania, su delega del Ministero dell'ambiente e questo accordo prevede il rimpatrio dei container che oggi sono depositati sulle banchine del porto di Sousse, prevediamo che ciò possa avvenire nei prossimi giorni, sicuramente entro il corrente mese. Abbiamo individuato un sito di destinazione intermedia, cioè un sito di stoccaggio nell'ambito del territorio della provincia di Salerno, perché il porto di rientro individuato dalla compagnia Arcas, che è la compagnia proprietaria dei container è il porto di Salerno; quindi per un principio di prossimità della gestione di questo segmento, abbiamo convenuto di gestire questa fase che prevede il rientro, la caratterizzazione e lo stoccaggio temporaneo in vista di una destinazione finale nell'ambito del territorio provinciale di Salerno. Peraltro, ma non è questa la ragione fondativa di questa scelta, come è noto, questi rifiuti provengono da una azienda ubicata in provincia di Salerno, Pag. 3precisamente nel comune di Polla. Restano aperte diverse problematiche dal punto di vista dell'accertamento delle responsabilità che non è ovviamente compito dell'amministrazione regionale. Non vi è dubbio che questa vicenda evidenzia un'organizzazione criminale di livello internazionale, non mi pare che su questo ci possano essere dubbi. La dimensione di questa organizzazione, le sue capacità saranno accertate dagli organi inquirenti. Mi auguro in tempi anche abbastanza ragionevolmente brevi. È chiaro che qui c'è un percorso che comprende soggetti, attori di diversa nazionalità. Non c'è dubbio che questa vicenda ha destato molto scalpore soprattutto perché ha colpito i vertici del Ministero dell'ambiente, delle agenzie ambientali della Tunisia. C'è un aspetto di approfondimento investigativo che non è mio compito, non rientra nelle mie conoscenze e non intendo parlare di questo. Credo, invece, che sia opportuno evidenziare come noi cerchiamo di chiudere questa vicenda nel modo migliore possibile anche in amicizia con le autorità tunisine, di qui questo protocollo. Sono state consumate, ma poi di questo parleranno i miei collaboratori, diverse tappe; la prima domanda me la faccio io: come mai avete impiegato tutto questo tempo? C'è stata una fase in cui per esempio l'escussione della polizza era stata sospesa dal tribunale di Roma a cui si era rivolta l'azienda esportatrice. Vi sono stati dei giudizi in sede amministrativa, perché l'azienda esportatrice intimata a provvedere al rientro dei rifiuti e ad assumere le responsabilità dovute si è rifiutato di farlo. Poi vi sono state delle complicazioni. Come regione Campania agiamo su delega del Ministero dell'ambiente nei limiti della capienza della polizza che era stata prestata a garanzia del corretto adempimento delle procedure transfrontaliere, circa sei milioni di euro. La polizza non è un salvadanaio attingibile a prescindere e a piacere; la polizza è attingibile, quindi il procedimento di escussione, ovviamente noi prevediamo di anticipare le risorse e poi di rivalerci sulla polizza, questo è pacifico, ma questo è un escamotage contabile. Il punto vero è che la polizza non garantisce costi patologici e anomali. Quindi è insorto il problema che due costi rilevanti, uno è il danno, così viene motivato e manifestato dall'autorità portuale di Sousse del mancato utilizzo della banchina per il periodo che è stato destinato a questo stoccaggio. Poiché si tratta di pretese calcolate su base giornaliera, voi capite che sono diventati, nel periodo considerato, numeri grossi. Poi vi era un'altra pretesa della compagnia di navigazione che lamentava il mancato utilizzo dei container che erano stati utilizzati e che erano immobilizzati. Entrambi gli interlocutori pretendevano che la regione Campania regolasse queste situazioni preventivamente a ogni azione volta al rimpatrio dei rifiuti. Voi capite che era una pretesa non sostenibile per noi, intanto bisogna accertare bene le responsabilità del caso, in secondo luogo si tratta di cifre rilevanti, in terzo luogo si tratta di costi che non possono gravare sulla cauzione se non in una misura limitata. Su queste vicende vi sono dei giudizi che pendono, quando la situazione si è sbloccata? Quando su nostra richiesta il porto di Sousse da un lato e la compagnia di navigazione dall'altro hanno deciso di accantonare queste problematiche e di predisporsi intanto a fare rientrare i container in Italia. Questo per rimuovere la sintomatologia acuta di questo evento patologico, cioè lo stazionamento ancora per mesi e mesi di questi container in banchina nel porto tunisino. Rimosse queste due condizioni che per noi erano evidentemente ostative, ci siamo rapidamente adoperati a programmare questo rientro e credo positivamente di poter dire che questa operazione avverrà entro il corrente mese di febbraio. Mi fermerei qui sull'aspetto d'inquadramento generale, poi forse i miei collaboratori è più utile che rispondano a qualche domanda se c'è.

  PRESIDENTE. È una situazione molto complicata, complessa, adesso ci concentriamo sulle cose che ci lasciano perplessi. Ritorno a ciò che ha provocato tutto questo, poi è giusto anche occuparsi del rientro, di quello che sta succedendo adesso e di quello che succederà. Partiamo da un presupposto, lo scrivete anche voi, facciamoPag. 4 finta che sia accertato che la documentazione della SRA sia vera, partiamo da preciso presupposto. Innanzitutto sembra un po' grottesco, aiutatemi a capire, come sia possibile che una regione, l'ente che deve gestire il trasporto transfrontaliero invece di rivolgersi al focal point che poi abbiamo visto è facilissimo, si trova anche sul web, perché voi vi siete rivolti all'ambasciata tunisina sul vostro territorio? Questa è la prima questione che m'interessava affrontare.

  FULVIO BONAVITACOLA, Assessore all'ambiente della Regione Campania. Credo che il dottor Barretta possa rispondere meglio di me su questa vicenda dell'interlocuzione. Vi sono state diverse corrispondenze che hanno riguardato il nostro Ministero dell'ambiente, quindi il dottore Barretta ha piena conoscenza e padronanza della Vicenza meglio di chiunque di noi presenti può dare una risposta.

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Preliminarmente va detto che la Convenzione di Basilea, il regolamento comunitario 1013 del 2006 che disciplina il trasporto transfrontalieri di rifiuti, prevede espressamente nei propri allegati, che il notificatore nel predisporre la documentazione allegata al dossier indichi l'autorità competente a cui deve essere inviato il dossier, il numero di fax, il numero telex e la posta elettronica e l'indirizzo, cosa che è avvenuta anche in questa occasione. L'ufficio nel gennaio 2020, quando ha ricevuto il dossier documentale lo ha ritualmente trasmesso all'autorità che era indicata all'interno del dossier documentale, come avviene per qualsiasi altra notifica che viene svolta in ogni regione d'Italia. La problematica emersa è che rispetto alla autorità che era indicata all'interno del dossier, l'autorizzazione che è pervenuta nel febbraio del 2020 dalla Tunisia perveniva da altra autorità e cioè da questa agenzia nazionale dei rifiuti della Tunisia. In vero alcuni giorni prima lo stesso notificatore, con una pec di qualche giorno prima, quindi nel mentre il 27 gennaio 2020 partiva il dossier per la Tunisia arrivava l'autorizzazione di ANGED del 20 febbraio 2020, il 12, 13 febbraio la stessa SRA scriveva una pec con cui modulava le modalità di trasporto del rifiuto, ma questa volta non scriveva a API Sousse, cioè questa struttura ministeriale che originariamente aveva previsto, ma scrive a ANGED. Abbiamo un incontro con questi soggetti alla fine di febbraio del 2020, alla presenza anche di un tale Paolo Casodonte, come abbiamo poi ricostruito successivamente, in cui ci viene richiesto il rilascio dell'autorizzazione precisando che erroneamente, inizialmente API Sousse anziché ANGED e che ANGED è l'effettiva autorità. In quell'occasione noi ritenemmo, poiché il notificatore è il cuore della notifica ed è il responsabile perché formula anche dichiarazione che tutta la documentazione è veritiera tutta quella che viene prodotta all'interno del dossier, chiedemmo due cose fondamentali al notificatore: la prima è che avevamo bisogno di una attestazione da parte della prima autorità indicata che aveva ricevuto il dossier e cioè API Sousse; la seconda una autorizzazione più ampia da parte dell'autorità tunisina, relativamente soprattutto all'impianto. Il problema fondamentale non era neppure capire se l'autorizzazione, era capire se lì c'era l'impianto, se l'impianto aveva le caratteristiche per poter recuperare quel rifiuto. Nel dossier ci veniva indicato che la spedizione era motivata per il recupero di plastica, per realizzare attraverso l'end of waste, cioè la cessazione della qualifica dei rifiuti dei pezzettini in plastica. Quindi era fondamentale capire che l'impianto lì vi fosse, che l'impianto avesse le caratteristiche per poter recuperare quel rifiuto, che l'impianto avesse la capacità per poterlo fare. Quindi chiedemmo queste due cose, precisai in virtù anche di altre esperienze di falsificazione delle documentazioni prodotte, che la documentazione non doveva pervenire attraverso il notificatore, né attraverso il notificato, ma ci doveva pervenire direttamente dalle autorità tunisine preposte. Nello stesso tempo, il giorno dopo il 27 febbraio scrivemmo al Ministero dell'ambiente che, mi preme sottolineare, è il focal point italiano della convenzione di Pag. 5Basilea, perché il focal point svolge una funzione di informazione sia rispetto alle autorità competenti, sia rispetto alle parti tra cui anche ai notificatori. Gli chiedemmo sulla natura del rifiuto come primo aspetto «Guarda il notificatore ci ha chiesto il 19/12/12 con una componente prevalente di plastica. Ci sono degli accordi rispetto alla Tunisia? Avete fatto degli accordi rispetto a questo paese che ne vietino l'esportazione o ne limitino l'esportazione?». Questa è la prima lettera che scrivemmo al focal point italiano. Ci ponemmo la problematica di capire; ma il governo tunisino è veramente interessato a questo tipo di attività? C'erano delle interlocuzioni sul recupero energetico dei rifiuti? C'erano delle interlocuzioni sul riciclo dei rifiuti? Volevamo avere effettivamente contezza, in una precedente esperienza che avevamo avuto con la Bulgaria la documentazione era ritualmente perfetta, ma erano stati corretti i funzionari che erano preposti al rilascio delle autorizzazioni. La valutazione che abbiamo fatto, seguiamo un'altra strada, non seguiamo la strada tradizionale prevista, perché quella poteva essere corroborata, poteva essere contaminata, abbiamo chiesto al governo tunisino per il tramite del consolato. Attenzionammo con l'ambasciata, poi l'ambasciata ci disse di rivolgersi al consolato e ci rivolgemmo con tre lettere al consolato. All'interno di questa interlocuzione che poi si è verificato l'aspetto più specioso, poi vi dirò come ha definito il presidente del Tribunale di Sousse questa vicenda. Il consolato dopo una decina di giorni ci scrisse e ci chiese di avere un riferimento nell'agenzia dei rifiuti Tunisina da poter contattare da poter verificare se effettivamente c'era stata la titolarità a rilasciare questo permesso e soprattutto l'autenticità del permesso stesso. L'architetto Andreola, responsabile del procedimento chiese, come è rituale che avvenga, questa informazione al notificatore. Il notificatore diede il nome di questo funzionario, presunto funzionario dirigente dell'ANGED. E noi lo trasferimmo paro, paro al Consolato di Tunisia. Il 18 marzo abbiamo ricevuto dal Consolato di Tunisia una conferma della validità dell'autorità competente dicendoci che il riferimento era questo soggetto che poi successivamente è stato quello che ha falsificato gran parte della documentazione. Questo passaggio è importante perché poi si capisce perché hanno arrestato uno spedizioniere, perché hanno arrestato degli addetti postali in Tunisia. Abbiamo ricevuto dalla Tunisia sia l'autorizzazione dall'API Sousse che aveva ricevuto il plico, conforme alla spedizione il 24 gennaio era partito, l'aveva ricevuto il 27 e ce l'ha autodichiarato e l'aveva trasmesso a ANGED, tutto falso. ANGED ci invia una autorizzazione con tanto di perizia di traduzione asseverata, complessivamente importante con una autorizzazione in parte vera e poi questo è un altro elemento di frizione all'interno dell'organizzazione Tunisia perché la società SOREPLAST era stata autorizzata a portare i propri rifiuti in discarica. Nell'autorizzazione, in parte falsificata, viene riportato il codice CER 191212, come gli avevamo chiesto, le operazioni di recupero, una quantità inesistente. Quello che poi abbiamo appreso attraverso l'autorità inquirente tunisina per il tramite del consolato è che lì l'impianto non c'era proprio, erano dei semplici capannoni o poco più. Poi non di meno, fine marzo, c'era la problematica della pandemia abbiamo scritto una lettera a tutte le autorità e anche al nostro focal point italiano: ci sono problematiche relative alla pandemia, relativamente a questa trasferimento di rifiuti in Tunisia? Nessuno ci ha risposto. Anzi ci ha risposto solo ANGED sempre attraverso questo funzionario trasmettendoci il provvedimento del Presidente della Tunisia, del capo di Stato della Tunisia, che non vi erano problematiche al trasferimento, o altro, rispetto a questo. Tengo a sottolineare che nell'incontro di febbraio, così come faccio con tutti i notificatori, ebbi a dire anche a tale Alfonso Palmieri, uno dei soci della società SRA «Siete stati in Tunisia? Avete verificato l'impianto? Questo impianto ha le caratteristiche? Voi siete degli imprenditori del settore, l'avete visto? Ci sono le caratteristiche per recuperare il rifiuto? Voi avete descritto che di lì avremo una cessazione della qualifica del rifiuto di Pag. 6plastica, avremo un prodotto in plastica? Certo, noi siamo stati in Tunisia» questa è la risposta ed è facilmente verificabile attraverso i passaporti, l'autorità giudiziaria potrà farlo. Abbiamo rilasciato i decreti, abbiamo monitorato attraverso il sistema del SISPED se il rifiuto era stato recuperato. A settembre abbiamo scritto più lettere, ci veniva detto una volta che c'era la tempesta di sabbia, altra volta che c'era la problematica della pandemia. Poi in un incontro specifico ci dissero che era stato un loro emissario andato in Tunisia dove era stato per due settimane. Due giorni dopo abbiamo i primi 70 modelli timbrati e firmati nel documento di movimento di avvenuto recupero. Chiedemmo di inviarci anche il certificato di analisi del recupero del rifiuto e del rifiuto che era arrivato e ci mandarono un certificato di un laboratorio accreditato tunisino, questo soggetto è stato altrettanto assicurato alle patrie galere tunisine. A dicembre, questo a conferma di come i focal point interloquiscono esclusivamente tra focal point, per il tramite del Ministero dell'ambiente abbiamo avuto delle comunicazioni da parte dell'autorità tunisina, inizialmente non ci hanno detto che l'autorizzazione era falsa, ci hanno richiamato il fatto che loro formalmente l'organo previsto non l'aveva autorizzata. Dopodiché nell'interlocuzione che c'è stata, perché avevamo chiesto la caratterizzazione del rifiuto e tutt'altro, è emerso e lo hanno certificato, scritto che l'impianto non c'era, che le autorizzazioni che avevamo avuto erano tutte quante false, che questo soggetto non era abilitato a rilasciare o a interloquire con loro. Voglio sottolineare, per come sia complesso questo fenomeno e per quante autorizzazioni ci siano, che fino al 2015 noi non avevamo richieste transfrontaliere, la Regione interviene esclusivamente con una funzione fino al 2005, prima dell'entrata in vigore del testo unico ambientale le competenze erano esclusivamente ministeriali. La Regione interviene soltanto in funzione amministrativa. Non sono rifiuti prodotti dalla Regione, si guarda il produttore del rifiuto privato e noi quando ci arriva il dossier ne vediamo la completezza e lo trasmettiamo alle autorità dell'altro paese per l'autorizzazione. Il mercato è profondamente cambiato, il numero delle autorizzazioni sono cambiate, perché è diventato più caro il costo del recupero del rifiuto. Questo per cercare di meglio capire il sistema. Il recupero in discarica, il conferimento in discarica di questo rifiuto costa in Tunisia dieci euro a tonnellata. In Italia costa dai 200 euro in su. Questo lascia capire come le organizzazioni criminali siano molto ben propense ad adoperare strumenti, modalità attraverso cui fare il traffico dei rifiuti. Nello stesso periodo vi era un'altra notifica sempre per la Tunisia che riguardava un altro produttore di rifiuti della provincia di Salerno, ma il notificatore in questo caso è un notificatore lombardo, precisamente con sede legale a Milano. Evito i nominativi perché ci sono le indagini dell'autorità giudiziaria in corso, poi se il Presidente vorrà lo potrò dire. Che cosa era accaduto in questo caso? Per essere chiaro sulla modalità di aggressione al sistema anche in questo caso regionale? Il dossier era stato presentato analogamente in maniera completa, l'impianto di destino era un cementificio a Barzine, il recupero era di valorizzazione energetica, R1, il contratto regolarmente siglato, cioè era un contratto allegato firmato tra le parti e il dossier era andato al Ministero dell'ambiente agenzia nazionale AMPE. Nel dicembre 2020, proprio quando si stava capendo che cosa era accaduto con SRA arriva un emissario di questo notificatore nel nostro ufficio, l'architetto Andreoli lo portò da me e mi esibì l'autorizzazione tunisina. Nel guardare l'autorizzazione tunisina, io qualche giorno prima avevo avuto modo di vedere il modello 1A, che accompagna le notifiche che era allegato a questo dossier. In questo caso mi resi conto che l'1A non era scritto a macchina come era quello che avevamo spedito, ma era scritto a penna e gli chiesi contezza di questo. «No ma c'è un errore», dissi «Adesso mi ha esibito questo documento, questo documento me lo deve lasciare qui agli atti». Riuscimmo ad acquisirlo al protocollo. Avevamo iniziato un'interlocuzione perché gli arresti che ci sono stati per SRA sono intervenuti perché tramite la console di Pag. 7Napoli della Tunisia abbiamo mandato noi gli atti all'autorità giudiziaria tunisina perché altrimenti non avrebbero avuto gli atti. Quelli arresti sono stato frutto della collaborazione con l'autorità giudiziaria tunisina che noi come ufficio abbiamo avuto, perché abbiamo trasmesso tutti gli atti. Chiesi «Qui abbiamo questa autorizzazione è vera, non è vera?». Dopo qualche giorno l'autorità inquirente tunisina ci scrisse per il tramite del consolato o anche direttamente adesso non lo ricordo bene, dicendomi: a) che il proprietario del cementificio che c'era effettivamente aveva non riconosciuto la propria firma sotto quel contratto; b) che l'autorizzazione ministeriale e attraverso questa agenzia AMPE, era totalmente falsa, il modello con i loghi, con tutto quanto era in uso al Ministero fino a qualche settimana prima. Mentre per SRA mi sembra un po' più chiaro quale può essere l'ipotesi criminale dell'organizzazione criminale che c'è, cioè prendere il rifiuto, fosse esso 191212 o qualche altro, portarlo attraverso questo capannone perché non era un'attività di recupero e portarlo in discarica, da noi costa duecento euro, lì sarebbe arrivato a dieci euro a tonnellate. Qui diventa più complesso capire anche l'ipotesi criminale che c'era dietro, perché se il cementificio non poteva bruciare rifiuti, ma poteva bruciare soltanto prodotti dove sarebbero andati questi rifiuti? Questo per dare il senso di un'organizzazione strutturata che conosce i meccanismi di funzionamento delle autorità competenti di spedizione, le attività che sono preposte per noi che ci sono stabilite dalla legge. Quando riceviamo il dossier abbiamo tre giorni per inviarlo, la norma dice tre giorni. In questi tre giorni controlliamo che il dossier sia completo, ma non abbiamo una funzione di polizia giudiziaria, non abbiamo la possibilità di andare a verificare se quello che sta scritto là dentro corrisponde al vero oppure no, lo facciamo con le aziende del nostro territorio. Ci arrivano domande anche d'impianti di rifiuti per portare rifiuti fuori che molto spesso ci chiedono quantitativi maggiori di quelli che possono essere effettivamente fatti, ma noi controlliamo le nostre, ma non possiamo controllare quelle del paese di destino. Anche l'immaginare di non rilasciare modelli per non favorire la notifica, perché la notifica in questo caso assurge esclusivamente a prendersi l'etichetta di essere stati autorizzati «Io sono stato autorizzato quindi sono a posto». Ma se tutto quello che mi hai scritto nel dossier documentale è falso e sono false le finalità ed è falsificata tutta la documentazione, c'è un'intermediazione di persone false, diventa falso tutto quanto il percorso.

  PRESIDENTE. Questo sicuramente. Però io ho fatto questa premessa, mettiamo che sia tutto vero, che non ci siano falsi, o non ho capito io bene o c'è qualcosa che va chiarito. Mi sembra un po' pacchiano già che dall'inizio, prima era l'agenzia tunisina API Sousse, poi l'ANGED, già questo doveva fare accendere mille lampadine. Ma a prescindere da questo voi avete detto che il focal point della Convenzione di Basilea è il Ministero, però il Ministero ha comunque delegato le regioni, ecco perché voi facevate da tramite. O voi o il Ministero siete tenuti, perché basta fare una piccola ricerca ci riuscirebbe penso chiunque, a sapere visto che l'elenco dei focal point, che queste l'API Sousse non è l'organo stabilito, ma è invece la direzione generale per l'ambiente. Quindi chi è che ha tirato fuori API Sousse a parte il proprietario del rifiuto. Quello potrebbe anche scrivere Batman, non penso che dite «Ha scritto Batman l'ha scritto lui e quindi per noi va bene». Un minimo di controllo se no voi a cosa servite? Chi ha tirato fuori tutti la conferma che questi nomi erano corretti? Chi è stato? Siete stati voi che avete verificato che erano corretti o è stato il Ministero?

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. L'indicazione di API Sousse e di ANGED c'è stata fornita nel dossier. Glielo ripeto Presidente, il Regolamento il 1013 e la Convenzione di Basilea ne fa carico al notificatore che lo certifica con autocertificazione, noi ci siamo rivolti da un lato all'emanazione dello stato tunisino in Italia che era il consolato per l'ambasciata da un altro e dall'altro...

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  PRESIDENTE. Dove è previsto che uno si debba rivolgere al consolato? Innanzitutto chi è la persona del consolato alla quale vi siete rivolti e se ho capito bene, vi ha confermato il falso? Chi è stato?

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Non in falso, noi ci siamo rivolti al consolato, abbiamo fatto una pec al consolato della Tunisia, che poi ci ha risposto come Consolato.

  PRESIDENTE. Al Consolato della Tunisia...

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Qua a Napoli.

  PRESIDENTE. Cosa avete chiesto al Consolato?

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Noi abbiamo chiesto al Consolato «Guardi che qui c'è stato indicato API Sousse da un lato, dall'altro c'è stato indicato ANGED, ci è arrivata questa autorizzazione da ANGED...».

  PRESIDENTE. Perché vi siete rivolto al Consolato quando l'elenco della Convenzione di Basilea è pubblico? Dove vi sta scritto che voi vi dovevate rivolgere al Consolato.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Io devo sfatare questa semplicità che lei anche ironizza sul punto della individuazione dell'autorità competente con una semplice operazione di consultazione sul sito web. La invito a oggi a reperire nell'ambito di internet, del sito web l'autorità competente tunisina, quando lei la trova me la produce.

  PRESIDENTE. No, innanzitutto se fossi...

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. No perché lei ha ironizzato con una semplicità, basta consultare...

  PRESIDENTE. Certo.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Non è vero. Lei se digita cento mila volte «Convenzione di Basilea» mi creda non le comparirà mai.

  PRESIDENTE. Il Ministero quindi che cosa vi ha detto?

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Il ministero, il ministero...

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Fatemi completare. Al ministero abbiamo fatto più interlocuzioni, avrebbe potuto scriverci, non l'ha fatto e non ci ha risposto mai per nessuna nota. Dall'avvio del procedimento in poi l'abbiamo sempre scritto.

  PRESIDENTE. Però non è una scusante che non ha mai risposto.

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. No non è una scusante. Il problema qual è? Che i focal point dialogano tra focal point, noi ci siamo rivolti al focal point, il focal point avrebbe dovuto comunicarci che dovevamo rivolgerci...

  PRESIDENTE. Chi è questo focal point?

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Il focal point italiano è il Ministero dell'ambiente.

  PRESIDENTE. Comunque il Ministero dell'ambiente ha delegato le regioni.

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. No, no, Presidente, le regioni all'interno della Convenzione di Basilea distingue due cose. Distingue la parte che è lo Stato, distingue l'autorità competente. La parte è anche focal point, Se lei adesso va sul sito del Basel convention e vede come è fatto il ministero italiano e andava nel febbraio del 2020 o anche fino a ottobre del 2020 e cliccava Italia avrebbe trovato soltanto il Ministero dell'ambiente perché non era aggiornato quel sito. Quel Pag. 9sito è stato aggiornato solo dopo che è accaduto questo fatto.

  PRESIDENTE. Almeno l'obbligo di rivolgersi al focal point c'è giusto?

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. E noi l'abbiamo fatto.

  PRESIDENTE. Ma se il focal point non risponde, voi che fate?

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Presidente, noi abbiamo dei termini in cui dobbiamo rispondere...

  PRESIDENTE. Però così uno «Ho mandato non ha risposto...

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. No il focal point italiano, tenga conto che avevamo delle autorizzazioni...

  PRESIDENTE. Quindi neanche avete provato a fare una chiamata?

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Come no. Con il Ministero dell'ambiente noi abbiamo speso un'interlocuzione. Loro non partecipano attivamente al procedimento, avrebbero dovuto indicarci e dire “Guardate rivolgetevi...”. Anche qui sul fatto dell'autorità competente...

  PRESIDENTE. A volte anche a livello istituzionale se mi rivolgo al Ministero, a parte bisogna vedere a chi si rivolge.

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Ho indicato l'ufficio che era preposto per fare questo.

  PRESIDENTE. Quale era?

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. ECI.

  PRESIDENTE. Questo ufficio non ha risposto, voi non avete neanche alzato il telefono vediamo perché?

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Abbiamo fatto delle interlocuzioni. Le telefonate sono state fatte. Il punto non è questo, noi avevamo delle autorizzazioni che erano pervenute, che fino a che non vengono a essere considerate false, tenga conto che l'autorità competente...

  PRESIDENTE. Scusi a maggior ragione che c'era questa confusione che prima era API Sousse, poi era ANGED a maggior ragione uno per precauzione non basta dire “Ho scritto al Ministero ma non mi ha risposto”.

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Avevamo avuto la conferma del Consolato che fossero quelle.

  PRESIDENTE. Questo sì, però il Consolato è la parte...

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Non è che potevamo scrivere al Ministero dieci volte per chiedere “guarda ma questo rifiuto può andare, ma guarda ma questo...”.

  PRESIDENTE. La difficoltà che avete avuto voi, questo problema, quindi con questo sistema bisogna capire e vedere allora ce la possono avere tutti. Da quel che so non che è che il Ministero si mette lì per ogni pratica, è la regione che...

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Mi consenta, una cosa è il regolamento 1013 che riguarda l'Europa, altra cosa è la convenzione di Basilea. Nella Convenzione di Basilea il focal point è tenuto a dare informazioni alle autorità e agli operatori. Avevamo di fronte un soggetto che è il privato che ci ha fatto delle dichiarazioni, che ha prodotto una documentazione, abbiamo delle autorizzazioni che sono pervenute da uno stato sovrano, abbiamo fatto degli approfondimenti, ci hanno mandato altra documentazione. Diventa difficile, altrimenti così non potremo chiudere mai un procedimento amministrativo. Non è solo per i transfrontalieri ma Pag. 10per qualsiasi cosa. Il sistema della legge 241 del 1990 è incentrato sul privato. Anche la stessa notifica, come le ho fatto l'altro caso, è incentrata sul notificatore, sul privato che fornisce tutte quante le informazioni, perché altrimenti non tenerne conto e non rispettare i termini ci espone a un'azione risarcitoria e abbiamo contenziosi rispetto a questo, ma questo è il punto. Poi avessimo immaginato che tutto quello che c'era dietro è un altro tipo di ragionamento.

  PRESIDENTE. Se io ascoltassi queste cose mi verrebbe voglia di fare un traffico illecito di rifiuti all'estero, perché dico tanto la regione non controlla e non ha i mezzi, il Ministero non risponde, allora veramente ci posso scrivere la qualunque. Ripeto, voi mi state dicendo che il Ministero non ha mai risposto a nulla, voi non avete nemmeno provato a chiamare a provare a sollecitare? Nulla?

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Ho interloquito spesso con il dottor Filiberto, proprio per acquisire ogni volta delle delucidazioni che non erano in possesso alla mia esperienza professionale maturata nell'ambito della regione Campania. In questa continuità di rapporti telefonici l'ultima volta mi rispose “Architetto non mi sentite più a me, chiamate i vostri colleghi della ragione nazionale”. Da allora non l'ho disturbato più, perché non ho visto un carattere collaborativo non nello specifico, ma nel generale della mia attività di funzionario.

  PRESIDENTE. Dottor?

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Filiberto, il nome non me lo ricordo.

  PRESIDENTE. Vi ha detto di rivolgervi?

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Ai colleghi della rete nazionale delle altre regioni. Per dire “Non mi chiamate” perché loro effettivamente non è che abbiano maturato un'esperienza puntuale nel settore dei transfrontalieri è un'esperienza che stanno maturando oggi i funzionari della regione generale che stanno lavorando su questo.

  PRESIDENTE. Ormai penso che le regioni, compreso anche voi, penso che sono anni e anni che mandate i rifiuti fuori.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Certo, da quando c'è stata la delega.

  PRESIDENTE. Quindi nelle altre occasioni uno come faceva a sapere qual è il focal point, quello, quell'altro, il Ministero che rispondeva? Cioè non è la prima volta.

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. È il notificatore che le indica Presidente.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Questo è un onere che spetta al notificatore, il quale dichiara sotto responsabilità di legge che quanto dichiarato, per quanto informato, per quanto ha prodotto corrisponde al vero. Questo lo sottoscrive nell'ambito del documento di notifica e lo sottoscrive nell'ambito di una dichiarazione. Questo fa capire la ratio del regolamento 1013 che individua nel notificatore il deus ex macchina della notifica. Non è l'attività di controllo che deve svolgere il funzionario della regione Campania, che ha un compito, non è un passacarte, ma è uno che va a puntualizzare la contezza documentale che ha presentato. Se tu mi hai detto una puttanata, mi consenta l'espressione, io non sono in grado e né sono tenuto nei miei compiti ad andare in... altrimenti tre giorni ci vogliono tre mesi. Il problema dell'autorità di controllo, dell'autorità competente è un falso problema. Le faccio un esempio, devo produrre una documentazione per il Ministero dell'ambiente, sbaglio, non lo trasmetto all'ufficio ambientale giusto, lo trasmetto in un altro ufficio, l'altro ufficio che lo recepisce che cosa fa? O lo manda indietro perché dice “Non sono competente” o lo manda all'ufficio competente. Il problema è che questo non è avvenuto, il plico è stato sottratto Pag. 11all'iter naturale della destinazione. C'è stato un delinquente delle poste che è stato arrestato che sa sottratto il plico e l'ha portato, ma io posso prevedere queste cose?

  PRESIDENTE. Capisco nel senso non è che fate polizia, questo è poco ma sicuro. Però da qui a dire “Sì abbiamo chiamato il Ministero ma non ci ha risposto” i campanelli di allarme c'erano, hanno detto prima API Sousse» poi invece quello era ANGED, insomma i campanelli di allarme c'erano. Se questi campanelli di allarme non vi hanno attivato alla massima precauzione, non solo chiamando il console, alla fine veramente in questo caso, ma non parlo solo del caso vostro, ma in generale praticamente veramente fate solo i passacarte in pratica.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Lei ha centrato un problema ed è vero. Qui dovrebbe intervenire il politico, l'attività politica con delle riforme, perché il regolamento 1013 è desueto è nato nel 2006. Dal 2006 al 2022 il mondo è cambiato. La delinquenza è cambiata. Il mondo del rifiuto è cambiato. Questo è il problema che vi dovete porre. Lei sa che la polizza fideiussoria è ancorata ancora alle lire. Lei lo sa che oggi con una polizza fideiussoria che si deve escutere, basta che quello fa un ricorso che io non la posso escutere più. L'attività politica deve intervenire nel merito delle cose.

  PRESIDENTE. La Commissione se ne sta occupando, ha già fatto un'intera relazione sulle polizze di fideiussione in questo caso delle discariche, abbiamo chiesto anche alla regione Campania apposta, quindi adesso uscirà la seconda parte, aspettavamo la documentazione che ancora non è arrivata e vi ringrazio che oggi abbiamo risolto questa cosa, perché aspettavamo voi.

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Se posso però, su questo delle autorità competenti volevo dare un ulteriore elemento poi mi taccio. Le indicazioni che vengono date sulle autorità, per dare contezza delle volte è un nominativo e una e-mail. Gran parte di questi paesi non ha una pec, non ha una firma digitale, noi trasmettiamo un dossier che non possiamo mandare per e-mail, per pec, perché non regge la quantità la posta di destino. Dobbiamo trasmetterlo necessariamente attraverso poste, come è accaduto in questo caso. Si espone alla sottrazione del plico, come era avvenuto nei due casi che abbiamo avuto qui nella Tunisia in regione Campania: Ma nello stesso, mi creda, le organizzazioni criminali sono così pervicaci e pronte che non ci vuole nulla neanche a duplicare un'e-mail. Nel caso che abbiamo vissuto, perché questo vorrei sottolinearlo, non abbiamo soltanto false informazione, falsificazioni documentali, abbiamo anche interposizioni di persone. Le organizzazioni criminali che abbiamo di fronte conoscono bene le modalità attraverso cui opera la pubblica amministrazione e il procedimento e attiva meccanismi analogamente produttivi per rispondere e per evitare che vengano fatte le scoperte. Cosa avremmo scoperto? Avremmo scoperto quello che poi siamo riusciti nel secondo caso e cioè che era tutto falso? Questo l'abbiamo fatto, l'abbiamo detto all'autorità giudiziaria, ringrazio il comando provinciale di Salerno che c'è stato molto vicino perché l'abbiamo segnalato immediatamente, abbiamo evitato in entrambi i casi di dare pubblicità agli eventi per consentire che indagini venissero svolte. La problematica qui non è tanto questo è quella di assicurare queste organizzazioni criminali alle patrie galere, questa è la problematica.

  PRESIDENTE. Sì, infatti quello sui falsi è un problema, ecco perché mi sto più concentrando sulle cose che erano comunque evidenti che potevano fare accendere, a chiunque avesse in mano le carte, una lampadina per lo meno. Già anche dalle carte che si vede, comunque uno non è che si può affidare al Console, dovremmo anche noi, la parte italiana avere un minimo di accortezza. Qui ci siamo tutti affidati ai tunisini e al privato che ha spedito e questo mi sembra abbastanza grave, perché se né il Ministero, né voi siete intervenuti questa Pag. 12cosa mi lascia perplessa. Altra cosa, sempre guardando le carte, perché ovviamente partendo dal presupposto che sono vere. Leggo la vostra autorizzazione alla spedizione, dove c'è scritto che «Il volume presuntivo del materiale recuperabile è stimato nella misura dell'80 per cento, pertanto quello stimato allo smaltimento è del 20 per cento». Quindi qui si dice: «Autorizzo perché l'80 per cento verrà recuperato» però basta poi andare a vedere l'autorizzazione dell'impianto tunisino, a prescindere se l'impianto c'è, non c'è, parliamo delle carte che tutti avevate voi e qui dicono che questo impianto è autorizzato per trasformazione per il riciclo dei materiali plastici. Nell'analisi merceologica del prodotto che ha fatto la SRA leggo che a parte carta, vari tessili, vari materiali, la plastica presente c'è scritto 50 per cento. Andando solo meramente a vedere le carte mi domando: non vi siete posti il problema che c'era qualcosa che non andava? Se dico che devo recuperare l'80 per cento di plastica, l'impianto sulla carta recupera la plastica non recupera altre cose, come faccio io a spedire dei materiali che sono solo al 50 per cento dalla Campania di plastica, come faccio io a recuperarne l'80 per cento di plastica?

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. La SRA non ha detto che recupera l'80 per cento di plastica, ha detto che recupera l'80 per cento del materiale, del rifiuto che è stato spedito.

  PRESIDENTE. Certo, è corretto. Ma se io lo invio ad un impianto che può ricuperare solo plastica e la plastica che io gli mando è 50 per cento, matematicamente è impossibile, come fa quell'impianto di destinazione che è autorizzata a recuperare solo plastica a recuperare l'80 per cento quando il prodotto che ho mandato già di per sé non ci arriva neanche all'80 per cento ma arriva al 50?

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. L'operazione di recupero e R12. L'operazione di recupero del materiale non è che è finalizzato all'unico recupero possibile? È finalizzato al recupero del materiale, con priorità della plastica perché il governo tunisino, il paese tunisino aveva necessità, che è stata rappresentata dal notificatore, rappresentata dalla necessità di acquisire plastica. Però non è che l'80 per cento doveva essere plastica, il 50 per cento era plastica, il resto era altro materiale da recuperare. Il 20 per cento, che era la parte non recuperabile, ma di plastica, della totalità del rifiuto, altrimenti uno doveva mandare solo la plastica. L'impianto tunisino aveva l'operazione in R12, ma non R12 in plastica, in R12 che è una generalità possibile, di cui avrebbe potuto o dovuto recuperare il 50 per cento di plastica, il 30 per cento di altro materiale e il 20 per cento era...

  PAOLA NUGNES. Il codice 191212? Ma non scherziamo. Non si recupera...

  PRESIDENTE. Prego senatrice Nugnes.

  PAOLA NUGNES. Ho sentito parlare di possibilità di carte false, quindi che ci sia stata sicuramente una truffa almeno in questo procedimento. Ma una cosa risulta vera, il codice dei rifiuti. Non è mai stato dichiarato il falso a quanto capisco, perché è sempre stato dichiarato il 191212. Partendo da questo presupposto di verità dovremmo avere chiaro che da questo codice che è già un rifiuto che è lo scarto da un processo di selezione e vagliatura, non possiamo che avere un rifiuto che normalmente finisce all'inceneritore o alla discarica. Presupporre che da questo rifiuto la Tunisia, che ricicla pochissima plastica, avesse potuto avere impianti all'altezza di recuperare i tubicini di plastica, perché non si parla di pezzetti di plastica, ma di tubicini di plastica, rasenta l'inverosimile. Credo che ci saremmo dovuti fermare proprio al codice dei rifiuti per capire che qualcosa non andava. Mi chiedo: come mai questo non è risultato lampante già ma primissima lettura? Questa è la prima e più importante domanda, però volendo anche sapere, essendo anch'io campana quindi mi duole maggiormente, volevo sapere fino ad adesso alla Regione quanto è costato – Pag. 13quindi valutando che per fine mese fortunatamente questi rifiuti torneranno nel porto di Salerno – alla Regione questo inconveniente e soprattutto dalla polizza quanto si riuscirà a recuperare?

  FULVIO BONAVITACOLA, Assessore all'ambiente della Regione Campania. Su questo aspetto specifico al momento non ci sono stati esborsi. Perché le operazioni di rimpatrio avranno luogo nei prossimi giorni, poi in sequenza ci sarà la caratterizzazione a campionamento evidentemente, la fase dello stoccaggio e poi sarà affidato il servizio di smaltimento e/o recupero finale. Come ho già anticipato prima, intendiamo finanziare questi costi con l'escussione della polizza. Riteniamo che tutti questi costi, così come segmentati pocanzi, sono riconducibili a inadempimenti garantiti dalla polizza. Ho precisato nell'intervento precedente che vi sono invece degli aspetti patologici che riguardano l'utilizza della banchina di Sousse per tanto tempo, il mancato utilizzo di container della ARCAS compagnie di navigazione. Evidentemente questi sono costi patologici che noi non potremo fare gravare con escussione della polizza, ma noi non intendiamo neanche sostenerli. Contestiamo radicalmente che la Regione sia tenuta a questo tipo di riconoscimento e di indennizzo, perché un indennizzo e un risarcimento presuppongono una condotta negligente, una responsabilità, in questo caso noi la respingiamo in toto e siamo in giudizio su questo. Non abbiamo ancora avuto esborsi e comunque tutti i costi saranno a carico della polizza e quindi della compagnia assicuratrice ed evidentemente della SRA che è il soggetto garantito che dovrà infine rispondere in ultima istanza.

  PAOLA NUGNES. Per quanto riguarda il codice dei rifiuti, tenendo conto anche che esiste una legge in Tunisia che non permette di importare rifiuti che vadano in discarica o all'incenerimento. Come è successo che non ci si è fermati già proprio sul codice del rifiuto al 191212 che mi dicono corrisponde esattamente poi a quello che a vista si può valutare di questo rifiuto, quindi anche la caratterizzazione probabilmente sarà, a quanto ci è stato detto da altra audizione, superflua perché effettivamente quello è il rifiuto che è stato inviato. Ma non è recuperabile, è rifiuto da discarica e incenerimento cosa che la Tunisia non può importare e i tubicini di plastica non si possono recuperare. Quindi questa è la domanda che faccio, la più importante.

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Onorevole, questo fa parte di quell'approfondimento che abbiamo fatto nell'incontro, nella richiesta documentazione che avevamo chiesto ad ANGED. Abbiamo chiesto che venisse inviata una autorizzazione più ampia della gestione dell'impianto dei rifiuti, che tenesse conto del processo produttivo e con esplicita indicazione del codice 191212 e delle relative operazione e della capacità di potere arrivare all'end of waste. Questa è stata l'operazione di falsificazione, perché la documentazione che ci è pervenuta da ANGED, formalmente e direttamente con corriere da ANGED, riporta il 191212, riporta le operazioni che venivano fatte, riporta il processo produttivo e il recupero come diceva lei di questo materiale plastico. Quindi qui è stata fatta la falsificazione, noi inizialmente l'abbiamo mandato perché se un dossier prevede che ci sia questo ed è corredata di tutta la documentazione, che prevede tutte le dichiarazioni, che descrive il processo, che allega le autorizzazioni, il dossier non poteva non essere inviato e l'ufficio regolarmente lo ha inviato con le modalità che prevede la Convenzione di Basilea e il regolamento europeo 1013.

  PAOLA NUGNES. Da quanto è a nostra conoscenza un rifiuto 191212 avrebbe dovuto sollevare dei grossi sospetti che avrebbe dovuto essere recuperato in quel maniera, quindi da qui avremmo dovuto già sollevare la questione.

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Zolezzi, ritornando a l'ultima domanda che ho fatto, non ho ben capito. Se questa azienda sulla carta fa tubicini di plastica, perché la stima dell'autorizzazione è dell'80 per cento? Se di questa Pag. 14plastica ce n'è solo il 50 per cento quel 30 che manca per arrivare all'80 cosa vi hanno detto non nelle carte, perché nelle carte non lo vedo, però anche nell'interrogazione vi siete posti il problema, questo 30 per cento che manca perché loro recuperano solo plastica, questo 30 per cento in più che sarà carta, cartone, tessile che ci fate visto che voi fate solo plastica?

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Lei la Caratterizzazione merceologica del rifiuto l'ha letta? Perché sta dicendo in questo momento «Il 50 per cento è plastica» poi che cosa ha letto più? Me le può leggere? La carta poi?

  PRESIDENTE. Sì, carta.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Poi?

  PRESIDENTE. Carta, cartone, poliaccoppiati.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. A lei risulta che la carta sia un rifiuto riciclabile o meno? Sia recuperabile o meno?

  PRESIDENTE. Dipende. Sì dipende però se è tutto mischiato insieme all'insalata mista, perché 191212...

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. L'R12 è un'operazione, è un'operazione di recupero quindi...

  PRESIDENTE. Di selezione.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Certo.

  PRESIDENTE. Di selezione non di recupero.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Come?

  PRESIDENTE. È comunque di selezione.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Di selezione e quindi recupero. Se recupero la carta, la carta va a recupero, ricicla.

  PRESIDENTE. Ma se lei non ce l'hanno l'impianto della carta come lo recuperano? Non l'hanno spiegato?

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Altri impianti, altre cose.

  PRESIDENTE. I tessili per esempio, qui vedo i tessili, il vetro, inerti.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. I tessili, cioè i maglioni, recuperano i maglioni.

  PRESIDENTE. Quindi voi non vi siete chiesti...

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. No. Il 20 per cento di questo materiale non è recuperabile, quel 20 per cento sarà portato in discarica e la discarica è stata individuata nell'ANGED, che per obbligo di legge nazionale tunisina ogni impianto di recupero deve essere affiancato da un contratto con una agenzia nazionale che serve per lo smaltimento.

  PRESIDENTE. Mi domando: Il 50 per cento di plastica okay così l'impianto che fa a tubicini. Il 20 per cento vi è stato detto dall'ANGED «Lo mandiamo nella discarica che è di proprietà dell'ANGED» quel 30 per cento non è stato proprio nominato è una nuvola? Voi avete detto 50 per cento lo può fare l'impianto, il 20 per cento va nella discarica, vi hanno detto anche qual è la discarica, invece di quel 30 per cento carta, vetro, nessuno ne ha parlato?

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Presidente lo diceva prima l'architetto Andreola, le operazioni sono due R12 e R3. L'R12 è un'operazione comunque di recupero del rifiuto, il rifiuto viene selezionato, viene recuperata la parte Pag. 15recuperabile se non hanno nel processo produttivo la possibilità di recuperare quella frazione merceologica di rifiuti viene trasmessa ad altro impianto di gestione rifiuti che lo fa. Recuperano la parte di rifiuto che hanno nell'R3 che possono fare, cioè la plastica che era pari al 50 per cento. Questa è l'operazione. Quello che non è recuperabile...

  PRESIDENTE. Sì ma la mia domanda era diversa.

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Non sono tenuti a indicare tutta la filiera del recupero dei rifiuti che poi avrebbero...

  PRESIDENTE. Visto che Vi avevano indicato discarica ho chiesto se vi avevano...

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. La parte del rifiuto non recuperabile.

  PRESIDENTE. È tutto importante. È questo qua l'impianto che tratta la plastica, quindi la plastica ve l'hanno detto che andava lì, il 20 per cento andava in discarica, a parte che sono tutte stime così, però non è stato affrontato il discorso su quel 30 per cento.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Non è stato indicato il destinatario. Visto che trattasi di un recupero, non diventa un rifiuto.

  ALBERTO ZOLEZZI. Ringrazio gli auditi. Farò una domanda più generica. Ero in Commissione non sono riuscito a seguire tutto quello che avete detto. Mi interessava capire negli ultimi cinque anni verso quali nazioni avete eseguito esportazione di rifiuti? Quali rifiuti? In che quantitativi? Per capire anche se negli ultimi cinque anni ci sono stati altri riscontri di anomalie o fenomeni che sono stati sottoposti a indagine e nello specifico se avevate già esportato qualcosa in Tunisia.

  FULVIO BONAVITACOLA, Assessore all'ambiente della Regione Campania. In Campania sono prodotte 2 milioni e 600 mila tonnellate di rifiuti all'anno. La raccolta differenziata è attestata intorno al 54 per cento. Abbiamo un termovalorizzatore ad Acerra che ovviamente è destinato per la combustione della frazione secca, la cosiddetta FST per circa 700 tonnellate, in alcuni casi anche qualcosa in più. Poi vi è la raccolta differenziata per le sue diverse componenti e vi è la frazione umida non da raccolta differenziata, ma la tritovagliatura che rappresenta uno dei problemi più delicati perché non è organico che può essere, di gestione aerobica o anaerobica, trasformato in compost, ma è una frazione che va biostabilizzata e può essere utilizzata per attività di ricomposizione ambientale, copertura di discariche, ricopertura di sagomatura di siti o comunque riempimento di cave dismesse. Siamo impegnati in tutte queste attività, attualmente il deficit rispetto all'ammontare complessivo di trattamento in ambito regionale è di circa 180 mila tonnellate. Quindi stiamo lavorando per accorciare il delta e arrivare alla autonomia del gestione del ciclo dei rifiuti in Campania che è un risultato rilevante. Negli ultimi cinque anni abbiamo dovuto sostenere questo delta, con procedure non della Regione, perché sono le società che gestiscono le diverse filiere che si preoccupano della collocazione. Ci siamo purtroppo occupati anche, come Regione, perché abbiamo avuto in eredità un giacimento significativo di 5 milioni e 400 mila tonnellate di ecoballe che erano state accumulate durante l'emergenza rifiuti dal 2001 al 2009. Insieme ai 2 milioni e 600 mila annui, abbiamo dovuto trattare anche questo piccolo obolo che è pervenuto nelle nostre preziose braccia e in questi anni abbiamo avviato a soluzione questo annoso problema, anche attraverso il trasporto fuori regione che non significa transfrontaliero, trasporto fuori regione. È una delle tre filiere per il trattamento di questo problema delle ecoballe, le altre due sono la produzione combustibili solido secondari che è un impianto che abbiamo realizzato ad hoc di nuovissima generazione a CaivanoPag. 16 che è già in funzione su tutte e due le linee, un terzo impianto che in avanzata fase di realizzazione nel comune di Giuliano, che ha una ambizione che è quella di recuperare il 25 per cento della frazione, perché non parliamo di raccolta di differenziata, le ecoballe sono indifferenziato che sta lì. Quindi già l'obiettivo di un recupero al 25 per cento è un obiettivo piuttosto ambizioso. Ovviamente una prima filiera per circa un milione di tonnellate di ecoballe che è quasi in via di esaurimento, in parte è stata destinata al transfrontaliero, in particolare non sono stati tutti in ambito europeo, la regione Campania nelle sue procedure di affidamento non ha consentito mai destinazioni extra Ue. I paesi interessati sono stati fondamentalmente i paesi del nord Europa, per quanto riguarda la parte impiantistica e il Portogallo e qualcosa in Bulgaria per la parte di smaltimento. Per quanto riguarda il ciclo ordinario, con il potenziamento degli attuali impianti di tritovagliatura, cioè facendoli diventare impianti più sofisticati in grado di fare anche selezione e con la biostabilizzazione della frazione organica non da raccolta differenziata, contiamo di chiudere il ciclo in regione Campania, ci siamo posti un obiettivo di chiuderlo entro il dicembre del 2023, faremo ogni sforzo perché questo possa avvenire e quindi chiudere il ciclo significa non solo non portare rifiuti all'estero, ma non portarli neanche fuori regione.

  PAOLA NUGNES. Volevo focalizzare sulla questione che dicevamo prima sul codice 191212 Le ecoballe di cui adesso si è parlato che sono un'annosa questione della regione Campania, hanno il codice 191212 e dopo tutti gli sforzi fatti adesso si sta arrivando, dopo diversi anni, diversi decenni a pensare di poter recuperare il 25 per cento. Ha dell'incredibile la valutazione che è stata fatta su questi rifiuti che dovevamo andare in Tunisia, che altri avrebbero potuto fare molto meglio di noi senza danno. Mi sa dell'incredibile, proprio per l'esperienza pregressa che ci portiamo sulle spalle. Questo è un dato che mi dà molto da pensare.

  FULVIO BONAVITACOLA, Assessore all'ambiente della Regione Campania. Attenzione le ecoballe sono stoccate lì da dodici anni, tredici anni, con fenomeni di putrescenza, di inertizzazione, di contaminazione che ovviamente hanno una fortissima ricaduta sulla riciclabilità. Non conosco esattamente la composizione merceologica.

  PAOLA NUGNES. Mi perdono. Hanno perso umidità E quindi è più facile invece recuperare, proprio per questo, proprio perché sono lì da tanto tempo, questo è un dato tecnico che è inconfutabile, perché hanno la possibilità di essere recuperati perché negli anni hanno perso umidità. Vi ringrazio. Non voglio continuare su questo dato, però questo è un dato estremamente importante. Mi dispiace.

  PRESIDENTE. Questa stima che è ricuperabile all'80 per cento in Tunisia che sta nell'autorizzazione, nella spedizione della regione questa stima l'avete fatta voi o è fatta dal proponente, dallo spedizioniere? Per capire, perché è una bella stima il recupero dell'80 per cento.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. L'attribuzione del codice, quindi l'individuazione della tipologia di rifiuto è qualcosa che viene fatto dal produttore. Voglio collegarmi a quanto detto prima dall'onorevole. Il 191212 è un insieme di materiali, di rifiuti quindi è un mondo e il 191212 non è un materiale unico, quindi io se chiamo 191212 questo materiale allora questo è perfettamente uguale all'ecoballa, è perfettamente uguale al 191212 prodotto a Milano o prodotto a Vienna. Non è così. 191212 è un insieme di rifiuti. Ciò che lo differenzia e lo rende univoco è l'attribuzione fatta dalla caratterizzazione chimico fisica e merceologica. Dire il 191212 che è andato in Tunisia è quello di cui al certificato, che poi il certificato è falso io non lo, però certamente questo 191212 sarà diverso dal 191212 a un impianto limitrofo. Quindi non è che dire 191212 è un'asserzione generale. No.

  LUCA BRIZIARELLI. Ovviamente grazie anche di avere colto lo spunto che Pag. 17insieme al collega Muroni avevamo chiesto: aprire l'inchiesta che è significativa e penso che l'attenzione anche dei colleghi lo dimostri. Richiamerò due passaggi della collega Nugnes e del collega Zolezzi. Sono diretti all'assessore, poi le farò anche una domanda, comunque lei il 29 giugno del 2021, se lo ricorderà sicuramente perché l'ha fatto in consiglio regionale, aveva detto che entro due anni la Campania sarebbe stata autosufficiente sul piano della chiusura del ciclo dei rifiuti, perché come ha giustamente colto il collega Zolezzi nel chiedere verso anche quali altri paesi state portando fuori rifiuti e lei nel sottolineare che il problema è proprio l'incapacità attuale della Campania di gestire in proprio, con propria impiantistica il ciclo dei rifiuti a determinare che poi ci sia un illecito in questo caso è secondario, la necessità di ricorrere a impianti che siano essi in UE o extra UE. Lei ha detto che nel 2023 avrete gli impianti per chiudere il ciclo, lo conferma? Allo stato attuale, considerando la decennale, anzi in realtà potremmo parlare di più, perché la prima crisi di gestione dei rifiuti in Campania è ben più antica e tutta l'Italia se ne è fatta carico, io sono umbro, anche la discarica delle Crete a Orvieto ha ospitato in una fase di emergenza nazionale complessiva rifiuti campani. Conferma, con la stima che ha fatto non al bar ma in consiglio regionale, l'autonomia per il prossimo anno della regione Campania rispetto all'impiantistica? Questa è la prima domanda. Seconda domanda, al di là che si arrivi o meno all'autonomia da lei assicurata, immagino ovviamente d'intesa con il Presidente e con la Giunta, che cosa è stato fatto negli anni nei quali lei è stato in carica per migliorare la situazione che è alla fase della necessità di ricorrere a trasferimenti al di fuori addirittura del territorio nazionale per gestire un'emergenza purtroppo cronica relativamente a questo settore? Ultima domanda. Ma lei l'accetterebbe mai l'offerta ancorché vantaggiosa sul piano economico di un soggiorno marino balneare in Svizzera? Io personalmente no, e dico questo perché a prescindere dalle responsabilità sul piano legale, giudiziario, poi ovviamente ognuno il suo ruolo, credo che quello che ha sottolineato più volte nel corso dell'audizione, di questa audizione, il presidente e la collega Nugnes che forse è stata finanche troppo accorta nel dire che è surreale immaginare che la Tunisia potesse disporre di impianti tali a prescindere dalla certificazione di strutture atte a gestire un tale flusso e un tale specifico trattamento di rifiuti. Era ovvio che ci fosse qualcosa che non andava e che balzava all'occhio, persino in altri settori si dice che quando una cosa è talmente evidente a livello di buon senso non si è di fronte a qualcosa di cui non sia almeno moralmente responsabile anche chi quella truffa la subisce. Per concludere, sono volutamente duro in questo, perché ritengo che sia un caso che abbiamo voluto attenzionare e che debba portare anche a prendere determinate decisioni e iniziative e suggerire al Parlamento di farsi carico e al Governo in sede nazionale Europea anche di rivedere regolamenti anche di arrivare magari veramente a un censimento degli impianti presenti delle nazioni verso i quali sia possibile inviare rifiuti e verso quelli in cui avendo già problemi propri, sia inaccettabile che soggetti pubblici o privati ritengano o fingano di ritenere che si possa inviare rifiuti nostri e non gestirci i problemi in casa. Ripeto, gradirei che potessimo anche inserire dei suggerimenti della richiesta di azioni chiare, perché al di là dell'aspetto formale, credo come sistema paese e come classe dirigente anche a livello nazionale si debba assumere delle responsabilità perché fatti come questo evidenti ed eclatanti non abbiano a ripetersi.

  PRESIDENTE. Stiamo analizzando entrambe le cose, ci sono tante cose che ancora non ci sono chiare e mi sembrano surreali sia da parte della Regione che da parte del Ministero, ma detto questo se poi comunque sia ci sono anche degli strumenti normativi che possano evitare figuracce come questa, perché è stata una figuraccia per tutti questo è innegabile, ben venga questo nostro piccolo lavoro, continueremo a seguire ovviamente la vicenda. Ho altre due domande. Mi sembra surreale, un 191212 che va in Tunisia recuperato all'80 per cento. Un'altra cosa che non so se Pag. 18avete riflettuto su questo, capisco che in tre giorni forse non è semplice riflettere su tutto, però quello che non ho capito è se di fatto l'azienda italiana, grossomodo, tratta gli stessi rifiuti di questa tunisina. Perché mandare l'80 per cento – rimaniamo sempre sulla carta – vuol dire che la società campana prende più rifiuti di quanto poi in realtà i suoi impianti siano in grado di gestire? Di fatto anche loro hanno l'autorizzazione al recupero 191212, R3, R2, vuol dire che ha preso più rifiuti di quanti ne doveva in realtà prendere i suoi impianti e che quindi ha dovuto smistarli secondo voi? Perché l'esigenza di mandare visto che loro hanno gli stessi impianti?

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. L'attività di recupero su scala europea o scala della Convenzione di Basilea riguardano, nel recupero non nello smaltimento, l'iniziativa privata ed è insindacabile. Se lei vuole portare il recupero di un rifiuto perché economicamente più sostenibile in Spagna, in Portogallo o in Austria è una scelta dell'azienda e lo fa. L'autorità competente di spedizione non può sindacarlo. Può farlo soltanto se si tratta di smaltimento dove c'è il principio di vicinato. Il punto qual è? Questo tengo a sottolinearlo, qua la vicenda è andata come è andata, abbiamo avuto un caso eclatante, abbiamo avuto gli eventi che sono emersi. Il non autorizzare ci avrebbe esposto a parte all'azione risarcitoria e tutto il resto, questa è una cosa che possiamo gestire come Regione, dall'altro lato la Comunità europea quando non diamo le autorizzazione o le neghiamo lo ricordo e lo ricordo anche alla senatrice Nugnes, che sulla 191212 la Corte di giustizia europea solo a novembre del 2021 è pervenuta a una definizione della non esportabilità del rifiuto. C'era stato un caso nel nord Italia credo il Veneto, aveva audito il Tar, il Consiglio di Stato e il Consiglio di Stato aveva chiesto un parere alla Corte di giustizia europea.

  PAOLA NUGNES. La questione Riguarda...

  PRESIDENTE. Senatrice Nugnes però interveniamo uno alla volta, se non si capisce.

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Lo ricordavo sul 191212 che solo nel novembre 2021 la Corte di giustizia europea, ha ritenuto che l'autorità competente può negare l'autorizzazione del 191212 all'esportazione.

  PRESIDENTE. Riguardo al fatto che non potete bloccare se no il ricorso, visto che c'è stato un errore palese del proponente, dello spedizioniere che ha indicato l'API Sousse, già questo non vi dava la forza per dire «Alt ricominciamo da capo»?

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. È quello che è avvenuto, gli approfondimenti che sono stati fatti dopo sono in ragione di quello. Abbiamo chiesto ulteriore documentazione da parte delle autorità tunisine, abbiamo chiesto che il dossier fosse arrivato e non fosse stato sottratto.

  PRESIDENTE. Questo in tre giorni?

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. No, no, questo l'abbiamo fatto dopo.

  PRESIDENTE. Quindi perché dire «Ma tutto in tre giorni non si riesce a fare»?

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Tre giorni è quello che diceva lei prima quando arriva il dossier e l'onore del proponente di indicare tutte le informazioni, l'autorità competente verifica la completezza del dossier documentale in base alle informazioni.

  PRESIDENTE. Se poi emerge che ci sono delle palesi irregolarità, non è che se voi vi prendete qualche giorno in più per le verifiche penso che loro abbiano gli strumenti per fare ricorso? Questo poi non lo potevate sapere, sarebbe emerso che è tutto un castello di carta falso, con il fatto che ci siano indicate delle figure che non hanno alcun motivo di essere indicate, già quello si poteva dire «Non vi do l'autorizzazione, altro che ricorso» o sbaglio?

Pag. 19

  ANTONELLO BARRETTA, Dirigente della regione Campania. Gli approfondimenti sono stati fatti, quello che dicevo prima l'organizzazione criminale è stata tale da confutare ogni tipo di dubbio rimettendoci altra documentazione che è risultata poi ulteriormente falsificata. Questo è il punto. Alla fine il procedimento va chiuso e va motivato negativamente. Se avessimo avuto un impulso, dovevamo scoprire la falsificazione documentale solo in quel modo potevamo negare, come era avvenuto nell'altro caso che abbiamo fatto. Diversamente non avevamo i presupposti per dire di no, se no a prescindere bisognerebbe dire di no a qualsiasi tipo di esportazione sul presupposto del recupero non ecologicamente sostenibile del rifiuto. Ma questo vuol dire chiudere alla Convenzione di Basilea. Lo dicevo prima, la Commissione credo che debba tenerne presente, avremo tanti allegati 7, quindi andavano senza autorizzazioni, senza polizza fideiussoria, con obbligo dell'autorità competente o dello stato di esportazione di riprendere comunque il rifiuto, di riportarlo nel paese, di ricaratterizzarlo e di smaltirlo oppure operazioni non coperte, quindi totalmente...

  PRESIDENTE. Però nel trattato di Basilea lo spedizioniere è stato il primo a farne carta straccia perché ha indicato un'agenzia tunisina che non c'entrava nulla. Quindi c'erano tutti i presupposti.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Spostate l'argomento sempre là. È concepibile commettere un errore e poi sanarlo? Se questo è venuto e ha detto «Abbiamo sbagliato autorità di destinazione». L'autorità di destinazione ci ha mandato una nota con la quale spiegava. La cultura del sospetto oggi l'abbiamo, ma ieri non l'avevamo. Oggi io inizio a guardarmi intorno, ma ieri perché avrei dovuto? La cultura del sospetto non porta a niente di buono. Sono certo che questa esperienza, oltre che ha segnato l'ufficio regionale di Salerno, ha segnato il futuro dei prossimi procedimenti, perché oggi io per istruire una pratica non mi prendo più tre giorni, ne prendo dieci e me ne frego. Ma perché? Perché sono venuto a conoscenza. Non deve ragionare con il senno di poi, deve ragionare con la concretezza degli atti. Se è pervenuta una nota dall'autorità di destino che dice «È arrivato il plico, l'ho preso, l'ho mandato, l'ho dato a quello» è nella logica delle cose. Anch'io avrei fatto le stesse cose, mi arriva un plico a me non centro lo mando a chi di destino. Da dove nasceva il sospetto a lei che fosse stato un imbroglio? Lei lo sta dicendo oggi.

  PRESIDENTE. Infatti non sto contestando il fatto che carte erano...

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Che era...(inc. fuori microfono).

  PRESIDENTE. Certo perché comunque...

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Ma che stiamo scherzando? Qua stiamo lavorando.

  PRESIDENTE. Anche io sto' lavorando e non si rivolga così alla Commissione e non può parlare neanche senza microfono.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Scusi. È meglio senza microfono.

  PRESIDENTE. Meglio così. Il mio compito è quello di fare domande e il suo è quello di rispondere.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Il mio è di rispondere. Certo.

  PRESIDENTE. Tornando a noi io non ho detto nulla sulle carte false, parlavo di questo rimpallo di agenzie che comunque fa ridere, perché è una macchietta che non si sa...

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Non fa ridere.

Pag. 20

  PRESIDENTE. Posso parlare? Non fa ridere nessuno perché avete visto quello che è successo. Quindi visto che anche voi siete un organo amministrativo italiano e mi sembra che tra il Ministero o chiunque sia prima di alzare ognuno le mani, va bene vi capisco, però questo è il mio lavoro pure di fare delle domande per capire.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Le domande?

  PRESIDENTE. Le domande certo. Le domande. Perché non ho fatto domande.

  VINCENZO ANDREOLA, Funzionario della regione Campania. Le domande.

  PRESIDENTE. Tornando a noi mi interessava capire come avverrà il rientro, se ho capito bene qualcuno si domandava perché Salerno e perché, visto che non ha la possibilità di trattare. La destinazione finale di questi rifiuti, di questo 191212 è già stato stabilito o no? Ha parlato di deposito temporaneo, ma la destinazione finale non potete dirla già adesso perché non avete visto ancora la natura del rifiuto oppure già sapete dove lo portate.

  FULVIO BONAVITACOLA, Assessore all'ambiente della Regione Campania. Non c'è alcun segreto di stato. Visto che sono insorte delle legittime domanda sulla caratteristica chimico fisica effettiva di questo carico ovviamente adesso è pregiudiziale la caratterizzazione e capire esattamente se il codice attribuito è un codice corrispondente al vero. Successivamente dovremo fare una procedura di affidamento a un operatore economico che dovrà proporre una modalità o di smaltimento o di recupero, indicando ovviamente il sito o l'impianto di destinazione finale. Ma questo avverrà in una seconda fase.

  PRESIDENTE. Farete un bando quindi?

  FULVIO BONAVITACOLA, Assessore all'ambiente della Regione Campania. Si credo che questa sia la logica delle cose.

  PRESIDENTE. Noi continueremo a seguire la vicenda, anche il rientro, poi sentiremo anche, probabilmente, la SRA. Saremo andati volentieri anche in Tunisia a vedere il rifiuto, visto che anche le autorità italiane chiedevano di verificare la sua vera natura e quindi speriamo che a breve, come ci avete già detto questo rientro possa accadere. Continueremo la nostra indagine, se ci fosse bisogno di ulteriori approfondimenti vi ricontatteremo.

  FULVIO BONAVITACOLA, Assessore all'ambiente della Regione Campania. Vi auguriamo buon lavoro e naturalmente siamo a disposizione per qualunque chiarimento dovesse occorrere.

  PRESIDENTE. Vi ringrazio e dichiaro conclusa la seduta

  La seduta termina alle 15.20.