CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 marzo 2021
554.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
Pag. 71

RISOLUZIONI

  Martedì 23 marzo 2021. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO. – Interviene il Sottosegretario di Stato per la difesa, Giorgio Mulè.

  La seduta comincia alle 14.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che della seduta sarà data pubblicità anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Gianluca RIZZO, presidente, comunica che l'onorevole Ermellino cessa di far parte della Commissione e entra a farne parte l'onorevole Longo.

7-00616 Roberto Rossini: Sulle iniziative per la riabilitazione storica dei militari italiani fucilati durante la I Guerra Mondiale.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

  Roberto ROSSINI (M5S) illustra la risoluzione a sua prima firma ricordando come essa voglia trattare un problema mai compiutamente affrontato e cioè la sorte di quei molti soldati italiani uccisi dalla cosiddetta «mano amica», ovvero da plotoni composti e comandati da militari italiani in esecuzione di sentenze emesse da tribunali militari italiani, condannati a morte durante la I Guerra Mondiale senza giusto processo e senza alcuna garanzia di contraddittorio, difesa e possibilità di revisione, senza voler dimenticare, al riguardo, le tristemente note «decimazioni».
  Ricorda che la giustizia militare italiana, all'epoca, si rese colpevole di reprimere gli atti di indisciplina in modo severo e cruento. Una giustizia disumana e arida: Pag. 72condanne a morte o lunghi anni di reclusione, venivano inflitti a carico di militari rientrati dalla licenza con pochi giorni di ritardo o che avevano manifestato il proprio dissenso sulla guerra in forma verbale, o per essersi procurati ferite corporali. I giudici militari agivano senza alcun riguardo per le situazioni umane, cedendo alle pressioni dei comandi militari secondo cui bisognava agire con inflessibilità e durezza, secondo le circolari emanate.
  Cita, in particolare, la circolare riservata n. 2910, del 1° novembre 1916, in cui il generale Cadorna affermava che: «(...) non vi è altro mezzo idoneo a reprimere reato collettivo che quello della immediata fucilazione dei maggiori responsabili, allorché l'accertamento dei responsabili non è possibile, rimane il diritto e il dovere ai comandanti di estrarre a sorte tra gli indiziati alcuni militari e punirli con la pena di morte».
  Sottolinea, quindi, che durante la Grande Guerra in tutti gli eserciti si sono verificati episodi di fucilazioni, ma nel caso italiano ciò avvenne più frequentemente. Per molti motivi diversi: per aver commesso reati gravi o per aver mostrato poco coraggio, ma anche senza nessun motivo, a seguito di un processo, seppure sommario, ma anche senza nessun processo con il solo scopo di dare un esempio. In Italia i processati durante la Grande Guerra furono 325.527 e le condanne alla pena capitale furono 4028, di cui oltre 700 vennero eseguite. Oltre 300 furono le esecuzioni sommarie documentate.
  Evidenzia, quindi, come altri Paesi abbiano fatto già da tempo i conti con questa scomoda memoria, riconoscendo che i loro fucilati per mano amica siano da considerarsi come «caduti in guerra» e riabilitandoli agli occhi delle loro famiglie e del loro Paese. Monumenti commemorativi sono stati eretti in loro memoria come, ad esempio, in Nuova Zelanda. In Italia finora nulla è stato fatto per riabilitare la memoria dei nostri soldati fucilati per mano amica; le due proposte di legge presentate alla Camera nella scorsa legislatura non hanno potuto completare il loro iter legislativo, nonostante anche il Presidente della Repubblica Mattarella abbia più volte rammentato come non sia possibile lasciare in ombra alcune tristi pagine della cosiddetta «giustizia sommaria» esercitata dai tribunali militari, senza dimenticare che lo stesso vescovo Ordinario Militare Marcianò si sia espresso favorevolmente alla loro riabilitazione, sottolineando la gratuità, l'ingiustizia e la violenza delle pene a cui furono sottoposti.
  Ritiene, quindi, doveroso che si proceda ad una riabilitazione morale e storica di coloro che sono stati ingiustamente privati del sommo bene della vita durante la prima Guerra Mondiale; tutto ciò non deve, tuttavia, degenerare in una generica sanatoria anche nei confronti di reati di grave disvalore allora commessi. Nessuno pretende di equiparare i morti caduti in combattimento con quelli che, a vario titolo o per ragioni diverse, si sono rifiutati di farlo. Ritiene che non si tratta di equiparare i fucilati a coloro che sono morti per difendere il proprio Paese. Non si parla di eroi o medaglie al valore, ma di persone che, colpevoli o innocenti, sono comunque vittime della guerra, della grande violenza che sconvolse tutta l'Europa un secolo fa e della piccola violenza di superiori che non assunsero le loro responsabilità.
  Il centenario della traslazione del Milite Ignoto all'Altare della Patria può costituire l'occasione, anche in Italia, per fare i conti con questo capitolo doloroso e per troppo tempo rimosso della nostra memoria nazionale e per questo la risoluzione, a sua prima firma, impegna il Governo: a svelare e affiggere, nel Complesso del Vittoriano a Roma, nel corso di una cerimonia pubblica, da tenersi auspicabilmente nell'ambito delle commemorazioni del centenario della traslazione del Milite Ignoto nel sacello dell'Altare della Patria previste per il mese di novembre del 2021, una targa in memoria dei militari italiani fucilati nel corso della Prima Guerra Mondiale; a provvedere alla pubblicazione dei nomi e delle circostanze della morte di ciascuno dei caduti; a garantire la piena fruibilità degli archivi delle Forze armate e dell'Arma dei Carabinieri per tutti gli atti, le relazioni e i rapporti legati alle operazioni belliche, alla Pag. 73gestione della disciplina militare nonché alla repressione degli atti di indisciplina o di diserzione, ove non già versati agli archivi di Stato; a promuovere ogni iniziativa volta al recupero, anche a livello locale, della memoria di tali caduti e ogni attività di ricerca storica che contribuisca alla ricostruzione del primo conflitto mondiale, con specifico riferimento alle vicende dei militari italiani condannati alla pena capitale.

  Salvatore DEIDDA (FdI) osserva che la delicatezza del tema affrontato dalla risoluzione richiederebbe estrema cautela nei giudizi. Non vorrebbe che l'aver deciso di affrontare la problematica in esame potesse significare una sommaria condanna dell'operato dei comandanti dell'Esercito italiano della I Guerra mondiale, giacché non si può non considerare la situazione di difficoltà in cui si saranno trovati i comandanti nell'ordinare di uccidere i propri soldati. Sottolinea, quindi, come altri Paesi abbiano utilizzato termini più appropriati, parlando di perdono e non di riabilitazione, e invita a svolgere i necessari approfondimenti per tenere opportunamente distinti episodi differenti, evitando generalizzazioni. Peraltro, non si dovrebbero accostare alla Festa del 4 novembre, che celebra le nostre Forze armate, ricordi di momenti tristi per il Paese. Prospetta, quindi, la necessità di avviare un'attività conoscitiva che possa contribuire a fare chiarezza su tutta la vicenda.

  Renzo TONDO (MISTO) apprezza la relazione del collega Roberto Rossini, ma considera la risoluzione soltanto un primo passo in direzione di un più completo riconoscimento che, dopo oltre cento anni, dovrebbe essere sancito con una legge. Al riguardo, fa presente di aver depositato una proposta di legge sull'argomento, il cui esame auspica possa essere avviato presto.
  Qualora vi fosse questa volontà sarebbe disponibile a votare a favore dell'atto di indirizzo, chiedendo, comunque, di inserire un richiamo a quelle terre, come il Friuli Venezia Giulia, nelle quali più di tutte si consumarono queste tristi vicende.

  Erik Umberto PRETTO (LEGA) ritiene che uno Stato moderno e maturo debba responsabilmente affrontare anche temi delicati e dolorosi come quello esposto nella risoluzione. Condivide, quindi, l'impianto dell'atto di indirizzo, che giudica ben fatto, e sottolinea l'importanza di evitare che sulla vicenda scenda l'oblio. Ricorda che anche il Veneto è una regione molto sensibile al tema e chiede al relatore di poter sottoscrivere la risoluzione.

  Alberto PAGANI (PD) domanda, a sua volta, di sottoscrivere la risoluzione, che condivide. Comprende le perplessità del collega Deidda, ma sottolinea come il termine riabilitazione implichi un atto giudiziario e ricorda che nella scorsa Legislatura la Commissione approvò all'unanimità un testo unificato che poi non vide la conclusione nel quale veniva posta particolare attenzione al problema dei giustiziati senza processo. Fa presente, quindi, che quel testo è stato da lui ripresentato ad inizio della Legislatura ed auspica che con l'approvazione dell'atto di indirizzo non si esaurisca il dibattito.

  Maria TRIPODI (FI) sottoscrive la risoluzione in esame le cui questioni sono fatte proprie da tutto il suo gruppo; ritiene, quindi, importante che su un tema così sensibile non debbano registrarsi divisioni di sorta.

  Giovanni RUSSO (MISTO) chiede di poter sottoscrivere la risoluzione, osservando che la stessa va nella direzione di pacificare il nostro Paese rispetto ad una dolorosa vicenda storica che lo ha contraddistinto.

  Giuseppina OCCHIONERO (IV) ringrazia il relatore per l'accurato lavoro svolto e sottoscrive l'atto di indirizzo in oggetto, sottolineando l'importanza di poter svolgere un lavoro unitario sul tema.

  Roberto ROSSINI (M5S) precisa che quanto esposto nell'illustrazione della risoluzione di cui è primo firmatario è il frutto di quanto emerso nel lavoro di approfondimento svolto dalla Commissione difesa Pag. 74del Senato che ha portato, da ultimo, all'approvazione di una risoluzione di contenuto pressoché equivalente sulla tematica. Si dichiara, quindi, disponibile ad accogliere i suggerimenti che i colleghi vorranno far pervenire, chiedendo, se possibile, di evitare specifici riferimenti a determinate regioni o situazioni.

  Il sottosegretario Giorgio MULÈ evidenzia come la risoluzione riproponga i contenuti dell'atto approvato all'unanimità dalla Commissione difesa del Senato, dopo un lungo approfondimento che si è avvalso anche degli studi svolti da un'apposita commissione ministeriale. Ci sono episodi storici inconfutabili come la circolare del generale Cadorna e altri che il libro «Scarpe al sole» di Paolo Monelli racconta in maniera assai lucida. Ritiene, dunque, estremamente importante che anche presso questo ramo del Parlamento possa realizzarsi un'analoga condivisione e preannuncia un parere favorevole del Governo sugli impegni previsti.

  Salvatore DEIDDA (FdI) preannuncia che il gruppo di Fratelli d'Italia rifletterà sull'atto di indirizzo ribadendo, tuttavia, che la Festa del 4 novembre dovrebbe essere riservata alla celebrazione delle nostre Forze armate.

  Gianluca RIZZO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.10.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 23 marzo 2021. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO. – Interviene il Sottosegretario di Stato per la difesa, Stefania Pucciarelli.

  La seduta comincia alle 15.25.

DL 30/2021: Misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per i lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena.
C. 2945 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite XI e XII).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Gianluca RIZZO, presidente, ricorda che, come convenuto nella riunione dell'Ufficio di presidenza dello scorso 17 marzo, la Commissione potrebbe esprimere il prescritto parere già nella settimana corrente.

  Maria TRIPODI (FI), relatrice, introduce l'esame del decreto-legge evidenziando che il provvedimento – composto di 4 articoli, compresa la disposizione che regola l'entrata in vigore – costituisce l'ultimo tassello, fino ad oggi, della sequenza di atti normativi con i quali è stata affrontata l'epidemia da Covid-19.
  In particolare, l'articolo 1 prevede, in considerazione dell'accelerazione della curva epidemica registratasi nelle ultime settimane e della maggiore diffusività delle varianti del virus, l'applicazione di misure ulteriormente restrittive, per il periodo compreso tra il 15 marzo ed il 6 aprile 2021, volte a limitare la circolazione delle persone nell'intento di evitare un aggravamento dell'epidemia. Più specificatamente, la disposizione, nell'ambito di quanto già previsto dal comma 16-septies, dell'articolo 1, del decreto-legge n. 33 del 2020, che ha individuato quattro tipi di aree territoriali regionali per tipo di scenario e livello di rischio epidemiologico, cui si applicano gradi crescenti di misure restrittive – applica alle regioni e province autonome che si trovano nella cosiddetta «zona gialla» le misure già previste per quelle situate nella «zona arancione» e, per i giorni delle festività pasquali (3,4 e 5 aprile 2021), estende a tutto il territorio nazionale (ad eccezione delle regioni che si trovino in «zona bianca») le misure previste per la «zona rossa». Osserva, poi, che la norma prevede, altresì, Pag. 75una comunicazione quotidiana da parte delle Regioni e province autonome al Ministero della salute del numero di tamponi eseguiti sul proprio territorio e stabilisce le sanzioni applicabili relative alle violazioni di tali nuove prescrizioni.
  L'articolo 2, ai commi da 1 a 5, reintroduce, dal 13 marzo fino al 30 giugno 2021, la possibilità – già prevista, con alcune differenze, per taluni periodi del 2020 – per i lavoratori dipendenti di ricorrere al lavoro agile o, in alternativa, ad un congedo straordinario retribuito nel caso di figli minori rispettivamente, di 16 o di 14 anni, per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della sospensione dell'attività didattica in presenza, dell'infezione da Covid-19 o della quarantena del figlio disposta dalla ASL territorialmente competente a seguito di contatto ovunque avvenuto. Inoltre, sempre fino al 30 giugno 2021, in caso di figli di età compresa fra 14 e 16 anni e in presenza di una delle suddette fattispecie che danno luogo alla possibilità di ricorrere al lavoro agile o al congedo straordinario, uno dei genitori ha diritto di astenersi dal lavoro senza corresponsione di retribuzione e con diritto alla conservazione del posto di lavoro.
  Il comma 6 riconosce, per i lavoratori autonomi – e per quanto di interesse specifico della Commissione Difesa – al personale del comparto sicurezza e difesa e soccorso pubblico impiegato per le esigenze connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19 e i lavoratori dipendenti del settore sanitario, in alternativa al diritto al lavoro agile e congedo straordinario, la possibilità di usufruire della corresponsione di uno o più bonus per l'acquisto di servizi di baby-sitting o di servizi integrativi per l'infanzia per i figli conviventi minori di anni 14 che si trovano in una delle condizioni previste dal precedente comma 1. Il beneficio, nel limite massimo complessivo di 100 euro settimanali, è erogato mediante il libretto di famiglia o, in alternativa, direttamente al richiedente per la comprovata iscrizione ai centri estivi, ai servizi integrativi per l'infanzia, ai servizi socio-educativi territoriali, ai centri con funzione educativa e ricreativa e ai servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia. Viene inoltre specificato che, nel caso in cui il bonus venga utilizzato per servizi integrativi per l'infanzia, esso non è compatibile con la fruizione del cosiddetto bonus asilo nido. Tutte le richiamate disposizioni, ai sensi del comma 7, si applicano soltanto qualora non possa fruirne anche l'altro genitore, salvo che non sia genitore anche di altri figli minori di anni quattordici avuti da altri soggetti che non stiano fruendo di alcuna delle misure previste. I commi da 8 a 12 individuano gli oneri degli interventi previsti dal provvedimento, la cui copertura è disposta dal successivo articolo 3 che, al comma 1 provvede, in primo luogo, a determinare gli interessi passivi sui titoli del debito pubblico derivanti dagli effetti dell'utilizzo di una quota del ricorso all'indebitamento, autorizzato dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica il 20 gennaio 2021, a copertura finanziaria delle misure in tema di congedo parentale e di bonus per l'acquisto di servizi di baby-sitting.
  Infine, l'articolo 4 dispone l'entrata in vigore del provvedimento il giorno stesso della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
  Alla luce di quanto esposto, si riserva di presentare una proposta di parere che preannuncia, sin da ora, sarà favorevole.

  Renzo TONDO (MISTO), pur condividendo i contenuti di merito del provvedimento nella parte che interessa il comparto difesa e sicurezza, preannuncia il suo voto di astensione, sottolineando come le misure adottate per il contrasto alla diffusione del Covid-19 non fanno registrare quella discontinuità sperata rispetto al precedente Governo nell'ambito delle misure adottate.

  Salvatore DEIDDA (FdI) concorda con il ragionamento del collega Tondo, rilevando le stesse criticità che erano state già evidenziate con riguardo ai provvedimenti emanati dal Governo Conte II per limitare la circolazione del virus. Peraltro, al di là delle esigue risorse stanziate per il bonus baby-sitting, non vi sono altre misure anche Pag. 76di carattere non oneroso rivolte a soddisfare le aspettative del personale del comparto difesa e sicurezza. Pertanto, auspica che vi possano essere modifiche migliorative del testo.

  Gianluca RIZZO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.40.