XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 37 di Martedì 23 luglio 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 

Audizione di rappresentanti dell'Associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 
Lorini Umberto , Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia ... 2 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 
Lorini Umberto , Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia ... 2 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 
Lorini Umberto , Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia ... 2 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 6 
Muroni Rossella (LeU)  ... 6 
Lorini Umberto , Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia ... 6 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Lorini Umberto , Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Lorini Umberto , Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia ... 7 
Del Monaco Antonio (M5S)  ... 7 
Lorini Umberto , Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Lorini Umberto , Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Lorini Umberto , Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Lorini Umberto , Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Lorini Umberto , Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Lorini Umberto , Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Lorini Umberto , Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Lorini Umberto , Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia ... 10 
Del Monaco Antonio (M5S)  ... 10 
Lorini Umberto , Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti dell'Associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia.

  PRESIDENTE. Comunico che l'audizione del Ministro, prevista per giovedì, invece avrà luogo il 12 settembre, rinviata su richiesta del Ministro stesso per motivi personali.
  L'ordine del giorno reca l'audizione dei rappresentanti dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia. È presente Umberto Lorini, Componente del consiglio direttivo dell'associazione, che ringrazio per la presenza.
  L'audizione odierna, richiesta dagli interessati, rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla gestione dei rifiuti radioattivi.
  Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta.
  Invito, quindi, il nostro ospite a svolgere una relazione. Abbiamo distribuito delle piantine esplicative per capire l'ubicazione dei vari impianti concentrati a Saluggia. Se ci vuole relazionare, io e i miei colleghi le faremo poi qualche ulteriore domanda per approfondire le questioni.

  UMBERTO LORINI, Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia. Grazie, presidente, e grazie alla Commissione, che ha organizzato quest'audizione.
  Onorevoli senatori, onorevoli deputati, il sito nucleare di Saluggia, presso cui codesta Commissione negli ultimi anni ha compiuto numerosi sopralluoghi, è ubicato nella zona golenale della Dora Baltea, pochi chilometri a monte della confluenza della Dora con il Po. Lo si può vedere nella foto aerea che è stata distribuita: in questo triangolo tra questi tre corsi d'acqua, il fiume Dora Baltea e i canali di irrigazione Cavour e Farini.
  In questo sito, in termini di radioattività, è stoccato oltre l'80 per cento delle barre di combustibile e oltre il 70 per cento dei rifiuti radioattivi detenuti in tutta Italia. In assenza di deposito nazionale, quindi, attualmente in Italia è questo il principale deposito di materiale radioattivo.

  PRESIDENTE. Il 70 per cento in percentuale di radioattività.

  UMBERTO LORINI, Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia. Di radioattività.

  PRESIDENTE. Non di volume.

  UMBERTO LORINI, Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia. Non di volume. Pag. 3
  Come si può vedere dalla foto aerea, il sito è suddiviso in due parti. Una, immediatamente a ridosso del fiume, sulla parte ovest, a sinistra, è costituita dal sito Eurex, entrato in esercizio nel 1970 e gestito per decenni dal CNEN, poi dall'ENEA. Dal 2003 è passato in gestione a SOGIN.
  In quest'area è stato recentemente costruito un deposito «temporaneo» per lo stoccaggio di materiale radioattivo, denominato D2, e ne è in costruzione un altro, D3, tutto ciò in attesa dell'individuazione del sito in cui realizzare il deposito nazionale.
  Sempre qui, nell'area gestita da SOGIN, sono immagazzinate scorie radioattive liquide, di cui 125 metri cubi ad alta radioattività, collocate nel nuovo parco serbatoi costruito tra il 2006 e il 2008, scorie liquide che da più di quarant'anni attendono di essere solidificate. A oggi, però, SOGIN non è ancora stata in grado di realizzare un impianto di solidificazione e 270 metri cubi di scorie radioattive liquide continuano a essere conservate in questi serbatoi a poche decine di metri dal fiume Dora Baltea e sopra le falde che alimentano l'acquedotto del Monferrato. Questo è per la parte che sulla cartina è indicata come ENEA – Centro ricerche Saluggia ed è attualmente gestita da SOGIN.
  C'è poi una seconda area del sito industriale, che è quella costituita dal sito Sorin, una zona in cui attualmente hanno sede o reparti di produzione alcune aziende del settore biomedico: DiaSorin, Livanova, CID Alvimedica, G pharma e altre. In questo sito lavora circa un migliaio di persone ed è una delle principali aree industriali della provincia di Vercelli.
  Nel 2015, Sorin ha operato una fusione con un'azienda americana, Cyberonics, dando vita alla multinazionale Livanova, che ha ereditato stabilimenti, lavoratori e brevetti. Sorin era, però, nata a Saluggia nel 1956 con tutt'altri scopi. Era, infatti, l'acronimo di Società Ricerche Impianti Nucleari, gli azionisti erano Montecatini e FIAT e il suo scopo era quello di effettuare ricerche nel settore nucleare.
  Nel 1959, in questo sito costruì un reattore nucleare di ricerca di tipo a piscina, denominato Avogadro RS-1, utilizzato per scopi sperimentali e non destinato alla produzione di energia elettrica. Lo si può vedere sulla cartina, sul lato sinistro: è quell'edificio circolare con alcuni pentagoni sul lato ovest del sito Sorin.
  Questo reattore funzionò fino al 1971. Alla fine degli anni Settanta, fu trasformato in deposito di materiale radioattivo, in cui nel corso degli anni sono state conferite le barre di combustibile esaurito e altri materiali radioattivi provenienti da vari impianti nucleari italiani.
  Da allora, il deposito è stato gestito dalle società FIAT Avio, almeno fino al 2002, e poi da Avogadro Srl, oggi Avogadro Spa, tutte società del gruppo FIAT.
  Il sito in cui si trovano Sorin, Livanova e il deposito Avogadro desta preoccupazioni e non solo da parte delle associazioni ambientaliste. Ricordo che nell'audizione tenutasi dinanzi a questa Commissione il 21 gennaio 2016 – la Commissione era allora presieduta dall'onorevole Alessandro Bratti – la dottoressa Laura Porzio di ARPA Piemonte ha dichiarato che è stata riscontrata contaminazione diffusa «a valle della zona Sorin-Avogadro. Una fonte di contaminazione è nota (le celle calde di manipolazione), altre sicuramente sono all'interno di quel sito: la concentrazione che troviamo nei vari pozzi ci dice che deve esserci un'altra fonte tra le celle calde e l'esterno del sito».
  La dottoressa ha poi affermato che il sito Sorin-Avogadro è abbastanza critico; nella sua storia era innanzitutto un tutt'uno col deposito Avogadro, perché era del gruppo FIAT, quindi comunque c'è una serie di sovrapposizioni. Le celle calde sono gestite da Sorin, ma erano le celle funzionali alle prove che si facevano di irraggiamento dentro al reattore. Inoltre, faceva attività di raccolta rifiuti, con rifiuti anche di alta attività, ed è stato mal gestito. Si è alluvionato, a ogni alluvione i bidoni galleggiavano, tenevano le sorgenti ad alta attività interrate, le hanno appena rimosse. Delle criticità in quel sito, quindi, ci sono. Ancora, c'è il bunker che ospita tutto ciò che è derivato dal decommissioning del reattore Avogadro. Quel sito è un arcano. Pag. 4
  Il 10 settembre 2018, l'anno scorso, le associazioni Legambiente e Pro Natura del Vercellese hanno formalmente chiesto alla regione Piemonte la convocazione del tavolo di confronto trasparenza e partecipazione sulle attività di messa in sicurezza dei materiali e dei siti nucleari. È stata chiesta, questa convocazione, per sapere quali e quanti siano i materiali radioattivi detenuti da Sorin, Livanova e da Avogadro Spa nel territorio del comune di Saluggia, il proprietario, la tipologia, la provenienza, l'attività, la categoria, la futura destinazione nonché, se disponibile, il programma per la completa disattivazione dei locali in cui sono contenuti.
  In particolare, Legambiente e Pro Natura del Vercellese chiedevano di sapere dove sono stati depositati i vari componenti del reattore Avogadro RS-1 e i vari materiali radioattivi generati dalle ricerche effettuate con l'utilizzo del suddetto reattore, rendendo noto il contenuto del deposito Sorin Livanova, del bunker, sempre gestito da Sorin Livanova, delle celle calde e del deposito Avogadro. Il tavolo di trasparenza si è riunito a Saluggia il 15 marzo 2019, ma a nostro parere non sono state fornite sufficienti informazioni.
  Vengo alla questione dell'interramento dei rifiuti radioattivi, che è il principale oggetto dell'audizione odierna.
  Nell'autunno del 2017, il circolo Legambiente del Vercellese ha ricevuto una segnalazione verbale da parte del signor Carlo Alberto Tirone, ex dipendente della Sorin di Saluggia, a proposito di un interramento di rifiuti radioattivi avvenuto nel 2007 in occasione dei lavori di costruzione di un edificio industriale nel sito dell'azienda, allora denominata Sorin Site Management e attualmente denominata Livanova Site Management.
  Il signor Tirone lo ha segnalato a Legambiente del Vercellese, la quale a sua volta lo ha segnalato a Legambiente nazionale.
  Questa segnalazione, corredata da foto aerea, coordinate, fotografie delle operazioni di interramento – si vedono proprio i mezzi d'opera al lavoro – è stata poi inviata il 28 novembre 2017 ai Carabinieri per la tutela dell'ambiente con sede a Roma, all'attenzione del comandante generale Sergio Pascali. A inviarla è stato l'allora presidente nazionale di Legambiente Rosella Muroni, oggi presente in Commissione.
  Nella segnalazione venivano indicate anche alcune persone informate sui fatti o che risulterebbero essere state, al tempo dell'avvenuto interramento, a conoscenza della situazione.
  A oggi, non siamo a conoscenza dell'esito delle indagini, sempreché tali indagini siano state svolte.
  Un anno fa, era il 18 luglio 2018, questa segnalazione è stata oggetto di un'interrogazione parlamentare al Ministro dell'ambiente, la n. 400742, presentata dall'onorevole Rossella Muroni. In data 21 luglio 2019, l'altro ieri, l’iter dell'interrogazione risultava in corso. Non risultano risposte da parte del Ministro interrogato, almeno a quanto si evince dal sito della Camera dei deputati.
  Dopo la pubblicazione dell'interrogazione sul sito della Camera, quindi nel luglio 2018, la notizia è divenuta di dominio pubblico ed è stata ripresa dagli organi di informazione. Il 6 settembre 2018 l'argomento è stato affrontato dal consiglio comunale di Saluggia.
  In mancanza di esiti soddisfacenti della segnalazione presentata nel 2017, il 12 ottobre 2018 l'allora presidente di Legambiente del Vercellese, Gian Piero Godio, si è recato presso la stazione Carabinieri competente per territorio, quella di Livorno-Ferraris, e ha presentato un esposto contenente «un'ulteriore segnalazione più circostanziata, tale da consentire l'esatta individuazione del punto in cui possono essere ricercati i reperti segnalati».
  Successivamente, il 6 novembre 2018, il presidente di Legambiente del Vercellese si è nuovamente recato presso i Carabinieri di Livorno-Ferraris e ha rilasciato le seguenti dichiarazioni, supportate da documentazione probante.
  Perché Legambiente ritiene verosimile quanto dichiara il signor Tirone? Per una serie di motivi. Nel sito Sorin-Livanova c'era un reattore nucleare (Avogadro RS-1), smontato negli anni 1977-78. A Legambiente Pag. 5 risulta che la successiva gestione dei rifiuti radioattivi sia stata confusa e poco trasparente. Per decenni, non è mai stata ammessa neppure l'esistenza del bunker, che oggi invece è stato ufficializzato. Esiste un inventario dei materiali radioattivi di Sorin pubblicato da Enea nel 2009 che presenta diversità da quanto riporta Ispra nei propri successivi inventari ufficiali, e comunque non viene menzionato il bunker.
  «ARPA Piemonte stessa rileva queste criticità sul sito Sorin-Livanova nell'audizione del 2016 – l'ho citata poco fa – presso questa Commissione parlamentare. La falda acquifera che scorre sotto il sito Sorin-Livanova presenta contaminazione radioattiva, che, anche se non pericolosa per la salute, è indicativa della non buona gestione. La situazione può peggiorare in futuro. Non è chiaro a Legambiente dove Sorin-Livanova e Avogadro Spa hanno sistemato tutte le varie parti smontate del reattore Avogadro RS-1 e tutte le varie attrezzature utilizzate per le ricerche nucleari, tra le quali potrebbero esserci anche quelle visibili nelle foto fornite dal signor Tirone. Legambiente ritiene, quindi, importante che si accerti la situazione per arrivare, se necessario, a un'appropriata e tempestiva bonifica».
  A quel punto, non si poteva più far finta di niente e finalmente è stata avviata un'indagine da parte della procura della Repubblica di Vercelli. Il 5 giugno 2019 – siamo, quindi, a poche settimane fa – a più di sei mesi dalla seconda segnalazione di Legambiente, ARPA Piemonte, incaricata dalla procura di Vercelli con funzioni di polizia giudiziaria, ha pubblicato sul proprio sito una nota in cui riferisce che è stato effettuato presso il sito uno scavo il 28 maggio 2019 e che questo scavo ha evidenziato la presenza di fusti interrati.
  ARPA Piemonte, presente durante le operazioni a supporto dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, ha riscontrato livelli di radioattività superiori al fondo ambientale in prossimità dei fusti.
  Su disposizione della procura della Repubblica di Vercelli, è stata posta sotto sequestro l'area in cui sono stoccati i fusti contaminati.
  Questa nota di ARPA Piemonte è stata pubblicata dagli organi di informazione. L’ex dipendente SOGIN che aveva segnalato il fatto, il signor Tirone, il 27 giugno 2019 si è recato nuovamente alla procura della Repubblica di Vercelli e ha presentato un'ulteriore nota, in cui dichiara: «Ritengo che i cinque fusti radioattivi finalmente rinvenuti di cui è stata data notizia rappresentino una minima frazione del problema. I fusti finora rinvenuti non sono, infatti, quelli oggetto delle mie precedenti denunce. I fusti sotterrati di cui sono a conoscenza sono ben altri e devono essere cercati dove effettivamente si trovano, cioè anche sotto il pavimento del capannone per lo stoccaggio di rifiuti realizzato da Sorin Site Management nel 2007. Sotto lo stesso pavimento è interrato con tutta probabilità anche il tronco di piramide ben visibile nelle fotografie già prodotte allegate all'esposto di Legambiente».
  Il signor Tirone ha dichiarato, inoltre, che nel 2007, quando vennero realizzati i lavori in questione, tra cui la costruzione del capannone, a un operaio della ditta FAS di Crescentino è stato chiesto di fermarsi dopo l'orario di lavoro perché bisognava riprendere questo manufatto, fare la buca e riposizionarlo nello stesso punto in cui l'avevamo preso sotto terra.
  Quest'operaio della ditta FAS è stato intervistato dal TG1 e il servizio è stato trasmesso poche settimane fa. Lui stesso, quindi, la persona citata ha confermato quanto detto dal signor Tirone.
  In conclusione, Legambiente del Vercellese giudica opportune due cose.
  La prima è che la procura della Repubblica di Vercelli prosegua le ricerche del materiale interrato anche sotto il capannone costruito nel 2007, nel punto segnalato dal signor Tirone e visibile nelle fotografie già consegnate all'autorità giudiziaria.
  In proposito, si sottolinea che in quel sito industriale anche a pochi metri dal punto dell'interramento del materiale radioattivo lavorano quotidianamente centinaia di persone e che sotto al sito scorrono Pag. 6le falde acquifere che alimentano i pozzi dell'acquedotto del Monferrato.
  In secondo luogo, si giudica opportuno che venga fatta piena luce su dove siano stati collocati tutti i pezzi del reattore Avogadro RS-1 smontato alla fine degli anni Settanta e i vari materiali radioattivi generati dalle ricerche effettuate con l'utilizzo del suddetto reattore, rendendo noto il contenuto in termini qualitativi e quantitativi del deposito Sorin-Livanova, del bunker, sempre di Sorin-Livanova, delle celle calde e del deposito Avogadro.
  Ringrazio per l'attenzione e sono a disposizione per domande e chiarimenti.

  PRESIDENTE. Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ROSSELLA MURONI. Ovviamente, come si sarà capito, sono informata dei fatti, perché è un tema che stiamo portando avanti da molto tempo.
  Vorrei capire, relativamente al ritardo con cui sono state aperte le indagini, se avete avuto un riscontro o delle motivazioni. La denuncia era molto circostanziata, sia quella fatta pubblicamente sia quella fatta ai NOE. Sarebbe interessante capire che cosa ci ha portato a un ritardo così forte per l'apertura delle indagini.
  So che c'è stato anche un consiglio straordinario sul tema. Vorrei capire, anche da un punto di vista delle Istituzioni, come si intende procedere. Al di là di quello che era stato rilevato sia dalle denunce del signor Tirone sia dalle foto, il fatto che i fusti trovati non fossero quelli oggetto di denuncia ma altri apre uno scenario a dir poco inquietante. Sarebbe anche interessante capire dove sono questo tipo di informazioni, per esempio relative allo smantellamento del reattore Avogadro, dove sono le carte che raccontano alla fine degli anni Settanta come si è proceduto.

  UMBERTO LORINI, Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia. Relativamente a questi punti, sul ritardo delle indagini a seguito del primo esposto, quello ai NOE, francamente non so dire perché ci sia stato ritardo o se siano effettivamente state compiute queste indagini. Il secondo esposto, quello che Legambiente del vercellese ha presentato alla procura della Repubblica di Vercelli andando alla stazione Carabinieri competente per territorio, deriva proprio dal fatto che, essendo trascorso quasi un anno e non essendoci state evidenze di indagini da parte dei NOE, abbiamo deciso di rivolgerci all'autorità giudiziaria competente per territorio. Occorrerebbe, in effetti, capire perché la prima segnalazione non ha dato esiti. Io non sono in grado di rispondere a questa domanda.
  Il consiglio comunale è stato convocato nell'autunno dell'anno scorso a seguito della pubblicazione della notizia dell'interrogazione parlamentare dell'onorevole Moroni. Fino a quel momento, l'indagine era secretata, nel senso che lo sapeva solo chi l'aveva segnalata e i NOE. Nel momento in cui è stata resa pubblica perché è stata pubblicata l'interrogazione parlamentare e poi ciò è stato pubblicato su numerose testate, il consiglio comunale si è riunito.
  C'è da dire che fino a un paio di anni fa il comune di Saluggia aveva una commissione nucleare, che era pubblica, durante la quale venivano discussi questi argomenti. L'attuale amministrazione ha deciso di non costituire più una commissione nucleare, ma di sostituirla con un esperto qualificato che riferisce esclusivamente al sindaco. Mentre fino a due o tre anni fa, quindi, noi andavamo ad assistere alle riunioni della commissione e potevamo porre quesiti, adesso questa commissione non esiste più, quindi la questione è gestita direttamente dal comune nella persona del sindaco e del suo esperto qualificato nominato con incarico di fiducia. Non siamo in grado di sapere, quindi, se il comune di Saluggia abbia ulteriori informazioni su questo.
  Quello che sappiamo è che, nel momento in cui si è riunito il consiglio comunale, le prime indagini svolte da Livanova avevano dato come esito nessun tipo di interramento, tanto che nell'autunno 2018 era uscita una nota di Livanova in cui si diceva che non era stato trovato nulla di Pag. 7quello che era stato segnalato, e la fonte, il signor Tirone, rischiava di passare per un millantatore.
  Solo sei mesi dopo, quando finalmente sono iniziati i lavori e, come dice Tirone, non sono iniziati nel punto in cui dice lui, ma all'intorno del capannone, dopo due colpi di ruspa sono stati rinvenuti già i primi fusti, quindi è stato tutto transennato. A quel punto, effettivamente si è capito che la segnalazione aveva fondamento.
  Non solo, quindi, ci sono le fotografie scattate nel 2007, non solo c'è la testimonianza dell'operaio che ha materialmente interrato i fusti fuori dall'orario di lavoro, ma finalmente da un mese e mezzo a questa parte si sa che quei fusti ci sono davvero.
  La questione, dice Tirone, ed è andato a dirlo in procura, è che non si sta scavando dove ha detto lui, si sta scavando intorno, tanto che sono stati ritrovati questi fusti, ma non ancora altri oggetti metallici che si vedono nelle fotografie e finora non sono stati estratti.
  Per quanto riguarda il reattore, oltre all'inchiesta della procura della Repubblica, tuttora in corso, per cui noi non abbiamo accesso agli atti fino a che non sarà conclusa da parte della procura di Vercelli, le associazioni ambientaliste hanno chiesto di riferirne agli esercenti in questo tavolo di trasparenza costituito dalla regione Piemonte e che si riunisce periodicamente, una volta all'anno.
  Finora, questo tavolo di trasparenza si è occupato del materiale radioattivo detenuto da Sogin, quindi che sta nell'altro sito a fianco.
  Per quanto riguarda il materiale radioattivo detenuto da Sorin, ora Livanova, e da Avogadro, non ci sono finora dati sufficienti per poter dire che cosa ci sia, quali materiali, tanto che come associazione abbiamo lamentato il fatto che i pochi dati che sono stati diffusi negli anni non collimano, non corrispondono tra loro. È stato chiesto, questa volta non in sede giudiziaria ma politica, alla regione Piemonte, di fare chiarezza sul materiale radioattivo detenuto da Sorin, oggi Livanova, e da Avogadro.

  PRESIDENTE. Ha detto che nel 2017 avete avvertito i NOE. Non ho capito, però, quale gruppo.

  UMBERTO LORINI, Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia. Il 28 novembre 2017 è stata inoltrata una segnalazione ai Carabinieri per la tutela dell'ambiente con sede a Roma all'attenzione del comandante generale Sergio Pascali. Credo di avere nella mia documentazione anche copia della segnalazione che è stata inoltrata. Non ho copia degli allegati, tra i quali però ricordo che c'era la mappa del sito e c'erano alcune fotografie delle fasi di interramento di questi rifiuti.
  Ripeto, io non sono in grado di dire perché questa prima segnalazione non abbia avuto esiti.

  PRESIDENTE. Perché al NOE Roma?

  UMBERTO LORINI, Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia. Al NOE Roma perché abbiamo ritenuto che fosse una questione di interesse nazionale e che i Carabinieri per la tutela dell'ambiente nella sede centrale fossero quelli con la competenza su questo tipo di indagini.

  ANTONIO DEL MONACO. Una prima domanda è proprio riferita a questo, cioè al tempo passato da quando è venuta fuori questa comunicazione a oggi.
  È stata mai fatta un'indagine sugli operai, sulla gente che vive intorno a questa realtà per verificare, anche dal punto di vista della salute, eventuali insorgenze di patologie specifiche, per esempio un eventuale aumento dei tumori della tiroide o di altre patologie, sul territorio?

  UMBERTO LORINI, Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia. Sul ritardo e sulle indagini di questa prima segnalazione francamente non so cos'altro Pag. 8dire. Se la Commissione, con i poteri che ha, volesse indagare su questo punto, ha sicuramente più strumenti di quanti ne abbia Legambiente del Vercellese. Posso lasciare copia alla Commissione della segnalazione, inviata via PEC e ricevuta. Io stesso avevo telefonato più volte.

  PRESIDENTE. Sicuramente gliela chiederemo. Già ci stiamo attivando.

  UMBERTO LORINI, Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia. Quanto alla seconda domanda, un'indagine epidemiologica è stata condotta sei o sette anni fa dall'amministrazione comunale, che ha incaricato l'ASL. Ha presentato poi i risultati, che sono stati discutibili e discussi.
  L'indagine epidemiologica, infatti, è stata fatta a cerchi concentrici sulla popolazione che risiede intorno al sito e non sui lavoratori. Io abito a Saluggia, mi reco nei dintorni di quel sito saltuariamente e sono stato oggetto dell'indagine epidemiologica. Un lavoratore che invece si reca quotidianamente presso questo sito e che magari abita in un altro comune, non è stato oggetto di quest'indagine epidemiologica, che ha riguardato quindi la popolazione residente a cerchi concentrici e non i lavoratori esposti quotidianamente.
  Le lavorazioni che svolgono oggi Livanova e le altre aziende del comprensorio industriale sono del settore biomedicale. I laboratori e i reparti di lavorazione sono tutti intorno al reattore Avogadro e ai depositi.
  Questo migliaio di persone che quotidianamente si recano a lavorare per realizzare stimolatori cardiaci o apparecchiature per la dialisi, tutti i giorni quindi lavorano a poca distanza da questo sito, che formalmente è detenuto da un'altra società. Siccome però Sorin si è scissa in diverse società ma i laboratori e gli stabilimenti sono rimasti lì, queste persone lavorano quotidianamente in questo sito, dunque si trovano quotidianamente non dico a contatto, ma nelle immediate vicinanze del luogo in cui sono stati rinvenuti questi fusti e dove probabilmente si troverà anche dell'altro, se continuano gli scavi.

  PRESIDENTE. Prima ha parlato dei tavoli di trasparenza che le regioni interessate dal problema dei rifiuti radioattivi hanno. È uno strumento messo a disposizione proprio per trovare risposta a tante domande. Ora, questo tavolo serve? Di domande, sia Legambiente sia i cittadini ne hanno fatte tante. È uno strumento che funziona o va migliorato o è totalmente inutile?
  Anche per quanto riguarda il procedimento di VAS sul piano nazionale, avete dato riscontro puntuale e avete avuto delle risposte, immagino, puntuali. C'è stato un buon dialogo? Le risposte date sono sufficienti o i punti interrogativi ancora ci sono e sono tanti?

  UMBERTO LORINI, Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia. Relativamente al tavolo di trasparenza, rispetto a quando non esisteva, è sicuramente uno strumento che migliora la conoscenza di ciò che avviene.
  Quello che noi lamentiamo è che, se la definizione è tavolo di trasparenza, confronto e partecipazione, sovente ci troviamo di fronte a quella che tra noi definiamo una messa cantata: i soggetti gestori ed esercenti di questo materiale radioattivo vengono e relazionano sull'attività che stanno svolgendo; successivamente, ci sono gli interventi degli enti di controllo (ARPA e ISIN) e raramente viene data la possibilità alle associazioni ambientaliste e ai cittadini di intervenire e porre quesiti, tanto che abbiamo dovuto farlo in maniera formale inoltrando queste domande direttamente alla regione Piemonte.
  I soggetti che detengono i materiali vengono e danno informazioni su quello che stanno facendo. Altro, però, è rispondere alle domande su aspetti specifici che vengono o che verrebbero poste dalle associazioni ambientaliste.
  È uno strumento sicuramente utile, ma che a nostro parere può essere migliorato.
  Per quanto riguarda la VAS e il piano nazionale, sì, come associazioni abbiamo inviato le osservazioni al programma nazionale, così come è stato fatto da soggetti, associazioni e cittadini un po’ da tutta Pag. 9Italia. Il problema resta nel fatto che, in attesa dell'individuazione del sito per il deposito nazionale e in attesa della validazione della versione definitiva del programma nazionale, più di tre quarti del materiale radioattivo detenuto dal nostro Paese sta in questo triangolo che vedete sulla cartina che vi è stata distribuita, quindi a ridosso della Dora Baltea e in un triangolo di corsi d'acqua.
  Se trenta o quarant'anni fa solo Legambiente diceva che questo sito era assolutamente inidoneo a contenere materiale radioattivo, ora lo dicono anche gli stessi soggetti che si occupano professionalmente di questo, tanto che, tra i criteri che serviranno per individuare il sito per il deposito nazionale, c'è la distanza dai corsi d'acqua. Questo sito, quindi – dice Sogin per prima – non potrà mai essere il luogo in cui verrà costruito il deposito nazionale.
  In attesa, però, che il sito per il deposito nazionale venga individuato, questi materiali continuano a rimanere in questo punto. Non noi, ma l'ARPA – ho riferito l'audizione del 2016 – dice che in occasione delle alluvioni c'erano i bidoni che galleggiavano. Non è che noi lo diciamo per una sorta di sindrome NIMBY, perché non vogliamo i materiali in quel sito, ma perché oggettivamente quel sito è inidoneo per conservare materiale radioattivo, sia quello classificato e noto, sia soprattutto quello interrato abusivamente.

  PRESIDENTE. Cerco di riassumere e di dare un'interpretazione alla vicenda, quindi mi corregga se sbaglio.
  In merito ai rifiuti depositati lì dove sono stati scoperti, e che probabilmente sono anche sotto il capannone, innanzitutto il capannone è stato costruito nel 2007 da chi per fare cosa? Probabilmente, sono comunque rifiuti di bassa radioattività. Non è che ci siano barre ad alta radioattività. Che tipo di oggetti si presume che siano? Che cosa è uscito fuori? Immagino indumenti, cose di bassa radioattività. Probabilmente, sono state messe lì negli anni Sessanta-Settanta, quando l’ex reattore era attivo, immagino. Probabilmente, all'epoca, negli anni Sessanta, era un'attività normale quella di prendere alcuni rifiuti a bassa radioattività e buttarli...
  Di fatto, non è che si sia fatto di notte, di nascosto. Probabilmente, all'epoca era una pratica accettata, diffusa, normale. Anche se ci fossero state, e non lo escludo, delle tracce documentali, rifiuti stessi, stiamo parlando degli anni Sessanta, quindi probabilmente è andato tutto perso, anche le tracce documentali.
  Ho riassunto bene la situazione? Le tracce di radioattività trovate nelle falde sotterranee sono comunque di scarsa intensità? Ho provato a riassumere, non so se l'ho fatto bene.

  UMBERTO LORINI, Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia. Non so se è cambiata la normativa nei giorni scorsi, ma mi risulta che l'interramento di rifiuti di qualsiasi tipo, radioattivi o meno, costituisca un reato.
  A prescindere dall'attività di questo materiale che è stato interrato, abbiamo ricevuto una segnalazione e, siccome è una notizia di reato, siamo andati alla procura della Repubblica e l'abbiamo segnalata.
  La procura della Repubblica ha incaricato, giustamente, con funzioni di polizia giudiziaria ARPA e ISIN per andare a verificare di che cosa si trattasse.
  Scavando nell'intorno del capannone, sono stati rinvenuti questi primi fusti. Il segnalatore ci dice che là sotto c'è molto di più.

  PRESIDENTE. Scusi, per capire: fusti contenenti che cosa?

  UMBERTO LORINI, Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia. Bisogna chiederlo ad ARPA. Noi abbiamo solo il comunicato che è stato pubblicato.

  PRESIDENTE. Qualcuno l'ha comunicato? Qualcuno ha fatto delle ipotesi?

  UMBERTO LORINI, Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia. A noi, Pag. 10no. Siccome, però, ARPA sta lavorando come polizia giudiziaria per la procura della Repubblica di Vercelli, è probabile che il pubblico ministero che si occupa dell'inchiesta conosca effettivamente la quantità e l'attività dei rifiuti trovati.
  ARPA ha dato questa notizia semplicemente perché 1.000 lavoratori lì intorno hanno visto che c'erano delle attività in corso e si sono allarmati. Gli stessi sindacati hanno emesso una nota per chiedere che cosa stesse succedendo. Allora, è stato spiegato questo e hanno visto estrarre questi fusti.
  Attenzione, si tratta di fusti interrati nel 2007, non negli anni Sessanta. Ripeto, il reattore è stato smontato alla fine degli anni Settanta, quando tutti i materiali radioattivi venivano già tracciati, soprattutto i reattori. Se questo reattore è stato smontato e il contenitore è diventato deposito, il soggetto che deteneva il reattore aveva il dovere di tenere traccia di dove sono stati portati i pezzi, anche se erano gli anni Settanta.
  Questi fusti sono stati reintegrati nel 2007, quando Sorin ha costruito un deposito di rifiuti, non so di quale tipo, un capannone sopra quest'area. Nelle fotografie si vedono i mezzi d'opera che stanno realizzando le fondazioni, quindi stanno scavando, ci sono le ruspe e gli escavatori, e si vedono questi pezzi emergere dal terreno. Lo posso dire perché sono allegati alla documentazione che è stata inviata prima al NOE e poi alla procura della Repubblica.

  PRESIDENTE. Sempre per capire: fanno le fondamenta di questo capannone, trovano presumibilmente del materiale lì sotto dove stava per essere costruito il capannone...

  UMBERTO LORINI, Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia. Dicono a un operaio: tu questa sera ti fermi, non vai a casa con gli altri, e fuori dall'orario di lavoro sotterri questo materiale.

  PRESIDENTE. Sotterrato nello stesso punto in cui è stato trovato o spostato un po’ più in là per poterci costruire il capannone?

  UMBERTO LORINI, Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia. Guardi, se io fossi il procuratore della Repubblica, avrei già convocato l'operaio e gliel'avrei già chiesto. Non mi risulta che a tutt'oggi questo sia avvenuto.
  La procura della Repubblica sta facendo scavare, ha sentito il signor Tirone, che due o tre volte ha insistito per essere ascoltato, ma a quanto mi risulta la procura della Repubblica non ha ancora ascoltato i dirigenti dell'azienda che nel 2007 hanno ordinato questi lavori. Attenzione, i nomi di queste persone stanno nella prima segnalazione consegnata ai NOE, non sono segreti. La persona è venuta a dirci: il signor tale e il signor tal altro – qui, ovviamente, non faccio i nomi, ma sono nella segnalazione – hanno ordinato questi lavori, la ditta che li ha eseguiti è questa e gli operai che hanno eseguito i lavori sono questi altri.
  Ora, tutti noi, come voi, ci chiediamo: perché, se dal 2017 si sa questo, siamo nell'estate del 2019 a chiederci chi ha ordinato questi lavori e chi li ha eseguiti?
  Speriamo che la procura della Repubblica, proseguendo le indagini, vada a interrogare anche le persone a conoscenza dei fatti.

  ANTONIO DEL MONACO. Parliamo del 2017, dieci anni dal 2007. In questi dieci anni c'è stato un silenzio completo?
  Parlava di questo personale che ha parlato, sia Tirone sia lo stesso operaio che non è stato mai interrogato, non è stato mai chiamato. Dal 2017, da quando è iniziata l'indagine, non è stato mai chiamato, né spontaneamente si è presentato per fare una dichiarazione in tal senso.
  Da quando era attivo il reattore il materiale sarà rimasto ancora lì per un po’ di tempo, visto che successivamente questo materiale è stato messo sotto con la costruzione di questo deposito. Non è stato, quindi, rinvenuto sotto, ma è stato utilizzato per metterlo sotto nelle fondamenta, a quanto ho capito, questo non mi è chiaro. Pag. 11
  Era fuori ed è stato messo sotto o, nel realizzare lo scavo, hanno trovato questi materiali sotterrati?

  UMBERTO LORINI, Componente del Consiglio direttivo dell'associazione Legambiente del Vercellese e della Valsesia. Nel 2016, quando la dottoressa Porzio di ARPA Piemonte è venuta qui in Commissione a riferire su questo sito, ha dichiarato che nel sito Sorin c'è il bunker che ospita tutto ciò che è derivato dal decommissioning del reattore Avogadro.
  Chi lavora in quel sito è a conoscenza dell'esistenza di questo edificio, denominato bunker, del quale fino a pochi anni fa solo Legambiente denunciava l'esistenza. Adesso, finalmente, si ammette che esiste questo bunker, nel quale è stoccato del materiale radioattivo. Non so dire altro, perché più volte abbiamo chiesto al tavolo di trasparenza che si citava prima di venire a spiegare che cosa è contenuto dentro questo bunker, verosimilmente buona parte dei materiali radioattivi derivanti dallo smantellamento del reattore, ma ancora oggi non lo sappiamo.
  Parte dell'altro materiale è stato interrato nel 2007.
  Ora, perché solo nel 2017 viene fatta questa denuncia?
  Legambiente ne è venuta a conoscenza nel 2017, perché questo signore si è presentato nella nostra sede nell'autunno del 2017, è venuto a raccontarcelo e ha portato queste fotografie. E, anzi, è venuto due volte. Prima, è venuto a raccontarcelo, e noi gli abbiamo detto: o ci porti delle prove o non ti crediamo. È arrivato portandoci le fotografie e i documenti. Legambiente, quindi, l'ha saputo nel 2017 e ha immediatamente fatto questa segnalazione ai NOE.
  Ora, se questo derivi dal fatto che fino a quel momento questo signore era dipendente dell'azienda e adesso è pensionato, non lo so, lo ipotizzo, ma noi siamo venuti a conoscenza nel 2017 e immediatamente, attraverso Legambiente nazionale, siamo andati al NOE a segnalare la situazione.
  L'operaio ha dichiarato queste cose al TG1. Non ha voluto farsi riprendere in faccia, ha la voce mascherata, ma dice le cose che vi ho riferito. Sono ancora in rete i servizi del TG1 in cui dice queste cose.
  Personalmente, penso che se questa persona è disposta ad andare a dichiarare queste cose in televisione, probabilmente è disposta anche ad andare a dichiararle alla procura, se convocato.
  Noi ci aspettiamo e auspichiamo che la procura lo convochi per supportare o confutare le affermazioni del signor Tirone, che non è quello che materialmente ha eseguito l'intervento, ma lavorava lì ed era a conoscenza di ciò che è avvenuto.
  Il consiglio comunale a cui si accennava prima ha finalmente detto qualcosa anche sul bunker. Dice: sì, effettivamente, pare che ci siano dei problemi di conservazione di questo materiale nel bunker, tanto che la contaminazione, per fortuna leggera, che viene rilevata nelle falde citata da ARPA viene rilevata immediatamente a valle di questo bunker.
  In questo momento, non sono in grado di dire che deriva dal materiale conservato nel bunker che sta colando via, come nel sito di Saluggia è avvenuto più volte. Ricordo l'episodio della piscina: sempre Legambiente ha segnalato fessurazioni nella piscina allora gestita da Sogin; per i primi mesi, ci è stato detto non c'era nessun problema, poi effettivamente si è scoperto che queste fessurazioni c'erano, la piscina è stata svuotata immediatamente e il materiale che lì era contenuto è stato spostato in questo deposito Avogadro di cui parliamo oggi.
  Legambiente riceve delle segnalazioni perché conosce le persone che operano sul territorio, porta queste segnalazioni all'autorità giudiziaria sperando che si faccia luce su questi episodi. Di più non possiamo fare, e anzi ci siamo fatti scrupolo di acquisire delle prove prima di portarle alla procura della Repubblica proprio perché l'autorità giudiziaria avesse del materiale sul quale lavorare.
  Stupisce, quindi, voi tanto quanto ha stupito me il fatto che, a due anni dalla prima segnalazione all'autorità giudiziaria, solo ora si cominci a scavare e non si stia ancora scavando nel punto in cui il signor Pag. 12Tirone dice che sono stati internati questi fusti.
  Ultimissima cosa, lo smantellamento di un reattore, anche se avvenuto nel 1979, doveva e deve tuttora rispondere a certi requisiti: la società che allora gestiva il reattore deve necessariamente aver conservato i documenti su quali tipi di materiali ha estratto e dove li ha immagazzinati.
  Noi speriamo sempre che li porti al tavolo di trasparenza. Siccome non li porta, potrebbe portarli, per esempio, a questa Commissione o direttamente alla procura della Repubblica.

  PRESIDENTE. Innanzitutto, trasmetteremo queste informazioni alla procura, anche se sono pubbliche, ma rafforziamo. Cercheremo, quindi, di capire la versione che ci darà, che ci vorrà dare la procura. Eventualmente, in Ufficio di presidenza agiremo di conseguenza per quanto riguarda la testimonianza, il lavoro della procura e le indagini dei Carabinieri, che, a quanto sta dicendo lei, non sono partite quando ci sono state le segnalazioni.
  Non essendoci altre richieste di intervento, ringrazio i nostri ospiti.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.