XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 55 di Mercoledì 15 gennaio 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 2 

Audizione del presidente della società Sistema integrato Fusina ambiente (SIFA), Cristian Novello:
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 2 
Novello Cristian , Presidente della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA) ... 2 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 4 
Franzoi Cristiano , Amministratore delegato della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA) ... 5 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 6 
Novello Cristian , Presidente della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA) ... 6 
Franzoi Cristiano , Amministratore delegato della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA) ... 8 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 9 
Franzoi Cristiano , Amministratore delegato della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA) ... 9 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 10 
Franzoi Cristiano , Amministratore delegato della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA) ... 10 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 10 
Franzoi Cristiano , Amministratore delegato della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA) ... 10 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 11 
Franzoi Cristiano , Amministratore delegato della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA) ... 11 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 11 
Franzoi Cristiano , Amministratore delegato della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA) ... 11 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 11 

Audizione dell'amministratore delegato della società Tressetre, Maurizio Boschiero:
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 11 
Boschiero Maurizio , Amministratore delegato della società Tressetre ... 11 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 14 
Boschiero Maurizio , Amministratore delegato della società Tressetre ... 14 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 14 
Boschiero Maurizio , Amministratore delegato della società Tressetre ... 14 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 14 
Boschiero Maurizio , Amministratore delegato della società Tressetre ... 14 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 15 
Boschiero Maurizio , Amministratore delegato della società Tressetre ... 15 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 15 
Boschiero Maurizio , Amministratore delegato della società Tressetre ... 15 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 15 
Boschiero Maurizio , Amministratore delegato della società Tressetre ... 15 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 16 
Boschiero Maurizio , Amministratore delegato della società Tressetre ... 16 
Ferrazzi Andrea , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
ANDREA FERRAZZI

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del presidente della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA), Cristian Novello.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA), avvocato Cristian Novello, accompagnato dall'amministratore delegato, ingegner Cristiano Franzoi, che ringrazio per la presenza.
  L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento dei lavori che la Commissione sta compiendo ormai da mesi sulla situazione relativa al SIN di Venezia, ai dragaggi di Porto Venezia, alla gestione delle casse di colmata, Molo Sali, isola delle Tresse e via dicendo.
  Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta che informa l'audito che della presente seduta sarà redatto un resoconto stenografico e, su motivata richiesta, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta; nel caso le dichiarazioni segrete entrassero a far parte di un procedimento penale, il regime di segretezza seguirà quello previsto per tale procedimento; si invita comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta. La documentazione credo sia in corso di distribuzione, perché è arrivata proprio dieci minuti fa, dovrebbe essere già a disposizione di tutti i commissari.
  Naturalmente questa iniziativa ricade all'interno dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sui siti di interesse nazionale; il SIN di Marghera è il principale SIN del nostro Paese. Noi abbiamo compiuto anche una visita in loco nel mese di luglio e molti incontri e approfondimenti hanno avuto luogo in quella occasione.
  Abbiamo ritenuto di convocare ulteriormente SIFA perché dalla documentazione che ci è stata inviata da molti soggetti emergono delle incoerenze che vorremmo approfondire in modo di consentire a questa Commissione di preparare una relazione relativa a questa missione che possa essere adeguata al grado di complessità della questione.
  Prego, presidente, se vuole presentare la sua relazione, dopo di che naturalmente la parola a tutti i membri della Commissione.

  CRISTIAN NOVELLO, Presidente della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA). Grazie, Presidente. Do lettura di una relazione, della documentazione che abbiamo reso disponibile nella giornata odierna che recepisce e aggiorna quanto già trasmesso a suo tempo.
  Evidenzio di aver assunto la carica nel 2017, a seguito del mutamento della governance societaria a favore dei soci pubblici di SIFA derivata dalla sottoscrizione il 27 dicembre 2006 di un atto transattivo e modificativo con la Regione del Veneto e di collegati patti parasociali. In particolare, tali pattuizioni hanno previsto che la società Pag. 3 sia guidata da un consiglio di amministrazione composto da tre membri, il cui presidente è designato dal socio Veneto Acque, società pubblica controllata dalla Regione del Veneto, di cui avete già avuto modo di audire l'amministratore unico; l'amministratore delegato è designato invece da Veritas, la società pubblica multiutility dei comuni della provincia di Venezia. Il presidente e l'amministratore delegato prestano servizio a titolo gratuito, poiché i rispettivi compensi sono assegnati alla società Veneto Acque e Veritas.
  Ciò premesso, rappresento che SIFA è una società di progetto concessionaria della Regione del Veneto per la progettazione, costruzione e gestione del Progetto Integrato Fusina (PIF). Si tratta di un'infrastruttura che, in attuazione del Piano direttore 2000, mira al disinquinamento della laguna di Venezia mediante il collettamento delle acque reflue industriali, delle acque di pioggia e delle acque di falda inquinate provenienti dall'area industriale di Venezia – Porto Marghera, il loro trattamento presso la piattaforma polifunzionale e lo scarico finale nel mare Adriatico, nonché al post-trattamento delle acque provenienti dal depuratore civile di Fusina. Oltre al trattamento dei reflue la nostra società effettua anche la gestione di rifiuti, trattamento e allocazione di fanghi e terre inquinati e di sedimenti provenienti dallo scavo dei canali della laguna di Venezia. Quest'ultima attività avviene principalmente presso la cassa di colmata Molo Sali.
  La cassa di colmata Molo Sali è situata lungo la sponda ovest del canale industriale nord e i sedimenti di fondale del bacino del Molo Sali sono stati oggetto di caratterizzazioni chimiche da parte dell'Autorità portuale di Venezia, ora Autorità di sistema portuale dell'Alto Adriatico, nel corso degli anni 2002-2004 nell'ambito della progettazione dell'intervento di rettifica del Molo Sali mediante formazione di colmata. La Conferenza dei servizi per l'accordo della chimica del 2004 ha approvato il progetto di messa in sicurezza dell'area in questione, che ha previsto, tra l'altro, la formazione di un palancolato dimensionato non solo con funzioni ambientali ma anche per il contenimento dei materiali provenienti dal dragaggio dei canali lagunari fino alla quota di meno mezzo metro sul livello del medio mare. Il palancolato perimetrale infatti è stato progettato in modo da assicurare la continuità e la completa tenuta idraulica laterale del fondo, nonché per consentire l'isolamento dell'area. L'Autorità portuale ha provveduto a realizzare il suddetto palancolato di contenimento nel corso degli anni 2005-2006. Nel 2008 è stato sottoscritto il cosiddetto «accordo di programma Moranzani», che per quanto riguarda quanto di interesse (la cassa di colmata Molo Sali), ne ha previsto l'utilizzo quale sito di allocazione definitiva per 750 mila metri cubi di sedimenti da dragaggio con caratteristiche oltre-C (non pericolosi), secondo quanto previsto dal Protocollo fanghi del 1993, che siano provenienti dall'escavo dei canali portuali della laguna di Venezia.
  Lo stesso accordo di programma Moranzani ha altresì previsto che, al termine della fase di riempimento della cassa di colmata, fossero realizzate una serie di opere funzionali alla sua utilizzazione quale banchina portuale. Le attività di completamento delle infrastrutture e di gestione del refluimento dei sedimenti sono state assegnate in concessione a SIFA a seguito della sottoscrizione dell'atto integrativo e contratto di affidamento e disciplina della concessione di costruzione e gestione del Progetto integrato Fusina.
  La previsione originaria, sulla scorta di quanto indicato nell'accordo di programma Moranzani, indicava in tre anni la durata del periodo, quindi dal 2008, necessario alla saturazione della capacità dell'infrastruttura di 750 mila metri cubi. Ad oggi risultano conferiti circa 350 mila metri cubi. È opportuno sottolineare che i sedimenti di dragaggio provenienti dall'escavo dei canali della laguna di Venezia – come credo sia noto – sono classificati, ai sensi del Protocollo fanghi, in quattro classi: A, B, C e oltre-C. Secondo detto protocollo i sedimenti classificati oltre-C (non pericolosi) non possono essere conferiti all'interno di apposite casse di colmata nell'ambito della contaminazione lagunare; tuttavia Pag. 4 a riguardo l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3704 del 2008, ha autorizzato a tal fine la cassa di colmata Molo Sali.
  Il progetto di allestimento definitivo del sito è stato approvato con provvedimenti del commissario delegato per l'emergenza socioeconomico-ambientale relativa ai canali portuali di grande navigazione della laguna di Venezia, in particolare con i decreti n. 10 del 2008 e n. 28 del 2009. Con i successivi decreti del commissario n. 23 e n. 25 del 2009, n. 26 del 2009 e n. 16 del 2010 è stata invece disciplinata la gestione delle infrastrutture. I fanghi di dragaggio reimpiegati nella realizzazione di opere portuali, quali sono le casse di colmata, comunque classificati in base al protocollo n. 93, non sono considerati rifiuti, pertanto non sono accompagnati dal formulario di trasporto rifiuti, ma da altra specifica modulistica. Ne consegue che il sito non è stato autorizzato quale impianto di trattamento rifiuti ma quale sito di allocazione definitiva di materiali.
  La cassa di colmata ricopre un'area di circa otto ettari, è suddivisa in due vasche: una a nord con funzione di cassa di colmata in senso stretto; e una a sud. La vasca a sud, a sua volta, è suddivisa in due sezioni, ancora qui una cassa di colmata in senso stretto e una vasca di refluimento. All'interno di quest'ultima sono presenti cinque vasche di caratterizzazione. Le vasche di caratterizzazione sono utilizzate per scaricare il materiale ed effettuare i necessari controlli analitici prima della messa a dimora presso le vasche di colmata.
  Evidenzio da ultimo – ed è un aggiornamento rispetto alle precedenti relazioni che vi abbiamo trasmesso – che la deliberazione della Giunta regionale del Veneto n. 2025 del 30 dicembre 2019, che abbiamo reso disponibile, ha approvato lo schema di atto aggiuntivo e modificativo dell'accordo di programma Moranzani che prevede lo stralcio dal sistema impiantistico dell'accordo Moranzani stesso degli interventi previsti nella cassa di colmata Molo Sali, con la conseguenza di stralciare definitivamente la gestione della predetta cassa di colmata anche dal rapporto concessorio tra la Regione del Veneto e la stessa SIFA. La deliberazione citata così sintetizza alcune conseguenze delle modifiche dell'accordo di programma Moranzani, che qui vi riporto per quanto appare di interesse. Oltre, come detto, allo stralcio definitivo dell'accordo stesso degli interventi previsti nella cassa di colmata Molo Sali, vi è il trasferimento all'Autorità di sistema portuale dell'attività di gestione e custodia della cassa di colmata Molo Sali a decorrere dalla sottoscrizione di un verbale di consegna da eseguirsi in contraddittorio con SIFA; vi è l'assunzione della sistemazione da parte dell'Autorità portuale di sistema della cassa di colmata con il ripristino del palancolato con oneri a carico della stessa Autorità; il riempimento della cassa di colmata da parte dell'Autorità di sistema mediante il conferimento di sedimenti di dragaggio entro-C in aggiunta ai sedimenti oltre-C non pericolosi, già previsti dal Moranzani stesso. Vi è poi la possibilità per il comune di Venezia e per il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche di conferire presso la stessa cassa di colmata sedimenti derivanti dalle proprie attività manutentive.
  La stessa DGR ha altresì dato atto che la proposta di revisione ha acquisito il parere favorevole di tutti i sottoscrittori dell'accordo di programma Moranzani, tra cui quello rilasciato dal Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare, previa valutazione da parte di ARPAV e di ISPRA in merito alla compatibilità ambientale del conferimento nella cassa di colmata di sedimenti classificati «entro-C». Detto parere è pervenuto alla Regione del Veneto con nota acquisita a protocollo regionale in data 19 novembre 2019, n. 496975. In adempimento a quanto sopra esposto, SIFA sta procedendo al trasferimento della gestione della cassa di colmata all'Autorità portuale.
  Presidente, se ritiene, lascerei la parola al mio amministratore delegato per la lettura dei quesiti e delle risposte ai quesiti, oppure passiamo alla parte riferita alla bonifica delle acque di falda.

  PRESIDENTE. Proseguirei su questo. Magari cerchiamo di stare entro tempi ragionevoli, Pag. 5 in dieci minuti se riusciamo a rispondere alle questioni fondamentali, dopo di che passiamo al secondo tema.

  CRISTIANO FRANZOI, Amministratore delegato della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA). Procederei a un riscontro puntuale dei quesiti che ci sono stati posti cercando di sintetizzare. I dettagli dei riscontri li avete nei documenti che vi abbiamo inviato e sono comunque nuovamente riassunti in questo documento.
  Un primo quesito è «Quali sedimenti provengono al Molo Sali, in particolare se solo sedimenti di classe oltre-C o anche quelli di classe entro-C». Dall'inizio della gestione della cassa di colmata Molo Sali, avvenuta nel febbraio 2010, fino al mese di agosto 2018, sono pervenuti esclusivamente sedimenti della classe oltre-C. Successivamente, dal mese di settembre 2018 fino al novembre 2018, sono pervenuti sedimenti anche entro-C, in particolare entro-C, finanche all'entro-B, a seguito di richieste esplicite dell'Autorità di sistema portuale a cui è seguita autorizzazione del Provveditorato interregionale opere pubbliche, nonché il nullaosta del Comitato di sorveglianza di cui all'articolo 16 dell'accordo di programma Moranzani. Nullaosta intervenuto nella seduta del 28 settembre 2018. Più nel dettaglio l'Autorità di sistema portuale ha richiesto di poter conferire sedimenti entro-C ed entro-B, non trovando siti disponibili per la loro allocazione in conseguenza ad un'esigenza di effettuare interventi di escavo urgenti, per garantire la sicurezza della navigazione ed evitare pesanti ricadute nell'economia del porto. Tale evenienza risulta peraltro confermata nella recente delibera della Giunta regionale nella quale si legge: «Il Comitato di sorveglianza ha altresì autorizzato l'Autorità di sistema portuale, nelle more di una più ampia revisione dell'accordo di programma, al conferimento di sedimenti entro-C, ai sensi del protocollo n. 93, derivanti dai lavori di escavo aventi carattere di urgenza e rivolti ad eliminare i rischi per la sicurezza della navigazione lungo il canale Malamocco-Marghera». Quindi dapprima in piena conformità alle previsioni dell'accordo di programma solo sedimenti oltre-C, comunque non classificabili come rifiuti pericolosi, e poi, solo da ultimo, una parte limitata di sedimenti anche entro colonna C.
  Il secondo quesito che ci è stato posto verteva a verificare la modalità con cui i sedimenti vengono sistemati all'interno delle vasche di colmata allo scopo di evitare che il sedimento di peggiore qualità venga mescolato con altro di diversa qualità e composizione. I sedimenti dopo la loro caratterizzazione, sia essa effettuata presso le vasche o in sito, vengono refluiti all'interno delle casse di colmata e depositati indistintamente fra entro-C e oltre-C. Come anzidetto, anche in considerazione della destinazione finale a banchina portuale dell'area di cui trattasi, che preclude il riutilizzo futuro di sedimenti ivi allocati, il Comitato di sorveglianza di cui all'articolo 16, che coinvolge anche il Ministero dell'ambiente, ha espresso parere favorevole su tale attività.
  Ci è stato poi chiesto qual è la capacità residua di ricezione della cassa di colmata Molo Sali. La cassa di colmata Molo Sali ha ad oggi una capacità residua in termini autorizzativi di circa 400 mila metri cubi. Infatti rispetto all'autorizzazione originaria di 750 mila metri cubi, che l'accordo di programma Moranzani prevedeva di saturare in circa tre anni, a distanza di oltre dieci anni abbiamo ricevuto solo 350 mila metri cubi complessivi di sedimenti fra entro-C e oltre-C, dei quali circa 300 mila di oltre-C, il resto di entro-C.
  Ci vengono chieste poi notizie sulla predisposizione di un piano relativo alle modalità di deposito dei sedimenti. L'area è completamente conterminata ai fini di un confinamento rispetto alla laguna e il deposito di sedimenti all'interno della cassa di colmata avviene massimizzando il processo di drenaggio, considerando contestualmente la necessità di rendere uniforme il riempimento dell'infrastruttura. In relazione ai quantitativi limitati fino ad oggi gestiti, la distribuzione risulta maggiormente concentrata nell'estremità sud-ovest del sito, quindi ubicati sostanzialmente nella zona di colmata della vasca nord, essendo estremamente limitati rispetto ai 750 mila previsti in origine. Pag. 6
  «Quali controlli sui fanghi vengono effettuati all'interno delle strutture all'atto del loro arrivo, se in particolare solo documentale o anche di tipo chimico e analitico». Vi abbiamo riportato l'intera procedura di gestione del ricevimento fanghi che risulta dalla nostra certificazione di qualità, in quanto gestiamo l'operatività della cassa di colmata in regime di certificazione di qualità ISO 9001, oltre che 14001 e 18000 per la sicurezza. In particolare i natanti conferenti si presentano presso il sito Molo Sali con un carico distribuito in modo più uniforme possibile. Il natante conferente prima di iniziare l'operazione esibisce la documentazione di trasporto fanghi prevista esplicitamente per la movimentazione dei sedimenti all'interno della laguna di Venezia, in particolare quindi non con formulario ma con bolle rilasciate dal Provveditorato interregionale opere pubbliche. Tali documenti devono essere compilati per quanto di competenza dalla società e vengono accompagnati da analisi di pre-caratterizzazione. Da dove non sia già stata fatta la pre-caratterizzazione anche come rifiuto, il sedimento viene depositato in alcune vasche di caratterizzazione, sottoposto a successiva caratterizzazione per certificare che non vi sia anche la possibilità di gestione come rifiuto pericoloso e, nel caso in cui venga esclusa questa possibilità, riversati nella cassa di colmata. Se il sedimento venisse già classificato nella sua interezza con l'attestazione di assenza di parametri come rifiuto pericoloso, arriva allo stesso modo direttamente alle casse di colmata senza passare per la cassa di pre-caratterizzazione.
  Ci è stato richiesto poi un tabulato che specifichi le modalità con cui i sedimenti lagunari sono stati allocati nella vasche di colmata negli ultimi cinque anni. I sedimenti entro-C ed entro-B, non necessitando di caratterizzazione, sono stati depositati dalle imbarcazioni che li hanno trasportati direttamente nelle vasche di colmata. In particolare abbiamo riportato come sono stati distribuiti nei lotti 1 e 2. Abbiamo riportato poi un tabulato che, suddiviso per semestri, indica le quantità e le provenienze dei diversi cantieri negli ultimi cinque anni. Non vi è una puntuale individuazione della distribuzione all'interno della cassa di colmata per quel concetto che vi ho espresso all'inizio, cioè oggi abbiamo ricevuto una quantità estremamente limitata rispetto alle potenzialità dell'impianto, pertanto di fatto i sedimenti si trovano allocati tutti in una delle estremità della cassa di colmata, quella più lontana dalla cassa di refluimento, questo per consentire operativamente la facilitazione dello sgombero delle acque di dragaggio.
  Credo di aver risposto ai quesiti che ci avete posto, sono a disposizione per eventuali, ulteriori approfondimenti.

  PRESIDENTE. Proseguiamo dunque con la seconda parte, prego.

  CRISTIAN NOVELLO, Presidente della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA). Per quanto più specificamente attinente alle acque di falda inquinate che vengono definite reflui di tipo B3, il sistema impiantistico del Progetto integrato Fusina è finalizzato al trattamento delle acque drenate a tergo dei marginamenti dei canali industriali di Porto Marghera, realizzati principalmente dall'ex magistrato alle acque di Venezia, ora Provveditorato interregionale alle opere pubbliche. A riguardo si segnala, in particolare, che in data 10 giugno 2005 è stato sottoscritto l'accordo di programma regolante le modalità di attuazione di alcuni interventi di salvaguardia ambientale della laguna da attuarsi a Porto Marghera e in aree lagunari vicine, con il quale è stata tra l'altro coordinata la realizzazione di attività di interesse regionali, previste nel Progetto integrato Fusina, con alcune opere di competenza invece dell'allora magistrato alle acque di Venezia. In particolare, secondo tale accordo il magistrato alle acque doveva provvedere alla realizzazione del cunicolo di adduzione invaso delle acque reflue denominate B1, B2, B3 previsto dal PIF lungo le sponde nord ed est della macro-isola del nuovo petrolchimico; del cunicolo di attraversamento sub alveo del canale Lusore-Brentelle; delle opere di connessione dei cunicoli sopra citati con impianto di depurazione di Fusina; Pag. 7 del cunicolo di adduzione invaso delle acque meteoriche provenienti dalle aree industriali e delle acque di drenaggio previsto dal PIF a tergo del marginamento della sponda sud del canale industriale sud fino all'impianto di Fusina; per le opere di connessione tra la rete di drenaggio retrostante gli interventi di marginamento realizzati dal magistrato alle acque di Venezia sulle sponde anzidette e i cunicoli di adduzione e di invaso previsti dal PIF. Sempre sulla scorta del citato accordo di programma alla Regione del Veneto competeva invece la realizzazione del marginamento della sponda sud del canale industriale sud, in corrispondenza dell'impianto di depurazione di Fusina e la vasca di invaso di 75 mila metri cubi prevista dal PIF, i quali sono stati realizzati attraverso il concessionario SIFA. Inoltre, sempre secondo tale accordo, una volta completati i lavori di costruzione delle condotte di adduzione di invaso dei reflui oggetto dell'accordo, il magistrato alle acque avrebbe dovuto trasferire alla Regione la manutenzione e gestione delle condotte stesse, con conseguente assunzione da parte della Regione di tutti i relativi oneri. La progettazione definitiva ed esecutiva, la costruzione e gestione delle opere del PIF sono state quindi regolate da una serie di atti a seguito di procedure ad evidenza pubblica, tra cui la concessione originaria tra Regione del Veneto e SIFA del 2005, un primo atto integrativo del 2008, un secondo atto integrativo del 2010.
  Il sistema impiantistico risultante dall'evoluzione degli atti concessori ha determinato il seguente assetto: la cosiddetta piattaforma PIF SIFA di Fusina per il finissaggio delle acque di origine civile a valle del trattamento effettuato nell'impianto di depurazione di Veritas, anche ai fini della produzione di acqua da riuso; il post-trattamento delle acque reflue di origine industriale, pretrattate dai singoli utenti conferitori e delle acque di pioggia delle zone industriali ai fini dello scarico finale in mare; la piattaforma SG31 presso il nuovo Petrolchimico per il trattamento delle acque reflue grezze di origine industriale e delle acque di falda provenienti dai drenaggi dei canali industriali di Porto Marghera, ai fini del post-trattamento nella piattaforma SIFA e dello scarico finale in mare.
  L'atto integrativo del 2010 ha individuato in un milione di metri cubi annui il volume di acqua di falda attesi in ingresso all'impianto di trattamento. Nel 2016 l'accordo transattivo e modificativo alla concessione originaria ha confermato quanto definito dal secondo atto integrativo circa i volumi attesi di acque di falda inquinate.
  In esecuzione di quanto previsto dalla concessione SIFA ha pertanto reso disponibile, per conto della concedente Regione del Veneto, il sistema impiantistico integrato rappresentato in figura 1, che comprende i fasci tubieri facenti parte della rete di adduzione ai reflui e distribuzione di acqua di riuso prevista dal PIF, e gli impianti di trattamento sopraindicati PIF e SG31, ai quali sono collegate le reti di adduzione e riuso sopraccitate. All'interno dei fasci tubieri in argomento sono presenti una parte delle tubazioni finalizzate a trasportare le acque di falda inquinate. Parallelamente, lungo gli stessi tratti, evidenziati in giallo, il Provveditorato interregionale alle opere pubbliche ha realizzato i marginamenti e il relativo sistema di drenaggio posto a tergo di essi, che capta le acque di falda inquinate e le riversa nelle predette tubature di trasporto.
  Nella figura 2 sono rappresentati, rispettivamente nei colori arancione e blu, le ulteriori opere di competenza del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche, comprendenti i marginamenti di sponda, il relativo sistema di drenaggio, le tubazioni di trasporto e le relative stazioni di sollevamento in linea delle acque di falda inquinate.
  In sintesi, per quanto di interesse, la competenza di SIFA è limitata dalla concessione alla realizzazione di alcune tubazioni di trasporto delle acque di falda (indicate in giallo in figura 1); alla realizzazione del marginamento di sponda prospiciente all'impianto di depurazione di Fusina, per il quale SIFA ha costruito sia le condotte di trasporto che il marginamento con il relativo sistema di drenaggio; alla gestione Pag. 8 delle predette infrastrutture nonché di quelle di competenza del magistrato alle acque e dell'Autorità portuale.
  Ad oggi le infrastrutture di competenza del magistrato alle acque e dell'Autorità portuale non risultano consegnate alla Regione del Veneto e, per suo tramite, al gestore concessionario SIFA. Trattandosi di un unico sistema integrato di captazione, sollevamento e trasporto, la mancata consegna delle opere realizzate dai suddetti enti determina peraltro l'impossibilità di mettere in esercizio anche i tratti infrastrutturali realizzati direttamente da SIFA che si trovano a monte rispetto al deflusso verso gli impianti di trattamento.
  Si precisa infine che, come previsto nel secondo atto integrativo, le acque di falda vengono gestite in cotrattamento assieme alle acque reflue industriali grezze e ai rifiuti liquidi presso la piattaforma impiantistica SG31, che poi scarica a mare transitando per la piattaforma polifunzionale PIF di Fusina. La capacità di trattamento totale dell'impianto di depurazione SG31 è complessivamente pari a circa 14 milioni di metri cubi all'anno. Tale valore, comprensivo anche del volume annuo di acque di falda attesi in ingresso all'impianto, è pari a un milione di metri cubi/anno.
  A questo punto lascerei la parola di nuovo all'amministratore delegato per il riepilogo delle risposte ai quesiti.

  CRISTIANO FRANZOI, Amministratore delegato della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA). I riscontri puntuali ai quesiti trovano una maggiore facilità di lettura con un confronto con la lettura delle tavole, quindi abbiamo richiamato puntualmente anche i riferimenti in figura.
  Il primo quesito è «Qual è lo stato di collettamento degli impianti di depurazione e le acque emunte dalle macro-isole». Le linee di collettamento delle acque di falda che risultano oggi operative sono state riassunte nella figura 4. In particolare il lato sud della macro-isola del nuovo Petrolchimico, il lato sud e ovest della macro-isola delle raffinerie.
  Ci è stato chiesto poi se l'unica linea di captazione delle acque di falda è quella di circa 1,3 chilometri posti nel lato sud del Petrolchimico per circa 100 mila metri cubi/anno, pari al 20 per cento della capacità di depurazione dell'impianto, quali sono le ragioni di tali mancati collettamenti quantomeno con le macro-isole per le quali sono stati completati i marginamenti. Relativamente al lato sud della macro-isola del nuovo Petrolchimico, SIFA porta a trattamento ciò che il sistema di drenaggio consegna ai due punti di sollevamento in gestione alla stessa società. Tali stazioni di sollevamento inviano le acque di falda all'impianto di depurazione SG31. In particolare lo sviluppo di questa rete è di circa 3,5 chilometri e non di 1,3 chilometri. Il sistema di drenaggio non è stato consegnato a SIFA, noi gestiamo solo il sistema di trasporto e invio a trattamento, nonché il trattamento stesso delle acque che vengono catturate dal drenaggio che noi non gestiamo direttamente. In aggiunta a questo tratto c'è invece la macro-isola delle raffinerie e l'isola dei Petroli. Anche in questo caso la gestione dei drenaggi non è in capo a SIFA, gestiamo solo il trasporto e il trattamento. In questo caso per consentire di anticipare la gestione delle acque di falda di questa zona, non avendo in consegna le condotte realizzate dal Provveditorato, ex magistrato alle acque, abbiamo messo a disposizione una nostra condotta in via temporanea che attraversa la laguna e ci consente di portare a trattamento queste acque. Complessivamente gestiamo quindi non 100 mila metri cubi/anno, ma 100 mila metri cubi derivanti dalla sponda nord del canale industriale sud e altri 100 mila metri cubi/anno derivanti dalla penisola delle raffinerie e isola dei serbatoi. La non completa attivazione del sistema di drenaggio e di trasporto delle acque di falda è principalmente legato al fatto che SIFA non ha potuto mettere in servizio i tratti di propria competenza, perché stanno a valle del sistema di trasporto realizzato dal Provveditorato. In ogni caso, considerato che la maggior parte delle opere di competenza del Provveditorato risultano effettivamente realizzate, SIFA ha già avviato un'attività di rilievo sul campo di tale infrastruttura, così da poter accelerare l'avvio della gestione una volta presa in carico, Pag. 9anche al fine di identificare eventuali carenze o eventuali integrazioni necessarie alla corretta erogazione del servizio di trasporto e depurazione.

  PRESIDENTE. Mi pare che non ci siano richieste di intervento, pertanto pongo io alcune questioni. Mi riferisco in particolare ai fanghi di colonna A. Risultano essere, da quello che abbiamo capito ponendo la stessa domanda a più soggetti, circa il 10 per cento – risulta anche a voi – del totale? Questi fanghi risultano essere distribuiti solamente alle bocche di porto, secondo quanto voi avete potuto approfondire? Questi fanghi vengono o no utilizzati per le barene, per le velme e via dicendo? Cioè per recuperare quel milione di metri cubi all'anno di sedimento della laguna, secondo i dati dell'Università di Venezia, ponendo un problema molto serio dal punto di vista dell'equilibrio generale, rischiando di trasformare la laguna in un braccio di mare.
  Seconda questione. Problema dello scivolamento per la scarsa ordinaria manutenzione del confinamento delle casse di colmata nei confronti della laguna e quindi dello scivolamento a mare, nella laguna nel caso specifico, e anche nei canali navigabili: a che punto siamo, cosa risulta dalle vostre analisi.
  Dal documento che il provveditore ci ha inviato, il n. 398/2 del 20 novembre, risulterebbe una nuova colonna, una cosiddetta «quinta colonna» rispetto alle previste A, B, C dal Protocollo fanghi del 1993, cioè una categoria di fanghi dubbi. A questa Commissione, da tutte le analisi fatte, dagli incontri fatti, anche nel sopralluogo di luglio, questa è per noi una novità. I fanghi relativi a questa colonna sarebbero portati direttamente – da quello che abbiamo potuto comprendere almeno finora – al Molo Sali; vorremmo capire dal punto di vista del procedimento, siccome sarebbe prevista l'opera di caratterizzazione, dopo di che l'invio ai laboratori del sedimento per l'individuazione della tipologia e solo allora la dichiarazione della destinazione, e qui invece sembra essersi inserito un mutamento, quindi non più un procedimento di questo tipo ma direttamente in sede di conferimento al Molo Sali: risulta o non risulta? Perché tra i vari soggetti che abbiamo interpellato ci sono delle dissonanze piuttosto significative.
  Altra questione. Risulta dai documenti, era stato detto velatamente ma in maniera molto diversa anche in luglio – però questo lo chiediamo casomai poi a chi gestisce direttamente l'isola delle Tresse, ma riguarda forse anche voi – che dall'agosto del 2018 direttamente i sedimenti vengono portati, ed è anche collegato a quello che stavo chiedendo precedentemente, al Molo Sali: è così, non è così? Anche questa è una questione importante relativamente ai progetti di sviluppo presentati per l'innalzamento rispetto al livello della laguna dell'isola delle Tresse.
  Se capisco bene, voi avete sottolineato che non c'è nessun progetto di depurazione in quanto è conferimento di materiale, dunque, non essendo rifiuti, non è prevista depurazione, quindi nel progetto originario non è previsto alcun progetto di depurazione, vengono semplicemente allocati a destinazione perpetua all'interno di questo. Vorremmo la ratifica di quanto ho appena detto.
  Dopo di che vorremmo capire – ultima questione – visto che il procedimento è stato un po’ invertito: non più la caratterizzazione e l'analisi in laboratorio e poi il conferimento, ma direttamente il conferimento, una volta conferito nel Molo Sali, chi e come fa l'analisi dei materiali, cioè come si fa a capire che tipo di fanghi sono stati portati nel luogo di raccolta?

  CRISTIANO FRANZOI, Amministratore delegato della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA). Per quanto riguarda il primo quesito, i fanghi in colonna A: non sono mai arrivati fanghi in colonna A in cassa di colmata Molo Sali, pertanto al primo quesito non sono in grado di dare una risposta puntuale in termini né di determinazione della percentuale rispetto al resto dei fanghi disponibili né come vengono puntualmente gestiti, perché non rientrano nelle nostre competenze, nelle nostre modalità di gestione.
  Per quanto riguarda il problema dello scivolamento di materiali o il ritorno alla laguna dei materiali gestiti in cassa di colmata, Pag. 10 la nostra è una cassa di colmata completamente palancolata con una garanzia di tenuta verso la laguna e pertanto con garanzie di tenuta sia per gli aspetti di scivolamento del sedimento portato all'interno delle casse di colmata che dal punto di vista di eventuali acque di dilavamento del sedimento stesso, tanto che la cassa di colmata è dotata di un sistema di depurazione delle acque di sgrondo o di una condotta che scarica direttamente in fognatura queste acque in eccesso. Quindi, nel caso della cassa di colmata Molo Sali, il problema dello scivolamento dei sedimenti a dragaggio non è un problema che coinvolge questa cassa di colmata da noi gestita. Su questo ci sono anche una serie di indagini, verifiche cicliche, periodiche da parte di ARPAV che hanno confermato la tenuta della cassa di colmata.
  Per quanto riguarda il concetto dei cosiddetti «fanghi dubbi», credo che il Provveditorato faccia riferimento ai fanghi che, pre-caratterizzati in loco, non hanno dato una certezza di classificazione se oltre-C o entro-C. In questo caso i fanghi considerati o classificati come dubbi noi li riceviamo o li abbiamo sempre ricevuti dopo una caratterizzazione avvenuta presso le vasche ad hoc allestite in isola delle Tresse. Per cui fanghi classificati dubbi, ossia non rientranti con certezza in categoria entro-C o oltre-C, li abbiamo ricevuti dopo un preventivo passaggio con allocazione temporanea in vasche di caratterizzazione in isola delle Tresse, successiva caratterizzazione di dettaglio e, laddove confermata la classificazione oltre-C, li abbiamo ricevuti come ufficialmente determinati in categoria oltre-C.
  La richiesta relativa ai conferimenti dall'agosto 2018. Come vi ho illustrato nella relazione, in effetti dall'agosto 2018 alla fine del 2018 sono arrivati dei quantitativi di sedimenti entro-C o addirittura entro-B che non trovavano allocazione in isola delle Tresse e per gestire l'emergenza portuale è stato autorizzato il conferimento in cassa di colmata Molo Sali. Pertanto so per certo che sono arrivati questi sedimenti da noi, non so dirvi se siano arrivati ulteriori quantitativi in isola delle Tresse perché non la gestiamo noi.
  Trattamento dei sedimenti con allocazione a destinazione perpetua così come stanno. Confermo che la cassa di colmata Molo Sali, così come previsto dall'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, è autorizzata a una messa a dimora definitiva dei sedimenti da dragaggio classificati oltre-C, così come sono: non c'è un preventivo trattamento prima della messa a dimora. Questo è giustificato dal fatto che è stata preventivamente garantita una tenuta complessiva sull'intero perimetro, quindi sia verso la laguna che verso la terraferma, con un palancolato a tenuta. Quindi la cassa di colmata contiene come sarcofago sedimenti così come si trovavano in origine in fase di prelievo.

  PRESIDENTE. Questo palancolato di tenuta è oggetto di una manutenzione ordinaria, di una verifica ordinaria? Quanti anni ha? Quanto è prevista la durata del materiale?

  CRISTIANO FRANZOI, Amministratore delegato della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA). È oggetto di verifiche periodiche sia dal punto di vista della sollecitazione meccanica sia dal punto di vista del livello della garanzia di tenuta dal punto di vista idraulico. Abbiamo ispezioni periodiche per verificarne gli aspetti di degrado dovuti all'ossidazione; abbiamo controlli di livelli interni che ci consentono di analizzare o di garantire che non ci siano comunicazioni fra la laguna e la cassa di colmata o, peggio ancora, fra la cassa di colmata e la laguna stessa.
  L'ultimo quesito? Non so se c'era qualcos'altro.

  PRESIDENTE. Sul depuratore a servizio delle macro-isole a che punto siamo: è funzionante, non è funzionante? Intanto risponda a questa, poi casomai approfondiamo.

  CRISTIANO FRANZOI, Amministratore delegato della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA). Come abbiamo cercato Pag. 11 di illustrare nella relazione, il depuratore è funzionante, le acque vengono trattate e sono trattabili anche in caso di raggiungimento della quantità prevista di un milione di metri cubi, sono trattabili all'interno del depuratore denominato con la sigla SG31, che è il depuratore per il trattamento delle acque reflue industriali per rifiuti speciali, liquidi speciali ed è in grado di gestire ampiamente le quantità previste di acque di falda.

  PRESIDENTE. Ultima questione. Al punto quattro leggo: «Ad oggi le infrastrutture di competenza del magistrato delle acque e dell'Autorità portuale non risultano consegnate alla regione Veneto – voi scrivete – dunque, per suo tramite, al gestore SIFA, concessionario», intanto quando scade la concessione da parte della regione?

  CRISTIANO FRANZOI, Amministratore delegato della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA). La concessione di SIFA scade nel 2041.

  PRESIDENTE. «Trattandosi di un unico sistema integrato di captazione sull'avviamento e il trasporto, la mancata consegna delle opere realizzate dai suddetti enti determina peraltro l'impossibilità di mettere in esercizio anche i tratti infrastrutturali realizzati da SIFA che si trovano a monte rispetto al deflusso», il che vuol dire che, in assenza di un organico e compiuto lavoro, non è possibile valorizzare nemmeno il lavoro fatto finora?

  CRISTIANO FRANZOI, Amministratore delegato della società Sistema integrato Fusina Ambiente (SIFA). SIFA non ha realizzato sistemi di drenaggio ma condotte di trasporto e impianto di depurazione. I tratti di condotta e di trasporto che noi abbiamo realizzato si trovano a monte rispetto al depuratore e, fra noi e il depuratore, ci sono dei tratti realizzati dal Provveditorato che, fintanto che non vengono consegnati, non consentono di mettere in servizio né le nostre condotte, quindi i tratti di drenaggio afferenti alle nostre condotte, né i tratti strettamente connessi alle condotte realizzate dallo stesso Provveditorato.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione dell'amministratore delegato della società Tressetre, Maurizio Boschiero.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'amministratore delegato della società Tressetre, Maurizio Boschiero, che saluto e ringrazio per la presenza.
  Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta che informa l'audito che della presente seduta sarà redatto un resoconto stenografico e, su motivata richiesta, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta; nel caso le dichiarazioni segrete entrassero a far parte di un procedimento penale, il regime di segretezza seguirà quello previsto per tale procedimento; si invita comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Se ha qualcosa da dirci relativamente anche alle domande che abbiamo inviato precedentemente e quindi, partendo da lì, se vuole, in caratteri generali, spiegare le caratteristiche della concessione: qual è il mandato, da quanto tempo è in essere, quando scade, eccetera.

  MAURIZIO BOSCHIERO, Amministratore delegato della società Tressetre. La società Tressetre, società consortile per azioni, è concessionaria all'interno della laguna di Venezia per l'escavo manutentivo dei canali e il conferimento presso l'isola delle Tresse. La società ha lavorato in regime di concessionaria attraverso un bando pubblico di project financing, ovviamente la data risale a oltre un decennio fa; per motivi di urgenza la società ha più volte presentato progetti di incremento dei volumi derivanti dallo stato di emergenza di regione, comune e autorità portuale e ha concluso i lavori nel dicembre 2016, dopo di che la società ha attivato, attraverso una commissione di collaudo, attraverso la direzione Pag. 12lavori e l'Autorità portuale, tutte le attività relative al collaudo delle opere. Il collaudo è stato sottoscritto da tutti, quindi anche dalla commissione di collaudo, mi sembra che ad oggi manchi ancora la firma dell'Autorità portuale, perché in quel periodo il RUP, direttore tecnico ha avuto un problema lavorativo con l'Autorità portuale, con il presidente ed è stato allontanato. Dopo il collaudo da parte nostra è completamente ultimato il lavoro, sottoscritto il collaudo. In più di un'occasione, attraverso emergenze richieste dal Provveditorato alle opere pubbliche del Triveneto, noi abbiamo sottoscritto ulteriori documenti; trattasi di atti aggiuntivi limitati come volumi, si parla di 520 mila metri cubi ad oggi, poi c'è un altro progetto di un ulteriore milione che è ancora in fase di definizione. Quindi ripetutamente veniva richiesto alla società di «riaprire» le banchine per consentire alle urgenze derivanti dall'escavo dei canali e dei rii, per poterli scavare e per poter quindi depositare il materiale proveniente dagli scavi presso quest'isola. Questa è un po’ l'attività che di fatto la società consortile ha sviluppato.
  Tutto questo trae origine ancora in un protocollo del 1993, dove il Ministero dell'ambiente, regione Veneto, comune di Venezia, Autorità portuale e comune di Chioggia hanno sottoscritto questo accordo per utilizzare l'isola ai fini del conferimento degli scavi di tutti i canali della laguna. Solo per rappresentazione, questo protocollo di fatto individua quattro tipi di fango: un primo fango chiamato in colonna A che può essere utilizzato un po’ dappertutto sulla laguna, nel senso che non ha particolari problemi neanche se viene a contatto con le acque della laguna; un altro tipo di fango che rientra nella colonna B, un fango che può essere conferito ed è finalizzato al recupero di isole e di barene; un terzo fango che rientra nella colonna C, che è un livello ancora superiore nel senso che può essere utilizzato solo per barene e isole al di sopra del livello medio dell'acqua della laguna; un'ultima colonna, colonna D, dove sono classificati i fanghi che non possono essere a contatto con nessuna di queste tre prime categorie, quindi devono espletare una procedura suppletiva che non saprei neanche rappresentarvi, in quanto l'isola può ricevere fino alla colonna C. Questo di fatto è quello che possiamo fare.
  Se vuole, Presidente, passo ai dettagli dei documenti che le abbiamo inviato. Quindi sulla base di questo protocollo, sottoscritto da tutti gli enti pubblici che si affacciano sulla laguna di Venezia, è stata individuata con l'Autorità portuale «una modalità operativa di conferimento per la messa a dimora all'isola delle Tresse dei fanghi dei canali di grande navigazione della laguna di Venezia». In pratica con questo documento l'Autorità portuale e il Provveditorato alle opere pubbliche ha rappresentato una procedura entro la quale il soggetto che scava, il soggetto che preleva e il soggetto (noi) che conferisce devono attenersi a una procedura. La procedura è quella che ho evidenziato ed è vista nell'allegato A, dove – non so se serve che entri in questo dettaglio, mi dica lei – ci sono tutte le modalità a cui i vari soggetti devono attenersi.
  Il punto 2 che è stato richiesto, un piano di predisposizione sul quale, in riferimento alle modalità individuate dall'Autorità portuale, dall'ex presidente, professor Costa, ci sono delle modalità dove arrivano le barche che accostano sull'isola, caricano i mezzi di trasporto e attraverso delle piste ben rappresentate vanno ad approvvigionare delle vasche entro le quali vengono conferiti questi sedimenti.
  Come vengono conferiti questi sedimenti, quali sono le modalità principali. Il soggetto che ha necessità di scavare, e come soggetto può essere visto come la regione, la provincia o altri enti privati, predispongono un progetto e fanno una valutazione di caratterizzazione dei fanghi. Sulla base di questo progetto e sulla base di queste caratterizzazioni inviano al Provveditorato la richiesta per l'escavo. Il Provveditorato, attraverso le sue strutture, analizza il progetto, approva con un documento che arriva a noi e arriva al soggetto interessato dove autorizza, richiamando la categoria di fango, in questo caso colonna B, l'Autorità portuale a conferire all'isola delle Tresse un quantitativo. Sulla base di questo quantitativo Pag. 13 il Provveditorato consegna al soggetto interessato le bolle di accompagnamento. Queste bolle di accompagnamento sono in misura adeguata a poter far fronte al fabbisogno. Una volta che arriva l'autorizzazione al concessionario, si inizia una pianificazione delle attività con il soggetto interessato e, via via che ne richiede il conferimento, si organizzano queste barche, sempre a onere del soggetto interessato, e vengono portate presso l'isola dove viene individuata una bolletta, intestata al Ministero delle infrastrutture, il numero delle bolle, la data, il soggetto che di fatto ha chiesto l'autorizzazione, il direttore dei lavori che segue l'opera, il mezzo che trasporta. Arriva da noi e noi cerchiamo di verificare se la bolletta è corretta. Nel momento in cui la bolletta, come spesso accade, è corretta, partiamo con l'organizzazione del cantiere per trasportare e conferire questi fanghi. Quindi in questo momento l'isola delle Tresse è vista come un soggetto che deve controllare se la procedura che gli altri hanno espletato è corretta.
  Esistono taluni casi dove il Provveditorato ci segnala la necessità suppletiva di verificare il tipo di fango. Mi spiego meglio. Se il fango non dovesse appartenere alla colonna entro-C, il provveditore ci scrive e dice «ho dei dubbi sul fatto che quel materiale possa essere entro-C». Chiede a questo punto alla società di attivarsi per verificare, e questo è l'unico caso in cui noi dobbiamo farci carico di questo onere, mandiamo il materiale che arriva, non viene messo a dimora all'interno dell'isola ma viene parcheggiato su determinati contenitori, mandiamo al laboratorio ufficiale che verifica il tipo di fango; solamente nel momento in cui il laboratorio scrive a noi e indica il tipo di fango, noi siamo nelle condizioni o di ricevere, se fosse entro colonna C come previsto. Nel caso in cui fosse oltre colonna C, il soggetto che ha fatto la richiesta lo ricarica e lo porta via attraverso una procedura che adesso non riguarda noi, probabilmente riguarderà il soggetto che ha fatto la richiesta. Quindi noi ci attiviamo alla verifica del materiale solo nel momento in cui il Provveditorato ci chiede una assistenza per verificare se il tipo di fango – mi ripeto – è entro la colonna C.
  Il quarto punto si riferisce a una capacità ancora residua dell'isola. Ad oggi, ripeto, l'isola oltre le attività previste dal project financing ha sottoscritto un atto aggiuntivo per 520 mila metri cubi, cosa che sta per ultimare proprio in questi giorni. Quindi l'isola nuovamente si fermerà per i conferimenti al raggiungimento dei 520 mila metri cubi. Esiste ed è in corso un ulteriore progetto, presentato e sottoscritto il 10 luglio 2019 tra noi, il Provveditorato alle opere pubbliche, l'Autorità portuale di Venezia, per un ulteriore progetto di innalzamento dell'isola. Purtroppo su Venezia queste emergenze continuano tutti i giorni, nel senso che il porto si lamenta perché le navi non entrano; il porto si lamenta perché le navi si insabbiano e non riescono ad arrivare a destinazione, quindi in continuazione vengono richiesti questi stati di emergenza. Questo progetto, quindi, ha superato l'approvazione di tutti gli enti che si affacciano nella laguna di Venezia. Il giorno 19 dicembre 2019 è stato approvato anche dalla Commissione ambiente e VIA della regione attraverso mi sembra undici prescrizioni; stiamo adeguando questo progetto perché possa nuovamente permettere a noi e a tutti gli enti di riiniziare un conferimento che dovrebbe portare oltre un milione di metri cubi. Solo per vostra informazione, noi solamente nell'anno 2019 abbiamo ricevuto dal provveditore, dal comune e dall'Autorità portuale circa 500 mila metri cubi, quindi questo stato di emergenza, se fosse approvata questa ulteriore fase del milione, potrà coprire le esigenze per circa un anno e mezzo, due.
  Lei chiedeva, Presidente, un ultimo punto relativo a quali sono le possibilità di utilizzo dei fanghi presenti. Per quello che riguarda noi – è proprio la nostra idea, una nostra eventualmente proposta – l'isola delle Tresse potrebbe essere abbassata inevitabilmente, qualora ci fosse questo interesse continuo, questa emergenza continua e quindi i materiali entro-C ed entro-B, che trovano attualmente alloggio all'interno dell'isola, potrebbero essere trasferiti in un Pag. 14ulteriore sito, che non ho la più pallida idea di quale potrebbe essere. Però potrebbe essere, viste le continue urgenze, ipotizzato un abbassamento dell'isola, trasferire un sito dove ha delle necessità di alzarsi, diversamente da noi, per poter riprendere i conferimenti dell'isola. Questa potrebbe essere un'idea.
  Noi abbiamo fornito bolletta per bolletta e committente per committente le quantità degli ultimi cinque anni. Quindi è mappata la provenienza di tutti i fanghi e di tutti i soggetti che hanno scavato questi fanghi. Io, Presidente, avrei concluso.

  PRESIDENTE. Vorremmo verificare alcune questioni con lei. La prima è questa. Da un documento che ci è stato inviato dal Provveditorato risulta che a partire dal mese di agosto 2018 i conferimenti all'isola delle Tresse sarebbero stati sospesi, lei conferma questo? Perché invece nella documentazione che voi ci avete mandato non risulta alcuna sospensione, esisterebbe la necessità di un aumento ma in prospettiva. Questa è la prima questione.
  La seconda questione, che afferisce direttamente alla sua conclusione di adesso sulla quinta domanda, c'è dunque una conterminazione precisa all'interno dell'isola delle Tresse?

  MAURIZIO BOSCHIERO, Amministratore delegato della società Tressetre. C'è un palancolato.

  PRESIDENTE. Siccome risulta che ci sia anche la cosiddetta colonna di fanghi dubbi, che per noi è una novità, dunque immagino sia quella a cui faceva lei cenno prima, nel qual caso voi fate il carotaggio e fate lì la verifica dei sedimenti, a quel punto mandate l'oltre-C...

  MAURIZIO BOSCHIERO, Amministratore delegato della società Tressetre. In laboratorio.

  PRESIDENTE. Sì. Dopo di che, in base ai risultati, mandate il materiale, i fanghi che avete ricevuto direttamente altrove, immagino al Molo Sali e via dicendo, vuol dire che c'è una contaminazione chiarissima anche tra questi materiali, cioè l'oltre-C? Perché nel momento in cui arriva l'oltre-C all'interno dell'isola delle Tresse, questa non era stata studiata, pensata per oltre-C ma per i B e i C, se non sbaglio, quindi come vengono gestite queste colonne, questi materiali in colonna spuria, che non possono essere messi né in B né in C, ma dovranno trovare una soluzione a parte.
  L'ultima questione relativamente al progetto di ampliamento, che è oggetto di un dibattito molto acceso. Mi pare che il Ministero dell'ambiente abbia chiesto un ulteriore approfondimento di natura tecnica e che anche la Commissione di salvaguardia non si sia ancora espressa, attendendo mi sembra questo ulteriore approfondimento. Vorrei capire dal punto di vista della VAS se era stato compiuto oppure se siamo solamente all'interno della VIA.
  Relativamente a questo voi avete fatto questo progetto, cioè l'innalzamento da quanto a quanto sul livello medio della laguna e a quanto aumenterebbe la volumetria, sia in termini assoluti che in termini percentuali, rispetto al progetto originario.
  L'ultima domanda: la concessione da parte della regione quando scade.

  MAURIZIO BOSCHIERO, Amministratore delegato della società Tressetre. Vado in ordine. Senz'altro piccoli conferimenti possono essere stati autorizzati in quel periodo, dove di fatto non c'era attività. Molto spesso per queste urgenze, vedi anche quando c'è stata la Mostra nautica di Venezia, comune o regione chiedono di portare quantitativi, seppur minimi, quindi può essere che nel mese di luglio, agosto e settembre siano stati portati. Anche ultimamente da parte del Provveditorato abbiamo ricevuto, in pendenza dell’iter conclusivo del progetto, una richiesta comunque di conferire 50 mila metri cubi, oltre i 520. Cosa che noi in questo momento non stiamo attivando, vista la delicatezza e il livello conflittuale su questi progetti. Per dire che molto spesso arrivano delle indicazioni a parte del Provveditorato, dove dice «ricevi per urgenza mille, cinquecento o trecento metri cubi» e noi di fatto lo Pag. 15facciamo perché siamo autorizzati. Questa mi sembra fosse la prima domanda.
  La seconda domanda era relativa a un eventuale mescolamento di fanghi e su questo voglio precisare. Questa è l'isola delle Tresse; all'interno dell'isola trovano spazio solo fanghi entro colonna C. Diversamente, qui c'è una banchina dove accostano le navi, le barche, qui ci sono quattro vasche in calcestruzzo compartimentate dove, quando il Provveditorato ci dice che forse c'è un fango dubbio, noi non trasportiamo il fango all'interno dell'isola, lo mettiamo provvisoriamente all'interno di queste vasche, arriva il soggetto deputato a fare questa verifica, il materiale resta parcheggiato lì; nel momento in cui il soggetto, che è un laboratorio ufficiale, individua il fango entro colonna C, noi lo riprendiamo dalla vasca blindata e lo reinseriamo nell'isola delle Tresse. Quindi l'isola delle Tresse non ha all'interno del suo perimetro materiali oltre-C, impossibile. Se il materiale non rientrasse nella colonna C, il soggetto che ce l'ha portato, attraverso la lettera del provveditore, se lo riprende e lo porta su siti dove può essere conferito. Quindi all'interno dell'isola non c'è un metro cubo che sia oltre-C.
  L'ultima domanda relativa al progetto. Il progetto ha avuto varie verifiche, la regione ha ritenuto che l'ultimo passaggio fosse attraverso un parere della commissione VIA, il giorno 19 dicembre è stato approvato – non ho qui il documento – con undici prescrizioni. Quindi la commissione regionale dove nel comitato ci sono i vari soggetti, anche il Ministero delle infrastrutture ha dei suoi membri, ha dato parere favorevole con undici prescrizioni che potrei sommariamente rappresentare, e riguardano l'innalzamento a 12,50 medio, perché si ipotizza di creare un'isola non di conferimento di fanghi ma un'isola che un domani, quando sarà finita, avrà al suo interno dei percorsi anche pedonali, ciclabili, avrà delle alberature, dei laghetti, delle zone paesaggistiche anche – mi auguro – di un certo pregio anche visivo. Hanno ritenuto che i fanghi fossero allontanati del perimetro più esterno di circa settantacinque metri, quindi si riduce l'isola; hanno chiesto un maggior controllo delle acque di questi fanghi, nel senso che il fango arriva, è molto bagnato attraverso delle scoline viene raccolto e viene portato in una zona dove c'è un bacino di laminazione che, quando arriva a un certo livello, ha una tubazione che scarica e va al Molo Sali dove può essere trattata quest'acqua. Quindi ad oggi il progetto ha concluso l’iter, noi ci vediamo domani pomeriggio dal provveditore con tutti gli enti interessati per cercare di far sì che le indicazioni fornite dalla commissione VIA siano le più precise possibile e siano rappresentate nel progetto, che ragionevolmente nel mese di febbraio andremo a protocollare e sarà esaminato non più dalla commissione regionale o dalla commissione ambientale ma solitamente all'interno del comitato tecnico del Provveditorato alle opere pubbliche. Spero di aver risposto.

  PRESIDENTE. Quindi dodici metri e mezzo rispetto ai nove metri e mezzo di oggi?

  MAURIZIO BOSCHIERO, Amministratore delegato della società Tressetre. Ci sono varie zone: ci sono zone dove ci sono 10,50, altre a 9,80. Anche perché questi fanghi, in funzione della propria caratteristica, si dilavano in modo diverso, quindi c'è una baulatura che va dai nove ai 9,80 ai 10,20.

  PRESIDENTE. Per un aumento di quanti metri cubi?

  MAURIZIO BOSCHIERO, Amministratore delegato della società Tressetre. Io ritengo, è una stima, adesso con l'allontanamento rispetto al perimetro di questi settantacinque metri, sia superiore al milione di metri cubi.

  PRESIDENTE. Su un totale di presenti quanti?

  MAURIZIO BOSCHIERO, Amministratore delegato della società Tressetre. Domanda abbastanza difficile, perché la mia memoria storica non arriva a oltre dieci anni fa, quando questo project è iniziato, Pag. 16ma ragionevolmente qui ci sono – direi un numero impreciso – cinque, sei, sette milioni senz'altro di metri cubi. Questa è un'isola che vive da oltre dieci anni.

  PRESIDENTE. Ultima domanda, quando scade la concessione da parte della regione?

  MAURIZIO BOSCHIERO, Amministratore delegato della società Tressetre. Noi abbiamo sottoscritto con l'Autorità portuale e con il provveditore un posticipo al 2022. Nell'atto che abbiamo fatto il 5 dicembre 2018, per questa emergenza di 500 mila, è stata prorogata la vita della concessione al 2022.
  Se all'interno del progetto in corso di approvazione ci fossero richieste diverse – oggi non mi è stata data informazione diversa – ragionevolmente ci sarà un termine della concessione e un termine dei conferimenti entro il 2022 e dopo qualche anno per i modellamenti e per i collaudi, ritengo.

  PRESIDENTE. Ringrazio il nostro ospite e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.25.