XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 104 di Giovedì 25 marzo 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 

Audizione del Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Siracusa, Sabrina Gambino (l'audito sarà in videoconferenza) :
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Gambino Sabrina , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa ... 3 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Gambino Sabrina , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa ... 4 
Scavone Fabio , Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Scavone Fabio , Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Scavone Fabio , Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Scavone Fabio , Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Scavone Fabio , Procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Siracusa ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Scavone Fabio , Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Scavone Fabio , Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Scavone Fabio , Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Scavone Fabio , Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Scavone Fabio , Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Scavone Fabio , Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 6 
Briziarelli Luca  ... 6 
Gambino Sabrina , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa ... 7 
Scavone Fabio , Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Gambino Sabrina , Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Siracusa ... 9 
Scavone Fabio , Procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Siracusa ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 

Audizione del Commissario ad acta per la gestione del SII di Agrigento, Mariannunziata Di Francesco (l'audito sarà in videoconferenza) :
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Di Francesco Mariannunziata , Commissario ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Di Francesco Mariannunziata , Commissario ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Di Francesco Mariannunziata , Commissario ad acta per la gestione del SII di Agrigento ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Di Francesco Mariannunziata , Commissario ... 10 
Greco Lucchina Enzo Pietro , Direttore dell'ATI di Agrigento ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Di Francesco Mariannunziata , Commissario ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Di Francesco Mariannunziata , Commissario ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Di Francesco Mariannunziata , Commissario ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Greco Lucchina Enzo Pietro , Direttore ATI Agrigento ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Licatini Caterina (M5S)  ... 13 
Greco Lucchina Enzo Pietro , Direttore ATI Agrigento ... 13 
Licatini Caterina (M5S)  ... 13 
Greco Lucchina Enzo Pietro , Direttore ATI Agrigento ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Trentacoste Fabrizio  ... 13 
Di Francesco Mariannunziata , Commissario ... 13 
Trentacoste Fabrizio  ... 14 
Di Francesco Mariannunziata , Commissario ... 14 
Trentacoste Fabrizio  ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Briziarelli Luca  ... 14 
Di Francesco Mariannunziata , Commissario ... 14 
Greco Lucchina Enzo Pietro , Direttore ATI Agrigento ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Trentacoste Fabrizio  ... 15 
Greco Lucchina Enzo Pietro , Direttore ATI Agrigento ... 15 
Trentacoste Fabrizio  ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Greco Lucchina Enzo Pietro , Direttore ATI Agrigento ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16 
Greco Lucchina Enzo Pietro , Direttore ATI Agrigento ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Greco Lucchina Enzo Pietro , Direttore ATI Agrigento ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Greco Lucchina Enzo Pietro , Direttore ATI Agrigento ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Licatini Caterina (M5S)  ... 17 
Greco Lucchina Enzo Pietro , Direttore ATI Agrigento ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Di Francesco Mariannunziata , Commissario ... 17 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 17 
Di Francesco Mariannunziata , Commissario ... 17 
Licatini Caterina (M5S)  ... 18 
Di Francesco Mariannunziata , Commissario ... 18 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 18

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 13.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Siracusa, Sabrina Gambino.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza del Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Siracusa Sabrina Gambino, accompagnata dal Procuratore aggiunto Fabio Scavone che ringrazio per la presenza. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento relativo al sistema delle acque reflue urbane industriali in Sicilia su cui la Commissione sta svolgendo una specifica inchiesta. Comunico che gli auditi hanno preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta. Invito i nostri ospiti a svolgere una relazione, al termine della quale saranno poste le domande da parte mia e dei miei colleghi. Abbiamo ricevuto la vostra nota, sostanzialmente vi chiediamo maggiori approfondimenti sul depuratore della società ISAB, che però sappiamo essere coperti da segreto investigativo. Scegliete voi i modi attraverso i quali riferire su questi fatti e sulle altre due principali inchieste che riguardano il depuratore IAS (Industria acqua siracusana), anche in considerazione dell'articolo 452-bis del codice penale. Ci potete fornire maggiori informazioni per quanto riguarda la matrice aria e acqua? Quali sono state le contestazioni? Viste poi le consulenze tecniche potete darci maggiori informazioni o inviarci successivamente del materiale riguardante anche l'impianto di depurazione consortile di Priolo Gargallo? Dopo il suo dissequestro sono state date delle prescrizioni, hanno avuto esito? Qual è la situazione attuale?

  SABRINA GAMBINO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa. Buongiorno, vi ringrazio per l'occasione. Da parte mia c'è solo una premessa di carattere generale poi passo la parola al Procuratore aggiunto che ha la delega per il coordinamento del settore ambiente e inquinamento. Come avete premesso le problematiche sono quelle connesse alla zona industriale e le matrici che sono state prese in considerazione, diversificate a seconda delle fasi di indagine, sono matrice aria e matrice acqua. I problemi sono evidenziati dalle indagini attuali, ma sono tutti risalenti nel tempo con una compromissione dell'ambiente circostante ormai fattasi praticamente cronica. I problemi legati alla misurazione della compromissione sono quelli che hanno dettato e imposto le necessità delle consulenze sul punto, dall'altro lato c'è anche la difficoltà di tradurle in maniera immediata e diretta in una contestazione dal punto di vista penale che dia effettivamente rispondenza della gravità delle condotte, anche in considerazione della corrispondenza temporale e dell'introduzione della normativa – come è noto – in materia di inquinamento, quindi con riferimento Pag. 4 alla compromissione e al disastro ambientale. Per quanto riguarda il procedimento....

  PRESIDENTE. Scusi, se la interrompo. Può avvicinarsi al microfono perché si sente in lontananza, il livello audio è veramente basso.

  SABRINA GAMBINO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa. Per quanto riguarda il procedimento vi è stato l'avviso di conclusione delle indagini, quindi con discovery degli atti il dottore Scavone vi fornirà tutte le precisazioni del caso, così come faremo poi con riferimento agli altri procedimenti. Passo la parola al dottore Scavone che vi illustrerà i particolari.

  FABIO SCAVONE, Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa. Presidente, buongiorno. Prendo la parola Per fornire dei chiarimenti sul materiale...

  PRESIDENTE. Scusate, si sente basso. Non so se dipende da noi o da voi, se potete alzare un po' il tono e la vicinanza al microfono.

  FABIO SCAVONE, Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa. Mi sente adesso?

  PRESIDENTE. Può parlare, ma credo che si senta poco.

  FABIO SCAVONE, Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa. Io devo dire sento molto bene. Mi sente adesso?

  PRESIDENTE. La sento molto basso.

  FABIO SCAVONE, Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa. Purtroppo ho un sistema un po' di fortuna, ho un iPad, quindi più di così non riesco a fare. Mi sente?

  PRESIDENTE. Sì, così va bene. Però ho visto che oscilla molto, quindi se sta vicino al microfono e non si allontana è perfetto.

  FABIO SCAVONE, Procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Siracusa. Va bene così?

  PRESIDENTE. Proviamo, sì.

  FABIO SCAVONE, Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa. Va bene. Grazie. Mi riaggancio a quello che ha detto finora il Procuratore. Queste sono indagini che hanno già uno sviluppo di diversi anni perché il procedimento iniziale risale al 2017, naturalmente il problema non è sorto nel 2017, è preesistente. Il primo nucleo di indagine riguarda...

  PRESIDENTE. Scusi, ci siamo interrotti più volte. Può specificare a quale procedimento si sta riferendo?

  FABIO SCAVONE, Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa. Sì, mi riferisco al procedimento n. 5136 del 2017, che riguardava inizialmente la diffusione nell'aria di sostanze odorigene. Per «aria» si intende l'aria del comprensorio industriale di Priolo, Melilli e Augusta. Questa indagine aveva a riferimento l'antico, è il caso di dire, articolo 6...

  PRESIDENTE. Sta parlando dello IAS?

  FABIO SCAVONE, Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa. L'indagine riguardava non solo lo IAS, ma tutto il funzionamento degli impianti industriali presenti nell'area, con la problematica specifica della diffusione nell'aria di sostanze odorigene che rendevano all'olfatto l'aria sgradevole, se non insopportabile. C'erano state una serie di segnalazioni provenienti da privati e da associazioni ambientaliste e lo spunto di indagine iniziale fu questo. Lo spunto però ha consentito poi di verificare come il problema non fosse legato solo alla diffusione nell'aria di sostanze odorigene da parte degli Pag. 5impianti industriali esistenti nel comprensorio. Uno dei problemi – se non a questo punto un problema specifico a se stante – era il funzionamento dell'impianto di depurazione del cosiddetto IAS, acronimo di Industria Acqua Siracusana. Il problema è nato non in maniera diretta, si è trattata di un approfondimento legato a quelle iniziali indagini. Dopodiché si è proceduto a fornire delle consulenze specifiche, finalizzate a verificare il funzionamento di questo impianto. Sto riassumendo, naturalmente, perché le consulenze sono piene di tecnicismi legati agli aspetti chimici e agli aspetti relativi alla specifica materia. I consulenti hanno evidenziato come le problematiche attenessero agli inquinamenti della triplice matrice dell'aria, dell'acqua e anche del terreno stesso. Per questo tipo di problematiche – per esempio per quanto riguarda l'inquinamento dell'acqua – i consulenti hanno evidenziato una fessurazione della condotta sottomarina che conduce gli scarichi a largo del golfo di Augusta. Inoltre, hanno evidenziato il funzionamento non adeguato, inidoneo dell'impianto nel suo complesso con emissioni nell'atmosfera tali da integrare le ipotesi di reato che sono state contestate. Allo stato il procedimento è in fase di avviso di conclusione indagini. Ricordo che lo IAS è un impianto di proprietà della Regione siciliana, ma gestito da una società creata appositamente che vede una composizione mista tra parte pubblica e componenti private. Le componenti private sono le industrie che utilizzano – tranne l'ISAB che ha un impianto a se stante, il TAS (trattamento acque di scarico) – quell'impianto per scaricare i propri reflui al termine del ciclo di produzione. Nell'impianto IAS confluiscono anche gli scarichi civili dei comuni di Melilli, di Priolo e della zona nord di Siracusa. I comuni non hanno alcun ruolo per quanto riguarda la gestione dell'impianto stesso, sono dei meri fruitori e pagano anche delle tariffe molto agevolate per poter fruire di questo impianto. Questa è l'estrema sintesi di quello che è lo stato delle indagini riguardante questo specifico impianto di depurazione. Presidente, ha delle domande specifiche?

  PRESIDENTE. Sì, vorrei conoscere l'esito delle prescrizioni per quanto riguarda l'indagine sull'odore.

  FABIO SCAVONE, Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa. Le prescrizioni hanno permesso di sequestrare gli impianti e di consentirne il funzionamento e si è dato un termine per ottemperare alle stesse. Nel corso dei mesi necessari per adeguarsi ciascuna industria ha rispettato il cronoprogramma e si è adeguata alle prescrizione che venivano imposte. Le prescrizioni riguardavano unicamente la diffusione delle sostanze odorigene in atmosfera.

  PRESIDENTE. A quali impianti erano riferite queste prescrizioni?

  FABIO SCAVONE, Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa. Si riferivano a impianti della Versalis, della Sasol, della LUKOIL e della ISAB stessa. Si trattava poi di prescrizioni riguardanti le sostanze odorigene che provenivano dallo stesso impianto IAS. Sull'impianto IAS – a seguito degli approfondimenti dei consulenti – è derivata un'indagine specifica, tuttora in corso, riguardante la capacità effettiva dell'impianto di smaltire in maniera adeguata i reflui che confluiscono. Posso sostanzialmente dire che l'impianto per quanto riguarda lo smaltimento dei reflui provenienti dai comuni è adeguato, per quanto riguarda lo smaltimento dei reflui provenienti dagli impianti industriali dimostra non solo delle carenze strutturali, ma anche delle criticità che riguardano la parte ancora coperta da segreto investigativo.

  PRESIDENTE. Il sequestro riguarda quale impianto?

  FABIO SCAVONE, Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa. Sostanzialmente il sequestro riguarda tutto il complesso dell'impianto di depurazione dello IAS, che è tuttora sotto sequestro, seppure con possibilità di funzionamento, perché nello stesso tempo erano Pag. 6state date alcune prescrizioni. Nella fase delle indagini si è riscontrato che alcune delle prescrizioni sono state rispettate, anche se sono emerse altre criticità. Ho citato l'esempio della condotta sottomarina perché inizialmente non era oggetto di prescrizioni, né di un approfondimento specifico. È emerso che la condotta sottomarina – che conduce il prodotto depurato nel golfo di Augusta, spingendosi a una profondità che varia da iniziali 0 metri fino a circa 25 metri di profondità, fino a una lunghezza di circa un paio di chilometri – lungo il suo percorso ha delle fessurazioni dovute all'usura del tempo. Queste fessurazioni sono state accertate tramite un'indagine che è stata eseguita da subacquei della Capitaneria di porto. Nelle more non abbiamo dato delle prescrizioni, né in maniera autonoma la società ha provveduto a riparare questo tipo di danni che la condotta sottomarina stessa aveva avuto. Altra criticità riguarda le vasche in parte fessurate per la vetustà dell'impianto che ha circa una quarantina d'anni. Altra criticità riguarda anche il sistema di afflusso dei reflui nell'impianto e le modalità di depurazione all'interno dell'impianto stesso. Queste criticità sono emerse tutte nella seconda parte delle indagini, in quello che è divenuto un procedimento autonomo rispetto a quello iniziale. Possiamo dire che il procedimento iniziale ha dimostrato un grado adeguato di condotta rispetto alle prescrizioni, ma solo per quanto riguarda la diffusione nell'atmosfera degli odori. Nell'impianto IAS doveva esserci un sistema di abbattimento delle sostanze odorigene, una sorta di nebulizzazione di una sostanza che doveva contrastare i cattivi odori. Questo impianto di nebulizzazione molto complesso è stato trovato non funzionante, comunque assolutamente inadeguato alla mole di reflui che confluivano nell'impianto stesso. Da questo punto di vista le maggiori criticità che tuttora permangono riguardano l'impianto di depurazione consortile dello IAS. Non si può dire che il problema è certamente superato, né abbiamo una visione più completa e più chiara dopo le consulenze. Non abbiamo ancora ultimato la fase investigativa riguardante questo aspetto dell'impianto.

  PRESIDENTE. Si era prenotato il senatore Briziarelli.

  LUCA BRIZIARELLI. Grazie al presidente e agli auditi. La mia prima domanda prescinde dal materiale che avete inviato. Noi stiamo svolgendo questa inchiesta che riguarda l'intera Sicilia per quanto riguarda il ciclo delle acque. In tutto il territorio della Regione, a prescindere dalle diverse Procure, più o meno abbiamo le stesse evidenze. Sono stati predisposti protocolli d'intesa tra Procure per favorire un coordinamento investigativo che consenta di contrastare queste specifiche fattispecie di reato? Spesso ci siamo trovati in una situazione in cui c'era un depuratore mal funzionante in un determinato territorio, ma i fanghi che partivano da quel territorio finivano nella competenza di un'altra Procura per quanto riguarda lo smaltimento e magari anche lì si configuravano delle fattispecie di reato. Nella nota che ci avete inviato si fa presente che pur non rilevandosi profili di responsabilità penale, a volte emergono gravi criticità dovute a possibili interessi per le questioni ambientali. Questo per noi è importante perché non sempre si può individuare un reato o un responsabile, ma magari c'è comunque un problema di natura ambientale. In un altro passaggio si fa riferimento alla lettera di trasmissione; si sottolinea, cito testualmente, che: «I danni sono da attribuirsi a scelte amministrative gestionali, assunte quando ancora la norma, di cui all'articolo 452-quinquies del codice penale non era entrata in vigore». Qual è il quadro che emerge complessivamente, a prescindere dalle fattispecie di reato? Un altro documento che ci avete trasmesso riguarda l'azione della Guardia di finanza, in particolare si fa riferimento ad alcuni passaggi del Comandante regionale della Guardia di finanza durante l'audizione del 9 settembre del 2020. In particolare, si dice che sono stati presi in considerazione non solo i reati di carattere ambientale, ma anche i reati satellite. Vorrei capire quale è il quadro Pag. 7 poiché, ovviamente, i reati ambientali spesso possono configurarsi nella misura in cui ci sono tutta un'altra serie di comportamenti che, di fatto, li rendono possibili. Su questo è chiaro che per noi l'ambito di indagine è quello degli ecoreati, a prescindere dalla presenza e dall'interesse di associazioni di stampo mafioso. Vorrei però capire con il vostro aiuto quanto è da attribuirsi a reati di tipo mafioso, quanto a reati ambientali derivanti da comportamenti non corretti e quanto alle amministrazioni locali, ai gestori, alle imprese, a prescindere dalla situazione ambientale complessiva.

  SABRINA GAMBINO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa. Sì, sul coordinamento penso sia necessario fare il punto. Non sono stati attivati i coordinamenti, ma in considerazione dell'assoluta specificità di questi fenomeni e di queste indagini. Come vi ha ricordato prima il dottor Scavone sono assolutamente legati a una realtà industriale locale, a questa natura particolarissima del depuratore che serve contemporaneamente le città e quindi i reflui civili per un verso, dall'altro lato i reflui industriali con ripercussioni dirette – anche per ragioni geografiche – sul territorio della nostra provincia. Non abbiamo emergenze di interferenze con altri circondari, allo stato non si è avuta la necessità di procedere a un protocollo di coordinamento fisso con altre procure e con altre realtà. La nostra non è una Procura distrettuale, per i reati di competenza distrettuale è competente la Procura distrettuale di Catania, con cui normalmente vi è un collegamento. Con riferimento alla problematica dei reflui di Augusta il problema rimane, anche se non si traduce poi in una fattispecie di natura penale. Allo stato non vi è una definizione del procedimento, ma soltanto una richiesta di archiviazione Sull'idoneità del depuratore di Pachino c'è un problema di criticità manifestatosi già al momento della progettazione. In Sicilia per un decennio si è avuta una progettazione a servizio degli insediamenti civili, quindi dei singoli comuni, che ha sovrastimato l'utenza futura dei depuratori. Invece, con riferimento alla zona di Pachino abbiamo avuto un problema inverso, cioè la progettazione ha di fatto sottostimato l'utenza che avrebbe confluito nel depuratore, soprattutto non si è tenuto conto dei territori a incidenza di popolazione variabile. Ciò perché in inverno i depuratori servono gli abitanti e i residenti, mentre invece in estate un numero crescente di persone che popolano in maniera esponenziale le zone costiere e turistiche. Da tutto questo nasce la criticità che riguarda questi depuratori e la loro capacità di assorbire i bisogni e l'incidenza della popolazione non considerata e calcolata al momento della progettazione degli impianti. Con riferimento agli altri aspetti credo potrà riferire nei particolari il Procuratore aggiunto.

  FABIO SCAVONE, Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Siracusa. Prendo subito la parola per dire che a Siracusa abbiamo una specificità nel territorio. Questa area industriale – il dato non l'ho mai verificato – è il secondo polo di raffinazione più importante in Europa dopo quello di Rotterdam. Questo rende quest'area del tutto specifica sotto vari profili. Per dare un'idea delle complessità, un problema tuttora irrisolto è quello del polverino da pirite che veniva utilizzato come combustibile negli altoforni; al termine della combustione non era più un sottoprodotto, ma un rifiuto allo stato puro. Negli anni Settanta e Ottanta questo prodotto è stato utilizzato come base per gli impianti di Augusta e di Priolo ed è stato anche poggiato sulla penisola di Thapsos che costituisce – dal punto di vista archeologico – una struttura unica. Era il posto dove i greci inizialmente si insediarono all'atto della colonizzazione di quella che poi verrà chiamata la Magna Grecia. Questa penisola è congiunta alla terraferma da uno strato uniforme di polverino di pirite, non ho idea di quanti metri cubi siano stati depositati negli anni. Allora questo utilizzo si riteneva del tutto innocuo, si è scoperto poi che questo polverino di pirite innocuo presentava delle nocività. Il polverino di pirite è ancora lì, i campi sono interdetti all'utilizzo, ma il polverino di pirite è ancora sulla penisola di Thapsos. La responsabilità Pag. 8di questa condotta si perde nel tempo perché quando è stata posta in essere la normativa era assolutamente inadeguata, la condotta veniva ritenuta lecita per il livello di studi del tempo. Ho citato questo esempio per dare solo un'idea della specificità dell'area e del comprensorio. L'altra problematica è legata ai molti impianti industriali dismessi che costituiscono una vera e propria discarica a cielo aperto. La zona industriale siracusana presenta degli impianti che erano complementari al polo industriale. Con la crisi del settore e con il suo ridimensionamento molti di questi impianti minori sono chiusi e costituiscono fonti potenziali di inquinamento, delle micro discariche, delle discariche vere e proprie che meriterebbero un'indagine. A volte viene dedicata attenzione a queste situazioni, ma sono assolutamente marginali rispetto a quello che costituisce il principale focus della nostra azione. Tutto è nato dalla diffusione nell'aria di queste sostanze odorigene e nel giro di anni e più consulenze finalmente si è capito quale poteva essere il problema; devo poi dire che da questo punto di vista c'è stata la prescrizione. Ad ogni modo, mentre si approfondiva questo aspetto si è capita l'assoluta specificità e la macro dimensione dell'impianto IAS di depurazione. Bloccare l'impianto vuol dire bloccare l'attività della raffinazione nell'area del polo petrolchimico, quindi non si potrebbe più raffinare perché queste industrie non avrebbero dove scaricare i reflui. Il margine è di pochi giorni, dopodiché l'attività dell'intero comparto si bloccherebbe. Quindi la nostra azione è stata orientata – in un quadro assolutamente inedito da un punto di vista investigativo – ad avvicinarci quanto più possibile a delle certezze investigative riversandole poi nell'esercizio dell'azione penale. Ho citato tutta questa serie di dati, di esempi per dare un'idea della complessità della materia. Per quanto riguarda la possibile sovrapposizione di reati a sfondo mafioso, devo dire che allo stato non emerge. Qualora fosse emerso avremmo ceduto alla Procura distrettuale ogni iniziativa competente per materia e per funzione, al di là del territorio, su tutto il distretto di Catania ma, come ripeto, allo stato non è emerso nulla. Augusta non confluisce nello IAS e, pur essendo un comune contiguo assieme a quello di Melilli e di Priolo, in circa 20 anni non sono riusciti a realizzare un impianto di depurazione idoneo. Sono emerse una serie di criticità riguardanti semplicemente lo scarico di reflui provenienti dall'insediamento civile, quindi l'archiviazione ha avuto una duplice strutturazione. In primo luogo, bisognava eliminare possibili responsabilità di soggetti che si sono insediati prima ancora che la nuova normativa che ha introdotto l'articolo 452-bis e i successivi articoli del codice penale fossero entrati in vigore. Vi è stato un periodo di reggenza durante il quale il comune di Augusta è stato commissariato per lungo tempo e sono state nominata più figure di commissario ad acta che dovevano curare l'aspetto della realizzazione dell'impianto di depurazione. Si tratta di figure che non hanno avuto il tempo di agire per la brevità del loro mandato. A causa di vari aspetti quali la brevità temporale del ruolo rivestito, la marginalità dello stesso e la lontananza nel tempo di reati un tempo configurabili solo come reati contravvenzionali si è approdati a un'archiviazione. Nello stesso tempo però ci si è resi conto del fatto che un profilo di illecito amministrativo esiste anche a Pachino dove vi è un impianto adeguato a 500 abitanti. Il problema nasce nella frazione di Marzamemi che d'inverno è popolata da circa 500-600 persone, mentre d'estate è popolata mediamente da circa 5.000-6.000 persone, con picchi in occasioni particolari sicuramente ancora maggiori. Si dice che si arriva anche a 20.000 presenze in una giornata in quella frazione. Quindi, un impianto strutturato per 500 persone dimostra delle assolute inadeguatezze, i liquami fuoriescono da ogni pozzetto e arrivano in mare non depurati. Questo è un problema emerso a seguito delle indagini, ma riguarda semplicemente scarichi da reflui domestici, non industriali.

  PRESIDENTE. Bene, se ci fossero sviluppi su queste indagini e sul TAS la pregheremo di inviarcele. Per quanto riguarda gli impianti di depurazione dello IAS, ci può fornire copia delle consulenze tecniche Pag. 9disposte? Ci sarebbe molto utile ai fini del nostro lavoro. Vi ringrazio per la disponibilità dimostrata.

  SABRINA GAMBINO, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Siracusa. Grazie a voi per l'occasione.

  FABIO SCAVONE, Procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Siracusa. Grazie, presidente, grazie signori commissari.

  PRESIDENTE. Dichiaro chiusa l'audizione.

Audizione del Commissario ad acta per la gestione del SII di Agrigento, Mariannunziata Di Francesco.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza del Commissario ad acta per la gestione del servizio idrico integrato di Agrigento, Mariannunziata Di Francesco accompagnata dall'ingegnere Enzo Pietro Greco Lucchina e dal geometra Massimo Carnabucci che ringrazio la presenza. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento sul sistema delle acque reflue urbane industriali in Sicilia su cui la Commissione sta svolgendo una specifica inchiesta. Comunico che gli auditi hanno preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta. Invito la nostra ospite a svolgere una relazione, poi al termine saranno poste delle domande. Sicuramente ci concentreremo di più su quello che è di interesse della Commissione, ovvero sul piano d'ambito e anche sulla questione della Girgenti Acque e sul suo debito di 90 milioni di euro che – a nostro avviso – non può che ripercuotersi sull'effettiva gestione virtuosa della depurazione delle acque.

  MARIANNUNZIATA DI FRANCESCO, Commissario ad acta per la gestione del SII di Agrigento. Presidente, io ho già inviato – seppure in modo sintetico – una relazione sui punti che lei mi aveva segnalato e ho precisato che sono un commissario ad acta, quindi con dei compiti ben precisi che sono stati fissati nel decreto di conferimento da parte del Presidente della Regione. Mi sono occupata principalmente del piano d'ambito perché la finalità è quella del passaggio della gestione da quella commissariale – che ormai dura da due anni ed è giusto che si concluda – alla costituzione dell'azienda speciale consortile, modello di gestione pubblica del servizio idrico. Questa costituzione ha avuto un iter molto travagliato perché anche se si è registrata l'unanimità in ambito di assemblea territoriale che riunisce i sindaci dei comuni, i consigli comunali dovevano approvare lo statuto e l'adesione a questo nuovo modello gestionale. Preliminare a tutto questo – come indicato nella relazione – vi era il piano d'ambito. L'ATI, non commissariata e nei suoi pieni poteri, ha dato un impulso verso giugno dell'anno scorso affidando a una società esterna la formalizzazione e la realizzazione del piano d'ambito. Ciò è importante perché rappresenta praticamente una fotografia del territorio, sia dal punto di vista delle sorgenti, quindi delle fonti d'acqua, sia delle criticità legate a quello che manca e a cosa bisogna fare. Il piano d'ambito siamo riusciti a concluderlo e a realizzarlo, anche con la collaborazione dei comuni. Certo, il periodo di pandemia, il distanziamento non ci ha facilitato. Però il 29 dicembre dello scorso anno siamo riusciti a farlo approvare quasi all'unanimità da tutti i componenti, i sindaci dell'assemblea territoriale. Venendo più in concreto alle sue domande relative ai comuni della salvaguardia, in effetti c'è stata una prima istruttoria su otto comuni. Questi otto comuni, tranne Menfi, sono quasi tutti piccoli comuni montani che hanno in gran parte le caratteristiche previste dalla norma dal punto di vista della risorsa idrica, però non corrispondono completamente a quello che prevede la normativa. Mi riferisco, in particolare, alla mancanza dei contatori e dei depuratori, uno degli argomenti che vi interessa. Su questo sarà più preciso l'ingegnere perché ha in mano la situazione più di me anche per quanto concerne il problema delle acque reflue e dei fanghi a cui si accenna nella sua richiesta. Questi depuratori Pag. 10 in alcuni di quei comuni che sono gestiti, quindi non facenti parte della salvaguardia, hanno delle difficoltà, richiedono degli interventi che sono quelli ricompresi nel piano d'ambito. Altri comuni – la maggior parte dei comuni della salvaguardia – invece si sono trovati in difficoltà perché pur avendo fatto la richiesta non hanno ottenuto la concessione dei fondi da parte della Regione. A un certo punto si sono trovati bloccati, non li hanno potuti fare e questa mancanza dei depuratori non gli consente di accedere alla normativa della salvaguardia. Viste queste considerazioni, nel piano d'ambito abbiamo stabilito per questi otto comuni una tempistica più lunga per la partecipazione all'azienda speciale consortile, anziché la fine di quest'anno il 2022 per dare la possibilità di regolarizzare la loro posizione. È chiaro che in questo arco di tempo saranno monitorati, perché se continuano – nonostante ci dovrebbero essere gli interventi previsti – a fare i lavori richiesti, non avranno la salvaguardia e dovranno anche loro rientrare nell'azienda speciale consortile. L'altro punto...

  PRESIDENTE. Scusi se la interrompo, citando Lubrano, la domanda sorge spontanea. Come giustamente ha detto lei mancano i contatori, mancano i depuratori e i termini per mettersi in regola sono il 31 dicembre 2022, ovvero tra qualche giorno.

  MARIANNUNZIATA DI FRANCESCO, Commissario ad acta per la gestione del SII di Agrigento. Nel 2022, un anno. Io penso di sì.

  PRESIDENTE. Secondo lei sono tempi...

  MARIANNUNZIATA DI FRANCESCO, Commissario ad acta per la gestione del SII di Agrigento. I contatori sono una cosa semplicissima da fare. Per quanto riguarda i depuratori, le ripeto, se iniziano ad avere i finanziamenti... Per esempio, io so che alcuni comuni da me sollecitati, come Santo Stefano di Quisquina e credo anche Alessandria della Rocca addirittura, li stanno anticipando. Alessandria della Rocca ha già appaltato e dovrebbe già avere iniziato i lavori per il depuratore. Questo anno in più sicuramente ci consentirà di poterlo fare. Poi, le ripeto, se come spero, ci sarà l'azienda speciale consortile che gestirà questa cosa, a maggior ragione saranno più pungolati a farlo.

  PRESIDENTE. Scusi, se la interrompo, i soldi ci sono? Perché in un anno bisogna trovare i finanziamenti, fare i bandi, poi vanno iniziati i lavori e vanno finiti. In un anno mi sembra...

  MARIANNUNZIATA DI FRANCESCO, Commissario ad acta per la gestione del SII di Agrigento. Noi abbiamo previsto nel piano d'ambito 500 milioni di euro. A parte che alcuni di quelli sono già finanziati, hanno un altro finanziamento. Comunque, su questo, se vuole, mi interrompo e faccio parlare l'ingegner Lucchina che può sicuramente fornirci misure e numeri più esatti.

  ENZO PIETRO GRECO LUCCHINA, Direttore dell'ATI di Agrigento. Buonasera, sono l'ingegnere Enzo Pietro Greco Lucchina, il nuovo direttore dell'ATI dal 1° febbraio. Volevo precisare questo in merito agli interventi dei Comuni che hanno chiesto la salvaguardia. Gli interventi sono finanziati e inseriti nel Patto per il sud che comprende Burgio, San Biagio Platani, Bivona e Santo Stefano Quisquina. Di questi ci sono già i progetti esecutivi che sono in fase di Conferenza dei servizi. L'assessore regionale Pierobon l'anno scorso ha emesso una circolare che dava la possibilità di erogare il finanziamento, di emettere il finanziamento a favore dell'ATI e a questa la possibilità di stabilire un protocollo d'intesa con il Comune interessato per espletare tutte le procedure relative all'appalto. Queste convenzioni sono già state stipulate, sono state approvate dai consigli comunali, quindi il finanziamento c'è, il problema è quello di avere il progetto esecutivo e cantierabile, quindi approvato. Non so se sono stato chiaro. Il tempo che rimane è quello per emettere il verdetto di finanziamento sul progetto approvato, perché, ripeto, la Conferenza dei servizi è già convocata dall'ATI. Pag. 11 Le Conferenze di servizi già sono in corso, sono stati richiesti i pareri per gli ambienti preposti. Per cui, emesso il decreto di finanziamento da parte della Regione si può andare in gara.

  PRESIDENTE. Magari le chiederemo maggiori dettagli via email. Se la dottoressa vuole riprendere il discorso.

  MARIANNUNZIATA DI FRANCESCO, Commissario ad acta per la gestione del SII di Agrigento. Siamo fiduciosi che per quel termine dovremo esserci per quanto riguarda i Comuni della salvaguardia. Non so se vuole avere altre notizie sull'azienda speciale consortile. Come le dicevo siamo arrivati speriamo alla fine, mancavano solo – come Comuni più importanti – Agrigento che dovrebbe deliberare domani la sua adesione e il Comune di Favara il 31 marzo. Rimarrebbero fuori solo tre piccoli Comuni per i quali ho attivato, come le avevo anticipato, il potere sostitutorio. Esaurita questa parte dovremmo andare dal notaio e costituire l'azienda speciale consortile. L'azienda speciale consortile una volta costituita non inizia a regime, bisognerà poi fornirla di una dotazione economica adeguata e dopodiché iniziare la gestione. Una cosa importante è questa. Lei mi parlava anche dei rapporti con i commissari prefettizi. Chiaramente per fare in modo che quest'azienda non abbia da subito problemi, noi nello statuto non abbiamo parlato di cessione di azienda, non è che noi faremo la cessione di azienda con la Girgenti Acque commissariata. Non avremo nessun tipo di rapporto, faremo questo patto sociale per il personale, anche perché si tratta di un discorso che ha anche molto sollecitato il prefetto e inizieremo una nuova gestione che non avrà nessun tipo di rapporto con quella precedente. Fra l'altro, come lei sa, è intervenuta l'altro giorno la dichiarazione di fallimento della società Girgenti Acque, è stato nominato un commissario liquidatore. Noi con questa società e anche con quella commissariata non avremo, come azienda speciale consortile, nessun tipo di rapporto finanziario ed economico, ma solo un'acquisizione di personale per garantire l'occupazione. Per quanto riguarda invece l'altra domanda sulla criticità della gestione commissariale, io ho parlato di questo debito enorme. Naturalmente sono andata alla fonte, sono andata a chiedere queste informazioni ai commissari, perché non riguarda nello specifico le mie competenze. Le ho accennato di questo enorme buco di 90 milioni di euro che chiaramente si sono ritrovati. L'esposizione maggiore è stata con Siciliacque, dove c'è il debito più sostanziale. Anche loro per cercare di gestire il sistema idrico hanno dovuto fare una divisione di gestione dal 2018 e poter iniziare a erogare l'acqua ai Comuni che rientravano nelle loro competenze. Purtroppo non tutti i Comuni della Provincia, al momento del commissariamento e della conclusione da parte dell'ATI della convenzione con la Girgenti Acque società, hanno voluto – anche per varie ragioni – consegnare le loro reti. Quindi in questo momento, hanno preferito aspettare l'azienda speciale consortile e consegnarle a loro o quanto meno all'ATI. Infatti adesso stiamo addivenendo a questa soluzione. Anche loro hanno dovuto fare questa separazione e iniziare a erogare il servizio idrico nel migliore dei modi, ma con tutte le difficoltà che si può immaginare quando non si hanno le risorse importanti. Non si sono potuti fare grossi interventi per migliorare la gestione del servizio. Come le avevo anche scritto hanno portato anche una gestione un pochino più virtuosa e un miglioramento qualitativo del servizio. Penso di aver riassunto un po' quello che le avevo anche anticipato, se vuole entrare più nel dettaglio me lo dica.

  PRESIDENTE. Quali impianti fanno parte del piano, quali i servizi compresi e quali, soprattutto, le criticità? Un debito di 90 milioni è già una criticità. Ci può trasmettere il piano d'ambito?

  MARIANNUNZIATA DI FRANCESCO, Commissario ad acta per la gestione del SII di Agrigento. Sicuramente.

  PRESIDENTE. Grazie. Comunque, visto che ci ha lavorato, quali sono le criticità?

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  MARIANNUNZIATA DI FRANCESCO, Commissario ad acta per la gestione del SII di Agrigento. Guardi, nel dettaglio passo sempre la parola all'ingegnere che ha con sé il piano d'ambito e le può dire quali sono state le criticità individuate nei Comuni che fanno parte del sistema idrico. Ripasso la parola all'ingegnere.

  PRESIDENTE. Perfetto. Prego, ingegnere, se può scendere nel dettaglio dei singoli impianti, i servizi e quali sono le criticità, sia particolari che generali.

  ENZO PIETRO GRECO LUCCHINA, Direttore ATI Agrigento. Entro subito nel particolare sugli impianti di depurazione. Come è stato già espresso ci sono 27 comuni gestiti da Girgenti Acque, che oggi fanno parte della gestione commissariale. Per quanto riguarda la depurazione c'è un'anomalia relativa al Comune di San Luca di Sicilia che ha ceduto la rete idrica e tutte le opere afferenti al servizio idrico, ma non ha ceduto il depuratore che è gestito in economia. In merito ai depuratori abbiamo avuto interventi abbastanza consistenti dal commissario per la depurazione. I primi interventi riguardano i Comuni con un numero di abitanti superiore a 10.000, in particolare i comuni di Agrigento, Favara e Sciacca. Qui c'è stato un intervento massiccio a valere sui fondi della delibera CIPE n. 60 e, in particolare, è stato finanziato l'impianto di depurazione della costa agrigentina dove confluiranno la maggior parte dei reflui, sia del Comune di Agrigento che quello di Favara che è proprio confinante. Parliamo di impianto di depurazione, di trattare le reti di 60.000 abitanti equivalenti. Questo intervento è stato appaltato di recente, un mese fa, sempre a cura del Commissario per la depurazione e servirà a eliminare tutte le criticità che riguardano il Comune di Agrigento. Un altro intervento che non riguarda l'impianto di depurazione nella stessa zona, ma la fognatura nelle contrade di Zingarello e Cannatello, è in corso di affidamento da parte del Commissario. Con questi due interventi si conta di sanare tutto il problema dei reflui del Comune di Agrigento e di Favara un comune che ha un numero di abitanti superiore a 10 mila. L'altro è il comune di Sciacca dove era stato realizzato il primo modulo dell'impianto di depurazione realizzato sempre da Girgenti Acque. Adesso il Commissario per la depurazione sta per rimettere in esecuzione il secondo modulo dell'impianto di depurazione, risolvendo anche i problemi per la depurazione di Sciacca. Questi riguardano la prima fase, la procedura di infrazione 2004/2034. A seguito della procedura di infrazione successiva sono stati finanziati, o meglio inseriti nei programmi di finanziamento, altri impianti di depurazione. Riguardo gli impianti di depurazione della gestione commissariale abbiamo Caltabellotta, Cattolica Eraclea, Montevago, Racalmuto, Ravanusa, Licata e Siculiana. Questi interventi saranno realizzati sempre direttamente dal Commissario per la depurazione, mentre alcuni interventi che avevano già la copertura finanziaria prevista dal Patto per il sud saranno realizzati dai Comuni, ma con il coordinamento del Commissario per la depurazione. Nel mese di febbraio abbiamo fatto una riunione con il Commissario e modificato gli importi. Mi spiego. Molti di questi progetti erano stati redatti da Girgenti Acque, quindi considerando già un ribasso d'asta, quello dell'affidamento del servizio, l'11 per cento. Erano stati redatti con l'utilizzo del preziario 2009 e non contenevano l'IVA nel quadro economico perché andava in compensazione. Quindi è stato fatto dall'ufficio, proprio il mese scorso, questo lavoro di aggiornamento dell'importo. I nuovi importi sono stati comunicati al Commissario per la depurazione che ha preparato un programma da presentare al Governo centrale per il relativo finanziamento. Con questi interventi, realizzati dal Commissario per la depurazione direttamente o in coordinamento, si riuscirà a eliminare la criticità relativa ai Comuni sotto gestione commissariale. Per quanto riguarda gli altri Comuni di cui parlavo poco fa (Burgio, San Biagio Platani, Bivona, Santo Stefano Quisquina e Alessandria della Rocca) si tratta di interventi che già avevano una copertura finanziaria con il Patto per il sud. Per qualche altro intervento che Pag. 13riguarda sempre gli stessi Comuni e non inserito nel Patto per il sud, il Commissario per la depurazione ha voluto il progetto, gli importi e rientra in quell'elenco che credo sia già stato presentato al Governo centrale per il finanziamento. Così con questo programma, in fase di avanzata esecuzione, si riuscirebbe, uso il condizionale, a eliminare la criticità del trattamento dei reflui di tutto l'ambito.

  PRESIDENTE. Onorevole Licatini.

  CATERINA LICATINI. Grazie, presidente e grazie agli auditi. Mi rivolgo all'ingegnere. Intanto vi chiedo se è possibile avere un programma di questi interventi di cui ci ha parlato, perché così a voce mi è sfuggito qualche passaggio. Per esempio, per quanto riguarda gli interventi che hanno già una copertura, quella del Patto per il sud, mi sembra di capire che in alcuni non c'è la progettazione e prima aveva detto che forse al riguardo c'è qualche problema. Avete già un programma di questi interventi con copertura? Che scadenze ci sono? Quali sono poi quelli che mancano di copertura? Al di là di tutti gli interventi sugli impianti di depurazione, Agrigento ha una criticità legata anche alle condotte sottomarine. In questa programmazione si prevede anche la possibilità di rimediare al più presto alle condotte e porre fine allo scarico sottoposto che sostanzialmente è quello più pesante anche per la comunità?

  ENZO PIETRO GRECO LUCCHINA, Direttore ATI Agrigento. Una criticità era la condotta sottomarina della contrada San Leone. Questo intervento è stato già realizzato, sempre a valere sui fondi della delibera CIPE n. 60. I reflui di tutta la zona di San Leone che erano convogliati in un depuratore, quindi a una condotta sottomarina, adesso attraverso l'impianto di sollevamento realizzato con i fondi della delibera CIPE n. 60, sono convogliati nel depuratore di Sant'Anna. Per quanto riguarda, ripeto, la criticità della zona costiera, sarà risolta con la realizzazione del mega depuratore di 60.000 abitanti equivalenti da realizzare in prossimità del Villaggio Mosè. Il depuratore già comprende un sistema di scarico approvato, quindi si risolverà così l'annoso problema dello scarico selvaggio a mare.

  CATERINA LICATINI. Grazie, ingegnere. Invece per quanto riguarda una programmazione, già l'avete? Potete inviarcela?

  ENZO PIETRO GRECO LUCCHINA, Direttore ATI Agrigento. Questo documento è stato stilato con il Commissario per la depurazione che ho qui davanti e per ogni intervento troverà l'importo. Ripeto, questo programma è stato trasmesso di recente al Governo centrale per l'approvazione e lo stanziamento delle somme occorrenti. Nella stessa tabella che vi faremo avere, troverà anche gli interventi che avevano copertura a valere sui fondi del Patto per il sud.

  PRESIDENTE. Senatore Trentacoste.

  FABRIZIO TRENTACOSTE. Grazie, presidente. Dopo il fallimento della gestione da parte di Girgenti Acque, assurta peraltro agli onori della cronaca anche giudiziaria, quali sono stati, secondo voi, i principali motivi per cui alcuni dei Comuni dell'agrigentino hanno adottato un modello di gestione del servizio idrico in house? Se potete approfondire alcuni aspetti che hanno reso e rendono l'eredità sul piano economico e finanziario di Girgenti Acque complessa da gestire.

  MARIANNUNZIATA DI FRANCESCO, Commissario ad acta per la gestione del SII di Agrigento. Come avevo detto all'inizio, l'ingegnere – come immaginavo – è stato abbastanza chiaro sugli aspetti tecnici che ha seguito da vicino. La sua domanda riguarda l'eredità. In effetti noi come ATI – e penso anche i commissari prefettizi – non l'abbiamo voluta perché era impossibile poter gestire quella situazione che poi ha portato alla dichiarazione di fallimento. L'ATI qualche anno fa ha chiuso la convenzione proprio perché la società aveva accumulato un numero incredibile di debiti e allo stesso tempo non erogava un servizio. Ecco perché in molti Comuni – io ho Pag. 14parlato con tutti i 43 comuni – c'è una diffidenza nei confronti della gestione precedente che ha portato poi anche ad avere una diffidenza mal riposta nei confronti dei commissari prefettizi che sono tutt'altra cosa rispetto alla società Girgenti Acque. Hanno preferito fare una gestione in house. È stato votato all'unanimità questo modello di gestione pubblica – in Sicilia credo sia l'unico ambito territoriale, non so se forse l'abbia pure Siracusa – che è la più pubblica che possa esserci, proprio perché l'esperienza privatistica è stata disastrosa e l'hanno vissuta sulla loro pelle. La questione della debitoria della Girgenti è sicuramente una cosa molto difficile, io se vuole – le ripeto, solo per una questione di informazione, perché non riguarda comunque l'ATI, se non come creditore nell'ambito della liquidazione che sarà avviata – gliela posso fornire nel senso che ho avuto una relazione molto lunga, molto dettagliata, che non ho voluto poi includere nel mio rapporto. Ma se interessa io – insieme al piano d'ambito e alle altre notizie – ve la posso inviare perché descrive nei dettagli la situazione dei debiti e dei crediti della società Girgenti Acque. Non quella commissariata, ma quella che i commissari hanno ereditato.

  FABRIZIO TRENTACOSTE. Sì, dottoressa. La ringrazio, penso di parlare anche a nome della Commissione, sarebbe estremamente gradito, oltre che utile questo documento.

  MARIANNUNZIATA DI FRANCESCO, Commissario ad acta per la gestione del SII di Agrigento. Vi ripeto, è molto dettagliata, quindi esprimerla... Sono anche numeri, quindi mi riservavo in questa sede di inviarvela se eravate interessati.

  FABRIZIO TRENTACOSTE. Perfetto, la ringrazio.

  PRESIDENTE. Senatore Briziarelli.

  LUCA BRIZIARELLI. Grazie, presidente. Il Commissario nel dare le risposte a un certo punto ha detto: «Ci siamo confrontati nell'ultimo mese con il Commissario», ma immagino si riferisse al Commissario straordinario per la depurazione. Volevo capire se si intendeva il commissario inteso come commissario ad acta di Agrigento o altri Commissari. È un passaggio che non mi era chiaro. Avrei poi una domanda relativa ai fanghi che comportano un'attenzione particolare da parte nostra perché nel ciclo di depurazione rivestono un'importanza notevole. Intanto volevamo qualche informazione rispetto alla produzione annua di fanghi di depurazione per ciascun depuratore, anche in relazione al numero di abitanti equivalente servito e relativamente allo stato realizzativo degli stessi. Dove si svolge lo smaltimento e la destinazione finale dei fanghi? Soprattutto come sono stati selezionati gli impianti presso i quali in questo momento state inviando i fanghi di depurazione? Ci siamo resi conto che in numerosi territori della Sicilia c'è una criticità relativamente agli impianti in grado di ricevere i fanghi stessi. Volevamo sapere come fosse avvenuta la selezione, la verifica della corrispondenza delle autorizzazioni in possesso degli impianti di destinazione e l'efficienza degli impianti stessi.

  MARIANNUNZIATA DI FRANCESCO, Commissario ad acta per la gestione del SII di Agrigento. Chiaramente io ho mantenuto i rapporti con i commissari prefettizi, anche perché c'è stato questo collegamento tramite il prefetto di Agrigento che è molto interessato alla questione, quindi non con il commissario alla depurazione, perché, ripeto, non rientrava nei miei compiti. Questa è una questione che ha gestito direttamente il direttore dell'ATI che non è commissariata, ha i pieni poteri e svolge i suoi compiti in assoluta autonomia. Ingegnere, se vuole rispondere all'altra domanda.

  ENZO PIETRO GRECO LUCCHINA, Direttore ATI Agrigento. Intanto, i quantitativi li troverete nel piano d'ambito, dove c'è una tabella per ogni depuratore, ci sono i quantitativi che sono stati forniti dal gestore e dai Comuni. Qualche Comune non ha fornito il dato, infatti il piano d'ambito è stato approvato a dicembre, già l'ufficio si Pag. 15è attivato per avere ulteriori dati, manca qualche piccolo Comune. Per quanto riguarda gli impianti della gestione commissariale è dettagliatissimo, tra l'altro abbiamo raccolto anche gli elementi dei siti dove sono smaltiti i fanghi. C'è una discarica autorizzata in un piccolo Comune della provincia di Agrigento, la società A&G, in parte sono smaltiti. La discarica, ripeto – lo specificano anche i commissari – è la seconda opzione. La prima opzione è quella di smaltire i fanghi negli impianti di compostaggio. Di questi impianti hanno fornito anche i quantitativi smaltiti nel 2020. Se volete abbiamo una relazione dettagliata. Abbiamo la Agriblea di Siracusa, l'azienda agricola Mulinello di Leonforte, la Gessi srl ad Augusta, la Raco di Catania, la SC Recycling di Trapani, la SEAD depurazione acque che è qui ad Agrigento e questo solo per i fanghi liquidi. Poi qualche frazione non ha la caratterizzazione idonea a essere smaltita negli impianti di compostaggio. Tutto viene mandato a un impianto di incenerimento che è a Castrofilippo, un Comune dell'agrigentino e la società è la Gest. Questo per quanto riguarda gli impianti gestiti da Girgenti Acque, dalla gestione commissariale. Per quanto riguarda gli altri Comuni che gestiscono in house, alcuni conferiscono i fanghi nell'impianto di compostaggio di Santa Maria di Sciacca. Un altro Comune, Menfi, all'impianto di compostaggio della Sicil CAT di Trapani. L'impianto di compostaggio di Sciacca è in sofferenza, nel senso che riesce a lavorare quanto è autorizzato, 14.000 tonnellate l'anno. A seguito della virtuosità, dell'incremento della raccolta differenziata, non riesce a smaltire tutta la frazione organica della provincia di Agrigento ovest. Alcuni Comuni, per l'indisponibilità degli spazi – perché ci sono due biocelle e in ogni biocella non si può superare il 15 per cento di quantità di fanghi – hanno fatto delle convenzioni con delle società autorizzate come la Traina srl, la LVM di San Biagio Platani e la Tecnav. Sono delle società private autorizzate che prelevano i fanghi e li vanno a smaltire. Devo anche aggiungere che è già stato presentato e finanziato un progetto di ampliamento dell'impianto di compostaggio di Sciacca che passerebbe da una capacità di lavorazione di 14.000 tonnellate annue a 24.000 a tonnellate. È stato presentato e finanziato pure un altro progetto di un impianto di compostaggio a Casteltermini (provincia di Agrigento) addirittura di 36.000 tonnellate annue e un altro a Ravanusa (provincia di Agrigento) di 36.000 tonnellate annue. Sono già stati finanziati a valere sui fondi il Patto per il sud, altri sul POA (Piano operativo per l'ambiente), ci sono già i progetti definitivi, alcuni approvati: si pensa di passare alla realizzazione nel giro di due anni. Questo consentirebbe di superare la criticità dello smaltimento dei fanghi, perché in provincia di Agrigento si avrebbero degli impianti pubblici che potrebbero già dare l'autosufficienza di ambito.

  PRESIDENTE. Senatore Trentacoste.

  FABRIZIO TRENTACOSTE. Nello specifico quali sono gli impianti della provincia di Agrigento che conferiscono i loro fanghi al centro di compostaggio di Mulinello? Voi avete detto Leonforte, in realtà si trova in territorio comunale di Assoro in provincia di Enna.

  ENZO PIETRO GRECO LUCCHINA, Direttore ATI Agrigento. Girgenti Acque ha dato delle informazioni cumulative di tutti i fanghi. Sono in particolare Agrigento, Calamonaci, Cartabellotta, Campobello di Licata, Canicattì, Casteltermini, Castrofilippo, Cattolica Eraclea, Comitini, Favara, Grotte, Licata, Lucca sicula, Montallegro, Montevago, Naro, Porto Empedocle, Racalmuto, Raffaldai, Ravanusa, Realmonte, Libera, San Giovanni Gemini, Siculiana, Sciacca e Villafranca. Sono gli impianti gestiti che complessivamente per lo smaltimento di tutti questi fanghi, utilizzano gli impianti che ho testé elencato, tra i quali figura questo di Mulinello. Io avevo messo Leonforte indicativamente, invece è in territorio di Assoro.

  FABRIZIO TRENTACOSTE. Ingegnere, mi risulta strano il fatto – pur tenendo conto della carenza di impianti di compostaggio Pag. 16 in Sicilia e in particolare nella Sicilia sud occidentale – che da un punto di vista economico e quindi faccio riferimento al piano industriale, si decida di conferire in un luogo così lontano dai centri di produzione di fanghi. Tenendo conto di Agrigento come impianto baricentrico rispetto a quelli che lei ha elencato, la percorrenza media è di circa cento chilometri all'andata e cento chilometri al ritorno. Non risulta antieconomico conferire i fanghi a tale distanza? Faccio presente agli auditi che questo è un tema sul quale ci stiamo concentrando e mi sto anche personalmente «amminchiando», come direbbe Andrea Camilleri per citare uno scrittore della vostra terra.

  PRESIDENTE. Al riguardo, potete inviarci i documenti con la produzione annua di fanghi di depurazione per ciascun depuratore e poi la loro destinazione finale?

  ENZO PIETRO GRECO LUCCHINA, Direttore ATI Agrigento. Sì, possiamo fare avere tutti i fanghi che prenderemo dal piano d'ambito, ma per quanto riguarda la destinazione, Girgenti Acque, il gestore, ha fornito una tabella cumulativa di tutto quanto. Ritornando al discorso degli impianti di compostaggio, questi ultimi sono il problema che sta mettendo in crisi la Sicilia. Per fare fronte a questo problema, ripeto, sono state stanziate queste somme per la realizzazione di nuovi impianti che mancano. In provincia di Agrigento abbiamo solo l'impianto di compostaggio pubblico di Santa Maria che riesce a lavorare a 14.000 tonnellate annue che non sono sufficienti per fare fronte al fabbisogno dei 17 comuni della SRR Agrigento ovest come Sciacca. Non sono sufficienti. Questo impianto era partito tanti anni fa per lavorare 6.000 tonnellate annue, però era un periodo in cui la raccolta differenziata in Sicilia non esisteva. Adesso nel SRR Agrigento ovest si hanno percentuali virtuose di differenziata del 70 per cento. Quindi, questo povero impianto che è autorizzato per 14.000, pur essendo stato progettato per 6.000 tonnellate – quindi lavora al massimo – non è sufficiente per metà della provincia di Agrigento. Da qui la necessità di utilizzare gli impianti fuori dalla provincia, ma laddove si trovano, perché neanche le altre province li hanno. La Raco, per esempio, uno dei più grossi impianti, in alcuni periodi dell'anno ha difficoltà. Questo è un problema della Sicilia. Le discariche sarebbero l'alternativa all'impianto di compostaggio, anche se sarebbe buona norma prima riutilizzare e poi eventualmente portare in discarica. Come discarica c'era quella di Sciacca in provincia di Agrigento e la discarica di Salinella che è satura. Adesso c'è un progetto per una nuova discarica – una vasca di 500.000 metri cubi con un impianto che è stato finanziato per 25 milioni – che è in fase di approvazione per essere mandato in gara. Quindi, ci sarà in provincia di Agrigento un'altra discarica sempre pubblica. Rispetto al privato c'è una discarica di Siculiana, ma in questo momento è chiusa. Purtroppo, si è costretti a utilizzare, laddove si trovano, discariche fuori dalla provincia. In Sicilia dal 1° aprile la discarica di Lentini che è in gestione controllata giudiziaria chiuderà perché raggiungerà il massimo, sarà satura e la Sicilia sarà costretta a portare i rifiuti fuori dall'isola. Questo si apprende da un comunicato stampa, credo di ieri, del Presidente della Regione dove è stata illustrata questa forte criticità. Tornando ai fanghi, ecco la motivazione. Non c'è tutta la voglia, il desiderio di portare fanghi fuori a distanza perché hanno un costo che ricade in tariffa. Però, purtroppo, la situazione è anche questa. In ogni caso, avremo modo di fornire, sia l'elenco estratto dal piano d'ambito sia la nota che ha trasmesso la gestione commissariale della quantità dei fanghi che sono stati smaltiti in questi impianti che poco fa ho citato.

  PRESIDENTE. Siete a conoscenza dell'azienda di compostaggio dei fratelli Venezia nella provincia di Sciacca? Di condotte sottomarine che ce ne sono ben sei, tra cui – oltre a quella già citata – anche quella di Realmonte mai entrata in funzione, forse è pure cementata, non sappiamo. Visto che scarica direttamente nel corpo idrico e che noi ci siamo occupati anche dell'emergenza Pag. 17COVID e della gestione dei rifiuti, domando se questo vi preoccupa un po', com'è la presenza dei reflui in funzione del virus?

  ENZO PIETRO GRECO LUCCHINA, Direttore ATI Agrigento. Per quanto riguarda Realmonte devo dire che l'impianto ci risulta funzionante. Abbiamo i dati forniti da Girgenti Acque, dalla gestione. Approfondiremo il discorso relativo alla condotta sottomarina perché probabilmente il fatto che sia stata cementata vuol dire che non è più in esercizio.

  PRESIDENTE. Su queste sei condotte sottomarine sono stati fatti dei test per quanto riguarda la presenza di COVID?

  ENZO PIETRO GRECO LUCCHINA, Direttore ATI Agrigento. No, su questo dovremmo chiedere al gestore. Il COVID devo dire che non ha dato particolari problemi in merito alla depurazione. Però è un aspetto che possiamo approfondire.

  PRESIDENTE. Sull'azienda di compostaggio dei Fratelli Venezia?

  ENZO PIETRO GRECO LUCCHINA, Direttore ATI Agrigento. Guardi, non sono a conoscenza circa l'esistenza di un impianto di compostaggio autorizzato dei Fratelli Venezia.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Licatini.

  CATERINA LICATINI. Io ritorno un attimo sui fanghi e sulla prossima gestione da parte dell'azienda speciale consortile. State programmando un impianto per il trattamento dei fanghi? Ciò, potrebbe significare, sia dal punto di vista ambientale sia economico un importante traguardo anche per Agrigento?

  ENZO PIETRO GRECO LUCCHINA, Direttore ATI Agrigento. Probabilmente mi sono espresso male o sono stato veloce, ma c'è l'ampliamento dell'impianto di compostaggio di Sciacca che andrà da 14.000 tonnellate annue a 24.000 tonnellate. Poi ci sono i due impianti di compostaggio finanziati, uno a Casteltermini e l'altro a Ravanusa. Quindi, sono tre impianti, uno serve la zona di Sciacca, l'altro serve la zona centrale della provincia di Agrigento e l'ultimo la parte est con Ravanusa. Consideri che da piano regionale, per quanto riguarda Agrigento ovest (17 Comuni), il fabbisogno è proprio di 24.000 tonnellate annue, quindi con l'ampliamento dell'impianto di Santa Maria di Sciacca sarebbe coperta tutta la zona e lì potrebbero anche essere trattati tutti i fanghi della depurazione di quell'area, proprio perché andrebbero realizzate altre due biocelle – ce ne sono già due –, quindi si raddoppierebbe la capacità di trattamento. Per quanto riguarda la zona della provincia di Agrigento est, attualmente il fabbisogno è di circa 40.000 tonnellate l'anno. Andrebbero a realizzarsi due impianti di compostaggio aventi una capacità di trattamento di 35.000 più 35.000, quindi di circa 70.000 tonnellate, sovradimensionate annualmente, che possono accogliere tutti i fanghi prodotti nella provincia di Agrigento. Noi andremmo all'autosufficienza di tutta la frazione organica e anche del trattamento dei fanghi.

  PRESIDENTE. Bene. Vi ringrazio e poi ...

  MARIANNUNZIATA DI FRANCESCO, Commissario ad acta per la gestione del SII di Agrigento. Presidente, scusi volevo ...

  PRESIDENTE. Prego.

  MARIANNUNZIATA DI FRANCESCO, Commissario ad acta per la gestione del SII di Agrigento. Volevo solo fare una mia conclusione. Innanzitutto, ringrazio l'ingegnere Greco Lucchina. Io gli avevo chiesto un aspetto più tecnico, essendo lui ingegnere e poi direttore dell'ATI ed è stato veramente, per quanto mi riguarda, abbastanza esauriente, quindi lo ringrazio. Ho fatto bene a invitarlo a questa audizione. Noi le faremo avere il piano d'ambito che in effetti è un riepilogo, nel piano d'ambito c'è tutto, con in più l'altro aspetto che riguarda invece il commissario per la depurazione. Pag. 18 Poi questa nota un po' più dettagliata sull'aspetto finanziario ed economico che ha ereditato la gestione commissariale. Mi pare siano queste le vostre richieste.

  CATERINA LICATINI. Anche io avevo chiesto la programmazione, sia dal punto di vista economico sia temporale dei prossimi lavori.

  MARIANNUNZIATA DI FRANCESCO, Commissario ad acta per la gestione del SII di Agrigento. Sì, come ho detto, il piano d'ambito è una programmazione economica e finanziaria che comprende tutto. Le cose che lei ha richiesto sono già comprese nel piano d'ambito.

  PRESIDENTE. Va bene. Vi ringrazio e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55.