XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

Resoconto stenografico



Seduta n. 18 di Martedì 21 luglio 2020

INDICE

Comunicazioni del Presidente:
D'Alfonso Luciano , Presidente ... 3 

Sulla pubblicità dei lavori:
D'Alfonso Luciano , Presidente ... 3 

Audizione del presidente di Federcasse, avv. Augusto Dell'Erba, sull'applicazione delle misure per la liquidità di cui ai decreti-legge nn. 18 e 23 del 2020:
D'Alfonso Luciano , Presidente ... 3 
Dell'Erba Augusto , Presidente di Ferdecasse ... 4 
D'Alfonso Luciano , Presidente ... 8 
Bagnai Alberto  ... 8 
D'Alfonso Luciano , Presidente ... 9 
Pesco Daniele  ... 9 
D'Alfonso Luciano , Presidente ... 10 
Pagano Ubaldo (PD)  ... 10 
D'Alfonso Luciano , Presidente ... 10 
D'Ettore Felice Maurizio (FI)  ... 10 
D'Alfonso Luciano , Presidente ... 12 
Rivolta Erica  ... 12 
D'Alfonso Luciano , Presidente ... 12 
Dell'Erba Augusto , Presidente di Ferdecasse ... 12 
Ferro Massimo  ... 13 
Dell'Erba Augusto , Presidente di Ferdecasse ... 13 
Gatti Sergio , Direttore Generale ... 13 
D'Alfonso Luciano , Presidente ... 15 
Bagnai Alberto  ... 15 
Dell'Erba Augusto , Presidente di Ferdecasse ... 15 
Bagnai Alberto  ... 15 
D'Alfonso Luciano , Presidente ... 15 

ALLEGATO 1: Memoria 1 consegnata da Federcasse ... 16 

ALLEGATO 2: Memoria 2 consegnata da Federcasse ... 47

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
LUCIANO D'ALFONSO

  La seduta comincia alle 14.05.

Comunicazioni del Presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che per ragioni di sicurezza sanitaria il «foglio firme» non verrà portato dall'assistente ma lasciato a disposizione sul tavolino davanti al banco di Presidenza.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del presidente di Federcasse, avv. Augusto Dell'Erba, sull'applicazione delle misure per la liquidità di cui ai decreti-legge nn. 18 e 23 del 2020.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Presidente di Federcasse, l'avvocato Augusto Dell'Erba, che ringraziamo ancora e gli chiediamo comprensione per questa oscillazione di orario che è stata imposta dall'agenda dei lavori del Senato della Repubblica. Abbiamo convocato e invitato l'avvocato Augusto Dell'Erba in merito all'applicazione delle misure per la liquidità di cui ai Decreti-Legge nn. 18 e 23/2020. L'avvocato Dell'Erba è accompagnato dal Direttore Generale, Sergio Gatti, dal Vicedirettore Generale, Roberto Di Salvo, dal responsabile del Servizio Analisi Economiche e Statistiche Creditizie, Lopez, e dal responsabile del Servizio Comunicazione, Marco Reggio.
  La Commissione ha svolto un ampio ciclo di audizioni sul tema dell'attuazione degli interventi previsti dai Decreti-Legge citati relativamente al settore bancario e finanziario per il sostegno alle aziende di imprese colpite dall'emergenza epidemiologica. Sono stati auditi nel corso del tempo i componenti della Task Force, Banca d'Italia, ABI (Associazione bancaria italiana), Mediocredito, SACE, Ministero dell'economia e delle finanze, Ministero dello sviluppo economico e il Ministro dell'economia e delle finanze, onorevole Gualtieri. Lo scorso 17 giugno sono stati auditi gli esponenti di Intesa Sanpaolo, il 23 giugno i rappresentanti di Assopopolari e il 7 luglio i rappresentanti di UniCredit. Nel corso delle prossime settimane saranno audite in materia le ulteriori banche significativamente quotate. Il trend sull'attuazione delle misure citate nel corso dell'audizione con Banca d'Italia dell'11 giugno scorso è apparso in crescita. Oltre alle misure di moratoria (Fondo Gasparrini) che si sono rivelate particolarmente efficaci, anche il tasso di erogazione dei prestiti fino a 25 mila euro mostra un trend positivo.
  Nonostante si registrino tali miglioramenti, occorre favorire il più possibile l'attuazione da parte del sistema finanziario delle misure varate dal Governo a sostegno delle famiglie e delle imprese. Nella citata audizione, la Banca d'Italia ha evidenziato che, relativamente all'erogazione di prestiti garantiti, è emerso un quadro non molto chiaro e disomogeneo da cui emergono ancora ritardi non condivisibili. In particolare, la Banca d'Italia ha mostrato che la percentuale di finanziamenti erogati rispetto alle domande presentate si attesta intorno al 60 per cento. Il questionario Pag. 4sottoposto agli istituti facenti parte del sistema bancario da parte della nostra Commissione di inchiesta ha altresì evidenziato che i tempi di erogazione del credito garantito sono molto eterogenei tra le diverse banche.
  Alla luce di questa breve presentazione, do pertanto la parola all'avvocato Augusto Dell'Erba di nuovo ringraziandolo per la disponibilità manifestata a collaborare con la nostra Commissione.

  AUGUSTO DELL'ERBA, Presidente di Ferdecasse. Grazie a voi per averci invitato dandoci la possibilità di rappresentare la nostra posizione in questo difficile momento. Io svolgerei l'intervento in due momenti: una parte di preambolo, che faccio io, e la parte di dettaglio tecnico, che lascerei al Direttore Sergio Gatti; poi abbiamo con noi, qualora ci fossero richieste di ulteriori approfondimenti, il dottor Di Salvo e il dottor Lopez, che si occupano del nostro Ufficio Studi. Abbiamo molti dati, qualora voi voleste delle rappresentazioni più approfondite. Come di consueto, abbiamo portato con noi un documento, che ovviamente non leggiamo perché è lungo, articolato e il tempo di questo pomeriggio è prezioso per tutti.
  Io voglio dirvi subito che abbiamo provveduto a informare le nostre banche del sito che è stato aperto da questa Commissione per favorire le segnalazioni che gli utenti clienti delle banche ritenessero di fare. Nel contempo, abbiamo fatto una rilevazione per quanto riguarda un tema che so essere caro a questa Commissione e cioè sull'Arbitro Bancario Finanziario. I nostri dati, per quanto ci riguarda, sono assolutamente confortanti perché noi rappresentiamo circa, a seconda degli anni, lo 0,8-0,9 dell'insieme dei reclami che pervengono e di questo 0,8-0,9 per cento solo il 38 per cento prevede un provvedimento a vantaggio del ricorrente. La parte che eventualmente resta inevasa è veramente ridotta a percentuali millesimali; quindi direi che c'è una relazione elevatissima e assolutamente positiva con la clientela.
  Un dato sul quale io, da Presidente di Federcasse, desidero soffermarmi è proprio la legge istitutiva della Commissione perché all'articolo 3, comma 3, scusate la citazione letterale, prevede che «la Commissione ha il compito di effettuare un'analisi di diritto comparato tra gli Stati membri dell'Unione europea e dell'area dell'euro al fine di individuare, caso per caso, le modalità di recepimento e di applicazione agli istituti di credito cooperativo della disciplina europea in materia di vigilanza e di requisiti prudenziali e valutare gli effetti delle medesime modalità di recepimento e di applicazione per le banche popolari e per le banche di credito cooperativo». Mi permetto di fare questo richiamo un po' istituzionale perché la vicenda del Covid e i numeri che noi siamo in grado di presentare dimostrano come l'efficienza del sistema delle banche di comunità abbia consentito uno scorrimento delle misure emergenziali in modo sicuramente dinamico. Si tenga conto che il 99 per cento delle domande che sono state a noi formulate sono state accolte o stanno per essere accolte. Questo accade perché la stragrande maggioranza dei clienti sono anche soci e quindi vi è una massima conoscenza delle persone. Quelli che chiedono di accedere alle misure sono già clienti, sono già persone conosciute; quindi è difficile che la posizione non venga accolta.
  Veniamo ai dati di sintesi. Noi rappresentiamo il 7,5-8 per cento del mercato del credito italiano. Come vedrete, avendo la pazienza di leggere questo documento, guardando in base alle moratorie o guardando in base alle misure emergenziali dei 25 mila e poi dei 30 mila euro, abbiamo fatto circa il 15 per cento. Quindi battiamo largamente il benchmark se consideriamo il benchmark la nostra quota di mercato. Tutto questo non è dovuto alla virtuosità di chi fa il nostro lavoro, ma evidentemente al fatto che noi abbiamo una clientela di comunità che è vicina alla banca e che esercita il controllo sociale stesso dalla banca. L'impegno ad andare incontro a queste misure e a essere dinamici nell'attuarle è un dovere statutario e giuridico. Non c'è lo spazio di una discrezionalità diversa da quella propriamente del merito creditizio, che comunque per diligenza va rispettato. La garanzia del Mediocredito Pag. 5Centrale va protetta non solo perché c'è un importante garante e si può fare a meno di essere attenti e diligenti nel rilascio del credito. Abbiamo ancora una volta dimostrato come sistema bancario che, nel momento in cui c'è bisogno di un soggetto anticiclico, ecco che noi ci siamo. È successo nella crisi del 2008, è successo adesso. Quindi quanto mai è necessario avere banche di questo modello. La mia è quasi un'allerta perché la necessità di confrontarci con altre norme europee nasce dal fatto che noi pensiamo che essere stati collocati per normativa europea nell'ambito delle banche significant appesantisca la nostra operatività e col tempo rischi di cambiare la nostra struttura. Non a caso noi da diverso tempo stiamo cercando di interloquire, e il Governo sta autorevolmente ascoltando, per riuscire a trovare una composizione diversa di questa normativa affinché si possa conservare la stabilizzazione del sistema e nel contempo fare in modo che la funzione primaria continui a essere assolta, se mi consentite, bene come stiamo facendo. Colgo questa occasione non solo per dirvi le cose che vi ho detto, ma anche perché questa Commissione ha nel suo momento costitutivo un espresso richiamo proprio alle nostre banche e quindi noi auspichiamo che la Commissione possa trovare anche il tempo di occuparsi di questa parte normativa che ci riguarda e interessa molto tutti noi.
  Mi taccio a questo punto e lascerei la parola a Sergio Gatti, il Direttore, per i dettagli quantitativi più precisi.

  SERGIO GATTI, Direttore Generale. Buon pomeriggio. Io ringrazio il presidente D'Alfonso e tutti i commissari. Cercherei di dare una cornice di senso ad alcuni dei dati più rilevanti che trovate dettagliatamente riportati. Intanto, prima di entrare nelle tabelle, quindi sostanzialmente nell'ambito delle moratorie e dei crediti garantiti, vorrei dare un dato di carattere più generale che conferma questa capacità di continuare a svolgere una funzione anticiclica, che è quanto mai importante in questa crisi dai contorni, dalla profondità e dalla durata indefiniti e quindi, anche dal punto di vista normativo, va difesa questa funzione rara di essere banche in funzione anticiclica.
  I due dati sono questi, sono a pagina 4, tanto per essere facilmente seguibili. Le BCC (Banca di Credito Cooperativo) hanno erogato nei primi tre mesi di quest'anno più di 5 miliardi di nuovi impieghi a medio e lungo termine e quindi in linea con quanto erogato nel primo trimestre dell'anno scorso. Quindi non c'è stata nessuna flessione. Poi, invece, se abbiamo come riferimento aprile di quest'anno, la crescita dello stock netto di impieghi a clientela è stata dell'1,5 per cento in più rispetto all'aprile dell'anno scorso. Quindi paradossalmente, ma non è paradossale, perché questo è il mestiere delle nostre banche, c'è stata una capacità di crescere a un ritmo più alto in termini di stock netto di impieghi a clientela.
  Farei poi un salto alle pagine 8 e 9 della nostra breve memoria, dove c'è un paragrafo dedicato alle principali iniziative del credito cooperativo e allo stato di attuazione delle misure previste sia dal Decreto n. 18 sia dal Decreto n. 23, sempre del 2020. Al 3 luglio abbiamo cercato di omogeneizzare i dati che vengono dalle nostre 250 banche. Voi sapete che sono divise dall'anno scorso. Le nostre banche sono articolate in due grandi gruppi bancari cooperativi: il gruppo bancario cooperativo ICCREA (Istituto di Credito delle Casse Rurali e Artigiane) e il gruppo bancario cooperativo Cassa Centrale; poi c'è la nostra realtà, Raiffeisen, della provincia di Bolzano, che è riunita attorno alla Federazione Raiffeisen e presto vedrà autorizzato il proprio IPS (Institutional Protection Schemes). Le 250 BCC italiane hanno dato un contributo, grazie anche al lavoro delle capogruppo, in termini di razionalizzazione e anche di spinta dal punto di vista della semplificazione informatica. Al 3 luglio sono stati erogati complessivamente 107 mila finanziamenti a valere sull'articolo 13 del Decreto «Liquidità», il Decreto n. 23, quindi i crediti garantiti dal Fondo di garanzia delle PMI. L'importo complessivo è di oltre 3,1 miliardi di lire e, se si prendono in riferimento i dati complessivi pubblicati dalla Banca d'Italia su queste Pag. 6misure, si tratta di oltre il 10 per cento dei finanziamenti erogati a valere su questo articolo. Di questi 107 mila finanziamenti, 101 mila hanno riguardato pratiche relative alla lettera M sempre dell'articolo 13, quindi fino a 30 mila euro secondo la nuova soglia al termine dell'iter di conversione del Decreto per un importo complessivo superiore ai 2 miliardi. In questo caso la percentuale è del 14 per cento del totale dei finanziamenti erogati. Quindi, come sottolineava il Presidente Dell'Erba, c'è una sorta di raddoppio rispetto al nostro benchmark medio complessivo, che è del 7,5 per cento.
  Importante è anche la percentuale dei finanziamenti erogati sulle richieste ricevute, che è dell'89 per cento, mentre, per quanto riguarda le moratorie, anche qui le cifre sono significative. Parliamo complessivamente di quasi 39,5 miliardi di vecchia finanza sospesa. A pagina 9 abbiamo una suddivisione in tre gruppi delle 315 mila pratiche complessive. Oltre 185 mila valgono 23,6 miliardi di euro e si riferiscono alla fattispecie prevista nel Decreto «Cura Italia»; circa 56 mila valgono 13,7 miliardi di euro e rispondono alle moratorie su iniziative del settore finanziario; oltre 72 mila per 9 miliardi di euro provengono da moratorie promosse autonomamente dalle BCC. Quindi, oltre a quelle normativamente previste, oltre a quelle previste in ambito associativo, ci sono poi quelle che sono frutto di iniziative individuali delle singole BCC e valgono ben 9 miliardi di euro, quindi sono porzioni importanti di credito che viene rinviato. La percentuale di domande approvate o in corso di approvazione raggiunge complessivamente il 99 per cento. Anche qui il dato ci sembra significativo.
  Una sottolineatura particolare merita poi l'esperienza dell'Alto Adige, dove le nostre Casse Raiffeisen hanno promosso specifiche misure agevolative, in ciò anche incoraggiate da ulteriori incentivi della provincia autonoma (l'iniziativa si chiama «Alto Adige si riparte») per ulteriori 130 milioni di euro. Ovviamente poi a pagina 10 e a pagina 11 ci sono anche i riferimenti temporali.
  Aggiungerei a questo soltanto un passaggio. C'è stata una progressione di tutta l'industria bancaria italiana, anche delle nostre banche, Casse Rurali e Casse Raiffeisen, nella capacità di velocizzare la propria capacità di rispondere a richieste di finanziamenti garantiti. Quindi vedete anche il ritmo crescente in via settimanale dal 19 giugno al 26 giugno, al 3 luglio 2020.
  La Commissione che oggi ci ospita, così come ricordato dal Presidente Dell'Erba, è particolarmente attenta alle questioni normative e soprattutto alle questioni di recepimento delle normative bancarie, che sono ormai al 100 per cento di origine europea. Questa funzione anticiclica, che abbiamo visto all'inizio di questa crisi confermata con numeri di tutto rispetto, deve poter essere garantita, possibilmente accentuata, anche negli anni che noi riteniamo, purtroppo, non saranno pochissimi per avviare la riparazione dei territori, il rilancio e poi una nuova modalità di sviluppo, che non può che essere inclusivo e ovviamente durevole. Per fare questo c'è bisogno di un quadro normativo europeo (diamo per scontato quello italiano) che consenta di realizzare ciò che anche l'OCSE, in un recente rapporto del febbraio di quest'anno, sottolineava essere la chiave della realizzazione di ben il 65 per cento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile; cioè il 65 per cento degli obiettivi si realizza se c'è il protagonismo dei territori e il protagonismo dei territori ovviamente è quello delle amministrazioni locali, delle imprese, delle banche al servizio delle imprese e delle famiglie, dei cittadini e delle associazioni. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile sono anche al centro della nuova strategia europea e in qualche modo condizionano anche l'utilizzo dei fondi di cui parleremo molto nei prossimi mesi, dopo averne parlato fino a questa notte tardi. C'è bisogno che questo protagonismo dei territori sia agevolato dalle banche di proprietà dei territori. Per far questo occorre un quadro normativo che indubbiamente in questo momento non è affatto adeguato.
  Faccio una rapida incursione nella quarta parte della nostra memoria, che inizia a pagina 11. Noi qui chiediamo, in un'ottica Pag. 7strutturale, quindi non soltanto congiunturale, di analisi di questi dati, che la normativa bancaria europea possa essere strutturalmente attenta alla diversità, al pluralismo e alla crescita, oltre che alla stabilità, perché negli anni precedenti abbiamo vissuto e sofferto – un po' tutta l'industria bancaria europea, ma in particolare quella di territorio, quella di comunità con finalità mutualistica – la prevalenza della stabilità senza a volte nessun riguardo per la crescita o almeno per il supporto affinché la crescita possa riprendere. Qui segnaliamo un dato positivo che è da valorizzare, cioè il fatto che nel nuovo CRR2, approvato nel 2019 (sono alla fine di pagina 11), è stato previsto strutturalmente un elemento di proporzionalità. È la prima volta nella breve vita dell'Unione bancaria, che si è avviata nel 2014; quindi dopo cinque anni è stato introdotto questo segmento, questo sottoinsieme delle banche piccole e non complesse, cioè quelle che hanno meno di 5 miliardi di euro di attivi. Noi abbiamo chiesto anche in sede di legge in delegazione europea – qui ci sono sia deputati che senatori che hanno accolto questa nostra richiesta – di consentire che l'Italia non esercitasse la discrezionalità nel senso della riduzione al di sotto di 5 miliardi di euro di attivi per far sì che venga recepita e attuata in Italia questa nuova regola così come è stata costruita finalmente dopo tante spinte anche da parte nostra e a livello europeo.
  Un secondo punto è quello della nuova filosofia che noi riteniamo debba essere avviata per la gestione dei non performing. Se i non performing loans (NPL) sono stati quasi una scoperta nella crisi precedente, che non abbiamo neanche finito di gestire, in questo caso noi sappiamo per certo che la quantità dei non performing sarà probabilmente addirittura superiore. Allora, siccome lo sappiamo, occorre muoversi per tempo e noi abbiamo tre suggerimenti.
  Il primo è una modifica significativa o almeno una sospensione per almeno tre anni del Regolamento 630 del Parlamento del Consiglio, che disciplina la copertura minima delle perdite sulle esposizioni deteriorate. Su questo tema, tra l'altro, abbiamo registrato anche positivamente un parere del Comitato economico e sociale europeo.
  Il secondo elemento è un quadro di incentivi alle banche per favorire la gestione interna dei crediti deteriorati delle PMI e delle famiglie. Qui c'è un sillogismo molto semplice: se a un certo punto c'è stata una spinta per una cessione massiva e veloce dei non performing per ragioni anche comprensibili, in questo caso, essendo quella scelta strategica apparentemente tecnica ma ad alto contenuto politico, sostanzialmente un trasferimento di valore fuori dall'Italia e quindi fuori dai territori, noi riteniamo che occorrerebbe non punire una seconda volta coloro che sono dei debitori inadempienti – nella gran parte dei casi saranno persone, imprese e famiglie in buona fede – escludendoli con una cessione veloce e massiva dalla «bancorizzazione», che è un elemento di cittadinanza. Sostanzialmente si esce dal circuito bancario, si rischia anche di entrare in circuiti bancari non formali che purtroppo dispongono di grandi liquidità nel nostro Paese. Qui occorre una filosofia diversa e un quadro di incentivi per evitare che tutto o gran parte debba essere velocemente ceduto poi a pochissimi grandi operatori globali.
  La terza proposta è quella di costituire rapidamente e senza perdere mesi più veicoli nazionali, con eventuale partecipazione pubblica di minoranza, per gli acquisti di crediti deteriorati al valore economico. È quello che anche più volte il Presidente Enria, sia quando era in EBA (European Banking Authority) sia ora al vertice dell'SSM (Single Supervisory Mechanism), nei mesi precedenti alla crisi, aveva suggerito e sollecitato.
  Infine, una cosa tipicamente italiana. La quarta proposta è la conferma e la stabilizzazione nel medio termine delle GACS (Garanzie sulla cartolarizzazione delle sofferenze). Piuttosto che rinnovarle e rifinanziarle ogni anno e dover richiedere l'autorizzazione alla Commissione ogni anno, è possibile farlo una volta per tutte; tanto si sa che per tre o cinque anni saranno utili. Pag. 8
  Dopodiché abbiamo aggiunto ulteriori proposte e cioè il rinvio del raggiungimento del target level per i versamenti ex ante ai fondi di garanzia dei depositanti al Single Resolution Fund proprio per alleggerire i bilanci delle nostre banche.
  Sempre a pagina 12 – su questo magari chiudo per dare la possibilità del dibattito – c'è un punto a cui teniamo particolarmente: la nuova strategia europea per la finanza sostenibile. Qui noi chiediamo che ci sia un'attenzione anche nella fase ascendente, che è in pieno sviluppo. A Bruxelles voi sapete che il primo regolamento di questa strategia del New Green Deal è stato già assegnato con l'approvazione del Regolamento c.d. «Tassonomia» che è un po' il vocabolario di base della nuova filosofia della finanza sostenibile. Occorre garantire un approccio incentivante piuttosto che penalizzante. Questo è valido soprattutto nei territori: per chi deve riconvertire le proprie colture in agricoltura, per chi deve fare edilizia, per gli artigiani; occorre non penalizzare subito. Occorre accompagnare, sicuramente con un certo ritmo, e quindi anche qui prevedere la necessità di accantonamenti, per esempio, o di assorbimenti patrimoniali più bassi proprio per favorire questa transizione verde.
  Secondo elemento, noi riteniamo che occorra frenare la corsa delle linee guida della BCE che prevede di inserire i rischi di credito correlati ai cambiamenti climatici nelle proprie pratiche di vigilanza già dalla fine di quest'anno o dall'inizio del prossimo. È sicuramente molto importante come segnale ma non può aggravarsi questa metodologia di vigilanza perché bisogna tener conto anche della crisi in corso. Sarebbe stato già impegnativo se non ci fosse stato il Covid e lo sarebbe ancora di più, potrebbero entrare in contrasto queste due difficoltà, cioè requisiti patrimoniali già complicati e ulteriori complicazioni per un'accelerazione dei rischi di credito correlati ai cambiamenti climatici.
  Una proposta, e con questo concludo, che si articola in tre punti. Il primo è investire nella prevenzione e nella reazione delle micro, piccole e medie imprese a eventi catastrofici, ambientali e sanitari. Questo significa che dovremmo probabilmente prepararci per evitare questi lockdown. Ci auguriamo che non ce ne sia più necessità, ma ci si può preparare.
  La seconda proposta è sostenere – questa è un'iniziativa delle banche cooperative italiane ed europee – un registro elettronico centralizzato europeo che contenga informazioni sulla sostenibilità, i famosi fattori ESG (Environmental, Social and Governance), perché sarà possibile erogare credito soltanto in presenza di informazioni. Queste informazioni sono difficili da reperire per la singola impresa, soprattutto di piccole dimensioni. Una volta diventata pubblica, è bene che diventi di pubblico dominio con un registro pubblico elettronico di carattere europeo.
  Infine, incoraggiare e sostenere la rendicontazione della sostenibilità climatica, ambientale e sociale delle PMI perché è un ulteriore modo per accentuare la transizione. Basilea 4 andrà attuata un pochino più in là e possibilmente evitando effetti prociclici, cioè alzando ulteriormente i requisiti patrimoniali e soprattutto adottando in maniera molto più profonda quella proporzionalità strutturata che con Basilea 3 si è cominciata a vedere.

  PRESIDENTE. Grazie, Direttore, anche per questa chiarezza educativa rispetto alla prossimità normativa che voi fate oggetto della vostra richiesta e che anche il Parlamento deve sapere interpretare. Avete messo in campo una prossimità collaborativa con il territorio che vi ha permesso di accelerare istruttoria e definizione delle pratiche all'indirizzo dei chiedenti. La raccolta di questa domanda di concertazione normativa per farvi progredire di sicuro riscontra il nostro interesse.
  Si sono prenotati il Presidente Bagnai, poi il componente Pagano e poi Pesco. Prego.

  ALBERTO BAGNAI. Grazie, presidente. Grazie, Presidente Dell'Erba. Grazie, Direttore Gatti.
  Mi compiaccio nel constatare che la crisi ha una funzione pedagogica, in quanto l'appesantimento dell'operatività che deriva Pag. 9 dall'essere collocati fra le banche significant, quando era stato segnalato dai parlamentari della Lega, non era stato immediatamente colto in tutte le sue implicazioni. Questo ce lo possiamo dire. Quindi questo è un po' un «io ve l'avevo detto» moment o più esattamente «noi ve lo avevamo detto». Adesso che quello che noi abbiamo cercato di dire senza evidentemente farci capire – posso supporre che sia stata colpa nostra – è diventato un patrimonio condiviso, dovremmo renderci conto di come possiamo uscire da certi vicoli ciechi.
  La prima osservazione metodologica è che se ne esce con il dialogo e nella parte politica che rappresento sapete benissimo di trovarlo sempre.
  Una seconda osservazione metodologica è che per non trovare problemi si fa bene a non cercarli, perché, per esempio, sono state nominate le banche Raiffeisen. Le banche Raiffeisen sono state aiutate a seguire il percorso dell'articolo 113, comma 7, della CRR e quindi adesso forse, se chi si arroga, senza averne la potestà, il diritto di fare politica creditizia in Italia lo consentirà, approderanno a una soluzione che in altri Paesi è sperimentata ed è stabile.
  Un terzo rilievo metodologico vale per tutto quello che sta succedendo in Europa. Io spero che questo serva da lezione, perché io mi ricordo il discorso che si faceva. Il discorso era: «Ma sì, adesso andiamo avanti e poi l'Europa ci ascolterà». L'Europa ti ascolta se tu ti difendi. Se tu ti fai prono, se ti «compieghi», come direbbe il nostro autorevole presidente, alle sue esigenze, poi dopo indurre il vincitore ad ascoltare le ragioni dello sconfitto è sempre un compito nobile, ma un pochino arduo. Occorreva pensarci prima. Ora è un po' più complesso pensarci.
  Lei evocava la fase ascendente. Io fra un po', se l'attuale maggioranza si mette d'accordo, avrò il piacere di lasciare la Presidenza della Commissione Finanze e spero che chi mi seguirà abbia più fortuna di me nel gestire la fase ascendente. Sono nove mesi che chiamo il Ministro e non viene. Io voglio capire la fase ascendente come la gestisco su chicchessia. Auguro buona fortuna ai miei successori. Solo per la cronaca, la sospensione del Calendar provisioning, che voi avete chiesto e che è una cosa buona e giusta, è stata chiesta in Commissione ECON in Parlamento europeo dai sovranisti nazi-fascio-xeno-leghisti brutti e cattivi, ma la Presidente europeista, buona, bella, la Giovanna D'arco dell'europeismo, non ha ritenuto di accedere a questa richiesta nell'ambito del CRR quick fix. Se uno non aggiusta le cose quando si rompono – e oggettivamente con la crisi si sono rotte parecchie cose – quando lo deve fare? Quindi ragioniamo su un'interlocuzione più costruttiva, perché questo è il punto.

  PRESIDENTE. Grazie. Adesso il collega Pesco e poi Pagano.

  DANIELE PESCO. Grazie. Leggevo i dati sulle erogazioni inerenti il Decreto «Cura Italia» e devo dire che le medie sembrano buone. C'è un 84 per cento sulle moratorie e un numero molto simile per le erogazioni. Sono dati più incoraggianti rispetto a quelli che avevamo rilevato a giugno, per intenderci; quindi mi ritengo soddisfatto.
  Volevo invece chiedere qualcosa sul punto 4.2, dove parlate di gestione degli NPL; quindi, come me e come molti altri, immaginate che probabilmente a breve ci sarà una grande espansione degli NPL, nel senso che molte aziende e famiglie andranno in difficoltà e lo sappiamo. Mi chiedevo se a tal fine potevano essere utili quelle norme che sono state introdotte poco tempo fa sul Fondo salva-casa nelle due forme, una sulla rinegoziazione dei mutui di chi ha un mutuo ipotecario ed è in itinere una procedura esecutiva e poi l'altro Fondo salva-casa, un più propriamente Fondo salva casa, quello riferito alla possibilità delle società di cartolarizzazione di creare dei veicoli a finalità sociale, nel senso che possono «lucrare» non tanto sulla vendita dell'immobile, ma sulla possibilità di affidare lo stesso immobile alla famiglia in difficoltà. Secondo me sono due strumenti utili che non sono stati ancora rodati dal sistema bancario e che però, proprio in una situazione come questa, potrebbero trovare dei buoni Pag. 10utilizzi. Quindi vi volevo chiedere se, secondo voi, possono essere utili.
  Volevo chiedere anche un'altra cosa sulle nuove regole che sono state introdotte, penso, da pochi mesi sulla possibilità, purtroppo, di finire come credito in difficoltà per coloro che sforano da quanto viene dato dalla banca di poche decine di euro. Volevo chiedere se Federcasse sta rilevando dei dati e che cosa potete dirci in proposito. Grazie.

  PRESIDENTE. Pagano e poi si prepari D'Ettore.

  UBALDO PAGANO. Grazie, presidente. Ringrazio il Presidente di Federcasse e il Direttore per l'ampia ed esaustiva relazione, anche perché arriva dopo la rilevazione che era stata fatta da questa Commissione il 20 maggio dalla quale sembrava che i dati inerenti le banche di credito cooperativo o comunque le banche aventi scopo mutualistico e comunque molto legate alla territorialità, non avessero numeri molto esaltanti. Questo forse perché nella rilevazione vi è stato un errore metodologico, perché è evidente che nella fattispecie in questione ICCREA non è l'istituto che raggruppa tutte le banche di credito cooperativo e quindi i dati che dava ICCREA non potevano essere assimilati come numeri rilevanti ai fini del dettaglio statistico.
  Leggo i dati e rilevo che allo stato attuale, se non vado errato e se interpreto bene, siamo all'incirca al 60 per cento dei finanziamenti erogati; quindi il dato si avvicina al 60 per cento. Per comprendere, le richieste ricevute che al momento non sono state evase o comunque non si sono trasformate in finanziamenti erogati non hanno visto la luce per carenza documentale, per impossibilità ai fini del requisito di concessione o semplicemente perché vi è un arretrato organizzativo che verrà evaso successivamente?
  Rilevo invece con molta soddisfazione che per quanto afferisce i finanziamenti di cui all'articolo 13, lettera E, aventi a che fare con gli interventi che avevano suscitato maggiore clamore e sdegno da parte di alcuni in quanto si tendeva a mutualizzare passività pregresse utilizzando le garanzie bancarie, in questo caso, sempre se interpreto bene, siamo nell'ordine dell'1 per cento delle domande ricevute e del meno dello 0,5 per cento dei finanziamenti erogati. Questo è un elemento positivo. Significa che l'intervento in questione si è trasformato realmente in nuova liquidità, in nuovo circolante. In un periodo in cui vi è stata una contrazione generalizzata del contante, questo è di per sé un dato positivo.
  Per quanto afferisce tutta la parte di proposte che fate a partire da pagina 11 in poi, trovo, da un punto di vista didattico, molto utile la puntualizzazione che ne fate, soprattutto il garbo con il quale non andate a minare i fondamenti sulla base dei quali si è costruita o si sta costruendo l'Unione bancaria, come magari altre forze politiche stanno ritenendo, ma andate semplicemente a calzare la realtà delle piccole e medie banche di territorio che ovviamente non possono assoggettarsi alle stesse regole dei grandi istituti di credito che affrontano e devono affrontare i mercati internazionali.

  PRESIDENTE. Prima il Vicepresidente decano e poi la collega Rivolta.

  FELICE MAURIZIO D'ETTORE. Grazie di tutte le qualificazioni e titoli. Il presidente D'Alfonso è sempre molto gentile.
  Io mi trovo concorde con l'intervento dell'onorevole Pagano che mi ha preceduto, soprattutto con riferimento al fatto che probabilmente noi abbiamo svolto delle valutazioni sulla base di parametri e rilievi che non erano totalmente esaustivi e quindi adesso il nostro compito è anche quello di svolgere ogni attività che in questa fase, tramite le audizioni, completi il lavoro via via svolto. Non voglio andare nel dettaglio della relazione, perché questo è anche il nostro compito, ma rimanere sulle linee generali. Mi ha colpito un'affermazione del Direttore Generale, dottor Gatti, in ciò ricordandomi antichi studi, definendo le banche e soprattutto il settore del credito cooperativo, quindi le banche che si muovono in quel settore, come «banche di proprietà dei territori». Dà sicuramente soddisfazione Pag. 11 in una Commissione parlamentare bicamerale pensare che c'è un atteggiamento di questo tipo, cioè che si senta una relazione con il territorio, nel senso quasi di appartenenza dei territori rispetto alla mano del credito cooperativo.
  È interessante anche il vostro richiamo al quadro normativo speciale, che è completo – manca l'articolo 47 a quel punto –, sul risparmio popolare che voi fate. Volevo entrare proprio in questa ratio che dovrebbe muovere le vostre iniziative e che traspare da tutta la vostra relazione, per quello che ho potuto capire da una lettura ora sommaria. Le vostre proposte vogliono migliorare il quadro normativo e procedurale nazionale ed europeo e hanno a che fare con rapporti con la clientela e con tutte le altre questioni che voi sollevate. È chiaro che questa decretazione emergenziale – io l'ho fatta spesso questa domanda e anche il collega Bagnai più volte l'ha proposta – ha determinato un adeguamento dell'ordinamento bancario a una serie non di fattispecie, ma di interventi strutturali e sistemici che modificano anche gli atteggiamenti e i comportamenti rispetto al Testo Unico Bancario e ai nostri cardini costituzionali, il 45 e il 47 in materia di attività bancaria, in questo caso soprattutto il credito cooperativo. In che modo voi l'avete vista, nella prima applicazione che a noi interessa, al di là della finalità positiva o meno del legislatore, ma nella dinamica anche applicativa e attuativa locale che poi è quella che interessa, in questo legame col territorio, con le esigenze dei territori, delle imprese che si muovono sui territori con le banche che sono proprietà di questi territori? Perché è chiaro che la giurisprudenza si sta in questi giorni interessando delle prime controversie che riguardano l'applicazione dei decreti Covid, in particolare nell'arco di cinque/sei mesi noi vedremo controversie che già in parte si sono realizzate, ma per un altro tipo di contratti, ma che vedremo a breve sull'attuazione delle garanzie.
  Diceva prima il Presidente che abbiamo la garanzia pubblica. Noi su quella ci siamo mossi e quindi non stiamo a sindacare. È evidente però che proprio sul livello locale su questa normativa non ci troveremmo. Ci sono delle norme dell'ultimo Decreto e anche prima del Decreto «Rilancio», che dicono che l'inadempimento è incolpevole se l'imprenditore o il soggetto, il dipendente, l'imprenditore o chiunque si trova in una situazione conseguente agli effetti Covid; pertanto, il giudice è tenuto a valutare in concreto se l'inadempimento è imputabile e se non lo ritiene imputabile, il soggetto non è tenuto all'adempimento. Quindi la scelta e la valutazione che ha fatto in sede di erogazione anche chi è banca di proprietà del territorio probabilmente è stata diversa rispetto a quella di altri soggetti bancari. Ci si potrebbe trovare di fronte a questa eccezione che già i giudici stanno cominciando ad applicare col principio di buona fede nei rapporti di locazione, di leasing. Già lo stanno facendo, già c'è una giurisprudenza di merito che si sta via via formando. Io vedo che fra cinque/sei/sette/otto mesi ci troveremo di fronte al problema principale. Ecco, come lo vedete voi il problema dell'attivazione delle garanzie rispetto alla disciplina attuale? Come vedete questa norma che è uscita fuori? A me era sfuggita lì per lì, me l'ha fatta notare un magistrato, mi ha detto: «Cosa avete scritto?» Io gli ho detto: «Dico la verità, mi era sfuggita.». Quella norma praticamente inserisce il principio di buona fede all'interno dei rapporti contrattuali non attraverso una mera valutazione del giudice, ma determinando parametri in ordine all'inadempimento incolpevole. Allora a quel punto scatta la garanzia, se non è inadempiente il soggetto. Quindi come l'avete valutata voi, anche nel momento dell'erogazione? Come banca del territorio avete un atteggiamento diverso, almeno io questo ho notato, almeno sui miei territori avete un atteggiamento di maggiore considerazione ed elasticità rispetto all'adeguarsi a questa disciplina che non è emergenziale. Da emergenziale sta diventando sistemica. Questo volevo sapere da voi. Stiamo facendo più volte questa domanda. Vogliamo capire ognuno come la vede. Scusate la lunghezza.
  Siamo pochi. Volevo far sapere, che non vuol dire pochi ma buoni, siamo pochi Pag. 12perché ci sono le Commissioni alla Camera, quali la Affari costituzionali, Bilancio e altre in corso e quindi purtroppo oggi è stato questo è, ma ogni gruppo è rappresentato ed è venuto perché c'è un grande interesse per la vostra audizione.

  PRESIDENTE. Grazie collega. La parola alla collega Rivolta.

  ERICA RIVOLTA. Grazie. Velocissimamente, vorrei domandare l'accesso ai prestiti di liquidità che effetti ha generato sul rating. Anch'io mi scuso, perché purtroppo anche in Senato c'è la Commissione bilancio e altre Commissioni, quindi non possiamo dedicare il tempo che avremmo voluto. Grazie.

  PRESIDENTE. Faccio una domanda anch'io proprio filiforme. Io non credo che tra sistema bancario e ordinamento ci sia un rapporto di parte e controparte. La giornata di oggi mi pare che si sia qualificata, anche per merito dell'introduzione e delle domande, come una giornata che delinei questa possibilità collaborativa che superi il rapporto anche storicizzato parte e controparte. Dentro questo quadro io mi sto cimentando con qualche collega presente in quest'aula anche più saggio di me sul punto. Come è possibile rendere automatico quello strumento, che nel caso di eccezione dovrà entrare in funzione, che è la garanzia che va escussa. Noi non possiamo ogni volta che il meccanismo deve entrare in funzione rigenerare una cantieristica normativa, perché uno dei problemi che io mi sento di rilevare a circa ventotto mesi, collega Pesco e collega Bagnai, di vita parlamentare, è che in Italia ogni soluzione è normativizzata. Questo è uno dei grandi temi sui quali sono d'accordo con Cassese. Non è vero che esiste soltanto la produzione normativa per produrre soluzioni, però, visto che qui la partita è delicata, perché noi potremmo rigenerare una nuova stagione di zavorramento bancario, facciamo anche una premura. Qual è lo strumento che porti con sé l'automatismo nel caso eccezionale della escussione della garanzia evitando che per ogni vicenda sorga l'esigenza di una giurisdizione che faccia giurisprudenza? Perché qui stiamo andando verso un Paese dove per tutto ci vuole un commissario e per ogni regolazione contrattuale ci vuole una sentenza e guardate, costa tempo. A parte il conflitto, a parte la caduta verticale della fiducia, e la fiducia mi ricorda Bagnai, è una delle infrastrutture dell'economia.

  AUGUSTO DELL'ERBA, Presidente di Ferdecasse. Credo che mi tocchi argomentare qualcosa. Lo faremo insieme al direttore Gatti. Vedo che il senatore Pesco va via. Do subito una risposta a lui.
  Su quelle misure sono d'accordo, ma anche lì, su quelle misure si agisce caso per caso, quindi al verificarsi di un evento avverso si cerca di trovare una soluzione. Il vero tema, a mio avviso, sul quale ci dobbiamo porre delle domande è che il Testo Unico Bancario, con la modifica che fu introdotta qualche anno fa, consente di portare il debitore da ambiente bancario ad ambiente fuoribancario e quindi se lei avrà la pazienza di approfondire la lettura dell'ultimo comma dell'articolo 58 del Testo Unico Bancario, vedrà come una persona entra in banca, fa un debito bancario ma, a prescindere dalla sua volontà, sostanzialmente si trova in ambiente extra bancario. È una cosa molto diversa che capiamo tutti. Quindi vanno bene le soluzioni caso per caso, ma forse bisognerebbe riflettere sulla totale possibilità di finanziarizzare sempre il non performing, perché non è detto che debba essere sempre finanziarizzato. Le soluzioni che lei suggeriva, che sono soluzioni di buon senso, di ordine pratico, definanziarizzano la cessione del non performing. Quindi lei con quelle misure protegge dalla finanziarizzazione l'operazione. Forse bisognerebbe riflettere in modo più articolato su ciò che può essere finanziarizzato e ciò che non può esserlo, ma potremmo trattenerci a lungo su questi temi.
  Vedo che la senatrice Rivolta sta per lasciarci. Gli effetti sul rating ancora evidentemente non li conosciamo, perché dipenderà dall'efficienza delle garanzie. Quindi, siccome gran parte di questo credito è stato rilasciato col sostegno di una Pag. 13garanzia importantissima, vedremo che cosa accadrà. Poi lei capisce bene come le valutazioni delle società di rating talvolta sono un po' oracolari.

  MASSIMO FERRO. Bello! Oracolari.

  AUGUSTO DELL'ERBA, Presidente di Ferdecasse. Con tutto il rispetto. Non vogliamo togliervi tempo.
  Per quanto riguarda i dati richiesti dall'onorevole Pagano, credo che Sergio ha un foglio efficiente innanzi a sé.
  Riguardo a quanto dice l'onorevole D'Ettore, sicuramente il tema lo capiremo strada facendo, perché è veramente difficile interpretare la dinamica di questi effetti senza il vissuto, senza la giurisprudenza, con questa capacità innovativa del legislatore che introduce sostanzialmente istituti nuovi. Lei ha fatto riferimento alla ... noi siamo abituati a pensarla con un certo automatismo nell'inadempimento delle obbligazioni. Il legislatore adesso invece introduce una sorta di elemento psicologico. Poi le conseguenze della valutazione dell'elemento psicologico nell'inadempimento dell'obbligazione a carico di chi andranno lo vedremo, nessun pasto è gratis come banalmente si dice.
  Concludo queste rapide annotazioni facendo riferimento al senatore Bagnai. Il senatore Bagnai è uno dei maggiori conoscitori, nessuno se ne dolga, del sistema bancario e del sistema del credito cooperativo italiano in particolare ed è stato protagonista nel primo Governo Conte di una riforma, quindi maneggia la materia perfettamente. Ha ragione. Credo che lui abbia ragione nel dire le cose che dice. Non lo dico per ricordarlo ma lo dico perché in quel momento la preoccupazione era quella di conferire autoritativamente in un solo soggetto, in ragione della ricerca di una stabilità, tutto il patrimonio delle riserve indivisibili appartenenti al credito cooperativo, poiché al tempo la preoccupazione era quella di fare qualsiasi sforzo per stabilizzare il sistema, mentre oggi il problema del quale stiamo discutendo è quello di rendere quanto più possibile fluido l'accesso al credito per le aziende che versano in una situazione di difficoltà. Uno dei rischi della stabilizzazione era quello del conferimento al quale ho fatto cenno, per cui certe soluzioni di compromesso, che oggi ci sembrano dolorose e meritevoli di essere modificate, in quel momento sembravano una medicina da dover digerire. Avvertiamo però che la sensibilità sul tema è molto alta, per cui crediamo, anche perché abbiamo attivato con il MEF un tavolo di interlocuzione molto importante, che questi temi possano essere compresi e poi portati alla vostra attenzione parlamentare per trovare una soluzione di comune interesse.
  Prego, Sergio.

  SERGIO GATTI, Direttore Generale. Molto schematicamente alcune risposte. Intanto sottolineerei una delle osservazioni del presidente Bagnai, che è il Calendar provisioning con l'effetto devastante. Non lo utilizzo spesso questo aggettivo della nuova definizione di default a cui faceva riferimento il presidente Bagnai, cioè l'entrata in vigore di questa seconda normativa europea abbinata al Calendar provisioning, che già sarebbe stato insostenibile prima del Covid, adesso è semplicemente irrazionale. Purtroppo sui due elementi non si è potuto intervenire, quindi sono tuttora in vigore e questo fa sì che non si possa poi attribuire la valenza strategica di scegliere il veicolo bancario, soprattutto del credito bancario, inizialmente nella fase della legislazione d'emergenza, come principale, forse l'unico esclusivo mezzo di ristoro del reddito e di riparazione iniziale delle ferite del lockdown e poi mantenere alcune regole che erano già criminalizzanti, il credito a livello europeo prima di febbraio di quest'anno. Quindi su questo noi lanciamo ulteriormente l'allarme. Siamo in buona compagnia. Anche i nostri colleghi dell'ABI hanno queste stesse preoccupazioni. Contiamo che ci possa essere una spinta nei prossimi mesi affinché vengano quantomeno sospese.
  L'onorevole Pagano faceva riferimento ad alcuni ritardi iniziali. C'è stato qualche ritardo iniziale complessivo in alcuni casi particolari del credito cooperativo ma soprattutto c'è stata una serie di errori di comunicazione e materiali nel fornire i dati Pag. 14a questa Commissione che si era mossa con un apposito questionario. Abbiamo cercato di rimettere in ordine i numeri, la comunicazione e soprattutto la realtà. Poi si è cominciato a parlare la lingua appropriata.
  Per quanto riguarda alcune discrasie che trovava sempre l'onorevole Pagano, direi che gli arretrati di natura organizzativa sono minimali ormai grazie anche ad una serie di accordi sindacali. Lei sa che esistono due contratti bancari in Italia, quello negoziato e sottoscritto dall'ABI e quello negoziato e sottoscritto da Federcasse per 34.000 colleghi. Noi abbiamo avuto in quattro mesi quattro accordi proprio per adeguare e sempre accentuare nell'ottica della protezione della salute non soltanto dei nostri colleghi, ma anche delle famiglie, dei soci e dei clienti, quindi delle comunità, senza mai smettere di fare il lavoro bancario. Questo ha consentito di non perdere il ritmo. Se qualche ritardo organizzativo c'è stato nelle primissime settimane, ora non è più questa la causa principale. Sicuramente la causa principale delle tre che lei evocava è quella di carenza documentale, che è andata anche questa però attenuandosi.
  Infine, a volte la mancanza dei requisiti ha giocato un ruolo importante, fino ad arrivare all'autocertificazione che in teoria ha sollevato da alcune responsabilità, ma su questo ritorno, perché la garanzia pubblica non vuol dire la garanzia di nessuno, vuol dire la garanzia di tutti e quindi c'è stata una particolarissima attenzione nell'affrontare con leggerezza l'analisi del merito di credito e l'analisi della documentazione necessaria, tra l'altro richiesta, perché non veniva sospesa dall'antiriciclaggio, dall'antimafia eccetera. Ciò non ha assunto una dimensione burocratica o autoprotettiva ma semplicemente di rispetto del Garante. Il Garante è colui che fa la norma, garantisce, ma poi è il cittadino contribuente che paga. Non ci sono altri. Quindi questa attenzione la richiamerò fra un attimo.
  Sui territori proprietari di banche mi soffermo un attimo ancora con i dati. Sempre a pagina tre, l'onorevole D'Ettore osservava che la mutualità richiamata più volte oggi e prevista nell'articolo 45 consente che noi definiamo questa nostra modalità di fare finanza, che è semplicissima, come «finanza civile e geocircolare». Noi stiamo andando verso una cultura crescente, per fortuna, di economia circolare. C'è una cultura ancora acerba della finanza geocircolare, cioè il prendere e la capacità di attrarre la fiducia che assume la forma dei risparmi e riuscire, come vedete, l'85 per cento in media a livello nazionale, a trasformarlo in credito nel territorio, quindi per finanziare l'economia reale del territorio. Questo sia nelle fasi di ciclo positivo ma soprattutto in quelle di ciclo negativo è una ricchezza straordinaria che non può non essere all'attenzione del Parlamento, che è espressione dei territori e che non può che essere coerentemente oggetto di attenzione operosa quando le norme si scrivono qui in Italia e quando si devono impostare e poi recepire a livello europeo. Ripeto questo dato: l'85 per cento dei depositi affidati alle nostre banche, in media a livello nazionale, diventano credito per quei territori. Questa è la finanza geocircolare. Non è virtuosità. È la norma che lo richiede. Il 95 per cento dei crediti erogati ogni anno devono essere erogati nel territorio.
  L'altro elemento è quello della decretazione emergenziale. Sottolineo che il veicolo principale della prima politica economica di questo semestre, ormai lo possiamo dire, è stata la banca ma soprattutto il credito, sia il credito sospeso, la vecchia finanza, che diventa automaticamente nuova finanza nel momento in cui non ci sono le rate da rispettare, ma che si accumulano, si diluiscono o comunque è un rinvio nel tempo, non è una cancellazione, sia la nuova finanza garantita. Qui occorre ridare cittadinanza al credito che è stato purtroppo «condannato» da una serie di norme, di modelli di vigilanza e di ITS e interventi dell'EBA (Autorità bancaria europea) che raggiungono le 6.000 pagine, che nessuno conosce nella loro interezza e che hanno un unico obiettivo, cioè rendere più stabile la banca ma la banca deve essere stabile in funzione di un obiettivo ulteriore che è quello di fare credito a chi lo merita. Noi ci Pag. 15auguriamo che questa attenzione nell'emergenza alla centralità del credito possa essere anche un'attenzione nella ritrovata e rinnovata normalità sia a livello europeo sia a livello nazionale. Quindi tutte le nostre proposte in tema di non performing vanno in quella direzione.
  Ho già detto che la garanzia pubblica non giustifica la leggerezza.
  Un ultimo punto, l'automatismo dell'escussione. Vediamo, nel senso che noi ce lo auguriamo. Mi viene in mente che è proprio la quarta raccomandazione specifica che Unione europea, Consiglio e Commissione hanno licenziato in questi giorni proprio nei confronti di tutti i Paesi dell'Unione ma noi puntiamo in questo momento al nostro. La quarta raccomandazione specifica è una riga che concerne l'efficienza della giustizia civile e gran parte dei non performing nei tempi precedenti al Covid erano, prendendoci tutta la nostra parte di responsabilità, comunque dovuti a tempi insostenibili. Quindi l'effetto sui non performing è anche indiretto e noi riteniamo che se si potesse affrontare nell'interesse generale e poi anche dei non performing, quindi anche dei crediti e della ripresa delle attività e del rilancio, potrebbe essere veramente una di quelle cure che ci portano definitivamente nella nuova normalità. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, direttore. C'è una glossa del presidente Bagnai. Prego.

  ALBERTO BAGNAI. Sempre nell'interesse del dialogo per evitare che ci sia un «non detto». Credo che la domanda della senatrice Rivolta si riferisse al rating, inteso come indice di affidabilità creditizia e che la domanda fosse se voi avete evidenza che accedendo alle misure del Decreto «Liquidità» gli imprenditori vedano risultare compromessa la loro affidabilità.

  AUGUSTO DELL'ERBA, Presidente di Ferdecasse. Non abbiamo questa risultanza.

  ALBERTO BAGNAI. Bene, perché invece noi sì, quindi un domani dovremo parlarne.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente Bagnai. Grazie alla delegazione, a questo punto non solo autorevolissima ma anche chiarissima per quanto riguarda le nostre esigenze conoscitive.
  Dispongo che la documentazione sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna. Grazie, la seduta è tolta.

  La seduta termina alle 15.10.

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