CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 6 giugno 2019
199.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 40

RISOLUZIONI

  Giovedì 6 giugno 2019. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re.

  La seduta comincia alle 14.

Pag. 41

7-00254 Fassino: Sull'integrazione dei Balcani Occidentali nelle istituzioni euroatlantiche.
7-00062 Valentini: Sull'integrazione dei Balcani Occidentali nelle istituzioni euroatlantiche.
(Discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo.

  Piero FASSINO (PD), illustrando la risoluzione in titolo, sottolinea che l'integrazione euroatlantica dei Balcani occidentali costituisce uno dei dossier principali dell'UE, fin dalla stipula della pace di Dayton, che ha posto fine al sanguinoso conflitto nella ex Jugoslavia. Ricorda, che, al fine di stabilizzare la regione balcanica, prevenire ulteriori conflitti e promuovere la sua integrazione nel quadro euro-atlantico, fu dispiegato un contingente internazionale di 60 mila uomini all'interno della missione KFOR. Da quel momento l'Unione europea ha perseguito un coerente disegno di integrazione dei Balcani occidentali, con l'ingresso di Slovenia (2004), Romania e Bulgaria (2007) e Croazia (2013); l'apertura dei negoziati di adesione con Montenegro (2012) e Serbia (2014) con l'obiettivo di concluderli positivamente entro il 2025; l'assegnazione dello status di candidati all'allora FYROM, oggi Macedonia del Nord, (2005) e Albania (2012), con i quali il Consiglio europeo di giugno potrebbe decidere di aprire i negoziati con Nord Macedonia, Albania e di conferire status pieno alla Bosnia-Erzegovina; il riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo, subordinando il prosieguo del percorso di adesione a una normalizzazione delle relazioni con la Serbia. Evidenzia l'opportunità che il Parlamento definisca i propri orientamenti in tempi rapidi, tenuto conto delle importanti decisioni che potrebbero essere assunte dal prossimo Consiglio europeo e della linea di tradizionale sostegno che l'Italia ha sempre tenuto al processo di integrazione euroatlantica di questa regione. Al riguardo, segnala che l'Italia è il primo Paese per investimenti diretti e che Unicredit è il primo gruppo bancario tra quelli che operano nei Balcani. Rileva che le legittime aspirazioni dei popoli balcanici devono essere assecondate, e non frustrate con atteggiamenti dilatori o attendisti, con il rischio di vedere insorgere nuovamente pericolose tendenze nazionaliste che potrebbero infiammare la regione e provocare immediate ripercussioni anche nel nostro Paese. Osserva che l'Italia, rispetto ad altri partner europei – in primis, la Germania – gode di particolare attenzione da parte dei Paesi balcanici, essendo percepita come interlocutore affidabile e non egemonico. Ricordando che, nel corso delle comunicazioni rese di recente alle Commissioni esteri e difesa di Camera e Senato, i Ministri Moavero Milanesi e Trenta hanno ribadito che l'Italia è in prima linea per promuovere l'integrazione della regione balcanica nell'UE, dichiara la disponibilità a lavorare ad un testo unificato delle risoluzioni in titolo che possa raccogliere il più ampio consenso possibile tra i gruppi.

  Guido Germano PETTARIN (FI), nell'illustrare la risoluzione 7-00062 di cui è cofirmatario, sottolinea l'esigenza di consolidare la stabilizzazione della regione balcanica e scongiurare i rischi di nuovi conflitti. Ricordando che la recente adesione della Macedonia del Nord alla NATO ha ulteriormente rafforzato il processo di integrazione euroatlantica della regione, ricorda che nel febbraio 2018 la Commissione europea ha adottato una strategia intitolata «Una prospettiva di allargamento credibile e un maggior impegno dell'Unione europea per i Balcani occidentali», nella quale si ribadisce il futuro europeo della regione come investimento geostrategico in un'Europa stabile, forte e unita, fondata su valori comuni, e delinea una strategia per la positiva conclusione del processo di adesione all'Unione europea dei Balcani occidentali, in particolare dei candidati più avanzati – Serbia e Montenegro – con la prospettiva di una loro adesione all'UE nel 2025. Sottolineando l'opportunità di accelerare Pag. 42sull'adesione di Serbia e Montenegro, si associa alla proposta del collega Fassino di lavorare ad un testo condiviso di risoluzione.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE, anche in ragione della sua personale esperienza, sottolinea l'interesse precipuo dell'Italia ad assicurare la stabilità e la sicurezza della regione balcanica, ancora attraversata da pericolose tensioni, a partire dalla disputa tra Serbia e Kosovo. Ricordando che l'obiettivo dell'integrazione dei Balcani nell'UE è stato ribadito anche nel corso del recente incontro tra il Presidente del Consiglio Conte ed il Presidente serbo Vucic, quale elemento politico di sicuro orientamento, segnala che i Paesi interessati stanno seguendo un complesso percorso di adeguamento ai criteri politici ed economici fissati dall'UE e devono essere quindi incoraggiati a proseguire tale processo, evitando tentennamenti e tattiche dilatorie. Sottolinea che il percorso di integrazione prevede impegni specifici, un regime di condizionalità assai rigoroso da parte europea e verifiche costanti per cui ogni passo in avanti da parte della Commissione europea ha un notevole significato ed è stato certamente ben ponderato. Evidenzia che l'integrazione viene sviluppata anche all'interno del cosiddetto «processo di Berlino», che rispetto agli altri fora di dialogo già istituiti offre il vantaggio di un confronto diretto ed una più stringente chiamata a responsabilità degli Stati balcanici, in particolare su temi sociali. Ricordando che alcuni Stati membri dell'Unione mantengono serie riserve sull'adesione dei Balcani occidentali all'UE, ribadisce la necessità di confermare il nostro Paese quale partner affidabile e credibile di questi Paesi. In conclusione, sottolinea l'opportunità di dare maggiore impulso al ruolo dell'Italia nei Balcani, anche alla luce dei successi conseguiti nelle attività di cooperazione volte a combattere i traffici illegali, compresa la tratta di essere umani. Ricorda al riguardo i positivi effetti in termine di contrasto a fenomeni di illegalità transnazionale che derivarono dalle missioni italiane attivate nei Balcani all'inizio degli anni Novanta. Non ultimo, si deve riconoscere che l'arresto dei flussi migratori sul versante balcanico nel 2016 si deve anche all'azione e allo sforzo dei Paesi della regione che, come ad esempio la Serbia, hanno contribuito alla ricerca di soluzioni per la gestione di quel flusso incontrollato di migranti diretti verso il cuore dell'Europa.

  Paolo FORMENTINI (Lega), esprimendo apprezzamento per gli interventi del collega Fassino e della viceministra Del Re, si riserva di approfondire alcuni profili.

  Pino CABRAS (M5S) ricorda che, a trenta anni dalla fine della «cortina di ferro», la regione balcanica è stata caratterizzata da gravi errori prospettici e interessi confliggenti e, nell'ultima fase, dall'emergere di una forte influenza tedesca. Alla luce dei, forse eccessivi, entusiasmi euro-atlantici e di una crescente attitudine russofobica, a suo avviso l'Italia potrebbe esercitare un utile ruolo di mediazione e di equilibrio. Ritiene essenziale menzionare nel testo di una eventuale risoluzione comune il ruolo della Cina che, fin dall'epoca della Guerra fredda, ha cercato di imporre la propria influenza nell'area balcanica attraverso la convocazione dei vertici «16+1»: tenuto conto dei notevoli interessi commerciali del nostro Paese, evidenzia che Trieste potrebbe diventare, in prospettiva, il porto di riferimento di questo mondo che si va ricomponendo secondo geometrie variabili. Dichiara, infine la propria disponibilità a lavorare ad un testo condiviso, senza tuttavia affrettare i tempi dell'approvazione.

  Piero FASSINO (PD), ringraziando i colleghi e il Governo per la disponibilità a lavorare ad un testo comune di risoluzione, sottolinea che la viceministra Del Re ha ribadito esplicitamente l’«assoluto impegno» dell'Italia a sostenere l'integrazione dei Balcani occidentali. Accogliendo la proposta del collega Cabras di inserire un riferimento al ruolo della Cina, prende atto della richiesta del collega Formentini Pag. 43di procedere ad un approfondimento. Presenta quindi una proposta di testo unificato delle risoluzioni in titolo che potrà rappresentare una prima base di lavoro a disposizione dei gruppi (vedi allegato).

  Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione congiunta ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.30.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 6 giugno 2019. — Presidenza del vicepresidente Piero FASSINO. — Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re.

  La seduta comincia alle 14.35.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 marzo 2017.
C. 1625 Governo.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Marta GRANDE, presidente, in sostituzione del relatore, onorevole Cappellani, impossibilitato a prendere parte alla seduta, illustra il provvedimento ricordando che il Turkmenistan, Paese centroasiatico, di circa 5,6 milioni di abitanti, assoggettato all'Impero russo prima e all'Unione Sovietica poi, ha proclamato l'indipendenza nell'ottobre 1991.
  Osserva che per lungo tempo la posizione del Turkmenistan ha presentato forti connotazioni isolazioniste, escludendo il Paese dai principali forum di dialogo e cooperazione regionali, limitandone notevolmente le potenzialità derivanti sia dalla strategica collocazione geografica, sia dal possesso di ingenti risorse energetiche.
  Rileva che con la presidenza di Garbanguly Berdimuhammedov (in carica dal 14 febbraio 2007) la politica estera, ferma restando la «neutralità permanente» del Turkmenistan, si è più solidamente orientata alla capitalizzazione degli elementi di forza del Paese e l'apertura di una linea di dialogo e cooperazione con i principali attori della Comunità internazionale ad ogni livello ha affiancato i solidi, tradizionali rapporti con la Federazione Russa.
  Evidenzia che Unione europea e Cina sono stati gli interlocutori privilegiati del nuovo corso di politica estera, che ha attirato ingenti investimenti nei settori dell'esplorazione, sfruttamento e trasporto delle risorse energetiche.
  Sottolinea che sul piano regionale, la ripresa delle relazioni con le ex Repubbliche sovietiche del Caucaso e dell'Asia centrale ha innescato, tra il resto, un lungo processo incentrato sulla definizione dello status legale del Caspio che solo il 12 agosto 2018 ad Aktau (Kazakhstan) ha avuto esito in uno storico accordo tra i cinque presidenti delle repubbliche rivierasche (Russia, Iran, Kazakhstan, Turkmenistan e Azerbaigian).
  Segnala che Italia e Turkmenistan presentano punti di vista convergenti su molti temi di politica estera in discussione in diversi fori internazionali (agenzie dell'ONU). Osserva che il nostro Paese apprezza in particolare lo status di neutralità permanente del Turkmenistan riconosciuto a livello internazionale con Risoluzioni delle Nazioni Unite, così come è positivamente considerata dal Governo turkmeno la politica estera imperniata sul dialogo e la soluzione diplomatica delle controversie adottata dal nostro Paese. Rileva che i due Paesi si sostengono reciprocamente in occasione di rispettive candidature presso organismi internazionali.
  Evidenzia che ad una linea di moderata apertura sul piano della politica estera non ha corrisposto un'apertura sul fronte istituzionale interno.
  Sottolinea che il Turkmenistan, formalmente repubblica presidenziale, rimane di Pag. 44fatto uno Stato a partito unico, dominato dal Partito democratico del Turkmenistan – erede del partito comunista di epoca sovietica – il cui monopolio non è stato scalfito dall'introduzione del multipartitismo, dal momento che il Governo controlla strettamente il processo di nomina dei candidati alle elezioni (tradizionalmente giudicate non corrette dagli osservatori internazionali).
  Segnala che Berdimuhammedov alle ultime elezioni presidenziali (febbraio 2017) è stato rieletto con il 97,7 per cento dei suffragi e che l'estensione del mandato presidenziale da cinque a sette anni e la rimozione del limite dei settanta anni per la candidabilità alla presidenza erano stati introdotti dagli emendamenti costituzionali approvati nel 2016.
  Osserva che l'economia turkmena è caratterizzata dalla presenza di grandi riserve di idrocarburi: il Paese, in particolare, possiede riserve provate di gas seconde solo a quelle russe, iraniane e qatariote ed equivalenti all'11,7 per cento delle riserve provate a livello planetario, che hanno consentito sostenuti tassi di crescita non interrotti dalla crisi economica internazionale soprattutto grazie alla bassa esposizione del Paese sui mercati e alle prudenti politiche macroeconomiche.
  Rileva che l'Accordo sulla cooperazione nel settore della difesa è volto a predisporre un'adeguata cornice giuridica per avviare forme strutturate di cooperazione bilaterale tra le Forze armate dei due Stati, nell'intento di consolidare le rispettive capacità difensive e di migliorare la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza.
  Sottolinea che la sottoscrizione di simili atti bilaterali, inoltre, mira anche a indurre positivi effetti indiretti nei settori produttivi e commerciali coinvolti dei due Paesi.
  Venendo ai contenuti salienti dell'Accordo, evidenzia l'articolo 3 che disciplina l'attuazione, le aree di cooperazione e i metodi di attuazione dell'Accordo. È previsto che le Parti possano sottoscrivere un'intesa di natura tecnica per l'implementazione della cooperazione militare derivante dall'Accordo, nonché sviluppare programmi annuali e pluriennali nella cooperazione bilaterale del settore della Difesa.
  Segnala che le modalità della cooperazione possono essere così sintetizzate: sicurezza militare e difesa; sviluppo e ricerca scientifica, supporto logistico e acquisizione di prodotti e servizi della difesa; industria militare e della difesa; esportazione e importazione di armi nell'osservanza delle rispettive norme nazionali; cooperazione nel campo della politica di gestione del personale; formazione e addestramento; questioni relative all'ambiente, con riguardo alle contaminazioni ambientali dovute alle attività militari; sanità militare; storia; eventi sportivi militari; visite ufficiali di delegazioni e scambio di esperienze tra esperti delle Parti; scambi nel campo della formazione e dell'addestramento, nonché partecipazione a seminari, conferenze e simposi e supporto alle attività commerciali relative ai prodotti militari ed ai servizi nel campo della Difesa.
  Rileva che l'articolo 4 disciplina la cooperazione nel campo dell'industria della difesa nel rispetto degli ordinamenti nazionali, individuando le differenti categorie di armamenti.
  Quanto all'implementazione dell'Accordo, segnala che le attività nel campo dell'industria della difesa, della ricerca, dello sviluppo di equipaggiamento militare e del munizionamento possono realizzarsi attraverso: ricerca e sviluppo scientifico; scambio di esperienze nel campo della tecnologia; produzione congiunta, modernizzazione e servizi tecnici nelle aree identificate dalle Parti; supporto alle industrie della difesa e alle istituzioni pubbliche al fine di avviare la cooperazione nel settore della produzione dei prodotti militari.
  Osserva che l'articolo 5 impegna le Parti all'attuazione delle procedure necessarie per garantire la protezione della proprietà intellettuale, compresi i brevetti, derivante da attività condotte in conformità all'Accordo e secondo le rispettive normative nazionali e gli accordi internazionali in materia sottoscritti dalle Parti. Pag. 45
  Evidenzia che l'articolo 9 riguarda la sicurezza delle informazioni classificate, specificando che il loro trasferimento potrà avvenire solo attraverso canali intergovernativi diretti, approvati dalle rispettive Autorità nazionali per la sicurezza o da Autorità nazionali designate in conformità alle leggi dei due Stati.
  Sottolinea che il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica si compone di cinque articoli: gli articoli 1 e 2 contengono rispettivamente l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione, mentre l'articolo 3 riguarda la copertura finanziaria degli oneri derivanti dal provvedimento, che ammontano a 4.226 euro annui ad anni alterni a decorrere dall'anno 2019, dettagliati nella relazione tecnica allegata al provvedimento.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE si riserva di intervenire nel prosieguo dell'esame.

  Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che si intende si sia rinunciato al termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Ministero della difesa della Repubblica italiana e il Segretariato della difesa nazionale e il Segretariato della marina militare degli Stati uniti messicani in materia di cooperazione nel settore delle acquisizioni per la difesa, fatto a Città del Messico il 17 agosto 2018.
C. 1626 Governo.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Mirella EMILIOZZI (M5S), relatrice, ricorda che l'Accordo in esame ha lo scopo di consolidare la collaborazione in materia di sicurezza con gli Stati uniti messicani, nel quadro del comune proposito di contribuire alla pace e alla stabilità internazionale.
  Segnala che l'intesa fa seguito a una dichiarazione congiunta di partenariato strategico tra i due Stati, sottoscritta nel 2012, che ha fissato la comune intenzione di avviare un dialogo bilaterale nel campo della sicurezza.
  Precisa che alla dichiarazione è seguito, nel 2016, un memorandum d'intesa tra il nostro Ministero della difesa, da una parte, e il Segretariato della difesa nazionale e il Segretariato della marina militare degli Stati uniti messicani, dall'altra parte, sulla cooperazione nel settore della difesa, con lo scopo di migliorare la reciproca comprensione sulle questioni di politica militare e di sicurezza.
  Sottolinea che la cooperazione bilaterale mira incrementare i rapporti a livello tecnico-industriale con un Paese con il quale esistono solidi legami istituzionali e che risulta un attore di rilievo nel panorama politico, economico e tecnologico del continente americano.
  In particolare, evidenzia che il perfezionamento di tale atto consentirà un più efficace sostegno agli interessi delle industrie nazionali di difesa, facilitando la costituzione di partenariati industriali nel settore anche in direzione dei mercati.
  Segnala che l'entrata in vigore dell'Accordo – ai sensi del combinato disposto dell'articolo 537-ter del codice dell'ordinamento militare e del regolamento per la disciplina delle attività del Ministero della difesa in materia di cooperazione con altri Stati per i materiali di armamento prodotti dall'industria nazionale – consentirà al Ministero della difesa, d'intesa con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, di svolgere attività di supporto tecnico-amministrativo in favore del Governo messicano in relazione all'eventuale acquisizione da parte dello stesso di materiali per la difesa prodotti dall'industria nazionale, nel rigoroso rispetto dei princìpi, delle norme e delle procedure in materia di esportazione di materiali di armamento stabiliti dalla legge n. 185 del 1990.Pag. 46
  Osserva che l'Accordo è composto da undici articoli, preceduti da un breve preambolo in cui viene richiamata la sottoscrizione dei citati documenti negoziali bilaterali, nonché dell'Accordo generale di cooperazione tra i due Stati del 1991.
  In particolare, sottolinea l'importanza degli articoli III e IV. Il primo dei due illustra l'ambito di applicazione della cooperazione bilaterale, basata sui princìpi di reciproco rispetto e interesse e di eguaglianza, specificando che ciascuna Parte offrirà sostegno all'altra in ogni fase del processo dell'eventuale acquisizione di materiali e servizi prodotti da un'industria nazionale, dalla specificazione dei requisiti tecnici alle fasi relative alla produzione, comprese quelle delle prove e delle attività iniziali di qualificazione e certificazione, di aeronavigabilità e di gestione della configurazione dei sistemi eventualmente acquisiti. L'articolo IV elenca le tipologie di materiali che saranno oggetto della cooperazione tra le Parti. Inoltre, stabilisce che il reciproco approvvigionamento dei suddetti materiali potrà avvenire con operazioni dirette tra le Parti, mentre l'eventuale riesportazione del materiale acquisito verso Paesi terzi potrà essere effettuata solo con il preventivo benestare della Parte cedente; in ogni caso, le attività di procurement ivi disciplinate avverranno in accordo con i princìpi di cui alla richiamata legge n. 185 del 1990.
  Rileva che l'articolo VII disciplina le procedure necessarie per garantire la protezione della proprietà intellettuale, compresi i brevetti, derivante da attività condotte in conformità all'Accordo; essa avverrà ai sensi delle rispettive normative nazionali, nonché, per l'Italia, degli obblighi derivanti dalla sua appartenenza all'Unione europea.
  Evidenzia che l'articolo VIII, i cui contenuti sono stati concordati con il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, regola il trattamento di informazioni, documenti, materiali e atti classificati, specificando che il loro trasferimento potrà avvenire solo attraverso canali intergovernativi diretti approvati dalle rispettive Autorità nazionali per la sicurezza o da Autorità nazionali designate in conformità alle leggi dei due Stati.
  Segnala che il disegno di legge contiene le consuete disposizioni riguardanti l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione.
  Riguardo alla copertura degli oneri finanziari, pari a circa 7.700 euro annui a decorrere dal 2019, rileva che essa è disciplinata dall'articolo 3 ed è dettagliata nella relazione tecnica allegata al provvedimento.
  Conclusivamente, auspica una rapida approvazione del testo che fa riferimento ad un accordo con un Paese che tra le grandi economie emergenti è forse quello con le posizioni più simili all'Italia: al riguardo, sottolinea che il Messico sta diventando un partner sempre più strategico per l'Italia, non solo a livello bilaterale ma anche nei principali fori multilaterali e regionali, come il G20, l'OCSE e l'Alleanza del Pacifico, di cui siamo osservatori: ricorda che in questi giorni il sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale Ricardo Merlo è in missione istituzionale a Città del Messico, per preparare le visite ufficiali del Vicepresidente del Consiglio Di Maio e del Presidente del Consiglio Conte, programmate nei prossimi mesi.
  Evidenzia, infine, che le posizioni di Italia e Messico convergono sui principali temi globali come la riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il cambio climatico, la lotta alla criminalità organizzata e l'abolizione della pena di morte.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE si associa alle considerazioni svolte dalla relatrice.

  Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che si intende si sia rinunciato al termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

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Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di istruzione, università e ricerca scientifica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar, fatto a Roma il 16 aprile 2012.
C. 1640 Governo.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Pino CABRAS (M5S), relatore, ricorda che il Qatar è una delle realtà più dinamiche e innovative dell'area mediorientale: dopo essere rimasto per lunghi decenni un satellite dell'Arabia Saudita, a partire dalla seconda metà degli anni Novanta, l’ex emiro Hamad Bin Khalifa al-Thani ha deciso di sostenere i progetti volti a sfruttare l'enorme giacimento di gas – risorsa energetica all'epoca ritenuta poco conveniente – posto al largo delle coste qatariote, il più grande del mondo.
  Segnala che nel decennio successivo il Qatar è diventato il più grande esportatore al mondo di gas liquido e il suo PIL è passato da 8 a 192 miliardi di dollari.
  Rileva che, sfruttando le sue ingenti risorse finanziarie, l'Emiro ha quindi avviato una trasformazione dell'immagine del Paese all'estero che ha progressivamente portato ad associare il nome del Qatar al lusso, all'innovazione e allo sport.
  Osserva che l'Emirato è diventato uno dei più grandi investitori del mondo, con un patrimonio detenuto dal fondo sovrano, la Qatar Investment Authority, stimato tra i 100 e i 200 miliardi di dollari. Il piccolo Stato della penisola arabica ha ottenuto un grande ritorno di immagine e di soft power con l'apertura del canale satellitare all-news panarabo, al-Jazeera.
  Al riguardo, osserva che, dalla sua nascita, nel 1997, l'emittente televisiva ha offerto per la prima volta uno spazio in cui commentatori di tutto il mondo arabo potevano confrontarsi e, soprattutto nel periodo della seconda Intifada (di cui al-Jazeera ha saputo offrire un esemplare servizio di copertura informativa), è diventata il simbolo del Qatar nel mondo.
  Evidenzia che ulteriore simbolo dell'influenza acquisita da Doha è l'assegnazione al Qatar dell'organizzazione dei Mondiali di calcio del 2022, importante vetrina internazionale.
  Sottolinea che sul fronte interno il Qatar si struttura internamente come una monarchia assoluta, in cui il potere è concentrato nelle mani della famiglia regnante, gli al-Thani. Ricorda che nel 2008 è entrata in vigore una nuova Costituzione, a seguito di un referendum al quale ha partecipato anche l'elettorato femminile – che prevede formalmente l'elezione popolare di due terzi del Parlamento, i cui membri sono oggi nominati dall'emiro.
  Segnala che le elezioni per il rinnovo dell'Assemblea consultiva – che dovrebbe contestualmente passare dagli attuali 35 membri a 45 – non si sono tuttavia ancora tenute e il Parlamento continua a esercitare un'influenza del tutto marginale sulla vita del paese.
  Osserva che il governo del Qatar ha prestato grande attenzione allo sviluppo del sistema educativo e al miglioramento degli standard di vita e del benessere sociale. Nel 2013, il Paese ha speso per il settore educativo circa il 4,1 per cento del PIL, il tasso più alto della regione, e il tasso di alfabetizzazione, che raggiunge il 96,7 per cento, è notevolmente più alto della media regionale.
  Rileva che il Paese risulta, insieme agli Emirati Arabi Uniti, il meno corrotto in tutta l'area mediorientale, mentre sul fronte delle libertà civili e politiche non raggiunge standard adeguati.
  Segnala, infatti, che la mancanza di un sistema di partiti rende di fatto assenti le forme di opposizione politica organizzata. Anche le libertà di stampa e di opinione risultano limitate, sebbene il Qatar ospiti e finanzi la citata emittente satellitare al-Jazeera, nota in tutto il mondo per il livello di imparzialità garantito dalle sue informazioni.
  Sottolinea che una categoria scarsamente tutelata dal diritto e quindi più a rischio è quella dei lavoratori immigrati. Soprattutto i lavori per le imponenti infrastrutture necessarie a ospitare i campionati Pag. 48mondiali di calcio del 2022 hanno messo in luce la scarsa attenzione rispetto alla sicurezza e i diritti di questa categoria.
  Evidenzia che nel panorama internazionale, il Qatar è riuscito ad affermarsi per il suo attivismo diplomatico, e – sotto la guida di Hamad bin Khalifa – ha iniziato a ritagliarsi un proprio ruolo nella regione, intrecciando una fitta rete di contatti e alleanze internazionali, spesso anche in apparente contraddizione tra loro. Ciò lo ha posto spesso in contrapposizione con l'Arabia saudita, già nel corso degli anni Novanta fino ad arrivare alla crisi dei nostri giorni.
  Osserva che il Qatar mira a salvaguardare i legami preferenziali con i partner occidentali – Usa in primis (di cui ospita due importanti basi aeree). Segnala, infatti, che nell'ambito di un certo attivismo diplomatico, Doha ospita le sessioni negoziali fra talebani e Stati Uniti.
  Rileva che le divergenze con Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti sono emerse evidenti anche nel caso libico, rispetto al quale i primi sostengono il governo di Tobruk, mentre il Qatar insieme alla Turchia appoggia il governo di Tripoli. Il dissidio con i partner del Golfo, è nuovamente esploso il 5 giugno 2017: Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti ed Egitto hanno rotto le relazioni diplomatiche con il Qatar e decretato la chiusura delle frontiere terrestri, aeree e marittime, nonché l'espulsione di tutti i cittadini qatarioti.
  Sottolinea che sono stati inoltre rinsaldati i rapporti con alcuni Paesi europei, tra cui Italia e Francia, Germania, Regno Unito e si cerca di rafforzare l'asse con la Turchia e la Russia, nonché di proseguire nel dialogo con l'Iran. 
  Evidenzia che con Mosca sono in essere iniziative di collaborazione militare ed economica, anche nel settore energetico, oltre che culturale, scientifico e dell'istruzione. Le alleanze strette in tempi brevi con Doha sono per la Turchia e la Russia funzionali all'obiettivo di consolidare la loro posizione strategica nello scacchiere mediorientale, approfittando della frattura creata nella regione dalla crisi del Golfo e giovandosi della sponda offerta dal Qatar.
  Segnala che Le relazioni bilaterali con il Qatar stanno registrando una fase di significativa intensificazione. Lo sviluppo di iniziative di collaborazione in svariati settori viene accompagnata dalla frequenza di scambi di visite a vario livello.
  Ricorda che sul piano della cooperazione culturale, è in atto il primo «Programma esecutivo» di scambi bilaterali, valido per gli anni 2016-2018, che prevede azioni di cooperazione nel campo delle arti visive, della musica e del teatro, dell'editoria, della tutela del patrimonio culturale, dei mezzi di comunicazione e dello sport.
  Rileva che nell'ambito della cooperazione inter-universitaria sono stati stipulati sei accordi bilaterali con università del Qatar da parte degli atenei di Siena (Università per Stranieri), Sassari, Milano Statale, Milano Politecnico, Venezia, Università di Roma Tor Vergata.
  Venendo ai contenuti dell'Accordo al nostro esame, osserva che esso mira a definire un quadro di riferimento per programmi di cooperazione diretta tra istituzioni scolastiche e universitarie.
  Precisa che l'Accordo è composto da un breve preambolo e da tredici articoli relativi al settore dell'istruzione e a quello dell'università e della ricerca.
  Osserva che particolare rilievo assumono: l'articolo 2, in forza del quale le Parti favoriscono la partecipazione a corsi di formazione congiunti nel settore dell'istruzione. Tali corsi dovranno essere concordati tra le Parti, almeno quattro mesi prima dell'inizio, relativamente a programmi, materiale didattico, orario e numero dei partecipanti; inoltre le Parti si informeranno reciprocamente sui corsi che si intendono organizzare annualmente al fine di garantire il reciproco vantaggio; l'articolo 4, inteso a disciplinare lo scambio di esperienze e informazioni relativamente alla scuola dell'infanzia, all'istruzione tecnica e professionale, all'amministrazione scolastica, alle risorse per l'apprendimento, alle misure per gli studenti con bisogni educativi speciali, alla valutazione, Pag. 49alla valorizzazione delle eccellenze e alle tecnologie applicate alla didattica delle lingue; l'articolo 6, che stabilisce che le Parti si impegnano a favorire la cooperazione accademica e gli accordi tra le facoltà, gli scambi di visite tra docenti, lettori e ricercatori, lo sviluppo della ricerca scientifica applicata e la produzione di studi, documenti, pubblicazioni e dati tra i due Paesi; l'articolo 8, che prevede l'assegnazione di borse di studio a studenti e laureati che intendano proseguire all'estero gli studi per conseguire un titolo universitario o un dottorato.
  Sottolinea che il disegno di legge si compone di cinque articoli: i primi due contengono rispettivamente l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione. L'articolo 3 riguarda le disposizioni finanziarie e stabilisce che per l'attuazione dell'Accordo in esame si autorizza una spesa di 196.165 euro a decorrere dall'anno 2019, dettagliati nella relazione tecnica allegata al disegno di legge.
  Conclusivamente, auspica una rapida approvazione del provvedimento, che concorrerà a perfezionare le nostre relazioni bilaterali che vivono una fase d'intensificazione testimoniata dalla visita a Roma il 19-20 novembre 2018 dell'Emiro, con incontri con i Presidenti della Repubblica, della Camera, del Senato e del Consiglio dei Ministri e da ultimo, il 3 aprile scorso, dalla missione del Presidente del Consiglio Conte a Doha per agevolare il rafforzamento della cooperazione economica e degli scambi commerciali bilaterali, ma anche uno scambio di opinioni sui principali dossier internazionali, in particolare la Libia e l'Algeria.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE si associa alle considerazioni svolte dal relatore.

  Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che si intende si sia rinunciato al termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo italiano e il Governo di Singapore di cooperazione scientifica e tecnologica, fatto a Roma il 23 maggio 2016.
C. 1641 Governo.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Eugenio ZÓFFILI (Lega), relatore, sottolinea che l'Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica si pone il duplice obiettivo di sviluppare ulteriormente i rapporti di amicizia tra l'Italia e la Repubblica di Singapore e approfondire e strutturare ulteriormente la collaborazione in campo scientifico e tecnologico, già prevista dall'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra l'Italia e la Repubblica di Singapore firmato nel 1990 e reso esecutivo con la legge n. 140 del 1996, prevedendo anche la possibilità di finanziare progetti e attività congiunte.
  Ricorda che i legami culturali tra Italia e Singapore sono cresciuti nel tempo, anche grazie alla volontà della Città-Stato di accreditarsi sempre più come realtà cosmopolita e all'avanguardia.
  Segnala che lo Stato di Singapore, uno dei principali centri finanziari ed economici globali, vanta il quinto reddito pro capite più elevato al mondo e costituisce il primo acquirente e destinatario delle esportazioni italiane nella regione, con particolare riferimento ai settori a più alto valore aggiunto. Anche gli investimenti sono in stimolante crescita, tant’è vero che a Singapore sono attive, con sede stabile, oltre trecento nostre aziende.
  Rileva che tale Accordo si inserisce nel contesto dell'alto livello di tecnologia raggiunto e applicato da Singapore. Non è dunque difficile comprendere perché la città-stato del sud-est asiatico possa essere considerata come una piattaforma ideale per lo sviluppo e la sperimentazione dei sistemi che un giorno troveranno posto nelle smart city di tutto il mondo.
  Rileva che grande impulso ha conosciuto negli ultimi anni la cooperazione Pag. 50inter-universitaria tra Italia e Singapore, la quale vede coinvolte, da una parte, numerosi importanti atenei italiani e dall'altro le più importanti università di Singapore quali la National University of Singapore, la Nanyang Technological University, la Singapore Management University, la Singapore University of Technology and Design e il Lasalle College of Arts.
  Precisa che l'accordo di compone di un breve preambolo e di dieci articoli. L'articolo 1 prevede lo sviluppo delle attività di cooperazione tra le due Parti, per scopi pacifici e vantaggio reciproco, nell'ambito delle scienze e della tecnologia; l'articolo II precisa che tale cooperazione ha l'obiettivo di promuovere la prosperità economica per scopi pacifici e indica che tale cooperazione avverrà mediante i rispettivi enti di cooperazione e ne specifica le modalità; l'articolo III prevede che le Parti incoraggino e favoriscano i contatti e la cooperazione tra gli enti di cooperazione e la conclusione di protocolli esecutivi, stabilendo altresì che le attività di cooperazione già comprese nel quadro dell'Accordo del 1990 saranno incorporate in quello attuale; l'articolo IV stabilisce che, ai fini dell'attuazione dell'Accordo, le Parti possono istituire una Commissione congiunta, che potrà riunirsi alternativamente in Italia e a Singapore, con il compito di supervisionarne l'attuazione e l'approvazione di programmi e protocolli; l'articolo V prevede che le informazioni scientifiche e tecnologiche non di proprietà riservata, derivanti da attività di cooperazione, potranno essere rese pubbliche dai due Governi secondo i canali abituali, e che le parti s'impegnino a tenere in considerazione la protezione e distribuzione dei diritti di proprietà intellettuale e degli altri diritti di natura proprietaria derivanti dalle attività di cooperazione, prevedendo consultazioni a questo riguardo; l'articolo VI precisa che le Parti attueranno l'Accordo conformemente alle leggi e ai regolamenti dei rispettivi ordinamenti e compatibilmente con la disponibilità di fondi a ciò destinati in ciascun Paese, e che i costi relativi alle attività di cooperazione saranno sostenuti secondo quanto verrà stabilito di comune accordo dalle Parti; l'articolo VII riguarda eventuali divergenze o controversie tra le Parti sull'interpretazione delle disposizioni dell'Accordo e stabilisce che vengano risolte amichevolmente per mezzo dei canali diplomatici; l'articolo VIII definisce le modalità di revisione, modifica ed emendamento dell'Accordo e prevede il mutuo consenso delle Parti mediante protocolli addizionali o scambio di note diplomatiche che saranno considerate parte integrante dell'Accordo. Eventuali emendamenti e revisioni entreranno in vigore conformemente a quanto previsto dal paragrafo 1 dell'articolo X dello stesso Accordo; l'articolo IX stabilisce che le disposizioni dell'Accordo non pregiudicano gli obblighi delle Parti contraenti derivanti dal diritto internazionale e, per quanto concerne la Repubblica italiana, dagli obblighi derivanti dalla sua appartenenza all'Unione europea; l'articolo X dispone che l'Accordo rimarrà in vigore a tempo indeterminato, salva notifica scritta dell'intenzione di porvi termine, fatta pervenire da una delle Parti, con sei mesi di preavviso, attraverso i canali diplomatici affinché l'Accordo abbia termine sei settimane dopo la ricezione della notifica.
  Osserva che il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica si compone di cinque articoli: i primi due contengono rispettivamente l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione, mentre l'articolo 3 riguarda le disposizioni finanziarie, autorizzando la spesa di 440.000 euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020 e di 449.000 euro annui a decorrere dall'anno 2021 per la copertura degli oneri di attuazione dell'Accordo, dettagliati nella relazione tecnica allegata al testo del provvedimento.
  Conclusivamente, raccomanda una rapida conclusione dell’iter di questo disegno di legge che si inserisce nel percorso di progressiva intensificazione delle relazioni bilaterali, avviate nel 1965, che si è sviluppato in molteplici forme di cooperazione economica, culturale, politica e scientifica.

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  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE si associa alle considerazioni svolte dal relatore.

  Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che si intende si sia rinunciato al termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo sui locali del Segretariato permanente situati in Italia, con Allegati, fatto a Bruxelles il 6 febbraio 2019 e a Roma il 9 febbraio 2019.
C. 1771 Governo.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Yana Chiara EHM (M5S), relatrice, ricorda che l'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo-AP-UpM (già Assemblea parlamentare euro-mediterranea – APEM), costituisce il volet parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo, in occasione del Vertice di Parigi del 13 luglio 2008, dai Capi di Stato e di Governo di quarantatré Paesi.
  Segnala che l'Assemblea è formata da delegazioni parlamentari dei ventisette Paesi membri dell'Unione europea (il Regno Unito non ha mai aderito all'iniziativa), di quattro Paesi rivieraschi europei (Albania, Bosnia-Erzegovina, Principato di Monaco e Montenegro), del Parlamento europeo e di undici Paesi partner mediterranei (Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Mauritania, Palestina, Siria, Tunisia e Turchia).
  Evidenzia che dei duecentottanta parlamentari che compongono l'Assemblea, centoquaranta fanno parte dei Parlamenti di Stati europei (di cui ottantatré membri dei ventotto Parlamenti nazionali dell'UE – tre per ogni Parlamento, due alla Croazia – e quarantanove membri del Parlamento europeo), otto membri appartengono ai nuovi partner europei (due membri ciascuno) e centoquaranta appartengono alla parte mediterranea, di cui centotrenta membri sono parlamentari dei dieci Paesi partner fondatori (ogni delegazione è quindi formata da tredici membri) e dieci membri appartengono al Parlamento della Mauritania.
  Rileva che la Presidenza dell'Assemblea è assicurata a turno, per un periodo di un anno, dai quattro Paesi che fanno parte dell'Ufficio di Presidenza (Bureau). La Presidenza di turno organizza riunioni periodiche (di norma quattro) del Bureau e una Sessione Plenaria.
  Osserva che nel quadriennio 2016-2020 i Paesi componenti dell'Ufficio di Presidenza sono: l'Italia, che ha esercitato la Presidenza di turno nel periodo maggio 2016-maggio 2017; il Parlamento egiziano, che ha esercitato la Presidenza di turno nel periodo 2017-2018; il Parlamento europeo, che ha esercitato la Presidenza di turno nel periodo 2018-2019; la Turchia, attuale Presidente di turno.
  Sottolinea che nell'ambito dell'Assemblea sono costituite cinque Commissioni: Commissione politica, di sicurezza e dei diritti umani; Commissione economica, finanziaria, per gli affari sociali e l'istruzione; Commissione per la promozione della qualità della vita, degli scambi tra le società civili e la cultura; Commissione per i diritti della donna nei Paesi euro-mediterranei; Commissione per l'energia, l'ambiente e l'acqua. È inoltre istituito il Gruppo di lavoro sul finanziamento e la modifica del regolamento dell'AP-UpM.
  Rileva che, in occasione della Sessione plenaria dell'AP-UpM che si è svolta a Roma il 12-13 maggio 2017, a conclusione del turno di Presidenza italiana, con una modifica regolamentare è stata prevista l'istituzione di un Segretariato permanente dell'AP-UpM.
  Evidenzia che il Parlamento italiano, il 30 marzo 2018, con lettera a firma dei Presidenti delle Camere, ha presentato la candidatura di Roma grazie alla disponibilità Pag. 52del Comune di Roma che ha messo a disposizione dei locali siti in Trastevere, in via della Penitenza.
  Segnala che la candidatura è stata quindi supportata dal Ministro degli Affari esteri che il 9 aprile 2018, ha inviato alla Presidenza egiziana di turno dell'AP-UpM, una lettera di sostegno alla candidatura, nonché la disponibilità a negoziare un Accordo di sede per il Segretariato permanente.
  Osserva che il 13 luglio 2018, a Bruxelles, in occasione della riunione dell'Ufficio di Presidenza, è stata decisa all'unanimità l'assegnazione della sede del Segretariato permanente dell'AP-UpM alla città di Roma.
  Precisa che il 6 e il 9 febbraio 2019, con la sottoscrizione da parte del Presidente di turno dell'Ap-UpM, nonché Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, e del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, è stato concluso l'Accordo sui locali del Segretariato permanente situati in Italia.
  Rileva che il Segretariato permanente avrà il compito di assicurare il raccordo tra la Presidenza di turno, l'Ufficio di Presidenza e le Commissioni permanenti. Assisterà inoltre la Presidenza annuale, coadiuvando l'Ufficio di Presidenza nell'esercizio del proprio mandato quadriennale.
  Sottolinea che l'Accordo è costituito da un preambolo e da sette articoli: L'articolo 1 reca le definizioni dei termini utilizzati nell'Accordo; l'articolo 2 tratta dei locali messi a disposizione del Segretariato permanente dal Governo italiano, precisando gli aspetti relativi ai costi di messa in opera e di gestione e a quelli collegati alla manutenzione e all'occupazione della struttura; al riguardo, l'Italia s'impegna ad adottare le misure necessarie per facilitare lo sviluppo, l'occupazione e il funzionamento dei locali da parte del Segretariato; l'articolo 3 prevede la concessione al Segretariato permanente, da parte del Governo italiano, delle immunità e dei privilegi che sono specificati nell'Allegato II; l'articolo 4 disciplina la responsabilità internazionale derivante, nel territorio italiano, dalle attività del Segretariato permanente e del suo personale; l'articolo 5 prevede che le modifiche all'Accordo potranno essere realizzate mediante consultazione tra le Parti ed entreranno in vigore alla data in cui il Governo avrà notificato al Segretariato il completamento delle necessarie procedure di ratifica; l'articolo 6 stabilisce che la risoluzione di eventuali controversie in merito all'interpretazione o all'applicazione dell'Accordo sarà risolta mediante trattative e consultazioni tra le Parti.
  Segnala che l'Allegato I si riferisce ai locali che dovranno essere delimitati all'interno del complesso monumentale «Buon Pastore», in Via della Penitenza 37, Roma.
  Rileva che l'Allegato II definisce i privilegi e le immunità riconosciuti dall'articolo 3 dell'Accordo al Segretariato, ai rappresentanti degli Stati membri, ai membri del personale e agli esperti.
  Osserva che il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica dell'Accordo in esame si compone di cinque articoli: i primi due contengono rispettivamente l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione, mentre l'articolo 3 autorizza a partire dall'anno 2019 un contributo annuo di euro 10.000 per far fronte agli oneri derivanti dall'articolo 2 dell'Accordo (messa in opera e manutenzione dei locali messi a disposizione del Segretariato); un contributo annuo di euro 25.000 per far fronte agli oneri derivanti dal paragrafo 2 dell'Allegato 1, concernenti la messa a disposizione, almeno nella prima fase, di un contabile.
  Evidenzia che l'articolo 4 riguarda la copertura finanziaria degli oneri pari a euro 35.000 a partire dall'anno 2019.
  Conclusivamente, auspica una rapida conclusione dell'esame di questo provvedimento, che inerisce a un accordo propedeutico all'insediamento in Italia della sede del costituendo Segretariato permanente dell'AP-UpM, chiamato a svolgere un ruolo peculiare di facilitatore del dialogo euro-mediterraneo, valorizzando la funzione dei Parlamenti degli Stati membri Pag. 53dell'Assemblea e contribuendo all'elaborazione di proposte politiche efficaci per affrontare le sfide comuni, migliorare la conoscenza reciproca e rispondere alle aspettative dei cittadini.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che si intende si sia rinunciato al termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'Ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.55 alle 15.10.

COMITATO PERMANENTE SUGLI ITALIANI NEL MONDO E LA PROMOZIONE DEL SISTEMA PAESE

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Giovedì 6 giugno 2019. — Presidenza del presidente Simone BILLI.

  La seduta comincia alle 15.10.

Relazione sull'attività svolta dalla società Dante Alighieri nell'anno 2018 e il suo bilancio consuntivo per la medesima annualità.
(Esame istruttorio e rinvio).

  Simone BILLI, presidente, ricorda che a conclusione dell'esame del provvedimento, il Comitato potrà proporre alla Commissione l'opportunità di discutere una risoluzione.
  Ricorda, inoltre, che, come unanimemente convenuto dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, della III Commissione, nell'ambito dell'esame istruttorio del provvedimento in titolo saranno svolte le audizioni informali del professor Andrea Riccardi e del professor Alessandro Masi, rispettivamente presidente e segretario generale della Società Dante Alighieri.

  Mirella EMILIOZZI (M5S), relatrice, sottolinea l'importanza di avviare un esame istruttorio della relazione in titolo che documenta l'ampio quadro di attività volte dalla Dante Alighieri nel 2018, strumento essenziale per la presenza e la valorizzazione della lingua e della cultura italiana nel mondo.
  Ricorda che la Società Dante Alighieri è un'associazione privata senza scopo di lucro, riconosciuta quale onlus in conformità alla legge 186 del 27 luglio 2004. La sua istituzione avvenne nel 1889, come ente morale, su iniziativa di un gruppo d'intellettuali guidati da Giosuè Carducci. Si rivolgeva anzitutto alle comunità italiane emigrate all'estero, per scongiurare il rischio che perdessero il contatto con la lingua e il carattere nazionale.
  Sottolinea che c'era anche l'idea di alimentare e ravvivare «pezzi» di italianità «dovunque suona accento della lingua nostra». Rileva che con il passare dei decenni la situazione è molto mutata: all'estero si è attratti dall'essere italiani, dalla nostra cultura ed enogastronomia, dalla socialità allo stile di vita, dall'arte all'impresa.
  Evidenzia che dal mondo si continua a «chiedere Italia». Pertanto, osserva che la sfida di oggi è anche quella di rispondere in modo attivo e concreto, fare rete con altri attori istituzionali e con l'impresa, aggregare in forme concrete l'interesse che il mondo dedica all'Italia, rispondere a questo interesse offrendo occasioni per conoscerla meglio, visitarla, gustarne i prodotti o i colori della sua arte.
  Rileva che un tempo per promuoversi sembrava sufficiente raccontarsi, mentre Pag. 54oggi non è più possibile limitarci a questo, per creare il dialogo bisogna anche ascoltare.
  Osserva che l'orizzonte globale ci chiede di aprirci ulteriormente e dare una risposta puntuale a chi «chiede Italia» anche da paesi nei quali gli italiani non sono numerosi: in Russia, per esempio, dove si lavora per includere l'italiano fra le materie dell'esame di maturità e per accrescere i corsi di lingua.
  Segnala che in Estremo Oriente operano potenze commerciali che riconoscono alla lingua e alla cultura italiana, inserite nei percorsi formativi delle élite dirigenti, un carattere umanistico capace di agevolare le interazioni nelle diverse parti del mondo.
  Sottolinea che la forza dell'italiano non si misura sulla dimensione della diffusione delle grandi lingue – cinese, spagnolo o arabo – o dell'inglese veicolare: è la lingua dell'umanesimo, e può attingere a un patrimonio secolare di tradizioni e conoscenze che ne fanno, alla fine, anche una lingua di pace storicamente legata a una diffusione non egemonica, non marcatamente colonialistica.
  Rileva che i recentissimi dati di Ethnologue, il grande repertorio delle lingue del mondo, danno ragione alle valutazioni già annunciate dal nostro Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale durante gli Stati generali dell'ottobre 2018: l'italiano è, ormai ufficialmente, la quarta lingua più scelta da studiare.
  Evidenzia che l'italiano è la lingua di un Paese che negli ultimi tre decenni ha accolto decine di migliaia di persone. Tra le loro necessità, spesso immediate e urgenti, c’è anche l'insegnamento dell'italiano, veicolo primario ed imprescindibile per una reale integrazione. Osserva che la conoscenza della lingua è un problema contemporaneo che riguarda però tutti, visto che dietro la diffusione dei nuovi media, si cela un profondo problema di comunicazione.
  Sottolinea che la Relazione evidenzia opportunamente come ci siano tre grandi aree geografiche sulle quali è necessario concentrare l'azione della Dante: la penisola balcanica, l'area mediterranea e anche l'Argentina, dove a non caso si terrà a luglio l'LXXXIII congresso internazionale della Società, intitolato «Italia, Argentina, Mondo – L'italiano ci unisce», il primo congresso a svolgersi in un Paese extra europeo.
  A titolo di esempio cita anche il caso dell'Albania, dove si stima superiore al 40 per cento il numero di chi parla la nostra lingua (il 60 per cento la capisce), ma dove è necessario insistere sull'insegnamento dell'italiano per non rischiare di erodere una rappresentazione linguistica di qualità.
  Osserva che in Africa, continente che rientra tra le aree di proiezione strategica dell'Italia, l'Italia è apprezzata per ragioni di cooperazione e prossimità geografica. La presenza dei Comitati Dante Alighieri in Nord Africa si presenta uniformemente distribuita, mentre nell'Africa subsahariana si contano solo 7 comitati, anche in ragione della esigua presenza di comunità di italiani nella regione. Ritiene che l'importanza della regione, con particolare riferimento al Corno d'Africa, e la limitata presenza di Comitati Dante Alighieri devono farci riflettere, in via incidentale, sulla necessità di potenziare, anche attraverso altri strumenti, l'azione di promozione della lingua e della cultura italiana.
  Segnala che nel bacino mediterraneo, sul quale l'Italia si affaccia, i contatti con le culture dei Paesi limitrofi hanno lasciato tracce profonde nella nostra cultura. Con una volontà di estroversione sono state avviate nuove strategie per promuovere tutte le componenti dell'italianità: la lingua e la cultura non sono disgiunte dal made in Italy o dall'imprenditoria italiana, con anche le sue eccellenze.
  Rileva che troppo a lungo l'Italia si è mossa sugli scenari del mondo attraverso proposte disgiunte, senza reti, senza una comunità che fosse capace di raccogliere le isole «italofile», come accade per quelle dalla Francofonia o del Commonwealth britannico. Menziona il caso di Malta, paese geograficamente e storicamente vicino Pag. 55all'Italia, dove i corsi del comitato Dante Alighieri de La Valletta risulterebbero inattivi da diversi anni, mentre la presenza francese e britannica si rivela particolarmente vivace.
  Sottolinea che la relazione testimonia, tuttavia, che il nostro Paese sta facendo dei passi avanti per valorizzare nel mondo globale le proprie numerose opportunità: beni artistici, cultura, prodotti, made in Italy, gusto, umanità, stile, cucina, canto e teatro, design e, naturalmente, conoscenza della lingua di Dante, attraverso la direzione del consorzio – il CLIQ – che attesta la padronanza dell'italiano.
  Osserva che la relazione attesta che la Società può mettere a disposizione di questo grande progetto ben 482 comitati in Italia e all'estero, 120 mila soci e studenti, migliaia d'insegnanti, 350 centri certificatori per la qualità dell'apprendimento, ma anche biblioteche con oltre 450 mila libri in italiano presso i diversi comitati. Rileva che rete dei comitati Dante nel mondo si pone dunque l'obiettivo di far parte del grande progetto strategico del Sistema-Italia.
  Evidenzia che la relazione dà ampiamente conto delle numerosissime iniziative svolte nell'esercizio 2018, finalizzate al rafforzamento degli scambi Italia-mondo. Tra le iniziative intraprese nel corso dell'anno, segnala: la pubblicazione di due bandi di concorso per contributi e borse di studio riservati ai Comitati Esteri della Dante Alighieri; l'azione di sistema e promozione dei programmi attuati dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, in particolar modo delle Settimane della Lingua Italiana, della Settimana della Cucina Italiana, del progetto complessivo #VivereAll'Italiana e dell'adesione alle rete EUNIC (European Union National Institutes for Culture); i programmi d'intervento nei confronti di Paesi che, in possesso di un grande potenziale, hanno richiesto azioni di rafforzamento e di sostegno della rete presente; la condivisione di dati ed informazioni relative alla rete Dante e rinnovamento dei rapporti tra Sede centrale e Comitati; la promozione dell'editoria italiana nel mondo attraverso la fornitura di 20 volumi selezionati a 42 Comitati Dante Alighieri.
  Menziona altresì l'istituzione, nel 2018, di quattro parchi letterari, fra cui il Parco letterario Giacomo Leopardi voluto dalla Città di Recanati per celebrare i 200 anni dalla stesura de L'infinito.
  Rileva che Recanati, nota a tutto il mondo come «Città della poesia», è un esempio concreto di un legame naturale tra la poesia e i luoghi, i paesaggi, la cultura e le persone, e di come la cultura possa tradursi in forza trainante per l'incremento dei flussi turistici.
  Osserva che, nonostante la sua notevole fortuna, l'italiano, purtroppo, non può contare sulla presenza di aree geografiche in cui è utilizzato come lingua veicolare, come avviene invece, in particolare, per l'inglese e per il francese. Evidenzia che gli investimenti nella promozione dell'italiano non si possono paragonare a quelli che altre nazioni offrono alla promozione della propria lingua, sia in termini finanziari che organizzativi. La Germania offre alla lingua tedesca 220 milioni di contributo pubblico, il Regno Unito eroga 177 milioni al British Council, la Spagna 72 milioni all’Instituto Cervantes. Persino il Portogallo, piccola nazione che però opera nel grande bacino mondiale della lusofonia, può contare sui 27 milioni concessi al Camões.
  In questo contesto, sottolinea che la Società Dante Alighieri, in virtù della capillarità dei propri comitati nel mondo, è stata negli anni strumento della promozione della lingua italiana. Nel 2018 il contributo pubblico alla Società è stato di 3.300.000 euro. Tale cifra è comprensiva di un contributo ordinario di 700.000 euro (ex legge 3 agosto 1985, n. 411) e di un contributo straordinario pari a 2.600.000 euro, relativo al «Fondo per il potenziamento della promozione della cultura e della lingua italiana all'estero» previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 luglio 2017. La legge di bilancio 2019 ha da ultimo ridotto il contributo ordinario, stanziando un finanziamento complessivo pari a 3.200.000 euro.».
  Evidenzia che la relazione in esame presenta una corposa elencazione delle numerose iniziative messe in atto dalla Società. Tuttavia non è possibile reperire Pag. 56informazioni su quali siano i singoli comitati della Dante Alighieri che beneficiano dei contributi pubblici erogati alla Società, quale sia l'entità del contributo ai diversi comitati e quali siano i risultati conseguiti dai medesimi.
  A titolo di riflessione generale, ritiene che questi ultimi elementi potrebbero contribuire a una valutazione più completa e all'espressione di un parere più consapevole da parte di questa commissione.
  Nel complesso, rileva che dalla relazione emerge che la Società Dante Alighieri contribuisce attivamente alla nostra proiezione internazionale in virtù della sua rete di centri d'interesse presenti in 80 paesi del mondo: comitati, centri certificatori, scuole italiane all'estero e scuole di italiano, punti di contatto con l'italianità aperti a chi desidera conoscere la nostra lingua e cultura.

  Simone BILLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame istruttorio ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.20.

INCONTRI INFORMALI

  Giovedì 6 giugno 2019.

Incontro con rappresentanti del think tank iracheno Rafidain Center for Dialogue (RCD).

  L'incontro informale si è svolto dalle 15.35 alle 16.40.

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