XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (V-XIV Camera e 5a-14a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 6 di Martedì 16 marzo 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Melilli Fabio , Presidente ... 3 

Audizione, in videoconferenza, nell'ambito dell'esame della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18) della Ministra per il Sud e la coesione territoriale, Maria Rosaria Carfagna (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Melilli Fabio , Presidente ... 3 
Carfagna Maria Rosaria (FI) , Ministra per il Sud e la coesione territoriale ... 3 
Battelli Sergio , Presidente ... 11 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 11 
Pagano Ubaldo (PD)  ... 11 
Candiani Stefano  ... 12 
Pella Roberto (FI)  ... 12 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 13 
Battelli Sergio , Presidente ... 13 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 13 
Battelli Sergio , Presidente ... 13 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 13 
Battelli Sergio , Presidente ... 14 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 14 
Battelli Sergio , Presidente ... 14 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 14 
Battelli Sergio , Presidente ... 14 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 14 
Battelli Sergio , Presidente ... 14 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 14 
Battelli Sergio , Presidente ... 14 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 14 
Fassina Stefano (LeU)  ... 14 
Battelli Sergio , Presidente ... 15 
Bonino Emma  ... 15 
Battelli Sergio , Presidente ... 16 
Colaninno Matteo (IV)  ... 16 
Battelli Sergio , Presidente ... 17 
Ricciardi Sabrina  ... 17 
Battelli Sergio , Presidente ... 17 
Giammanco Gabriella  ... 17 
Battelli Sergio , Presidente ... 18 
Giammanco Gabriella  ... 18 
Battelli Sergio , Presidente ... 18 
Lucaselli Ylenja (FDI)  ... 18 
Battelli Sergio , Presidente ... 18 
Lucaselli Ylenja (FDI)  ... 18 
Battelli Sergio , Presidente ... 19 
Comincini Eugenio  ... 19 
Battelli Sergio , Presidente ... 19 
Comincini Eugenio  ... 19 
Battelli Sergio , Presidente ... 19 
Comincini Eugenio  ... 19 
Battelli Sergio , Presidente ... 20 
Comincini Eugenio  ... 20 
Battelli Sergio , Presidente ... 20 
Galizia Francesca (M5S)  ... 20 
Battelli Sergio , Presidente ... 20 
Navarra Pietro (PD)  ... 20 
Battelli Sergio , Presidente ... 20 
Navarra Pietro (PD)  ... 20 
Lovecchio Giorgio , Presidente ... 22 
Rivolta Erica  ... 22 
D'Attis Mauro (FI)  ... 22 
Lovecchio Giorgio , Presidente ... 23 
Lorefice Pietro  ... 23 
Lovecchio Giorgio , Presidente ... 23 
Lorefice Pietro  ... 23 
Lovecchio Giorgio , Presidente ... 23 
Rampelli Fabio (FDI)  ... 23 
Bartolozzi Giusi (FI)  ... 24 
Buompane Giuseppe (M5S)  ... 25 
Gallo Luigi (M5S)  ... 26 
Lovecchio Giorgio , Presidente ... 26 
Carfagna Maria Rosaria (FI) , Ministra per il Sud e la coesione territoriale ... 26  ... 28 
Battelli Sergio , Presidente ... 32 
Giammanco Gabriella  ... 32 
Carfagna Maria Rosaria (FI) , Ministra per il Sud e la coesione territoriale ... 32 
Battelli Sergio , Presidente ... 32

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista: Misto-C!-PP;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Europeisti-MAIE-PSI: Misto-EUR-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA V COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
FABIO MELILLI

  La seduta comincia alle 11.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, nell'ambito dell'esame della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18) della Ministra per il Sud e la coesione territoriale, Maria Rosaria Carfagna.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza, presso le Commissioni riunite Bilancio e Politiche dell'Unione europea della Camera e del Senato, della Ministra per il Sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna, nell'ambito dell'esame della proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza.
  Al fine di assicurare un ordinato svolgimento dei lavori delle Commissioni, avverto che, dopo l'intervento della Ministra, sono previsti interventi per ciascun gruppo per un tempo complessivo di dodici minuti per gruppo, utilizzabili con uno o più interventi. Il tempo è ridotto a sei minuti per i gruppi rappresentati in un solo ramo del Parlamento. Lascio la parola alla Ministra Carfagna per il suo intervento.

  MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministra per il Sud e la coesione territoriale. Grazie, presidente. Signori presidenti, colleghi, onorevoli deputati e senatori, considero questa audizione un'occasione preziosa per illustrare il lavoro che in queste prime settimane abbiamo svolto, a cominciare dal Piano Nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Il confronto di oggi mi dà la possibilità di condividere con voi, con il Parlamento, gli obiettivi strategici che ci siamo posti e di rielaborarli e implementarli anche alla luce dei vostri suggerimenti.
  Non voglio cedere alla retorica, ma credo davvero che per il Mezzogiorno si prospetti un'opportunità storica, direi irripetibile, di affrontare con concretezza il tema del divario socio-economico che da sempre lo penalizza rispetto al Centro-Nord e rispetto ai territori più avanzati del Nord Europa. Le risorse sono ingenti: vanno utilizzate bene, rispettando i tempi stretti che ci vengono assegnati. Si tratta di aspetti tutt'altro che banali rispetto all'esperienza del passato, caratterizzata da un cronico ritardo nell'attuazione delle iniziative progettuali e da azioni che non hanno avuto l'auspicata ricaduta sui territori o che addirittura si sono risolte in un disimpegno dei finanziamenti.
  Il corretto utilizzo delle risorse si fonda su un'impostazione di base che l'Europa stessa ci indica nelle disposizioni regolamentari che sono state adottate da pochi giorni. Occorre una visione di insieme tra tutti gli strumenti in campo; serve coerenza strategica tra diversi livelli di programmazione e di attuazione degli interventi; così come occorre sinergia e pieno coordinamento tra tutti gli attori in campo. Stato, regioni, comuni e gli altri enti territoriali non possono operare come compartimenti stagni, ma devono sentirsi parte di una Pag. 4strategia unitaria e comune. È proprio con questo spirito che ho inaugurato il mio mandato incontrando uno ad uno i presidenti di tutte le regioni meridionali, così come l'ANCI e le parti sociali. Questo dialogo culminerà i prossimi 23 e 24 marzo in due giornate di ascolto e di confronto: una vera e propria consultazione pubblica sul futuro del Mezzogiorno aperta al contributo di tutti i cittadini, alle istituzioni pubbliche e private, agli attori sociali e ad alcune delle voci più autorevoli del dibattito sul Sud.
  Sarebbe troppo facile pensare di affrontare la nuova questione meridionale in chiave rivendicazionista. Potrebbe addirittura questo approccio convenire a quanti volessero misurare i successi effimeri nel brevissimo termine.
  Il Governo di cui faccio parte si cimenta in un compito ben più complesso e anche più suggestivo: fare del Sud il motore dello sviluppo nazionale ed europeo, un Sud non subalterno e succube delle politiche di alterne e generose iniezioni di risorse, ma protagonista nei diritti e nei doveri; il Sud come terra di diritti oltre che di doveri; più di 20 milioni di cittadini che si dichiarano disponibili a cambiare registro sul fronte dell'ingegno, dell'impegno e della responsabilità, ma che devono sentire lo Stato – non un Governo – nelle sue articolazioni al loro fianco per rendere quei territori più sicuri, più accessibili, più attraenti dal punto di vista paesaggistico ed ambientale; per contribuire a far crescere nuove generazioni di cittadini consapevoli: una sorta di New Deal del Mezzogiorno declinato in chiave di PNRR, senza ristori per i soprusi della storia e senza defatiganti trattative sulle risorse troppe volte annunciate e magari non spese.
  Vorremmo contribuire a realizzare un luogo fisico dove sarà più conveniente e facile investire e dove la scuola e le università rendano le nostre ragazze e i nostri ragazzi competitivi e preparati alle sfide delle nuove socialità e dei mercati delle competenze; un Mezzogiorno declinato nel fare ponti e invasi agricoli, collegamenti veloci e sistemi intermodali, banda larga e contenimento del dissesto idrogeologico. Vorrei provare ad utilizzare ogni vostro suggerimento per contribuire ad alzare la media dei servizi, senza scadere nella stucchevole narrazione delle eccellenze che pur ci sono, ma rischiano in chiave retorica di frenare le necessarie normalità.
  Tornando alle disposizioni comunitarie, esse individuano nella coesione sociale, economica e territoriale uno degli obiettivi primari su cui deve fondarsi il Piano Nazionale di ripresa e resilienza. Indicato l'obiettivo che corrisponde esattamente al mandato del Ministro per il Sud e la coesione territoriale, le disposizioni comunitarie indicano il metodo da adottare: sinergia tra il PNRR, gli accordi di partenariato, il REACT-EU, i programmi operativi adottati nell'ambito dei fondi dell'Unione, il Fondo per la transizione giusta. Aggiungo che tale sinergia e coerenza strategica, devono includere anche la programmazione del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) per fare fronte alla crisi e favorire davvero la ripresa economica e sociale del Sud.
  Solo attraverso questa virtuosa messa a sistema dei diversi strumenti di finanziamento progettuale che abbiamo a disposizione, riusciremo a creare davvero una prospettiva di rinascita e non sprecheremo un'occasione così importante per sanare gli squilibri e le disuguaglianze sostanziali tra le varie aree del Paese. Una programmazione così densa di risorse e così articolata nella sua strutturazione non si era mai realizzata in precedenza, ed in questo sta la sfida da vincere per il Paese e in particolare per il Mezzogiorno.
  Ricordo giusto alcuni numeri per comprendere l'entità della posta in gioco e l'impegno che ci viene richiesto. Entro il 2023 il nostro Paese dovrà spendere 13 miliardi e mezzo di euro per interventi finanziati con il REACT-EU, di cui oltre 8 miliardi relativi al Mezzogiorno. Entro il 2026 dovranno essere spesi circa 191 miliardi di euro per interventi previsti nel PNRR. Entro il 2029 andranno spesi gli oltre 80 miliardi previsti per i programmi europei per la coesione 2021-2027, mentre la programmazione dei 73 miliardi del Fondo per lo sviluppo e la coesione – nella Pag. 5formula 80 per cento al Sud e 20 per cento al resto del Paese – si estende fino al 2032.
  Per il Meridione questo significa, escluso il PNRR su cui tornerò, circa 100 miliardi di euro di risorse disponibili su un orizzonte temporale di pochi anni. Programmarli è sicuramente un impegno gravoso; saperli investire e spendere sarà una vera e propria responsabilità storica che le istituzioni si assumono nei confronti del Paese e delle generazioni future. Conosciamo tutti i dati che fotografano le condizioni di disagio economico e di arretratezza del Mezzogiorno. Non citerò qui dati che riguardano i posti di lavoro persi, quelli mai recuperati – circa mezzo milione – dalla crisi del 2008, quelli che riguardano il tasso di disoccupazione e di inattività di donne e giovani, quelli relativi alla povertà (che vede un aumento di circa 200 mila unità nel 2020). Non va peraltro dimenticato che questo trend non ha ancora manifestato del tutto il suo drammatico effetto grazie alle varie forme di sostegno al reddito di cui nel 2020 hanno beneficiato anche i cittadini del Sud. Non ricordo neanche i dati relativi all'emigrazione, in gran parte intellettuale, dei nostri giovani, né quelli che riguardano il calo del tasso di natalità. Ricordo solo, a me stessa innanzitutto, che di fronte a un quadro come questo bisogna agire subito prima che questo quadro si trasformi in una vera e propria emergenza sociale ed economica.
  Naturalmente nessuno, neanche il Governo, possiede la bacchetta magica. L'orizzonte temporale che abbiamo dinnanzi a noi è un orizzonte temporale ridotto, perché il Governo di cui faccio parte si è insediato a due anni dalla scadenza della legislatura, ma abbiamo il dovere di impostare e di avviare subito questo lavoro. Abbiamo il dovere di invertire la tendenza, e la tendenza può essere invertita attraverso una visione politica lungimirante che veda il Sud non come un territorio da assistere e da risarcire, ma come una terra dove ricostruire ed assicurare condizioni di sviluppo e diritti di cittadinanza uguali per tutti.
  Serve una programmazione attenta e coordinata che consenta di definire obiettivi e priorità proprie della coesione. Gli strumenti che vi ho descritto prima, a partire dal PNRR, sono di entità sufficiente a invertire il trend per dare al nostro Sud l'opportunità del cambiamento e della svolta che tutti auspichiamo. La programmazione strategica delle risorse dovrà essere accompagnata da un'altrettanta e importante azione di monitoraggio e di valutazione, anche qualitativa, degli interventi e della loro efficacia nel perseguire gli obiettivi di crescita e di riduzione dei divari territoriali. Al riguardo, per le motivazioni che mi accingo a esporre, occorre partire subito con il piede giusto. Come sapete, l'Italia dovrà notificare entro il prossimo 30 aprile il PNRR alla Commissione europea. Nell'attuale bozza non vi è una missione specifica dedicata al Sud, essendo il Sud declinato – insieme alla questione giovanile e alla questione femminile – come un obiettivo trasversale che permea le iniziative progettuali programmate. Credo però che avere la consapevolezza della dimensione percentuale delle risorse riservate alle regioni meridionali sia doveroso. La trasversalità del tema non può trasformarsi in una forma di elusione del problema del Mezzogiorno.
  Per questo, nell'attuale proposta di Piano a cui stiamo lavorando, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze, abbiamo chiesto di esplicitare un vero e proprio capitolo Sud. Non sarà una missione ad hoc, ma stiamo lavorando per mettere in evidenza gli interventi che avranno ricadute sul Mezzogiorno e le relative risorse, che saranno destinate ad essere assorbite dal Sud. Considerata l'importanza e l'urgenza del tema, ho intrapreso fin da subito un complesso, leale, fattivo e proficuo percorso di collaborazione con tutti i Ministeri, ai quali abbiamo chiesto di esplicitare e di rendere evidenti le voci e l'entità del contributo per il Mezzogiorno nelle varie missioni. Il lavoro è in corso di completamento, in parallelo con la definizione dell'intero Piano, ma le prime stime confermano l'importanza che il Governo sta dedicando al Mezzogiorno.
  Per fare qualche esempio, sulle infrastrutture, tra opere ferroviarie, manutenzione Pag. 6 stradale, investimenti nei porti e la digitalizzazione dei sistemi logistici e degli aeroporti, il Sud intercetta circa il 50 per cento degli investimenti, con una punta dell'83 per cento per la cosiddetta manutenzione stradale 4.0; nell'ambito della transizione ecologica, invece, il 48 per cento in ambito agricolo e il 50 per cento sul trasporto urbano sostenibile. Alla conclusione di quest'opera di ricognizione non arriveremo naturalmente a una cifra finale e definitiva, perché è evidente che una certa quota degli interventi del PNRR non può essere territorializzata a priori, ma da questi primi dati in nostro possesso appare evidente che il complesso delle risorse destinate al Mezzogiorno sarà superiore alla sua quota di popolazione rispetto al totale nazionale. Starà naturalmente a chi governa a livello nazionale, regionale e locale far sì che l'implementazione degli interventi e dei progetti non porti ad una riduzione di queste risorse, ad uno spreco di esse rispetto agli obiettivi fissati o ad una minore capacità di assorbimento nel Sud. Come ho detto il monitoraggio sarà fondamentale, così come lo saranno le misure cui stiamo dando attuazione per irrobustire la capacità amministrativa degli enti locali e le loro competenze tecnico-scientifiche.
  Il PNRR non è la sola freccia nel nostro arco: come si è detto, anche Fondo per lo sviluppo e la coesione, REACT-EU, fondi di coesione. Il Mezzogiorno è dunque quantitativamente e qualitativamente centrale. Come ha ricordato il Ministro Franco nella sua audizione, da tale necessaria centralità consegue l'attribuzione al Ministro per il Sud e la coesione territoriale di una competenza trasversale che assicuri – nelle parole del Ministro Franco – la coerenza complessiva del Piano con l'obiettivo di riduzione dei divari territoriali. Ritengo che la coerenza vada assicurata soprattutto sul piano del metodo e dei tempi. Quel che servirà sarà estendere il metodo PNRR a tutti i fondi disponibili, anche per garantire coerenza alla programmazione di tutte le risorse della coesione, così come ci chiede l'Europa.
  Cosa vuol dire estendere il metodo PNRR? In sintesi: obiettivi finali puntualmente definiti ex ante dal punto di vista qualitativo e quantitativo, previamente selezionati in considerazione della loro effettiva realizzabilità; monitoraggio costante del raggiungimento di obiettivi intermedi, anch'essi ben delineati; concessione delle risorse, strettamente condizionata al raggiungimento di questi obiettivi intermedi. In questa prospettiva è essenziale una definizione quanto mai rapida con la Commissione europea dell'accordo di partenariato, che rappresenta il primo e fondamentale passaggio per far partire la nuova programmazione dei fondi europei.
  Ho recentemente incontrato la commissaria Ferreira, con la quale stiamo concordando una roadmap condivisa che consenta all'Italia di notificare l'accordo non appena saranno definitivamente approvati i nuovi regolamenti europei, credibilmente entro giugno. Se riusciremo ad arrivare a una rapida stipula dell'accordo, faremo guadagnare alle regioni fino a sei mesi rispetto al ciclo 2014-2020. Partire prima significa spendere meglio. Questo è un messaggio che sto provando a condividere con tutti i presidenti di regione, a cui spetterà un ruolo essenziale con i programmi operativi regionali (POR).
  Rispetto ai cosiddetti PON (programmi operativi nazionali), abbiamo operato una semplificazione e una innovazione rispetto al passato, concentrandone alcuni e dando invece spazio a un nuovo programma inedito – ma quanto mai attuale – condiviso con il Ministro della salute Speranza. Nei prossimi giorni condividerò con il Ministro la bozza che i nostri uffici hanno prodotto. Anticipo che si tratta di servizi territoriali e tecnologie digitali per consentire alle amministrazioni sanitarie del Sud standard migliori nei servizi.
  Con la commissaria Ferreira abbiamo anche affrontato il tema della programmazione di REACT-EU. L'iniziativa costituisce uno strumento supplementare di operatività per la programmazione di coesione 2014-2020, finalizzato a proseguire interventi di immediato contrasto degli effetti della pandemia e a costituire un ponte verso l'attuazione del ciclo 2021-2027. Tutti gli interventi finanziati con REACT-EU, lo Pag. 7ricordo, dovranno essere realizzati entro il 2023.
  Questa iniziativa rappresenta il primo banco di prova per la coerenza strategica della programmazione di cui ho parlato, che deve costituire il faro della nostra azione. Pertanto non solo è nostra intenzione finanziare con il REACT-EU interventi che poi vedranno la loro prosecuzione per gli anni successivi al 2023 attraverso le risorse del PNRR e della programmazione europea 2021-2027 in una sorta di staffetta virtuosa nell'utilizzo delle risorse europee, ma anche anticipare il più possibile l'inizio dell'esecuzione degli interventi infrastrutturali green attraverso un'apposita anticipazione temporanea di risorse del FSC a favore di questi interventi, fortemente voluta dalle regioni interessate. Siamo già al lavoro per una delibera stralcio che sbloccherà, trapassato il nuovo ciclo FSC, 3 miliardi per le regioni meridionali e 1 miliardo per quelle centrosettentrionali.
  Da ultimo vorrei proprio sottolineare il ruolo che dovrà svolgere il Fondo per lo sviluppo e la coesione nella complessiva strategia programmatoria. La legge di bilancio per il 2021 prevede che la dotazione finanziaria del FSC 2021-2027 sia impiegata in linea con le politiche settoriali di investimento e di riforma previste nel PNRR, secondo un principio di complementarietà e di addizionalità delle risorse. Da 50 miliardi di euro assegnati dall'ultima legge di bilancio, a cui si aggiungeranno ulteriori 23 miliardi con la legge di bilancio per il 2022, è nostra intenzione, d'intesa con il Ministro dell'economia e delle finanze, mantenere la programmazione di 20 miliardi di questo fondo all'interno del PNRR, per rafforzarne l'impatto e l'efficacia degli interventi ai fini della riduzione dei divari territoriali.
  Ribadisco su questo fronte la necessità, sia nella fase di programmazione sia in quella di attuazione e monitoraggio, che le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione da utilizzare nell'ambito del PNRR non solo rispettino il riparto dell'80/20 previsto dalla legge a favore del Mezzogiorno, ma soprattutto siano destinate esclusivamente al finanziamento di interventi addizionali e complementari, coerenti con quegli obiettivi di riequilibrio territoriale e di sviluppo del Sud che sono propri, come già detto, della politica di coesione nazionale.
  Un invito che mi sento di rivolgere al Parlamento è il seguente. Nella piena libertà e sovranità delle decisioni parlamentari, è utile che le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione non siano più usate, come spesso è accaduto in passato, come una specie di bancomat cui attingere per la copertura di spese altrimenti difficili da finanziare. Distoglierle dal loro obiettivo in modo estemporaneo è sempre legittimo se fatto dal Parlamento, ma è poco lungimirante e non serve all'obiettivo di colmare i divari e di assicurare la coesione territoriale.
  Per quel che riguarda le rimanenti risorse è mia intenzione condividere – non appena conclusa la programmazione del PNRR – con il Parlamento e con le regioni l'impostazione strategica della programmazione del FSC che, a mio avviso, dovrà caratterizzarsi e concentrarsi soprattutto su quei settori o ambiti di intervento che per motivi regolamentari, di concentrazione tematica o di tempistica realizzativa non si possono o non è opportuno finanziare con i fondi europei. Un'ulteriore priorità della programmazione del FSC dovrà riguardare il finanziamento di tutti gli interventi infrastrutturali e strategici per il Mezzogiorno, il cui orizzonte temporale di realizzazione e messa a terra oltrepassi il limite previsto per il PNRR. In questo ambito un ruolo centrale verrà dato al finanziamento dei lotti delle reti ferroviarie TEN-T per il Mezzogiorno, che andranno a realizzarsi dopo il 2026 come d'intesa con il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini.
  Ritornando al PNRR vorrei approfondire il tema della Missione 5 dell'attuale bozza del PNRR rubricata Inclusione e coesione e dotata di sei linee di intervento. È la componente che più direttamente riguarda il Sud e il Ministero che ho la responsabilità di guidare. Questo pacchetto di interventi necessitava, a mio avviso, di un livello di concretezza maggiore e di una più attenta messa a fuoco. Per questa ragione, Pag. 8 in pieno accordo con il Ministro Franco, abbiamo operato una rimodulazione a saldi invariati di quattro delle sei linee di intervento originariamente previste, con l'obiettivo di privilegiare e promuovere iniziative capaci di determinare impatti favorevoli più immediati sui territori destinatari degli interventi della coesione, spostando l'assegnazione di parte delle risorse da progetti di natura più marcatamente assistenziale ad altri capaci di costituire un volano per l'attrazione di investimenti privati e, quindi, uno stimolo reale allo sviluppo.
  In questa prospettiva è nostra intenzione destinare 600 milioni di euro per l'infrastrutturazione delle zone economiche speciali (ZES). Vogliamo assicurare per queste aree opere di urbanizzazione primaria e di connessione alla rete stradale e ferroviaria che consentano di veicolare i traffici commerciali che i porti sono in grado di intercettare, rendendo possibile la trasformazione delle merci in prodotti finiti e semilavorati direttamente negli ambiti territoriali circostanti, poiché è evidente che senza infrastrutturazione e collegamenti interni le ZES difficilmente potranno decollare. Questa ultima misura sarà peraltro accompagnata da un disegno di riforma organica della disciplina delle ZES che più avanti spiegherò più diffusamente.
  Nell'ambito della cosiddetta Strategia nazionale per le Aree interne intendiamo destinare 100 milioni di euro al progetto dell'istituzione di presidi sanitari di prossimità nei comuni sino a 3.000 abitanti, d'accordo con il Ministero della salute. Il progetto verrà attuato attraverso un bando dell'Agenzia per la coesione territoriale e presuppone nella misura di 50 milioni di euro il cofinanziamento dei privati che vi aderiranno. Questo progetto potrà avere un notevole impatto sociale ed economico in termini di risparmio delle prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale, di risparmio per i cittadini di quelle aree sulle spese e sui tempi di viaggio per raggiungere i plessi ospedalieri distanti al fine di svolgere una serie di esami specialistici e, infine, un aumento dell'occupazione presso la rete delle farmacie che, avendo aderito all'iniziativa, dovranno conseguentemente adeguare la loro offerta di servizi.
  È nostra intenzione, peraltro, sostenere con forza il mantenimento del finanziamento di opere sulla rete stradale delle aree interne per un valore complessivo pari a 300 milioni di euro, che ritengo indispensabile per garantire a questi territori spesso isolati – soprattutto nelle regioni meridionali – la fruizione degli stessi servizi di base, come l'assistenza sanitaria e sociale e la frequenza scolastica, disponibili nelle altre parti del territorio nazionale. Abbiamo inteso, inoltre, valorizzare una linea di intervento sulle politiche di contrasto alla povertà educativa per un valore di 250 milioni di euro, sulla falsariga di un'analoga iniziativa che è già in corso di attuazione con grande successo da parte dell'Agenzia della coesione attraverso bandi che sono rivolti agli enti del Terzo settore nelle regioni del Mezzogiorno d'Italia.
  Quanto alla ricostruzione delle aree terremotate siamo in costante interlocuzione con il Commissario straordinario del Governo, al quale è demandato il compito di fornire la progettualità più adeguata per sfruttare al meglio queste ulteriori risorse pari a 1 miliardo e 780 milioni che dovranno coordinarsi strategicamente con le altre azioni di coesione territoriale.
  In relazione agli ecosistemi dell'innovazione è nostra intenzione proporre una rimodulazione dell'importo, a 350 milioni, da assegnare mediante un apposito bando per la realizzazione di quattro progetti nel Meridione d'Italia: meno interventi, niente spezzatino, ma progetti capaci di avere ognuno una vocazione specifica. L'obiettivo è l'implementazione della ricerca attraverso la costituzione di poli ad alta tecnologia che spesso, come è accaduto per esempio a San Giovanni a Teduccio, possono davvero cambiare le sorti di aree fortemente disagiate.
  Per quanto attiene alla linea d'azione dei beni confiscati alla mafia, intendo confermare lo stanziamento di 300 milioni di euro. È una cifra notevole, che dà l'idea dell'importanza che affidiamo al riscatto sociale e culturale che c'è ogni qualvolta si Pag. 9affida alle forze vive della società un bene appartenuto alla criminalità organizzata.
  In sintesi, per la componente del PNRR che più direttamente riguarda il Ministero per il Sud e la coesione territoriale, abbiamo scelto di tenere insieme le principali priorità per lo sviluppo del Sud: assistenza contro la povertà, lotta alle mafie, irrobustimento delle infrastrutture sociali e materiali per le aree interne, attrattività per le aree portuali, stimolo alla creatività e all'innovazione.
  Ho parlato fin qui di programmazione delle risorse, di coordinamento dei fondi, di obiettivi e di metodo per raggiungerli. Rimane tuttavia un grande capitolo da affrontare, determinante al fine di tradurre gli obiettivi in un incremento di PIL e di posti di lavoro. A fronte della straordinaria quantità di risorse da gestire e di progetti da portare a compimento, occorre che lo Stato, le regioni e tutte le istituzioni mettano in campo una strumentazione adeguata e una capacità reattiva che fino ad oggi purtroppo non si sono dimostrate all'altezza. Con riferimento all'ultimo ciclo di programmazione, ad esempio, i fondi europei hanno consentito di attivare nel nostro Paese interventi per oltre 73 miliardi di euro. Questo ciclo si concluderà alla fine del 2023 e, a quasi due anni dalla conclusione, sono state tuttavia impegnate risorse per soli circa 50 miliardi e, di questi, ne sono stati spesi poco più di 34. Si tratta di un tasso di utilizzo insoddisfacente (circa il 50 per cento), sebbene non molto distante dai livelli medi europei (circa il 56 per cento), che riflette però una ridotta capacità del nostro Paese di assorbire efficacemente i fondi europei nei tempi previsti.
  Anche per accelerare la spesa di tali risorse, nel corso del 2020 è stata condotta una profonda revisione dei programmi 2014-2020 che ha consentito di mobilitare quasi 12 miliardi di euro per il contrasto all'emergenza sanitaria, economica e sociale. Restano tuttavia da certificare entro il 31 dicembre 2023 spese per oltre 27 miliardi di euro. È evidente, a fronte di questi dati, la necessità di migliorare la capacità progettuale delle amministrazioni e semplificare i procedimenti amministrativi, anche attraverso il ricorso ad un piano straordinario di assunzioni. Per questo motivo con il Ministro Brunetta abbiamo già avviato la procedura di assunzione di 2.800 figure specialistiche da destinare alle regioni, alle città metropolitane e ai comuni, nonché all'amministrazione centrale, per dare supporto nell'attuazione delle misure e azioni progettuali che partiranno nei prossimi mesi. Si tratta dell'avvio di un più ampio processo di assunzioni, che vuole essere rigenerativo per costruire un nuovo rapporto di fiducia tra l'apparato pubblico, i cittadini e le imprese.
  La buona riuscita delle varie programmazioni risiede, infatti, nella capacità di garantire l'adozione di atti e provvedimenti in tempi certi e brevi. Questo può avvenire solo con l'immissione di professionalità in gran parte tecniche, oggi carenti, soprattutto negli enti territoriali: figure che possano garantire il raggiungimento dei risultati attesi con elevata qualità e rapidità nella conclusione dei procedimenti. Il reclutamento delle risorse umane seguirà una procedura semplificata che non sarà ostacolata, per le modalità con cui è stata pensata, dalle imprevedibili evoluzioni della pandemia. Vogliamo che queste nuove specifiche competenze siano al servizio dei progetti del PNRR, in concomitanza con la sua definitiva approvazione.
  Centrale è poi un disegno di semplificazione e sburocratizzazione per accelerare la progettazione e la realizzazione di opere anche finanziate con i fondi europei. Nell'ambito delle mie competenze punto ad anticipare questo disegno per quanto riguarda le ZES, zone economiche speciali, tutte perimetrate nei territori del Sud Italia. I miei uffici stanno predisponendo un articolato normativo che, da un lato, rafforza la figura commissariale ponendola al centro della governance con poteri sostanziali, idonei a favorire e a realizzare investimenti in tempi brevi; dall'altro introduce misure avanzate di semplificazione procedimentale, capaci di attribuire concretezza alla norma già esistente che qualifica come libera l'attività economica nelle ZES.
  La riforma delle ZES includerà ulteriori benefici fiscali e forme di coordinamento Pag. 10strategico e supporto tecnico-amministrativo ai commissari. Confido che ciò consentirà finalmente la piena operatività di tale strumento territoriale, così da portare nelle aree svantaggiate d'Italia sviluppo imprenditoriale, lavoro, riduzione del gender gap, nuove prospettive per i giovani che intendono studiare e operare nel Meridione. Il mio intento su questo tema, che considero prioritario, è mantenere il rapporto di costruttiva collaborazione che sin dai primi giorni di Governo ho voluto che caratterizzasse l'interlocuzione con i presidenti delle regioni interessate.
  Sempre nell'ottica di incidere con azioni mirate e rapide sui fattori che ostacolano lo sviluppo e che, quindi, inciderebbero negativamente sui risultati del PNRR, abbiamo avviato una sinergia di azioni e di risorse con la Ministra della giustizia sul tema di gravissimo impatto, in particolare al Sud, della lentezza dei processi. Lo scopo è diffondere nel Meridione le buone prassi organizzative già sperimentate in uffici giudiziari del Nord e attuare politiche di coesione sul territorio attraverso gli uffici di prossimità finanziati dal PON Governance.
  Vorrei richiamare, inoltre, il nostro impegno nel negoziato con la Commissione europea per l'estensione della misura della decontribuzione Sud fino al 2029, così come previsto dalla legge di bilancio 2021. Questa misura può produrre effetti favorevoli ai fini dell'attrazione degli investimenti solo se disposta in un arco temporale più esteso.
  Da ultimo, ma non certo per importanza, il tema centrale per le politiche di coesione territoriale dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, i cosiddetti LEP. L'obiettivo che intendiamo realizzare per far sì che nelle regioni del Sud siano finalmente create le precondizioni per lo sviluppo e la crescita è che in Italia siano garantiti gli stessi diritti sociali e gli stessi servizi a tutti i cittadini a prescindere dalla latitudine, anche al fine di poter fronteggiare l'aumentato carico delle esigenze socio-assistenziali richieste dal territorio a causa dell'attuale stato di emergenza pandemica. Gli ambiti dell'intervento normativo di riforma che i miei uffici stanno elaborando riguardano l'infanzia, la disabilità e la non autosufficienza. È nota la significativa sperequazione territoriale tra Nord e Sud sulla spesa sociale pro capite. A fronte di una media di 20 euro in Calabria, 325 euro pro capite sono spese nella provincia autonoma di Bolzano. Per arrivare a garantire l'effettiva esigibilità di un livello uniforme delle prestazioni, abbiamo previsto forme di contributo per le assunzioni di assistenti sociali capaci di estendere la possibilità di potenziamento del servizio dei sistemi sociali comunali previsti dalla legge di bilancio 2021 anche a quegli ambiti nei quali la disposizione attualmente vigente non trova applicazione. In questo modo intendiamo diminuire le sperequazioni territoriali tra le regioni italiane, dando un contributo alle aree maggiormente deficitarie sul fronte dei livelli essenziali delle prestazioni nei servizi sociali.
  Inoltre i nostri uffici stanno predisponendo una norma che qualifica i servizi educativi per l'infanzia come prestazione essenziale per la collettività, fissando così livelli minimi per legge sia per gli asili nido che per la scuola per l'infanzia. Questa misura è anche indispensabile per creare le effettive condizioni volte ad innalzare in maniera netta, finalmente in controtendenza dopo decenni di divario, il tasso di partecipazione attiva delle donne al mercato del lavoro, che oggi nelle regioni del Meridione ha percentuali quasi dimezzate rispetto a quelle del Nord. Diminuendo il sovraccarico di lavoro e di cura che da sempre grava sulle donne, in particolare al Sud, si aumenta la probabilità che le stesse trovino uno stabile inserimento lavorativo. Per noi questa è una priorità assoluta.
  In conclusione vorrei sottolineare come la sfida del rilancio del Sud non rappresenti un impegno per un solo Ministro e nemmeno per un solo Governo. È un impegno che riguarda il Parlamento, il Paese intero e tutti i cittadini e non si esaurirà nell'arco di qualche mese: è un cammino lungo che tuttavia abbiamo il dovere di impostare e di avviare. Per il Mezzogiorno d'Italia si apre davvero un'inedita finestra di opportunità. Le risorse ora ci sono, le potenzialità anche, la volontà politica pure. Occorre che per la politica italiana intera il Pag. 11Mezzogiorno sia visto per quello che è: il più grande giacimento di capitale umano inesplorato nel nostro continente. Occorre che le istituzioni e l'opinione pubblica meridionale si sentano finalmente alleati e pienamente responsabili del proprio futuro.
  Meno assistenzialismo significa più diritti e più libertà, meno sprechi, più asili nido, più tempo pieno nelle scuole, meno sussidi a pioggia e più infrastrutture, meno micro-interventi, più investimenti strategici, come delineato nel PNRR. Meno rivendicazionismo e contrapposizioni significa costruire un'alleanza per raggiungere questi obiettivi. In poche parole occorre pensare al Mezzogiorno non più come una terra da aiutare e da assistere, ma come una società da irrobustire e far crescere nell'interesse del Paese intero. Vi ringrazio per l'attenzione.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA XIV COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
SERGIO BATTELLI

  PRESIDENTE. Passiamo subito agli interventi. Come ci eravamo detti, il tempo per gruppo è di dodici minuti. Avviso i colleghi del MoVimento 5 Stelle che, per il loro gruppo, ci sono sei iscritti a parlare, quindi rimaniamo sui due minuti per ciascun intervento. Do quindi la parola ai colleghi che intendano intervenire.

  FRANCESCO D'UVA. Grazie, presidente. Ringrazio la Ministra per l'ampia relazione che ci ha fornito. Ho solo una domanda veloce. Nella proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza, nella seconda parte dedicata a missioni e linee progettuali, vi è una sezione, la quinta, incentrata sull'inclusione e coesione. Tra i progetti finanziabili c'è una linea rubricata come Interventi speciali di coesione territoriale. L'obiettivo di tale linea è il rafforzamento di specifici interventi mirati alla riduzione dell'impatto della crisi e alla creazione delle condizioni per uno sviluppo equo e resiliente in ambiti territoriali particolari. Il PNRR si riferisce nello specifico a territori colpiti dai terremoti, a contesti urbani da rigenerare mediante l'innovazione tecnologica e sociale nelle regioni del Mezzogiorno.
  La domanda che rivolgo alla Ministra è se è nelle sue intenzioni, se ha la possibilità di collegare a questa linea programmatica anche il progetto di risanamento delle baraccopoli di Messina, che rientra perfettamente negli obiettivi di inclusione sociale sottostanti a questa missione. Ricordo che ci sono più proposte di legge in discussione in Commissione Ambiente. Si sta facendo un discorso con il suo predecessore, il Ministro Provenzano. Oggi c'è questa grande occasione del PNRR, quindi chiediamo se c'è la possibilità di operare in tal senso, perché è una grande occasione e opportunità che non vorremmo perdere.

  UBALDO PAGANO(intervento da remoto). Grazie, Ministra. Nel dossier del Servizio studi del Senato si richiamava giustamente la necessità di un adeguato coordinamento dei progetti del PNRR con quelli della politica di coesione, per evitare il rischio di sovrapposizione o sostituzione degli interventi del PNRR e quelli dei POR finanziati da fondi strutturali. Qualche giorno fa dalle pagine di alcuni quotidiani nazionali il professor Tria ha annunciato che, anche per evitare che le risorse e gli interventi per il Sud risultino poco chiari, nel PNRR modificato allo studio del Governo, vi sarà un capitolo ad hoc per il Sud focalizzato sulla riduzione dei divari con il resto del Paese e incentrato sui tre pilastri fondamentali che anche lei ci ha ripercorso oggi nel corso della sua relazione: infrastrutture, burocrazia, fisco e LEP, livelli essenziali delle prestazioni: immagino non soltanto prestazioni sociali, perché altrimenti sarebbe una regressione importante.
  Considerato che il Ministro Franco nel corso della sua audizione ha confermato la struttura in sei missioni del Piano, vorrei capire come intende declinare l'impegno di dedicare un capitolo appositamente al Mezzogiorno con la struttura che è stata spiegata dal Ministro Franco e le chiedo se potrebbe darci delle specifiche sulle modifiche che intende apportare ai contenuti Pag. 12delle linee di intervento rivolte allo sviluppo strategico del Mezzogiorno.
  Per quanto riguarda le ZES e le infrastrutture al Sud, ho ascoltato le iniziative e le risorse che si intendono dedicare per far entrare le ZES finalmente in una fase concretamente operativa, magari integrata con infrastrutture logistiche di prossimità realizzate a valere sui fondi del Recovery Plan.
  Mentre per quanto riguarda gli investimenti nelle reti ferroviarie e la quota riservata al Sud che abbiamo letto essere annunciata nei giorni scorsi, ritengo sia necessario fare alcune specificazioni. Infatti, considerato l'elevato costo medio per chilometro per la realizzazione dell'Alta Velocità Italia rispetto ad altri Paesi, ritengo che lo stanziamento di 5,7 miliardi per il Mezzogiorno possa essere ampiamente insufficiente a ridurre il gap con la dotazione infrastrutturale che è presente, invece, nel Centro-Nord.
  Un'ultima chiosa sui livelli essenziali delle prestazioni: ritengo sia una partita prioritaria sul fronte del contrasto alle disuguaglianze tra aree del Paese e ho molto apprezzato la sottolineatura e il suo interessamento al tema. Vorrei però capire come intende procedere sulla tanto attesa definizione dei livelli e se anche lei, oppure lei in caso contrario, non esclude la possibilità che si possa procedere alla nomina e all'individuazione di una struttura commissariale per individuarli, altrimenti il rischio vero è che passi ancora del tempo inutilmente.

  STEFANO CANDIANI(intervento da remoto). Ringrazio anche il Ministro e le faccio i migliori auguri per il suo mandato. Ministro, stiamo tenendo audizioni costantemente, dalle quali emerge la necessità di implementare il PNRR e soprattutto di dargli una maggiore aderenza alle realtà territoriali. È importante e ritengo fondamentale, come lei ha indicato prima, che ci sia la consapevolezza che questo PNRR deve anche e soprattutto riuscire nel suo intento di ridurre, anzi, azzerare le distanze che sono presenti nel Paese, che non sono solo distanze Nord-Sud: potrebbero essere Est-Ovest, ma sono anche centro-periferia, sono anche generazionali. Sono distanze di tutte le dimensioni.
  C'è qualcosa che però continua, a mio avviso, ad essere troppo poco messo sotto la lente di ingrandimento. Nel caso specifico il dibattito è posizionato sulla quantità di cifre da spendere, sulle risorse da fare, sui progetti da fare; ma c'è troppo poco dibattito o, temo, consapevolezza sulle regole di utilizzo delle risorse. Nel caso specifico è evidente, come lei ha indicato, che se abbiamo avuto incapacità o disfunzioni nella gestione delle risorse ordinarie che provengono dall'Unione europea, a mio avviso è inimmaginabile che con le medesime regole, ovvero non cambiando il quadro normativo, si possa avere efficacia con una maggiore quantità di risorse che per di più deve essere allocata e, come si usa dire, andare a terra in un tempo ancora più breve.
  Ministro, le chiedo una riflessione ma certamente anche un impegno nel senso di identificare che cosa non ha funzionato negli anni per ridurre i divari nel nostro Paese e soprattutto nel senso di cambiare le regole, indicando quali regole è necessario cambiare. È indubbio che se dovessimo agire, come abbiamo visto anche la settimana scorsa in un'audizione fatta qui in Senato con il professor Cassese, anziché con il meccanismo dei controlli ex post, con le autorizzazioni ex ante o con meccanismi che rallentano l'azione di investimento – dimenticando peraltro che i fondi devono generare lavoro, quindi crescita e non spesa corrente – ci illuderemo di ridurre le distanze e i divari nel Paese, trovandoci poi alla fine con un maggior debito ma con divari ancora aumentati. Le chiedo una riflessione sulle regole, su che cosa non funziona e non ha funzionato, ancora prima del dire dove collocare le risorse e quanto collocare.

  ROBERTO PELLA. Innanzitutto grazie, Ministro, per la sua bellissima relazione, estremamente chiara, che in qualche modo sancisce tante richieste rimaste sul tavolo delle trattative nei tempi passati. Soprattutto voglio ringraziarla anche perché mette al centro della sua azione politica il ruolo centrale dei territori, in modo particolare Pag. 13delle regioni e dei comuni, a partire dal tema delle aree interne, estremamente importante, passando al tema della tempestività nell'utilizzo dei fondi regionali – parlava di sei mesi, che sono importantissimi – fino al tema delle ZES.
  Avrei due domande da rivolgerle. Sul tema delle opportunità e delle politiche per l'occupazione femminile, ieri in questa sede, in audizione, la Ministra Bonetti ha chiarito che il nostro Paese non è affatto in cima alle classifiche europee sul tema, scontando sia un ritardo significativo sia una forte disomogeneità territoriale. Un esempio su tutti sicuramente sono gli asili nido come sostegno alla genitorialità e all'accesso dei servizi educativi. Come possiamo recuperare il divario Nord-Sud e Italia-Europa facendo sì che anche il Sud possa essere autentico incubatore di occupazione femminile? Perché sul tema, come lei ben sa, c'è una forte richiesta da parte dei territori e dei comuni riguardo alle iniziative da assumere.
  La seconda domanda che vorrei rivolgerle riguarda una quantificazione degli investimenti del PNRR per il Sud perché, come abbiamo avuto modo di sottolineare durante l'audizione con l'ANCI – la ringrazio per la grande attenzione che ha avuto nei confronti dei comuni – è fondamentale integrare subito il PON Metro con le risorse disponibili, perché sono circa 800 milioni aggiuntivi, e assumere personale per le regioni del Sud. Inoltre ritengo anche sia indispensabile, attraverso una programmazione delle risorse, prevedere interventi diretti a favore delle città. I comuni hanno dimostrato di essere i primi investitori del Paese e meritano fiducia. So che su questo lei ha incentrato molto la sua politica e, per tale ragione, vorrei chiederle qual è la sua idea di attuazione. Grazie, Ministro Carfagna.

  PAOLO TRANCASSINI. Grazie al Ministro per questa audizione. Ministro, in un tweet del 16 settembre scriveva: Conte venga in Parlamento e ascolti le nostre proposte. Oggi lei è in una posizione privilegiata perché non è più nelle condizioni di dover fare proposte, ma addirittura nel ruolo di chi le presenta e le scrive. Però immagini la nostra posizione e, quindi, chiaramente oggi faccio mio quel tweet. Quando ci sarà la possibilità per noi di presentare le nostre proposte? Noi ancora stiamo cercando di capire...

  PRESIDENTE. Collega Comincini, ha il microfono acceso: può spegnerlo? Prego, collega Trancassini.

  PAOLO TRANCASSINI. Come si dice nel calcio, presidente, recupero.

  PRESIDENTE. Sì, certo, la farò recuperare.

  PAOLO TRANCASSINI. Non so fino a dove ero arrivato, ma credo che il senso le sia chiaro, Ministro. Noi vorremmo essere messi nelle condizioni di proporre, di essere ascoltati. Stiamo cercando di capire senza riuscirci, man mano che passano i giorni qual è il ruolo del Parlamento in generale, qual è il ruolo delle opposizioni e quando e come noi saremo chiamati a fare le proposte che lei stessa sperava che Conte avrebbe ascoltato da lei. Oggi abbiamo come canovaccio il PNRR di Conte: incalzata da Fratelli d'Italia, finalmente la maggioranza ci ha rivelato ieri che per adesso il piano è quello di Conte. Non sappiamo come verrà cambiato, se verrà cambiato, se verrà sostituito; nel frattempo abbiamo ricevuto degli allegati in inglese sui quali stendo un velo pietoso. Poi ascoltiamo da lei – e su questo ci complimentiamo – che metterà in campo una vasta opera di consultazione pubblica. Benissimo, però le ricordo che il Parlamento è centrale nella nostra democrazia parlamentare e, quindi, la mia prima domanda è come verrà coinvolto il Parlamento e quando avremo la possibilità di confrontarci anche con lei – perché non credo che sia questa la sede – per parlarle di quali possono essere i progetti e le proposte che Fratelli d'Italia ha in mente di presentare e di realizzare.
  Sempre lei in una dichiarazione – che condivido – al Corriere della Sera nel suo ruolo di Ministro dice che servono progetti giusti. Certo, questa è la discriminante, perché siamo tutti d'accordo sulle linee di Pag. 14principio del PNRR, su ciò che si ha intenzione di fare, siamo anche d'accordo – e tutti lo ripetete – che è una grande occasione: la differenza la fanno i cosiddetti progetti giusti. Però, per capire se i progetti sono giusti, bisogna conoscerli; per cercare di sbagliare meno possibile, bisogna confrontarsi. Così come credo che le sia molto chiaro che, soprattutto per il Sud, sono le riforme strutturali che faranno la differenza e non solo quando i soldi verranno messi a sistema e con quali progetti. Se ancora oggi e domani avremo questa burocrazia e, quindi, i progetti vedranno la loro ultimazione fra oltre un decennio, certamente non avremo assolutamente agevolato le aree interne e il Sud.
  Quanto alle aree interne mi sembra di aver colto nella sua narrazione – ma spero che ci sia stato un errore – che sono stanziati 100 milioni che sono sicuramente poca cosa. È sicuramente un bene il coinvolgimento nella ricostruzione del Commissario al sisma, però credo che non sia sufficiente coinvolgere il Commissario al sisma quando sia il Parlamento...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  PAOLO TRANCASSINI. Presidente, volevo dirle che nelle passate audizioni abbiamo fatto notare che Fratelli d'Italia – dato che è l'unico gruppo di opposizione – merita un trattamento leggermente diverso, che significa poter sforare anche solo di un minuto rispetto ai tempi da lei attribuiti...

  PRESIDENTE. La sto facendo parlare di più. Le dico anche, per rispetto degli altri colleghi, ho dato quattro minuti.

  PAOLO TRANCASSINI. Questi strumenti sono stati concessi e sono stati concordati.

  PRESIDENTE. Non l'avrei fatta sospendere immediatamente.

  PAOLO TRANCASSINI. Glielo ricordo perché lei non era presente personalmente. Capisco che oggi il MoVimento 5 Stelle ha bisogno di far vedere che c'è una forma di opposizione interna al Governo, ma ci lasci finire.

  PRESIDENTE. Prego, prego, vada avanti, la avvisavo che stava per finire il tempo a sua disposizione.

  PAOLO TRANCASSINI. Ci lasci finire.

  PRESIDENTE. La sto lasciando finire, cronometro.

  PAOLO TRANCASSINI. Quindi su questo chiedo – anche per quanto abbiamo proposto, per come ci siamo battuti – un maggior coinvolgimento non solo del Parlamento, ma anche direttamente della nostra forza politica. Noi abbiamo presentato una serie di progetti e c'è un ordine del giorno a prima firma di Giorgia Meloni sul tema di Roma e credo che la coesione territoriale ci permetta anche di confrontarci sul tema delle periferie di Roma sulle quali abbiamo elaborato proposte.
  Insisto e concludo, Ministro, sulla opportunità di avere con lei un confronto, soprattutto sulle aree interne e sulle aree oggetto della ricostruzione, perché concordo con lei che non possiamo fallire. Aggiungo che non possiamo dividerci, ma non possiamo nemmeno rimanere muti perché sarebbe un oltraggio al Parlamento che credo lei non vorrà che venga attuato.
  Rimaniamo a sua disposizione e vorrei sapere quale distinguo viene tracciato dal suo Ministero rispetto al precedente del Governo Conte. Anche su questo stiamo cercando di capire qual è il momento di discontinuità non solo sugli elaborati, ma anche sulle proposte.

  STEFANO FASSINA. Ringrazio anch'io la Ministra Carfagna per la sua relazione completa, approfondita e sistematica. Vorrei fare una considerazione e poi un paio di domande più specifiche.
  La considerazione è la seguente. A mio avviso siamo in una fase in cui dobbiamo provare a rispondere alla seguente domanda: dove guarda il Mezzogiorno? A quali aree di riferimento guarda il Mezzogiorno? L'innalzamento della capacità produttiva Pag. 15 e della capacità competitiva che lei ha prospettato attraverso tanti interventi condivisibili, può essere dedicata a stare dentro lo stesso quadro oppure il Mezzogiorno, oltre ad essere il margine sud dell'Europa continentale è anche il centro del Mediterraneo e può avere in quelle aree la destinazione che difficilmente può trovare nell'ambito, già sufficientemente saturo e allocato in termini di mercati, dell'Europa continentale? A mio avviso c'è una variabile geopolitica primaria da costruire insieme alla dotazione infrastrutturale e al corredo di diritti da recuperare nel Mezzogiorno. Questa dimensione è fondamentale. O noi riusciamo a definire e a costruire le condizioni per la vocazione mediterranea del Mezzogiorno oppure, nonostante tutti gli sforzi che facciamo, diventa davvero complicato. È un capitolo che non può essere trascurato: il Mediterraneo e i Paesi, le aree, con tutte le difficoltà che hanno, ma deve essere un capitolo fondamentale. Le questioni specifiche sono due. La prima riguarda il riferimento da lei fatto alle assunzioni nel Mezzogiorno: è un punto fondamentale. Il professor Viesti in queste settimane sta insistendo molto sul dato delle risorse umane. Circa due terzi delle risorse allocate del PNRR viaggiano attraverso i comuni. In generale i comuni in Italia sono stati colpiti pesantemente in termini di dotazioni finanziarie e di risorse umane. Il Mezzogiorno ancora di più: ha perso quasi il 30 per cento nell'ultimo decennio in termini di personale. Lei ha fatto un riferimento: sarebbe utile capire meglio quante, quali e in che tempi vengono allocate queste risorse umane, perché c'è un punto fondamentale. Come lei sa meglio di me, le risorse del PNRR devono essere spese entro date definite. Al Sud – più che nel resto del Paese – c'è un enorme rischio di vedere riallocate quelle risorse, pur inizialmente attribuite, in quanto manca la capacità di spesa ma le spese vanno necessariamente fatte, altrimenti si perdono i finanziamenti. Probabilmente oggi non è il momento, però sarebbe utile se lei potesse fornire al Parlamento dati più precisi in termini di quantità, qualità e tempi di assunzione delle risorse umane necessarie.
  L'ultimo punto riguarda un altro tema che lei ha affrontato, sia in interviste nei giorni scorsi che oggi: i livelli essenziali delle prestazioni. È un buco che ci portiamo dietro da quando è stata approvata la legge sul federalismo fiscale. Lei sa meglio di me e l'ha detto oggi, che i livelli essenziali delle prestazioni rappresentano un indicatore imprescindibile per l'allocazione delle risorse, anche perché le risorse che oggi allochiamo in termini di spesa in conto capitale poi devono trovare corrispondenza nella conseguente spesa corrente. È un punto che ho sottoposto anche al Ministro Franco settimana scorsa, bisognerà costruire la programmazione ordinaria di finanza pubblica che tenga conto delle maggiori necessità di spesa corrente corrispondenti alla maggiore dotazione infrastrutturale in tutti i campi, a cominciare da quello dell'asilo nido. La questione che le pongo è la seguente: è d'accordo e intende proporre la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni nel capitolo delle riforme strutturali che viene scritto insieme alla parte progettuale? Questo è un punto fondamentale, altrimenti noi ci troveremo a breve in una situazione molto complicata, mentre dobbiamo fare in modo che quella parte delle riforme strutturali includa anche la definizione a tutto campo dei LEP perché diventano poi il punto di riferimento per l'allocazione ordinaria delle risorse.

  PRESIDENTE. Il senatore Comincini del gruppo Italia Viva ha a disposizione sei minuti. Senatore Comincini, ci sente? No. Andrei avanti a questo punto, magari recuperiamo dopo. La senatrice Bonino per sei minuti, prego. Senatrice Bonino, deve accendere il microfono, altrimenti non la sentiamo.

  EMMA BONINO(intervento da remoto). Buongiorno, Ministro, buongiorno a tutti quanti. Lei, ovviamente, ha fatto una fotografia di temi che vengono da molto lontano. Tutto è necessario, anche la lista di quello che lei ha fatto, ma è evidente che lei Pag. 16dovrà arrivare – insieme con il Governo – a stabilire delle priorità. Ciò vuol dire che non tutto si potrà fare subito, ma è necessario chiarire anche all'opinione pubblica quanto si può fare come priorità e quanto per il momento è possibile rinviare. Le propongo un'altra visione del Sud, su cui le chiedo solamente di riflettere con i suoi tecnici. Ci sono due visioni per il Sud. Una è prevedere uno sviluppo come il Nord, sullo stesso modello. L'altra visione è quella che le propongo. Ritengo – l'accennava già il mio collega Fassina – che, invece, la priorità dello sviluppo del Mezzogiorno sta nel Mediterraneo e, in particolare, in un vecchio progetto che, a mio avviso, andrebbe ripreso, ossia quello delle vie del mare, quindi porti e infrastrutture alle spalle dei porti. Il che vuol dire anche modalità, perché è chiaro che quando sbarcano i container – se mai sbarcassero – non possono rimanere sulla banchina, bisogna avviarli da qualche parte. Secondo me – a parte le questioni sociali che lei ha già ricordato e che confermo – rispetto alla visione su dove vuole andare il sud, il punto centrale su cui mi focalizzerei è il sud come ponte del Mediterraneo e di sviluppo economico. L'accenno è ai porti, ma ce ne potrebbero essere altri: le vie del mare, il trasporto su mare e non più su terra e avanti di questo passo. Niente a che vedere – tanto per chiarire – con la via della seta o cose di questo tipo. Però è una visione diversa e, se è quella perseguita, ovviamente anche le professionalità e la scuola e tutto il resto vanno modellate su tale visione.
  Vorrei soltanto dirle che ho una seconda opzione possibile, a parte le questioni LEP o le questioni sociali che condivido. Nel modello di sviluppo vedo un modello che può anche attrarre investimenti privati. A mio avviso dovremmo guardare al Sud come ponte nel Mediterraneo verso aree che adesso sono in ebollizione, ma che non lo saranno per sempre: pensi per esempio alle vie energetiche. Lei ha accennato a porti e infrastrutture, le chiederei un approfondimento ulteriore di questa ipotesi di modello di sviluppo per il Sud.

  PRESIDENTE. Riprovo con Italia Viva: il senatore Comincini è in linea? No, allora faccio parlare l'onorevole Colaninno, così parlano tutti i gruppi. Onorevole Colaninno, è collegato? Prego.

  MATTEO COLANINNO(intervento da remoto). Anzitutto un saluto e un ringraziamento alla Ministra Carfagna e buon lavoro per la sua azione di Governo. Mi limito semplicemente oggi ad affermare la mia approvazione sul suo approccio complessivo che ha esposto davanti alle Commissioni e che ha caratterizzato la sua azione di Governo. Anzitutto un'organicità dei suoi obiettivi con gli obiettivi più generali e organici dell'intero Governo e, in secondo luogo, con l'ambizione di inserire una strategia per il Sud che sia assolutamente più pragmatica, non assistenziale, ma che sia guidata da fattori come il PIL, i posti di lavoro, la capacità produttiva. Anch'io vorrei sottolineare il punto – secondo me di grande visione – che sia la senatrice Bonino sia l'onorevole Fassina hanno testé esposto nello sguardo del Sud verso il Mediterraneo.
  Voglio concludere dicendo che, a mio avviso, ci deve essere certamente una scelta di visione e di strategia, ma una scelta non deve e non può escluderne un'altra. È necessario, cioè, impostare una strategia del Sud verso le potenzialità che esso ha in un'economia globale, che sicuramente riprenderà dopo la pandemia, in particolare nel Mediterraneo, ma anche recuperare la capacità produttiva, la capacità industriale e di PIL che, nella mia opinione, è una delle leve fondamentali non solo per rilanciare il Sud, ma per rilanciare il PIL potenziale dell'intero Paese. Sicuramente sì alla visione di Emma Bonino e di Fassina – che credo sia anche la sua, Ministro Carfagna – ma è necessario anche non rinunciare ad aggredire i temi di carattere industriale, produttivo, competitivo e di potenziale in termini di capacità produttiva che sono essenziali per riportare al Sud il suo pragmatismo e le sue vere capacità e non ciò che è stato per decenni, ossia una società basata su una concezione di aiuto assistenziale e meno libera. Grazie e buon lavoro, Ministro Carfagna.

Pag. 17

  PRESIDENTE. Tutti i gruppi sono intervenuti, ripartiamo quindi con ulteriori interventi dei colleghi.

  SABRINA RICCIARDI. Buongiorno, Ministro. Nella sua relazione che ci ha appena esplicato, ha evidenziato l'importanza ricoperta dagli investimenti infrastrutturali per ridurre il gap tra Nord e Sud. Facendo eco anche ai colleghi relativamente alla valorizzazione del ruolo dei porti nel Mezzogiorno, vorrei chiederle: condivide l'opportunità di rafforzare la capacità di intercettare i traffici intercontinentali? Mi soffermerei di più su questo aspetto. In questo modo si supera la visione contenuta nell'ultima versione di Next Generation Italia, che prevedeva per la portualità meridionale soltanto una vocazione turistica oppure volta ad intercettare i soli traffici del Mediterraneo. In effetti, implementando una vocazione volta a guardare ai traffici merci intercontinentali, avalliamo anche quanto sostenuto dalla stessa Corte dei conti che abbiamo audito da poco.
  Per quanto riguarda l'allocazione delle risorse nel PNRR, vorrei chiederle se, al fine di sostenere i territori economicamente svantaggiati, condivide l'opportunità di applicare anche all'interno delle macro-aree il medesimo criterio di riparto verso gli Stati membri, così come è stato previsto dalla Commissione europea, basato cioè su popolazione, PIL pro capite e tasso di disoccupazione, come è stato evidenziato anche nelle linee guida al PNRR dalla Camera dei deputati. Le chiedo, inoltre, se in sede ministeriale si è discusso dell'opportunità di prevedere, sempre nel PNRR, una quota di riparto minima da destinare alle regioni del Mezzogiorno. A proposito dei LEP, ho visto che lei ne ha evidenziato l'importanza, soprattutto per quanto riguarda la definizione degli stessi. Pertanto voglio chiederle se verranno finanziati nel PNRR e se può dirmi qual è l'importo annuale necessario per far fronte alla relativa copertura economica.
  Infine evidenzio che l'ex-capo della Struttura tecnica di missione del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, il dottor Ercole Incalza, audito l'8 febbraio 2021, ha riferito a mezzo stampa che nel PNRR il Governo ha inserito molteplici opere già finanziate, aggiungendo che l'intero pacchetto al Sud vale 26,5 miliardi, di cui però solo 5,2 miliardi attivati. Il risultato – ha concluso il tecnico – è che al Nord nei prossimi tre anni si potranno spendere 80 miliardi, mentre al Sud solo 5,6 miliardi. Pertanto le chiedo una delucidazione in merito ai fondi effettivi che potranno essere spesi nel Mezzogiorno già nei prossimi tre anni.

  PRESIDENTE. Il collega Navarra del gruppo PD. Collega Navarra, è collegato? Va bene, lasciamo in sospeso. La senatrice Giammanco del gruppo Forza Italia per due minuti e mezzo circa, perché ho più iscritti del gruppo. Deve accendere il microfono, collega. Senatrice Giammanco, ci sente? Deve accendere il microfono.

  GABRIELLA GIAMMANCO(intervento da remoto). Mi sentite? Chiedo scusa digitavo ma il collegamento non si attivava. Ringrazio il Ministro Carfagna per la sua relazione puntuale e variegata, poiché ha toccato tantissimi punti, e soprattutto basata sulla profonda consapevolezza, da donna del Sud, che, se non riparte il Sud, non riparte il resto d'Italia e che è necessario mettere a sistema tutte le risorse disponibili con una programmazione responsabile, incentrata sullo sviluppo e non sull'assistenzialismo. Ovviamente Forza Italia condivide punto per punto questo pensiero, quindi la ringrazio anche per voler introdurre e dedicare uno specifico capitolo al Sud: lo chiedevamo da tempo e, se verrà fatto, ovviamente gliene saremo grati. Ministro, vorrei sapere come intende procedere per quanto riguarda il superamento della spesa storica relativamente ai servizi del Sud, perché uno dei motivi per cui il Sud non decolla è la mancata individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni. In assenza dei LEP, fino a oggi si è applicato il criterio della spesa storica, per cui chi ha avuto di più continua a ricevere di più e, come sappiamo, crea un divario enorme, una discrepanza enorme per quanto riguarda i servizi tra Nord e Sud. Anch'io vorrei sapere qual è la strada che si vuole Pag. 18percorrere, come si vuole procedere per arrivare alla definizione dei famosi livelli essenziali delle prestazioni.
  Per quanto riguarda la decontribuzione al Sud, che è stata finanziata col REACT-EU per circa 4,5 miliardi, sappiamo che è stata autorizzata dalla Commissione europea per l'ultimo trimestre del 2020 e per l'intero anno 2021. Tuttavia lei sa bene, Ministro, che la decontribuzione al Sud avrà effetti benefici solo se potrà dispiegarsi su diversi anni ed effettivamente l'obiettivo era quello arrivare al 2029. Quindi le chiedo se si sta lavorando in tal senso in Europa per risolvere due ordini di problemi: le risorse e le autorizzazioni europee. In tal senso le indico una strada possibile. Sappiamo che il Fondo per lo sviluppo e la coesione è utilizzato scarsamente e malamente, ad oggi solo per circa il 6 per cento, quindi le chiedo se non si sta pensando anche a un suo utilizzo massivo, almeno per coprire la decontribuzione al Sud per il periodo di operatività del Fondo che scade nel 2027 perché ora è stato rifinanziato. Sempre per quanto riguarda il Fondo di sviluppo e coesione, mi è sembrato di capire che lei abbia anche la volontà di utilizzarlo per i progetti di investimento che non ricadranno...

  PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

  GABRIELLA GIAMMANCO(intervento da remoto). Sì, sto concludendo. Mi è sembrato di capire che lei vuole utilizzare il Fondo per lo sviluppo e la coesione anche per i progetti che non ricadranno nelle specifiche tecniche del Recovery Fund. In tal senso volevo sapere se tra questi progetti potrebbe essere compreso anche il ponte sullo Stretto, visto che è un argomento che è stato rilanciato dalla commissione tecnica istituita con il precedente Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

  PRESIDENTE. Quando suono la campanella è perché ci sono gruppi che hanno altri iscritti, quindi diminuisce il tempo residuo e gli altri colleghi possono parlare meno. Cerchiamo di tenere i tempi. Ora passo la parola alla collega Lucaselli del gruppo di Fratelli d'Italia, prego.

  YLENJA LUCASELLI(intervento da remoto). Buongiorno, Ministro. Due domande molto semplici alla quali spero onestamente di riuscire ad ottenere risposta.
  La prima riprende quanto il collega Trancassini diceva prima e riguarda la strutturazione del Piano. Ricordo anche in Commissione l'avversità del gruppo di Forza Italia, in realtà oggi il Ministro si trova a lavorare...

  PRESIDENTE. Collega, la sentiamo male. Può verificare la connessione?

  YLENJA LUCASELLI(intervento da remoto). Ci sto provando. Mi sente adesso? Ho provato a togliere il video. Vado molto velocemente, così cerchiamo di evitare i problemi di connessione. La prima domanda è la seguente: il Piano sul quale il Ministro sta lavorando è lo stesso che il gruppo di Forza Italia aveva più volte contestato anche in Commissione, e lo ricordo molto bene, cioè quello presentato dal Governo Conte, perché sappiamo che le linee guida sono le stesse. Vorrei quindi comprendere dal Ministro non solo quali sono i punti che vengono aggiunti o che vengono modificati a quel Piano, ma soprattutto vorrei capire quando giungeranno in Commissione i progetti attraverso i quali verranno indicate in maniera specifica le somme che saranno destinate al Sud e soprattutto la divisione delle somme nelle varie linee di intervento. Mi servirebbe proprio un termine per capire entro quando potremmo vedere nero su bianco qual è la progettualità per il Sud e soprattutto se il Ministro è in grado di dirci oggi quali sono i punti che il Ministero sta indicando che sono in rottura, in discontinuità con il programma precedentemente presentato da Conte, dal momento che esso è la base di riferimento.
  La seconda domanda è la seguente. Ricordo sempre le contestazioni che venivano fatte proprio dal suo gruppo, Forza Italia, quando parlavamo del Piano in merito all'utilizzo di bandi e concorsi, perché questo Pag. 19risultava molto discriminante rispetto ai territori del Sud, che troppo spesso hanno un gap sia rispetto al personale tecnico in grado di redigere i documenti che servono per poter partecipare ai bandi e ai concorsi per l'assegnazione delle risorse, sia perché al Sud ci sono piccolissimi comuni dell'entroterra che obiettivamente non hanno proprio la struttura per poter partecipare a questi bandi. In virtù del fatto che questa era una delle decisioni prese dal Governo precedente, fortemente contestata anche dal gruppo di Forza Italia, vorrei sapere se su questo punto ci saranno modifiche; se si è deciso, cioè, di procedere all'assegnazione delle risorse in modo differente dall'utilizzo di bandi e concorsi che – indipendentemente da tutte le assunzioni che si faranno dopo la presentazione dei bandi – rischiano inevitabilmente di mettere in forte difficoltà i piccolissimi comuni dell'entroterra del Sud e i comuni del Sud in generale.
  L'ultima domanda riguarda il fatto che il Ministro ha citato i giovani e la necessità di mantenere i nostri ragazzi anche a studiare al Sud. Considerate le difficoltà che il Sud ha vissuto in questo periodo di COVID-19 proprio per l'assenza di infrastrutture digitali e telematiche che anche in questo caso hanno creato un gap fortissimo con il resto d'Italia, le chiedo se questa è una delle priorità che verranno indicate dal Ministero per il Sud e la coesione territoriale sul prossimo PNRR.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Lucaselli. Ci riprovo: senatore Comincini è tra noi? Ci sente?

  EUGENIO COMINCINI(intervento da remoto). Eccomi. Mi sentite?

  PRESIDENTE. Perfetto, prego.

  EUGENIO COMINCINI(intervento da remoto). Chiedo scusa, ma prima, quando mi ha chiamato, mi è caduta la connessione e non sono riuscito a collegarmi. Grazie, Ministro per la sua relazione. Nella parte finale del suo intervento, della sua relazione, ha giustamente posto un accento sul problema che si registra nella pubblica amministrazione, ossia le difficoltà che spesso vengono incontrate da parte degli enti territoriali nel poter beneficiare appieno delle risorse dei fondi europei che si tratti di FESR, di FSE, di PON o di POR, insomma tutte le varie linee che sono a disposizione per lo sviluppo territoriale. Dalle analisi della Corte dei conti, come di altri enti sia pubblici che privati, emerge in maniera chiara quali sono i problemi che impediscono il pieno utilizzo delle risorse europee. Tutte queste analisi giungono a determinare che il problema sta in una gestione imprecisa, imperfetta dei progetti e i problemi sono di carattere amministrativo e burocratico.
  Nella sua relazione, prima, lei diceva di aver già avuto un contatto con il Ministro Brunetta per lavorare ad un piano di nuove assunzioni che riguardi in maniera un po' specifica le competenze che mancano. Io mi permetto di fare due considerazioni, anche per l'esperienza che ho maturato da amministratore locale, avendo fatto per dieci anni il sindaco. Non sempre il livello ideale sul quale poter avere tutte le competenze è quello comunale, anche perché in maniera specifica i progetti europei spesso richiedono una collaborazione fra i diversi enti, quindi il livello delle province e delle città metropolitane potrebbe essere quello dove creare degli uffici ad hoc che collaborino con i comuni per poter fare le progettazioni. È chiaro che a quel livello servono non tanto persone con una laurea in economia o in giurisprudenza, ma persone che siano più specializzate non solo nella progettazione dei fondi europei, ma anche che abbiano le competenze legate agli investimenti. Quindi architetti, ingegneri, ma anche statistici, persone che siano in grado di occuparsi...

  PRESIDENTE. Senatore, la sentiamo malissimo.

  EUGENIO COMINCINI(intervento da remoto). Spero si sia compreso il senso di ciò che sto dicendo, cioè che è importante che la selezione del personale che sarà chiamato a gestire i fondi del PNRR ma Pag. 20anche di tutti i fondi europei che non riusciamo adeguatamente a fruire abbia le competenze necessarie per fare ciò che ad oggi non siamo capaci di fare, cioè adeguati progetti, adeguata rendicontazione. Questo è fondamentale. Il fatto che poi le province e le città metropolitane possano essere

  PRESIDENTE. Senatore, ascolti un attimo: o prova a salire sul tetto o stacca il video. Provi a staccare il video. Vediamo un po' se va meglio.

  EUGENIO COMINCINI(intervento da remoto). Proviamo a staccare il video. Mi sentite? Riprovo in pochissimi secondi. Rispetto a quanto la Ministra ci ha detto su un'ipotesi di piano condiviso con il Ministro Brunetta per nuove assunzioni anche al Sud, ovviamente, chiedo che queste assunzioni possano essere mirate a personale che sappia davvero occuparsi di progettazione e, in particolare, di progettazione europea, che abbia le competenze per occuparsi di pianificazione del territorio, ma anche che ci siano statistici, architetti, ingegneri. Non basta avere la laurea in economia o in giurisprudenza. Il concorso per l'assunzione non può prevedere domande di diritto civile, amministrativo o penale, quando bisogna andare ad occuparsi di pianificazione e di progettazione, in particolare di progettazione europea.
  Credo che il livello ideale nel quale poter far nascere degli uffici ... progettazione europea siano le province e le città metropolitane. Le chiedo cosa ne pensa di questa valutazione.

  PRESIDENTE. Spero che la Ministra abbia recepito le ultime parole, perché si sono capite molto male. La collega Galizia del gruppo MoVimento 5 Stelle per due minuti esatti.

  FRANCESCA GALIZIA(intervento da remoto). Spero che mi ascoltiate bene. Come hanno già sottolineato i miei colleghi, a mio avviso occorre dare un grande supporto ai comuni e ai piccoli comuni che devono realizzare la progettazione. Secondo il PNRR che era stato valutato precedentemente, la quota che doveva essere spesa dai comuni era di 43 miliardi di euro, una cifra non indifferente. Vorrei sottolineare – ma questa è una mia opinione, anzi non solo mia ma anche di alcuni economisti perché, per fortuna, ho trovato supporto anche in loro – la necessità di dover realizzare una cabina di regia a livello ministeriale che possa dare supporto ai piccoli comuni per la realizzazione di progetti europei. Certamente le nuove risorse che verranno assunte saranno utili, ma dobbiamo puntare su questa cabina di regia per dare ad essi il supporto tecnico necessario per poter accelerare questi progetti.
  Il secondo ed ultimo punto che vorrei evidenziare è legato alla decontribuzione al Sud che sarà possibile realizzare anche negli anni prossimi, grazie al nulla-osta della Commissione, come anche lei, Ministro, ha ricordato. La pregherei di renderci disponibili i dati sull'effettivo funzionamento della missione di decontribuzione del 30 per cento al Sud, perché, a mio parere, credo che si debba intervenire in maniera un po' più forte, a gamba tesa, magari ragionando sulla possibilità di fare una decontribuzione su alcuni asset strategici, riprendendo anche gli interventi dei miei colleghi. È necessario ripensare ad un'economia territoriale secondo la vocazione territoriale: quindi, secondo me, sarebbe più opportuno al Sud finanziare, per esempio, aziende che spingono verso l'export per renderle più competitive e incentivare l'indotto che si realizza sui territori. Grazie, in bocca al lupo e buon lavoro.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Galizia, perfetta nei tempi. Ci riprovo con il collega Navarra che vedo che è collegato, ma non so se ci sente. Mi sente, collega Navarra?

  PIETRO NAVARRA(intervento da remoto). Dite.

  PRESIDENTE. Perfetto, prego.

  PIETRO NAVARRA(intervento da remoto). Grazie, Ministro per la sua relazione. Il PNRR costituisce lo strumento principale di un programma che ha come Pag. 21obiettivo riparare i danni causati dalla pandemia, ma al contempo ha anche l'obiettivo di preparare la prossima generazione ad affrontare le sfide economiche e sociali su scala globale. Per fare questo occorre una visione strategica che non si limiti al necessario recupero dei differenziali di crescita, ma che assegni al Mezzogiorno una missione affinché l'Italia intera possa giocare un ruolo da protagonista nel Mediterraneo, come dicevano altri prima di me. Signora Ministro, se qualcuno le proponesse di inviare un pacco da Suez a Milano passando da Rotterdam, probabilmente lei si sorprenderebbe e si domanderebbe il perché di un giro così largo per la consegna della merce. Eppure oltre 2 milioni di container da Suez fanno rotta e sbarcano a Rotterdam per raggiungere l'Europa e per raggiungere anche Milano. I trasporti merci via mare nel Mediterraneo assorbono il 30 per cento del traffico globale e nei prossimi anni si prevede un incremento del traffico merci annuo di oltre il 3 per cento sul Mediterraneo. Tuttavia solo una piccola parte delle navi che passano da Suez si fermano nei porti italiani. La sola Rotterdam movimenta un numero di container superiore a quello dell'insieme di tutti i porti italiani: parliamo di diverse decine di miliardi di euro l'anno per la scarsa appetibilità dei nostri porti. Dei 7.600 chilometri di coste del nostro Paese, gran parte sono localizzate nel Mezzogiorno e nelle isole, ma i nostri porti del Mezzogiorno vengono saltati sistematicamente da quelle reti globali che mettono in contatto nazioni e territori facendo transitare merci, energie, informazioni, insomma, facendo transitare ricchezza. Cosa ci manca per sfruttare la posizione strategica per il Mezzogiorno, per essere al centro del Mediterraneo? Bene, ci manca una visione, signora Ministro, che riconosca ai porti del Mezzogiorno il ruolo di hub principale da e per l'Europa. I porti da soli non bastano, c'è la necessità di trasformare i porti del Mezzogiorno in poli logistici intermodali, tecnologicamente avanzati, moderni, attraverso una maggiore integrazione con il sistema aeroportuale dei collegamenti terrestri con i corridoi internazionali per un agile smaltimento delle merci. È evidente che lo sviluppo del Mezzogiorno non possa che passare attraverso un piano dei trasporti per un'Italia ad alta velocità tutta connessa nell'asse nord-sud, est-ovest e isole, rivedendo i tracciati per trovare soluzioni infrastrutturali migliori, al fine di prolungare e completare le opere sulla dorsale adriatica, sul versante tirrenico, da Salerno fino a Siracusa e Palermo. È inutile ribadire quanto sia di straordinaria importanza l'attraversamento stabile e veloce dello Stretto di Messina. Il rilancio del Mezzogiorno passa anche attraverso una programmazione che possa garantire servizi adeguati, diritti, opportunità a un terzo dei cittadini italiani. A questo proposito desidero chiedere un forte impegno, determinato e intransigente del Governo sulla misurazione dei livelli essenziali di prestazione e sul loro soddisfacimento prima di qualsiasi azione e nel riconoscimento dell'autonomia differenziata alle regioni che ne hanno fatto già richiesta, nel rispetto della Costituzione e della normativa vigente sul federalismo e il PNRR può essere un'occasione per il raggiungimento di questo obiettivo. Se confrontiamo la distribuzione del personale sanitario tra le regioni, quelle del Sud hanno il 25 per cento in meno di personale medico, paramedico e infermieristico in rapporto alla popolazione rispetto alle regioni del resto d'Italia. È chiaro che la capacità sanitaria avrà un ruolo già nell'esito delle vaccinazioni di massa che stiamo facendo in questi giorni. Sarà colpa del Sud sempre attardato o delle forze in campo disegualmente distribuite?
  Inoltre vi è il tema degli asili nido. Sappiamo che sono state stanziate risorse significative per il programma di investimenti in questo settore, tuttavia la distribuzione delle somme disponibili non è chiara. Per evitare di ripartire somme uguali tra diseguali, sarebbe utile condividere un criterio di riparto delle risorse che risponde innanzitutto all'esigenza di colmare il differenziale distributivo dei posti per numero di abitanti, tutto a vantaggio, al momento, delle regioni del Centro-Nord. Ci piacerebbe conoscere quali sono le sue Pag. 22opinioni al riguardo anche su questi importanti temi.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
DELLA V COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
GIORGIO LOVECCHIO

  PRESIDENTE. Diamo la parola alla senatrice Rivolta del gruppo Lega. Non la sentiamo.

  ERICA RIVOLTA. ... (audio mancante) rispetto alla realizzazione di porti capaci di attrarre, di essere base per i grandi cargo provenienti da Suez e dall'Africa. Effettivamente pensare a un grande porto nel centro del Mediterraneo sarebbe un obiettivo importante e strategico, anche per tutto l'indotto che potrebbe generare. Penso possa rientrare a ragion veduta nei grandi obiettivi. Ma mi chiedo e lo chiedo a tutti voi, la storia purtroppo ci consegna tantissimi fondi del passato che non sono stati spesi per vari motivi. Nei vari motivi metto tra i principali l'incapacità di fermare la criminalità organizzata che ben si concentra soprattutto sulle grandi opere, ma ha una presenza capillare. Se non c'è una lotta precisa ed efficace alla criminalità organizzata, se non ci sono nuove professionalità da trarre, se rimangono uguali i valori di partenza, le varie variabili di partenza, come si può pensare all'improvviso, in un breve tempo – infatti abbiamo anche un problema tempo che ci impone un cambiamento rapidissimo – di avere dei progetti importanti e seri? Come possiamo pensare di fare atterrare – visto che adesso si usa questo verbo, all'improvviso lo usiamo sempre in questo caso – questi progetti con la certezza che verranno portati a termine e saranno davvero un volano per tutta l'economia, per il sud e per l'Italia intera?

  MAURO D'ATTIS. Anch'io ringrazio il Ministro Carfagna per l'intervento e vado subito al sodo perché i tempi sono ristretti. Intanto credo che un'ottima notizia sia la dichiarata volontà del Ministro di fare una vera e propria operazione di chiarezza e trasparenza, per così dire operazione verità sui fondi del Sud. Il fatto che nel PNRR ci sia la evidenza delle effettive risorse disponibili finanziarie per il Sud, credo che sia la vera novità rispetto anche alla proposta iniziale. Credo che questo sia un metodo che, se viene così impostato, garantisce al Mezzogiorno maggiore verità, maggiore chiarezza su tutto, non solo per il PNRR. Per esempio, un'operazione verità necessaria riguarda le reti ferroviarie. Quante volte abbiamo sentito – anche in Aula – confondere la AC con la AV, cioè l'Alta capacità con l'Alta velocità. Mi riferisco in particolare alle reti della Napoli-Bari, della Salerno-Reggio Calabria, per quanto riguarda i percorsi non solo ferroviari, ma anche stradali.
  Poi c'è un tema importante e su questo spero di avere ulteriori conferme rispetto a quanto già detto dal Ministro. A volte non è un problema di soldi, ma è un problema di tempi. In particolare al Sud, quello dei tempi è uno dei problemi maggiori. Le ZES sono state una felice intuizione, ma spesso il problema non è quello delle risorse – che apprendiamo verranno implementate – ma di una farraginosità burocratica enorme. Vi è una proposta fatta dalle regioni che riguarda specificatamente il pacchetto localizzativo, che per gli imprenditori evidentemente ancora non funziona. Ha bisogno di semplificazione, di flessibilità dei rapporti di lavoro, di maggiori incentivi fiscali, oltre alle semplificazioni per le opere portuali, quindi anche quelle retroportuali, in particolare la semplificazione in area ZES. Segnalo alla Ministra i lavori della Commissione bicamerale semplificazione di Camera e Senato che ha avviato un'indagine conoscitiva sui tempi della burocrazia, in ordine alla semplificazione del rilascio delle attività di impresa. Fu proprio una proposta di Forza Italia a chiederlo.
  Infine chiedo se si sta già lavorando sull'attivazione o la riattivazione di nuovi contratti istituzionali di sviluppo e che ruolo essi avranno nella nuova pianificazione insieme a quella importante delle ZES e a questo disegno di legge che aspettiamo arrivi presto.

Pag. 23

  PRESIDENTE. Interviene il deputato Rampelli del gruppo Fratelli d'Italia, prego. Non la sentiamo, deputato Rampelli. Andiamo avanti in attesa che sia collegato. Ha chiesto di intervenire il senatore Lorefice del gruppo MoVimento 5 Stelle. Non la sentiamo, senatore Lorefice.

  PIETRO LOREFICE. Sì, sì.

  PRESIDENTE. Adesso sì, ha due minuti a disposizione.

  PIETRO LOREFICE. Grazie al Ministro. Non so se è un problema tecnico, ho un ritorno fastidioso nell'audio. Vado direttamente alle domande perché ho poco tempo. Ministro, ha parlato di una rimodulazione delle risorse della Missione 5, concordata con il Ministro Franco. Pertanto le chiedo se ci può far avere una scheda, un elenco, il dettaglio delle schede progettuali legate a tale rimodulazione di risorse della Missione 5, legate quindi alla coesione territoriale.
  Lei raccoglie un testimone molto gravoso, cioè riuscire nell'obiettivo in cui tanti suoi predecessori hanno fallito, vale a dire di dare realmente un riequilibrio tra il Nord e il Sud della nazione. Per questo le faccio il mio migliore in bocca al lupo, perché da parlamentare del Sud non posso che augurare a lei, ma a tutto il Sud Italia di riuscire assieme – ribadisco assieme, perché se non uniamo le forze non riusciremo in questa grande impresa – a colmare quel divario e a lavorare in quella direzione.
  Le chiedo se ha già messo in campo una ristrutturazione, rimodulazione, un rafforzamento della struttura del suo Ministero o se è prevista una struttura di missione per dare supporto a tutti gli enti locali del Sud d'Italia che non hanno una struttura adeguata. Se è così, le chiedo se può fornirci informazioni in tal senso. Poi mi permetto di mettere in evidenza come, a mio avviso, sia necessario puntare anche alle aree del Sud d'Italia che già presentano grandi penalizzazioni come le aree di crisi industriali complesse o le aree con gravi crisi di natura ambientale, oltre che sociale. Mi riferisco alle aree del Sud come Gela, Termini Imerese, Taranto. Pertanto la invito a fornire a noi parlamentari un dettaglio dei progetti legati a questo grande obiettivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Rampelli del gruppo Fratelli d'Italia, prego. Non la sentiamo, deve aprire il microfono. No, vediamo che ancora il microfono è bloccato. Adesso sì.

  FABIO RAMPELLI(intervento da remoto). Eccoci, non so per quale motivo ma non si accendeva, era rimasto bloccato. Buongiorno al Ministro Carfagna, anzitutto le faccio gli auguri di buon lavoro. Sono abbastanza soddisfatto per la relazione che ho ascoltato, molto dettagliata e incisiva. Mi permetto di aggiungere alcuni elementi nella speranza che possano poi essere valutati dalla Ministra stessa non tanto come punti critici, ma come stimoli.
  Parto dalla sua conclusione, di cui anche qualche altro collega prima di me ha parlato in maniera abbastanza diffusa: mi riferisco al piano di assunzioni. In particolare la Ministra ci ha spiegato che le assunzioni che verranno messe in campo saranno funzionali, quindi perfettamente coordinate con l'esigenza di onorare le progettualità di cui ci dovremmo dotare per capitalizzare al meglio le opportunità del PNRR. Ritengo che, da questo punto di vista, il PNRR debba essere attuato non soltanto con il supporto di profili tecnici quando si faranno le selezioni, perché immagino che ci saranno procedure collaudate. So di dire una banalità, però so anche che tale banalità non viene quasi mai contemplata dalla pubblica amministrazione nella fase selettiva. Non voglio dire che prevalgano ragioni inconfessabili che pure di tanto in tanto sono emerse e hanno inquinato la capacità selettiva della nostra amministrazione ma si sono trascurati i requisiti che, a mio giudizio, non sono negoziabili e che riguardano l'attaccamento alle istituzioni, il senso dello Stato, l'educazione civica, la capacità di essere cabina di regia e, quindi, di assumersi la responsabilità e di prendersi i rischi che questa responsabilità comporta. Non basta un profilo Pag. 24 tecnico, perché di tecnici è pieno il mondo; la tecnica non è neutrale ma deve essere messa al servizio dello Stato e, in questo caso, possiamo simpaticamente e goliardicamente dichiarare impossibile la missione da compiere, perché dall'Unità d'Italia ai giorni nostri abbiamo assistito progressivamente a fasi quasi ineluttabili di declino di una parte dell'Italia, in particolare quella che viene definita Mezzogiorno. Cercherei quindi di introdurre questo aspetto e di far sviluppare nei profili tecnici, soprattutto se saranno profili apicali, la caratteristica fondamentale che deve avere un capostruttura, ossia di far lavorare gli altri, perché buona parte della deresponsabilizzazione che è presente nella pubblica amministrazione è legata al fatto che – voglio dirlo, me ne prendo la responsabilità e so che non sarà una obiezione indolore per alcuni ed è ovvio che non si può generalizzare – ci sono tanti dirigenti bravissimi, tanti capi di dipartimento e tante persone che fanno bene il proprio dovere, ma ci sono tante altre che, invece, trascurano questo aspetto. Una figura apicale è una figura che funziona nella misura in cui riesce a far lavorare gli altri, a coordinare, a organizzare, a stimolare e, quindi, a incrementare la produttività.
  La seconda e ultima osservazione – ho impiegato anche troppo tempo per fare la prima – riguarda l'attenzione che deve essere dedicata alle eccellenze del Sud sul piano della coesione territoriale. Quello che mi augurerei e che farei se fossi al posto della Ministra Carfagna è individuare i settori che devono letteralmente lievitare e contestualmente e conseguentemente far lievitare il Sud o comunque le aree in difficoltà, perché anche le periferie delle grandi città sono aree depresse, anche se non sono collocate nel Sud d'Italia.
  Le eccellenze in alcune aree territoriali sono i beni culturali, artistici, paesaggistici e naturalistici, il turismo, l'agricoltura di qualità, tutte quelle specificità che devono essere aggredite in positivo perché devono fruttare un innalzamento del fatturato, della produzione, dei coefficienti di ricchezza. Il resto è tutto importantissimo, ma non dobbiamo – io non lo farei – commettere l'errore di prendere ciò che abbiamo e di ridistribuirlo, perché questa non è la fase della redistribuzione, ma è la fase dell'incremento della ricchezza da distribuire quando si sarà stratificata e consolidata. Dobbiamo mettere l'Italia nelle condizioni di produrre ricchezza andando a saturare un Sud che, invece, da un punto di vista degli strumenti operativi è assolutamente incapace, non pronto, non preparato e non attrezzato, che forse è la parola più giusta.
  Facendo questa operazione, per esempio, con le infrastrutture – anche se non è una competenza propria e specifica del Ministro Carfagna – il collegamento tra la Sicilia e la Calabria in accordo con il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili è fondamentale per intercettare la ricchezza che passa per il Mediterraneo.
  Creare ricchezza deve essere la madre di tutte le battaglie e per farlo gli strumenti operativi non devono essere indistinti, ma devono avere una loro gerarchia e una loro capacità di coinvolgere e responsabilizzare il territorio e le categorie per far diventare queste eccellenze un volano di rinascita del Sud e conseguentemente dell'Italia.

  GIUSI BARTOLOZZI. Ministra Carfagna, lei ci ha convinti – ma per noi non è certamente una novità – per il metodo organizzativo, la coerenza, la sinergia e la strategia comune tra i vari Ministeri. Ci ha convinto per la lucidità di analisi, perché lei parlava di un piano Sud, di un Sud che è declinato in maniera trasversale in tutto il PNRR, ma ha anche detto con molta lucidità che ciò non deve diventare un alibi e quindi una forma di elusione per analizzare veramente i problemi del Sud. Ci ha convinti ancora di più, perché abbiamo colto nella sua relazione di oggi un intervento pragmatico e su questo rispondo sin da ora alla collega Lucaselli che per tre volte ci interrogava sui motivi del cambiamento nell'atteggiamento di Forza Italia rispetto al PNRR. Se vi è tale cambiamento, da parte sua vi è sicuramente in maniera pragmatica perché, come anche il presidente Rampelli ha ricordato, durante la relazione lei ha detto – l'ho notato in maniera molto compiaciuta – che vi è un intervento su sei linee programmatiche della Pag. 25Missione n. 5, Inclusione e Coesione territoriale, che andavano dalle ZES, alle aree interne, dalla ricostruzione delle aree terremotate ad altro. Se già vi è questo intervento in fase di modulazione con il MEF ben venga.
  Ciò che, Ministro, non trovo nel PNRR – da qui ha origine la mia domanda – è una attenta considerazione per la giurisdizione al Sud. Ieri abbiamo avuto in Commissione giustizia la Ministra Cartabia, alla quale abbiamo rappresentato che non si possono utilizzare risorse o strumenti uguali per affrontare problemi che, invece, sono molto diversi. Rispetto alla giurisdizione al Sud, l'influenza diretta sull'economia del nostro Paese è stimata nel 2,5 per cento del PIL, quindi è evidente che, se un tribunale lavora male, ha una ricaduta nella nostra economia. La mancanza di attenzione alla giurisdizione al Sud, all'interno della bozza di Piano di gennaio, merita, secondo noi di Forza Italia, probabilmente un'attenzione particolare. Per questo, Ministro, le chiederei sin d'ora in maniera un po' più specifica se c'è un'interlocuzione con il Ministro Cartabia sull'individuazione di strumenti espliciti che possono risolvere anche l'arretrato – ma quello non è l'unico problema – dei tribunali del Sud che – ricordo a tutti i commissari – hanno una media di ritardo del 30 per cento in meno rispetto alla media italiana e non cito neanche quella europea.
  L'altra domanda che le rivolgo è se ritiene che vi siano ancora spazi di intervento nel PNRR non tanto con l'individuazione, ma con l'utilizzazione delle risorse già presenti in quel Piano per finanziare strumenti di intervento tecnico e settoriale per i tribunali del Mezzogiorno.
  Ministro, concludo rassegnandole la più ampia disponibilità da parte del gruppo di Forza Italia all'individuazione di questi possibili micro-interventi e ricordando che già con il Ministro Orlando, nella scorsa XVII legislatura, è stato svolto un grande lavoro di analisi e monitoraggio fatto dal presidente Barbuto che all'epoca era il direttore del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi. Partendo da quell'ottimo lavoro di analisi e di monitoraggio, occorre avere la ricaduta e quindi l'individuazione di misure strategiche per la giurisdizione del Sud che certamente non possono essere quelle appena esemplificate nel Piano, ma che riguardano l'intero territorio nazionale. È indispensabile un'attenzione particolare alla giurisdizione del Sud.

  GIUSEPPE BUOMPANE(intervento da remoto). Grazie, Ministro, per la sua relazione. Ministro, inizierei proprio dalla definizione dei LEP, a cui altri miei colleghi già hanno accennato, che penso che sia una precondizione necessaria per capire qual è l'obiettivo verso cui convergere nella strutturazione di questo grande Piano Nazionale di ripresa e resilienza. Nell'ottobre 2020, la V Commissione Bilancio della Camera, in una sua relazione, aveva evidenziato la necessità di un coordinamento tra la fase di elaborazione del PNRR e l'ordinaria attività di programmazione della politica di coesione del nuovo Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, perché, come anche il Ministro Franco ci ha detto nella scorsa audizione, il PNRR è sicuramente una misura di politica economica maestosa e da monitorare, ma ci sono anche altri strumenti soprattutto per il Sud che vanno monitorati e seguiti. Proprio in questa ottica, è vero che la competenza del suo Ministero è trasversale, però è necessario vigilare proprio sull'operatività anche degli altri strumenti strutturali di coesione a disposizione del nostro ordinamento. Ben venga anche la strutturazione di un apposito capitolo per il Sud nel PNRR che ci dia la misura delle risorse effettivamente destinate per il rilancio del Sud.
  Mi riallaccio anche a quanto gli altri miei colleghi, soprattutto Fassina e la senatrice Bonino, hanno detto. Il Sud ha una grande ricchezza che è una grande opportunità, ovvero il Mediterraneo. Cerchiamo di spingere affinché il Sud diventi un vero e proprio hub logistico del Mediterraneo attraverso l'investimento forte sulle zone portuali, sulle ZES, sui retroporti e sul trasporto intermodale.
  Proprio sulle ZES restiamo in attesa di avere la proposta di riforma che sicuramente è molto attesa. Cercherei di attirare Pag. 26la sua attenzione anche sulle aree di crisi industriale complessa: si tratta di desertificazioni industriali che il nostro territorio ha subìto e che sono divenute un bacino di disoccupati che tuttavia non hanno conosciuto gli investimenti preordinati nelle intenzioni del legislatore.
  Mi soffermo su un'ultimissima cosa e concludo. Bene la spinta sulla parte degli investimenti, tuttavia la politica non deve guardare con imbarazzo anche all'assistenza di cui in questo momento molti concittadini hanno bisogno. Quindi va bene investire, ma occorre anche aiutare chi in questo momento è in difficoltà, perché purtroppo i tempi dei bisogni impellenti non sempre collimano con quelli della politica.

  LUIGI GALLO(intervento da remoto). Ringrazio la Ministra. Affronterò due temi. Il primo è la capacità progettuale del Sud. Non nascondiamoci dietro un dito: abbiamo macchine amministrative dei comuni, delle città metropolitane e delle regioni che affannano e su questo forse serve anche un progetto o una spinta da parte del Governo nazionale.
  L'altro tema è la povertà minorile. Abbiamo un grosso gap in molte regioni del Mezzogiorno. Ministra, conosco la sua sensibilità e la sua attenzione al tema e quindi mi chiedo se collaborerà con altri Ministri per elaborare proposte di intervento allo scopo di coinvolgere i minori che oggi si trovano in situazioni disagiate o che addirittura sono stesi al suolo, perché incapaci di poter avere quella spinta e quelle competenze che servono per farsi anche loro motori dello sviluppo del Sud.

  PRESIDENTE. Farò un'ultima considerazione e un'ultima domanda. Riferisco un po' il pensiero dell'Intergruppo Recovery Plan per il Mezzogiorno nato alla Camera. Da alcune considerazioni fatte, si è parlato della Quota 34 che attualmente esiste nello stanziamento dei fondi ministeriali. Dobbiamo pensare di andare oltre la Quota 34 per quanto concerne il Recovery Plan, perché altrimenti sarebbero risorse in percentuale sproporzionatamente esigue se commisurate alle reali esigenze che il dispositivo europeo è volto a soddisfare, all'assoluta centralità delle istanze di coesione, solidarietà e giustizia e alle valutazioni che hanno portato le istituzioni dell'Unione a monte a stanziare risorse così cospicue a beneficio dell'Italia. In questa cornice si pone l'esigenza di adeguare le linee di intervento per garantire al Mezzogiorno un'efficiente tessuto infrastrutturale, con particolare riguardo alle infrastrutture ferroviarie, al miglioramento del trasporto pubblico locale e alla modernizzazione delle reti idriche. Su quest'ultimo aspetto al Sud si registra la maggiore dispersione di acqua: un errore se si pensa a quanto sarebbe importante per il rilancio dell'agricoltura, asse portante della nostra economia nel Mezzogiorno.
  Ho un'ultima puntualizzazione. Dopo aver audito anche il Ministro Franco, il quale ci ha ricordato che abbiamo una carenza di uffici tecnici degli enti locali, proponiamo di pensare di prevedere una task force delle aziende di Stato che sia dedicata solo alla progettazione delle infrastrutture al Sud in modo tale da accelerare il processo di progettazione per poter sfruttare tutti questi finanziamenti del Recovery Fund. Do la parola alla Ministra Carfagna per il suo intervento. Se riesce a rimanere nei trenta minuti, sarebbe l'ideale, perché dopo ci sarà una prossima audizione.

  MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministra per il Sud e la coesione territoriale. Grazie, presidente. Grazie davvero a tutti i colleghi per gli interventi che hanno svolto e che sono stati ricchi di spunti, di suggerimenti e di proposte che ritengo utili e, in alcuni casi, preziose, e di cui cercherò di fare tesoro non soltanto nel lavoro di elaborazione e di implementazione del PNRR, ma anche in tutto il lavoro di predisposizione, già in fase avanzata, dell'accordo di partenariato per l'utilizzo dei fondi europei e dell'elaborazione del Piano nazionale di sviluppo e coesione per l'utilizzo del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Per quanto mi riguarda, credo che la presente audizione sia una sede privilegiata di confronto tra Governo e Parlamento. Così vengo anche a rispondere a una delle domande e delle Pag. 27sollecitazioni garbate fatte dall'onorevole Trancassini, se non erro. Questa per me è una sede di confronto che mi consente di raccogliere le vostre istanze, le vostre sollecitazioni e le vostre critiche. Se c'è bisogno di intensificare questo dialogo e questo confronto, naturalmente sono a vostra disposizione, poiché considero il Parlamento il luogo principe per l'elaborazione della progettualità anche governativa. L'onorevole Trancassini ha detto che, se non ci fosse questo confronto, si tratterebbe di un oltraggio al Parlamento. Chi mi conosce sa quanto io rispetti il Parlamento e la sacralità del Parlamento, quindi lungi da me voler commettere addirittura un oltraggio alle procedure parlamentari. Sono a vostra assoluta disposizione per realizzare e se volete intensificare questo rapporto virtuoso che deve esserci tra Governo e Parlamento.
  Vengo a rispondere nel merito di alcune questioni che avete sollevato, sperando di essere esaustiva e, se non lo sarò, vi prego di sollecitarmi ancora eventuali risposte e poi deciderà il presidente se continuare il confronto in questa sede o eventualmente riservarci di convocare un'altra seduta delle Commissioni.
  L'onorevole D'Uva ha fatto riferimento alla vicenda delle baraccopoli di Messina. Devo dire che si tratta di uno dei primi dossier di cui mi sono occupata anche grazie alla sollecitazione dello stesso onorevole D'Uva e dell'onorevole Siracusano. Stiamo chiedendo iniziative urgenti nel quadro dell'emergenza COVID-19 per dotare il soggetto attuatore, cioè il comune di Messina, di poteri derogatori volti a facilitare la delocalizzazione delle persone che abitano nelle baraccopoli e soprattutto la bonifica del sito. Stiamo sollecitando l'adozione di iniziative e di misure urgenti da adottare grazie anche al quadro normativo legato all'emergenza COVID-19.
  Per quanto riguarda la Missione n. 6, la sollecitazione è stata sollevata dall'onorevole Pagano che chiedeva come si fa a costruire un capitolo Sud se restano le sei Missioni sulle quali è già articolato il Piano. La costruzione del capitolo Sud riguarda un'operazione di trasparenza che serve a mettere in evidenza e, se possibile, a implementare gli interventi e le linee di intervento che avranno una ricaduta sui territori del Mezzogiorno per quantificare le quote di finanziamento che saranno destinate ad essere assorbite dal Mezzogiorno. Quindi l'impianto del Piano resterà quello attuale con le sei Missioni e con le relative linee di intervento, tuttavia in queste sei missioni sarà compreso un capitolo destinato al Sud con l'operazione trasparenza e di ricognizione, cioè un capitolo ricognitivo per capire quante risorse del PNRR effettivamente saranno destinate al Sud.
  Per quanto concerne le ZES, è un tema che è stato sollevato in più interventi. Ritengo di dare una risposta adesso e mi auguro che possa essere esaustiva per tutte le richieste di chiarimenti che sono arrivate nel corso dei vostri interventi. Stiamo predisponendo una riforma delle aree ZES, perché vogliamo modificare l'assetto organizzativo delle zone economiche speciali. L'assetto organizzativo attuale vede il commissario come un mero organo di coordinamento, privo di un reale potere decisionale. Vorremmo, invece, che il commissario sia regista della conferenza dei servizi e che sia l'autorità che emana l'unico provvedimento autorizzativo finale. In questo assetto è chiaro che gli imprenditori e le imprese avranno come unico interlocutore il commissario. Ovviamente, per realizzare tale innovazione, il commissario sarà dotato di un'unica struttura amministrativa di supporto. L'autorizzazione unica interverrà in tempi certi e cercheremo di fare in modo che siano dimezzati rispetto a quelli ordinariamente previsti dalla legge generale sul procedimento amministrativo, anche grazie al regime di silenzio-assenso che caratterizza la conferenza dei servizi, le cui potenzialità potranno essere completamente utilizzate dal commissario. Queste sono le linee di intervento su cui stiamo lavorando come Ministero per il Sud e la coesione territoriale per riformare le ZES e fare in modo che siano davvero luoghi di attrazione e di investimenti per chi vuole operare nelle zone portuali, retroportuali e connesse. Pag. 28
  In materia di LEP, ci sono stati diversi interventi e quindi provo a rispondere qui per tutti. Nei giorni scorsi ho avuto un confronto con il professor Arachi che presiede la Commissione tecnica per i fabbisogni standard. Come Ministero per il Sud abbiamo chiesto di entrare a far parte della Commissione tecnica per i fabbisogni standard, che ad oggi non prevede la partecipazione del Ministero per il Sud e la coesione territoriale. Il tema dell'individuazione dei LEP è una necessità indicata con chiarezza dalla riforma del 2001 ed è indispensabile per garantire a tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo di residenza, uguali livelli di assistenza. Ad oggi, in assenza di LEP, si agisce sulla base del criterio di riparto legato alla spesa storica e questo dà vita ad una inaccettabile discriminazione per residenza a danno dei cittadini del Sud. Il professor Arachi mi ha detto che molto è stato fatto per quanto riguarda i comuni, ma, dopo i comuni, bisogna passare alle province e alle regioni.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA XIV COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
SERGIO BATTELLI

  MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministra per il Sud e la coesione territoriale. È chiaro che sarà necessario agire a livello normativo attraverso una modifica normativa per individuare e definire i LEP e per individuare e definire i fabbisogni, che poi dovranno essere finanziati con una spesa che evidentemente non corrisponde alla spesa attuale, che viene erogata sulla base della spesa storica.
  Per quel che riguarda gli asili e i LEP relativi agli asili, vi è già un riferimento normativo europeo, ribadito anche dai princìpi del PNRR, e vi è un riferimento normativo nazionale che sollecita un parametro definito ma di esso si prevede l'attuazione a spesa invariata. Come dicevo prima, proveremo a suggerire in chiave normativa una proposta che ribadisca una quota definita di copertura del servizio, ma garantendo le risorse necessarie anche attraverso il PNRR. Adesso è chiaro che il PNRR interviene sulle dotazioni infrastrutturali per il raggiungimento dei LEP, cioè sugli asili, sulla medicina territoriale e sulle infrastrutture scolastiche, e contribuisce al finanziamento dei servizi legati a consentire il raggiungimento dei LEP. In entrambi i casi è fondamentale poi individuare i criteri di riparto che tengano conto dei divari territoriali esistenti e su questo concentreremo il nostro lavoro.
  Ringrazio il senatore Candiani per aver sollecitato una riflessione volta ad identificare ciò che non ha funzionato allo scopo di cambiare le regole di ciò che non ha funzionato. In realtà è una riflessione già in atto da parte degli uffici e in particolare del Dipartimento per le politiche di coesione, ma è chiaro che raccolgo la sollecitazione e la faccio mia. Credo anche di aver risposto all'onorevole Pella sui LEP relativi agli asili.
  Per quanto riguarda invece il PON Metro, sappiamo che ha funzionato bene e che si tratta di un PON virtuoso, se così si può definire. Quindi intendiamo rafforzare il ruolo e la dimensione finanziaria del PON Metro all'interno della programmazione dei fondi strutturali 2021-2027. Con l'ANCI abbiamo condiviso la sua estensione alle città medie del Sud e il rafforzamento degli interventi per l'inclusione sociale e la transizione green. Più in generale il ruolo della dimensione comunale nella nuova programmazione 2021-2027 verrà rafforzato anche attraverso l'obiettivo 5 legato alle strategie territoriali di sviluppo.
  Per quanto le obiezioni avanzate dall'onorevole Trancassini, ribadisco ciò che ho detto all'inizio. Naturalmente condivido la necessità e la richiesta di essere messi nelle condizioni di proporre e di ascoltare – credo che questa mattina lo stiamo facendo e, se non dovesse bastare, ribadisco la mia volontà di replicare queste occasioni di confronto – e raccolgo anche la sollecitazione ad operare e ad attivare un confronto sulle aree interne e sulle aree terremotate. Sulle aree interne stiamo lavorando e c'è una specifica allocazione all'interno della Missione 6 del PNRR, come ricordavo nel corso della mia relazione e, tra l'altro, Pag. 29prevediamo anche di rafforzare i presìdi sanitari di prossimità attraverso un investimento specifico. Sulle aree terremotate raccolgo la sollecitazione che indica come sia opportuno un coinvolgimento non solo del commissario, ma anche dei sindaci e dei presidenti di regione coinvolti relativamente a quelle aree. Sono sollecitazioni che mi sento di raccogliere e per questo ringrazio l'onorevole Trancassini di averle fatte.
  Per quanto riguarda le osservazioni dell'onorevole Fassina, che invita a costruire una vocazione mediterranea del Mezzogiorno, sono d'accordo sul fatto che bisogna trasformare il Mezzogiorno da periferia di un'Europa industriale a trazione franco-tedesca ad avamposto dello scambio euro-mediterraneo, euro-asiatico ed euro-africano. Credo che in questo senso siano utili e preziose le riflessioni della senatrice Bonino, che invita a rendere centrale il Mezzogiorno nello scenario euro-mediterraneo e, per farlo, bisogna rafforzare il sistema portuale del Mezzogiorno, i sistemi interportuali, l'Alta velocità e le ZES. Sono tutti temi sui quali il Ministero sta lavorando affinché tali linee di intervento siano rafforzate nelle Missioni del PNRR per rendere – rispondo in questo modo anche ad altre sollecitazioni che sono arrivate – il Sud un hub logistico del Mediterraneo. È una visione da condividere accanto a quella a cui la senatrice Bonino faceva riferimento ossia di fare del Sud un territorio da sviluppare così come il Nord. È chiaro che bisogna fare questo, ma c'è bisogno di sviluppare il Sud nel Mediterraneo attraverso il potenziamento delle vie del mare, dei porti e delle infrastrutture delle ZES. Sono d'accordo che la riforma delle ZES è una priorità assoluta sulla quale abbiamo investito subito attenzione, energie e risorse.
  Sempre l'onorevole Fassina chiedeva quante e quali risorse vengono allocate nel piano assunzioni e se ci sono termini precisi riguardanti la quantità e la qualità. Posso dire che l'Agenzia per la coesione territoriale sta effettuando una ricognizione dei fabbisogni delle diverse amministrazioni, ovvero di quali professionalità c'è bisogno e in quali amministrazioni e con il Ministro Brunetta stiamo predisponendo il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per procedere immediatamente alle assunzioni, naturalmente tenendo conto delle regole legate all'emergenza epidemiologica da COVID-19.
  Spero di aver risposto sui LEP e, se così non dovesse essere, naturalmente mi riservo di farlo. Ritengo di aver risposto anche alla senatrice Bonino dichiarandomi d'accordo sulla visione da lei proposta e sul fatto che tutto, a cominciare dalla scuola e dalla formazione, va modellato su quella visione e su quel modello di sviluppo capace di attrarre anche investimenti privati, ma naturalmente ci riserviamo di fare un ulteriore approfondimento di tale ipotesi di sviluppo del Sud anche per arricchire le nostre proposte, finalizzandole a questo modello di sviluppo.
  Per quanto riguarda le osservazioni dell'onorevole Ricciardi, condivido certamente la capacità di rafforzare il sistema portuale affinché possa attrarre anche traffici intercontinentali. Per tale ragione c'è bisogno di un'infrastrutturazione capace di rendere il sistema portuale competitivo e non solo limitato ad una vocazione turistica, ma anche esteso ad una vocazione commerciale.
  Sempre la senatrice Ricciardi fa riferimento ai criteri di riparto che l'Unione europea ha utilizzato per distribuire le risorse del Next Generation EU agli Stati membri. Sappiamo che tali criteri di riparto, che si fondano sulla popolazione, sull'inverso del PIL e sul tasso di disoccupazione, hanno determinato l'ammontare significativo di risorse che sono arrivate in Italia e da più parti viene richiesto che anche le risorse che sono attribuite all'Italia vengano distribuite sulla base di quei criteri di riparto: ciò determinerebbe un'allocazione pari al 66 per cento delle risorse del Next Generation EU. Provo a ribaltare tale impostazione e tale visione: concentriamoci sulla progettualità e sulle linee di intervento che riguardano le infrastrutture, la scuola, la sanità, il sistema portuale e gli asili nido. È chiaro che le risorse sono una conseguenza e non un dettaglio della progettualità che saremo in grado di mettere Pag. 30in campo, altrimenti, come dicevo nel corso del mio intervento, se l'impostazione sarà di tipo rivendicazionista, commetteremo un errore che è già stato fatto in passato: richiedere le risorse in un'ottica risarcitoria senza essere capaci poi di affiancare una capacità progettuale che è in grado di intercettare le risorse necessarie per colmare i divari.
  Sono d'accordo con la senatrice Giammanco sul superamento della spesa storica e credo di averne parlato nel corso dell'intervento sui LEP.
  Riguardo alla decontribuzione è in fase di negoziazione con la Commissione europea l'autorizzazione per poter usufruire della decontribuzione fino al 2029. Quella con la Commissione europea è una negoziazione, un'interlocuzione in atto e naturalmente spero di potervi aggiornare sull'ottenimento di un'autorizzazione da parte della Commissione europea per coprire le annualità dal 2022 sino al 2029.
  L'onorevole Lucaselli di Fratelli d'Italia mi chiede quali punti sono in discontinuità. Per quanto riguarda la mia competenza, credo di averli esplicitati nel corso della mia relazione sia per quello che riguarda la Missione 5, quella di più diretta competenza del Ministero per il Sud e la coesione territoriale, sia per quello che riguarda l'attività di ricognizione delle misure a favore del Sud. Quando arriveranno i progetti? È prevista la scadenza del 30 aprile per consegnare il PNRR alla Commissione europea. In vista di quella scadenza, il Governo si è insediato veramente in una fase molto complessa: siamo saliti su un treno in corsa e stiamo davvero correndo per poter rispettare le scadenze che l'Unione europea ci impone. Nel rispetto di quelle scadenze è chiaro che riusciremo poi a chiudere i progetti in tempo utile per rispettare le scadenze europee, ma anche per presentare i progetti all'opinione pubblica e al Parlamento.
  Per quanto riguarda l'utilizzo di bandi e di concorsi, credo che, prima del bando, potrebbe essere utile una pre-allocazione delle risorse che tenga conto degli indici di deprivazione territoriali. È chiaro che poi bisogna necessariamente irrobustire la pubblica amministrazione, ma di questo abbiamo già ampiamente parlato.
  A tal proposito l'onorevole Comincini mi sollecita riguardo al piano assunzioni. Certo che c'è bisogno di architetti, di ingegneri e di progettisti: c'è bisogno di una selezione che sia in grado di gestire i fondi del PNRR e poi di attuare i progetti da realizzare con quei fondi. È ciò che sta facendo l'Agenzia per la coesione territoriale, che sta tentando di capire qual è il fabbisogno delle singole amministrazioni.
  Credo di avere già parlato dei porti come poli logistici e intermodali.
  L'onorevole Rivolta della Lega osserva come i fondi che non sono stati spesi non lo sono stati per vari motivi tra i quali anche la pervasività della criminalità organizzata. Mi permetto di dire che la criminalità organizzata non è più una questione che riguarda soltanto il Sud, ma riguarda l'intero territorio nazionale. La senatrice Rivolta chiede come si può pensare di cambiare se restano intatte le condizioni di partenza. Sono d'accordo, però iniziamo a non penalizzare il Sud o, meglio, smettiamo di penalizzare il Sud con criteri di riparto che hanno penalizzato il Sud e hanno avvantaggiato il Nord. Faccio riferimento alla questione già affrontata della spesa storica che spesso, per esempio, ha di fatto allocato risorse al Sud per gli asili nido pari a 1 dove gli asili nido erano pari a 1 e pari a 10 al Nord dove gli asili nido erano pari a 10. Bisogna superare questo sistema che non consente di superare gli storici divari che esistono relativamente all'istruzione, agli asili, ai trasporti e alla sanità. Come dicevo prima, su questo bisogna lavorare insieme alla Commissione tecnica per i fabbisogni standard e attraverso una apposita previsione normativa.
  Ringrazio l'onorevole D'Attis per le osservazioni riguardo all'operazione trasparenza che il Ministero prova a fare sul Sud all'interno del PNRR. Credo di aver già risposto sulle ZES circa gli impedimenti del Ministero sulla riforma che stiamo costruendo. Naturalmente stiamo attenzionando anche il dossier avente ad oggetto il Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) che fa parte della delega che è stata assegnata Pag. 31 al Ministero per il Sud e lo riteniamo uno strumento indispensabile per mettere a sistema le risorse europee e nazionali in alcune aree che vanno rilanciate anche attraverso un potenziamento delle infrastrutture. Sui CIS da attivare poi mi riservo di fare una riflessione e quindi di aggiornarvi sulle iniziative che metteremo in campo nelle prossime settimane.
  Il senatore Lorefice mi chiede la possibilità di avere delle schede sulle linee di intervento rimodulate relativamente alla Missione 5: sarà mia cura farlo attraverso la presidenza della Commissione.
  Per ciò che riguarda la ristrutturazione dell'organizzazione del Ministero per potenziare la capacità di assorbimento dei fondi europei e non solo – credo che il senatore Lorefice intendesse in questo modo – possiamo già avvalerci di task force dell'Agenzia della coesione territoriale ed è anche in corso un'interlocuzione con la Cassa depositi e prestiti che già mette a disposizione delle professionalità per le amministrazioni che fanno più fatica di altre a realizzare la fase della progettazione e anche la fase dell'attuazione dei progetti. Stiamo definendo con Cassa depositi e prestiti un protocollo d'intesa che riguarderà alcuni dossier in particolare, come per esempio gli asili nido e l'internazionalizzazione delle imprese, ma anche la capacità di irrobustire le singole amministrazioni, cercando di capire quelle che più di altre hanno bisogno di affiancamento per la progettazione degli interventi e per la realizzazione degli stessi.
  Ringrazio il presidente Rampelli per i preziosi suggerimenti che mi ha fatto arrivare e per le proposte di cui sicuramente terremo conto sia riguardo al piano delle assunzioni sia riguardo alla necessità di valorizzare le eccellenze del Sud. Sono d'accordo che non siamo in una fase in cui possiamo limitarci a distribuire risorse, ma abbiamo il dovere di produrre ricchezza.
  Sono d'accordo sul fatto che i beni culturali, artistici e paesaggistici rappresentano realtà che possono costituire un volano di sviluppo in particolare per il Mezzogiorno d'Italia. Ringrazio molto il presidente Rampelli per le sue osservazioni.
  Riguardo, invece, alle sollecitazioni della collega Bartolozzi sul sistema giurisdizionale nel Mezzogiorno, siamo consapevoli che le regioni meridionali registrano un grave ritardo da questo punto di vista anche in rapporto ai tempi degli altri Paesi. Conosciamo i dati relativi alla durata dei processi che varia molto dal Nord al Sud del Paese. Stiamo lavorando ad un protocollo d'intesa con il Ministro della giustizia Cartabia, che da subito si è dimostrata sensibile e attenta a questi temi. Il protocollo avrà come obiettivo elaborare soluzioni concrete per colmare il divario tra il Nord e il Sud del Paese, a cominciare dalla durata dei processi e quindi dall'efficienza della giustizia civile. Non entro nel dettaglio che sarà oggetto di approfondimento da parte di quella che immaginiamo possa essere una specifica task force costituita tra il Ministero per il Sud e la coesione territoriale e il Ministero della giustizia. Dico soltanto che lo stanziamento globale previsto dal Recovery Plan per l'intervento in favore dell'innovazione organizzativa della giustizia ammonta a circa 2 miliardi, a cui si associano risorse complementari pari a 1 miliardo e 10 milioni, che sono connesse agli stanziamenti in legge di bilancio, e, come Ministra per il Sud e la coesione territoriale in fattiva collaborazione con la Ministra Cartabia, ritengo doveroso un impegno affinché parte di queste importanti risorse siano destinate a colmare questo gap, questo divario e a contrarre le tempistiche del sistema giustizia in modo da riportare la giurisdizione al Sud in linea con il resto del Paese e con le medie europee. Ringrazio la disponibilità del gruppo di Forza Italia per realizzare questi interventi.
  Da ultimo, l'onorevole Buompane sollecita un intervento sui LEP, su cui credo di aver già detto abbastanza, ma naturalmente sono ulteriormente a disposizione. Inoltre l'onorevole Buompane sollecita un coordinamento del PNRR con la politica nazionale ed europea di coesione e il nostro intervento va assolutamente in questa direzione. È nostra intenzione occuparci anche delle aree di crisi industriale complessa, di cui proprio ieri ho parlato nel Pag. 32corso di un confronto che ho avviato con le parti sociali. Sono d'accordo sul fatto che sia necessario concentrarsi sugli investimenti senza tralasciare naturalmente gli interventi che hanno come obiettivo quello di potenziare l'assistenza, soprattutto in una fase come questa in cui le conseguenze economiche e sociali della pandemia hanno avuto ricadute maggiori, più pesanti e più robuste proprio sul Mezzogiorno d'Italia. Lungi da me la volontà di tralasciare gli interventi relativi all'assistenza che, a mio avviso, tuttavia vanno resi più efficaci di quanto non lo siano stati fino ad oggi.
  Mi fermerei qui. Se ci sono altre richieste, naturalmente sono a vostra disposizione.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministra. Prego, senatrice Giammanco, in breve.

  GABRIELLA GIAMMANCO(intervento da remoto). Avevo chiesto al Ministro se ritiene possibile utilizzare il Fondo per lo sviluppo e la coesione per quelle opere che non sono finanziabili dal PNRR. Tra esse avevo chiesto se vi è la possibilità di inserire il ponte sullo Stretto, dal momento che da ultimo anche la Commissione tecnica del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, istituita con il Ministro De Micheli, ha rilanciato la necessità di un collegamento tra la Sicilia e la Calabria. Vorrei sapere se il Ministro sia d'accordo con tale ipotesi e se eventualmente si potrà inserire tra le opere finanziabili dal Fondo per lo sviluppo e la coesione, visto che fino ad oggi è stato scarsamente utilizzato.

  MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministra per il Sud e la coesione territoriale. Grazie a lei, senatrice Giammanco. Mi sento di poter dire che il metodo che il Governo si è imposto nella comunicazione è il principio della serietà, che ci impone di non fare annunci su progetti che non sono stati adeguatamente approfonditi dai Ministri competenti. Ho iniziato a parlare con il Ministro Franco del collegamento stabile tra la Calabria e la Sicilia. Tuttavia siamo ancora in una fase di istruttoria sui progetti in corso, consapevoli anche del fatto che c'è bisogno di occuparsi del potenziamento dell'alta velocità Salerno-Reggio Calabria, altrimenti il collegamento stabile rischia di apparire come una cattedrale nel deserto. Premesso che il FSC può soltanto cofinanziare un'opera del genere, mi riservo di esprimere la linea del Governo – e quindi non solo quella della Ministra per il Sud e la coesione territoriale – quando effettivamente il dossier avrà ricevuto gli approfondimenti necessari.

  PRESIDENTE. La ringrazio molto, Ministra, a nome mio e dei colleghi delle Commissioni riunite V e XIV della Camera e del Senato. Non essendovi altri interventi, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.40.