XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi

Resoconto stenografico

Seduta n. 11 di Giovedì 4 novembre 2021

INDICE

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente). ... 3

Comunicazioni del presidente:
Zanettin Pierantonio , Presidente ... 3

Sulla pubblicità dei lavori:
Zanettin Pierantonio , Presidente ... 3

(Così rimane stabilito). ... 3

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
PIERANTONIO ZANETTIN

La seduta comincia alle 13.35.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Comunicazioni del presidente.

PRESIDENTE. Comunico che in data odierna hanno formalizzato la loro accettazione e prestato il prescritto giuramento i nostri consulenti: il professor Guido Colaiacovo, il professor Silvio Ciappi e l'avvocato Massimo Rossi, che presenzieranno all'audizione odierna. Li ho già incontrati, ho dato loro il benvenuto e ho ricordato loro che, come già precisato durante l'ufficio di presidenza, sono a disposizione dell'intera Commissione, a prescindere dall'indicazione da parte dei gruppi.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite l'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

(Così rimane stabilito).

Audizione di Emanuele Dragoni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del signor Emanuele Dragoni, che ringrazio per aver accolto l'invito della nostra Commissione. Noi, signor Dragoni, l'abbiamo invitata perché credo che lei non sia mai stato ascoltato in ordine alle vicende che hanno portato al decesso di David Rossi. L'abbiamo identificata in quanto proprietario di un motociclo che si trovava parcheggiato nel vicolo dove ha avuto luogo il decesso di David Rossi, ed è stato identificato tramite anche le telecamere a circuito chiuso. Innanzitutto volevamo capire perché quel motociclo era parcheggiato lì. Immagino lei lavorasse al Monte Paschi e proprio per questo motivo potesse usufruire di quello spazio. Vuole dirci qualcosa in ordine a questi aspetti?

EMANUELE DRAGONI. Io tutti i giorni, andando al lavoro, avevo la possibilità di poter parcheggiare il motorino...

PRESIDENTE. Di cosa si occupava all'interno di Monte Paschi?

EMANUELE DRAGONI. La mia mansione era quella di operaio specializzato, tecnico, addetto alla manutenzione e conduzione di impianti idraulici, elettrici e di condizionamento.

PRESIDENTE. Quindi era dipendente della Banca.

EMANUELE DRAGONI. Ero dipendente della Banca. La Banca aveva un settore con operai e tecnici che si occupavano della manutenzione dei vari siti e dei vari immobili. Io ero al lavoro lì dal 2003.

PRESIDENTE. Lei lavorava proprio a Rocca Salimbeni?

EMANUELE DRAGONI. Io ho lavorato antecedentemente in via Ricasoli, al centro elettronico, e poi sono stato trasferito lì. Ho preso il posto di persone che andavano in pensione.

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PRESIDENTE. Ma all'epoca dei fatti lei lavorava all'interno di Rocca Salimbeni?

EMANUELE DRAGONI. Esatto. Parcheggiavo lì, col consenso della Banca naturalmente; non era un parcheggio libero. Io quel giorno ero al lavoro. Prima di finire il mio turno, come facevano tutti gli altri...

PRESIDENTE. Il suo turno qual era?

EMANUELE DRAGONI. Il mio turno era 13.20-20.07. Io sono uscito dall'ingresso-uscita dove avevo parcheggiato il motorino. Lì c'è la portineria di Monte Pio. Io sono uscito da lì perché, prima di concludere il mio turno di lavoro, facevo il controllo degli impianti, ai quali accedevo passando esternamente da via dell'Abbadia e piazza dell'Abbadia, controllavo se era tutto a posto, chiudevamo gli impianti perché gli impianti erano aperti per ragioni di sicurezza, finivo il mio giro e ripassavo da piazza Salimbeni, mi confrontavo con l'altro collega e andavamo via.

PRESIDENTE. Se ho capito bene, però, il suo turno si concludeva ...

EMANUELE DRAGONI. Alle 20.07.

PRESIDENTE. La sera in cui ha avuto luogo il decesso di David Rossi, lei ritiene di essere uscito a quell'ora?

EMANUELE DRAGONI. No, sono uscito prima per fare tutto il giro. Se non ci sono problemi, ci vuole un quarto d'ora o venti minuti all'incirca per concludere tutto il giro.

PRESIDENTE. Secondo lei a che ora è uscito?

EMANUELE DRAGONI. Alle 19.50.

LUCA MIGLIORINO. Uscito da dove? Mi perdoni.

EMANUELE DRAGONI. Dalla portineria di Monte Pio.

LUCA MIGLIORINO. Alle 19.50 è uscito dalla portineria di Monte Pio?

PRESIDENTE. Scusi, vicepresidente Migliorino, sto facendo io le domande.

EMANUELE DRAGONI. Posso anche specificare che a quell'ora la portineria era chiusa. Noi avevamo la possibilità di chiudere al momento che facevamo festa, riconsegnare le chiavi al portiere naturalmente, nel momento che poi facevamo questo giro di controlli e chiusura...

PRESIDENTE. Quando lei dice «noi» allude anche a qualche suo collega?

EMANUELE DRAGONI. Io ero insieme a un collega.

PRESIDENTE. Può specificare chi poteva essere quella sera il collega oppure no?

EMANUELE DRAGONI. Si chiama Paolo Zotto. Eravamo di turno insieme.

PRESIDENTE. Poi quella moto quando l'ha recuperata?

EMANUELE DRAGONI. Io sono uscito. Quel giorno avevo palestra e sono andato in palestra, dopo essere uscito dalla palestra sono ripassato per prendere il motorino e ho trovato quello che era successo. Io poi mi sono allontanato, sono andato via e sono ritornato a prenderlo più tardi. Era mezzanotte o mezzanotte e mezza, un'ora del genere.

PRESIDENTE. Quando siamo venuti lì e abbiamo fatto quel sopralluogo a Siena, abbiamo riscontrato che c'era una catenella che mi pare bloccasse l'ingresso. Ci può dire qualcosa su chi aveva le chiavi di questa catenella?

EMANUELE DRAGONI. Il portiere, la portineria, Riccucci.

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PRESIDENTE. Quando lei parla di portiere, siccome noi abbiamo audito il signor Riccucci, quella sera...

EMANUELE DRAGONI. Sì, c'è un mazzo di chiavi che vengono date al portiere, dove c'è la chiave del lucchetto. In più noi avevamo una chiave di scorta. Noi avevamo alcune copie di chiavi che potevano servire in caso di necessità o bisogno.

PRESIDENTE. Mi pare che la cosa più importante che io ho colto sia che quando lei è uscito, in un'ora che lei colloca alle 19.50, lei non è passato per ...

EMANUELE DRAGONI. La situazione era tranquilla.

PRESIDENTE. Grazie. Onorevole d'Ippolito.

GIUSEPPE D'IPPOLITO. Grazie, presidente. Buonasera. Volevo sapere, nell'ambito delle sue incombenze lavorative, a quali locali aveva accesso? In particolar modo, aveva la possibilità di accedere ai locali sottostanti la portineria della quale stiamo parlando? Volevo sapere se lei o, se oltre a lei, anche i suoi colleghi avevano questa possibilità.

EMANUELE DRAGONI. Noi avevamo accesso a tutte le zone di nostra competenza, zone dove si trovavano dei quadri elettrici, le caldaie, i gruppi frigo per il condizionamento. Non ho capito: i locali al di sotto della portineria...

GIUSEPPE D'IPPOLITO. Esattamente, noi nel corso del nostro sopralluogo abbiamo visto che dall'ingresso della portineria si scende poi in altri locali.

EMANUELE DRAGONI. Ho capito. Lei sta parlando della portineria centrale.

GIUSEPPE D'IPPOLITO. No, io sto parlando della portineria Monte Pio.

EMANUELE DRAGONI. Dunque, i locali sottostanti... Ah, quelli giù di sotto... Aspetti un attimo, sto facendo confusione. Sotto il collegamento con piazza dell'Abbadia? Il collegamento di piazza dell'Abbadia ha una porta chiusa e per aprirla bisogna per forza chiedere una chiave al portiere, perché quella porta se non ricordo male – ora scusate, ma è passato un po' di tempo – è controllata con le videocamere e con un sistema in base al quale se qualcuno va e la apre suona l'allarme. Okay, parlando di quei locali lì sotto. Poi altre zone sotto alla portineria no, perché poi i locali dei quadri elettrici sono al piano della portineria.

GIUSEPPE D'IPPOLITO. La domanda era se lei ed eventualmente i suoi colleghi avevate la possibilità di accedere in quei locali.

EMANUELE DRAGONI. La possibilità di accedere a quei locali era condizionata da esigenze... Sì, ci potevamo passare. Se c'era la necessità di passarci per determinati motivi... A volte ci sono state delle infiltrazioni d'acqua, sono saltati degli interruttori ed è andata via la corrente. Siamo entrati, siamo passati per andare a vedere il problema quale fosse.

GIUSEPPE D'IPPOLITO. Bene, grazie.

LUCA MIGLIORINO. Grazie perché la vedo davvero molto collaborativo, quindi mi permetto di farle qualche domanda. La prima: volevo sapere se qualche inquirente l'aveva mai già contattata in questi anni.

EMANUELE DRAGONI. No.

LUCA MIGLIORINO. Ovviamente adesso è passato un po' di tempo. Quella sera lei ha detto che è andato in palestra. Posso chiedere quale palestra di Siena?

EMANUELE DRAGONI. La palestra Dentro Le Mura, nella zona di San Domenico.

LUCA MIGLIORINO. La palestra vicino a San Domenico.

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EMANUELE DRAGONI. Dopo viene la Sapienza. Quasi di fronte alla basilica. Dove c'è l'ingresso per lo stadio c'è una scala che scende all'interno di...

LUCA MIGLIORINO. Sì, l'ho pure fatta. È quella dello stadio, mi pare. Io sono di Siena.

EMANUELE DRAGONI. Prima c'era un vecchio negozio di calzature.

LUCA MIGLIORINO. Si ricorda a che ora generalmente iniziava il corso in palestra?

EMANUELE DRAGONI. Alle 20.20-20.30.

LUCA MIGLIORINO. Lei ci andava dopo gli orari di lavoro in maniera un po' usuale oppure era saltuario?

EMANUELE DRAGONI. No, avevo un abbonamento.

LUCA MIGLIORINO. Perché le 20.07 come orario finale?

EMANUELE DRAGONI. Perché il nostro turno di lavoro durava 6 ore e 42 minuti, con la mezz'ora della quale potevamo usufruire per pranzo, che veniva spostata alla fine dell'orario e quindi uscivamo mezz'ora prima, altrimenti saremmo usciti alle 20.37.

LUCA MIGLIORINO. Ho capito. Mi permetto di chiederlo perché c'era un timbro di qualche tesserino oppure no?

EMANUELE DRAGONI. No, a quel tempo ancora no.

LUCA MIGLIORINO. Però poteva succedere che qualche sera usciva un po' prima o cinque minuti dopo? Poteva succedere?

EMANUELE DRAGONI. Sinceramente... Alla nostra ora...

LUCA MIGLIORINO. È giusto. Riguardo al percorso di uscita che faceva, a noi risulta che la portineria centrale restava aperta fino alle 9, ma le altre portinerie chiudevano alle 18.40. Erano due portinerie: una in piazza dell'Abbadia, che è quella che va sul cinema, e l'altra è di Monte Pio. Mi pare che quella di Monte Pio all'epoca non avesse i tornelli, mentre l'altra ce li avesse già. Giusto? Però dicevano che chiudevano alle 18.40. Quindi il portiere che stava a Monte Pio prendeva le chiavi, chiudeva il catenaccio della strada, che è una strada privata, e portava queste chiavi alla portineria centrale. Può rispiegare meglio il percorso di uscita e di controllo? Mi dispiace, presidente, se prima l'ho interrotta, ma io pensavo che parlasse dell'ingresso principale e invece parlava di quello di Monte Pio. Mi perdoni. Può rispiegare il percorso che lei faceva, da che ora più o meno poteva cominciare? Alle 20.07 era quello finale.

EMANUELE DRAGONI. L'ufficio nostro era praticamente sul corridoio subito a sinistra dell'ingresso della portineria di Monte Pio. Portineria, corridoio di sinistra, in fondo al corridoio, a destra c'era il nostro ufficio. Da lì uscivo dalla portineria.

LUCA MIGLIORINO. La portineria di Monte Pio?

EMANUELE DRAGONI. Di Monte Pio.

LUCA MIGLIORINO. Però, siccome usciva dopo le 18.40, lei aveva le chiavi?

EMANUELE DRAGONI. Esatto.

LUCA MIGLIORINO. Oltre a lei, le chiavi ce le aveva qualche altro suo collaboratore?

EMANUELE DRAGONI. No.

LUCA MIGLIORINO. Quindi lei è responsabile... Anche il collaboratore Paolo Zotto?

EMANUELE DRAGONI. Solo una copia. Noi la prendevamo, andavamo lì. Se c'era da uscire uscivamo, chiudevamo e risalivamo Pag. 7 a riportarle al portiere al momento che chiaramente...

LUCA MIGLIORINO. Quindi quella sera uscì da quella porta.

EMANUELE DRAGONI. Esatto.

LUCA MIGLIORINO. E poi che percorso fece?

EMANUELE DRAGONI. Il vicolo a sinistra, a via De Rossi. Subito la prima a sinistra, via dell'Abbadia. Da via dell'Abbadia a piazza dell'Abbadia. All'inizio della discesa di via dell'Abbadia c'era un muro, c'è un grande portone, all'interno del portone c'era la centrale di condizionamento. Lì ci sono delle scalette, si sale in un giardino, dal giardino si gira a sinistra, si esce dal giardino, sulla sinistra di nuovo ci sono le caldaie per il riscaldamento, da quel corridoio lì si esce dall'ingresso dell'albergo Cannon d'Oro.

LUCA MIGLIORINO. Che è via Montanini, sulla destra.

EMANUELE DRAGONI. Addirittura c'è un ingresso che esce da lì, con un cancello.

LUCA MIGLIORINO. E lei aveva chiuso...

EMANUELE DRAGONI. Noi avevamo anche le chiavi di quel cancello.

LUCA MIGLIORINO. Le dico questo perché io sono molto felice di come sta andando, onestamente. È molto disponibile. Perché glielo dico? Perché con gli orari abbiamo piccole problematiche, perché purtroppo il dottor David Rossi cade nel vuoto alle 19.43. Quindi se lei è uscito quella sera del 6 marzo... Se lei fosse uscito alle 19.50 l'avrebbe già visto la notte, però noi abbiamo le immagini della videocamera e vediamo che lei non passa alle 19.50. Quindi quella sera forse sarà uscito un po' prima. È possibile?

EMANUELE DRAGONI. Può darsi. Perlomeno, per quanto mi possa ricordare, mi sembrava che fossero le 19.50.

LUCA MIGLIORINO. Non sia in difficoltà. Non si veda come un indagato. Io glielo dico perché noi abbiamo questa rilevanza.

EMANUELE DRAGONI. A ricordo mio...

PRESIDENTE. Noi abbiamo dei dati che sono scientificamente provati. Sono stati visti e rivisti da periti, per cui l'orario che dice il vicepresidente Migliorino è un orario sicuro. Anche tecnici e super tecnici possono sbagliare, per carità, però i dati che sono in nostro possesso dicono questo.

LUCA MIGLIORINO. Quello a cui voglio arrivare è che se non sono state le 19.50, saranno stati una decina di minuti prima. Diciamo che veramente lei è passato pochissimi minuti prima...

EMANUELE DRAGONI. Questo me lo ricordo.

LUCA MIGLIORINO. Non che cadesse il corpo, però. Come fa a ricordarselo?

EMANUELE DRAGONI. Non mi ricordo l'orario preciso, ma mi ricordo che dopo che è successo il fatto ho pensato. Io sono passato di lì qualche minuto prima, però quanto di preciso non saprei. Però ero convinto di essere riuscito a quell'ora lì.

LUCA MIGLIORINO. Io penso che sia importante per tutta la Commissione e per chi ci sta ascoltando da casa. Coloro che hanno preso quel video, invece di prendere tutto l'hard disk come io avrei fatto, hanno preso un'ora e zero cinque di filmato e l'hanno preso pochi istanti prima che il povero dottor Rossi cadesse. Sono quasi sicuro che chi ha visto quel video, se avesse visto due minuti prima, tre minuti prima, magari avrebbe visto che passava lei. È molto particolare e interessante, perché chi ha preso quel video ha visto una persona che passava pochissimi minuti prima della Pag. 8caduta del dottor Rossi, ma è stato tagliato il video pochi secondi prima della caduta del dottor Rossi. Questo per noi è un fatto veramente molto importante. Un altro fatto molto importante è che lei avesse una chiave sia della catenella, mi pare che ha detto... Aveva anche le chiavi di quella catenella oppure no?

EMANUELE DRAGONI. Non in tasca, ma nel mazzo delle chiavi della portineria.

LUCA MIGLIORINO. C'erano anche gli ingressi. Aveva quindi la chiave del vicolo di Monte Pio, giusto? Perché lei non usciva dopo le 18.40. Poi aveva quella dell'ingresso di piazza dell'Abbadia, giusto?

EMANUELE DRAGONI. No.

LUCA MIGLIORINO. Non ce le aveva le chiavi dell'ingresso di piazza dell'Abbadia?

EMANUELE DRAGONI. No, le chiavi d'ingresso di piazza dell'Abbadia no.

LUCA MIGLIORINO. E di quale portone grande mi parlava?

EMANUELE DRAGONI. Degli impianti di condizionamento.

LUCA MIGLIORINO. Come entrava, però, nella Banca quando entrava in via dell'Abbadia?

EMANUELE DRAGONI. Non ho capito, mi scusi.

LUCA MIGLIORINO. Quando entrava in via dell'Abbadia, come entrava in Banca di nuovo? O non ci entrava di nuovo in Banca?

EMANUELE DRAGONI. Ripassavo dalla portineria, da dove ero uscito.

LUCA MIGLIORINO. Quindi ritornava indietro e ripassava.

EMANUELE DRAGONI. Sì, oppure poteva anche capitare di proseguire il tragitto e rientrare da piazza Salimbeni.

LUCA MIGLIORINO. Mi è saltato il passaggio in cui diceva che ritornava indietro. Non so se l'ha detto o è saltato a me. La ringrazio. Ora, in verità, in via dell'Abbadia c'è un altro ingresso prima del parcheggio dei motorini sulla sinistra. È un portone molto grande.

EMANUELE DRAGONI. Esatto.

LUCA MIGLIORINO. Si ricorda cosa c'era in quella grande sala di quel portone?

EMANUELE DRAGONI. Avevamo un nostro magazzino dei materiali: materiale elettrico e idraulico.

LUCA MIGLIORINO. È possibile che c'erano anche degli scaffali là sotto?

EMANUELE DRAGONI. Certo.

LUCA MIGLIORINO. Si ricorda che cosa ci voleva per entrare in quell'ingresso?

EMANUELE DRAGONI. Una chiave che avevamo noi nella nostra bacheca in ufficio.

LUCA MIGLIORINO. Quindi diciamo che anche la chiave di quel portone era nella vostra bacheca in ufficio, giusto?

EMANUELE DRAGONI. Esatto.

LUCA MIGLIORINO. È una chiave normale, io l'ho vista. Io sono a Siena da tantissimo tempo. È una piccola chiave che apre un portone, praticamente. Si ricorda?

EMANUELE DRAGONI. È una chiave non normale. È una chiave Mottura, la posso definire così? Sono quelle che hanno l'impugnatura a triangolo, di solito con la plastica nera, e non hanno la chiave lunga, diritta.

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LUCA MIGLIORINO. Lei può confermare che in quell'ingresso non c'era nessun portineria, non c'erano i tornelli, non c'era nulla in quell'ingresso? Quell'ingresso era da magazzino, vero?

EMANUELE DRAGONI. Esatto. Ci entravamo, quando eravamo in ufficio, passando davanti alla portineria. Svoltando a sinistra c'era una porta e da lì potevamo andare in magazzino.

LUCA MIGLIORINO. Si ricorda se lì c'erano anche dei bagni e delle lavatrici, a quel tempo? Quando entra in quella porta, sulla destra.

EMANUELE DRAGONI. Lavatrici? Aspetti.

LUCA MIGLIORINO. Tipo lavandini.

EMANUELE DRAGONI. In quei locali c'erano le stanze delle donne delle pulizie.

LUCA MIGLIORINO. C'erano le stanze delle donne delle pulizie, vero?

EMANUELE DRAGONI. Sì, esatto.

LUCA MIGLIORINO. Quando noi abbiamo fatto il sopralluogo, a terra c'era della vernice bianca. Quelli erano sempre locali in manutenzione in quel tempo, vero?

EMANUELE DRAGONI. Esatto.

LUCA MIGLIORINO. Lo so, ora stiamo andando molto nel particolare e la ringrazio davvero. Si ricorda se a terra era pavimento pulito di tutti i giorni oppure era...

EMANUELE DRAGONI. No, non me lo ricordo, sinceramente.

LUCA MIGLIORINO. Lei ha detto che aveva il consenso della Banca per parcheggiare in quella strada privata. Noi abbiamo chiesto alla Banca circa questi permessi che vi erano, però ci è anche stato detto, in seduta pubblica ovviamente, con il portiere Riccucci, che i dipendenti potevano uscire verso le 6, le 7, le 8; invece gli operatori esterni, massimo alle 5, dovevano essere fuori. Le risulta questo?

EMANUELE DRAGONI. Esatto.

LUCA MIGLIORINO. Lei conosceva il proprietario del furgone che c'era all'ingresso del vicolo?

EMANUELE DRAGONI. Aspetti. C'era... forse era l'imbianchino. Può darsi? Sì, mi sembra.

LUCA MIGLIORINO. Ha un'ottima memoria. Quando lei andò via, l'imbianchino c'era ancora o era andato via? Se lo ricorda? Lo so, è difficile.

EMANUELE DRAGONI. Non me lo ricordo.

LUCA MIGLIORINO. Le faccio una domanda. È davvero molto interessante quello che sta dicendo. Da quello che vediamo, se non erano le 19.50 erano le 19.40. Davvero che peccato: pochi minuti prima. Se fosse successo qualche minuto dopo, magari avrebbe potuto chiamare i soccorsi. Quando lei uscì da quel vicolo – lo so, è un grande sforzo di memoria – si ricorda se c'era una macchina che occludeva il video, se c'era una macchina messa contro... Salendo da via De Rossi per girare a via del Refe Nero, come sa, è senso unico. Per girare bisogna un po' allargarsi. Quando lei è uscito da quel vicolo, c'era la lavanderia di fronte, si ricorda se c'era una macchina davanti a quel video quando è uscito quella sera?

EMANUELE DRAGONI. No, non me lo ricordo.

LUCA MIGLIORINO. A che ora finì la palestra quella sera, più o meno?

EMANUELE DRAGONI. Se non ricordo male, la lezione durava 45-50 minuti.

LUCA MIGLIORINO. Faceva la doccia lì?

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EMANUELE DRAGONI. Sì.

LUCA MIGLIORINO. Quindi prendeva un po' più di tempo; perché lei dice: «Quando sono ritornato, era già successo quello che era successo».

EMANUELE DRAGONI. Esattamente.

LUCA MIGLIORINO. Perché mi dice: «Era già successo quello che era successo?» C'era qualcuno davanti quel vicolo?

EMANUELE DRAGONI. C'erano tante persone, c'erano mezzi di soccorso, c'era la polizia o i carabinieri.

LUCA MIGLIORINO. C'erano le forze dell'ordine.

EMANUELE DRAGONI. Esatto. C'era un collega lì fuori.

LUCA MIGLIORINO. Collega in che senso? Mi perdoni.

EMANUELE DRAGONI. Collega di lavoro. Non il collega che lavorava con me. Era un dipendente della Banca.

LUCA MIGLIORINO. Si ricorda come si chiama? Prenda il suo tempo.

EMANUELE DRAGONI. Non mi viene il nome, mi scusi.

LUCA MIGLIORINO. Va bene, però c'era già un po' di gente, quindi evidentemente lei sarà arrivato comunque dopo le 9.

EMANUELE DRAGONI. Credo fortemente anche dopo le 9.30.

LUCA MIGLIORINO. Quindi lei è arrivato nel vicolo. Stava per entrare, ha chiesto a qualcuno, ha detto a qualcuno che doveva prendere il motorino? Come andò? Mi può raccontare, se si ricorda?

EMANUELE DRAGONI. A questa persona che le dicevo prima, ora purtroppo mi sfugge il nome.

LUCA MIGLIORINO. Però lei ha visto solo il suo collega, non un poliziotto o un carabiniere.

EMANUELE DRAGONI. Chiesi solo a lui che cosa fosse successo. Mi disse quello che era successo e andai via.

LUCA MIGLIORINO. Andò via in che senso? Non rimase davanti a quel vicolo?

EMANUELE DRAGONI. No, sono andato via.

LUCA MIGLIORINO. Andò a casa?

EMANUELE DRAGONI. Andai a casa della mia fidanzata.

LUCA MIGLIORINO. Però lei mi ha detto: «Io poi sono ritornato».

EMANUELE DRAGONI. Sì.

LUCA MIGLIORINO. Mi può dire più o meno a che ora e come mai poi è ritornato?

EMANUELE DRAGONI. Per riprendere il motorino per ritornare a casa.

LUCA MIGLIORINO. Che ore saranno state?

EMANUELE DRAGONI. Intorno a mezzanotte forse, mezzanotte e mezza.

LUCA MIGLIORINO. Quella era una scena in cui era appena morto il dottor David Rossi. Lei si ricorda se avevano chiuso o delimitato questa scena?

EMANUELE DRAGONI. Quando sono arrivato non c'era nessuno, non c'era più niente. Ho preso il motorino e sono andato via.

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LUCA MIGLIORINO. Noi abbiamo delle immagini fatte dalla Polizia scientifica nell'ufficio del dottor Rossi. Fanno una foto mentre fanno il sopralluogo dell'ufficio. Il sopralluogo dell'ufficio inizia a mezzanotte e mezzo. Fanno una foto al di fuori della finestra alle 1.17 e il suo scooter già non c'era più. Lei mi sta dicendo che quell'area non è stata minimamente delimitata quella notte. Lei è entrato da solo, ha preso il motorino ed è andato via.

EMANUELE DRAGONI. Non c'era neanche la catena.

LUCA MIGLIORINO. Non c'era nemmeno più la catena.

EMANUELE DRAGONI. Aspetti. Credo di ricordare che non ci fosse, però...

LUCA MIGLIORINO. Però quando uscì la catena la aprì, quella sera.

EMANUELE DRAGONI. No.

LUCA MIGLIORINO. Però quando lei ritornò non c'era più la catena.

EMANUELE DRAGONI. A me sembra di ricordare che non ci fosse.

LUCA MIGLIORINO. Lei è entrato, il furgoncino bianco c'era ancora. Quindi lei ha preso lo scooter ed è andato via. Io lascerei spazio agli altri perché ne ho preso molto. Grazie.

PRESIDENTE. Onorevole Rossi.

ANDREA ROSSI. Intanto anch'io la ringrazio. Devo dire che il collega Migliorino ha già più o meno toccato gli argomenti delle domande che volevo fare. Non da ultimo, questo aspetto di lei che rientra per ritirare lo scooter. Trova purtroppo questa scena con tutti i soccorsi. Una domanda molto banale, se vuole: lei non accenna minimamente a farsi riconoscere come proprietario dello scooter in quel momento?

EMANUELE DRAGONI. Esatto.

ANDREA ROSSI. L'ultimissima cosa, gliel'ha chiesta anche il collega prima: assolutamente lei non ha avuto alcun tipo di contatto con nessun soggetto inquirente rispetto a questa vicenda, nonostante si riconosca chiaramente la presenza dello scooter?

EMANUELE DRAGONI. No.

ANDREA ROSSI. L'ultimissima cosa, anche se mi sembra che l'abbia detta in modo altrettanto chiaro. Lei esce proprio qualche istante prima rispetto a quello che è accaduto, però lei esce proprio da lì? Lei esce dove c'è lo scooter?

EMANUELE DRAGONI. Sì.

ANDREA ROSSI. Grazie.

PRESIDENTE. Vicepresidente Lacarra.

MARCO LACARRA. Grazie. Grazie all'audito. Le domande sono più a precisazione che nuovi fatti. Uno: lei ha la possibilità di ricordare esattamente che quel giorno ha fatto il giro di ispezione a quell'orario, che non ricorda in maniera precisa, come è comprensibile, o ci arriva per deduzione? Siccome lo faceva ogni sera, presumo che l'abbia fatto anche quella sera. Lei ha la precisa memoria che quel giorno ha fatto il solito giro? Poi sull'orario c'è qualche dubbio, per carità. Non può ricordarlo, certamente, però se lei è passato e non c'era il corpo del povero David Rossi evidentemente sarà uscito prima. Questo credo sia fuor di dubbio.

EMANUELE DRAGONI. Senz'altro.

MARCO LACARRA. Lei ha certezza che quel giorno in particolare ha fatto il solito giro?

EMANUELE DRAGONI. Esatto.

MARCO LACARRA. C'è un'altra cosa che non ho capito bene. Lei aveva le chiavi della catenella ogni volta che usciva con lo scooter. Lei le andava a recuperare dalla Pag. 12portineria o una copia l'aveva in tasca e la portava sempre con sé, come sarebbe logico?

EMANUELE DRAGONI. Noi avevamo il mazzo con tutte le chiavi. Io andavo, aprivo il lucchetto...

MARCO LACARRA. In che senso? Lei aveva il possesso di questo...

EMANUELE DRAGONI. No.

MARCO LACARRA. Quindi andava sempre in portineria a prenderlo.

EMANUELE DRAGONI. Esatto. Il mazzo delle chiavi della portineria. Io andavo, aprivo il lucchetto...

MARCO LACARRA. Quindi lei faceva il giro da Rocca Salimbeni, prendeva le chiavi, apriva la catenella, usciva con il motorino, riportava le chiavi a piazza Salimbeni.

EMANUELE DRAGONI. Io facevo un giro, l'altro collega faceva il giro al contrario. Le chiavi le prendeva lui e le riconsegnava alla portineria. Probabilmente prima non l'ho specificato, però al momento che io aprivo il lucchetto e poi uscivo con il motorino a tempo debito, il mazzo delle chiavi le riconsegnavo al collega che facendo il giro da dentro le ridava al...

MARCO LACARRA. Però questo, mi pare di aver capito, non accadeva sempre alla fine del giro, perché lei magari aveva, come in quel caso, un appuntamento in palestra o altre commissioni e tornava più tardi; mi corregga se sbaglio. Quindi poteva tornare in un orario anche tardo nella serata lasciando lì lo scooter, giusto? Non so se sono stato chiaro. Quella sera lei dice che era andato in palestra. Bene, ha fatto una cosa che non fa tutte le sere evidentemente. Però capitava che lei lasciasse lo scooter per andare a fare anche la spesa lì vicino, magari; faccio un'ipotesi veramente banale. Ma in quel caso per andare in palestra sì. E quando tornava faceva lo stesso giro? Cioè, andava a Rocca Salimbeni, prendeva la chiave, apriva la catenella, prendeva lo scooter e riportava la chiave?

EMANUELE DRAGONI. No.

MARCO LACARRA. E come usciva? Con lo scooter come usciva? Quella sera, se non fosse successo quello che è accaduto per cui lei ha provato, ha aperto...

EMANUELE DRAGONI. Lei ha perfettamente ragione. Lasciavo il lucchetto aperto. Andavo, aprivo, lasciavo il lucchetto aperto. Era un lucchetto semplicissimo, era un anello della catena fissato al muro.

MARCO LACARRA. Altra cosa: se fossero stati in corso dei lavori, che ovviamente interessano gli impianti, lavori magari commissionati ad aziende esterne... Lei invece è un dipendente strutturato del Monte Paschi, era un dipendente che aveva funzioni di natura tecnica, come accadeva un tempo prima che fossero affidati all'esterno un po' tutti i servizi. Quindi se si fanno dei lavori che interessano anche eventualmente gli impianti, lei dovrebbe essere coinvolto come manutentore, o no?

EMANUELE DRAGONI. Sì.

MARCO LACARRA. Bene. Le risulta che in quel periodo ci fossero dei lavori al terzo o al quarto piano dell'edificio di Rocca Salimbeni, in particolare su stanze prospicienti Monte Pio?

EMANUELE DRAGONI. No, io sinceramente non me lo ricordo.

MARCO LACARRA. Ma se ci fossero stati dei lavori, a meno che non fossero proprio esclusivamente di natura edile, cioè pavimentazione o altro?

EMANUELE DRAGONI. Se ci fossero stati dei lavori di manutenzione su quadri elettrici, cabine, caldaie o condizionatori, saremmo stati presenti anche noi, perché la ditta esterna non poteva stare da sola. Per quanto riguarda la muratura, l'imbiancatura, no.

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MARCO LACARRA. Poteva non essere coinvolto.

EMANUELE DRAGONI. Esatto.

MARCO LACARRA. Va bene, credo di non dover chiedere altro.

PRESIDENTE. Onorevole D'Orso.

VALENTINA D'ORSO. Grazie per i chiarimenti e i contributi che sta dando. Torno però a chiederle un chiarimento, purtroppo, per l'ennesima volta. Quando lei iniziava il giro di verifica serale a fine turno, io non ho capito se nel momento in cui uscivate dal vicolo Monte Pio eravate tutti e due i colleghi. La squadra era composta da due, se ho capito bene: lei e Paolo Zotto. Si chiama così il collega? Io non ho capito se uscivate per il giro insieme da lì e poi vi dividevate, perché lei ha detto che uno andava da una parte e uno andava dall'altra, oppure già iniziavate il vostro giro separati da due punti diversi. Se mi può chiarire questo aspetto, per favore.

EMANUELE DRAGONI. Partivamo dall'ufficio; io facevo un giro, il collega faceva l'altro giro. Sono uscito solo io da lì.

VALENTINA D'ORSO. È una domanda che ha fatto già il vicepresidente Lacarra, però è fondamentale per capire se il ricordo di quel giorno è netto o può essere un ricordo influenzato da altri giorni. La domanda è questa: i percorsi li avevate precedentemente sempre stabiliti ed erano sempre quelli? Quindi lei usciva sempre dal portone di vicolo Monte Pio e il suo collega usciva sempre, perché era così la prassi, da un'altra parte per iniziare il suo giro? Mi conferma che era sempre così?

EMANUELE DRAGONI. Sì, il giro era sempre quello. Poteva anche succedere che invertivamo il giro. Non ero sempre e soltanto io a fare il giro dall'esterno e l'altro collega a fare il giro dall'interno. Questo ci tengo a precisarlo.

VALENTINA D'ORSO. Questo è fondamentale, perché ci potrebbe essere un ricordo sovrapposto. Un altro chiarimento. Le chiedo uno sforzo di memoria non indifferente su alcuni dettagli: quando uscì quella sera, com'erano le condizioni meteo? Lei si ricorda? Pioveva, c'era vento? Nulla di tutto questo?

EMANUELE DRAGONI. Non mi ricordo che piovesse.

VALENTINA D'ORSO. Poi le chiedo se sentì qualche rumore in quel contesto. È uno sforzo non indifferente, però se ricorda...

EMANUELE DRAGONI. No, non ho sentito niente di particolare.

VALENTINA D'ORSO. Questo mi interessa anche a livello più generale, eventualmente: se quando lei uscì c'erano le finestre accese sul vicolo, anche prospicienti... Nell'uscire lei si lascia alle spalle il palazzo da cui esce, però noi sappiamo che di fronte c'è un altro palazzo anche importante. Le chiedo se ha un ricordo di questo.

EMANUELE DRAGONI. Di questo no.

VALENTINA D'ORSO. Non ricorda di solito, quando lei usciva, se lì c'erano finestre accese, come dire che c'era qualcuno lì, all'ora in cui lei era solito fare il giro?

EMANUELE DRAGONI. No, non me lo ricordo.

VALENTINA D'ORSO. Se vi erano lavori edili o di altro genere l'ha chiesto già il collega. Le sollecito nuovamente il ricordo, però ho capito che non ce l'ha. Chi trovò all'arrivo nel vicolo dopo la palestra? I ragionamenti di poco fa sono anche abbastanza rilevanti. Lei ha dichiarato che era solito andare in palestra.

EMANUELE DRAGONI. Due volte alla settimana.

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VALENTINA D'ORSO. Quindi quelle due volte alla settimana era solito lasciare lo scooter oltre l'orario di lavoro. Quelle due volte faceva questa cosa.

EMANUELE DRAGONI. Nell'80-90 per cento dei casi, quando andavo in palestra facevo così.

VALENTINA D'ORSO. Lei poco fa ha detto: «Evidentemente lasciavo il lucchetto aperto per poi poter ritirare...»

EMANUELE DRAGONI. Esatto.

VALENTINA D'ORSO. Perché comunque lei non deteneva le chiavi della catenella, per cui non avrebbe potuto fare...

EMANUELE DRAGONI. Non avrei potuto prendere il motorino.

VALENTINA D'ORSO. L'ultimissima domanda, sui soggetti che erano presenti al suo arrivo dopo la palestra, quando lei torna sul vicolo Monte Pio. Lei ha fatto cenno solo a un collega. Quindi c'era solo quel collega, quello che aveva un profilo diverso rispetto al suo.

EMANUELE DRAGONI. Non era dentro al vicolo. Era al di fuori per la strada, che passeggiava in via De Rossi. Io vidi tutta la gente e chiesi a lui che cosa fosse successo, e lui disse: «Guarda, è successo questo, questo e questo». E andai via.

VALENTINA D'ORSO. E non vide più nessun altro del Monte dei Paschi, in quel contesto?

EMANUELE DRAGONI. No, ho visto solo lui.

VALENTINA D'ORSO. E nessun altro neanche che conoscesse come autorità del posto, di Siena, essendo lei di Siena? Non ricorda nessuno in particolare presente?

EMANUELE DRAGONI. No. Mi è venuto in mente il nome della persona: Guido Guiggiani.

PRESIDENTE. Onorevole Borghi. Prego.

CLAUDIO BORGHI. Volevo chiedere se lei conosceva o conosce tra i dirigenti il dottor Fanti.

EMANUELE DRAGONI. Il dottor Valentino Fanti?

CLAUDIO BORGHI. Sì.

EMANUELE DRAGONI. So chi è.

CLAUDIO BORGHI. Se lo vede lo riconosce.

EMANUELE DRAGONI. Sì.

CLAUDIO BORGHI. Quando è tornato al vicolo, adesso che le faccio questo nome, le sovviene magari di averlo visto tra la gente?

EMANUELE DRAGONI. Sinceramente no. Non mi ricordo. È un particolare che non mi ritorna in mente.

CLAUDIO BORGHI. Grazie.

PRESIDENTE. Onorevole Picchi.

GUGLIELMO PICCHI. Grazie. Lei ha detto che con gli inquirenti non ha mai parlato. Ha mai avuto una conversazione, come sta avvenendo ora con noi, con qualcun altro, giornalisti...? Quindi è la prima volta che lei ripercorre... Questa conversazione è la prima volta che la fa.

EMANUELE DRAGONI. Esattamente.

GUGLIELMO PICCHI. Bene. La seconda cosa: lei conosceva Rossi? Sapeva chi era?

EMANUELE DRAGONI. Sapevo chi era.

GUGLIELMO PICCHI. Domanda specifica sui lavori di ristrutturazione: lei si ricorda se al quarto piano, quindi il piano sopra quello dove c'era l'Area comunicazione, ci fossero dei lavori di qualche tipo?

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EMANUELE DRAGONI. No, non mi ricordo.

GUGLIELMO PICCHI. Perfetto. Una questione di curiosità mia: quando lei esce dalla palestra, va dalla sua fidanzata, torna a prendere il motorino, doveva passare di lì dove sapeva essere avvenuto un fatto. Non so, io per pura curiosità umana mi sarei messo non dico a guardare ma... Lei ha osservato, ha guardato qualche cosa, o è andato lì, ha preso il motorino ed è andato via alla velocità della luce?

EMANUELE DRAGONI. Ho preso il motorino, sono andato via, non mi sono soffermato.

GUGLIELMO PICCHI. E nei giorni successivi non ha mai avuto una...

EMANUELE DRAGONI. No, avevo qualche problema a passare di lì.

GUGLIELMO PICCHI. Quindi lei il motorino lì dopo non ce l'ha più rimesso o ce l'ha rimesso?

EMANUELE DRAGONI. Ce l'ho rimesso. Se non ricordo male, dopo ci hanno detto che non si poteva più lasciare lì e non ce l'abbiamo più messo.

GUGLIELMO PICCHI. Grazie.

PRESIDENTE. Secondo giro di domande. Si era prenotato l'onorevole Migliorino. Per galanteria...

VALENTINA D'ORSO. Una velocissima domanda soltanto perché mi è venuta dopo. Volevo sapere se lei quel giorno si ricorda se era stato nel locale che ci ha descritto come locale magazzino del materiale elettrico, dove ci ha detto che c'erano le scaffalature, al netto del fatto che magari il giro comprendesse il passaggio da quel locale; però, per intenderci, se ha ricordo di essere stato lì quel giorno.

EMANUELE DRAGONI. Sinceramente non me lo ricordo con precisione, però era quasi abitudine andarci tutti i giorni, anche diverse volte al giorno, per sistemare e rimettere a posto delle cose, prendere del materiale perché c'era da fare qualche lavoretto, sostituire le lampade, tubi, cose del genere.

VALENTINA D'ORSO. Grazie.

PRESIDENTE. Onorevole Rossi.

ANDREA ROSSI. Mi sono dimenticato prima una domanda più che altro di contesto. Lei ovviamente è una delle ultime persone che normalmente, visto il suo ruolo all'interno dell'attività, lasciava l'immobile, giusto? Quando lei faceva questi giri, normalmente era, rispetto a una presenza sua, alle 14 di pomeriggio, alle 16 di pomeriggio. Era facile incontrare delle persone, oppure invece bene o male...

EMANUELE DRAGONI. No, a quell'ora era difficile incontrare qualcuno.

ANDREA ROSSI. Quella sera lei incontra qualcuno, in quella mezz'ora precedente alla sua uscita dalla Banca?

EMANUELE DRAGONI. Credo che eravamo in ufficio. Quando poi siamo usciti, o per lo meno quando sono uscito, non mi sembra che abbia incontrato qualcuno.

ANDREA ROSSI. La ringrazio.

PRESIDENTE. Onorevole Borghi.

CLAUDIO BORGHI. Scusi, mi ero mi ero dimenticato una domanda. Lei è mai stato avvicinato da qualcuno che, discorrendo, diceva: «Pensa un po', proprio dove lavoravi tu, hai visto qualcosa?», o cose di questo tipo? Cioè, qualcuno che le ha fatto delle domande su quella serata, fuori dagli aspetti ufficiali? Persone che hanno voluto domandarle se aveva visto qualcosa?

EMANUELE DRAGONI. No.

PRESIDENTE. Onorevole d'Ippolito.

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GIUSEPPE D'IPPOLITO. Lei era mai stato nella stanza del dottor Rossi? Sapeva dov'era?

EMANUELE DRAGONI. Dov'era la sua stanza lo sapevo. Sull'esserci stato, probabilmente ci sarò stato sicuramente nei cambi di stagione e per controllare il funzionamento del fancoil per il riscaldamento o condizionamento.

GIUSEPPE D'IPPOLITO. Altri lavori?

EMANUELE DRAGONI. Che mi ricordi, altri interventi no.

GIUSEPPE D'IPPOLITO. Le chiedo uno sforzo di memoria. Prima del fatto che ha coinvolto il dottor Rossi, ricorda se il fancoil della stanza del dottor Rossi, quello sotto la finestra, avesse la grata rotta? È mai intervenuto per sostituirla?

EMANUELE DRAGONI. Che io ricordi no. Non ricordo che fosse rotta. Nel caso, le spiego che il nostro compito era verificare il funzionamento. Se ci fosse stato qualsiasi altro tipo di problema, sia elettrico che di grata o qualsiasi altro, per esempio il filtro, sono tutti lavori che faceva la ditta che si occupava della manutenzione e della pulizia del filtro. Se si rompeva la griglia, se non funzionava il termostato, ci pensava la ditta. Eventualmente ci dicevano: «C'è questo problema», e noi attivavamo la ditta per riparare il problema.

GIUSEPPE D'IPPOLITO. Grazie.

PRESIDENTE. Onorevole Cenni.

SUSANNA CENNI. Solo una brevissima domanda, perché non so se mi sono persa io e magari mi è sfuggito qualcosa. Ovviamente anche io la ringrazio per essere qui. Lei quando faceva i turni di sera usciva molto tardi. Utilizzava l'uscita sul retro, quella su Monte Pio?

EMANUELE DRAGONI. Non sempre.

SUSANNA CENNI. La mia domanda è: quando utilizzava quell'uscita, c'era modo per chi stava nella portineria di piazza Salimbeni di sapere se lei usciva di lì o no?

EMANUELE DRAGONI. Sì.

SUSANNA CENNI. Quindi loro avevano un quadro...

EMANUELE DRAGONI. Sì, hanno i monitor di controllo. Ci sono sia lì che in tutte le altre portinerie.

SUSANNA CENNI. Ma poteva saperlo solo dal monitor. Lei giustamente ha detto che non c'erano i badge, poteva saperlo solo se la vedeva uscire dal monitor.

EMANUELE DRAGONI. Esattamente.

LUCA MIGLIORINO. Mi vengono delle domande proprio perché sono intervenuti i colleghi. Grazie della sua disponibilità, dottor Dragoni. In quanti eravate nello staff?

EMANUELE DRAGONI. Due.

LUCA MIGLIORINO. Avevano la possibilità di avere queste chiavi perché queste chiavi erano nell'ufficio destinato a voi, giusto?

EMANUELE DRAGONI. Esatto.

LUCA MIGLIORINO. Quindi quando andavate via, le chiavi rimanevano là?

EMANUELE DRAGONI. Facciamo una precisazione. Il mazzo delle chiavi della portineria veniva riconsegnato alla portineria. All'interno del nostro ufficio noi avevamo delle copie delle chiavi degli impianti. In più, nel mazzo di chiavi personale, ci erano state assegnate le chiavi dell'ufficio e le aperture dei portoni degli impianti di condizionamento e di riscaldamento.

LUCA MIGLIORINO. In ufficio avevate a disposizione il mazzo di chiavi con l'ingresso di vicolo di Monte Pio?

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EMANUELE DRAGONI. Dell'ingresso di Monte Pio ce le avevano in portineria. Noi non avevamo le chiavi del portone di Monte Pio.

LUCA MIGLIORINO. Queste chiavi andavano in mano a delle persone, di sicuro voi due quando le avevate per aprire e fare il giro. Giusto?

EMANUELE DRAGONI. Le chiavi le prendeva il portiere finché stava in Monte Pio. Quando andava via, le lasciava a noi.

LUCA MIGLIORINO. Questo già collide con quello che ci è stato detto perché, secondo Riccucci, venivano portate alla portineria centrale. Invece, il portiere dell'ingresso di Monte Pio le lasciava a voi e non alla portineria centrale.

EMANUELE DRAGONI. Le dico così, perché di solito le chiavi si chiedevano al portiere che andava via, mentre altre volte il portiere diceva: «Porto su le chiavi.» e noi andavamo a riprenderle.

LUCA MIGLIORINO. Oltre al vostro servizio di manutenzione, vi erano altri servizi di manutenzione in quella banca? Ha detto che voi facevate impianti elettrici, informatici o delle sale. Su via dei Rossi ci sono delle sbarre che danno proprio sotto l'Arco dei Rossi e dove ci sono degli uffici della parte informatica. Quando abbiamo fatto il sopralluogo abbiamo visto questo, ad esempio. C'erano altre persone di manutenzione che potevano avere queste chiavi di apertura o le avevate solo voi?

EMANUELE DRAGONI. No, ce le avevamo noi.

LUCA MIGLIORINO. Ad esempio, l'imbianchino, quando entrava o usciva, come faceva? Aveva una possibilità anche lui di aprire il lucchetto oppure no?

EMANUELE DRAGONI. Se non chiedeva le chiavi al portiere o a noi, nel caso le avessimo noi, ci pensavamo noi.

LUCA MIGLIORINO. Lei dice che quando va in palestra, lascia lo scooter nel vicolo, però a San Domenico ci sono tanti parcheggi, soprattutto in quella palestra. Come mai non andava con lo scooter?

EMANUELE DRAGONI. Mi veniva comodo lasciarlo lì, perché poi da San Domenico, per riandare a casa, avrei dovuto fare il giro più lungo e invece da via dei Rossi ci vogliono cinque minuti per arrivare a casa.

LUCA MIGLIORINO. A un certo punto, nella seconda indagine, gli inquirenti hanno cercato tutti quelli che erano quella sera in quella banca, ma si sono dimenticati di lei e del suo collega, perché non vi ha contattato mai nessuno. Giusto?

EMANUELE DRAGONI. Esatto.

LUCA MIGLIORINO. La sua targa si vede in modo evidente nelle immagini, però si sono dimenticati di contattarla. Quindi hanno cercato tutti quelli in quella banca meno due persone. Lei ha detto che quando è entrato in quel vincolo, ha incontrato un suo collega, Guido Guiggiani della Contrada della Giraffa, che le ha detto: «È successo questo, questo e questo.». Si può ricordare la frase che le disse? Disse il nome di chi era caduto?

EMANUELE DRAGONI. La frase precisa non me la ricordo. Mi disse: «Guarda, è successo che David Rossi è caduto dalla finestra.».

LUCA MIGLIORINO. È caduto o si è suicidato? Si ricorda se disse qualcosa del genere?

EMANUELE DRAGONI. No, mi disse: «È caduto dalla finestra».

LUCA MIGLIORINO. Quella sera vide il dottor Rossi?

EMANUELE DRAGONI. No.

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LUCA MIGLIORINO. Quando lei prima mi ha detto che ha fatto un percorso, ha detto anche che poi è rientrato un'altra volta da vicolo di Monte Pio con le chiavi. Giusto? Quando faceva il percorso di uscita con le chiavi, arrivava in via dell'Abbadia, però avevamo saltato questo passaggio, perché pensavo che c'era un altro ingresso a piazza dell'Abbadia che la faceva uscire all'hotel Cannon D'Oro. Quindi c'era un altro ingresso e non rientrava di nuovo dal vicolo?

EMANUELE DRAGONI. Non rientravo. Quando uscivo per finire il mio turno di lavoro poi non rientravo da Monte Pio.

LUCA MIGLIORINO. Quella sera – abbiamo le immagini – piovigginava e faceva freddo, perché era il 6 marzo. Si ricorda se indossava un cappellino quella sera?

EMANUELE DRAGONI. È probabile che avessi un capello.

LUCA MIGLIORINO. Aveva anche una giacca nera? Le faccio una domanda che le devo fare e non deve essere vista come... Lei verso le 20.27 è ritornato nel vicolo e ha visto il corpo del dottor Rossi a terra e poi è andato via?

EMANUELE DRAGONI. No. Assolutamente no.

LUCA MIGLIORINO. Il giorno dopo è andato al lavoro? Si parlava di quello che era successo?

EMANUELE DRAGONI. È evidente.

LUCA MIGLIORINO. Lei ne ha parlato con qualcuno quel giorno?

EMANUELE DRAGONI. Con il mio collega.

LUCA MIGLIORINO. Come hanno chiesto i colleghi, anche se non è stato chiamato dagli inquirenti, ha parlato con il suo collega Paolo Zotto. Vi siete detti qualcosa? Ha detto: «Sono giusto passato lì pochi minuti prima»?

EMANUELE DRAGONI. Giusto questo. Personalmente non mi spiegavo neanche l'accaduto, non riuscivo a capacitarmi di quello che poteva essere successo e del perché.

LUCA MIGLIORINO. Il suo collega Paolo Zotto rimase sul luogo o andò via anche lui? Di questo ne avete parlato?

EMANUELE DRAGONI. Andò via anche lui. Salvo il vero, se non ricordo male se era quella sera lì, lui era reperibile, perché noi facevamo il turno di reperibilità e, in caso di necessità, ci chiamavano.

LUCA MIGLIORINO. Quella notte lui era reperibile.

EMANUELE DRAGONI. Credo che lui sia stato avvisato o dalla portineria o da non so chi di preciso, perché gli inquirenti volevano la registrazione.

LUCA MIGLIORINO. La chiave l'avevate voi?

EMANUELE DRAGONI. La chiave era in portineria, la stanza della videoregistrazione e credo che lui abbia accompagnato gli inquirenti per dirgli dove erano i dispositivi della videoregistrazione di quella zona.

LUCA MIGLIORINO. Lui era reperibile, fu richiamato il suo collega, il dottor Paolo Zotto che dovette ritornare e accompagnò gli inquirenti quando prelevarono il video della videocassetta. Di questo ne avete parlato il giorno dopo?

EMANUELE DRAGONI. Mi ricordo questo particolare.

LUCA MIGLIORINO. In famiglia ha parlato di quello che è successo?

EMANUELE DRAGONI. La sera stessa io sono tornato e i figli dormivano, erano a Pag. 19letto. Poi il giorno dopo abbiamo parlato della caduta.

LUCA MIGLIORINO. Lei non ha mai pensato di dire: «Magari sono passato pochi minuti prima, mi faccio vivo con gli inquirenti»? Ha mai pensato di dire: «Faccio un passo, vado a dire che c'ero io alle 19.50, alle 19.40.».

EMANUELE DRAGONI. Magari poteva essere più giusto l'orario in quel momento lì di andare a dire: «Guardi, io sono uscito...». Sinceramente non ci ho mai pensato.

LUCA MIGLIORINO. Anche i suoi familiari non le hanno detto: «È meglio che vai a parlare...»?
No, nessuno le ha suggerito di dire: «Parliamo con gli inquirenti.».

EMANUELE DRAGONI. No.

LUCA MIGLIORINO. Lei ha detto che controllavate questi condizionatori che anche noi abbiamo visto. Si ricorda come sono fatti questi fancoil? Lei pensa che siano resistenti per un uomo di 70 chili che ci mette un piede? Lei li vedeva resistenti o di plastica? Se li ricorda?

EMANUELE DRAGONI. Il rivestimento frontale era in lamiera e la griglia sopra era in plastica.

LUCA MIGLIORINO. Lei pensa che erano molto resistenti? Secondo lei, che succedeva se uno ci si sedeva sopra?

EMANUELE DRAGONI. Si rompe.

PRESIDENTE. Fino a quando ha lavorato in Monte dei Paschi?

EMANUELE DRAGONI. Fino al 31 marzo 2019.

PRESIDENTE. In questi anni sono stati cambiati questi fancoil oppure sono rimasti sempre gli stessi? È ipotizzabile che quello che noi abbiamo visto nell'ultimo sopralluogo che abbiamo svolto a settembre fosse ancora quello che c'era nel 2013 o nel frattempo, con la tecnologia, avete fatto manutenzione e lo avete cambiato?

EMANUELE DRAGONI. Che io ricordi sono sempre quelli.

PRESIDENTE. Secondo lei in questi otto anni è rimasto sempre quello?

EMANUELE DRAGONI. Si.

LUCA MIGLIORINO. Io ho le foto. Si ricorda come si chiamava la ditta che sostituiva queste parti di condizionatori? Li vedeva spesso? Venivano periodicamente?

EMANUELE DRAGONI. Certo, avevano un contratto per cui ogni tot venivano a fare la pulizia dei filtri.

LUCA MIGLIORINO. Lei ha detto che voi controllavate solo se funzionavano, se si rompevano chiamavate la ditta.

EMANUELE DRAGONI. Esattamente. La ditta aveva un contratto di manutenzione.

LUCA MIGLIORINO. Si ricorda come si chiama la ditta?

EMANUELE DRAGONI. Termoidraulica Celli.

LUCA MIGLIORINO. Si ricorda se venivano spesso?

EMANUELE DRAGONI. Non mi ricordo se facevano la pulizia dei filtri ogni due o tre mesi. Era una cosa programmata per un discorso di igiene, di salute.

LUCA MIGLIORINO. Ci tengo molto, perché lei lavorava nel controllo dei fancoil, ci ha detto che effettivamente erano in parte di plastica e con la lamiera di fronte. Quindi se uno ci si siede sopra, lei pensa che si stacchi almeno dal muro? È resistente secondo lei?

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EMANUELE DRAGONI. Si fa male a dirlo. Magari mi ci posso sedere io e non succede niente, dipende anche da come uno ci si mette.

LUCA MIGLIORINO. Noi abbiamo le foto di quella sera. Il dottor David Rossi avrebbe dovuto attaccarsi alla sbarra che innalza il livello del davanzale della finestra – restano circa 90 centimetri, ma per regola devono essere circa 120 – e si sarebbe dovuto dare la spinta con un piede con tutta la forza del suo corpo su questo fancoil. Oltretutto su questo fancoil c'era una fila di fogli precisa e dritta che non è caduta. Secondo lei che ci lavorava, è possibile darsi una spinta così forte e non succede niente e non si rompe nemmeno la plastica? Lo vede probabile o poco probabile?

EMANUELE DRAGONI. Poco probabile.

LUCA MIGLIORINO. Perché dalle foto di quella sera la plastica non è nemmeno rotta. Lei ha parlato dei monitor. Si ricorda come erano disposti questi monitor all'ingresso della portineria principale? Non quella di Monte Pio, di cui parliamo dopo.

EMANUELE DRAGONI. Sinceramente c'erano due telecamere che riprendevano il portone d'ingresso, dove ci sono gli scalini di piazza Salimbeni, altri due riprendevano l'ingresso della portineria sempre dall'androne dell'ingresso di piazza Salimbeni e nel corridoio della portineria tre o quattro.

PRESIDENTE. Sono anche cose che conosciamo.

LUCA MIGLIORINO. Conosciamo quello che dava sul caveau o quello che dava su Monte Pio, ma non dicevo la posizione delle videocamere, ma dei monitor, quindi il portiere e i monitor che guardava il portiere.

EMANUELE DRAGONI. I monitor della portineria nella postazione del portiere?

PRESIDENTE. Forse è più semplice sapere se sono quelli che ci sono ancora adesso o se sono stati sostituiti all'epoca.

EMANUELE DRAGONI. Sicuramente qualcuno che nel tempo si è guastato è stato sostituito.

LUCA MIGLIORINO. Il portiere seduto poteva guardare i monitor o ne aveva uno qualcuno dietro la schiena e quindi, per vederli, doveva girarsi?

EMANUELE DRAGONI. Li aveva tutti davanti e forse uno laterale.

LUCA MIGLIORINO. Il portiere non è messo dritto, ma è messo un po' verso l'ingresso, perché il bancone è con una particolarità. Dietro la schiena non ce n'era nessuno, era sulla spalla e poi dritto, ma girando la testa, lo si poteva guardare.

EMANUELE DRAGONI. Perlomeno quelli che riprendevano le parti esterne, per me li aveva avuti abbastanza in vista. Forse ne aveva uno dietro del museo, però lì chiaramente non c'era mai nessuno.

LUCA MIGLIORINO. Si ricorda chi lavorava come portiere all'ingresso di vicolo di Monte Pio? Se uno ci andava tutti i giorni, magari ci parlava. Glielo chiedo perché ha un'ottima memoria, la ringrazio per quello che ci sta dicendo.

EMANUELE DRAGONI. Però mi fa una domanda a cui sinceramente non so rispondere. Non mi ricordo di un portiere fisso.

LUCA MIGLIORINO. Vuol dire che erano più di uno? Erano diversi?

EMANUELE DRAGONI. Anche loro facevano i turni. Sinceramente di preciso non mi ricordo. Prima di dire una cosa sbagliata...

LUCA MIGLIORINO. Se le viene in mente, può scrivere alla nostra Commissione. Lei mi dice che entravano delle persone da quel vicolo. L'ingresso principale Pag. 21forse era quello più frequentato dalle persone che entravano, ma durante la giornata anche da Monte Pio o da quello dell'Abbadia potevano entrare delle persone? Infatti, da alcune parti c'erano i tornelli e i portieri. Potevano entrare anche persone normali o entravano soltanto coloro che lavoravano in banca, i dipendenti, oppure qualche azienda che doveva fare qualche lavoro extra?

EMANUELE DRAGONI. I dipendenti sicuramente, più le persone addette delle eventuali ditte che lavoravano dentro alla banca.

LUCA MIGLIORINO. Pure gente normale? Non ha mai visto entrare persone che non erano dipendenti e che magari erano clienti che andavano sopra dagli altri dipendenti o che erano parenti o amici?

EMANUELE DRAGONI. Non so dirglielo.

LUCA MIGLIORINO. Se io volevo entrare alle 18.35 o alle 18.20 – faccio un esempio – noi sappiamo che in quel tempo non vi era un badge elettronico che segnava tutto nel database di un computer, quindi era un po' alla bontà del portiere. Giusto?

EMANUELE DRAGONI. Credo.

LUCA MIGLIORINO. Se io fossi entrato alle 18.20 e non fossi uscito prima delle 18.40, sarei entrato da un ingresso, ma sarei dovuto uscire dall'altro. Giusto?

EMANUELE DRAGONI. Certo.

LUCA MIGLIORINO. Non venivano segnati i nomi. Poteva succedere che una persona entrasse alle 18.20 e che uscisse dall'altro ingresso?

EMANUELE DRAGONI. Certo.

LUCA MIGLIORINO. Per quanto riguarda i turni, lei ha detto che faceva dalle 13.20 alle 20.07. Mi può parlare degli altri turni che esistevano? Era l'unico turno?

EMANUELE DRAGONI. L'altro turno era... l'uscita del turno della mattina era alle 13.37. Non mi ricordo se l'entrata era alle 6.55 o alle 7.05. Facendo i calcoli, l'ingresso era alle 6.55.

LUCA MIGLIORINO. Qualcuno entrava alle 6.55 e poi c'era la reperibilità della notte. Giusto?

EMANUELE DRAGONI. Esatto.

LUCA MIGLIORINO. Quando entravate, c'erano già le persone delle pulizie nel Monte dei Paschi?

EMANUELE DRAGONI. Sì.

LUCA MIGLIORINO. Si ricorda più o meno a che ora entravano? Ha fatto amicizia con qualcuno? Potrebbe essere possibile alle 5.30?

EMANUELE DRAGONI. Sì, probabile.

LUCA MIGLIORINO. Lei faceva soltanto quel turno delle 13.20-20.07 oppure i turni cambiavano?

EMANUELE DRAGONI. Facevamo una settimana in un modo e una settimana in un altro.

LUCA MIGLIORINO. Ha visto che le donne delle pulizie in quelle settimane c'erano tutti i giorni o c'erano un giorno sì e un giorno no nel Monte dei Paschi?

EMANUELE DRAGONI. Le pulizie c'erano tutti i giorni.

LUCA MIGLIORINO. Degli uffici principali sicuramente c'erano. Lei crede che l'ufficio del dottor Rossi veniva pulito tutti i giorni?

EMANUELE DRAGONI. Penso di sì. Sinceramente non lo so con precisione.

LUCA MIGLIORINO. Io penso che lei abbia dato molte informazioni veramente Pag. 22importanti oggi, quindi la ringrazio davvero di essere stato qui.

VALENTINA D'ORSO. Volevo chiedere un chiarimento sul fancoil. Era vostro compito anche girare periodicamente per verificare il funzionamento, quindi se lei avesse visto una griglia rotta nel suo giro, lo avrebbe segnalato, perché comunque era da segnalare. Con quale periodicità facevate il giro dei vari uffici e delle varie stanze per verificare il funzionamento dei fancoil?

EMANUELE DRAGONI. Non c'era un programma, tanto per chiarirsi. Ai cambi di stagione, appena arrivava l'inverno o appena arrivava l'estate, ovvero quando si scambiavano le caldaie con i gruppi frigo e viceversa, i controlli venivano fatti tutti i giorni finché non verificavamo che l'impianto fosse a regime e che non vi fossero problematiche. A volte per qualche guasto siamo andati a controllare anche 15 o 20 giorni in un mese o anche per un mese e mezzo. Non ricordo le zone.

VALENTINA D'ORSO. Lei ha detto che ha lavorato lì ininterrottamente fino al 31 marzo 2019. Lei ha ricordo di essere rientrato in quell'ufficio in tutti quegli anni – sei anni – e avere segnalato un problema? Non ha ricordo di una vicenda del genere?

EMANUELE DRAGONI. Non lo ricordo.

VALENTINA D'ORSO. Però ci sarà sicuramente rientrato, perché faceva parte dei locali da sottoporre al controllo.

EMANUELE DRAGONI. Sì.

PRESIDENTE. La ringraziamo per il suo intervento oggi che ci è stato molto prezioso, poiché ci ha fornito delle notizie delle quali non eravamo in possesso fino ad oggi. Dichiaro chiusa l'audizione.

La seduta termina alle 14.55.