XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (VII Camera e 7a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 20 di Mercoledì 5 maggio 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Nencini Riccardo , Presidente ... 3 

Audizione della Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport, Valentina Vezzali, sulle linee programmatiche del Governo in materia di sport (ai sensi degli articoli 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati):
Nencini Riccardo , Presidente ... 3 
Vezzali Maria Valentina , Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport ... 3 
Nencini Riccardo , Presidente ... 13 
Vezzali Maria Valentina , Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport ... 13 
Mollicone Federico (FDI)  ... 13 
Marin Marco (FI)  ... 15 
Sbrollini Daniela  ... 16 
Nobili Luciano (IV)  ... 16 
Granato Bianca Laura  ... 17 
Rossi Andrea (PD)  ... 18 
Mariani Felice (LEGA)  ... 19 
Tuzi Manuel (M5S)  ... 19 
Barbaro Claudio  ... 20 
Prestipino Patrizia (PD)  ... 20 
Casciello Luigi (FI)  ... 21 
Zicchieri Francesco (LEGA)  ... 22 
Valente Simone (M5S)  ... 22 
Verducci Francesco  ... 23 
Pellegrini Marco  ... 24 
Spadafora Vincenzo (M5S)  ... 25 
Nencini Riccardo , Presidente ... 27 
Vezzali Maria Valentina , Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport ... 27 
Nencini Riccardo , Presidente ... 27 
Vezzali Maria Valentina , Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport ... 27 
Nencini Riccardo , Presidente ... 29

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista: Misto-C!-PP;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-MAIE-PSI: Misto-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA 7a COMMISSIONE DEL SENATO RICCARDO NENCINI

  La seduta comincia alle 13.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che dal resoconto stenografico, anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport, Valentina Vezzali, sulle linee programmatiche del Governo in materia di sport.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport, Valentina Vezzali, sulle linee programmatiche del Governo in materia di sport.
  Un saluto caro e affettuoso alla presidente Casa e alla Sottosegretaria Valentina Vezzali.
  Per quanto riguarda il dibattito, lo abbiamo organizzato in modo tale da consentire un'ampia esposizione alla sottosegretaria Vezzali, circa una mezz'oretta di tempo. Poi si terranno gli interventi secondo il contingentamento dei tempi come di norma previsto. Procederei di volta in volta da un gruppo all'altro, in modo da avere un quadro il più possibile completo.
  Sottosegretaria, prego. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport. Signor presidente, desidero ringraziare lei, la presidente Casa, le senatrici e i senatori, le deputate e deputati, per l'opportunità che mi è stata offerta di illustrare le mie linee programmatiche, che intendo seguire nell'esercizio delle funzioni di Governo che mi sono state affidate poco meno di due mesi fa dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi.
  Per chi come me ha vissuto e vive lo sport, ricevere questa delega non è solo un onore, ma è soprattutto un carico di orgoglio. Credo, infatti, che lo sport sia una scuola di vita. Con lo sport si imparano le regole e il loro rispetto; con lo sport si impara a socializzare e a prendere atto che senza impegno e senza sacrifici gli obiettivi non si raggiungono. Ma lo sport è anche una leva economica e sociale di assoluta rilevanza. Se consideriamo anche l'indotto, lo sport vale il 3,4 per cento del PIL del Paese, circa 60 miliardi di euro secondo le ultime stime.
  Intendo vivere questo incarico e questa responsabilità facendo lavorare al meglio, nella logica del gioco di squadra, tutte le importanti realtà del mondo dello sport, su cui il Governo ha l'indirizzo e la vigilanza. Fra queste: il Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), che in attuazione della riforma intrapresa nel 2018 è chiamato alla sfida del rinnovamento; il Comitato italiano paralimpico, il cui contributo è essenziale sia per la promozione e diffusione dello sport e delle persone con disabilità, sia per far crescere la cultura dell'inclusione nel nostro Paese; l'Istituto per il credito sportivo, che considero una fondamentale leva per lo sviluppo e il rilancio economico del sistema sportivo; Sport e Salute,Pag. 4 strumento operativo dell'attività di Governo in materia di sport e a cui chiederò, nell'esercizio del potere di controllo analogo, di concentrarsi sugli obiettivi strategici e di politica pubblica, curando l'attuazione degli stessi in stretto raccordo con il Dipartimento dello sport.
  In particolare, è intenzione del Governo vigilare affinché il CONI e Sport e salute si concentrino sulle proprie rispettive funzioni nell'ambito del quadro normativo vigente. Bisogna evitare personalismi e perseguire unità di intendimenti, soprattutto in questo periodo in cui la pandemia ha fatto emergere con crescente chiarezza l'importanza e la centralità dello sport nella vita delle persone. Come ha ricordato recentemente il presidente del Comitato olimpico, Thomas Bach, lo sport ha la forza di salvare vite umane.
  L'emergenza sanitaria ha messo in luce il valore dell'attività sportiva sotto vari aspetti. Aver privato le nostre ragazze e i nostri ragazzi della possibilità di praticare sport e di partecipare a quelle attività fisiche che contribuiscono in modo determinante a realizzare il loro potenziale di sviluppo personale, ha evidenziato l'importanza dell'attività sportiva sul piano educativo. Il tempo dedicato a praticare attività sportive, fin dai primi anni, nella scuola produce benefici educativi nel campo della conoscenza, della motivazione, della capacità di compiere sforzi personali. Ma è emerso anche il suo valore dal punto di vista economico, con le chiusure dovute alla pandemia, che hanno messo in ginocchio le attività sportive, tra cui l'organizzazione degli eventi sportivi, con inevitabili ricadute sull'economia del settore, sul mondo del professionismo e prima ancora su quello dilettantistico, che con le sue associazioni, società e loro collaboratori rappresenta la spina dorsale dello sport italiano.
  Lo sport deve essere strumento di ripresa e di sviluppo, di interazione con il turismo e di stimolo per il miglioramento delle infrastrutture. È infine emerso dal punto di vista sanitario – dove è apparso ancora più chiaramente – il nesso tra diminuzione, o peggio ancora, interruzione dell'attività fisica e aumento dell'obesità e delle altre malattie, quali ad esempio diabete, malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie croniche, che sono favorite o aggravate da stili di vita non attivi.
  L'attività fisica, dalle attività sportive organizzate alle attività all'aria aperta, ha più influenza di qualsiasi altro fattore sulla salute. Contribuisce a ridurre i costi della spesa sanitaria, attira l'attenzione della gente e ha un'immagine positiva. È pertanto lungo queste tre linee che intendo svolgere la mia azione di Governo affinché lo sport torni a essere un volano educativo, economico e sanitario del nostro Paese. La politica pubblica sportiva dei prossimi anni, fermo restando il fondamentale ruolo della dimensione olimpica e paralimpica, sarà quindi improntata allo sviluppo della dimensione sociale dello sport, della sua capacità di aggregazione e di inclusione, di diffusione dei valori educativi.
  Al centro delle azioni di politica sportiva del Governo devono stare, infatti, le persone. Sono le persone che fondano e animano le associazioni sportive, che fanno vivere le comunità territoriali che crescono i ragazzi, che diffondono la pratica sportiva fra gli adulti e offrono occasioni di partecipazione civica agli anziani, una funzione sociale già di per sé fondamentale che è diventata indispensabile se consideriamo le conseguenze della pandemia.
  La crisi del sistema sportivo prodotta dal COVID-19 ci impone, infatti, una profonda riflessione sul ruolo dello sport nella società e sull'organizzazione del mondo sportivo, popolato prevalentemente da lavoratori atipici, con poche o nessuna tutela, che in questi mesi ha rivelato di avere bisogno di sostegni puntuali e concreti.
  Dalle ultime indagini condotte da SWG e Sport e Salute, su un campione di 8.400 associazioni sportive emerge che il 6 per cento di queste ha già definitivamente chiuso i battenti, che un ulteriore 2 per cento chiuderà nel corso del 2021 e che il 66 per cento sarà in condizioni di riaprire solo parzialmente le attività. Ciò in una situazione in cui il 61 per cento delle associazioni ha perso, a costi immutati, più del 50 per cento dei ricavi e si trova a dover far fronte a un'emorragia degli iscritti.Pag. 5
  A questo scenario si aggiunga un altro dato, tutt'altro trascurabile: in larga misura le prestazioni corrispondenti agli incassi precedenti al periodo di sospensione delle attività devono essere ancora erogate dalle associazioni. È un danno incalcolabile, soprattutto se si pensa al valore che hanno queste associazioni, che sono veri e propri luoghi dell'anima, scuole di sport e fondamentali palestre di vita.
  È in quest'ottica che dobbiamo leggere il Piano nazionale di ripresa e resilienza, all'interno del quale è previsto un investimento di un miliardo di euro specificamente dedicato all'inclusione sociale e al recupero delle palestre scolastiche. È qui che si gioca la sfida del futuro.
  Ogni giorno ci accorgiamo di come il percorso della nostra esistenza passi attraverso i valori, i significati delle relazioni e delle azioni. In questa prospettiva, lo sport è da ritenersi indispensabile, perché rappresenta non solo un solido modello di valori da prendere a riferimento, ma soprattutto un fondamentale veicolo di trasmissione degli stessi. Ciò vale a maggior ragione per le nuove generazioni che, attratte dal mondo digitale, hanno un disperato bisogno di un quadro valoriale che le sostenga nella comprensione degli obiettivi da perseguire, dei metodi e dei mezzi da impiegare per soddisfarli. I valori educativi dello sport assumono ancora più importanza se li si guarda con gli occhi delle bambine e dei bambini. L'apprendimento attraverso lo sport è fondamentale per lo sviluppo delle abilità creative, sociali, fisiche, emotive e cognitive, che sono fattori fondamentali per una vita sana anche in età adulta. Ma l'apprendimento di nuove abilità, che nei bambini è assai sviluppato, diminuisce con l'avanzare dell'età. Ecco perché è indispensabile che l'attività fisica e lo sport facciano parte della nostra vita fin da bambini.
  In questo quadro in cui i valori assumono la funzione decisiva di orientamento per la crescita, fa impressione vedere l'Italia al quarantaduesimo posto in Europa per la salute dei ragazzi in età scolare, secondo uno studio dell'OMS (Organizzazione mondiale della sanità) riferito agli anni 2017 e 2018. Dati, questi, non certo lusinghieri per il sistema scolastico, che ci pongono nelle ultime posizioni in Europa per l'attività fisica sportiva, come confermato dalla Commissione europea nel rapporto su educazione fisica e sport a scuola in Europa.
  La previsione dell'ora di educazione fisica nella scuola secondaria non può rappresentare da sola una valida offerta formativa, in grado di indirizzare i giovani verso l'attività motoria e le discipline sportive, e in grado di aiutarli nella comprensione dell'importanza e dei benefici di uno stile di vita sano e attivo. Quell'offerta formativa dovrebbe avere inizio nella scuola primaria, in cui si registra invece una pressoché totale assenza dell'attività motoria di qualsiasi genere, fatta eccezione per alcuni progetti che non hanno però natura strutturale e sono quindi affidati alla sensibilità e all'iniziativa dei singoli.
  Serve intervenire subito, anche nel solco delle parole del Presidente Draghi, che nel suo discorso alle Camere ha detto: «È una domanda che ci dobbiamo porre quando non facciamo tutto il necessario per promuovere al meglio il capitale umano, la formazione, la scuola, l'università e la cultura.» Una domanda alla quale dobbiamo dare risposte concrete e urgenti, quando deludiamo i nostri giovani costringendoli a emigrare da un Paese che troppo spesso non sa valutare il merito e non ha ancora realizzato un'effettiva parità di genere. Una domanda che non possiamo eludere quando aumentiamo il nostro debito pubblico senza aver speso e investito al meglio risorse che sono sempre scarse.
  Aggiungo poi che lo sport è una sfera dell'attività umana in grado di raggiungere tutti, indipendentemente dall'età e dall'origine sociale, per promuovere, sempre con le parole del presidente Draghi, il capitale umano, la formazione, la scuola, l'università, la cultura. Obiettivo dell'azione di Governo in materia di sport, che tra l'altro condivido con il Ministro Patrizio Bianchi, è di ampliare l'offerta formativa nella scuola.
  Ritengo però che lo sforzo ulteriore vada fatto con l'introduzione dell'insegnante di educazione fisica nella scuola Pag. 6primaria. Sono certa che su questo tema ci sarà la più ampia convergenza delle forze politiche, come d'altronde si è registrata in Parlamento sul disegno di legge S. 992, richiamato nel corso dell'audizione di ieri del Ministro Bianchi nell'incontro dedicato alle sue linee di programma. Auspico e mi batterò affinché venga previsto quanto prima un importante investimento in questa direzione, che avrebbe uno straordinario valore culturale, anche perché produrrebbe come immediato effetto quello di generare consapevolezza negli studenti e nelle insegnanti dell'importanza sociale dello sport: una consapevolezza che oggi manca anche in altri attori del sistema didattico.
  È per questo che non esito a indicare come secondo obiettivo dell'azione di Governo in materia di sport un'altra attività da svolgere insieme al Ministro Bianchi, ovvero quella di superare le criticità che gli atleti studenti tuttora incontrano durante il percorso scolastico nella frequenza alle lezioni, come anche nella programmazione dei test e delle verifiche. Il diritto a una formazione e a un apprendimento di qualità e inclusivo deve essere garantito a chi pratica lo sport attraverso molteplici approcci, anche con l'uso delle tecnologie digitali.
  Come precisa il Consiglio dell'Unione europea, ogni persona ha diritto a mantenere e acquisire competenze che consentano di partecipare pienamente alla società e di gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro. Ogni persona ha diritto a un'assistenza tempestiva e su misura per migliorare le prospettive di occupazione o di attività autonoma. Ciò include il diritto a ricevere un sostegno per la ricerca di un impiego, la formazione e la riqualificazione.
  Occorre poi investire in modo deciso nella promozione dello sport nella scuola superiore e in ambito universitario, anche stimolando in questa direzione gli organismi sportivi. In questa prospettiva, il primo obiettivo è aumentare la possibilità per gli studenti universitari di fare esercizio fisico incoraggiando misure ad hoc, come l'utilizzo agevolato degli impianti sportivi in prossimità del campus. Le esperienze anglosassoni insegnano che i campus universitari dotati di impianti sono in grado di utilizzare lo sport per la sua eccezionale forza di aggregazione, inclusione, promozione di stili di vita sani: tutti elementi fondamentali nella vita dei nostri ragazzi, che con l'arrivo all'università fanno anche il loro ingresso nella società adulta, rendendosi più indipendenti, spesso fuori sede, lontani dagli amici e dagli affetti.
  Intendo inoltre prevedere incentivi per chi si dedica o si dedicherà allo sport di alto livello, come riconoscere borse di studio per iscriversi agli atenei italiani o assicurare la possibilità di svolgere l'attività sportiva anche in ambito universitario. Ciò consentirebbe, da una parte, ai giovani atleti che abbiano terminato gli studi scolastici superiori di proseguire il percorso di studi, e, dall'altra, fornirebbe alla popolazione universitaria dei modelli positivi, accrescendo il prestigio degli atenei coinvolti e contribuendo a promuovere all'interno dello stesso ambiente universitario la consapevolezza della valenza e dell'importanza della pratica sportiva.
  Sempre con l'obiettivo di consentire che atleti e atlete non vivano il paradosso di perdere competitività nella prospettiva della vita lavorativa futura, è mia intenzione sostenere azioni che incentivino la loro formazione professionale in vista del loro inserimento nel mercato del lavoro, anche orientando in quella direzione contributi pubblici erogati in favore degli organismi sportivi nel rispetto della loro autonomia. Si potrebbe intervenire, ad esempio, introducendo un contributo sotto forma di credito d'imposta a favore delle società che intraprendano un programma di formazione e addestramento tecnico-sportivo dei propri atleti, a integrazione di quanto già prevede per la formazione di giovani atleti il decreto legislativo n. 36 di recente approvazione.
  Ritengo infatti fondamentale garantire la possibilità di studiare e prepararsi al lavoro a coloro che fanno dello sport la componente prevalente della propria vita in termini di tempo, di onerosità, di modalità di svolgimento, siano essi professionisti o dilettanti. Allo stesso modo, credo Pag. 7che sia doveroso per le federazioni sportive, come per le discipline sportive associate, realizzare programmi per offrire sostegno concreto agli ex atleti che versano in condizioni di grave disagio economico.
  Il Governo continuerà a fare la sua parte con l'assegno straordinario vitalizio intitolato a Giulio Onesti, ma anche il CONI e gli organismi sportivi che ricevono contributi pubblici devono dedicare attenzione al tema. Nel contempo occorre consentire l'accesso alle attività sportive a chiunque, per fare in modo che lo sport, l'esercizio fisico, gli stili di vita sani divengano un diritto universale alla portata di tutti.
  Come mio primo passo in questa direzione nell'ambito delle direttive che l'autorità di Governo emana nei confronti della società Sport e Salute, chiederò alla struttura operativa del Governo di migliorare e potenziare i presidi dello sport sul territorio, ottimizzandone la localizzazione e trasformandoli in efficienti e operativi luoghi di sport. I presidi territoriali di Sport e Salute dovranno offrire servizi di prossimità al mondo sportivo; dovranno assicurare gratuitamente a famiglie, praticanti, appassionati operatori sportivi, servizi a valore aggiunto, quali ad esempio la formazione e l'orientamento allo sport, la prima assistenza tecnica e amministrativa; dovranno accompagnare gli organismi sportivi, e in particolare le associazioni sportive, anche per conoscere le opportunità di finanziamento e tutte le questioni riguardanti il Registro delle società sportive; dovranno coinvolgere attivamente sul territorio gli sportivi italiani che nel corso della loro carriera abbiano contribuito a far grande l'Italia. Dal canto loro, i Comitati territoriali del CONI si occuperanno a livello locale delle funzioni istituzionali dell'ente pubblico e, dunque, con particolare attenzione allo sport olimpico e alla diffusione dei valori dell'olimpismo.
  Agevolare l'accesso allo sport significa migliorare il benessere della popolazione e conseguentemente produrre importanti risparmi sulla spesa sanitaria; significa aumentare l'offerta di lavoro, alimentando il sistema economico sportivo; significa consolidare nella nostra società i valori che sono connaturati allo sport, come il rispetto, la solidarietà, la responsabilità; e significa soprattutto esaltare lo sport come motore dell'inclusione, della coesione sociale e dell'integrazione nel suo fondamentale ruolo, nella prevenzione e contrasto delle diverse e crescenti forme di disagio. Lo sport può infatti essere uno strumento, e anche soluzione, per prevenire quelle forme di disagio giovanile che spingono verso la violenza e le dipendenze, ma anche nei confronti del bullismo, dell'autolesionismo e di quei comportamenti che l'isolamento sociale dovuto alla pandemia ha accresciuto. Allarma il fenomeno che riguarda i ragazzi che decidono di ritirarsi dalla vita sociale e di rinchiudersi nella propria camera da letto senza avere alcun tipo di contatto diretto con il mondo esterno: una nuova e crescente piaga sociale che lo sport non solo può, ma deve contribuire a combattere.
  Il mio impegno sarà poi rivolto a valorizzare il ruolo dello sport come veicolo per consentire alle persone con disabilità di sviluppare e conoscere nuove abilità e raggiungere importanti risultati accrescendo la propria autostima. Malgrado sia ormai largamente riconosciuto che lo sport contribuisce a sconfiggere la disabilità, a misurarsi con essa e a superarla, soprattutto sul piano sociale e concettuale, molto deve essere ancora fatto.
  Insieme al Ministero per le disabilità e al Comitato italiano paralimpico, anche a livello territoriale si interverrà per affrontare questa che a mio avviso è un'ulteriore emergenza, puntando ad accrescere la quota di persone che si dedicano all'attività sportiva. Lo sport deve essere orientato da una parte a garantire che le strutture e gli alloggi sportivi siano accessibili a tutti e, dall'altra, a promuovere la formazione di educatori e l'acquisizione di adeguate attrezzature. In tal senso, proprio in questi giorni abbiamo offerto attraverso Sport e Salute un importante contributo al Comitato italiano paralimpico, consentendogli di liberare risorse che potranno essere utilizzate per l'acquisto di ausili, così come aveva richiesto il Presidente Luca Pancalli.Pag. 8
  Intorno allo sport si muove un dinamico e importante tessuto sociale, associativo, imprenditoriale e lavorativo. È un comparto ampio e diversificato, che in Italia conta oltre 150 mila associazioni e società sportive dilettantistiche, centinaia di migliaia di collaboratori sportivi e 12 milioni di tesserati, cui si aggiungono i 5 milioni e mezzo di abbonati alle palestre. Secondo i dati Istat, sono oltre 100 mila le organizzazioni no-profit che si occupano di sport e più di 20 milioni gli italiani che praticavano uno sport o più sport in modo continuativo o saltuario prima della pandemia. Più è ampio il comparto, più profonda è la crisi e, conseguentemente, la necessità di un supporto in questa fase di contrasto al COVID. I ristori concessi dal Governo ai collaboratori sportivi sono stati importanti, complessivamente circa un miliardo di euro. Altrettanto occorre fare per le associazioni e le organizzazioni sportive dilettantistiche, per le quali bisogna prevedere incentivi per alleviarne i costi, per recuperare l'utenza dispersa, incoraggiandole a rinnovare le iscrizioni e per il reinserimento dei collaboratori sportivi.
  Solo con un piano di interventi straordinari a sostegno dell'associazionismo e degli operatori sportivi potremo aiutare il mondo sportivo a rialzarsi, in aggiunta a quegli interventi già previsti e che riguardano il rifinanziamento delle indennità per i collaboratori sportivi, ivi inclusa la tutela per i collaboratori con partite IVA e l'integrazione e, possibilmente, il riordino delle risorse in favore delle associazioni e degli organismi sportivi, fra i quali: il Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano, che include il Fondo per la maternità delle atlete; il Fondo a favore delle società sportive dilettantistiche e degli enti di promozione sportiva; il Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale, il cosiddetto «Salva sport»; il Fondo per la promozione dell'attività sportiva di base sui territori; il Fondo di garanzia finanziamenti ICS- Mutui Light; il Fondo per il professionismo negli sport femminili.
  Una specifica attenzione sarà, inoltre, dedicata a supportare il processo di innovazione digitale delle organizzazioni sportive anche attraverso l'adozione e lo sviluppo da parte del settore di standard universali per i dati, che immagino sempre più aperti al pubblico, a partire da quelli in possesso degli enti vigilati. Questo consentirà di esplorare soluzioni digitali in grado di rendere più efficiente la vita delle associazioni sportive e di migliorare l'esperienza sportiva delle persone, stimolandone l'attività e riducendo la dispersione sportiva. Cercheremo, di pari passo, di orientare le risorse pubbliche destinate agli organismi sportivi ad attività di sostegno a breve e medio termine, e di indirizzare questi ultimi alla massima razionalizzazione dei costi di gestione per liberare risorse a favore di chi è in difficoltà, ritrovando anche in questo la necessaria unità.
  Lo sport è un bene comune e sono certa, pertanto, di trovare la massima collaborazione da parte di tutti sotto questo profilo, in primis da parte del CONI e del CIP. Parallelamente, mentre ci occupiamo di contribuire anche dal punto di vista dello sport a rimettere in moto l'Italia, dovremo affrontare, ascoltando il punto di vista delle federazioni, delle discipline associate e degli enti di promozione sportiva, insieme anche al CONI e al CIP, il tema del lavoro sportivo e del relativo trattamento fiscale e previdenziale, anche apportando quei miglioramenti che si renderanno necessari alla disciplina prevista nel decreto legislativo n. 36 del 2021, che ho già ricordato.
  Preso atto delle criticità espresse da più parti, c'è la volontà di migliorare anche con il vostro contributo la recente riforma, e in questo è d'aiuto la data della sua entrata in vigore che, per le norme sul lavoro sportivo, era già stata posticipata al primo luglio 2022. Questo ci consente ulteriori approfondimenti con l'obiettivo, tenendo conto della specificità del mondo sportivo, di garantire le tutele per chi lavora nel comparto e assicurare allo stesso tempo la stabilità e la sostenibilità del sistema valorizzando la formazione dei giovani atleti.
  Investire nello sport vuol dire avere il coraggio di investire sulle persone e sul capitale umano. Questo vale anche per la tutela dei minori e per il sostegno alle pari Pag. 9opportunità e alla maternità delle atlete e delle tante donne che svolgono ruoli tecnici, che deve essere concreto e soprattutto di facile accesso. Da questo punto di vista, desidero avviare al più presto il confronto con la Ministra Elena Bonetti con l'obiettivo di estendere al mondo dello sport le azioni di welfare e di reinserimento delle donne, obiettivo che sta portando avanti con il suo Ministero.
  Parlando di pari opportunità, lasciatemi tornare ancora una volta alla necessità di un riconoscimento tangibile del professionismo femminile, che non deve essere semplicemente formale ma determinare il definitivo superamento delle diseguaglianze di genere.
  Dobbiamo poi accompagnare il comparto sportivo nella crescita professionale, se vogliamo che a crescere sia tutto il sistema. Dai dati raccolti per l'erogazione dell'indennità ai collaboratori sportivi, sappiamo che una larga parte di questi non ha conseguito alcuna qualifica professionale sportiva. Dovremo investire sulla formazione dei lavoratori dello sport per il tramite della Scuola dello Sport e in sinergia con gli organismi sportivi attraverso un piano formativo straordinario da costruire con il Dipartimento per lo sport e con Sport e Salute, per il quale sarà necessaria la massima collaborazione di CONI e CIP.
  Io ho avuto la fortuna di essere guidata da piccola dal maestro Ezio Triccoli. Dobbiamo avere il coraggio di investire sui tanti Ezio Triccoli che sono sparsi per il nostro meraviglioso territorio, senza paura.
  Altro capitolo sul quale intervenire, migliorando quel che è stato già introdotto con il decreto legislativo n. 39 del 2021, è quello della semplificazione. Dobbiamo fare in modo che l'azione del sistema sportivo italiano si unisca a quella a cui il Governo sta lavorando negli altri comparti dello Stato e dell'economia. Dovrà marciare in questo senso anche il nuovo Registro delle attività sportive dilettantistiche, istituito presso il Dipartimento per lo sport e gestito attraverso Sport e Salute, facendo in modo che il Registro assolva appieno alla sua funzione di certificare se un'associazione svolga o meno attività sportiva. Ricordo che l'iscrizione al Registro è necessaria per beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per il mondo dilettantistico e per accedere ai benefici e contributi pubblici, e dedicherà una sezione speciale per ASD (associazioni sportive dilettantistiche) e SSD (società sportive dilettantistiche) riconosciute dal Comitato italiano paralimpico.
  Un ulteriore capitolo riguarda gli investimenti sull'impiantistica sportiva, in aggiunta a quelli già previsti per le infrastrutture per la scuola, che considero non solo la principale leva che nel medio periodo potrà rimettere in moto gli italiani, ma anche un importante driver per il benessere e crescita sociale. Gli investimenti in impiantistica sportiva, infatti, possono avere non solo impatti economici anche in virtù della loro caratteristica anticiclica, ma possono soprattutto assumere rilevanza sociale. L'aumento di luoghi di sport, infatti, è suscettibile di avere un impatto direttamente proporzionale sulla salute, tanto dal punto di vista dei risparmi per il sistema sanitario e tanto da quello dei benefici per la salute personale e sul benessere sociale: penso alla riduzione della marginalità sociale, all'incremento della sicurezza urbana e alla diminuzione della micro criminalità, all'integrazione sociale, all'inclusione delle categorie deboli, all'aumento della partecipazione femminile; e sull'economia, dall'aumento dell'occupazione alla crescita del turismo sportivo, passando per l'incremento della produzione di beni e servizi per il mondo sportivo. Ciò vale per le città, per le loro periferie, per le aree disagiate del Paese.
  Negli studi della Commissione europea e dell'Organizzazione mondiale della sanità si sottolinea l'importanza della promozione dell'attività fisica, ivi inclusa quella sportiva, all'interno delle città attraverso una precisa pianificazione urbanistica che metta a disposizione spazi pubblici per consentire alla popolazione cittadina di svolgere maggiore attività motoria. Per questo intendo dare un senso compiuto al Fondo Sport e periferie. La legge ha istituito il Fondo ai fini del potenziamento dell'attività agonistica sportiva nazionale e dello sviluppo della relativa cultura in aree svantaggiate e Pag. 10zone periferiche urbane, con l'obiettivo di rimuovere gli squilibri economici sociali e incrementare la sicurezza urbana. Ha specificamente indicato le tipologie di interventi in cui il Fondo stesso è finalizzato. Intendo attribuire al Fondo un respiro strategico fissando in anticipo l'orizzonte comune degli interventi, tenendo conto che gli obiettivi finali dell'azione di Governo in materia di sport sono: il miglioramento della salute degli individui, con particolare riferimento alla riduzione dell'obesità e delle malattie croniche; l'incremento della partecipazione sportiva della terza età; l'aumento della sicurezza urbana e inclusione sociale; la promozione di una gestione ecologicamente razionale.
  Per il raggiungimento di questi obiettivi, cui devono necessariamente partecipare i destinatari dei finanziamenti pubblici, un ruolo importante potrà svolgerlo l'Istituto per il credito sportivo, e penso in particolare alla ristrutturazione e alla realizzazione di opere di impiantistica sportiva di base.
  Confido molto, inoltre, nelle integrazioni e nel contributo che potrà arrivare dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) grazie ai fondi per l'inclusione sociale e le palestre scolastiche. Il Piano infatti, come detto, stanzia per il settore ben un miliardo di euro. Si tratta di un investimento che traccia in due linee di intervento l'idea di futuro dello sport in Italia. Nello specifico, il PNRR prevede lo stanziamento di 300 milioni per il potenziamento delle infrastrutture sportive delle scuole e di 700 milioni destinati alla realizzazione di impianti sportivi e parchi attrezzati.
  Il primo investimento che rientra nella Missione 4, Istruzione e ricerca, rappresenta il piano di azione concreto della volontà di promuovere l'attività fisica fin dalla scuola primaria, contribuendo a fare dello sport un partner privilegiato della scuola nell'attività di formazione valoriale, sociale e culturale delle nuove generazioni. In tal senso, come già riportato nel Piano, i 300 milioni stanziati serviranno a colmare le carenze di strutture e attrezzature sportive negli edifici scolastici attraverso la costruzione e la ristrutturazione potenzialmente di oltre 400 edifici da destinare a palestre o impianti sportivi. Ciò permetterà non solo di favorire lo sport e le attività motorie nella scuola, ma anche di mettere a disposizione dei territori spazi nuovi o riqualificati che al di fuori dell'orario scolastico potranno rivelarsi utili alle associazioni sportive locali.
  L'investimento di 700 milioni, invece, rientra nella Missione 5, Inclusione e coesione, ed è destinato al recupero delle aree urbane puntando sugli impianti sportivi e sulla realizzazione dei parchi urbani attrezzati. L'obiettivo è quello di favorire l'inclusione e l'integrazione sociale soprattutto nelle zone più degradate e con particolare attenzione alle persone svantaggiate. Per giungere a questo risultato, oltre all'investimento economico sarà fondamentale attuare politiche e strategie a sostegno della transizione verde e digitale, promuovendo istanze di coesione economica, sociale e territoriale che possono anche mitigare gli effetti negativi dovuti all'emergenza sanitaria mondiale.
  Nell'orientare i finanziamenti e nella redazione del Piano, sarà essenziale il censimento dell'impiantistica sportiva riguardante circa 77 mila impianti, recentemente completato, procedendo poi, in accordo con le regioni e gli enti locali, al suo costante aggiornamento. Si tratta di un patrimonio informativo che non solo deve essere reso accessibile a tutti, ma che sarà utile alle pubbliche amministrazioni, così come ai privati, per individuare le aree con maggiore necessità di impianti e conseguentemente programmare gli investimenti, anche alla luce della concentrazione demografica e della presenza nel territorio delle singole discipline sportive.
  Capitolo a parte meritano gli eventi sportivi, che grazie al lavoro svolto in questi mesi e culminato nel decreto «Riaperture» potranno tornare a beneficiare della presenza del pubblico, pur nel rispetto delle norme anti-COVID. È un segnale concreto che ci consente di guardare con ottimismo e sicurezza nelle capacità del Paese ai prossimi appuntamenti sportivi internazionali, dagli Internazionali di tennis agli europei Pag. 11di calcio UEFA 2020 del prossimo mese di giugno, fino alle ATP Finals di tennis di Torino, solo per citarne alcuni.
  Gli eventi sportivi sono peraltro un'espressione di turismo, leva economica di primo piano che speriamo possa ripartire assieme a tutto il comparto. Nel frattempo lavoreremo insieme al Ministero del turismo, con il Ministro Massimo Garavaglia, affinché lo sport sia canale di promozione del Paese nelle forme di turismo sportivo cosiddette di prossimità, lento e attivo. Visitare la Via Francigena a piedi o percorrere in bicicletta il crescente percorso di ciclovie turistiche che attraversano l'Italia significa stare bene all'aria aperta e in sicurezza, godendo al contempo delle bellezze, della ricchezza dei nostri territori, dell'ampia offerta del nostro patrimonio enogastronomico.
  Parlare del rapporto tra sport e salute, per chi come me ha passato tutta la vita in pedana, non può che cominciare dal contrasto al doping. Sono felice che negli ultimi anni sia cresciuta l'attenzione anche da parte della politica sull'insopprimibile necessità di estirpare il doping nello sport, in considerazione delle sue conseguenze sulla salute degli sportivi, sulla regolarità della competizione e sul futuro dello sport. Nel rispetto dei principi sanciti dal Codice mondiale antidoping, dobbiamo stimolare sempre di più questa battaglia, che è anzitutto culturale e che deve inevitabilmente partire dalla scuola. A tal fine, per dare sempre maggiore forza all'azione credo che l'Autorità antidoping italiana, la NADO Italia, debba ancora essere più autonoma, così che il sistema antidoping sia indipendente rispetto alle organizzazioni sportive e agli interessi nazionali.
  Dalle indagini di Sport e Salute sappiamo che praticare attività fisica ha rappresentato un momento importante nella vita degli italiani a inizio pandemia, nei giorni della campagna «restiamo a casa». La maggioranza degli italiani ha affermato di essersi mantenuta attiva in quel periodo, traendone beneficio sia fisico sia mentale. A luglio 2020, a praticare sport almeno due volte alla settimana, era il 42 per cento degli italiani, ma al successivo dicembre la percentuale è piombata al 28 per cento. L'aumento della sedentarietà preoccupa soprattutto perché lo sport si può considerare il più efficace vaccino naturale contro il COVID-19, come attestato da un recente studio inglese, per il quale un'attività fisica regolare può ridurre i decessi per COVID addirittura del 37 per cento e il pericolo di contrarre malattie simili del 31 per cento, nonché aumentare l'efficacia dei vaccini fino al 40 per cento.
  Purtroppo, secondo l'OMS, a livello globale, un adulto su quattro non segue i livelli raccomandati di attività fisica. Circa una donna su tre e un uomo su quattro non fanno abbastanza attività fisica per rimanere in salute, e più dell'80 per cento degli adolescenti mondiali è insufficientemente attivo. La conclusione è dunque obbligata: bisogna ripartire immediatamente dallo sport, se vogliamo rimettere in moto la società e migliorare la salute e, più in generale, il benessere psicofisico della popolazione. A tal fine impegnerò Sport e Salute affinché, attraverso l'Istituto di Medicina dello sport e altre strutture appositamente dedicate, svolga attività di diffusione e promozione degli stili di vita attivi, sani, e realizzi iniziative che comunichino l'importanza della prevenzione e rendano maggiormente accessibile l'attività di screening dei principali fattori di rischio fra la popolazione, inclusa la previsione di presidi medico-sportivi che siano propedeutici alla pratica sportiva. In questo campo sarà certamente proficuo il coinvolgimento della Federazione medico-sportiva, riconosciuta dal Ministero della salute.
  Dobbiamo poi lavorare per garantire un invecchiamento il più possibile sano e sostenibile alla nostra popolazione, consapevoli che si tratta di un processo ineludibile in quasi tutti i Paesi sviluppati e in Italia in particolar modo. Come evidenziato anche dall'Istat, occorre un cambiamento culturale che porti a politiche mirate per governarlo, con l'obiettivo di trasformarlo da un peso a una risorsa per la società, attivando tutte le potenziali persone anziane. Secondo l'indicatore che valuta i risultati e i progressi raggiunti in questo senso, l'Italia è al diciassettesimo posto nel ranking europeo.Pag. 12 Siamo infatti uno dei pochi Paesi, con Croazia, Lussemburgo e Portogallo, a non aver registrato alcun progresso fra il 2012 e il 2018.
  In vista del termine della campagna di vaccinazione, che ci consentirà di tornare a svolgere in serenità molte delle attività a cui eravamo abituati, possiamo dar vita a progetti per l'attività fisica dedicati specificamente agli over 65 e confermare i voucher sportivi, già sperimentati nei mesi scorsi, per agevolare il ritorno alla socialità e combattere la dispersione sportiva, inevitabilmente ma anche drammaticamente riscontrata in quest'anno passato.
  In questi mesi così difficili abbiamo certamente compreso l'importanza dei dati per leggere la realtà che ci circonda, per formulare scenari, per prendere decisioni ponderate. Parallelamente, anche prendendo le mosse dalle migliori pratiche a livello internazionale nell'ambito delle politiche pubbliche per lo sport, stimoleremo la struttura operativa dell'Autorità di Governo a proseguire il lavoro intrapreso sul fronte della ricerca, sia nell'attività svolta in proprio, sia nel rapporto con gli organismi sportivi, che vanno sempre più sensibilizzati alla cultura della conoscenza. Il conforto dei dati è infatti fondamentale per assumere decisioni consapevoli nella definizione delle politiche pubbliche per lo sport.
  Proprio i dati ci dicono che abbiamo ancora tanto da fare in termini di sport di azienda e sugli spostamenti casa-lavoro che integrino l'attività fisica nella nostra routine quotidiana, ad esempio percorrendo il tragitto a piedi o in bicicletta, integralmente o anche solo in parte. In questa prospettiva sono allo studio, anche con i Ministeri competenti, incentivi e strumenti di sostegno alle imprese che offrano ai lavoratori programmi sportivi o che investano in iniziative di mobilità sostenibile. È un programma ambizioso, per la cui realizzazione sono certa che tutti gli attori del sistema sportivo sapranno e soprattutto vorranno fare squadra. Penso anzitutto alle regioni, che hanno competenze fondamentali in materia sportiva, al Dipartimento per lo sport, a Sport e Salute, che hanno la responsabilità di dare attuazione alle scelte di politica pubblica, ma anche al Comitato olimpico nazionale italiano, al Comitato italiano paralimpico, all'Istituto per il credito sportivo, alla Fondazione Milano-Cortina e agli altri analoghi comitati organizzatori di eventi sportivi, per rimanere ai soggetti con partecipazione pubblica. E penso al ruolo fondamentale che hanno per lo sviluppo dello sport le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate, i gruppi sportivi militari e i corpi civili dello Stato, le associazioni per i meriti e gli enti di promozione sportiva, da cui mi attendo un grande contributo per contrastare la sedentarietà e rimuovere le barriere di accesso allo sport.
  Come in ogni squadra vincente, mi aspetto che ognuno sappia giocare un ruolo ben preciso che l'ordinamento gli assegna, riconosca la propria missione e si rapporti in modo positivo con gli altri. La parola d'ordine deve essere «cooperazione» fra poteri pubblici e organizzazioni sportive e, all'interno del movimento sportivo, fra le stesse organizzazioni sportive. Il lavoro di squadra è indispensabile alla realizzazione di una buona gestione dello sport, che può consentire di raggiungere gli obiettivi di ripresa e sviluppo nel rispetto dell'autonomia delle organizzazioni sportive e delle loro strutture rappresentative.
  Il Dipartimento per lo sport e Sport e Salute rendono concreta, ciascuno per la propria parte di competenza, l'azione di Governo. A seguito della riforma del 2018, il cui impianto è pienamente condiviso, Sport e Salute svolge il fondamentale compito di promuovere lo sport in Italia. Anche in questa prospettiva la società ha la decisiva funzione di ripartire i contributi pubblici destinati agli organismi sportivi, oltre che di vigilare per conto dell'autorità di Governo sulla corretta gestione degli stessi e su un indirizzo coerente per le politiche pubbliche in materia di sport anche attraverso il monitoraggio e la misurazione delle attività, e di semplificare la vita di federazioni, enti, promozioni e altri organismi sportivi fornendo quei servizi che consentano agli stessi di ridurre la burocrazia, razionalizzare i costi e concentrarsi sullo Pag. 13sport, garantendo speditezza grazie alla sua natura giuridica di diritto privato.

  PRESIDENTE. Sottosegretario, mi perdoni. Mi duole essere scorretto, ma abbiamo un'ora e mezzo di dibattito. Poi lei dovrà rispondere e inizia l'Aula alle quattro. Nemmeno facendo un miracolo io riuscirei a gestire una condizione così particolare. Dobbiamo iniziare ad ascoltare le riflessioni di ciascuno.

  MARIA VALENTINA VEZZALI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport. Le competenze di Sport e Salute sono evidentemente complementari rispetto a quelle del Coni, che la riforma del 2018 ha esaltato come vertice della piramide del sistema sportivo, ente regolatore per eccellenza che, in partenza, ha il compito di dettare i principi per far funzionare l'attività agonistica federale, inclusa la somministrazione della giustizia, e, all'arrivo, ogni due anni, ne raccoglie i risultati alle Olimpiadi, estive e invernali, organizzando la squadra olimpica e avendo l'orgoglio di far sventolare la bandiera italiana. Nel mezzo, l'attività del Coni deve essere un'attività di supporto alle Federazioni per raggiungere l'eccellenza agonistica e di diffusione dei valori dell'olimpismo, vigilando nei confronti degli organismi sportivi sui contenuti di carattere sportivo delle attività da essi svolte, oltre che sull'utilizzo di quei contributi che il Coni dovesse direttamente erogare. La sublimazione dello sport, nel solco dall'articolo 27 della Carta Olimpica.
  Prim'ancora che essere la sottosegretaria con delega allo sport, sono stata un'atleta olimpionica, sono innamorata dei cinque cerchi e conosco, profondamente, l'importanza e il ruolo del Coni ed è proprio per questo motivo che mi auguro che il Comitato Olimpico, munito oggi di propria dotazione organica, svolga con crescente efficacia il ruolo che gli è proprio. Io sarò di stimolo affinché, coinvolgendo le organizzazioni sindacali, le procedure concorsuali a completamento della dotazione organica vengano svolte al più presto. Nell'attesa, ove il Coni volesse continuare la collaborazione con Sport e Salute, mi attiverò affinché la società fornisca i servizi richiesti attraverso la stipula di un contratto di servizio.
  Non deve sussistere e non può essere ammessa alcuna sovrapposizione, pena il blocco del sistema, come nessuna sovrapposizione c'è stata in questi anni con il Comitato Italiano Paralimpico che, grazie al rapporto di servizio con Sport e salute, ha continuato, con grande spirito di servizio e collaborazione, a disciplinare e gestire le attività sportive per persone con disabilità sul territorio nazionale, assicurando la partecipazione sportiva in condizioni di uguaglianza e pari opportunità.
  Analogamente, credo molto nell'Istituto per il Credito Sportivo, una banca pubblica unica per le sue caratteristiche, che ha la missione sociale di stimolare lo sviluppo dello sport al servizio del paese, sostenendo tutta la filiera sportiva, dall'associazionismo ai grandi eventi, passando per la realizzazione di infrastrutture, fisiche e tecnologiche. Così come, il Governo assicura una presenza attiva in seno alla Fondazione Milano Cortina 2026, per fare in modo che i Giochi del 2026 possano essere davvero una straordinaria occasione per il nostro Paese.
  Dobbiamo essere, insomma, una squadra compatta e rimanere uniti, esattamente come quella del Dream Team di fioretto femminile che tante soddisfazioni e medaglie ha regalato all'Italia e come la squadra olimpica e paralimpica che, tra pochi mesi, sbarcherà a Tokyo per rappresentare l'Italia e farci commuovere ogni volta che sentiremo suonare l'inno di Mameli.
  C'è, d'altronde, un eccezionale bisogno di unità, nel rispetto delle competenze, diversità e caratteristiche di ciascuno, perché solo lavorando tutti insieme potremo far ripartire il Paese e raggiungere quell'obiettivo, che resterà per me sempre primario, di inserire finalmente il diritto allo sport all'interno della nostra Costituzione.

  FEDERICO MOLLICONE. Dopo l'esaustiva relazione della sottosegretaria Vezzali, che ringraziamo, vogliamo fare una dichiarazione politica iniziale. Proprio i dati che lei ha citato, derivanti dall'OMS (OrganizzazionePag. 14 mondiale della sanità), sul fatto che lo sport faccia bene, rafforzi le difese immunitarie, permetta una maggiore resistenza del corpo umano a qualsiasi malanno, basterebbero per domandarci per quale ragione – non lei, che arriva adesso – ma il Comitato tecnico scientifico e i vari Governi che si sono susseguiti abbiano scelto di lasciare chiusi tutti i circuiti sportivi. Forse involontariamente, rispetto al testo che le è stato scritto, non emergeva e di fatto le hanno fatto smentire l'intera politica degli ultimi tre Governi, perché il massimo vertice dello sport ci ha appena detto che fare sport rafforza le difese immunitarie, fa bene ed evita di avere malattie. Mi ero preparato delle domande, ma sinceramente basterebbe questo. A tale proposito ci chiediamo come mai alle palestre e alle strutture sportive non sia stato consentito di riaprire almeno a maggio. Avete pensato a una riapertura in linea con quella delle piscine all'aperto il 15 maggio? È noto che a causa dell'inizio della stagione estiva, queste si svuotano, come succede per i teatri; perciò, aprirli alla fine della stagione, serve a poco. Come mai non le fa riaprire subito, nonostante si siano fatti spendere molti soldi affinché le palestre si adeguassero ai protocolli? State concordando protocolli nuovi? Quali sono? Questo non c'è stato detto. Come mai le piscine sono rimaste chiuse nonostante gli effetti riconosciuti del cloro contro il virus?
  Nel decreto-legge sulle riaperture è previsto che si riapra al pubblico al massimo per il 25 per cento, solo per il professionismo e l'agonismo. Come faremo con l'inizio della stagione sportiva a settembre per il ritorno dei tifosi negli stadi? Come garantire in sicurezza il ritorno negli stadi, come per gli Europei, dato che non è stato stilato il piano operativo?
  Nelle bozze circolanti del decreto Sostegni bis, troviamo un credito d'imposta per gli investimenti pubblicitari nel settore sportivo – una misura che proponemmo anche noi in sede parlamentare – 61 milioni per ristorare le SSD che hanno sostenuto spese sanitarie per le competizioni, 50 milioni per il fondo per le ASD. Secondo l'Associazione nazionale delle palestre e dei lavoratori dello sport, il 40 per cento dei centri sportivi e delle palestre rischia di non poter riaprire anche a causa dei ristori che, a fronte di costi medi annuali pari a 150 mila euro annui, ha ricevuto solamente 9 mila euro nel corso dello scorso anno.
  L'articolo 30 del decreto Sostegni rinvia al 1° gennaio 2022 l'entrata in vigore dei cinque decreti di riforma dello sport. Sembra, quindi, evidente la volontà di rimettere mano ai provvedimenti in sede parlamentare per correggere numerose criticità da più parti segnalate, come le norme del vincolo sportivo. In questo senso chiediamo, Sottosegretaria, come da nostro ordine del giorno approvato al decreto-legge CONI, l'inizio di un percorso di riforma per armonizzare i rapporti e le competenze fra CONI e Sport e Salute, che sono ancora in grave contenzioso. Faccio un esempio per tutti: durante l'esame di un decreto per la sua conversione in legge – quindi senza sapere quali asset e quanti dipendenti avrebbe avuto la società – a ottobre 2020, Sport e Salute ha commissionato a una società esterna, la Bain & Company Italy, un assessment da circa 300 mila euro, con incontri durati circa 15 minuti. La cosa più grave è che dopo sei mesi nessun dirigente ha ricevuto comunicazioni sull'esito di questa valutazione, cosa che poteva essere fatta tranquillamente dell'ufficio interno di controllo. A febbraio 2021, vi è stato un nuovo assessment economico da 350 mila euro, stavolta a Deloitte, un'altra società esterna, funzione svolta costantemente dall'Ufficio controllo e finanza. Il tutto – stiamo parlando solo di questo e solo di 650 mila euro – mentre tutte le strutture sportive facevano la fame. Su questo magari poi ci manderà una nota scritta dopo le verifiche del caso.
  La Missione 4, Componente 1 del nuovo investimento 1.3 del PNRR, presenta gli interventi per lo sport a scuola di 300 milioni in cinque anni. Sappiamo che il 17 per cento delle sole scuole del primo ciclo non dispone di palestre o di strutture sportive, con una percentuale che sale al 24,3 per cento nel Meridione. È quindi assurdo che le risorse permettano di intervenire come è scritto nel PNRR solo su 400 palestrePag. 15 o strutture sportive. Infine, la pianificazione dell'investimento 3.1 della Missione 5, Componente 2.3 del PNRR, appare alquanto nebulosa, poiché non si comprende quali ministeri gestiranno i 700 milioni stanziati, né chi saranno i soggetti attuatori. Come verrà monitorato il Piano? Qual è il cronoprogramma? Ci sarà una sinergia con il Fondo Sport e Periferie?
  Come Fratelli d'Italia chiederemo in generale – e non a dispetto di quanto è stato esposto in maniera esaustiva dalla Sottosegretaria Vezzali – che alle domande da noi poste, qualora la sottosegretaria non possa e non abbia gli elementi per rispondere adesso, possa essere inviata dai suoi uffici una nota scritta alle Commissioni. Grazie.

  MARCO MARIN. Non ho sentito tutto l'intervento che è stato letto dalla sottosegretaria, ma solo l'ultima parte. Ricordo quello riferito ieri anche al Ministro Bianchi, che ha fatto un discorso con passione e convinto: siamo all'ultima parte della legislatura, già tre, tra sottosegretari e ministri, si sono occupati di sport: ora dobbiamo concentrarci per fare cose concrete, perché ci troviamo nel bel mezzo di una pandemia. Stiamo uscendo da 13 mesi molto complessi e ne avremo altrettanti. Ho una fiducia totale nel Presidente del Consiglio Mario Draghi che ha già segnato dei cambi di passo sui vaccini – dove vediamo cose concrete e reali – e lo ringraziamo, come abbiamo ringraziato il Generale Figliuolo e il Capo della Protezione civile Curcio. Abbiamo bisogno che questo cambio di passo, con il contributo fondamentale delle Commissioni, prenda il via da oggi, perché fino ad oggi – lo ricordo ma l'ho detto anche nell'altro incontro – nel decreto Sostegni, per lo sport, abbiamo visto solo briciole.
  Nel PNRR, allo sport è stato assegnato un miliardo, di cui 300 milioni già assegnati per restaurare le palestre dei plessi scolastici – sono 400 plessi e 300 milioni, neanche un milione a plesso – e altri 700 milioni, cambiando il nome a un programma già predisposto dal precedente Ministro Vincenzo Spadafora, rispetto al quale avevo visioni diverse, ma a cui riconosco comunque la realizzazione di fatti concreti. Lo contestavo, laddove non ero d'accordo, nel dibattito politico. Quindi, si tratta quasi di un miliardo e, rispetto al PNRR parliamo dello 0,45 per cento. Parliamo di briciole, di cui 300 sono già destinati ai plessi scolastici.
  Poi abbiamo il «Decreto ripresa», in fase emendativa in questi giorni al Senato: anche lì vedo che gli emendamenti presentati a favore dello sport, da tutte le forze politiche, sono pochi, così come le risorse.
  Come Commissione abbiamo scritto una lettera, chiedendo 1,5 miliardi – avevo quantificato in 2 miliardi, dietro di me c'è l'estensore che sa che ne abbiamo parlato – ed è quella la cifra che permetterebbe allo sport di ripartire. Dobbiamo fare qualcosa di concreto, perché per tutte le persone che amano lo sport e che vogliono leggere un libro, quest'ultimo non può rimanere quello dei sogni, ma deve essere concreto.
  Abbiamo necessità di risorse certe per le società sportive, per la formazione del lavoro e bisognava utilizzare il PNRR per questo; tuttavia abbiamo fatto una scelta diversa che anche io ho votato. Nei prossimi decreti, però, dobbiamo vedere i soldi: 1,5 miliardi come ha chiesto la Commissione, anche se penso che debbano essere 2 miliardi, però mi adeguo alla volontà della Commissione.
  Inoltre, abbiamo bisogno di avere certezze sulle riaperture, con protocolli seri che non riguardino solo maggio e giugno. Una volta che abbiamo riaperto gli stadi – io ne sono felice –, bisogna riaprire le palestre.
  Quando mettiamo 20 mila persone negli impianti sportivi, dobbiamo permettere a tutti i nostri figli di riandare in palestra, perché i giovani pagano un prezzo altissimo non solo in termini di malattie cardiovascolari, che riguardano soprattutto le persone più avanti negli anni, ma per gli effetti negativi sullo sviluppo e sull'equilibrio psicofisico dei nostri ragazzi che, senza lo sport, rischia di subire danni, come dimostrano molti studi.
  Abbiamo bisogno di sapere con certezza come riapriranno e le piscine, non solo adesso, ma anche a settembre, quando, tornerà l'autunno e non avremo più il caldo Pag. 16che, come abbiamo imparato anche l'anno scorso, aiuta rispetto al SARS-CoV2.
  Mi auguro anche che ci sia una vaccinazione molto forte. Ieri abbiamo chiesto al Ministro Bianchi di prevedere in fretta le vaccinazioni anche dei ragazzi: abbiamo visto che Moderna sta uscendo adesso, mentre Pfizer sembra si possa fare anche dai 12 ai 15 anni. Ciò anche per permettere ai ragazzi di tornare nelle palestre.
  Quindi, abbiamo bisogno di fatti concreti e immediati: risorse, programma delle vaccinazioni, tamponamento e tracciamento per le riaperture.

  DANIELA SBROLLINI. Grazie alla sottosegretaria per questa relazione completa ed esaustiva che, a mio avviso, ha toccato tutto ciò che riguarda il mondo dello sport e mi permetto di dire di quella riforma di welfare che dovremmo finalmente scrivere assieme: Parlamento e Governo. Questa è una delle proposte di Italia Viva, su cui ci stiamo concentrando e su cui, in passato, anche alla Camera, avevamo lavorato proprio con Valentina Vezzali. Come è stato giustamente detto, da lei prima, e dai colleghi che mi hanno preceduto, lo sport è davvero per tutti e di tutti. Anche questa collaborazione importantissima tra lei e gli altri ministeri di competenza, a mio avviso, permetterà di arrivare ad una riforma vera del sistema che non è più soltanto la riforma dello sport, ma è una riforma del welfare, proprio perché abbraccia tutte le fasce di età e tutte le fasce sociali senza distinzioni. Secondo me questa forse è la chiave di volta, una nuova pagina che dobbiamo riaprire, certamente in un clima di maggiore unità e di maggiore collaborazione anche con il mondo dello sport e con gli organismi sportivi, oltre a quelli governativi e istituzionali, che ne fanno parte.
  Vorrei aggiungere solo alcune brevi considerazioni, poi lascio la parola al collega Luciano Nobili, con cui ci dividiamo il tempo che abbiamo a disposizione.
  Sicuramente vanno bene gli altri punti che la sottosegretaria ha toccato ma, anche riprendendo le considerazioni dei colleghi che mi hanno preceduto, vorrei aggiungere che a nostro avviso oggi dobbiamo lavorare molto con il Governo Draghi sul tema delle riaperture in sicurezza, avendo una programmazione certa che non sia solo per l'estate, ma già per l'autunno e prevedere dove possibile una maggiore elasticità.
  Considero un errore non aver riaperto e non avere una data, per esempio, per quanto concerne le piscine coperte, così come aver posticipato al primo giugno l'apertura delle palestre, quando ormai le palestre già chiudono e quindi avrà poco senso. Su questo chiederei un intervento più forte, più incisivo da parte della sottosegretaria.
  Infine, per quanto riguarda i «decreti sostegni», proprio nella giornata di ieri, in nottata, abbiamo approvato gli emendamenti al decreto-legge «sostegni 1», con cui abbiamo ottenuto questo ulteriore incremento di 50 milioni in più di contributo a fondo perduto per le associazioni e le società sportive dilettantistiche. Noi lo avevamo chiesto anche per quelli senza partita IVA, ma su questo c'è un rimando a un nuovo DPCM. Quindi, chiedo alla sottosegretaria di sollecitarne l'inserimento.
  L'ultimo tema flash riguarda i laureati in scienze motorie, che rimane un grande tema. In Commissione, al Senato, abbiamo la proposta sull'educazione motoria nella scuola primaria: secondo me questo è il momento giusto per l'assunzione dei laureati in scienze motorie. Grazie.

  LUCIANO NOBILI. Sarò rapido. Intanto mi fa piacere rimarcare, visto che c'era anche lei, presidente, che grazie anche all'impegno di Italia Viva, l'approvazione dell'emendamento al «decreto sostegni» della senatrice Sbrollini ha permesso di stanziare 50 milioni di euro, che sono una cifra ovviamente insufficiente, ma rilevante, segnando l'interesse e l'attenzione verso un settore, quello delle oltre 120 mila ASD e SSD iscritte al registro CONI che sono le principali vittime di questi mesi tremendi.
  Sottosegretaria, abbiamo già avuto modo di confrontarci sia sul decreto CONI che in una precedente audizione e sa bene che rischia di trovare un panorama desertificato sul territorio nel momento in cui il Paese riparte e riapre. Queste realtà assicurano in Italia il diritto alla pratica sportiva e, con tutte le carenze che sappiamo esserci in Italia, persino – come è stato Pag. 17detto anche dai colleghi – nelle strutture scolastiche, è fondamentale che quelle realtà stiano in piedi. Su questo condivido l'impianto della lettera che i capigruppo di Camera e Senato hanno rivolto al Governo, perché c'è bisogno di un impegno straordinario.
  È positivo che le risorse del PNRR siano aumentate in queste settimane, così come è positivo l'impegno a lavorare soprattutto su una cosa che a noi sta a cuore, ovvero l'infrastruttura sportiva, l'impiantistica che, insieme al tema delle palestre scolastiche e degli insegnanti di scienze motorie, per noi è fondamentale. Sono, quindi, di fondamentale importanza lo sport a scuola e la possibilità di assicurare la pratica sportiva nelle ASD e nelle SSD con impianti all'altezza in tutto il Paese. Secondo noi, questi sono i due asset fondamentali.
  In questo quadro molto positivo vi sono alcune delle cose che avevamo sollecitato e che troviamo nelle linee guida, per esempio l'impegno sull'unire i grandi eventi sportivi a un turismo sportivo, il marketing territoriale, il brand Italia dal punto di vista sportivo: tutti aspetti fondamentali per la ripartenza del settore.
  Mi permetto di aggiungere una cosa che per noi è altrettanto importante, ovvero un ragionamento su quello che si può fare nella restante parte di legislatura per un riordino efficace ed efficiente della governance, perché in questi quasi tre anni di legislatura abbiamo tanto legiferato sullo sport, risolvendo ben pochi problemi, mentre molti ne restano da risolvere, soprattutto nel rapporto tra le realtà che devono lavorare unite e con lo stesso spirito.
  Sottosegretaria, forse ho inteso male nella fretta di finire la sua analisi, quando diceva che la riforma del 2018 è un impianto da noi pienamente condiviso. Mi permetta di dire che da parte nostra l'impianto di quella riforma del 2018 non è condiviso, non l'abbiamo votata. Abbiamo lavorato in questi anni per migliorare la situazione, ma c'è ancora molto da fare e anche su questo ci affidiamo al suo lavoro e a quello del Governo Draghi. Grazie.

  BIANCA LAURA GRANATO. Sottosegretaria, in questa legislatura l'ordinamento del settore sportivo è stato profondamente rinnovato: abbiamo visto l'istituzione della società Sport e Salute, la legge delega n. 86 del 2019 e la sua attuazione in sede di delega legislativa che hanno contribuito a una riscrittura organica della legislazione di settore, pur non essendo giunti, purtroppo, a costituire un vero e proprio testo unico dello sport.
  Parto dalla considerazione che lei ha ricoperto la carica di deputato nella scorsa legislatura, quando fu approvata dal Parlamento la legge n. 8 del 2018 con cui è stato aumentato, portandolo a tre, il numero dei mandati consecutivi che possono essere svolti sia dal presidente del CONI, sia dai presidenti federali. Ricordo che fino all'entrata in vigore della nuova disciplina, i mandati che potevano essere svolti erano due, di durata quadriennale, con l'aggiunta di un eventuale terzo, laddove uno dei due fosse durato meno della metà rispetto al quadriennio ordinario, con cessazione per causa diversa dalle dimissioni volontarie. Il limite massimo di fatto era dunque stabilito in 10 anni. La maggioranza parlamentare della scorsa legislatura, partendo da un disegno di legge di iniziativa Ranucci e Puglisi, senatori del PD, che riduceva quel termine massimo di 10 anni portandolo a 8, onde evitare interpretazioni estensive della normativa che già erano state attuate in occasioni precedenti, ribaltò del tutto la ratio del progetto legislativo. Infatti, alla fine si stabilì che quel termine di 8 anni previsto in via ordinaria fosse portato addirittura a 12, consentendo tre mandati.
  La materia della governance del Comitato olimpico e delle federazioni sportive, il sistema di rinnovo della dirigenza e la garanzia dell'effettività del ricambio degli organi direttivi apicali sono elementi essenziali nella cultura sportiva di un Paese equo, moderno e democratico.
  La mia domanda è la seguente: qual è l'orientamento del Governo su questo tema, sul quale già nel precedente esecutivo si sono registrate forti resistenze rispetto a un cambiamento della normativa vigente, volta a garantire una maggiore rotazione degli incarichi di vertice, contrastando posizioni Pag. 18di rendita e poteri consolidati? Grazie. Ho finito.

  ANDREA ROSSI. Ringrazio e rinnovo gli auguri di buon lavoro alla sottosegretaria Vezzali. Purtroppo il tempo in questo momento è tiranno. Sarebbe piaciuto anche a me poter fare una riflessione così ampia, completa e ambiziosa come ha fatto giustamente la sottosegretaria, perché è fondamentale la riflessione sul tema della cultura del movimento, del benessere, della prevenzione, sull'inserimento del diritto allo sport in Costituzione quale diritto dei cittadini di praticare attività motoria e sportiva di base, fino anche a riflessioni che riguardano più da vicino alcuni sport e discipline settoriali: mi riferisco a quello che oggi è lo sport più popolare che è appena stato toccato da una vicenda come quella della Superlega e che porta con sé il tema della legge Melandri, di una possibile revisione, nonché una discussione anche sui generi televisivi.
  Penso che questi argomenti oggi debbano, purtroppo, lasciare spazio al tema della contingenza, di come noi riusciamo in questo momento a dare risposte in una fase di emergenza con pragmatismo e concretezza, come chiedeva anche l'onorevole Marin. Sono d'accordo con lei, quando dice che dobbiamo fare questo da squadra vincente, attraverso la capacità di fare squadra anche all'interno delle forze politiche delle Commissioni. Secondo me questo è uno degli obiettivi che ci siamo posti, senza ripercorrere i dati che lei e tutti noi ormai conosciamo, perché sarebbero ripetizioni ormai inutili non solo sullo sport, ma anche sui numeri che questa crisi sta producendo, sul tema delle associazioni sportive, piuttosto che sul sistema delle tante realtà che operano in ambito sportivo. Secondo me, oggi abbiamo – sono i quattro punti che le vado a enunciare in modo abbastanza rapido – alcuni temi rispetto ai quali dobbiamo veramente prendere un impegno in termini di concretezza e pragmatismo, facendo squadra. Il primo è evidente: dobbiamo mettere in campo risorse economiche e politiche pubbliche a sostegno del mondo dello sport come oggi non abbiamo ancora visto; perché è vero che quasi un miliardo di euro è stato stanziato a sostegno delle organizzazioni sportive, ma il mondo dello sport si regge anche sulla capacità di far vivere le associazioni sportive dilettantistiche.
  Lei giustamente ha citato il tema della scuola. Io definisco le associazioni sportive dilettantistiche come la terza agenzia educativa del Paese, perché dopo la famiglia e la scuola, è il luogo dove il ragazzo maggiormente cresce, si educa e si costruisce una propria cultura. Abbiamo bisogno di mettere risorse in modo significativo; abbiamo parlato di un miliardo e mezzo. Qui c'è la possibilità di fare azioni anche diversificate per tipologia di soggetto di riferimento, che vadano dal credito d'imposta per le sponsorizzazioni fino ai contributi a fondo perduto, piuttosto che i voucher per le famiglie meno abbienti, per immettere le risorse necessarie per fare vivere il mondo dello sport che oggi è a rischio di sopravvivenza.
  Il secondo argomento è quello delle aperture. I colleghi che mi hanno preceduto hanno ricordato il tema della riapertura di alcuni impianti proprio nel momento in cui la stagione sportiva è al termine, a compimento. Anche il mondo dello sport e dell'impiantistica sportiva apre il primo di giugno, quando il campionato di Lega Pro o il campionato di basket sono ormai conclusi. Pensavo che si potesse fare almeno lo sforzo di avere mille persone, come per l'accesso del pubblico ai luoghi di cultura.
  La terza questione, dopo i sostegni e le aperture, è il tema – lei l'ha detto chiaramente e sapevo che di questo avrebbe fatto giustamente un cavallo di battaglia e ha il nostro sostegno – del portare a compimento la proposta di legge S. 992, attualmente ferma al Senato, per il potenziamento dell'attività motoria nella scuola.
  Infine, non faccio un commento politico rispetto alla proroga, introdotta dal Senato, sull'entrata in vigore dei decreti legislativi sul lavoro sportivo e i vincoli sportivi. Dico solo che bisogna fare attenzione: in questo momento bisogna aprire un tavolo per non perdere di vista l'obiettivo di aumentare i diritti e le tutele dei lavoratori sportivi che Pag. 19era alla base dei decreti legislativi di cui parlavo. Grazie.

  FELICE MARIANI. Grazie, sottosegretaria. Alcune domande che volevo porre sono state già poste dai miei colleghi, con cui sono d'accordo. Abbiamo fatto questa richiesta come Commissione per 2 miliardi e siamo arrivati a 1,5 miliardi: poche risorse per le circa 100 mila società che ci sono in Italia, con un indotto sportivo, un PIL che va dal 3 al 4 per cento e che copre oltre 60 miliardi di euro. Credo che mai come in questo momento la politica si stia occupando di sport: ne ha sempre parlato bene e molto, però credo che bisognerà essere più incisivi.
  Nella sua esauriente relazione diceva che lo sport può essere un volano educativo, sociale ed economico del nostro Paese con capacità educativa di inclusione e di aggregazione. Sono d'accordissimo: lo sport può essere considerato un farmaco e come tale andrebbe prescritto.
  Oltre alla pandemia da Covid-19, nostro malgrado ci troviamo in una psicopandemia. Ormai è accertato che gli esseri umani che hanno vissuto per più di un anno con l'emergenza Covid-19 avvertono un malessere psicologico diffuso e testimoniano di avere sintomi di disagio rilevanti come ansia, depressione, attacco di panico, insonnia, disturbi dell'alimentazione, autolesionismo eccetera. Credo che lo sport possa far tanto per questo e dobbiamo adoperarci per non far morire le oltre 40 mila società che non riusciranno ad aprire.
  Qualche domanda è già stata fatta dai miei colleghi e quindi le salterò, ma ne ho ancora un paio. In passato il CONI provvedeva all'erogazione di contributi alle federazioni sportive per l'alto livello e lo sport per tutti, per le risorse umane ed eventuali contributi straordinari anche per l'impiantistica sportiva. Oggi, circa il 90 per cento di questi contributi vengono erogati tramite la società Sport e Salute. Le chiedo se secondo lei è giusto che il controllo e la vigilanza delle federazioni sia rimasta al 100 per cento in delega al CONI, anche se quest'ultimo è a sua volta vigilato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Concludo, dicendo che ci sono diverse interrogazioni parlamentari in attesa di una sua risposta. Vorrei sapere quando sarà possibile. Grazie.

  MANUEL TUZI. Ringrazio la sottosegretaria Vezzali per l'intervento molto esaustivo su quella che è la visione futura dello sport di questo Governo. Parto ovviamente da quella che è la richiesta di tutti. È stato presentato un documento unitario di Commissione per 1,5 miliardi e questa è la richiesta che facciamo. Quelle proposte ci rappresentano e quindi chiediamo che si portino avanti anche con fermezza nelle varie sedi istituzionali – lo sport molto spesso viene bistrattato rispetto a tante altre tematiche, altrettanto importanti – perché c'è un intero settore che adesso è in crisi.
  Mi volevo soffermare in particolar modo su un aspetto della sua relazione inerente anche il bando Sport e Periferie. Si è parlato anche di partecipazione della terza età, sindrome metabolica e di persone che hanno patologie cardiovascolari. Questo lo dico anche da medico: serve una politica fiscale dedicata per favorire lo sport come farmaco, perché se non ci mettiamo in testa che l'attività fisica adattata e tutti i professionisti che operano all'interno di quel settore devono essere adeguatamente valorizzati, rischiamo di fare un male a tutte le persone che praticano lo sport di base. Noi dobbiamo cercare di lavorare in quella direzione e per questo diventa necessaria una politica fiscale specifica, dedicata sia a incentivare questo per le persone che hanno patologie, ma anche a scopo preventivo. Serve una politica fiscale dedicata anche ai giovani per favorire l'attività fisica. Sentivo parlare dei voucher per la ripartenza, ma facciamo qualcosa di dedicato ai giovani, soprattutto alle persone meno abbienti che forse hanno più necessità rispetto ad altri, viste tutte le problematiche di cui si era parlato poc'anzi nel precedente intervento del collega Mariani.
  Sul bando Sport e Periferie, va bene ridisegnare un nuovo modello di città, c'è un nuovo concetto, ovvero quelle che si chiamano sport city, ma cerchiamo di rimodellare i parchi, tutte le strutture pubblichePag. 20 e le piazze pubbliche in quella direzione. Per questo nel bando Sport e Periferie ci deve essere qualcosa di dedicato per favorire lo sviluppo di piazze che permettano di fare sport all'aria aperta. Ci sono alcune statistiche secondo le quali la maggior parte degli italiani dice che vorrebbe continuare a fare attività fisica all'aperto dopo la pandemia. Permettiamolo, ma per permetterlo servono i soldi e serve aiutare i nostri comuni a spendere quei soldi per politiche attive dirette in quello specifico settore. Con questo la ringrazio e lascio la parola ai colleghi.

  CLAUDIO BARBARO (intervento da remoto). Cercherò di andare veramente di corsa, perché gran parte delle cose sono state già dette e non ho intenzione di ripeterle. Parto dai complimenti alla sottosegretaria per la relazione esaustiva, perché è andata a toccare tutti i punti. Si vede la mano di una persona competente che comprende gli sport. Tuttavia, non vorremmo – non lo dico solo personalmente, ma anche a nome di Fratelli d'Italia – che sotto il profilo dell'attuazione pratica questo libro di sogni rimanesse un qualcosa di esclusivamente velleitario, perché poi quando passiamo dalle parole ai fatti – come è stato sottolineato e come sottolineo anche io – ci scontriamo con l'inadeguatezza delle risorse stanziate per favorire la ripresa nel mondo dello sport, ma soprattutto ci troviamo di fronte all'incertezza per il futuro.
  Le riaperture a singhiozzo sono addirittura antieconomiche. C'è necessità di capire al più presto qualcosa in ordine non solo ai ristori, ma anche alle riaperture che dovrebbero avvenire nella miglior forma possibile in modo tale da raggiungere il livello di incassi necessari a regime per le varie attività finanziarie.
  Detto ciò, volevo soffermarmi su alcuni punti, ma è complicato elencare all'interno delle situazioni alle quali ha fatto riferimento la sottosegretaria qualcosa che possa essere integrato con le sue comunicazioni. Mi cimento in questa direzione e provo a dare alcune pillole al volo, partendo dal presupposto che una cosa che mi ha fatto piacere e che spero possa trovare applicazione in termini pratici è la volontà dello Stato di dare risposte che possano spostare la comprensione dello sport nel nostro Paese dalla vittoria dei nostri atleti alle manifestazioni internazionali, all'affermazione di una cultura sportiva a 360 gradi. Finora questo in Italia non è stato possibile, ma mi auguro che possa esserci un'inversione di tendenza; come Fratelli d'Italia, siamo ben disponibili a cercare di dare il nostro contributo per far sì che questo avvenga.
  Nello specifico parlo del tema della scuola e del disegno di legge S. 992, di cui sono relatore. Dal primo semestre della nostra legislatura, siamo fermi. Se, così come è stato detto, c'è la volontà politica di portare avanti questo provvedimento, sarebbe importantissimo poter inserire l'attività motoria nella scuola primaria italiana.
  Per quanto riguarda il registro delle attività sportive, lei parlava di un registro che passa dal CONI al dipartimento. È importante che il registro sappia comprendere la differenza tra attività sportiva e attività motoria. Ad oggi, le agevolazioni fiscali nel nostro Paese sono concesse soltanto a chi fa sport organizzato. L'attività motoria è fondamentale nel processo di crescita del Paese.
  Infine – vado a concludere, perché il tempo è veramente poco –, quando si parla di qualificazione professionale è altrettanto importante ricomprendere all'interno delle qualifiche professionali, attraverso le quali si deciderà di riconoscere i percorsi nel mondo dello sport, quelli che potranno essere i percorsi abilitanti, perché l'inserimento professionale in questo contesto di deregulation è altrettanto importante di quello informativo. Grazie.

  PATRIZIA PRESTIPINO. Fischio di re-inizio. Questo è l'imperativo oggi, l'abbiamo detto tutti. La pandemia ha messo in ginocchio lo sport e bisogna tirarlo fuori da questa crisi terribile che lo attanaglia. È inutile ripetere le cose che ci siamo detti. Ancora non vediamo, sottosegretaria, tutti gli interventi a favore dello sport in maniera concreta. A parte i soldi del PNRR, non vediamo altro nel «decreto Sostegni». Spero che dal Senato e poi nel decreto «Sostegni bis» arrivi qualcosa di veramentePag. 21 concreto in termini di sostegno economico a questo mondo in ginocchio.
  Voglio andare sulla questione della governance. C'è ancora molta confusione sotto il cielo. Lei lo ha detto chiaramente, ha parlato dei ruoli di Sport e Salute; tuttavia, oggi, a erogare i contributi alle federazioni è Sport e Salute, ma a controllare è ancora il CONI. Quindi c'è una sovrapposizione. Secondo lei, non c'è sovrapposizione anche nei ruoli apicali nella gestione dello sport e sui territori? Dai territori mi arrivano grandi lamentele, dalle articolazioni territoriali dello sport, dai CONI regionali che al momento sono privi di risorse umane e servizi e quindi non possono adempiere a quella che è stata sempre la loro funzione: promuovere e diffondere lo sport dai più piccoli ai più grandi. Questo è ancora motivo di confusione. Penso che Sport e Salute, come azienda di Stato, oggi più che mai debba occuparsi di come far ripartire il settore, di potenziare l'educazione motoria sportiva nelle scuole primarie con i laureati in scienze motorie – il disegno di legge è ancora fermo in Senato – ma la promozione e diffusione dello sport di base sul territorio fino adesso l'ha condotta il CONI, anche attraverso i CONI regionali e il mondo del volontariato sportivo.
  Lei forse sa meglio di chiunque altro che non si diventa grandi atleti da piccoli se la formazione non è seguita e monitorata, nelle società sportive, all'interno delle federazioni che sono la grande articolazione dei campioni del futuro. Penso che questo debba essere ben definito presto, perché se c'è confusione nel ruolo degli asset apicali dello sport, ne risente tutto il settore: dal vertice alla base e penso che lo sport, in questo momento di ripartenza, non se lo possa più permettere. Grazie.

  LUIGI CASCIELLO. Auguri di buon lavoro alla sottosegretaria Vezzali. Cercherò di essere sintetico, anche perché molte delle questioni che avrei voluto affrontare sono state già sviscerate in abbondanza. Credo che, come mai prima d'ora, questa occasione sia propizia per fare una verifica vera, uno screening reale dell'impiantistica sportiva in Italia.
  Sono un deputato del Mezzogiorno; così come tanti, ho fatto sport e le assicuro che anche i capoluoghi di provincia sono privi di palazzetti dello sport – come ad esempio la mia Salerno – e l'attività preagonistica e anche agonistica giovanile viene sostenuta presso le poche strutture scolastiche. Al di là di un'intenzione forte, credo che sia fondamentale che con il Ministro dell'istruzione Bianchi, si addivenga a un protocollo d'intesa, perché l'utilizzo delle strutture scolastiche non può essere demandato semplicemente, ancor di più in questo periodo di pandemia, dove le palestre spesso vengono utilizzate anche come aule in quelle aree dove è ripresa l'attività scolastica per far rispettare il distanziamento tra gli alunni. In questo quadro di grande carenza strutturale credo che sia fondamentale, come dicevo prima, individuare uno strumento. Credo che sia molto semplice chiedere a tutti i dirigenti scolastici regionali quanti e quali sono gli istituti nella cui disponibilità ci sono palestre, così come a tutte le amministrazioni comunali. Se già si iniziasse dai capoluoghi di provincia, dai comuni al di sopra dei 15 mila abitanti, credo che, con i moderni sistemi informatici, nel giro di una settimana si avrebbe un quadro preciso dell'impiantistica sportiva nazionale.
  Tra le altre cose, proprio alla luce del PNRR e dei fondi a disposizione per tutti i progetti che non possono essere inseriti nel PNRR, per i quali si potrà realizzare lo scostamento di bilancio di 30 miliardi, credo che sia quanto mai fondamentale fare un lavoro di questo genere, perché deve essere uno dei settori sui quali le amministrazioni locali devono e possono intervenire.
  Le voglio fare un ultimo riferimento – è vero che anche tutti i colleghi l'hanno detto – sul problema della chiusura delle attività sportive, delle palestre e delle piscine. Non entro nel merito di quanto e di come sarebbe stato opportuno che restassero aperte, perché era anche abbastanza improbabile da un punto di vista pratico, tuttavia abbiamo verificato che i sostegni non sono stati e non sono sufficienti. Credo che si possa intervenire ancora, così come è stato fatto per esempio per i fitti non pagati in Pag. 22materia di credito d'imposta, per individuare un percorso di sollievo anche per l'imposizione tributaria che, per queste attività sicuramente non prevede deroghe. È un passo concreto, un'ipotesi concreta. Il mese di giugno è un po' infelice per la riapertura delle palestre, anche per la prova costume, a cui si doveva pensare prima. Da questo punto di vista spero che ci siano risposte.
  Facendo mia la proposta di Fratelli d'Italia, le chiedo se è possibile avere le risposte per iscritto anche direttamente in Commissione. Grazie.

  FRANCESCO ZICCHIERI. Intanto mi associo anche io ai ringraziamenti alla sottosegretaria Vezzali per l'esaustiva e soddisfacente relazione che ci ha portato oggi. Penso che questa relazione dimostri tutta la sua capacità e tutta la sua volontà di far ripartire lo sport con competenze, capacità e serietà.
  In questo periodo storico la pandemia ha fatto emergere ancora di più l'importanza dello sport nella vita delle persone. Lo sport non è solamente benessere fisico, ma è benessere mentale, un elemento educativo essenziale per la vita dei nostri bimbi e degli adolescenti. Lo sport è prevenzione di malattie e in questo momento lo stiamo toccando ancora più con mano. Lo sport è aggregazione e inclusione sociale. Penso che in questo momento lo sport sia per il Paese una delle cose più importanti per la ripartenza, perché colpisce a 360 gradi tutto quello di cui hanno bisogno oggi gli italiani.
  La crisi arrecata allo sport da questa pandemia è la maggiore crisi della storia dello sport: le società sportive dilettantistiche, i collaboratori sportivi, le palestre, gli impianti sportivi e le piscine rischiano di non riaprire più e di non far tornare alla vita la quotidianità dell'attività sportiva.
  Spero che ci sia, come sicuramente ci sarà, l'attenzione alle SD e alle SSD che sono il volano concreto dello sport per i giovani, nei settori giovanili, non solamente come sogno di una carriera agonistica, ma per l'educazione alla vita, al senso di appartenenza, al senso di squadra e al battersi per raggiungere l'obiettivo con valori sani. Penso che oggi questo sia fondamentale.
  Delle parole della sottosegretaria Vezzali noi della Lega siamo più che soddisfatti, perché pensiamo che ci sia la persona giusta al posto giusto. In questo momento particolare pensiamo che una persona come lei possa dare veramente un contributo importante. Per questo continuiamo a lavorare sulle aperture di palestre, piscine e centri sportivi e lavoriamo in prospettiva sugli impianti sportivi, perché sono fondamentali. Oggi purtroppo in tantissime città, soprattutto in quelle più piccole e nelle periferie, gli impianti sportivi sono nel degrado. È bene che il bando Sport e Periferie venga potenziato e rilanciato, perché secondo me interviene in maniera molto importante sulla vita delle persone che vivono nelle città meno fortunate.
  Penso che la sottosegretaria abbia elencato le priorità e le linee programmatiche giuste. Oggi siamo qui ancora a dirle che, a differenza di chi fa programmi per un consenso elettorale, siamo orgogliosi di essere oggi accanto a lei e al Governo Draghi, al quale va il nostro ringraziamento per la presa di posizione che ha fatto rispetto alla Superlega, perché avrebbe tolto il sogno a quegli sportivi dilettanti e a quei giovani che possono ancora scrivere pagine belle come l'Atalanta, di cui il Paese oggi va orgoglioso. È stata una presa di posizione che abbiamo accolto con grande soddisfazione.
  Inoltre, siamo convinti che possiamo intervenire, incidere e programmare il rilancio dello sport e del Paese, perché oltre 20 milioni di italiani che praticano attività sportiva aspettano risposte concrete e siamo certi che con questo daremo un bel segnale all'Italia. Grazie.

  SIMONE VALENTE. Sottosegretaria, prima di intervenire sulle linee programmatiche esposte, voglio focalizzarmi sul tema degli aiuti e dei sostegni, perché è l'emergenza che viviamo ogni giorno e che il mondo sportivo vive ogni giorno. Lei, come tutti i colleghi, conosce bene la situazione delle palestre, delle piscine, dei tanti volontari, ma anche dei lavoratori e imprenditori, soprattutto, che hanno vissuto una Pag. 23situazione drammatica. Anche a rischio di essere ripetitivo e insistente, chiedo ancora una volta uno sforzo in più al Governo, come ha fatto anche la Commissione che ha chiesto 1,5 miliardi di risorse per rispondere a una situazione drammatica. Questo dovrà essere fatto con il «Decreto Imprese» che è in fase di scrittura. Una volta stanziate queste risorse ingenti, bisogna anche capire esattamente come utilizzarle e come allocarle senza commettere errori.
  Voglio focalizzarmi su due aspetti. Il primo è quello che riguarda i voucher di cui tanto si parla, che sono un ottimo strumento per riavvicinare le persone all'attività sportiva. Tuttavia, occorre essere molto attenti, perché il voucher deve sia coprire gli abbonamenti sottoscritti in passato, sia dare una prospettiva futura. Farei, quindi, una suddivisione, perché altrimenti ci ritroveremo con palestre, piscine e società sportive aperte con incassi zero, perché gli utenti usufruiranno ancora degli abbonamenti passati. Bisogna dare un aiuto, ma è molto importante stare attenti a questo. Il secondo aspetto riguarda le spese di sanificazione. Vanno bene le risorse già stanziate, soprattutto per lo sport professionistico – chi conosce il mondo dello sport sa benissimo che è stato quello che comunque ha avuto la possibilità di continuare –, ma stiamo attenti a non creare disuguaglianze non assegnando le giuste risorse anche a tutto il resto dello sport dilettantistico e di base. Va assolutamente mantenuto un equilibrio.
  Per quanto riguarda, invece, il suo intervento sulle linee programmatiche, devo dire che è stato molto completo e argomentato su vari aspetti. Mi fa piacere che tutte le linee programmatiche e i principi che lei ha enunciato sposino perfettamente la riforma che nel 2019 è stata approvata e che il Movimento 5 Stelle ha sostenuto e voluto fortemente e che in questo frangente deve essere ripresa per mettere a posto quegli aspetti, di cui anche lei soprattutto parlava: la vigilanza sugli organismi sportivi in primis. Mi riferisco alla vigilanza economico-finanziaria che non deve essere strumentalizzata: chi eroga le risorse, è colui che dovrebbe anche vigilare.
  Anche sul territorio è molto importante mettere a posto la situazione.
  Sugli impianti sportivi, la domanda che le faccio è: quando verrà pubblicato il censimento? Su questo aspetto, se devo individuare una delle richieste principali e prioritarie che anche il mondo dello sport fa, è ovviamente il bonus 110 per cento: una norma che darebbe un rilancio importantissimo a tutta l'impiantistica del Paese.
  Concludo dicendo che va bene l'educazione fisica, ne parliamo tutti e siamo tutti d'accordo. Non avevo dubbi, perché già nella scorsa legislatura avevamo ampiamente battagliato insieme; è ora però che, anche con il Ministro Bianchi e con il Ministero dell'economia, si stanzino risorse già a partire dalla prossima legge di bilancio. Grazie.

  FRANCESCO VERDUCCI. Grazie alla sottosegretaria Vezzali per la sua relazione. Presidente, penso che noi, Parlamento, con il Governo abbiamo innanzitutto una sfida da vincere: quella di riconnettere il rapporto tra la società italiana e lo sport, perché è un rapporto compromesso. Lo sappiamo, c'è poca pratica sportiva, ma lo sapevamo già prima della pandemia per i dati che lei stessa, sottosegretaria, ci ha dato. Tutto questo si è ingigantito con la pandemia e con la chiusura forzosa che va avanti da troppo tempo.
  Penso che dovremmo andare alla radice delle cause dell'abbandono della pratica sportiva che, ad esempio, è molto forte tra i 16 e i 24 anni. In questi due anni di legislatura dobbiamo fare interventi e riforme strutturali per fare in modo che questo rapporto riprenda, innanzitutto sottolineando il valore dello sport come funzione sociale, come leva di inclusione e di legami, come capacità di riscatto per i ragazzi e le ragazze che vivono negli ambienti più difficili, come capacità di riscatto per i territori più svantaggiati, come capacità di ridare futuro e possibilità alle nuove generazioni che più di tutti stanno pagando i costi della crisi dovuta alla pandemia. Lo sport serve a contrastare gli squilibri e le diseguaglianze.
  Mettiamo al centro tutto questo per avere le risorse che servono allo sport, Pag. 24soprattutto per dare risposte allo sport che più si è fermato, quello di base, quello dell'associazionismo, che è in attesa spasmodica di aiuti. Sono stati fatti sforzi importanti in questo anno e ancora adesso nei decreti che sono stati citati, ma sappiamo che tutto questo non basta. Ad esempio, è inadeguato il fondo per le associazioni e le società sportive dilettantistiche, presente anche nelle bozze del nuovo Decreto sostegni. Rischiamo di perdere tantissime realtà oggi fondamentali per il loro ruolo sociale come moltiplicatore economico e per la loro capacità di costruire occupazione. Sono inadeguati anche i fondi importanti che ci sono nel Piano italiano per il Next Generation EU: quelli per l'impiantistica che è decisiva per ricucire le nostre città, per contrastare situazioni di disagio e per costruire coesione.
  Noi del Partito democratico, insieme alle altre forze politiche, abbiamo chiesto che quel fondo venga assolutamente implementato e rafforzato, perché può essere decisivo non solo per il settore, ma per lo sviluppo dell'intero Paese.
  Insieme a questo avremmo bisogno di interventi normativi per quella che è la spina dorsale del settore: le società sportive e lo sport di base; interventi normativi a sostegno dei lavoratori, degli operatori e degli istruttori, di cui in questi 15 mesi abbiamo fatto fatica anche a mappare il lavoro, perché manca un riconoscimento professionale che dobbiamo assolutamente prevedere con un intervento normativo che estenda e riconosca le tutele lavoristiche e previdenziali. Per chi lavora nello sport arrivare ad avere una pensione è qualcosa di complicatissimo, ma dobbiamo dare dignità e valorizzazione a queste professioni.
  Il terzo profilo di questa spina dorsale è quello degli atleti e qui c'è il tema del professionismo, in particolare di quello femminile.
  Concludendo, insieme a questo e insieme ai sostegni da implementare c'è un grande tema politico, ovvero come riattivare la domanda e la voglia di fare sport dopo questi 15 mesi e come implementare le riaperture. Il primo tema è anche qui di cultura, ovvero il rapporto tra sport e scuola, scuola dell'infanzia innanzitutto. Per questo occorre portare finalmente ad approvazione la legge che abbiamo citato per valorizzare i laureati in scienze motorie e per dare modo di far crescere subito tra le nuove generazioni questo sentimento forte per lo sport. Molto importante è anche il rapporto tra sport e università. In Italia il connubio tra sport e università è strutturalmente fragile e va invertito.
  Concludo dicendo che la domanda si costruisce attraverso agevolazioni fiscali, linee di credito speciali per le associazioni e le società sportive dilettantistiche, attraverso l'ampliamento delle detrazioni fiscali, togliendo anche il limite di età che oggi c'è e che riguarda solo gli under 18. Quel limite va tolto, le detrazioni fiscali vanno ampliate e devono valere per tutti.
  Poi c'è l'estate che non dobbiamo sprecare. Ad esempio, vanno attivati i centri estivi sportivi, c'è bisogno di un piano estivo speciale per lo sport, così come lo stiamo facendo per la scuola. Guai se sprecassimo l'estate che può dare ossigeno a migliaia di società sportive. Attraverso l'estate, presidente e sottosegretaria, penso che possiamo dare allo sport il rilancio che serve all'intero Paese. Grazie.

  MARCO PELLEGRINI. Grazie alla sottosegretaria Vezzali, con cui ci eravamo trovati per la proposizione delle linee relative al PNRR. Oggi ho apprezzato i contenuti della sua relazione, perché vedo molte delle cose che avevo sottolineato la volta scorsa, cioè il richiamo al suo ruolo: quello di interlocutore, protagonista e arbitro tra tutti i protagonisti del mondo dello sport. Lei li ha citati in maniera molto chiara e io non sto a richiamarli: tutto il mondo delle federazioni, gli enti di promozione sportiva, le discipline, il CONI, Sport e Salute. È un mondo molto complicato e aggiungo che è bellissimo proprio perché è complicato.
  Ho apprezzato questo tipo di approccio nonché il fatto che, a dispetto dell'altra volta, abbia dato un peso ancora più importante a tutto quello che è il mondo dello sport di base, richiamato qui in vario modo dagli altri colleghi. Per quello che vedo io, lo sport di base è il primo approccio, il Pag. 25primo momento di confronto di una persona, di un bambino con il mondo dello sport e della crescita. Non voglio utilizzare frasi fatte su cosa lo sport può portare e a cosa serve, perché lo sappiamo benissimo e ci crediamo: soprattutto chi lavora all'interno del mondo dello sport.
  Credo che la sua funzione sia proprio quella di riuscire a trovare quel giusto connubio tra il mondo dello sport agonistico e professionista e quello del mondo dello sport di base, del volontariato e di tutto quello che gira attorno al mondo delle associazioni sportive e delle società sportive dilettantistiche. Da questo punto di vista non posso che ricollegarmi a quello che hanno già detto gli altri colleghi, ovvero che l'azione del Governo deve trovare sfogo e risultato all'interno di norme a sostegno del mondo del volontariato sportivo e del mondo dell'associazionismo sportivo.
  Al Senato abbiamo approvato l'emendamento che incrementa di 50 milioni di euro il fondo di sostegno, portato avanti dal gruppo della Lega e poi anche da tutte le altre forze politiche, rappresentando quindi anche un bel segnale. Inoltre, abbiamo approvato l'emendamento che rinvia l'entrata in vigore delle norme sul lavoro sportivo, che secondo me è ancora più importante, perché abbiamo così la possibilità di affrontare, risottolineare e ristudiare tutte le norme di quei decreti – non me ne voglia l'ex Ministro Spadafora – che sono stati presentati benissimo, perché mi ricordo perfettamente di aver partecipato ad alcuni tavoli di lavoro con ottimi principi e ottime buone volontà, ma poi, alla fine, quel dialogo non si è concretizzato come avrebbe dovuto all'interno delle commissioni parlamentari.
  Detto ciò, ripeto che non posso che vedere di buon occhio e di buon auspicio le parole della sottosegretaria Vezzali. Sottolineo anche l'impegno da lei dichiarato, sul famoso disegno di legge S. 992, oggi in Senato, all'attenzione del presidente Nencini e che mi che auguro possa arrivare al compimento dell'iter normativo affinché all'interno delle scuole si cominci a parlare di sano sport di cui tutti oggi parliamo con tante belle parole, ma che bisogna concretizzare.
  Da padre di un bambino di 8 anni, posso dire che oggi, purtroppo, la cultura sportiva all'interno della scuola non è così sentita e non è ritenuta così importante come dovrebbe: questo non dà la possibilità di portare avanti quello sport di base che serve per crescere e che poi viene finalizzato dal mondo professionistico e dal mondo federativo che ha uno scopo diverso da quello di tutti gli altri soggetti che operano nell'ambito della formazione e della crescita della persona. La invito a proseguire su questo percorso. Ovviamente da parte nostra, in particolare da parte del gruppo della Lega, ci sarà il massimo dialogo e la massima disponibilità.
  A mio avviso, il mondo dell'associazionismo e il mondo del volontariato sportivo dovranno essere la chiave per costruire quel patto di comunità di cui abbiamo bisogno per affrontare l'emergenza sociale, perché è inutile che ce lo nascondiamo: la pandemia ha portato un'emergenza di tipo sociale, di cui probabilmente vedremo gli effetti solo nei prossimi mesi. Questo è sicuramente un buon viatico e, nell'augurarle buon lavoro, manifestiamo oggi, come ieri e come faremo nel prosieguo, la massima disponibilità a lavorare insieme.

  VINCENZO SPADAFORA. Ringrazio la sottosegretaria Vezzali per la sua relazione. Credo che la sfida più importante che lei avrà davanti a sé sia quella di coniugare il presente e il futuro, perché tutte le cose che abbiamo ascoltato sul futuro saranno possibili solo se nel frattempo tutte le strutture e il mondo dello sport saranno state in grado di sopravvivere a questa epidemia e a tutti gli effetti che ci sono stati.
  Come lei ricordava, molte realtà sportive sono già fallite. Per questo motivo credo che la cosa importante sia conoscere da lei la verità su queste bozze che girano: perché, essendo lei l'autorità di Governo delegata, ha sicuramente contezza di che cosa ci sarà e cosa non ci sarà nel decreto che il Governo si appresta ormai ad approvare tra pochissimi giorni.
  Credo che tra le norme – sicuramente l'hanno ripetuto i miei colleghi – non possanoPag. 26 mancare, tra le tante cose che sono state proposte, anche all'unanimità, da tutte le forze politiche di queste Commissioni, la parte che riguarda i bonus e la parte che riguarda le ASD e le SSD, cioè il fondo perduto. Su questo mi permetto anche di ricordarle che a Sport e Salute sono ferme tante questioni che riguardano la precedente assegnazione dei bonus, le cosiddette «incongruenze» con l'INPS e altre cose, alle quali è necessario dare una risposta il prima possibile; così come sarebbe utile, avendo introdotto il sistema per fasce, poter consentire alle persone di integrare le domande inserendo il complesso dei redditi all'interno della piattaforma di Sport e Salute.
  L'altra cosa importante – a lei questo è ben chiaro – saranno i tempi con cui tutti gli atti e le norme contenute all'interno del «decreto Sostegni» entreranno in vigore.
  Lo ricordo soltanto perché i numeri poi restano: da marzo a dicembre dello scorso anno, come extra fondi ordinari, abbiamo messo a disposizione un miliardo e 500 milioni per tutto quello che riguardava le ASD, le SSD e il bonus ai lavoratori. Anche questa volta, al di là dei fondi ordinari, noi abbiamo contezza del fatto che 50 milioni dell'ultimo «Decreto rilancio» non sono stati ancora attribuiti; ci sono 50 milioni del fondo ordinario che avevamo messo in legge di bilancio; ci sono i soldi che lei ricordava degli ausili alle disabilità. Oltre a tutti questi fondi che già ci sono, oggi è importante sapere quanto di più riusciamo a inserire all'interno di questo «Decreto sostegni».
  Per quello che riguarda il futuro, condivido il fatto che la riforma del lavoro sportivo possa essere migliorata. Su questo non c'è dubbio. Mi auguro veramente che tutti la leggano bene e con attenzione, perché a volte si strumentalizza soprattutto da parte di chi questa riforma di fatto non la vuole realizzare e, quindi, probabilmente, non l'ha neanche letta bene fino in fondo. Il rinvio al 1° gennaio 2022 anche di tutti gli altri decreti legislativi è, invece, secondo me è un po' meno comprensibile, perché all'interno di quei decreti ci sono tante cose, come l'ingresso dei paralimpici nei Gruppi sportivi militari, o il professionismo femminile da lei richiamato, che avrebbero potuto entrare in vigore nei tempi previsti.
  Comunque, in ogni caso, mi sembrava un'ottima notizia l'aggiunta nel PNRR di altri 300 milioni, oltre ai 700 già previsti, per l'inclusione sociale.
  Concludo su due cose. Una riguarda Sport e Salute. Non entro nei temi della governance. Mi permetto solo di esprimerle la mia solidarietà, nel senso che non invidio i rapporti con i vertici delle altre strutture. Però sono contento che lei l'abbia definito «strumento operativo del Governo», perché così è. In tal senso, le chiedo anche se ha intenzione di mantenere il Dipartimento per lo sport, che era stato oggetto di molte critiche nel precedente Governo, o se ritiene di doverlo cancellare. Allo stesso tempo, le chiedo di dirci qualcosa in più sull'atto di indirizzo che darà a Sport e Salute. È giusto che faccia – io la condivido, l'ho condivisa nel programma della mia forza politica – l'istituzione di questa agenzia operativa del Governo, però ad oggi, secondo me, non ha ancora una visione molto chiara su quello che deve fare e non ha, soprattutto, un'efficacia nella sua azione rispetto alla potenza che potrebbe determinare. Sport e Salute ha circa mille dipendenti: quanto Cassa depositi e prestiti. È una realtà enorme. Di questi mille dipendenti molti sono presso altre federazioni, distaccati, in comando. Questo è un tema del quale la prego di prendere visione perché, se domani mattina questi circa 400 dipendenti rientrassero improvvisamente in Sport e Salute, la Società rischierebbe il default. È vero quello che diceva il collega Mollicone rispetto a questa analisi molto costosa che è stata fatta di assessment. Sarebbe importante sapere anche da lì che cosa viene fuori. Però, fermo restando il ruolo fondamentale di Sport e Salute, servirebbe capire come farà le cose per le quali è nata. Questa credo che sia la sfida più importante.
  Tra le tante cose che ha dichiarato nel programma, ne ho sentite molte che riguardano gli atleti, soprattutto coloro che dal territorio partono per poi diventare grandi atleti. Mi raccomando, facciamo sempre Pag. 27attenzione anche a quelli che restano che, numericamente, ahimè, sono molti di più. Sono quelli che non riescono neanche ad andare all'università, sono quelli che non riescono a fare un certo tipo di percorso, che magari è quello eccellente che ha fatto anche lei, come altri atleti, perché quella parte di sport riguarda la stragrande maggioranza della popolazione.
  Sono d'accordo col collega della Lega che diceva che lei è la persona giusta al posto giusto. Proprio per questo le aspettative nei suoi confronti sono ancora più alte, e proprio per questo il rischio di deludere, se non riusciremo a fare le cose, sarà altrettanto forte. Quindi lavoriamo insieme per evitare che ciò avvenga. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Spadafora. Abbiamo un quarto d'ora più o meno, Sottosegretaria Vezzali, prego.

  MARIA VALENTINA VEZZALI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport. Presidente, cercherò di essere breve e concisa.

  PRESIDENTE. Come in pedana.

  MARIA VALENTINA VEZZALI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport. In pedana ci mettevo il tempo necessario per piazzare la stoccata, da un secondo anche a un minuto e passa. L'importante è far passare il messaggio. Era importante per me oggi cercare di illustrare le linee programmatiche che ho studiato insieme ai miei collaboratori per far sì che tutti i parlamentari presenti potessero prenderne atto.
  Il collega Barbaro ha parlato di libro dei sogni. Quando espongo una cosa mi pongo un obiettivo: non parlo di sogni, penso che quell'obiettivo si possa raggiungere. Ho fondato le linee programmatiche su tre punti: formazione, economia e salute. La formazione passa attraverso la scuola – l'ho sottolineato in maniera molto incisiva – a partire dalla scuola primaria, per passare alla secondaria, fino all'università. Non ho parlato solo degli atleti di alto livello, perché gli atleti di alto livello oggi purtroppo, come quando io ero una ragazza, incontrano una difficoltà notevole perché manca proprio una cultura sportiva in Italia, e noi siamo qui chiamati a doverla imprimere. È fondamentale permettere agli atleti di un certo livello di poter portare avanti gli studi, di poter pensare a un futuro lavorativo, quando sarà terminata la carriera sportiva, così come dobbiamo lavorare sullo sport di base. È mia intenzione infatti – prima ho parlato di università e ho parlato di campus – permettere agli studenti che finiscono un ciclo ed entrano nella parte della loro vita da adulti di poter farlo anche attraverso lo sport, avendo a disposizione l'impiantistica.
  L'onorevole Mollicone se ne è andato. Mi dispiace tantissimo, perché le sue domande sono state poste in maniera talmente rapida che non si sono neanche capite. Ha detto che il testo mi è stato scritto da altri, ma l'onorevole Mollicone non c'era quando stavo lavorando sul testo che ho scritto in maniera molto dettagliata e articolata, senza lasciare nulla al caso. L'onorevole Mollicone sarà sicuramente informato, con una nota scritta del Dipartimento, su tutte le domande che esulavano dalle mie linee programmatiche: quanto prima avrà quello che chiederà.
  Per quanto riguarda gli altri interventi, al di là delle mie linee programmatiche, sono stati toccati temi importanti che riguardano riaperture e sostegni. Le riaperture, come tutti sapete, sono legate al quadro epidemiologico che il Paese sta vivendo. Lo studio viene fatto da organi competenti, come il Comitato tecnico scientifico. Il Dipartimento per lo sport si confronta con il Ministero della salute, e il Governo tutto insieme poi prende le decisioni.
  Il decreto «riaperture» dice che dal 26 aprile tutti gli sport all'aperto si possono praticare, e questo è già un grande passo avanti. Le piscine all'aperto si potranno avere già a partire da metà maggio. Per quanto riguarda le palestre, dal primo giugno. Le piscine al coperto, purtroppo, nel decreto «riaperture» sono state escluse, ma si sta lavorando su questo: ci sarà un tavolo tecnico che le sta prendendo in Pag. 28considerazione affinché possano riaprire quanto prima, nei termini che definiranno il tutto, perché possa avvenire in massima sicurezza.
  Per quanto riguarda le riaperture al pubblico, nel decreto «riaperture» abbiamo ottenuto alcune deroghe. Secondo me è un messaggio importante prendere in considerazione i singoli eventi sportivi per permettere una partecipazione, seppur minima, al pubblico ai grandi eventi. Questo, come ho detto ieri nella conferenza stampa di presentazione degli Internazionali di tennis, rappresenta un raggio di luce che tanto abbiamo atteso. La presenza, seppur minima, è importante. Come Dipartimento stiamo lavorando perché questo avvenga.
  Per quanto riguarda i sostegni, devo ringraziare il lavoro dei parlamentari, perché il decreto «sostegni» è stato lanciato nel momento in cui la delega allo sport ancora non era stata assegnata. Pur avendo sottovalutato le esigenze del mondo sportivo, attraverso l'attuale conversione del decreto in Parlamento, state intervenendo perché si possa migliorare la situazione. Di questo devo ringraziarvi.
  Avete parlato anche del decreto «sostegni bis», sul quale il Governo sta lavorando. Per quanto riguarda lo sport, stiamo lavorando su un pacchetto di norme che comprende – stando a quanto già emerso in agenzie e titoli di stampa nei giorni scorsi, in base ad una bozza – ulteriori risorse in favore di ASD e SSD, ulteriori fondi in favore dei collaboratori sportivi per coprire le mensilità restanti.
  Stiamo lavorando, come ha sottolineato l'ex Ministro Spadafora, per risolvere la casistica degli 11.500 lavoratori sportivi legata alle incongruenze INPS. Qui auspico che ci sia la più ampia convergenza per riuscire a sistemare la situazione di queste persone. Inoltre ci stiamo impegnando per i rimborsi delle spese sanitarie sostenute dalle associazioni e dalle società sportive e per il rinnovo del credito d'imposta per le sponsorizzazioni delle società sportive. Oltre a questo, sono fiduciosa che il decreto conterrà ulteriori misure di sostegno per la ripartenza del mondo dello sport. Questo per quanto riguarda il decreto «sostegni».
  In merito all'impiantistica sportiva, è fondamentale il PNRR. Noi pensiamo al miliardo di euro che è stato stanziato; però, devo dire che alla fine le risorse saranno molte di più, perché dobbiamo considerare che in tutte e sei le missioni in cui è articolato il Piano ci sono collegamenti che riportano al mondo dello sport. Sull'impiantistica sportiva tutti noi dovremmo lavorare bene perché, come è stato sottolineato, è molto carente nel nostro Paese. La sottoscritta si è allenata per tanti anni in una palestra in cui pioveva dentro. Conosco benissimo la situazione del Sud.
  Per quanto riguarda i decreti attuativi di cui alla riforma del 2018, concordo con l'onorevole Sbrollini, che ringrazio per l'intervento e con la quale sono felice di poter collaborare. Sono felice di lavorare tutti insieme per far sì che si arrivi ad una buona misura che faccia bene e che dia soprattutto un'impronta nel breve, medio e lungo termine allo sport italiano.
  È giusto che il Dipartimento dello sport sussista e che Sport e Salute sia la sua struttura operativa, così come è giusto che il CONI debba occuparsi della parte che riguarda il mondo olimpico con tutto quello che ne consegue. È giustissimo che i collaboratori sportivi abbiano il riconoscimento per evitare che maestri, tecnici, come il mio maestro Giulio Tomasini, debbano andare ad allenare in Francia dove i contributi sono versati, mentre in Italia non lo sono. Ma è altresì giusto che questo provvedimento venga bilanciato e che le associazioni sportive siano messe nelle condizioni di poter pagare i collaboratori sportivi.
  Spero di aver illustrato le tematiche assai esaustivamente, anche perché il presidente Nencini mi ha colpito in punta di fioretto. Le cose sono tante, però credo che quello che ho detto sia possibile farlo nell'arco di tempo che abbiamo a disposizione e con la massima condivisione di tutti. Credo che lo sport non abbia colori politici, che tutti andiamo verso la stessa direzione e che insieme possiamo portare a casa un grandissimo risultato, a cominciare dall'inserimento dell'insegnante di scienze motorie nella scuola primaria. Credo che sia un atto di civiltà che tutti si aspettano. In Pag. 29Europa, nel mondo, forse siamo uno dei pochi Paesi che non lo fa.
  Nonostante questo, però, nel medagliere olimpico noi italiani siamo sempre tra i primi, nonostante ci alleniamo in palestre dove piove dentro, in condizioni di prossimità, attraverso il volontariato, perché lo sport è fatto di persone che ci mettono la passione e l'anima, di volontari. Noi riusciamo a emergere perché abbiamo tanta fantasia e sappiamo adattarci alle situazioni difficili, ma se fossimo strutturati meglio potremmo dare ancora di più. Spero che tutti noi possiamo essere uniti per dare un'impronta che lo sport nei prossimi anni potrà apprezzare, per avere un'Italia più culturalmente sportiva. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, sottosegretaria, anche per la sua precisione. Abbiamo concluso i nostri lavori. Grazie, Valentina Vezzali. Buonasera, presidente. Buonasera a ciascuno di voi. Grazie. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 15.45.