XVIII Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 7 di Martedì 23 giugno 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Saltamartini Barbara , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, in merito alle iniziative del Governo per sostenere il settore del turismo gravemente danneggiato dall'emergenza epidemiologica (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Saltamartini Barbara , Presidente ... 3 
Franceschini Dario (PD) , Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo ... 3 
Saltamartini Barbara , Presidente ... 8 
Moretto Sara (IV)  ... 8 
Nardi Martina (PD)  ... 9 
Zucconi Riccardo (FDI)  ... 11 
Andreuzza Giorgia (LEGA)  ... 12 
Masi Angela (M5S)  ... 14 
Barelli Paolo (FI)  ... 15 
Saltamartini Barbara , Presidente ... 16 
Franceschini Dario (PD) , Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo ... 16 
Saltamartini Barbara , Presidente ... 20 
Baldini Maria Teresa (FDI)  ... 20 
Scanu Lucia (M5S)  ... 20 
Manca Gavino (PD)  ... 20 
Saltamartini Barbara , Presidente ... 21 
Franceschini Dario (PD) , Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo ... 21 
Saltamartini Barbara , Presidente ... 22

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa: Misto-CD-RI-+E;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Popolo Protagonista - Alternativa Popolare: Misto-PP-AP.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
BARBARA SALTAMARTINI

  La seduta comincia alle 12.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, in merito alle iniziative del Governo per sostenere il settore del turismo gravemente danneggiato dall'emergenza epidemiologica.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, in merito alle iniziative del Governo per sostenere il settore del turismo gravemente danneggiato dall'emergenza epidemiologica. Saluto il Ministro e la sottosegretaria Bonaccorsi. Nel dare la parola al Ministro, avviso i colleghi che al termine dell'intervento del Ministro, faremo un primo giro di domande, alternando un parlamentare per gruppo, e poi se il tempo lo consente, dopo le risposte del Ministro, un secondo giro, rammentando che le 14, ora in cui è convocata l'Assemblea, rappresentano il termine ultimo per concludere la seduta. Prego, Ministro Franceschini, a lei la parola.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. Grazie, presidente. Vi ringrazio per l'audizione che è l'occasione per riassumere le iniziative che abbiamo assunto nei provvedimenti d'urgenza dall'inizio dell'emergenza, nonché quelle che sono oggetto di dibattito e dei possibili emendamenti al «decreto Rilancio» e – è la parte più utile, almeno per me – per ragionare su alcune scelte di prospettiva volte ad aiutare il comparto del turismo a uscire dalla crisi. Da questo punto di vista, tengo davvero a dire, non in modo retorico, che è molto utile la spinta «politica» che viene dalla Commissione; perché non è che dobbiamo convincerci tra noi, che operiamo nel Parlamento e nel Governo, sulla necessità di intervenire in questo settore. Ne conosciamo bene i problemi, i drammi e le opportunità, ma dobbiamo convincere complessivamente gli altri decisori politici che sul turismo serve un'attenzione straordinaria; non perché si debba fare, che sarebbe del tutto sbagliato, una graduatoria di quanto ha impattato la crisi sui diversi settori della vita sociale ed economica del Paese, ma perché mi pare incontestabile che il turismo ha ricevuto il colpo più duro. È uno dei settori che ritornerà più lentamente alla normalità. Ci sarà una ripresa differenziata anche al suo interno, ma in un Paese in cui il 50 per cento del turismo normalmente è di provenienza internazionale (e in particolare extra-europea), se quest'anno ciò non si verifica siamo di fronte ad un impatto drammatico che va anche oltre le categorie tradizionalmente comprese nel settore che (è un dato riconosciuto da tutti) raggiunge il 13 per cento del prodotto interno lordo e il 14 per cento dell'occupazione totale, e comprende anche altri comparti. Se voi considerate i centri storici delle città che tradizionalmente sono le capitali del turismo internazionale (a Pag. 4cominciare da Roma, Venezia, Firenze) – cioè di quelle città in cui la vita è tornata non dico a livelli normali, ma si è avvicinata più velocemente e facilmente alla normalità nei quartieri periferici, diversamente da quanto accade nelle città non turistiche –, l'impatto è stato totale sui trasporti, sul commercio, su tutte le attività, anche quelle che non sono tradizionalmente considerate collegate al settore del turismo. I negozi del centro di Roma non vendono indipendentemente dal tipo di prodotto che offrono, perché non ci sono più una gran parte dei consumatori, che erano turisti, e turisti internazionali. Noi stiamo lavorando in collaborazione con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, e abbiamo ottenuto alcuni risultati con la riapertura delle frontiere intraeuropee dal 15 giugno; e credo che ci sarà un ritorno (i primi numeri indicano questo) di turismo intraeuropeo già quest'estate. Si sta ragionando sull'apertura, con una scelta che deve essere necessariamente europea, delle frontiere extraeuropee con una decisione condivisa, ma la riapertura non comporterà automaticamente la ripresa di turismo internazionale. Questo impatterà su alcuni settori del turismo: per esempio i settori con livelli di spesa alti (hotel a cinque stelle), prevalentemente tipici di una clientela internazionale, avranno un percorso di ripresa molto più complicato e più lento. In questi giorni (compresi i lavori di questa mattina) più arriva una pressione condivisa meglio è per il settore (per quello che è possibile, poi c'è la fisiologia del dibattito fra maggioranza e opposizione, sia a livello parlamentare che nel Paese), però mi pare che sia utile sottolineare fino in fondo l'urgenza, la gravità e la peculiarità della crisi del comparto del turismo, e la necessità di interventi che affrontino anche i prossimi mesi con misure particolari. Del resto è il criterio con cui abbiamo lavorato, perché nei vari provvedimenti ci sono stati interventi di natura generale che sono stati estesi alle imprese del settore turistico: la soppressione dei pagamenti dei contributi previdenziali; l'esonero dal versamento dell'imposta regionale sulle attività produttive; il ristoro a fondo perduto per il calo di fatturato; il credito di imposta per l'adeguamento degli ambienti di lavoro; i provvedimenti del «decreto Liquidità», cui si sono aggiunti interventi dedicati specificamente al turismo, sul sostegno della domanda degli esercizi turistici, sulle imprese e sui lavoratori. Quali? In primo luogo si è esteso al turismo il comparto degli ammortizzatori sociali, che il settore non aveva mai avuto – e ciò ci porrà, per questo come per altri settori che non avevano mai goduto di tale misura, una questione per il futuro, tant'è vero che la proroga fino a 9 settimane senza l'obbligo della pausa (con la possibilità quindi di usufruirne in via continuativa) è stata estesa prima al settore del turismo, poi, con l'ultimo decreto-legge (quello di qualche giorno fa, il n. 52 del 2020) agli altri settori (ma dall'inizio si era estesa la possibilità di non fare la pausa al settore del turismo) – e, dall'altra parte, le indennità straordinarie e i cosiddetti «600 euro» che sono stati estesi a tutti i lavoratori del settore, anche i lavoratori stagionali (anche se qui c'è un problema di identificazione, perché chi ha fatto il lavoratore stagionale l'anno scorso è identificabile mentre chi avrebbe lavorato quest'anno è difficile, o impossibile, da identificare). Da questo punto di vista, ci può essere un lavoro di miglioramento parlamentare. Poi abbiamo preso un secondo tipo di misure – oltre a quelle rivolte ai lavoratori – a sostegno della domanda. In particolare, la misura più rilevante è il «Tax credit vacanze» (giornalisticamente e comunicativamente è noto come «bonus vacanze») che è una misura importante, perché la copertura di questa misura è superiore ai 2 miliardi. Come sapete, è un credito di imposta utilizzabile fino a 500 euro per le famiglie che hanno un reddito ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) sotto i 40.000 euro l'anno, quindi un numero molto elevato (di 500 euro per una famiglia di tre o più persone; di 300 euro, se la famiglia è di due persone; di 150 euro, se è una famiglia monoparentale). Il bonus può essere speso in tutte le strutture ricettive, dal 1° luglio al 31 dicembre 2020. Approfitto dell'occasione per Pag. 5spiegare una scelta, che leggo spesso anche da parte degli operatori (pur avendo noi incontrato già prima dell'approvazione della norma tutte le organizzazioni di categoria e i soggetti interessati coinvolti per costruire il meccanismo di funzionamento). Il bonus arriverà sull'App «IO», alla quale per accedere devi avere la carta d'identità elettronica, o lo SPID (Sistema pubblico di identità digitale); questo comporterà un positivo allargamento del numero di persone – basta che ce l'abbia uno per famiglia – che hanno l'identità elettronica (che è una cosa fondamentale per il nostro Paese, perché diventerà sempre più indispensabile); devi avere la certificazione che dimostra che sei sotto i 40.000 euro di reddito ISEE. A quel punto, tramite l'applicazione compili la domanda e arriva la risposta con un codice a barre della struttura ricettiva. La struttura ricettiva applica lo sconto rispetto all'importo di cui hai diritto: se sono 500 euro, ti riconosce l'80 per cento come sconto mentre il 20 per cento resta un credito di imposta a carico dell'utente, del cittadino, che lo porta a credito d'imposta. Io ho letto da questo punto di vista delle difficoltà, ad esempio che le imprese dovrebbero anticipare, e potrebbero andare a recuperare il credito d'imposta l'anno successivo, ma non è vero. Il credito di imposta può essere utilizzato dal giorno dopo, e può essere utilizzato portandolo in detrazione su tutti i pagamenti che le imprese fanno mensilmente (compreso l'IVA, tutti i pagamenti mensili delle imprese, quindi non c'è bisogno di aspettare l'anno dopo); può essere ceduto a un fornitore; può essere reso bancabile (da questo punto di vista, ci sono stati diversi incontri, e la firma di un accordo tra l'ABI e gli albergatori per rendere il più veloce possibile il meccanismo della bancabilità). Il titolare della struttura ricettiva non deve anticipare dei soldi, il giorno dopo attraverso la bancabilità, o la cessione del credito di imposta (o al limite portandoli in detrazione nel versamento il mese successivo), recupera immediatamente la somma. Rispetto al dibattito per il quale sarebbe stato meglio dare aiuti diretti alle imprese, mi pare di poter dire che in questo modo il meccanismo aiuti milioni di famiglie, che così possono andare in vacanza che altrimenti non potevano permetterselo, oppure possono fare una vacanza più lunga (non è che devi coprirlo integralmente) utilizzando in parte il bonus vacanze; e contemporaneamente si immettono nel sistema delle strutture ricettive e del turismo più di due miliardi di liquidità entro il 31 dicembre. Peraltro, è evidente che se vai in albergo, questo si può utilizzare solo in strutture ricettive (poi è naturale che vai anche in spiaggia, vai al ristorante, nei bar, c'è tutto un indotto che ne deriva) per renderlo più veloce, e perché nelle strutture ricettive c'è un meccanismo di controllo che garantisce da possibili aggiramenti della norma (perché quando vai in una struttura ricettiva, il titolare deve comunicare alla questura, entro 24 ore, i dati anagrafici del cliente); pagando la tassa di soggiorno nominativa si ha la certezza che la disposizione non è aggirabile. Se l'avessimo fatto in un altro tipo di strutture, che non hanno queste regole, avrebbero potuto esserci dei meccanismi di aggiramento della norma, difficili da controllare e da gestire. Poi, abbiamo previsto il «Fondo di promozione del turismo» con 20 milioni di euro. Abbiamo previsto una serie di misure a favore delle imprese, che è stata molto importante, perché i tour operator e le agenzie di viaggio si sono trovate nell'immediata esplosione della crisi di fronte ai clienti che chiedevano il rimborso della prenotazione per il viaggio saltato (la prenotazione saltata per causa di forza maggiore) e l'impossibilità di ricevere dal fornitore di servizi il rimborso della somma. I voucher hanno evitato che esplodessero migliaia di aziende che avrebbero dovuto restituire immediatamente risorse senza avere più nessuna liquidità, nessuna entrata. Questo meccanismo, come sapete, è oggetto di un'iniziativa dell'Unione europea, per il timore di infrazione sulle norme della direttiva dei pacchetti turistici; per questo si sta discutendo in Parlamento (in sede di conversione del «decreto Rilancio»), com'è possibile correggere quella norma, per evitare la procedura d'infrazione senza, contemporaneamente, svuotarla: per esempio prevedere il diritto del Pag. 6rimborso (se non lo usi nei 18 mesi della durata del voucher); prevedere un fondo di garanzia (mi sembra una cosa molto utile perché dobbiamo anche tutelare i consumatori) perché se l'agenzia di viaggio salta, fallisce (speriamo di no), ti trovi un voucher rilasciato da un soggetto che non c'è più perché è fallito (questo fondo di garanzia potrebbe essere molto utile). Insomma, prevedere dei correttivi che consentano di introdurre e di mantenere questo meccanismo senza incorrere in procedure di infrazione. Poi il credito di imposta per le locazioni, che ha riconosciuto le strutture alberghiere indipendentemente dal fatturato (a differenza degli altri settori). Per questo settore è stata abolita la prima rata IMU (Imposta municipale propria). Poi, è stata fatta un'operazione importante in prospettiva: la creazione di un fondo per il turismo di 150 milioni di euro (50 nel 2020, e 100 milioni nel 2021), con il coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti – che sta già lavorando su questo – che dovrebbe consentire di avere uno strumento a disposizione per evitare che in un momento di crisi le strutture ricettive, gli alberghi o altre imprese turistiche possano finire in mani sbagliate (o non italiane); strutture che si sa già che superata la crisi, torneranno ad essere altamente redditizie, ma che non hanno gli strumenti per superarla. Questo rischio può essere ovviato da uno strumento a disposizione della Cassa depositi e prestiti (dello Stato), per intervenire a evitare scalate pericolose, e mantenerle di proprietà italiana, per poi ritornare nel mercato (per mantenere strutture che sono in crisi, ma che torneranno ad essere ricettive). Abbiamo fatto l'operazione, non sufficiente ma significativa, di 100 milioni di euro per compensare le mancate entrate dell'imposta di soggiorno ai comuni turistici. C'è una prima dotazione, che non basta, di 25 milioni di euro per le agenzie di viaggio e i tour operator (che stiamo ultimando, dopo aver discusso con la categoria): come criterio di istruzione, partiremo dalle agenzie viaggio più piccole. Abbiamo preso la misura, che sta funzionando molto, dell'esonero della TOSAP (Tassa per l'occupazione di spazi e aree pubbliche) per bar e ristoranti: dato che all'interno ci sono misure di distanziamento, si dà quindi la possibilità di mettere tavolini all'esterno senza pagare la tassa di occupazione di suolo pubblico, e senza bisogno (in fase transitoria) dell'autorizzazione della Soprintendenza. Avrete visto anche voi che, se fatto con criterio, le città diventano anche più vive e più belle; perché se togli le macchine parcheggiate, e metti i tavoli, fai vivere la città anche nelle parti non centrali (questo è un tema di riflessione per il futuro). Questo sta funzionando, e sta consentendo ai ristoranti e ai bar di avere più tavoli all'esterno, non pagando l'occupazione di suolo pubblico, e avere più sicurezza nella gestione. Abbiamo già la norma, su cui il Parlamento sta lavorando, sulla proroga delle concessioni balneari e marittime (come c'è stata chiesta, e come ci siamo impegnati a fare). Adesso è il momento nel «decreto Rilancio» di migliorare queste norme (cito alcuni titoli, poi mi direte voi): per intervenire ulteriormente sul fondo agenzie di viaggi e tour operator; c'è un'ipotesi di miglioramento della norma sui balneari (siamo pronti a discuterne), e c'è la questione dei voucher. Poi, c'è un discorso di carattere generale, ma che può partire utilmente dal tema del settore turismo: credo che la politica di ammortizzatori sociali universali – che è stata introdotta, com'era evidente nel momento in cui si è chiuso tutto con ordinanze e DPCM (decreto ministeriale del Presidente del Consiglio dei Ministri) – sia stata un doveroso un intervento per garantire cassa integrazione ai settori che non l'avevano e 600 euro a chi non aveva diritto alla cassa integrazione. Adesso è abbastanza evidente che ci sono settori che riprenderanno meno lentamente: ci saranno settori sui quali la crisi impatterà in un tempo più lungo e con una minore possibilità di ripresa in tempi ravvicinati. Credo che si debba differenziare (questo è un tema che stiamo discutendo nel Governo ed è utile anche un'indicazione da parte della Commissione) e che si debba immaginare che i settori che hanno una durata più lunga della crisi, o perché non tornano i clienti, o perché sono rimasti chiusi (alcuni settori come le fiere Pag. 7e i congressi ancora non sono aperti), o perché non hanno ancora l'autorizzazione all'apertura, o perché la ripresa è più lenta, devono godere di un proseguimento delle misure di ammortizzatori sociali. Però vorrei introdurre un tema – anche se so bene che nella semplificazione comunicativa quando qualcuno pone un tema di riflessione diventa subito un annuncio come già cosa fatta: se c'è qualche giornalista che ci sta ascoltando segnalo quindi che non è l'annuncio di una cosa fatta, ma solo un tema di riflessione su cui trovo utile conoscere l'opinione della Commissione parlamentare –: sto vedendo situazioni in cui attività (per esempio, un albergo) non riaprono perché riaprendo perderebbero la cassa integrazione (almeno fino alla data in cui è prevista) e sanno di non avere clientela sufficiente per giustificare un'apertura. Penso, allora, che si potrebbe invece lavorare attorno a una misura che consenta a chi esce dalla cassa integrazione, per un arco limitato di tempo, di non pagare i contributi (cioè: spingo a riaprire ma non ti metto in condizione che, se riapri, ti ritrovi il costo del dipendente tutto a tuo carico). Potrebbe anche esserci lo Stato che da un lato risparmia, perché ha meno persone in cassa integrazione, e, dall'altro, sostiene la riapertura facendosi carico della contribuzione per un arco limitato di tempo. Io penso che questa sia un'idea su cui poter lavorare (non è un annuncio, ma è una suggestione su cui stiamo lavorando) e che potrebbe essere concretizzata in fretta. Credo sia utile fare un ragionamento che può partire da questo settore ma che, in prospettiva, può valere più in generale per evitare che l'attuale situazione comporti che le attività restino chiuse (per il timore di perdere il vantaggio della cassa integrazione). Ultimo tema. C'è bisogno di affrontare non soltanto i meccanismi per l'attraversamento del deserto della crisi ma cominciare a pensare al dopo. In fondo è una grande opportunità che viene data al Paese dalla disponibilità di fondi europei, che vanno spesi attorno a progetti concreti (di prospettiva, di investimento), ed è quindi anche il momento di affrontare il problema, non rinviandolo a dopo, e fare due ragionamenti paralleli: da un lato, l'attraversamento della crisi; dall'altro, capire nei singoli settori quali sono le grandi scelte strategiche da fare per gestire il dopo. Posto che il dopo del turismo sarà molto positivo. Fino a gennaio di quest'anno (sembra tanto tempo fa), il problema del piano strategico del turismo era il dibattito di come gestire un boom, un'esplosione, una crisi di crescita talmente forte da fare affrontare come priorità il tema del sovraffollamento, dell'overbooking, delle città d'arte che non riuscivano più a contenere il numero di turisti. Vi ricordate il dibattito dei ticket d'ingresso nelle città? La conciliabilità fra turismo in crescita in modo esponenziale e fragilità del nostro patrimonio paesaggistico e artistico. Sembra un altro mondo, ma torneremo lì superata la crisi; adesso si tratta di costruire un percorso che vada attraverso l'obiettivo di distribuire il turismo internazionale in tutto il Paese, evitando di avere alcuni luoghi sovraffollati e altri luoghi che hanno grandi capacità di attrazione, ma non hanno tale sovraffollamento (per esempio nel sud, nel regime normale andava soltanto il 20 per cento del turismo internazionale, e questo nonostante tutte le bellezze che ci sono nel Mezzogiorno!). Credo che la crisi ci debba spingere attraverso una serie di strategie di lungo termine che poi devono essere supportate da interventi legislativi (che è utile discutere in questa sede in modo preventivo). Io ne cito soltanto tre: primo punto, riqualificazione delle strutture ricettive. Abbiamo bisogno di riqualificare il nostro patrimonio di strutture ricettive alberghiere, riqualificarlo, renderlo più alto, puntare a un turismo con capacità di spesa, con capacità di attrazione di turisti che spendono, che hanno mezzi, e di distribuire questo turismo su tutto il territorio nazionale. Quindi avevamo creato il «Tax credit alberghi», che può essere uno strumento da migliorare, potenziare e rifinanziare, oppure pensato di estendere altri incentivi che al momento valgono soltanto per le abitazioni civili (si può scegliere il più efficace, ma bisogna dare uno strumento che punti in fretta a spingere verso una riqualificazione del patrimonio alberghiero Pag. 8 che, inoltre, farebbe lavorare imprese, edilizie e tutto il resto). Secondo tema: una strategia di valorizzazione di tutti i luoghi minori. Il patrimonio infinito dei borghi, cammini, le ferrovie storiche, le ciclabili, la dorsale appenninica, le bellezze naturali. Abbiamo un patrimonio infinito di attrattori turistici che in un altro Paese potrebbero essere il principale attrattore turistico del Paese. Noi abbiamo talmente tanta bellezza, e talmente tanto distribuita, che bisogna fare un progetto di riqualificazione. Penso ad esempio il tema dei borghi sia un modo di ripopolare la dorsale appenninica, di offrirle turismo esperienziale che il mondo chiede all'Italia, e di creare lavoro sostenibile (intelligente, dinamico) attraverso la digitalizzazione e la promozione. Ultimo tema, ma non per importanza: le infrastrutture. Il turismo internazionale che arriva nel nostro Paese chiede un sistema infrastrutturale efficiente. Chiede di arrivare in un aeroporto internazionale e, da dentro l'aeroporto, salire su un treno ad alta velocità per raggiungere in poche ore qualsiasi parte del Paese. Per alcune politiche concorrenziali (anche se all'interno del settore pubblico) non abbiamo integrato bene il sistema aeroportuale con il sistema dell'alta velocità, mentre è chiaro che questa è la prospettiva: l'alta velocità che passa dentro il sistema degli aeroporti come in altri Paesi del mondo (e come si sta faticosamente cercando di fare da noi). Io penso che ci sia un tema vero di fronte a noi: l'estensione dell'alta velocità nel sud del Paese (non è possibile che l'alta velocità si fermi a Salerno) sulla dorsale tirrenica che si prolunga fino in Sicilia. E credo ci sia un tema altrettanto importante, perché il gap strutturale nel nostro Paese non è soltanto nord-sud ma riguarda anche il rapporto Adriatico-Tirreno. Sul Tirreno c'è l'alta velocità e ci sono i grandi aeroporti. Se vai sulla dorsale adriatica, non ci sono grandi aeroporti, non c'è alta velocità; c'è una linea dell'Ottocento che viaggia sul mare, sulla costa (lo dico, sempre per i giornalisti: non è una cosa annunciata, ma è un tema su cui discutere quando si fanno le grandi scelte strategiche, ed è giusto discutere in Parlamento e nel Governo). Io penso che ci sia bisogno in prospettiva – servirà tempo e risorse, certo –, di ripensare a quanto successo e credo che tale la strada vada indicata. Io penso che si debba colmare questo differenziale, che si debba creare l'alta velocità anche sul lato Adriatico. Lo spostamento dell'alta velocità verso l'interno della dorsale libererebbe 500 chilometri di costa che oggi hanno la ferrovia sul mare, e la sola riqualificazione dei valori immobiliari urbanistici di 500 chilometri di località balneari (per esempio con una ciclabile al posto nell'attuale sedime ferroviario) pagherebbe le opere e cambierebbe la prospettiva di sviluppo di un pezzo di Italia (così come con l'alta velocità nel sud). Se arrivi in Italia (a Malpensa, o a Fiumicino) dalla Cina e vuoi andare a vedere i Bronzi di Riace, a Reggio Calabria, non è che puoi avventurarti in un viaggio che ti porta via più tempo di quello che hai utilizzato per arrivare dalla Cina (cito soltanto i Bronzi di Riace perché sono a Reggio Calabria, ma potrei fare molti altri esempi). È il tema infrastrutturale, fondamentale per il Paese e per lo sviluppo del turismo nei prossimi anni.

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola ai commissari ricordando che più riusciamo a stare dentro i tempi per le domande più, ovviamente, diamo la possibilità al Ministro di replicare e rendere possibile un secondo giro di interventi. Onorevole Moretto, prego.

  SARA MORETTO. Grazie, presidente. Ringrazio il Ministro per la relazione, che segue quella che aveva già fatto in Assemblea e che ci tiene un po' aggiornati su quello che è il lavoro che si sta facendo per questo importante settore. Credo che, come diceva bene lei, non c'è bisogno di ricordare la gravità della situazione ma, forse, di condividere la consapevolezza che questa fine estate ci restituirà una fotografia molto grave del settore. Molti operatori continueranno a lavorare, ma con molte difficoltà, e trovo corretto aver investito risorse per evitare che ci sia (uso un termine brutto) una «razzia» delle strutture italiane, perché sappiamo che tutti i grandi gruppi Pag. 9internazionali stanno facendo proposte, a volte imbarazzanti, a imprenditori italiani che con fatica si trovano ad affrontare questa situazione. Quindi, è evidente a tutti noi che è necessaria una stagione di aiuti, di sussidi come quella che si sta mettendo in campo, ma è necessaria una stagione di prospettiva con delle certezze e dei chiarimenti che arrivino agli operatori di settore. Quindi le faccio due domande. Quando parlo di gravità della situazione che stiamo vivendo, che vivremo anche a settembre, non mi riferisco solo ad alberghi e strutture ricettive, ma anche a tutti i soggetti che fanno parte della filiera turistica (agenzie di viaggio, tour operator, guide turistiche, aziende di mobilità, attività balneari e termali) ed è necessario che abbiamo ben chiaro che gli operatori sono tantissimi (il Ministero ha contatti e relazioni continue con tutti questi settori). Ci sono stime molto gravi che parlano di 12,8 milioni di turisti in meno, con le conseguenze economiche che ne derivano. Per quanto riguarda la parte relativa ai sussidi (apprezzo tutte le cose che sono state messe in campo), mi soffermo su due particolari soggetti che fanno parte della filiera turistica (senza volerli privilegiare rispetto ad altri, ma per avere un po' di chiarezza). Il primo è quello delle agenzie di viaggio e dei tour operator. Questi soggetti possono essere destinatari di diverse misure che sono messe in campo, come lei diceva nel «decreto Rilancio»: dalla misura a fondo perduto che, così com'è, riguarda solo i più piccoli, fino a quanto disposto dall'articolo n. 182 del predetto decreto, che oggi lei ci conferma che avrà un riparto che partirà dalle strutture più piccole. Ecco, fermo restando che immagino che tutti noi qui dentro vorremmo dare una mano a tutti nel miglior modo possibile, volevo capire qual è la posizione del Ministero rispetto alla possibilità di rimuovere i tetti che consentono l'accesso alle misure a fondo perduto anche per questi soggetti (ribadendo la nostra posizione positiva). Al di là della posizione del Ministero, quali sono le interlocuzioni con il MEF (Ministero dell'economia e delle finanze)? Tutti noi vorremmo tutto, ma ci scontriamo con le dimensioni economiche delle misure da mettere in campo. Volevo capire se valutate possibile aprire i contributi a fondo perduto anche ad agenzie di viaggio e tour operator sopra i 5 milioni e quali siano le interlocuzioni con il MEF. Per quanto riguarda altri soggetti, a cui lei ha anche fatto cenno, ma per i quali chiederei qualcosa in più, ricordo quelli del settore degli operatori balneari che hanno sullo sfondo la situazione complessa delle concessioni – sulle quali c'è un articolo in questo decreto per cui saranno necessari decreti attuativi successivi – per cui volevo capire lo stato dell'arte su questo nonché, qual è l'interesse e l'impegno che c'è nei confronti di questo settore (venendo da una regione che è tra le prime posizioni in Europa per turismo balneare, se ne sente il peso anche sociale in questo momento). Per la parte relativa alla prospettiva – e condivido le priorità che lei ha elencato –, volevo capire se c'è l'intenzione da parte sua e del Ministero che lei rappresenta di rivedere il piano strategico ossia di prevedere degli atti specifici ad hoc che rendano immediatamente chiare e operative queste linee di indirizzo. È fondamentale sostenere la digitalizzazione e l'ammodernamento della rete di accoglienza e ospitalità del nostro Paese, senza ingabbiarla (come aveva tentato di fare il suo predecessore) in schemi rigidi di turismi diversi e a compartimenti stagni, che per me non rispecchiano la realtà, e che invece dovrebbero essere messi nelle condizioni di lavorare in un contesto a loro sì favorevole ma, soprattutto, con delle certezze rispetto al futuro. È evidente che questa emergenza ci mette di fronte, come giustamente lei diceva, ad una totale revisione dell'approccio su alcuni temi del turismo. Vivo vicino a Venezia, una città che in questi mesi si è «spenta» (anche se è un termine un po' duro), e oggi si trova ad affrontare non più il problema dell'overtourism, ma di come fare ripartire questa economia, magari cogliendo l'opportunità anche di farla ripartire in maniera più sostenibile. Queste sono le mie domande, la ringrazio in anticipo per le risposte.

  MARTINA NARDI. Grazie, presidente. Grazie Ministro. Il quadro è molto condivisibile Pag. 10 ed è del tutto evidente che la sua persona, e il Governo, si è fatta carico di mettere cura effettivamente rispetto alle criticità del settore che sicuramente, come ha detto lei, è uno dei settori che pagherà maggiormente le difficoltà della chiusura, la difficoltà di questi mesi drammatici. Il turismo vuol dire non solo «settore alberghiero» ma, giustamente, vuol dire: commercio, spettacoli viaggianti, eventi, spettacoli, fiere patronali, musei, cioè tutto quello che riguarda la movimentazione delle persone, e per certi versi anche i trasporti. È chiaro la crisi di questo settore potrebbe determinare anche ulteriori implosioni negli altri settori; è chiaro che intervenire mettendo attenzione così com'è stato fatto, è stato indispensabile e fondamentale. Ora, siamo in un'altra fase. Lei ci ha raccontato le cose che avete messo nel «decreto Rilancio», che è una prima fase, iniziale, e poi ci sarà la prospettiva. Ora, a me interessa moltissimo il tema della prospettiva e ho trovato molto interessante, entusiasmante, provare a ragionare seriamente su un rilancio vero che parta dalla riqualificazione delle strutture alberghiere. Il turismo ha avuto uno sviluppo nel nostro Paese: dagli agriturismi ai bed and breakfast, passando per le dimore storiche, per campeggi che si sono modernizzati e sono diventata un'altra cosa (anche l'aspetto degli alloggi è centrale). Dando a ciò una qualità italiana. Molti turisti stranieri (che io sono certa torneranno nel corso dei prossimi mesi) vengono in Italia perché vogliono l'Italian Style; troppo spesso, purtroppo, non incontrano nelle strutture ricettive questo livello qualitativo (per centinaia di migliaia di motivi). Provare a dire che noi puntiamo alla riqualificazione degli immobili, vuol dire che puntiamo sul prodotto «Italia» e che come brand puntiamo sull'Italian Style, che non vale solo per i comparti della moda (o di tutte le cose per le quali siamo famosi per fare export), ma anche per la qualità dell'ospitalità che rilanciamo. La stessa cosa vale per le infrastrutture (la dico brutale): un Paese che si vanta, e ha la possibilità, di avere isole bellissime (come Lampedusa) ove si arriva solo di luglio ed agosto perché non ci sono aerei in nessun altro periodo dell'anno, se non facendo miliardi di giri. E questo vale per tantissime località molto importanti che potrebbero avere anche un'esplosione dal punto di vista turistico, che potrebbero diventare le nostre «Formentera» (perché non abbiamo nulla da invidiare ad altre località turistiche). C'è bisogno di una connessione sentimentale tra il turismo e i trasporti, una modalità per la quale in Italia non si deve soltanto viaggiare tutti quanti ad alta velocità, ma bisogna essere più connessi. È la connessione che fa sì che ci si muova. Oggi gli italiani sono diventati grandissimi viaggiatori, forse tra i più importanti del mondo, perché abbiamo aperto il mondo alle low-cost (le abbiamo scoperte) e con pochi soldi viaggiamo nel mondo. Allora è del tutto evidente che questa è una modalità infrastrutturale del Paese che può e deve diventare la strada maestra da seguire. È interessantissima la questione della prospettiva rispetto alla questione del lavoro, perché penso anch'io che non possiamo dare solo risposte di retroguardia, solo risposte di tenuta, ma abbiamo bisogno di dare risposte di prospettiva: aiutare gli operatori sostenendo il lavoro, e non solo la cassa integrazione, è un'intuizione da seguire e praticare. Io non so se tutte le cose che ci siamo detti troveranno spazio nei prossimi decreti. È chiaro che se lei viene e annuncia un'apertura in questa direzione credo che, da oggi, inizia un nuovo lavoro che ci dovrà vedere impegnati in maniera sinergica nel dare le «gambe» a queste geniali intuizioni. Provare a costruire gli strumenti (mi auguro dopo l'estate) per rilanciare sul serio questo Paese. Il «decreto Rilancio» è importante, perché mette tanti soldi, ma li destina ancora (giustamente) alla tenuta, alla cura, alla cassa integrazione, alla protezione dello Stato (in termini più generali). C'è bisogno di fare il passaggio successivo, che è ancora timido in questo decreto (giustamente, perché non era ancora questa la fase, anche se alcune cose importanti sono state già messe in campo). L'ultimo aspetto che riguarda il «decreto Rilancio», che mi auguro possa trovare uno spazio, è la soluzione della praticabilità delle nostre meravigliose Pag. 11 isole, dal punto di vista del turismo balneare. Il costo dei trasporti, durante il COVID, il fatto che c'è una diversa organizzazione anche degli spazi sia negli aerei che sulle navi, fa sì che i prezzi siano lievitati a dismisura, con il rischio che tante persone che vogliono andare nelle isole italiane non ne avranno la possibilità economica, perché il voucher, giustamente, copre l'albergo, ma non dà la possibilità di essere utilizzato per il trasporto (non dico che è quella la soluzione, magari ce sono anche altre, però il tema esiste). In merito a Sicilia e Sardegna, oggi basta guardare i nostri telefonini, prenotare un volo, o una nave, ha un costo esorbitante. Io credo che un occhio di riguardo, un'attenzione particolare siano necessari, proprio per far sì che quei pezzi di mondo che trovano nella stagione estiva un forte impulso per il loro PIL, rispetto ad altre regioni (è vero che il Veneto ha dei numeri strabilianti, ma è anche vero che ha altri motori di sviluppo), come Sardegna e Sicilia, hanno bisogno di una risposta immediata.

  RICCARDO ZUCCONI. Grazie, presidente. Al di là dei singoli temi trattati, ho rilevato un problema culturale e ideologico nelle misure che il Governo ha preso, o non ha preso. Su questo c'è stata un'influenza notevole proprio del fatto che il Governo, di cui lei fa parte, oggettivamente ha dato un'immagine delle imprese in Italia (pre-COVID), che si potrebbe riassumere nelle recenti parole di Tridico, quando identifica gli imprenditori «come pigri e opportunisti». Questa è una visione che si è ripetuta nel tempo (ahimè, dobbiamo prenderne atto), e che ha visto le aziende come un mondo fatto di prenditori, di approfittatori, di sfruttatori (questo è il quadro generale che avrebbe ben potuto rappresentare Bosch, con un sottofondo di musica di Stockhausen, vista, così, da fuori). Volevo segnalare che per quanto riguarda gli stagionali le problematiche sono nate dall'identificazione da parte dell'INPS (Istituto nazionale della previdenza sociale). Alcune aziende erano state identificate infatti in un modo che non rendeva possibile l'erogazione di quanto previsto da questi provvedimenti. Il bonus vacanze basato sul credito di imposta: mi creda, io ho capito che è cedibile e che può essere anche portato in banca, o dato ad un fornitore. Però, a fronte di un fatturato quasi inesistente, le volevo segnalare che molti di questi pagamenti non hanno ragione di essere: l'imponibile non c'è, non c'è IVA. Per quanto riguarda la cedibilità alle banche, questa sarà molto difficoltosa, com'è stato dimostrato anche nel recente passato. La cedibilità ai fornitori sarà poi quasi impossibile. Un'altra questione, la TOSAP. Abbiamo un emendamento al «decreto Rilancio» (emendamento a mia prima firma 181.27): vediamo quale sorte avrà, perché le idee sulla TOSAP sono condivisibili. I rilievi sulla contribuzione e sulla volontà di andare ad incidere in questo senso. Qui le segnalo che noi abbiamo presentato degli emendamenti all'articolo 26, che intendevano seguire un principio inversamente proporzionale tra assunzioni e tasse, e cioè: premiare quegli imprenditori virtuosi che confermavano, incrementavano i livelli di occupazione (secondo il principio che ci pareva che lei avesse espresso). Ma che questo emendamento è stato respinto. Sempre in tema di lavoro, la riduzione del cuneo fiscale, che possiamo sempre prendere in considerazione – a termine – ma che comunque sarebbe un buon provvedimento. La reintroduzione dei voucher. Questo strumento ha avuto una critica soprattutto ideologica (che io posso anche accettare), ma quale validità avrebbe potuto avere per le aziende, di cui lei faceva un esempio, non entrando, non confliggendo con i trattamenti di cassa integrazione? Questo strumento avrebbe potuto essere, per gli albergatori, che non riaprono perché pensano di non avere incassi sufficienti a poter riassorbire il personale, uno strumento utilissimo, che anche al tempo poteva essere introdotto. «Ecobonus» e «Sisma bonus»: noi abbiamo proposto, in materia, un emendamento (n. 119.283 a mia prima firma), che estende al comparto ricettivo tutte le misure previste dall'Ecobonus o con il «bonus facciate». Tutte queste questioni, tutto il pacchetto di emendamenti che avevamo presentato al «decreto Cura», al «decreto Liquidità», e ora al «decreto Rilancio», Pag. 12sono stati bocciati (in conflitto con le affermazioni che fa lei oggi). Vorrei parlare della proposta di legge n. 1743, che andrà in discussione domani in questa Commissione, rispetto alla quale il Governo ha avuto un atteggiamento veramente negativo. Sono quasi sette mesi, Ministro, che questa Commissione sta aspettando la relazione tecnica del Governo. Vede, c'è stata anche questa settimana, o l'altra settimana, la lettera di sollecito della Commissione. In questa proposta di legge, che io la pregherei di andare a guardare, ci sono molte delle cose che lei afferma di voler fare oggi 23 giugno. Ma questa proposta di legge è ferma, per colpa del Governo, da sei mesi in questa Commissione. Vogliamo parlare delle OTA (Online Travel Agents), delle piattaforme web? In questa legge era già prevista una soluzione, poi contestabile, modificabile, ma perlomeno affrontata. Vogliamo parlare di questioni che riguardano la rivisitazione di enti come le Camere di commercio all'estero, di ENIT (Ente nazionale italiano del turismo)? In questa proposta di legge erano date delle soluzioni. Questa proposta di legge aveva un significato per il solo fatto di essere stata presentata: era un tentativo di legge quadro sul turismo. Siccome questo avveniva mesi fa, tutto questo sta a dimostrare che il settore del turismo, fino ad oggi, è stato trascurato. Questa è la verità. Certo, nessuno si poteva immaginare l'arrivo di un'emergenza come il COVID, ma se l'economia italiana non sa curare quelli che sono i pochi punti di forza, allora andiamo verso degli errori. Qual è la posizione del Governo, visto che dobbiamo trattare una proposta di legge come questa? Qual è la posizione che assumeranno le forze di maggioranza rispetto a proposte che prevedono di ridare una ristrutturazione generale del settore turismo? Io non parlo della reistituzione del Ministero del Turismo, so benissimo che su questo abbiamo idee molto diverse, però il turismo è legato al problema di Beni culturali, al settore delle eccellenze gastronomiche, ma riprendere in considerazione a livello promozionale (anche attraverso ENIT) di ricentralizzare la gestione del settore è una cosa alla quale nessuno si può sottrarre. Queste sono le risposte. Ci auguriamo che, viste le cose che lei ha affermato, l'atteggiamento rispetto agli emendamenti presentati al «decreto Rilancio», sia di apertura. Secondariamente, le chiediamo un impegno rispetto a questa legge che comincerà l'iter domani in questa Commissione. Questa proposta di legge è emendabile, ed è una proposta, che non è stata fatta da nessuno fino a oggi (è una proposta organica che riguarda la comunicazione nel settore del lavoro degli incentivi). Certo, bisogna riqualificarlo e pensare poi a eventuali fenomeni di overbooking (atteso che le strutture alberghiere tenderanno a fare politiche di ribasso dei prezzi per ricominciare a lavorare). A fronte di queste osservazioni, i comportamenti concreti ad oggi non li abbiamo visti. Quindi ci dimostri che quanto da lei affermato vuole metterlo in pratica. Da parte nostra, come sempre, viaggeremo sulla scorta di proposte, di impegno, di lavoro e di competenza. Però ce lo dovete dimostrare.

  GIORGIA ANDREUZZA. Grazie, presidente. Grazie, signor Ministro, per il suo intervento. Dobbiamo fare attenzione, a mio avviso, perché ci siamo incontrati e tre volte, tra Commissione e Assemblea, e ci stiamo raccontando le stesse cose. Abbiamo capito alcune posizioni, e non serve guardarci negli occhi e aver chiaro qual è la situazione drammatica in cui sta passando il settore del turismo. Per cui è necessario essere anche un po' più pragmatici. Pertanto, a mio avviso, è importante capire se il Governo ritiene strategico il turismo; se è strategico, questo condiziona che ci siano delle misure importanti e decisive, e cioè non si può andare avanti con piccoli tamponamenti. In questo momento, per ripartire, il turismo ha bisogno di «tenere aperto»: dobbiamo agire affinché tutto il sistema turismo sia messo nelle condizioni di lavorare, e dobbiamo fare in modo che arrivino i turisti (arrivano se le nostre strutture sono aperte e se il nostro sistema è attrattivo). Noi dobbiamo creare le condizioni affinché tutto rimanga aperto. Su questi due filoni, in particolare il primo, cioè «il tenere aperto il sistema turismo», ci sono i primi interventi nei decreti. Io Pag. 13vorrei ricordare che uno degli interventi che per primo abbiamo presentato (ascoltando gli operatori turistici), e che ricordava il collega Zucconi (anche la Lega lo ha fatto), nei primissimi emendamenti del «Cura Italia», è stato quello di non mettere troppe persone, o semplicemente le persone, in cassa integrazione qualora le strutture volessero invece lavorare, rimanere aperte, proprio intervenendo sulla questione contributiva, che è uno dei costi più pesanti. Questa non è un'invenzione del Governo, o di questa Commissione: ce l'hanno detto subito. Ci hanno chiesto: «Lasciateci la possibilità di rimanere aperti. Noi vogliamo tenere i nostri dipendenti, non li vogliamo mandare in cassa integrazione. Se ci viene incontro lo Stato, abbattendo questo costo, noi rimaniamo aperti». Le faccio presente che ci sono moltissime aziende, moltissime strutture, che pur di non mandare in cassa integrazione i loro dipendenti, hanno tenuto le loro assunzioni, perché esiste un sistema nel turismo collaudato con i propri collaboratori (che oltre a essere storia, è anche un vantaggio per funzionare bene). Mi fa piacere che sia arrivato alla conclusione che bisogna intervenire su questo passaggio, però se il settore è strategico (questa cosa gli operatori ce l'hanno chiesto mesi fa), auspichiamo davvero di vedere questa cosa inserita nel «decreto Rilancio», nonostante sia stata bocciata più volte negli emendamenti delle opposizioni. A fianco a questo, possiamo introdurre il discorso dei voucher legato, in questo periodo, a quelli che sono questi picchi che si vengono a creare, e alle aziende che hanno bisogno di tenere aperto. Per rimanere aperti, per rimanere funzionali, per fare in modo che una località turistica funzioni, non può essere che questa resti mezza aperta, o un terzo aperta; abbiamo dei competitor che in tutta Europa, e nel mondo, stanno lavorando per questo (un turista sceglierà di venire in Italia, o nelle nostre località, se la nostra offerta è pienamente funzionale al cento per cento). Finora il nostro Paese ha avuto la fortuna di avere delle bellezze ineguagliabili, ma soprattutto anche degli imprenditori che, senza tanti aiuti, hanno fatto veramente tutto da soli. Non credo che il turismo si possa considerare uno di quei settori che abbia avuto così tanto sostegno (sono stati veramente bravi e veloci), ma adesso è il momento in cui bisogna aiutarli a rimanere in campo. L'altra domanda è: esiste una proposta, un piano importante di marketing per comunicare al mondo la sicurezza che in questo momento possiamo dare ai turisti, un piano di comunicazione che sia ben condiviso con le regioni? Vorrei capire cosa si sta muovendo su questo fronte, e anche qui, in termini di risorse, bisogna mettersi in testa che ne servono molte cioè non si possono fare piani di marketing con piccolissime risorse spot, se vogliamo essere efficienti, sempre perché i nostri competitor saranno Spagna, Francia, altri Paesi. Dobbiamo adottare misure in grado di essere competitivi anche sulla comunicazione internazionale. Le aziende chiedono la possibilità di avere liquidità da reinvestire. In molti fanno presente quello che è il tetto dei 5 milioni di euro (questo spero che venga rivisto), la collega prima lo accennava parlando di tour operator e agenzie di viaggio, ma è collegato anche al settore congressuale, perché dobbiamo tenere conto di quelli che possono essere i costi che hanno le aziende per restare in piedi. Se sulla base dei ricavi, non teniamo conto quanto costa mettere in piedi queste aziende, allora è ovvio che il tetto aumenta. Questo ragionamento dovete farlo perché c'è il rischio di creare misure che sono inefficienti per comparti che rischiano davvero di essere azzerati. Altra cosa che mi sento di chiedere, che auspico, è che sia finito il metodo del «Click Day». Sappiamo che in qualche occasione avviene il «Click Day», presso il Ministero, per accedere ad eventuali fondi. Credo che se questa cosa si dovesse ripetere, diventerebbe imbarazzante. Non ho sentito parlare della «montagna», nel senso che lo sento raramente. Non l'ho sentito in Assemblea (adesso qui il punto mi è tornato all'attenzione). Teniamo conto che abbiamo anche questo patrimonio: va quindi pensato anche su esso cosa fare per il futuro. Altra cosa, su cui veramente chiedo in maniera più definitiva delle delucidazioni, è la questione della Pag. 14«Bolkestein»; ogni volta negli interventi viene evocata la formula: «stiamo risolvendo». Però a questo punto bisogna dire «come e quando», perché l'iter lo conosciamo perfettamente. Presumo che basti un DPCM, o dei decreti (non credo serva più un iter parlamentare, perché è già stato fatto); per cui quello che chiediamo è: come e quando risolviamo la questione della Bolkestein, per non ripetere ancora quanto detto e chiesto? Queste sono le mie domande. La ringrazio.

  ANGELA MASI. Grazie, presidente. Ringrazio il Ministro. Saluto la sottosegretaria Bonaccorsi. Ministro, in queste settimane si è parlato molto se questa emergenza sanitaria potrà essere anche un'opportunità per questo settore. Lavorare in prospettiva come Parlamento, come Governo, come enti locali, ma anche come operatori, associazioni di categoria in sinergia sulla prospettiva, ritengo che sia, oggi più che mai, fondamentale (senza tener conto dei colori politici, ma in una visione di unità e di valorizzazione del settore). L'elenco di iniziative, in prospettiva, che si vuole offrire al settore non è un elenco esaustivo, ma è molto articolato e complesso. Spero che sia stata solo una dimenticanza del momento, ma quando parliamo di infrastrutture (oltre a quelle fisiche, che sono assolutamente necessarie nel Mezzogiorno) ci sono quelle digitali che, oggi più che mai, abbiamo capito essere fondamentali per il nostro Paese e per questo settore. Come si diceva prima, il «decreto Rilancio», così come il «decreto Cura Italia» hanno avuto solo l'intento (per questo comparto) di sopperire a una situazione di crisi e di emergenza; non hanno una visione del settore, in prospettiva, da qui ai prossimi dieci anni. Alla fine della stagione estiva si vedrà se avremo lavorato bene a livello nazionale e regionale (vista la presenza anche del Titolo V della Costituzione), oppure se avremmo dovuto fare molto di più. In merito a quello che lei ci ha detto sui provvedimenti e sulle parti dedicate al turismo, alcune agenzie di viaggi e tour operator ci hanno posto in questi giorni delle questioni circa il «Tax credit vacanze». Se nell'articolato, all'articolo 170, comma 3, lettera c), troviamo un riferimento alle agenzie di viaggio e ai tour operator, non risultano informazioni, sul sito dell'Agenzia delle Entrate e sul sito del Ministero dei Beni culturali e del Turismo, su come utilizzarlo o sulle linea guida. Ci viene chiesto come devono fare e qual è la procedura per le agenzie e tour operator che vogliono utilizzare il «bonus vacanze», visto che vengono menzionati nell'articolato, ma poi non trovano nessun riferimento sul sito dell'Agenzia delle Entrate. Qualche giorno fa lei è intervenuto, nel rapporto dei piccoli comuni e dei cammini d'Italia, facendo riferimento a quanto sia necessaria, oggi, una rivalutazione dei piccoli comuni, dei borghi, ma anche dei cammini: non abbiamo nulla a che invidiare al Cammino di Santiago. Anzi, io ritengo che la pluralità dei cammini che abbiamo in Italia ci permette di avere una serie di percorsi che non sono eccessivamente battuti, con troppi turisti che li frequentano (cosa che potrebbe avere l'effetto contrario, negativo, sui territori invece che positivo), ma abbiamo un sistema così capillare di cammini, da nord a sud (in particolare al centro e al nord), che ci permette di avere una presenza di turisti tale che vada a beneficio effettivo di quei territori (ne parlo perché ho frequentato due cammini: molti borghi sopravvivono anche per la presenza di pellegrini che attraversano questi piccoli paesini, e la presenza di piccole attività in questi borghi è possibile anche per la presenza di turisti). In merito a questo, in un emendamento al «decreto Rilancio», ritengo che una parte della promozione (articolo 179 del «decreto Rilancio») sia necessaria dedicarla alla valorizzazione e alla promozione dei cammini e dei borghi (la cosiddetta «Italia minore», che è quella su cui lei vuole lavorare anche in un'ottica di prospettiva). Molte realtà turistico-ricettive, ma non solo, in un'ottica magari del «decreto Semplificazione», ci dicono che sono subissate da una serie di controlli: dei NAS (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell'Arma); dell'ASL (Azienda Sanitaria Locale); dei carabinieri; controlli di qualsiasi tipo. Chiaramente, in una situazione di forte crisi in cui già sono in forte difficoltà (dichiarano di Pag. 15vivere un vero e proprio incubo), ragionare, magari, su una centralizzazione dei controlli che vengono fatti presso le strutture turistiche potrebbe essere una buona opzione. Gli imprenditori onesti e che rispettano la legge delle strutture turistiche non è che non vogliono essere controllati: solo che a loro avviso è impossibile vivere in una situazione di emergenza con controlli quasi settimanali. Quindi la invito a ragionare anche su questo fronte, magari nel «decreto Semplificazione». Ha fatto un riferimento al discorso europeo. Qualche giorno fa, se non ricordo male il 20 giugno, c'è stata una votazione per un ulteriore contributo o finanziamento soprattutto per superare possibili situazioni di fallimento di imprese turistiche a livello europeo. Anche lei ci ha parlato spesso, anche in Assemblea, del sostegno offerto dal famoso Recovery Fund. Ci diceva che le prime risorse probabilmente verranno utilizzate in particolare per i settori del turismo, della cultura e dello spettacolo perché sono quelli che subiranno maggiormente la crisi. Chiedo quindi se ci sono novità su questo fronte e se ci può aggiornare in materia. Mi avvio alla conclusione. Sul «Fondo Emergenza» sono stati presentati vari emendamenti di maggioranza e opposizione e quindi auspico che con il «decreto Rilancio» si possa lavorare su questo. Sarebbe interessante sapere se il decreto attuativo è in fase di scrittura o meno. Vengo alle ultime due domande. Lei ci diceva che ci sarà un nuovo provvedimento. Riteniamo che sia più che mai necessario lavorare sul fronte dell'offerta in questo nuovo provvedimento e quando parliamo di offerta chiaramente parliamo di operatori turistici, di imprese; quindi riteniamo che sia necessario un lavoro coordinato tra MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), MiBACT (Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo) e MEF perché questi sono, chiaramente, gli interlocutori che si devono sedere allo stesso tavolo e devono scrivere assieme il provvedimento. Ultimo aspetto – sollevato dalla collega in precedenza –, la promozione. Ci diceva che ormai si sta lavorando a un discorso di turisti che viaggeranno all'interno dell'Europa: ma come si sta lavorando sulla promozione? Cosa si è fatto in queste settimane per avere una promozione efficace che possa privilegiare il nostro turismo rispetto ad altri competitor europei? Grazie.

  PAOLO BARELLI. Grazie, presidente. Grazie, signor Ministro. Tutte le cose che sono state dette sono sicuramente molto chiare, comprensibili e condivisibili. È condivisibile il fatto – l'ha detto anche lei, Ministro – che l'impatto che ha il turismo sul Prodotto interno lordo è assai determinante sull'andamento dei conti dello Stato. Da questo punto di vista è evidente – è stato più volte sottolineato, lo faccio anch'io rapidamente – come questo settore è particolarmente colpito dalla crisi. Lei ha detto che è una crisi che si è assommata ad alcuni aspetti di grande rilevanza positiva nella storia del turismo italiano, quindi con una quantità di visitatori che negli ultimi anni ha anche messo in difficoltà le nostre meravigliose città d'arte, ma un turismo che aveva già delle caratteristiche di difficile competitività con altri Paesi, non solo quelli emergenti. Basti ricordare un dato che sottolinea come mediamente il turista straniero sta in Italia meno di tre giorni, mentre in città – basta rimanere in Europa – come Parigi, Londra, o andando anche in città del divertimento negli Stati Uniti, come Las Vegas e compagnia bella, i giorni sono quattro o cinque, a volte anche sei; quindi noi già abbiamo una necessità di rinnovare il nostro progetto, il nostro programma di ricezione turistica attraverso degli strumenti, dei programmi, dei progetti che possano, quindi, valorizzare ulteriormente questo nostro, in tutti i casi, tesoro. È chiaro che il Coronavirus ha dato una botta micidiale a questo settore. Lei lo ha detto. Lo hanno detto i miei colleghi. Credo che sia il settore dell'economia del nostro Paese che è stato in modo trasversale probabilmente più colpito degli altri, anche se è brutto parlare di chi ha avuto una botta in testa più forte o più dolorosa, ma sicuramente il mondo del turismo in Italia ha perso una quantità enorme di fatturato e, se è vero come è vero che gli osservatori dicono e sostengono che il nostro PIL avrà una retrocessione che può andare dal 10 al 15 per Pag. 16cento, una grande fetta di questo volume che mancherà all'appello è quella dal settore turistico, e lei lo sa perfettamente. L'attrazione turistica del nostro Paese è caratterizzata in gran parte da città come Roma, dalle nostre città meravigliose come Firenze, Venezia, ed è un turismo importante, cioè che dà una remunerazione, dà un indotto anche nell'ambito commerciale molto importante. Vediamo che il mondo degli alberghi dei 4 o i 5 stelle – lei lo sa, perché credo che riceverà quotidianamente delegazioni su delegazioni –, il turismo chiamato «di lusso», che però è quello che porta denaro, che porta moneta importante, sta veramente in ginocchio. Ora lei, Ministro, è un elemento importante all'interno del Governo. Non è una piaggeria a basso mercato. Lei è una persona che ha un'esperienza sulle spalle, che ha una storia che fa sì che si possa attribuire a lei una perfetta conoscenza della macchina e del sistema. In più lei, Ministro, è il capo delegazione del Partito Democratico, ruolo che la coinvolge appieno nell'ambito delle scelte e nell'ambito delle priorità in un momento molto difficile dove la bacchetta magica non c'è, dove la coperta è corta e non può sicuramente coprire tutte le necessità. Però sta adesso al Governo e quindi a lei, che è il Ministro competente, dare nell'immediatezza il massimo possibile affinché questo settore, di cui tutti quanti abbiamo dichiarato l'importanza – questo non è un discorso di carattere politico o partitico – sia difeso e rafforzato; non rinviare a scenari futuri, ma nell'immediatezza, effettuare scelte anche in sede di esame provvedimento che in questo momento si sta discutendo in Commissione bilancio. Sta a voi dare un forte impulso, dare delle risposte. So – l'ho detto e lo ripeto – che la coperta è quella che è e che c'è un dibattito enorme anche nell'ambito dei partiti di maggioranza sull'individuazione delle risorse e sulla distribuzione e l'utilizzo di esse. Potrei qui dire che ci sono tanti interventi frammentari, orizzontali, e scarsità di interventi importanti focalizzati su ambiti specifici. Questo può essere un elemento di critica, una puntualizzazione o un suggerimento della mia parte politica. In tutti i casi «l'ora X» è scattata. Io non credo che ci sarà possibilità di recuperare il tempo perso, soprattutto qualora se ne perdesse ancora. Quando dico «perdere», lo dico con grande rispetto della difficoltà, del momento che l'Italia sta attraversando e quindi della difficoltà delle decisioni. Tra le tante cose corrette, giuste, che lei ha detto, apprezzabili, che sono anche state sottolineate dai miei colleghi, adesso bisogna dare delle risposte immediate. È vero che sono state prese delle decisioni, sono stati decisi degli interventi. Parlavo in modo orizzontale del sistema economico-sociale del Paese, della cassa integrazione, dell'accesso al credito, del Fondo perduto, dei bonus. Ma lei sa perfettamente la difficoltà nell'espletamento e nella ricezione reale, pratica, da parte di coloro i quali attendono queste iniziative, nel goderne i frutti. Qui siamo in un incontro molto aperto, molto franco e molto costruttivo; non la metto dal punto di vista polemico, ma dal punto di vista specifico. Termino per dire, signor Ministro, che noi abbiamo presentato degli emendamenti già al «decreto Rilancio». Non solo noi, ma le diverse parti politiche, in senso lato, hanno presentato emendamenti che migliorano e che danno al mondo del turismo e del commercio alcune risposte. Io mi auguro che lei usi tutto il suo peso politico e la sua esperienza affinché già da questo decreto si diano risposte importanti. Noi siamo dalla parte di chi ama il turismo, di chi in maniera pratica lo ama in quanto comprende quanto sia importante dal punto di vista economico e per lo sviluppo del nostro Paese e siamo dalla parte di ogni decisione che possa garantire il ritorno alla normalità, o il suo ripristino, che oggi manca.

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola al Ministro Franceschini per la replica. Prego, Ministro.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. Grazie, presidente. Parto da queste ultime osservazioni di Barelli, che poi riprende temi emersi nel dibattito, cioè le questioni del fare il massimo possibile, del peso, Pag. 17dell'esperienza. Guardi, il peso e l'esperienza mi inducono a essere molto prudente. Io sono abituato a dire in modo sicuro le cose quando sono effettivamente certe. Per questo, posto che credo sia assolutamente indispensabile agire in fretta, ritengo anche assolutamente giusto l'atteggiamento nei miei confronti, in particolare da parte delle opposizioni. È logico che sia così. Ritengo anche giusto che il fatto di dover dimostrare e poi riportare i risultati e anche una valutazione politica debba avvenire sulla base dei risultati. Però proprio per questo ci tengo a ricordare, siccome siamo in fase di esame parlamentare, di discussione, di emendamenti sul «decreto Rilancio», che io ho fatto per molto tempo l'opposizione in Parlamento. È naturale che in fase emendativa su un decreto così omnicomprensivo come il «decreto Rilancio» le opposizioni mettano un po' tutto, anche per farsi dire dei «no». Ci sta anche questo nella tecnica parlamentare. Sapete bene che sul «decreto Rilancio» ci sono delle risorse limitate, a meno che non si tolgano risorse da una parte per metterle dall'altra; ci tengo a dirlo. Io ritengo, come percorso riferito al turismo, che il «decreto Rilancio» sia il luogo per intervenire migliorando già alcune cose. Non è il luogo in cui si affrontano i problemi di carattere strategico-permanente che abbiamo discusso in parte questa mattina. Quindi alcune cose si possono fare nel «decreto Rilancio», anche parte di quelle che abbiamo discusso, ma io penso che ci sia bisogno – mi è parso che lo riteniamo tutti –, come è emerso nel dibattito con tutte le sfumature diverse, che serve qualche cosa di strutturale, di profondo, anche in termini di risorse, sul tema del turismo. Il «decreto Rilancio» non è la sede emendativa per risolvere questi problemi. Dovrà essere o un provvedimento ad hoc o il provvedimento che il Governo farà per l'utilizzo delle risorse europee o, come io ritengo utile, ma è un altro tema, un provvedimento di impiego di risorse che sia anticipato rispetto ai tempi di utilizzo del Recovery Fund, ma dentro un provvedimento di carattere generale. Quindi c'è anche una discussione preparatoria, c'è anche un dibattito sugli emendamenti. Se il Governo dice «no», non è perché non è d'accordo sulla misura, ma perché magari non ci sono le risorse adesso; ma quel percorso è utile per impostare anche le cose non immediate. Sulle agenzie di viaggio io ritengo che il fondo dei 25 milioni sia, ovviamente, come è del tutto evidente, insufficiente per un settore, come è stato detto, più colpito rispetto ad altri. Le agenzie di viaggio e i tour operator sono stati molto colpiti, perché se tu devi organizzare i viaggi, e i viaggi li organizzi normalmente, sia di gruppo che individuale, con un anticipo significativo, adesso non c'è lavoro per loro. Quindi c'è un'urgenza particolare. Io ritengo che in questo campo ci sia da un lato il tema del finanziamento aggiuntivo sul Fondo perduto specifico per le agenzie di viaggio e i tour operator. Riguardo al secondo tema, che condivido, anche in questo caso non è una risposta che posso dare a nome dell'intero Governo, ovviamente. Siccome, però, la domanda è stata posta a me come Ministro del turismo, dico che sono d'accordo sul togliere il tetto dei 5 milioni, semmai o eliminandolo o alzandolo in base alle risorse disponibili sia per il credito d'imposta, per l'affitto – il limite non c'è per gli alberghi, quindi estenderlo anche alle agenzie di viaggio e ai tour operator –, sia per il ristoro. Ma ciò va naturalmente conciliato con la disponibilità di risorse. Il MEF non è cattivo; il MEF è quello che vigila sulla bollinatura degli emendamenti, sulle risorse disponibili; però io condivido il fatto che questa sia una delle cose che si potrebbero provare a fare in un tempo più ravvicinato. Altri sono intervenuti sulle esigenze del piano strategico del rilancio. Io penso che il nostro piano strategico del turismo, che, ricordo, è stato votato all'unanimità e ha teoricamente altri due anni, perché dura cinque anni, è stato votato all'unanimità da tutte le organizzazioni di settore ed è stato accolto in Parlamento nella passata legislatura con un consenso molto largo proprio perché è stato preparato in modo largo. Quel piano, che era immaginato in tutt'altra stagione, cioè quando si doveva gestire la crescita impetuosa nel settore del turismo, ha delle Pag. 18tracce che sono attuali per ragioni diverse anche adesso, perché lì si parlava di moltiplicazione degli attrattori di turismo internazionale del nostro Paese e valorizzazione di tutti i percorsi minori meno conosciuti. In quel momento era per decongestionare i luoghi con troppo turismo, ma adesso mantiene la sua validità. Detto questo, affrontata l'emergenza – naturalmente anche qui c'è un ordine nelle cose, c'è un programma temporale nelle cose – mi pare indispensabile iniziare già adesso, e sarà fatto nella fase successiva, impostare delle linee di aggiornamento del piano strategico stesso senza aspettare il nuovo. Per questo c'è il Comitato permanente del turismo. Il Parlamento ha però approvato una norma che prevede un tavolo di crisi, ed io ho avuto qualche dubbio perché temo che si sovrapponga al Comitato permanente per il turismo. Siccome, però, le norme vanno rispettate, io questa mattina ho firmato il decreto che insedia questo tavolo sulle crisi. Quindi sarà quello il luogo in questo caso, e non il Comitato permanente. Il Parlamento ha indicato con una norma, che io applico, il luogo in cui questa discussione di stamattina sarà affrontata. Sarà affrontata con le categorie, non più, come abbiamo fatto, con tanti tavoli nella fase dell'emergenza con le singole categorie. Bisogna cominciare anche a ragionare sulle misure più strutturali per uscire dalla crisi con le categorie. Ci tengo a dire che non c'è traccia degli imprenditori opportunisti in questo Governo. Non c'è traccia di questo in questa maggioranza. Gli imprenditori e la piccola e media impresa sono la forza di questo Paese, sono l'energia di questo Paese, creano sviluppo, creano crescita, creano occupazione, creano lavoro. In particolare, nel settore del turismo, pensiamo a quanta capacità di creatività d'impresa hanno le piccole imprese, alle moltiplicazioni di offerte di lavoro. Quindi, davvero, questo tema fa solo parte della polemica politica. Il bonus vacanze. Abbiamo valutato, mentre stavamo scrivendo la norma, vari meccanismi. Abbiamo cercato il meccanismo più veloce, perché è facile dire in un'intervista in un giornale che si stava meglio senza il credito di imposta e che lo Stato dava soldi, ma spiegatemi: come li avrebbe dovuto dare? In che modo il cliente si presentava nell'albergo e diceva: «Lo Stato mi dà cinquecento euro»? Quindi cosa succedeva? Che l'albergatore prendeva il cliente gratuitamente e poi faceva domanda allo Stato per avere cinquecento euro? Quando gli sarebbero arrivati concretamente quei cinquecento euro? Abbiamo scelto il meccanismo più veloce che è il credito d'imposta recuperabile subito nei versamenti mensili, nella bancabilità, nel trasferimento al fornitore: è lo strumento più veloce per emettere subito liquidità, perché se il bonus deve valere dal 1° luglio al 31 dicembre vuol dire emettere liquidità subito, non far domanda allo Stato che poi ti rimborsa nei tempi necessari per un rimborso, con le connesse difficoltà di controllo dei percorsi. Siccome c'è la possibilità di verificare, vedremo a breve come ha funzionato, vedremo quanti fanno domanda, come funzionerà, in che misura verrà distribuito sul territorio nazionale. La relazione tecnica: verificheremo sulla legge che una è legge di iniziativa delle opposizioni. Io ci tengo a dirlo qua: confrontiamoci apertamente, però non posso non ricordare che il Governo precedente aveva messo il turismo insieme all'agricoltura. In Italia tu hai due scelte su cui io sono pronto a discutere. Non è adesso nell'emergenza che ci mettiamo ad affrontare questo, però o fai un Ministero per il turismo o lo tieni con la cultura. Non puoi mettere il turismo, come è stato in passato, con le attività produttive, alla presidenza del Consiglio, con l'agricoltura nell'ultimo Governo. Quindi penso che in Italia l'integrazione tra turismo e cultura sia totale, perché non parlo di turismo culturale che è un settore importantissimo, ma è un settore. Dico che tutte le forme di turismo nel nostro Paese – il balneare, quello legato alla montagna, alle bellezze naturali, al wellness, alle terme –, tutti i tipi di turismo hanno una carta di competitività che li rende più forti rispetto ai competitor di altri Paesi, perché il turismo balneare ha concorrenza in tutto il mondo, le spiagge ci sono in tutto il mondo e crescono quotidianamente le mete, i luoghi – soprattutto Pag. 19adesso punteranno ad attrarre il turismo internazionale –, ma nessuno ha da aggiungere all'offerta principale un'offerta collegata come quella del patrimonio culturale materiale e immateriale del Paese a pochi metri o a pochi chilometri di distanza. Rimini ha la spiaggia, che è bella, ma nessuno può offrire anche la bellezza e la storia della città di Rimini (pensiamo che sono i cento anni di Fellini!), l'entroterra, la breve distanza da città d'arte meravigliose. E quindi è l'integrazione tra cultura e turismo che rende fortissima la competitività del nostro Paese nei mercati internazionali. Questo è stato il motivo della scelta – non fatta da me, risale al 2014 – di integrare cultura e turismo e io penso che vada difesa. Il tema di un Ministero dedicato al solo turismo è quindi un tema che va visto senza preclusioni, ma in questo quadro. La dimostrazione – me l'ha chiesto Andreuzza – che il turismo sia una scelta strategica è che per esso abbiamo messo 4 miliardi nel «decreto Rilancio», la cifra più importante. Non bastano, so perfettamente che non basta: ma non è un mio sfizio, una mia fissazione, è una scelta del Governo.
  Sulla questione che gli operatori, gli imprenditori, gli albergatori, chiedevano l'esenzione contributiva: guardi, l'esenzione contributiva hanno cominciato a chiederla quando gli si è posto il tema di rientrare gradualmente alla normalità e io in questo senso ho detto di affrontarlo. Quando erano chiusi tutti, perché eravamo in pieno lockdown, chiedevano la cassa integrazione, non l'esenzione contributiva, pagando lo stipendio ai dipendenti, perché l'esenzione dai contributi non esclude che il dipendente devi pagarlo. In quel momento volevano una cassa integrazione, e hanno avuto cassa integrazione. Quindi il tema si è posto man mano che si è usciti dal lockdown e ci si avvia, speriamo il più in fretta possibile, verso la ripresa.
  Sul piano di comunicazione ci stiamo lavorando, ci ha lavorato l'ENIT, gli avevamo dato indicazioni sicure fin dall'inizio. Siccome poi i tempi di spesa delle risorse pubbliche richiedono gare e le gare richiedono tempo, gli abbiamo chiesto, con le risorse che avevano già stanziate, le gare che avevano già fatto, di adeguare il messaggio sulla sicurezza dell'Italia. È stato fatto molto lavoro. La Direzione generale del turismo sta lavorando su un piano di spot su internet, anche con la Rai insieme all'ENIT che ha questa missione come ragione sociale per fare una campagna di comunicazione che punti non tanto a dire quanto è bella l'Italia, perché il mondo lo sa già, ma che punti a far capire che in Italia oggi si può venire in condizioni di sicurezza, montagna compresa.
  I balneari: intanto nel «decreto Rilancio» c'è una norma che è stata chiesta a gran voce e che io mi ero impegnato a mettere. Essa consente di evitare che la sentenza del Consiglio di Stato comporti come conseguenza la disapplicazione della normativa italiana perché ritenuta in contrasto con la normativa europea. Quindi la norma chiarisce in modo definitivo questo. Ci sono delle proposte correttive fatte da forze di opposizione. Io ho detto che esse servono a chiarire meglio questa: siamo pronti a discuterne e anche ad accoglierle, ma la scelta è molto chiara. Poi c'è un tema che non può essere risolto con il DPCM che stiamo affinando. Ma vorrei che fosse chiaro, soprattutto agli operatori del settore che sono giustamente agitati, che il DPCM non può risolvere il tema di un possibile contrasto della norma italiana con la norma europea, con il pericolo di una possibile procedura di infrazione, per cui come aveva fatto il Governo precedente, sto facendo anche io. Cercheremo di continuare a spiegare all'Unione europea la peculiarità del settore balneare, degli stabilimenti balneari in Italia, ma è un altro piano rispetto al DPCM. Non è quello che può risolvere questo tema di possibile infrazione.
  Sono d'accordissimo con Masi sulle infrastrutture digitali. Io in un Governo precedente avevo fatto approvare una misura di tax credit che non era soltanto per la ristrutturazione di alberghi, ma anche per la digitalizzazione degli alberghi, perché oltre al tema della rete, che è un tema enorme – si sta discutendo in questi giorni di banda larga, eccetera. È un tema enorme, anche perché c'è una carenza in particolare Pag. 20 nelle aree meno turistiche del Paese –, c'è quello che se vuoi far crescere il turismo la prima cosa che ti chiedono è l'esistenza di una banda larga che consenta l'accesso ai dati in modo efficiente. Quindi c'è anche un tema di digitalizzazione delle strutture ricettive e credo che quella norma che c'è già vada rifinanziata.
  Nel bonus l'abbiamo spiegato – la nostra sottosegretaria Bonaccorsi ha incontrato più volte le agenzie – e lo consente la norma. L'agenzia può organizzare tutto il pacchetto del turista, compreso l'utilizzo del bonus vacanze. L'unica cosa che deve avvenire per ragioni di funzionamento della macchina, è che il pagamento materiale con il bonus, con i codici a barre del bonus, deve farlo direttamente il cliente all'albergo, ma ciò non impedisce, anzi, che l'agenzia costruisca il pacchetto, prepari tutto il pacchetto del viaggio: l'unica cosa rispetto a questo è che la parte di bonus, la quota che magari non corrisponde all'intero importo della vacanza, deve essere pagata direttamente all'albergo dal titolare, perché deve andare col codice a barre, facendosi identificare, essendo la persona fisica ad aver diritto al bonus.
  Tutto il resto fa parte del piano strategico. C'è un grande investimento sui cammini. Stiamo firmando adesso il rinnovo della convenzione con il CAI. Sta finendo il percorso dei 50 milioni di euro del bando per i borghi e penso anche che le grandi strategie, le grandi risorse che dovranno arrivare – siccome mi è stato chiesto, nel tema del Recovery Fund – dimostrino che il turismo in cima alle priorità non sia soltanto una cosa che ho detto io, che sarebbe abbastanza scontata perché di questo mi occupo, avendola affermata sia il Presidente del Consiglio che Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea. È un tema che deve essere prioritario nell'utilizzo di quei fondi. Quindi mi pare che per una volta ci sia una sostanziale condivisione, importante, sulla quale investire nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, con assoluta determinazione. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Abbiamo ancora un quarto d'ora per eventuali altre domande da parte dei colleghi. Avverto che non c'è tempo per fare un terzo giro, perché il Ministro deve eventualmente rispondere e massimo alle due dobbiamo chiudere la Commissione. Baldini prego.

  MARIA TERESA BALDINI. Grazie. Volevo solo porre l'attenzione sul settore termale, un settore che credo sia veramente importante in Italia, considerando anche un post-Covid. Quindi l'elemento dell'acqua come valore culturale ma anche come riscoperta di territori un po' dimenticati nonostante l'Italia sia la regione con il più alto numero di stabilimenti termali. Non sto parlando di SPA ma proprio del termalismo puro. Ritengo necessario anche rivalorizzare il settore con infrastrutture adeguate, perché purtroppo ci sono certi luoghi in Italia che non hanno infrastrutture per essere raggiunti. Quindi le chiedo proprio una particolare attenzione per valorizzare quei territori che, essendo dimenticati, hanno perso anche un turismo che naturalmente c'era. Penso banalmente a Montecatini che era un centro culturale, un centro importantissimo e oggi è un centro quasi dimenticato. Ha una struttura interattiva anche per congressi, e per situazioni di una certa complessità, come potrà essere il post Covid. Credo infatti che anche l'aspetto riabilitativo del post Covid, che ha leso molto a livello polmonare, possa essere importante anche come terapia di supporto post emergenziale. La ringrazio.

  LUCIA SCANU. Grazie presidente, grazie Ministro e sottosegretaria. Sarò brevissima. È stato previsto il tax credit per tutte le strutture ricettive, però a mio parere esiste anche il segmento delle locazioni brevi che costituiscono una grossa fetta del settore turistico. Volevo capire la posizione da parte del Ministero per questo comparto che comunque ricordiamo avere dei costi fissi pesanti, come ad esempio la tassazione locale, costi che comunque vengono ammortizzati con la locazione che ora è venuta meno. Quindi volevo capire la posizione da parte del Ministero.

  GAVINO MANCA. Grazie, presidente. Innanzitutto ringrazio il Ministro e la sottosegretaria. Pag. 21 Penso che le risposte che stiamo mettendo in campo in questo momento non siano risolutive, ma siano un primo approccio al problema, vista la situazione di difficoltà complessiva non solo italiana ma anche a livello globale. Mi permetto di dare al Ministro due input. Condivido il tema del guardare in avanti sulle infrastrutture, quindi il tema dell'alta velocità, i sistemi viari, proprio per rendere fruibile tutto il Paese dal punto di vista turistico. Ritengo che da questo punto di vista sia da valutare con grande attenzione la situazione delle isole. Lo dico da sardo, sapendo anche l'attenzione che il Ministro ha sempre dimostrato nei confronti della mia ragione, ma vale anche per la Sicilia e le isole minori Il tema del costo dei trasporti è un tema importante. Lo è anche in questa stagione turistica fondamentale. Io mi sono fatto promotore di una richiesta di emendamento per dare un supporto alle isole per il trasporto e l'arrivo dei turisti, perché oggettivamente vivono una situazione diversa dagli altri. È un turismo che sarà molto italiano, che sarà poco internazionale e che si svolgerà molto con l'utilizzo delle autovetture: quindi conosciamo le difficoltà e al Ministro rivolgo una raccomandazione da questo punto di vista. Un altro tema spot: c'è un settore, quello nautico, che vive momenti di grande difficoltà. Abbiamo presentato e stiamo lavorando a un'ipotesi di tax credit da estendere anche ai diritti di ormeggio che paga chi fa il charter turistico in tutta Italia. Non è un problema della Sardegna e delle isole, ma è un problema di tutta l'Italia. Chiederei se da questo punto di vista ci possa essere un po' di attenzione e valutare l'opportunità di dare anche a questa attività imprenditoriale l'opportunità di avere il tax credit, come le altre imprese. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Ripasso la parola al Ministro Franceschini. Grazie.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Grazie. Il tema delle locazioni brevi è un tema importante. Lo abbiamo affrontato pre-emergenza in un collegato che era previsto dal DEF che abbiamo fermato, perché siamo entrati nell'emergenza e che è un tema enorme, con grandi potenzialità e rischi. Grandi potenzialità perché l'ospitalità nelle case, i bed and breakfast, le locazioni brevi e le varie categorie, è un tipo di turismo che si presta molto al turismo esperienziale che un viaggiatore che viene in Italia richiede, cioè: «non vado in una struttura che può essere uguale in tutto il mondo, ma vado a vivere l'esperienza di stare in una casa italiana». Quindi credo che sia un percorso in un settore che vada valorizzato, ma regolamentato, perché devono fare concorrenza leale alle strutture alberghiere, non concorrenza sleale. Da questo punto di vista ci sono alcune cose che vanno corrette. Una è il codice identificativo che era stato previsto dal mio predecessore. Richiede qualche correzione, ma è uno strumento. Il principale strumento è verificare che attività che hanno una natura non imprenditoriale, così in origine, poi invece non si trasformino in attività imprenditoriali occulte che aggirano le regole che invece altri settori dell'industria ricettiva devono rispettare. Per esempio, io credo – e ne parleremo in Parlamento – che uno dei primi requisiti sia stabilire un numero massimo: cioè un conto è se tu affitti casa tua o la tua seconda casa o una camera in casa tua, altro è se tu ne affitti dieci oppure se compri venti appartamenti e li affitti tutti come locazioni brevi. Non è più la ratio della norma che ha consentito anche delle agevolazioni. È un'attività imprenditoriale mascherata, quindi penso ad esempio che mettere un numero massimo basso di appartamenti che puoi affittare col principio delle locazioni brevi sia opportuno: per esempio un B&B verrebbe regolamentato rispetto alla sua filosofia originaria, non rispetto alla trasformazione in attività imprenditoriale, per cui io compro un intero condominio e lo affitto tutto con locazioni brevi. Quindi è possibile farlo, ed è anche abbastanza importante farlo per regolamentare il settore.
  Condivido totalmente le cose che avete detto sia su terme che sul settore nautico. Sono due settori enormi, uno che richiede un sostegno alla crescita, l'altro che richiede Pag. 22 un grande recupero, perché gli stabilimenti termali in altri decenni erano fondamentali. Oggi sono spesso in stato di trascuratezza o di abbandono e invece è un settore legato alla salute, perché qui non parliamo della SPA, di un grande albergo, parliamo di stabilimenti termali. È un settore enorme che potrebbe portare anche a far crescere alcuni settori dell'Italia minore. Io ne ho visti tanti di stabilimenti termali con un passato glorioso e oggi sostanzialmente abbandonati o chiusi. È un patrimonio molto importante. Per questo credo che la prima misura potrebbe essere ragionare che il rifinanziamento del settore alberghiero o altri incentivi che individueremo, che discuteremo, rivolti alla riqualificazione delle strutture ricettive, siano anche estesi al settore nautico e al settore delle terme, in modo che ci siano le risorse pubbliche per poter intervenire a sostenere la riqualificazione e il rilancio. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Bene, terminiamo l'audizione del Ministro Franceschini che ringrazio per essere intervenuto. Saluto anche la sottosegretaria. Grazie a tutti.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.45.