CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 23 ottobre 2019
259.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza
COMUNICATO
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  Mercoledì 23 ottobre 2019. — Presidenza della vicepresidente Caterina BINI. — Intervengono, in relazione all'Affare assegnato n. 216, la dottoressa Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, il dottor Riccardo Shmuel Di Segni, direttore del collegio rabbinico italiano e rabbino capo di Roma e il dottor Yahya Sergio Yahe Pallavicini, presidente della Comunità religiosa islamica italiana.

  La seduta comincia alle 8.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  La presidente BINI avverte che della procedura informativa che sta per iniziare, ai sensi dell'articolo 33, comma 4, del Regolamento del Senato, è stata richiesta l'attivazione dell'impianto audiovisivo, con contestuale registrazione audio, e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.
  I lavori della Commissione, che saranno oggetto di registrazione, potranno essere quindi seguiti – dall'esterno – sia sulla web TV Camera che su quella del Senato.
  Non essendovi osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori.

PROCEDURE INFORMATIVE

Audizione del Presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane e del Presidente della Comunità religiosa islamica italiana in relazione all'esame dell'affare assegnato sulle problematiche connesse alle pratiche di circoncisione rituale dei minori (n. 216).

  La presidente BINI ringrazia tutti gli auditi per la disponibilità a partecipare ai lavori della Commissione e a fornire il loro autorevole contributo sulla delicata questione della circoncisione minorile.

  La dottoressa Noemi DI SEGNI, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, ringrazia la Commissione perché attraverso l'audizione odierna si consente alle comunità ebraiche di esporre la propria posizione su una tematica di grande interesse. A suo parere è necessario che questa materia sia affrontata nel quadro della legge n. 101 del 1989 recante norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e Pag. 184l'Unione delle Comunità ebraiche italiane e nel rispetto del principio di libertà religiosa, evitando interventi legislativi frettolosi e adottati sulla spinta dell'emotività.
  La circoncisione rituale ebraica, detta milah, deve essere eseguita entro l'ottavo giorno di vita del bambino. Nel popolo ebraico da secoli esiste la figura del mohel, circoncisore, a cui viene demandato il compito di eseguire questo atto rituale.
  Il Comitato Nazionale di Bioetica, nella seduta del 25 settembre 1998 ha dichiarato che la circoncisione rituale maschile è compatibile con l'articolo 19 della Costituzione italiana, che riconosce completa libertà di espressione culturale e rituale sia a livello individuale sia a livello collettivo. Inoltre è sottolineato che la circoncisione rituale lede, di per sé stessa, altri beni/valori costituzionalmente protetti quali, ad esempio, quello della tutela dei minori o quello della loro salute.
  Fa presente poi alla Commissione che l'Unione delle comunità ebraiche italiane in collaborazione con l'Assemblea dei Rabbini d'Italia e l'Associazione Medica Ebraica ha definito di comune accordo i requisiti necessari affinché i Mohalim possano eseguire le circoncisioni rituali nell'ambito delle Comunità ebraiche italiane in assoluta sicurezza sanitaria. A tale scopo è istituito un Albo nazionale dei circoncisori rituali autorizzati. L'Albo è depositato presso la sede dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e pubblicato sui relativi mezzi di informazione. Affinché siano riconosciuti pubblicamente coloro che detengono la certificazione completa e l'autorizzazione ad operare in accordo con la Rabbanut e nel rispetto della sicurezza sanitaria.
  Nell'esecuzione della circoncisione il Mohel è tenuto inoltre a seguire un protocollo operativo, che prevede una serie di obblighi pre, durante e post Milah.

  Il dottor Riccardo Shmuel DI SEGNI ribadisce che la circoncisione rituale minorile costituisce un pilastro della religione ebraica con un fondamento proprio nei testi sacri. Questa pratica deve essere eseguita in età neonatale su bambini sani. Essendo la Milah eseguita su bambini di poche settimane di vita non risulta necessaria una ospedalizzazione per la sua esecuzione. Ospedalizzazione che potrebbe apparire necessaria nel caso in cui la circoncisione fosse eseguita su bambini più grandi di età. Si tratta di un atto rituale che deve essere eseguito da un medico anche «religiosamente» abilitato.
  Per secolare tradizione la comunità ebraica è in grado di assicurare l'esecuzione di questa pratica in massima sicurezza a tutti i bambini di sesso maschile di religione ebraica.
  Ricorda poi alla Commissione come l'Unione delle comunità ebraiche abbia, soprattutto per venire incontro ad esigenze di altre realtà religiose, sottoscritto una convenzione con il Policlinico Umberto I di Roma in base alla quale i maschi di religione ebraica e di religione musulmana possono essere circoncisi ad un prezzo concordato di circa 500/600 euro presso la suddetta struttura ospedaliera.
  Conclude sottolineando come l'Unione delle comunità ebraiche non ritenga necessario prevedere forme di esenzione particolare per questa pratica; ciò che veramente sta a cuore alle comunità ebraiche è che sia garantita la libertà di religione e di esecuzione della Milah in sicurezza ma secondo i prescritti canoni religiosi.

  La dottoressa DI SEGNI prende brevemente la parola per precisare come la Milah sia un rito religioso essenziale dal quale dipende l'appartenenza alla religione ebraica.

  Il dottor Yahya Sergio Yahe PALLAVICINI, presidente della Comunità religiosa islamica italiana, osserva che per il mondo islamico i riti religiosi, oltre a prendere forma nelle preghiere canoniche svolte in orari e modalità stabiliti, assumono anche la forma di sacralizzazione di determinati atti della vita quotidiana. È il caso della circoncisione rituale maschile, argomento delicato con implicazioni legate alla salute, all'infanzia e alla corporeità. Aspetti che insieme creano una complessità nella gestione della pratica stessa, nell'informazione Pag. 185circa il suo corretto svolgimento e la sua ragion d'essere.
  Le motivazioni igienico-sanitarie addotte per dare legittimità a tale rito rischiano, talvolta, di svilirne il valore simbolico. Dopo aver dato conto alla Commissione delle fonti islamiche che si riferiscono alla circoncisione rituale osserva come a differenza dell'ebraismo nel mondo islamico non sia prevista una prescrizione specifica in ordine alla età del bambino. È consigliato anche per evitare possibili ricadute fisiche e/o psicologiche effettuare la circoncisione in età neonatale.
  A differenza della Comunità ebraica quella islamica in merito alla pratica oggetto dell'affare assegnato non solo non ha predisposto protocolli di esecuzione, ma non dispone di un adeguato numero di professionisti medici con competenze specifiche in grado da poter assolvere il ruolo di circoncisore. Prioritario per la comunità islamica è evitare che siano eseguite circoncisioni in ambienti non igienicamente sicuri e da parte di personale non qualificato, con evidenti rischi per la salute del minore. La Comunità religiosa islamica italiana non è in linea di principio contraria alla sottoscrizione di accordi o convenzioni con strutture ospedaliere per l'effettuazione in ambito clinico di tale pratica. Sarebbe altrettanto vista con favore la effettuazione di circoncisioni rituali da parte di Mohel. Conclude invitando a valutare l'opportunità di sollecitare l'istituzione di una Commissione mista, costituita da esperti in materie giuridiche, mediche, da rappresentanti delle comunità religiose e delle istituzioni, al fine di individuare possibili soluzioni alla questione, garantendo un adeguato bilanciamento tra il diritto alla salute e la libertà religiosa.

  La PRESIDENTE dichiara aperto il dibattito.

  La senatrice Paola BINETTI (FI-BP) chiede se similmente al mondo cattolico, anche in quelli ebraico e musulmano stia maturando una diversa sensibilità che induce i genitori a rinviare l'effettuazione di pratiche rituali al raggiungimento dell'età della ragione da parte dei figli. Pone poi quesiti in ordine alle modalità con le quali la comunità islamica fa fronte alle circoncisioni rituali dei minori non accompagnati.

  La relatrice Paola BOLDRINI (PD) esprime apprezzamento per il tenore dei rilievi formulati dagli auditi. Con particolare riguardo alla realtà islamica chiede in che modo si possa assicurare la diffusione di eventuali buone prassi di esecuzione della circoncisione su tutto il territorio nazionale. Conclude svolgendo alcune considerazioni sulla proposta di demandare la decisione sulla questione ad una commissione mista.

  L'onorevole Rossana BOLDI (Lega) osserva come alla luce degli interventi svolti dai rappresentanti delle comunità islamiche ed ebraiche sia evidente l'inopportunità di prevedere, come risposta al problema delle circoncisioni rituali svolte in ambienti non sicuri e da parte di personale non qualificato, l'inserimento di tale pratica nei LEA.

  L'onorevole Laura CAVANDOLI (Lega) chiede in che modo possano essere adeguatamente sensibilizzati i genitori che intendono far circoncidere, per motivi religiosi, i propri figli. Chiede ancora se la questione oggetto dell'affare assegnato non possa essere affrontata nell'ambito di una possibile ripresa del dialogo fra le Comunità islamiche e le istituzioni per giungere alla conclusione di una Intesa.

  Il senatore MALAN (FI-BP), nel prendere atto dell'importanza che queste pratiche rivestono sul piano religioso, chiede in che modo sono gestite le eventuali complicazioni conseguenti alla effettuazione della circoncisione.

  La senatrice Maria SAPONARA (L-SP-PSd'Az) svolge alcune considerazioni sulla pratica della circoncisione e sulle differenze tra le varie religioni monoteistiche. Chiede poi al Presidente della Comunità religiosa islamica italiana se non sia possibile Pag. 186avviare, a livello di singole comunità, campagne informative e di sensibilizzazione delle donne in attesa o delle giovani coppie con figli sui rischi connessi alla esecuzione in ambienti non sicuri di tali interventi.

  La dottoressa Noemi DI SEGNI, rispondendo alla senatrice Binetti, osserva come non sia in discussione la possibilità di rinviare l'esecuzione della circoncisione rituale in età adulta, in quanto da tale pratica dipende l'appartenenza alla Comunità ebraica. Fornisce quindi elementi di risposta ai quesiti posti con riguardo al ruolo della Intesa come strumento di dialogo con le istituzioni italiane anche in relazione al tema oggetto dell'affare assegnato.

  Il dottor DI SEGNI esprime la disponibilità della Comunità ebraica a condividere il proprio «know how» nel campo della circoncisione rituale minorile con la comunità islamica. Dopo aver osservato come l'inserimento di tale prestazione nei LEA non possa rappresentare una adeguata soluzione al problema, sottolinea come sia da preferire il ricorso a soluzioni analoghe a quelle attuate nel Lazio dove è stato concluso, come ricordato, un accordo/convenzione con il Policlinico Umberto I.

  Il dottor PALLAVICINI nel ribadire l'importanza di istituire una commissione mista su questo tema, fa presente come a partire dal precedente Governo sia venuta a mancare la costante interazione intrattenuta dalle Comunità islamiche con il Ministero dell'interno. Precisa poi come la religione musulmana non richieda che la circoncisione sia effettuata da una figura religiosa, ma sia sufficiente la presenza di essa al momento della effettuazione dell'intervento.
  Conclude osservando come non sia auspicabile demandare alla Intesa la soluzione della questione oggetto dell'affare assegnato.

  La PRESIDENTE ringrazia gli auditi e dichiara conclusa l'audizione e la procedura informativa.

Sui lavori della Commissione.

  La presidente BINI avverte che con riguardo alla circoncisione rituale minorile restano ancora da audire alcuni «tecnici» del Ministero della salute, dell'Istituto superiore di sanità e del Consiglio superiore di sanità.
  Per quanto riguarda l'indagine conoscitiva su bullismo e cyberbullismo ricorda che è stata inviata, la scorsa settimana, a tutti i componenti della Commissione una bozza di documento conclusivo e che ad oggi sono pervenute le osservazioni della senatrice Binetti e dell'onorevole Siani. Avverte quindi che tale documento sarà esaminato nel corso della prossima settimana.
  Informa poi, che, come proposto dall'on. Bellucci e concordato nell'ultima riunione dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, sarà chiesta alla Presidenza l'assegnazione di un affare sulle dipendenze patologiche tra i giovani.
  Ricorda, quindi, che l'evento organizzato con il Dipartimento per le pari opportunità e la famiglia, in occasione delle celebrazioni per l'anniversario della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo, avrà luogo il 22 novembre a Firenze, presso l'Istituto degli Innocenti.
  Per quanto riguarda la missione a Londra avverte che, essendo pervenute solo due adesioni, sarà demandata alla prossima riunione dell'Ufficio di Presidenza la decisione sull'opportunità di rinviare la suddetta missione.

  La seduta termina alle 10.

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