XVIII Legislatura

Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale

Resoconto stenografico



Seduta n. 30 di Mercoledì 9 giugno 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Invernizzi Cristian , Presidente ... 3 

Audizione della Viceministra dell'economia e delle finanze, Laura Castelli, sullo stato di attuazione e sulle prospettive del federalismo fiscale, anche con riferimento ai relativi contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza:
Invernizzi Cristian , Presidente ... 3 
Castelli Laura (M5S) , Viceministra dell'economia e delle finanze ... 4 
Invernizzi Cristian , Presidente ... 8 
Perosino Marco  ... 8 
Invernizzi Cristian , Presidente ... 9 
Ruggiero Francesca Anna (M5S)  ... 9 
Invernizzi Cristian , Presidente ... 9 
De Menech Roger (PD)  ... 9 
Invernizzi Cristian , Presidente ... 10 
Castelli Laura (M5S) , Viceministra dell'economia e delle finanze ... 10 
Invernizzi Cristian , Presidente ... 11 

ALLEGATO: Documentazione prodotta dalla Viceministra Castelli ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
CRISTIAN INVERNIZZI

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-TV della Camera dei deputati.

Audizione della Viceministra dell'economia e delle finanze, Laura Castelli, sullo stato di attuazione e sulle prospettive del federalismo fiscale, anche con riferimento ai relativi contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera, l'audizione della Viceministra dell'economia e delle finanze, onorevole Laura Castelli, sullo stato di attuazione e sulle prospettive del federalismo fiscale, anche con riferimento ai relativi contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
  L'audizione odierna – come quella della Ministra per gli affari regionali e le autonomie già tenutasi il 26 maggio scorso – si colloca nell'ambito di un ciclo di audizioni che la Commissione ha inteso avviare sull'argomento, allo scopo di disporre di utili elementi di valutazione e di approfondimento circa l'assetto dell'autonomia finanziaria di Regioni ed enti locali e l'attuazione dell'impianto normativo tracciato dalla legge n. 42 del 2009, nel quadro dei principi sanciti dall'articolo 119 della Costituzione.
  L'attività programmata dalla Commissione costituisce, quindi, una preziosa occasione per mettere a fuoco, con il contributo di tutti gli attori interessati e, in primo luogo, del Governo, numerosi e delicati aspetti, che attengono, solo a titolo esemplificativo, alla responsabilizzazione dei diversi livelli di governo e all'effettivo controllo democratico da parte dell'elettorato, al superamento del criterio della spesa storica in favore di un modello basato su costi e fabbisogni standard, alla definizione di idonei meccanismi perequativi, alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, all'efficiente coordinamento della finanza pubblica, all'armonizzazione dei sistemi contabili e alla razionalizzazione della spesa, senza trascurare le rilevanti implicazioni legate al regionalismo differenziato.
  Ricordo che i componenti della Commissione, in virtù di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento della Camera nella riunione del 4 novembre 2020, possono partecipare alla seduta odierna anche da remoto.
  Al fine di assicurare un ordinato svolgimento dei lavori, avverto che dopo la relazione della Viceministra Castelli, sarà data la parola a un componente della Commissione per ciascun Gruppo. Seguirà la replica della Viceministra. Poi, se il tempo a disposizione lo consentirà, potranno aver luogo eventuali ulteriori interventi. Invito i rappresentanti dei Gruppi a comunicare alla Presidenza le iscrizioni a parlare. Raccomando, in ogni caso, ai colleghi di contenere la durata degli interventi.
  Premetto che la Viceministra ha già dato la propria disponibilità a ritornare. Visto che abbiamo tempi abbastanza contingentati Pag. 4 questa mattina, soprattutto perché alla Camera i lavori iniziano alle nove, prego i commissari di prendere atto anche di questa circostanza.
  A questo punto cedo la parola alla Viceministra Castelli, che ringrazio a nome di tutta la Commissione per avere accettato l'invito.

  LAURA CASTELLI, Viceministra dell'economia e delle finanze. Io ringrazio lei, presidente, perché devo dire che questa audizione ha costituito l'occasione per raccogliere in un documento le cose che abbiamo fatto in questi anni. È un lavoro che io lascio agli atti e vi prego veramente di poterlo leggere. Per questo sono disposta a ritornare. Secondo me è il caso di farlo perché, in mezzo a tutta quella che è l'ideologia che gravita intorno a questo tema, c'è la realtà delle leggi e delle norme. Quello che noi oggi dobbiamo chiarirci è che il processo, che a qualcuno sembra non sia mai partito, di attuazione del federalismo fiscale è in realtà partito, soprattutto dai comuni. Ci sono due modi per fare queste cose: o continuare a cambiare le leggi e provare a trovare meccanismi auto-applicativi – cosa praticamente impossibile, nessuno ci è mai riuscito da quando si è incominciato a parlare di questo tema – oppure entrare nei gangli dei conti, delle ripartizioni dei fondi e trovare il modo per arrivare a quell'obiettivo, che peraltro non è mai scritto da nessuna parte. Se voi ci pensate, tutta la tematica dei LEP (livelli essenziali delle prestazioni) è assente di riferimenti normativi che individuano veramente quali sono i livelli dei medesimi, che è la difficoltà principale per la quale oggi i LEP non sono applicati, perché non c'è scritto da nessuna parte come farli.
  Lo strumento che abbiamo utilizzato, che ho personalmente utilizzato dal 2019, è quello di decidere gli obiettivi per il superamento della spesa storica con i criteri di riparto delle risorse dei comuni. Con la legge di bilancio del 2020 abbiamo ridefinito il percorso di transizione del Fondo di solidarietà comunale eliminando i limiti all'ammontare complessivo della capacità fiscale perequabile, e abbiamo dato un tempo a un processo che ci porta fino al 2030 al cento per cento di questo processo.
  Presidente, veramente la ringrazio perché poter illustrare queste cose mi emoziona anche un po'. Uno fa le cose e poi non se ne accorge, ma le abbiamo fatte. Questo è un Paese che sta andando su questo processo. Noi abbiamo un sistema, che intanto si struttura sulla prima parte importante di novità, che a decorrere dal 2020 prevede che la quota della perequazione basata sulla differenza tra i fabbisogni standard e la capacità fiscale standard aumenterà del 5 per cento annuo: dal 45 per cento del 2019, che era già prescritta per legge, fino a raggiungere il valore del cento per cento. Contemporaneamente aumenterà del 5 per cento annuo il target perequativo, ossia l'ammontare complessivo della capacità fiscale perequabile dei comuni e delle Regioni a statuto ordinario, sino a raggiungere il valore del cento per cento nel 2029.
  Siccome ci sono degli aspetti più sensibili, abbiamo lavorato su alcuni principi della standardizzazione dei livelli di servizio. Abbiamo introdotto la revisione dei fabbisogni degli asili nido nel 2019. Questo è un tassello importante perché è un tema sensibile. Abbiamo deciso di ricominciare a scrivere i livelli dei fabbisogni da uno dei temi che la politica ha definito tra i più sensibili, che è proprio quello degli asili nido. Questo è calcolato applicando un costo standard al numero di bambini cui dovrebbe essere garantito il servizio. Questo è un tema che io più volte ho cercato di spiegare ai colleghi. Era assurdo tutto il tema dei comuni ad asili zero, per cui c'erano dei comuni che non avevano parte di ripartizione di risorse, non perché non avessero bambini a cui destinare le risorse per fare gli asili, ma perché gli asili non fossero costruiti.
  Spesso poi il legislatore non comprende che c'è un processo molto circolare di questo tipo di economia, perché se non hai i soldi per fare gli investimenti e costruire gli asili, oppure li hai ma non li fai, e non hai i soldi per la spesa corrente per il personale degli asili nido, è inutile che ripartisci un Pag. 5fondo di perequazione sugli asili nido, perché devi avere tutte queste risorse.
  Visto il lavoro che seguo di questa Commissione, che è decisamente ambizioso nell'andare a cercare il perché e il per come, secondo me il processo che si può fare è andare a intervenire in questo modo sugli altri pezzi di tipologia di spesa che oggi stanno ancora in questo processo, che sicuramente è già innovativo – non è più la spesa storica, ma va verso il LEP – e che forse può essere ancora di più migliorato.
  Sui servizi sociali abbiamo fatto un intervento sulla legge di bilancio aggiuntivo nei commi 791 e 794, che ha stanziato 216 milioni per la previsione di una crescita graduale annua che consentirà di raggiungere i 651 milioni nel 2030, che è il fabbisogno rispetto al processo del 5 per cento, per il potenziamento dei servizi sociali nelle RSO (Regioni a statuto ordinario).
  Questa è un'aggiunta di risorse, che ovviamente è il tema. Ogni volta che noi andiamo verso un processo di riequilibrio hai due strumenti: o riduci i soldi degli altri e quindi cominci a fare litigare l'Italia tra comuni, oppure provi a mano a mano ad aggiungere risorse. Nella legge di bilancio del 2021 lo abbiamo fatto, proprio perché il tema nell'anno precedente era stato sviluppato in questo modo sull'ambito sociale. Oggi possiamo dire che l'ambito dei servizi sociali nelle RSO ha risorse che permettono di arrivare al 2030 al cento per cento con le risorse che servono.
  Non è stata però solo sociale l'attenzione al potenziamento dei servizi, perché sullo stesso articolo 1 della legge di bilancio, 791 e 794, stanziamo altre risorse. Sono 100 milioni per il 2022, incrementati fino a raggiungere a regime l'importo di 300 milioni annui a decorrere dal 2026, che sono finalizzati a potenziare i posti disponibili negli asili nido e nei comuni, quindi la crescita del numero, nei quali la copertura dei bambini tra zero e due anni sia inferiore al valore medio della fascia demografica di appartenenza o al livello che sarà individuato come riferimento dei LEP. Quindi siamo riusciti ad andare anche oltre.
  Le risorse stanziate nel fondo verticale messe a disposizione dallo Stato per la perequazione comunale erano già state incrementate dalla legge di bilancio del 2020, che prevede un incremento progressivo del Fondo di solidarietà comunale, a partire da cento milioni per l'anno 2020, fino a raggiungere a regime i 560 milioni annui nel 2024. Sempre nel 2021 abbiamo escluso completamente la componente relativa al finanziamento della raccolta e il finanziamento dei rifiuti dall'FSC (Fondo di solidarietà comunale). Questo è il prossimo tassello che noi affronteremo. Infine è stata portata a termine la revisione dell'imposizione locale immobiliare, che come sapete stava nella legge di bilancio del 2020, che ha disciplinato l'unificazione dell'IMU (imposta municipale unica) e della TASI (tassa sui servizi indivisibili offerti dai comuni) e l'introduzione del canone unico patrimoniale. È chiaro che questa modifica di fiscalità si andrà a incrociare con la predisposizione di questi criteri sull'FSC. Quest'anno lo possiamo fare insieme.
  Ci sono molti dettagli che tralascio visto il poco tempo, ma che vi invito a leggere. Vi dico solo che sul PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) noi abbiamo fuso, per esempio, tutta la parte che riguarda gli asili. Abbiamo visto quale sarà la necessità aggiuntiva di risorse rispetto ai finanziamenti che vanno sugli investimenti degli asili, perché come dicevo prima non puoi costruire gli asili e poi non dare risorse ai comuni; le cose si devono equilibrare. Per cui stiamo facendo questo lavoro integrato che riguarda la «Missione 4» del PNRR, dove c'è un piano asili, che prevedrà una spesa in conto investimenti e una spesa in conto capitale con i criteri che ci siamo dati. Io credo che la combinazione di queste due componenti sia assolutamente adeguata e che ci tracci una strada anche legislativa più semplice di quanto noi immaginiamo.
  Vi vorrei dire due cose sulle prospettive future. Tutte le innovazioni che abbiamo introdotto dal 2019, che trovate qua nel dettaglio – le maggiori ve le ho dette – e quelle che intervengono sulla riforma del PNRR delineano un chiaro percorso di Pag. 6evoluzione, che dovrebbe consentire di completare nei prossimi anni la transizione del finanziamento comunale verso un assetto definitivo che consentirà di realizzare pienamente gli obiettivi di equità ed efficienza previsti dalla legge n. 42 del 2009.
  In questa prospettiva ci sono alcune soluzioni di cui si deve parlare. I temi più rilevanti riguardano il collegamento tra il finanziamento degli enti e la definizione delle funzioni fondamentali dei LEP. La legge del 2009 richiede che i fabbisogni standard rappresentino l'ammontare delle risorse necessarie per l'esercizio delle funzioni fondamentali e i LEP in condizioni di efficienza ed efficacia. La spesa storica non standardizzata può, infatti, produrre sia inefficienza nella gestione dei servizi locali, sia livelli insufficienti di qualità e quantità.
  Per giungere a definire il fabbisogno standard, è necessario che siano definiti degli indicatori dei livelli di servizio di riferimento ai quali operare la standardizzazione del fabbisogno. Questa differenza spesso sfugge, invece è molto importante. I livelli di riferimento sono costituiti dai LEP nel caso di prestazioni concernenti diritti civili e sociali, mentre potrebbero prendere la forma di indicatori quantitativi di servizi offerti nel caso delle funzioni fondamentali. Ad esempio, il tempo medio dei pagamenti per le funzioni amministrative, i tempi medi di risposta delle istanze dei cittadini, tutte cose che sono indicatori che oggettivamente migliorano il contenuto della funzione fondamentale.
  Il completamento del quadro normativo contiene indicazioni dei LEP e degli standard da garantire nelle funzioni fondamentali, congiuntamente alla definizione della quota di compartecipazione delle utenze e delle sue modalità nel caso dei servizi a domanda individuale, quindi passaggio fondamentale che occorrerà realizzare nei prossimi mesi. Stiamo lavorando su questo principio. Con più chiari riferimenti per la standardizzazione, sarà possibile completare il percorso già intrapreso con il potenziamento del sociale ed estenderlo al resto delle funzioni comunali. È quello che vi ho raccontato sulla parte sociale e quello che noi adesso stiamo tentando di fare sulle altre funzioni dei comuni.
  I fabbisogni standard potranno essere utilizzati per quantificare correttamente le eventuali risorse aggiuntive necessarie per garantire a tutti i comuni risorse sufficienti per fornire i servizi essenziali in condizioni di efficienza, in particolare nel campo degli asili nido e nell'istruzione, inserendo l'incremento di risorse in percorso graduale di recupero dei ritardi attraverso un monitoraggio del raggiungimento delle tappe intermedie definite in termini di obiettivi e servizi.
  Questo monitoraggio è molto importante. Io l'ho inserito nella clausola delle risorse aggiuntive sui servizi sociali. Se noi non monitoriamo mentre aggiungiamo le risorse che vanno in uno specifico ambito, non siamo sicuri che vengano utilizzate davvero per aumentare quella prestazione. Questo è molto importante, perché è una cosa un po' ostica quando si scrive una norma e metti il monitoraggio per verificare che le risorse siano veramente utilizzate per quello, ma in questo caso è più che necessario. Vediamo come si comporterà su questa parte definita in questo modo, però io ritengo di dovervi dire che è molto importante.
  Sul tema della garanzia dei LEP sarà anche necessario un coinvolgimento più stretto delle autonomie speciali, secondo un processo anche esso graduale e ragionato. C'è tutto un tema che riguarda la Regione Sicilia, la Regione Sardegna, in cui i comuni già partecipano al Fondo di solidarietà comunale, ma con assegnazione esclusivamente a base dei criteri storici. Questo è un tema fastidioso che divide la politica, che però andrà affrontato. Noi lo stiamo cominciando a fare. È molto sensibile, perché potete immaginare quali siano le ripercussioni, ma una strada in qualche modo va trovata. O si esclude o si mette dentro e si fa la stessa ripartizione. In secondo luogo, la riforma fiscale prevista nell'ambito del PNRR, e su cui le Commissioni congiunte Finanza della Camera e del Senato stanno svolgendo le indagini per la riforma dell'Irpef, potrà fornire un'opportunità anche di una revisione dell'assetto di Pag. 7alcuni tributi locali, e qui anche sulla parte che riguarda la capacità fiscale perequabile si possono aggiungere tasselli che con la fiscalità dell'Irpef nazionale concorrono ad altre entrate, comunali e regionali, sempre sull'Irpef.
  C'è poi la necessità di vedere se vogliamo rafforzare la componente verticale dei LEP, al fine di rendere più evidente la tutela statale dei diritti sociali e di cittadinanza, e di ridurre le resistenze verso la perequazione di quei comuni che a causa della sperequazione delle basi imponibili sono chiamati a cedere parte della propria capacità fiscale per il finanziamento dei comuni meno dotati. Questa è la base dell'FSC, però è un problema. In un momento come questo, che è partito in un momento in cui si toglievano i soldi ai comuni e che riparte in questi anni perché dopo tanti anni si è ricominciato a dare i soldi ai comuni, dire ai comuni che hanno più risorse rispetto al loro fabbisogno dammele è un problema politico, sociale e di divisione. Noi in questi anni abbiamo cercato di non farlo, però anche su questo bisogna trovare una strada. O ci si dice che si può fare tutto con risorse nuove oppure che qualcosa si può riequilibrare. È un dibattito che vede il Governo e il Consiglio dei Ministri tutti gli anni intervenire su questa questione politica, però è bene osservare anno per anno che cosa si fa, perché non sempre in questi anni si è detto ai comuni che hanno di più: «Toglietevi i soldi e dateli a quelli che hanno di meno», proprio perché si è voluto su alcuni passaggi aggiungere delle risorse.
  C'è secondo me anche un tema che riguarda il comune di Roma. Voi sapete che Roma sta nell'FSC e probabilmente, nel ragionamento del riconoscimento delle specificità del comune di Roma, bisogna ragionare sul fatto che Roma dentro l'FSC crea delle distorsioni. Io magari vi faccio avere anche una relazione su questo, su quali sono le distorsioni. Nella convinzione che è necessario un percorso di specificità del comune di Roma, perché è la capitale, perché ha dimensioni particolari eccetera, bisogna capire se possa essere opportuno creare un fondo ad hoc per il comune di Roma in quanto capitale d'Italia, e quindi toglierlo dall'FSC, e liberare le risorse dell'FSC per distribuirle agli altri comuni.
  Questo è un tema che noi abbiamo calcolato, abbiamo verificato. Qualora la politica riuscisse a portare avanti la linea della legge speciale per Roma Capitale, sarebbe veramente un grande effetto. Abbiamo fatto le simulazioni e vi assicuro che andremmo molto più veloci su questo tipo di riparto, e non costerebbe neanche molto perché riassegnare a Roma quelle risorse ci sta perfettamente in una dimensione di una legge di specificità del comune di Roma. Questo lo dico perché anche questo nei prossimi mesi sarà oggetto di ulteriore calcolo e pensamento, perché si sta ragionando anche di questo.
  Io sul resto rimanderei alla relazione che ho scritto più corposa possibile, con più dati possibili, dentro a tutta la parte anche delle Regioni. Le prometto, presidente, che torno, perché secondo me è giusto avere del tempo per leggerla bene. Le ripeto, quello che io vorrei dirvi oggi è che questo Paese fa da tre anni un percorso molto importante di attuazione del federalismo fiscale. Lo fa con i numeri che trovate qui dentro, con quelli che abbiamo votato nelle leggi di bilancio. Lo fa senza cambiare norme istitutive delle leggi sul federalismo fiscale, perché non sono servite a essere auto-applicative. C'è ancora sicuramente molto da fare, ma credo che questo meccanismo abbia potuto dare in questi anni risultati per nulla pensabili e che oggi permettono a una parte di Italia di dire: «Caspita, oggi ci sono più risorse di prima, quando il fabbisogno oggi è più alto di quello che io ricevo».
  In mezzo a questo – io non l'ho ricordato ma nella relazione lo trovate – c'è tutto il tema della riscossione, c'è una forma della riscossione che è stata approvata, di fatto poco attuata perché è arrivata la pandemia, quindi abbiamo bloccato tutto. La riforma della riscossione degli enti locali è un tema che incide sulle risorse. Questo per dire che i tasselli sono moltissimi. In questi anni abbiamo provato a fare un lavoro coordinato che qua trovate tutto Pag. 8riportato, però se volete approfondire di più io torno e ne riparliamo ancora.

  PRESIDENTE. Grazie, Viceministra. Sicuramente accogliamo la sua disponibilità a tornare, perché il materiale che ha fornito obiettivamente merita un approfondimento anche da parte dei commissari. Però nel frattempo, prima che iniziano i lavori d'Aula, vediamo se vi sono degli interventi da parte dei commissari su quanto comunicatoci dalla Viceministra. Intanto si è prenotato il senatore Perosino. Prego, senatore.

  MARCO PEROSINO. Avevo già detto che sarei intervenuto volentieri. Intanto in frangente di pandemia, ma indipendentemente da questa, i contributi in conto capitale secondo il numero degli abitanti, 50 mila, più 50 mila, più 81 mila all'anno per i comuni sotto i mille abitanti, sono dei contributi notevoli. Siamo in una Commissione in cui, al di là delle visioni politiche, dobbiamo anche fare gli interessi generali. Alcuni comuni piccoli sugli 81 mila dicono: «Io ho già asfaltato tutte le strade, ho già fatto tutto, adesso non so più che cosa fare. Avessi qualcosa in più di spesa corrente, magari riuscirei a togliere la neve, o a finanziare il bilancio nella parte corrente».
  Poi c'è una questione che le voglio sottoporre relativa al famoso «Fondone Covid» e la rendicontazione, che si sta rivelando molto difficile, come credo lei sappia, perché fornisce dei risultati a volte un po' strani. L'articolo 39 del decreto «Semplificazioni» dell'anno scorso aveva introdotto questa rendicontazione. Io avevo provato a fare un emendamento, ma era vagamente bellicoso, perché la rendicontazione è un po' difficile. Ma lei, visto che lo sa, ne tenga conto. Sono stati erogati tanti fondi alle scuole, secondo me a volte anche troppi. Mi fa invece un po' paura quello che succederà nella sanità perché, quando la sanità tirerà giù i conti di questo periodo e vedrà che i bilanci delle ASL (Azienda sanitaria locale) e delle aziende sanitarie Regione per Regione sono un po' strani e arrivano dopo un anno o due, credo che ci possa essere qualche problema.
  È vero che c'è tutto un sistema per cercare di arrivare a dei criteri che siano più scientifici, superando la spesa storica che risale agli anni Settanta, quando a un bel punto si disse: «Chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto. Partiamo da qui. Tu, duemila abitanti, hai dieci dipendenti. E tu, duemila abitanti, da un'altra parte ne hai cinquanta. Spendi di più, ti do i soldi per i 50». Perché se lei scorre i contributi del Fondo di solidarietà dei comuni secondo il numero di abitanti, si accorge di queste incongruenze. Non sarà facile superare queste cose, e do anche atto che politicamente è molto difficile, perché lì emerge una differenza, se vogliamo essere oggettivi, che spesso riguarda anche la questione Nord-Sud.
  C'è un grosso tentativo, qualcosa che è iniziato, e speriamo che dia dei frutti, che non ci spartiamo soltanto le miserie, ma proseguiamo secondo la linea. Le faccio presente che il Fondo di solidarietà è finanziato in parte con il gettito IMU, circa il 22 per cento. C'è quel meccanismo di inversione che non trovo giusto, ma sono anche uno che dice: «Bisogna consolidare quello che si è fatto, perché se io cambio nome a una tassa e unifico IMU-TASI non ho fatto niente, alla fine è sempre uguale. Se faccio il canone patrimoniale unico dove metto assieme, COSAP (canone per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche), TOSAP (tassa occupazione spazi ed aree pubbliche), pubblicità e tutto quello che è, è una sommatoria di precedenti». Bisogna consolidare e vedere nella dinamica di un bilancio comunale quella che è la possibilità di mantenere – quindi arrivare a questa definizione, che non è facile, di LEP – che cosa devo garantire a seconda se ho certi servizi o non li ho.
  Le scuole in primis sono quelle che incidono molto sui bilanci comunali per poter vedere come è amministrato il comune. Io credo che ci sia differenza da comune a comune e che si debbano responsabilizzare sempre di più le amministrazioni, forse dando un potere, tornando a un potere a favore della politica o dell'amministrazione rispetto alla burocrazia. Le associazioni dei comuni servono anche a Pag. 9questo, a far conoscere e incontrare tanti sindaci e tante amministrazioni e capire dove stanno.
  Riassumendo, le mie osservazioni sono di tipo propositivo. Soldi ai comuni ci sono. Bisogna individuare bene i LEP, e buona fortuna su questo. Bisogna consolidare quello che si ha, perché tutto sommato funziona. Io ho fatto l'obiezione del 22 per cento di IMU al Fondo di solidarietà. Ormai è acquisito nel bilancio, pazienza. Bisogna non cambiare, non soltanto dare una verniciata a qualcosa, ma responsabilizzare i comuni affinché facciano delle scelte che siano improntate alla buona amministrazione.
  Le faccio poi gli auguri per la questione dei comuni che sono a rischio default e che sono anche quelli grandi, perché hanno usato malamente le anticipazioni. Già c'è la legge che consente il rientro trentennale, valuti lei.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore. Prego, onorevole Ruggiero.

  FRANCESCA ANNA RUGGIERO. Grazie, presidente. Viceministra, in questi due anni nonostante la pandemia è stato fatto veramente un gran lavoro. Noi come Commissione abbiamo espresso i pareri agli atti del Governo. Da ultimo la pubblicazione del riparto per il 2021, che vede un aumento di risorse per i comuni perché era legato alla spesa storica e quindi non gli ha riconosciuto nulla, e invece abbiamo visto proprio un aumento rispetto al 2020. Bene il metodo di calcolo che è stato utilizzato e le risorse aggiuntive, a dimostrazione del fatto che non si può assolutamente mettere mano a tutto l'impianto del federalismo a invarianza finanziaria. Non è assolutamente possibile.
  È necessario trovare nuove risorse. Come Movimento 5 Stelle abbiamo sempre pensato che non deve essere una guerra tra territori, ma deve essere un'aggiunta. Lo Stato deve riconoscere quali sono i comuni, le province e le Regioni più virtuose e applicare lo stesso livello anche negli altri comuni. Le faccio però presente che abbiamo una problematica legata ai pagamenti delle Regioni e delle città metropolitana, quindi delle ex province, ai comuni che partecipano in quota di cofinanziamento per grossi progetti. Parliamo comunque di uno o due milioni, che per comuni piccoli sono cifre enormi, che quindi non riescono a chiudere in positivo il bilancio perché avanzano questi soldi e si vedono recapitare delle lettere dalla Corte dei conti, per cui si avvia poi il processino.
  In questo caso è successo al comune di Bitetto, un comune con meno di 15 mila abitanti. Lei si immagini, è bellissimo che un sindaco faccia degli investimenti importanti, però poi nel momento in cui gli manca la quota di cofinanziamento per chiudere il bilancio si vede recapitare una lettera della Corte dei conti. Questo va sistemato. Le Regioni, le città metropolitane, le ex province che si impegnano a cofinanziare investimenti nei piccoli comuni devono impegnarsi. Dobbiamo trovare un modo affinché non faccia saltare i bilanci dei comuni.
  Gli obiettivi contenuti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza sono molto ambiziosi, li abbiamo voluti proprio per questo motivo. Questa è una occasione unica e irripetibile nella storia dell'Italia, però sarà importante definire un cronoprogramma e non perdere l'opportunità del Recovery. Magari per divisioni politiche su alcune scelte, per individuare dei metodi e definire alcuni concetti importanti, tra cui l'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni, possiamo arrivare a perdere l'opportunità del Recovery, che sarebbe veramente un'assurdità. Le chiedo se fosse possibile avere un cronoprogramma – noi abbiamo le scadenze negli obiettivi da raggiungere – in modo tale da avere un lavoro programmato e definito che ci porti ad attuare veramente tutte le intenzioni bellissime che abbiamo scritto insieme al Presidente Conte nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Onorevole De Menech, prego.

  ROGER DE MENECH. Grazie, presidente. Grazie alla Viceministra. Su alcune Pag. 10sue considerazioni siamo tutti d'accordo. Finalmente possiamo passare a un finanziamento, anche da parte della fiscalità generale del Fondo di solidarietà, mi pare di avere capito dalle sue parole, sempre più dedicato, quindi sugli obiettivi che vogliamo porre ai comuni. Credo che questo sia l'unica strada per ampliare i servizi dove non ci sono. Finalmente un raccordo stretto tra cosa chiediamo ai comuni e cosa diamo in termini di Piano nazionale di ripresa e resilienza, e quindi sulle spese di investimento, perché c'è un grande rischio all'orizzonte. Noi nei prossimi cinque o sei anni facciamo molte opere infrastrutturali – lei ha citato gli asili, le scuole, la sanità eccetera – ma poi quei contenitori fisici devono essere riempiti del contenuto dei servizi che dobbiamo rendere ai cittadini. Una correlazione stretta tra il piano delle infrastrutture e un piano per i servizi, il che vuol dire spesa corrente, è fondamentale se non vogliamo trovarci al termine del ciclo con le strutture vuote.
  Uno dei passaggi, però, che credo che sia fondamentale è un rapporto stretto tra lo stabilire i livelli delle prestazione che vogliamo garantire ai cittadini e il costo dei quei livelli delle prestazioni. Questo è il passaggio del vero federalismo. Il federalismo è riconoscere le differenze. Non è più possibile che – lo dico da montanaro – i comuni montani ogni volta che nevica devono andare con il cappello in mano a chiedere le risorse per la nevicata. Oggi, con le moderne tecniche della gestione economica di un comune, di una provincia e di una Regione, possiamo stabilire quanto costa una nevicata in base a quanto dura quella nevicata, a quanti chilometri di strade, a quanto è la garanzia del servizio. In questo senso l'unica speranza per mettere in equilibrio le tante, troppe, differenze del Paese è stabilire il livello della prestazione – io ho fatto un esempio molto pratico – e dall'altra parte stabilire quanto costa.
  Vuol dire che dobbiamo incentivare i comuni che sono sottodotati, o meglio dobbiamo, dobbiamo pagargli la prestazione, e i comuni che sono sovradotati dovranno mettere in campo delle strategie per rientrare in un costo normale. Un chilometro di strada in un ambiente normale deve costare più o meno la stessa cosa. Poi dobbiamo differire se la strada è di fianco al mare o in cima alle Alpi, però quello è il chilometro di strada. In questo senso la sfida vera – la riassumo per punti – è il finanziamento con la fiscalità generale del Fondo di solidarietà, riconoscere le differenze e poi stabilire i livelli delle prestazioni. Ma non dobbiamo dimenticare, se vogliamo che il sistema sia in equilibrio e che questo Paese finalmente riconosca le differenze, che è fondamentale per un vero federalismo stabilire anche il costo delle prestazioni, quindi i famosi costi e fabbisogni standard di cui discutiamo da tanti e tanti anni. Su questo ultimo punto abbiamo ancora molti margini di miglioramento, dobbiamo dircelo. Grazie.

  PRESIDENTE. Lascio la parola alla Viceministra, per la replica.

  LAURA CASTELLI, Viceministra dell'economia e delle finanze. Farò una carrellata generale, partendo dal «Fondone Covid». Francamente confesso che ho voluto io il monitoraggio, che si conclude a fine luglio. Questo perché nelle interlocuzioni con i comuni, nell'amore che ho nell'amministrazione comunale, è difficile far fare a tutti le stesse valutazioni sui risparmi di alcune spese dovute dalla pandemia in un momento emotivo molto duro. È difficile chiedere a un comune: «C'è la pandemia e sei nel caos, mi dici quanto hai risparmiato sulle mense?» Il monitoraggio ci permette di fare questa cosa in maniera più normale, e devo dire che la cosa è stata molto emotiva. Però credo che il monitoraggio, a cui non abbiamo mai fatto mancare nulla, sia utile. Io per prima ho sempre detto il monitoraggio non è volto a togliere risorse qualora, tirando la riga, viene fuori che hai avuto dei risparmi. Le assicuro che questa per me è stata proprio una posizione personale netta e forte. Io credo che il monitoraggio sia utile per vedere alcune cose che, spero, potremo vedere insieme.
  Riguardo all'IMU c'è un tema da affrontare che mi sono dimenticata, ma lo trovate nella relazione. Anche qui mi piacerebbe Pag. 11sapere che cosa ne pensate, magari nella prossima audizione. Si tratta della famosa quota dell'ICI (imposta comunale sugli immobili), che io ho stabilizzato nel primo Governo Conte, con i soldi che dobbiamo dare indietro ai comuni. Abbiamo stabilizzato sempre quei soldi, perché ogni anno era una battaglia. Possiamo pensare di provarli a mettere dentro l'FSC – io sto facendo le simulazioni – anche quelli in maniera perequata. Questo avrebbe degli effetti positivi. I soldi lì ci sono, bisogna solo capire dal punto di vista giuridico se si può fare. Sulle province il tema è un tema vero. Il fatto che la politica non scelga bene che dimensione dare a queste realtà neanche dal punto strategico è un problema.
  Tutti i dettagli tecnici che lei diceva sono dettagli che spesso non si vedono, perché alla fine noi mettiamo dei grandi numeri. In realtà il calcolo interno viene fatto con questo tipo di pensiero. Va migliorato, soprattutto essendoci concentrati sulla parte dei servizi individuali. L'altra parte, che è altrettanto importante – lei ha fatto un esempio a cui io tengo tantissimo e che uso anche io spesso – è un lavoro in corso. Proviamo anche questa modalità, magari prima di affrontare le approvazioni solite dell'anno della legge di bilancio e dei provvedimenti che vi riguardano. Magari possiamo pensare di programmare degli aggiornamenti nei quali vi faccio vedere come tecnicamente interveniamo.
  La Commissione CTFS (Commissione tecnica per i fabbisogni standard) del Ministero dell'economia e delle finanze sta facendo un ottimo lavoro. Io vorrei ringraziare di cuore il dottor Arachi, che so che ogni tanto avete audito. Ha preso con me in braccio questa sfida di fare l'impossibile su una cosa che non è cambiata nelle norme generali e ordinarie, ma che aveva bisogno di un impulso, e non era facile. C'erano due scelte: o non fare niente perché le leggi non funzionavano, o provare a fare qualcosa con le leggi che ci sono ma con gli interstizi di un'amministrazione dello Stato che permette di fare un lavoro come questo.

  PRESIDENTE. Ringrazio nuovamente la Viceministra per l'esauriente relazione, nonché per la disponibilità a intervenire in una prossima seduta per la conclusione dell'audizione. Dispongo che la documentazione prodotta sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna, e rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta. Grazie.

  La seduta termina alle 9.15.

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ALLEGATO

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