CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 24 settembre 2020
441.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 9

ATTI DEL GOVERNO

  Giovedì 24 settembre 2020. — Presidenza della presidente Vittoria CASA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca Giuseppe De Cristofaro.

  La seduta comincia alle 12.05.

Schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2020.
Atto n. 192.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta dell'8 settembre 2020.

  Marco BELLA (M5S), relatore, nel ricordare che il termine per l'espressione del parere sullo schema di decreto in esame è fissato al 2 ottobre prossimo, avvisa che non presenterà una proposta di parere nella seduta odierna, riservandosi di farlo dopo aver ascoltato le osservazioni dei colleghi commissari, di cui terrà conto nella formulazione della sua proposta.

  Valentina APREA (FI) premette di voler rinnovare, in questa sede, le proposte avanzate dal suo gruppo al ministro Manfredi in occasione della sua audizione, volte a promuovere l'inaugurazione di una nuova stagione della ricerca e di un diverso utilizzo dei fondi ad essa destinati, che ora è più che mai possibile in considerazione delle consistenti risorse messe a disposizione dall'Unione europea con il Next Generation EU. Ritiene essenziale promuovere un'accelerazione del sapere, della ricerca e dell'innovazione tecnologica, Pag. 10partendo dal rinnovato interesse, nella fase post-pandemica, per il ruolo della scienza. È giunto il momento, a suo avviso, di mettere in discussione i vecchi modelli universitari di organizzazione del sapere e della ricerca, per favorire un'istruzione terziaria integrata con il territorio e le dinamiche sociali ed economiche del Paese. Ritiene che occorra promuovere una strategia per l'innovazione che sia coerente con il più ampio quadro europeo e che si basi su principi di sussidiarietà e di solidarietà dinamica e creativa, rafforzando gli investimenti pubblici e adottando una strategia di sistema che includa l'alta formazione e la ricerca, l'istruzione tecnica superiore, le imprese e gli investimenti pubblici e privati. Reputa essenziale privilegiare l'approccio interdisciplinare per l'innovazione, abbandonando la logica dei comparti tradizionali attraverso la revisione dei settori scientifico-disciplinari e potenziare le piattaforme europee di ricerca sul modello del CERN, di ESA e di EMBO. Ritiene che debba essere ripensato l'apparato burocratico che scandisce i tempi della ricerca, così come la struttura organizzativa tradizionale e le regole della pubblica amministrazione, per far sì che lo Stato sia una risorsa «abilitante» dell'innovazione, che sostenga e non sostituisca i suoi attori: ricercatori, imprese e finanziatori. Propone che si passi, nei processi di ricerca e innovativi, dai controlli ex-ante ai controlli ex-post, che sia facilitata la creazione di strutture di trasferimento tecnologico derivanti da progetti di ricerca cogestiti da imprese ed università ed altri soggetti pubblici e privati capaci di portare innovazione nel tessuto economico generando benessere per aziende persone e territori. L'obiettivo dovrebbe essere quello di creare un circolo virtuoso tra i grandi pilastri industriali italiani e le piattaforme scientifico tecnologiche universitarie per valorizzare i talenti dei giovani come fattore di sviluppo e crescita del Paese. Per far ciò ritiene necessario che le università diventino luoghi di apprendimento permanente, per aiutare i professionisti ad affrontare con gli strumenti culturali più adeguati i cambiamenti nel modo di lavorare e produrre.

  Federico MOLLICONE (FDI) esprime considerazioni critiche sullo schema di decreto in esame alla luce dell'ammontare a suo avviso modesto delle risorse assegnate dal Governo alla ricerca. Fa riferimento, a titolo di esempio, ai progetti del CNR, sottolineando che sono finanziati in misura insufficiente perfino quelli che nella situazione attuale dovrebbero essere invece sostenuti massicciamente in quanto fondamentali per contrastare la pandemia di Covid-19. Si riferisce al finanziamento di appena 1.800.000 di euro per il progetto «Transizione industriale e resilienza della società post-Covid 19», a quello di soli 2.400.000 euro per il progetto «Virus memory» e a quello di 3.000.000 di euro per il «Protocollo Covid-19». Sono, questi, esempi che dimostrano ad evidenza come il Governo – pur in presenza di cospicui flussi di finanziamento a livello europeo, superiori per entità perfino a quelli del piano Marshall del dopoguerra – destini alla ricerca un livello bassissimo di risorse. Dopo aver quindi citato altri progetti – tra cui quello del CNR sull'intelligenza artificiale, ambito di ricerca in cui la Cina investe miliardi di dollari, mentre l'Italia nel 2020 non investe niente – ed aver sottolineato che perfino le risorse destinate all'Agenzia spaziale italiana, che pure è un autentico asset strategico di livello europeo, sono esigue, esprime l'avviso che anche i 15 miliardi di euro che il ministro Manfredi ha promesso a valere sui fondi europei di NGEU – fondi rispetto ai quali rivendica alle forze di opposizione il successo nella trattativa politica a livello europeo che ha portato al loro stanziamento – siano insufficienti e scarsi a confronto con quanto destinano alla ricerca da altri Paesi europei.
  Si sofferma quindi sui contributi destinati al Festival delle scienze di Roma, chiedendo al Governo precisazioni in merito alle ragioni del sostegno pubblico ad un soggetto – la Fondazione Musica per Roma – sostanzialmente privato. Chiede inoltre come mai il finanziamento di 100 Pag. 11mila euro per il Festival risulti riportato due volte nell'allegato «Progettualità di carattere straordinario». Chiede infine che il Governo renda note le modalità di utilizzo dei finanziamenti per l'INDIRE, l'INVALSI e l'ANVUR, chiarendo quali sono i progetti portati avanti da questi istituti.
   Conclude dichiarando che il suo gruppo si riserva di prendere posizione rispetto all'atto in esame dopo aver avuto i chiarimenti richiesti.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) ricorda al deputato Mollicone che il Governo riferisce al Parlamento sull'attività degli enti destinatari di finanziamenti mediante apposite relazioni scritte che sono a disposizioni di ogni parlamentare. Si sorprende poi delle riserve del deputato Mollicone sull'opportunità di contributi al Festival delle scienze, atteso che in molte occasioni è emersa la necessità di attirare l'attenzione dei giovani sulle discipline STEM per favorire il raccordo tra i percorsi di studio e le esigenze del mondo del lavoro. È anzi dell'avviso che, verificato il suo buon funzionamento, il Festival andrebbe sostenuto con ancor più fondi, anche nell'ottica di facilitare il collegamento tra scuola e mondo della ricerca. Conclude preannunciando fin da ora che il suo gruppo valuta favorevolmente lo schema di decreto in esame.

  Vittoria CASA, presidente, nessuno altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.35.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI

  Giovedì 24 settembre 2020. — Presidenza della presidente Vittoria CASA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca Giuseppe De Cristofaro.

  La seduta comincia alle 12.35.

Schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund.
(Rilievi alla V Commissione)
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di relazione in titolo.

  Vittoria CASA, presidente, ricorda che la Commissione bilancio ha trasmesso ieri lo schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, sul quale tutte le altre Commissioni sono chiamate a formulare, per gli aspetti di competenza, rilievi e osservazioni.
  Avverte che, come ha già comunicato ai componenti dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, il 7 agosto il presidente della V Commissione ha scritto agli altri presidenti di Commissione per rendere noto che la Commissione Bilancio si accingeva a predisporre una relazione per l'Assemblea, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del regolamento, al fine di consegnare alla Camera un'utile base di lavoro per favorire la deliberazione di appositi atti di indirizzo al Governo sul tema dell'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, prima della presentazione, da parte del Governo stesso, della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza. Il presidente della Commissione Bilancio precisava che la proposta di relazione sarebbe stata sottoposta alle altre Commissioni permanenti per l'acquisizione dei loro rilievi e osservazioni.
  In vista dell'esame della proposta di relazione della Commissione Bilancio, la VII Commissione ha stabilito di svolgere su questo tema un'attività conoscitiva, procedendo all'audizione dei ministri e sottosegretari di riferimento nei settori di propria competenza. Conseguentemente, la Commissione ha audito martedì 22 il Ministro per le politiche giovanili e lo sport, il Ministro dell'università e della ricerca e il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo; mercoledì 23 ha audito la Ministra dell'istruzione; e oggi, infine, audirà Pag. 12il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega per l'editoria.
  Ricorda che il ciclo di audizioni è inteso a permettere alla Commissione di acquisire elementi di valutazione ai fini dell'individuazione degli obiettivi cui destinare prioritariamente le risorse europee del programma Next Generation UE destinate all'Italia.
  Fa presente che, oltre che attraverso gli elementi di conoscenza offerti dai singoli ministri attraverso le specifiche audizioni svolte nelle diverse Commissioni, il Governo ha contribuito al lavoro in corso di svolgimento trasmettendo alle Camere la proposta di «Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza» approvata dal Comitato interministeriale per gli affari europei il 9 settembre: proposta che il Presidente della Camera ha inoltrato alle Commissioni permanenti perché possano tenerne conto nell'ambito della formulazione di rilievi e osservazioni sulla proposta di relazione della Commissione Bilancio.

  Gianluca VACCA (M5S), relatore, prima di dare conto dei contenuti dello schema di relazione per l'Assemblea trasmesso dalla Commissione bilancio, reputa utile ricordare che la relazione che la Commissione bilancio si accinge a presentare all'Assemblea con il concorso delle altre Commissioni rappresenta, per la Camera, la prima fase di un percorso di definizione dei contenuti del Piano italiano per la ripresa e la resilienza che si sostanzierà in più fasi differenti e che vedrà Parlamento e Governo cooperare in modo stretto.
  Per inquadrare la discussione nel suo contesto, ricorda che, a seguito della crisi anche economica provocata dalla pandemia di COVID-19, i Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri dell'Unione europea hanno chiesto alla Commissione europea di presentare, a fine maggio, un pacchetto di proposte che associasse al prossimo Quadro finanziario pluriennale (QFP 2021-2027) uno specifico programma per la ripresa economica post-Covid 19. Il 21 luglio 2020 il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo sulla proposta della Commissione europea riguardante sia il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, sia un programma specificamente pensato per la ripresa, che ha il nome di Next Generation EU.
  Il programma Next Generation EU è composto di più programmi o dispositivi e prevede risorse complessive per 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi per sovvenzioni e 360 miliardi per prestiti. Le risorse saranno reperite mediante la raccolta di fondi sui mercati. Secondo le prime stime elaborate dal Governo, al nostro Paese affluirebbero 208,6 miliardi di euro (pari a oltre il 28 per cento delle risorse totali del programma di NGEU), di cui 127,6 miliardi a titolo di prestiti e 81,8 miliardi sotto forma di sovvenzioni. Tra i programmi che compongono NGEU il più importante per ammontare di risorse è il «Dispositivo per la ripresa e la resilienza» (RRF Recovery and Resilience Facility), che stanzia 672,5 miliardi di euro, di cui 360 miliardi di euro in prestiti e 312,5 miliardi di euro in sussidi. Gli altri programmi sono REACT-EU, Horizon Europe (il programma per la ricerca e l'innovazione), InvestEU, Sviluppo rurale, Fondo per una transizione giusta (JTF) e RescEU.
  Precisa che NGEU è al vaglio del Parlamento europeo e dovrà anche essere ratificato dai Parlamenti nazionali degli Stati membri dell'UE. Occorrerà inoltre attendere i regolamenti europei attuativi, che entreranno in vigore non prima dell'inizio del 2021. Ad ogni modo, si prevede che gli Stati membri potranno accedere alle risorse di NGEU sulla base di appositi piani di impiego delle risorse – detti Piani nazionali per la ripresa e la resilienza (PNRR) – che dovranno essere redatti alla luce dei principi e dei criteri che in gran parte sono già stati indicati in sede europea.
  Ricorda quindi che il 17 settembre la Commissione europea ha fornito indicazioni sulla redazione dei Piani nazionali e sui progetti da presentare, nella Comunicazione «Strategia annuale per una crescita sostenibile 2021», incoraggiando gli Stati membri a presentare i loro progetti Pag. 13preliminari di Piano già dal 15 ottobre 2020. I Piani nazionali potranno essere presentati formalmente per la valutazione della Commissione europea dopo che il dispositivo sarà entrato in vigore – quindi non prima della fine di quest'anno – ed entro il 30 aprile 2021. La Commissione europea avrà a disposizione due mesi per le sue valutazioni e per proporre al Consiglio Ecofin l'approvazione del Piano nazionale. Il Consiglio Ecofin dovrà decidere entro quattro settimane dalla presentazione della proposta della Commissione europea. Solo dopo l'approvazione del Piano, vi sarà la possibilità di accedere al 10 per cento dell'importo complessivo.
  In questo contesto, la Commissione bilancio ha convenuto, con il conforme avviso del Presidente della Camera, di presentare una relazione all'Assemblea – ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento – per consegnare alla Camera una base di riflessione utile a promuovere la deliberazione di atti di indirizzo per il Governo in vista del lavoro, che il Governo svolgerà, di predisposizione del Piano italiano per la ripresa e la resilienza. La Commissione Bilancio, d'intesa con il Presidente della Camera, ha coinvolto tutte le altre Commissioni, per i profili di rispettiva competenza, nel lavoro istruttorio di preparazione della relazione per l'Assemblea. La Commissione cultura – come le altre – è quindi chiamata ad esaminare lo schema di relazione trasmesso ieri dalla Commissione Bilancio e a deliberare rilievi o osservazioni, così da integrare i contenuti della relazione che andrà in Aula con considerazioni e riflessioni più specificamente connesse al proprio ambito di competenza.
  Sottolinea che il Governo si sta ovviamente già preparando alla redazione del Piano nazionale italiano. Il 9 settembre scorso il Comitato interministeriale per gli affari europei (CIAE) ha approvato una proposta di Linee guida per la definizione del Piano, che il Presidente del Consiglio dei ministri ha trasmesso alle Camere il 15 settembre e il Presidente della Camera ha a sua volta inoltrato a tutte le Commissioni affinché possano tenerne conto nell'ambito della formulazione di rilievi e di osservazioni sullo schema di relazione della Commissione Bilancio. L'obiettivo del Governo è di presentare alla Commissione europea le linee principali del nostro Piano nazionale, con le priorità e i primi progetti, il 15 ottobre, unitamente al Documento programmatico di bilancio (DPB). Prima di allora, però, il Governo dovrà presentare alle Camere la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NaDEF), nella quale non si potrà non fare riferimento al Piano nazionale di ripresa e resilienza e ai connessi investimenti. La bozza di Piano che sarà presentata dall'Italia alla Commissione europea a ottobre consentirà di avviare l'interlocuzione con l'Unione europea già nei prossimi mesi e così di accelerare la predisposizione del Piano finale. La NaDEF deve essere presentata alle Camere entro la fine di settembre, di qui il carattere di urgenza della procedura di discussione della relazione che la Commissione Bilancio presenterà all'Assemblea.
  Tutto ciò premesso, passa allo schema di relazione trasmesso ieri dalla Commissione Bilancio che in primo luogo riassume il contesto politico e giuridico in cui si inserisce NGEU e sul quale si è già soffermato.
  Riferisce che, presentando NGEU, lo schema riporta tra l'altro i criteri di ammissibilità che l'Unione europea intende stabilire per i progetti che gli Stati presenteranno. La condizione primaria affinché i progetti siano ammissibili è che facciano parte di un pacchetto coerente di investimenti e di riforme. Dovranno inoltre essere conformi alle Raccomandazioni specifiche indirizzate a ciascun Paese dal Consiglio. È necessario poi che le misure e i progetti nazionali contribuiscano alla correzione degli squilibri macroeconomici. I criteri di ammissibilità dei progetti possono essere sintetizzati nei seguenti termini: piena coerenza con gli obiettivi strategici e macro-settoriali del Piano complessivo; significativo impatto positivo sulla crescita del PIL potenziale e sull'occupazione; i costi e gli impatti economici, ambientali e sociali devono essere quantificabili, Pag. 14motivati e ragionevoli; devono essere esplicitati i legami e della coerenza con riforme e politiche di supporto; devono essere indicati i tempi e le modalità di attuazione, con obiettivi intermedi (milestones) e finali; serve la chiara identificazione del soggetto attuatore; in caso che i progetti nuovi intendano integrare progetti esistenti, devono rafforzarli credibilmente.
  Evidenzia che lo schema di relazione illustra poi la proposta di Linee guida trasmessa dal Governo, da cui emerge che, nelle intenzioni del Governo, il Piano dell'Italia si baserà sul Piano di rilancio predisposto dal Governo a giugno. Ricorda che, a giugno, dopo un'ampia consultazione con parti sociali, esperti e portatori di interessi, il Governo ha predisposto un Piano di rilancio costruito intorno a tre linee strategiche: 1) modernizzazione del Paese; 2) transizione ecologica; 3) inclusione sociale e territoriale, parità di genere. Le tre linee strategiche sono state a loro volta sviluppate lungo nove direttrici di intervento: 1) un Paese completamente digitale; 2) un Paese con infrastrutture sicure ed efficienti; 3) un Paese più verde e sostenibile; 4) un tessuto economico più competitivo e resiliente; 5) un piano integrato di sostegno alle filiere produttive; 6) una pubblica amministrazione al servizio dei cittadini e delle imprese; 7) maggiori investimenti in ricerca e formazione; 8) un'Italia più equa e inclusiva; 9) un ordinamento giuridico più moderno ed efficiente.
  Le Linee guida del Governo chiariscono che il Piano italiano sarà costruito secondo la seguente strutturazione logica: 1) le sfide che il Paese intende affrontare; 2) le missioni del programma, a loro volta suddivise in cluster (o insiemi) di progetti omogenei atti a realizzare le missioni e, di conseguenza, a vincere le sfide; 3) singoli progetti di investimento, che saranno raggruppati nei cluster; 4) iniziative di riforma che saranno collegate ad uno o più cluster di intervento.
  Le sfide, nella proposta del Governo, sono queste: migliorare la resilienza e la capacità di ripresa dell'Italia; ridurre l'impatto sociale ed economico della crisi pandemica; sostenere la transizione verde e digitale; innalzare il potenziale di crescita dell'economia e la creazione di occupazione. Le missioni individuate, a loro volta, sono sei e riguardano i seguenti argomenti: l) Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; 2) Rivoluzione verde e transizione ecologica; 3) Infrastrutture per la mobilità; 4) Istruzione, formazione, ricerca e cultura; 5) Equità sociale, di genere e territoriale; e 6) Salute. Gli ambiti di competenza della VII Commissione sono quindi oggetto di una specifica missione delle sei missioni previste.
  Le Linee guida proposte dal Governo individuano anche alcuni criteri di valutazione dei progetti aggiuntivi rispetto a quelli previsti dalla Commissione europea. I criteri aggiuntivi tendono a favorire i progetti con creazione di beni pubblici; rapida attuabilità o cantierabilità; monitorabilità; effetti positivi rapidi su numerosi beneficiari; forme di partenariato pubblico-privato; patto occupazionale; basso consumo di suolo e utilizzo efficiente delle risorse naturali. Le Linee guida individuano inoltre dei criteri di valutazione negativa ovvero criteri per l'esclusione di determinati progetti. Per la valutazione, il Governo ha costituito una task force coordinata dal Comitato tecnico di valutazione (CTV) – organismo di supporto al CIAE – che ha raccolto le proposte pervenute dalle amministrazioni centrali, dalle regioni e dai comuni e ne ha intrapreso la sistematizzazione, la valutazione e la selezione.
  Riferisce poi che lo schema di relazione trasmesso dalla Commissione bilancio reca infine indicazioni di carattere generale e metodologico per l'elaborazione del Piano nazionale, emerse dall'attività conoscitiva svolta dalla stessa Commissione bilancio sul tema. Evidenzia in particolare il passaggio dello schema di relazione in cui la Commissione Bilancio rimarca che è essenziale destinare la massima parte dei fondi europei a interventi ad alto effetto moltiplicativo, evitando sprechi di risorse, per assicurare il riequilibrio dei conti Pag. 15pubblici. Infatti le favorevoli condizioni di oggi – legate alla sospensione del Patto di stabilità e crescita e al massiccio programma di acquisti di titoli pubblici attivato dalla Banca centrale europea a seguito della crisi pandemica – non si protrarranno indefinitamente ed è quindi indispensabile definire un credibile piano di rientro che garantisca la sostenibilità della finanza pubblica nel medio-lungo periodo. Anche perché il nostro Paese sarà chiamato a restituire i fondi presi a prestito (i loans) e a contribuire al finanziamento complessivo del programma, mentre le risorse assegnate all'Italia in qualità di sussidi (i grants) hanno un corrispettivo nel nuovo debito comune che l'Europa si accinge ad emettere e che graverà nel futuro su tutti i Paesi europei. È quindi cruciale garantire un impiego efficiente delle risorse, che possa contribuire a rilanciare le prospettive di crescita dell'economia e, in questo modo, a ridurre il peso del debito sul prodotto e il rischio di tensione sui nostri titoli di Stato.
  Per quanto riguarda gli ambiti di competenza diretta della VII Commissione, lo schema di relazione trasmesso dalla Commissione Bilancio contiene nel paragrafo 5 alcune riflessioni. In particolare, lo schema evidenzia come sia determinante – ai fini di un recupero della produttività e della competitività – un'inversione di rotta nell'investimento in capitale umano e in ricerca. L'Italia – è ricordato nello schema in esame – si distingue tra i Paesi dell'OCSE per essere tra quelli che hanno la più bassa spesa per istruzione in rapporto alla spesa pubblica totale. Inoltre, a fronte di aumenti di spesa effettuati in questo settore negli ultimi dieci anni in Paesi come la Germania, la Francia e il Regno Unito, il nostro Paese ha registrato una diminuzione complessiva di tale spesa nello stesso arco temporale. Ciò ha inevitabilmente influenzato i livelli di istruzione, che risultano sensibilmente più bassi rispetto a quelli esistenti nell'Unione europea: nel 2019 il 19,6 per cento della popolazione italiana di età compresa tra i 25 e i 64 anni aveva un titolo di studio terziario, a fronte del 31,6 per cento della media registrata nell'Unione europea, e il 27,7 per cento dei giovani di età compresa tra i 25 e i 34 anni aveva conseguito la laurea, rispetto al 39,4 per cento dell'Unione europea. È evidente – sottolinea lo schema di relazione in esame – che il basso livello di laureati e, più in generale, la mancanza di una formazione scolastica adeguata si traducono in costi sociali ed economici rilevanti per il Paese. In questa prospettiva, è osservato sempre nello schema di relazione, è necessario prevedere interventi di supporto al diritto allo studio volti a sostenere soprattutto i nuclei familiari con disagio economico e sociale.
  Evidenzia che lo schema aggiunge la seguente considerazione: tra i fattori che determinano il ritardo tecnologico del nostro Paese vi è il basso livello di investimenti in ricerca e sviluppo, che in Italia hanno rappresentato nell'ultimo decennio una quota rispetto al PIL inferiore di circa la metà rispetto a quella registrata nell'Unione europea. In questo contesto il livello trascurabile degli investimenti in istruzione e in innovazione rischia di innescare un circolo vizioso che amplifica il ritardo produttivo del Paese.
  Per quanto riguarda il comparto cultura, lo schema di relazione evidenzia la necessità di dedicare un'attenzione particolare anche alla promozione dell'industria culturale e del turismo, attraverso la creazione di distretti territoriali ad alta vocazione turistica e culturale, con l'obiettivo di rilanciare i siti minori. Sottolinea che queste considerazioni della Commissione Bilancio trovano riscontro coerente anche nelle Linee guida del Governo, che del resto sono a loro volte richiamate e illustrate nello schema di relazione della Commissione Bilancio.
  Dopo aver ricordato che le Linee guida delineano un Piano nazionale di ripresa e resilienza articolato in sei missioni, riferisce che gli obiettivi di interesse della VII Commissione sono rilevabili principalmente nella missione n. 4 Istruzione, formazione, ricerca e cultura. Al riguardo, le Linee guida evidenziano che si dovrà puntare innanzitutto a migliorare la qualità dei sistemi di istruzione e formazione, per Pag. 16innalzare i risultati educativi (risultati dei test internazionali sull'acquisizione delle competenze, diminuzione del tasso di abbandono scolastico e del fenomeno dei NEET, aumento della quota di diplomati e laureati, aumento della partecipazione all'attività formativa degli adulti). Contribuiranno a questo miglioramento della qualità – secondo la valutazione del Governo esposta nelle Linee guida – gli interventi per allineare ai parametri comunitari il rapporto numerico docenti/discenti per classe, nelle scuole e nelle università, gli interventi di supporto al diritto allo studio e gli interventi infrastrutturali per innalzare la qualità degli ambienti di apprendimento (riqualificazione energetica e antisismica, cablaggio con fibra ottica, infrastrutture per e-learning). Al riguardo esprime l'avviso che gli interventi di infrastrutturazione scolastica non dovranno consistere nella sola riqualificazione energetica e antisismica degli edifici esistenti, ma comprendere anche interventi di carattere più ampio e innovativo, per la costruzione di nuove scuole o la ristrutturazione di quelle esistenti secondo criteri rispondenti alle esigenze della didattica più avanzata.
  Nella didattica, si dovrà puntare alla digitalizzazione dei processi e degli strumenti di apprendimento e all'adeguamento delle competenze alle esigenze dell'economia ed agli standard internazionali. Inoltre, si dovrà intervenire con politiche specifiche per rafforzare le competenze dei laureati e dei dottori di ricerca, in particolare negli ambiti delle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), del digitale e dell'ambiente, e per potenziare i percorsi di formazione superiore, di laurea professionalizzante e di dottorato di ricerca finalizzati al lavoro nelle imprese e nella pubblica amministrazione, nonché per rafforzare la rete degli Istituti tecnici superiori (ITS). Attenzione dovrà essere rivolta alla popolazione in età lavorativa con l'attivazione di politiche di lifelong-learning e di formazione dei lavoratori e dei cittadini disoccupati e inattivi. Sottolinea l'importanza del riferimento contenuto nelle Linee guida alla creazione di innovation ecosystems intesi come luoghi di contaminazione di didattica avanzata, ricerca, laboratori pubblico-privati e terzo settore.
  Tra le politiche di supporto al Piano, nel paragrafo specificamente dedicato a ricerca e sviluppo, le Linee guida prospettano interventi volti a favorire l'accesso degli studenti diplomati a corsi di laurea in discipline STEM, inclusa l'informatica. In particolare, si interverrà migliorando la didattica già nelle scuole medie e superiori per quanto riguarda la matematica, le discipline scientifiche e la programmazione informatica, e intervenendo sull'attuale assetto dei corsi universitari: da un lato, rendendo le lauree triennali un percorso professionalizzante, con profili maggiormente allineati alle esigenze del mondo produttivo (industria, servizi, cultura); dall'altro, rafforzando il ruolo di approfondimento e ulteriore qualificazione delle lauree magistrali e migliorando il livello dei dottorati di ricerca, anche tramite forme di collaborazione più avanzata con istituti di ricerca e aziende impegnate nei settori più innovativi.
  Concludendo sulla missione, osserva che appare carente la parte relativa al comparto cultura.
  Altri profili di interesse della VII Commissione sono ravvisabili nella missione n. 1, Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, con la quale il Governo annuncia di voler puntare alla digitalizzazione, tra l'altro, dell'istruzione. Sul versante della competitività e resilienza del sistema produttivo, il Governo evidenzia che sarà importante rafforzare e modernizzare le imprese, con un'attenzione particolare alla promozione dell'industria culturale e del turismo, che le Linee guida evidenziano essere il vero asset strategico dell'Italia.
  Nella missione n. 5, Equità sociale, di genere e territoriale, il Governo propone di intensificare l'impegno ad eliminare le disparità, comprese quelle relative ai livelli di scolarizzazione, evitando che si aggravino per la pandemia. Viene inoltre sottolineata l'importanza di valorizzare il ruolo della cultura per l'inclusione e il Pag. 17benessere sociale. Un'attenzione particolare dovrà essere rivolta – nella proposta del Governo – alla promozione delle materie STEM e delle materie finanziarie tra le bambine e le ragazze, per abbattere alcuni stereotipi di genere, di cui ha accennato nella sua audizione recente anche il Ministro dell'università e della ricerca.
  In conclusione, rinvia, per un'analisi più approfondita delle politiche di settore e delle Raccomandazioni specifiche del Consiglio europeo all'Italia, al dossier del Servizio Studi.

  Vittoria CASA, presidente, essendo imminente l'inizio dell'audizione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega per l'editoria sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, propone di rinviare il seguito dell'esame alla prossima settimana, avvertendo che l'esame potrà riprendere lunedì pomeriggio ovvero direttamente martedì mattina, quando la Commissione dovrà comunque concludere l'esame dello schema in titolo.

  Valentina APREA (FI) e Paola FRASSINETTI (FDI) ritengono che l'esame possa riprendere direttamente nella giornata di martedì.

  Vittoria CASA, presidente, non essendovi obiezioni, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, che sarà convocata nella mattina di martedì 29 settembre.

  La seduta termina alle 12.55.

AUDIZIONI INFORMALI

  Giovedì 24 settembre 2020.

Audizione informale del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega per l'editoria, Andrea Martella, sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 13.10 alle 14.40.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto ministeriale per la definizione di nuove classi del corso di laurea in scienze dei materiali e dei corsi di laurea magistrale in scienze dei materiali e in data science.
Atto n. 193.