CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 29 gennaio 2019
133.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
Pag. 67

INDAGINE CONOSCITIVA

  Martedì 29 gennaio 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO.

  La seduta comincia alle 12.

Audizione di rappresentanti del Consorzio Recupero Vetro (COREVE), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'ANCI, alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, e conclusione).

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori Pag. 68della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera, nonché la trasmissione diretta sulla web tv. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.
  Introduce, quindi, l'audizione.

  Franco GRISAN, presidente del Consorzio Recupero Vetro (COREVE), svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono, per formulare quesiti e osservazioni, i deputati Giuseppe D'IPPOLITO (M5S) e Alberto MANCA (M5S).

  Franco GRISAN, presidente del Consorzio Recupero Vetro (COREVE), fornisce chiarimenti in relazione ai quesiti posti.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, ringrazia i rappresentanti del Consorzio Recupero Vetro (COREVE) per il loro intervento e dichiara concluso lo svolgimento dell'audizione.

  La seduta termina alle 12.50.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 29 gennaio 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Salvatore Micillo.

  La seduta comincia alle 12.50.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo transattivo fra il Governo della Repubblica italiana e la Comunità europea dell'energia atomica sui princìpi governanti le responsabilità di gestione dei rifiuti radioattivi del sito del Centro comune di ricerca di Ispra, con Appendice, fatto a Bruxelles il 27 novembre 2009.
C. 1394, Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Elena RAFFAELLI (Lega), relatrice, fa presente che il Centro comune di ricerca (CCR) situato a Ispra, in provincia di Varese, è uno dei quattro centri di ricerca previsti dal Trattato Euratom del 1957 per promuovere lo sviluppo dell'energia nucleare a fini pacifici negli Stati membri. L'accordo per la sua costituzione avvenne due anni dopo, nel 1959, e prevedeva la cessione da parte dell'Italia alla Comunità europea, in concessione per novantanove anni, dell'area e delle strutture presenti all'epoca, tra cui il reattore nucleare.
  Con la modifica delle scelte strategiche in campo nucleare, intervenuta in Italia dopo il 1987, la collaborazione italiana con il CCR di Ispra in tale ambito si è progressivamente ridotta Attualmente, in esso si svolgono solo ricerche in settori non nucleari (quali risorse sostenibili e trasporti, spazio, sicurezza, migrazioni, salute e protezione dei consumatori, efficienza energetica e cambiamenti climatici, crescita e innovazione). Quanto al campo nucleare restano operative le attività relative alle salvaguardie nucleari e quelle di gestione dei rifiuti radioattivi e di conservazione in sicurezza delle installazioni nucleari.
  La Commissione europea, fin dal 1999, ha predisposto un programma di disattivazione degli impianti nucleari obsoleti (decommissioning), nonché gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare (waste management) derivanti dalle passate attività dei CCR.
  All'Italia è stato chiesto di partecipare alle attività di disattivazione e smantellamento – in aggiunta ai finanziamenti che comunque eroga in quanto parte del Trattato – ma sono sorte divergenze sull'effettiva ripartizione dei rispettivi oneri, che è stato impossibile definire in modo netto, anche perché nella contrattualistica del tempo non erano previste clausole per future attività di smantellamento.
  Pertanto, l'intesa transattiva in esame è stata conclusa sulla base dell'impegno italiano di fornire servizi relativi alla disattivazione del reattore di Ispra 1 presente nel CCR.Pag. 69
  Nella relazione sull'analisi tecnico-normativa (ATN), che correda il provvedimento, viene altresì precisato che le attività previste dall'Accordo sono del tutto simili a quelle relative ai siti nucleari italiani dismessi, svolte attualmente dalla Società gestione impianti nucleari (SOGIN).
  Il testo dell'accordo, sottoscritto il 27 novembre 2009 è composto da 6 punti, preceduti da una introduzione che ripercorre le fasi principali del negoziato.
  Nel punto 1 si individuano i servizi a compensazione degli oneri derivanti dalle pregresse attività di ricerca per il programma nucleare italiano svolte presso il CCR di Ispra. In particolare, Il Governo italiano provvederà alla disattivazione dell'installazione nucleare denominata Reattore Ispra 1. La disattivazione dell'impianto, fino al rilascio del sito esente da vincoli di natura radiologica, secondo quanto riportato nella relazione illustrativa, avverrà a cura di SOGIN, quale soggetto titolare degli atti autorizzativi. La medesima relazione precisa, altresì, che si terrà conto della classificazione dei rifiuti radioattivi prevista dal decreto del Ministro dell'ambiente del 7 agosto 2014.
  Nel punto 2 si definisce la data limite del 2028 per il conferimento dei rifiuti radioattivi del CCR di Ispra al Deposito nazionale, con costi a carico del Centro stesso. In caso di indisponibilità del deposito, dal 1o gennaio 2029 i rifiuti diverranno di proprietà italiana e le relative spese di gestione nel deposito temporaneo del CCR di Ispra saranno a carico dell'Italia.
  Il punto 3 definisce i criteri di accettazione dei rifiuti (WAC) al Deposito nazionale nonché le clausole riguardanti il rischio economico derivante dalla loro eventuale modifica.
  Il punto 4 dispone che le Parti possano concludere contratti specifici che descrivano in dettaglio lo scopo delle attività previste nonché gli aspetti tecnici e legali, prevedendo comunque la prevalenza di quanto stabilito nell'Accordo.
  Il punto 5 stabilisce che l'Accordo transattivo sia disciplinato dal diritto dell'Unione europea integrato, ove necessario, dal diritto italiano. Sono indicate le procedure di mediazione, con la possibilità di rivolgersi, in caso di disaccordo, al Tribunale di prima istanza della Corte europea di giustizia per la nomina del mediatore. Eventuali controversie fra le Parti risultanti dall'interpretazione e dall'applicazione dell'Accordo che non possano essere risolte amichevolmente saranno sottoposte alla Corte di giustizia dell'Unione europea.
  Il punto 6 istituisce un Comitato misto di gestione composto da tre rappresentanti per ciascuna Parte, allo scopo di controllare l'attuazione della transazione.
  L'entrata in vigore dell'Accordo è stabilita alla data di ricezione della notifica da parte italiana dell'avvenuto espletamento della procedura di ratifica.
  L'Accordo è completato dall'Appendice 1, che ne definisce ulteriori dettagli applicativi.
  Il disegno di legge di ratifica, oltre alla consueta autorizzazione alla ratifica e al relativo ordine di esecuzione dell'Accordo, richiama – ai fini della sua attuazione – la disciplina della legge di bilancio 2018 relativa all'attività di SOGIN.
  Gli oneri, secondo la stima riportata nella relazione tecnica, sono pari a circa 45 milioni di euro; a tale importo vanno aggiunti i costi sostenuti dal CCR per le attività di custodia passiva dell'impianto, valutati in circa 5 milioni di euro.

  Il sottosegretario Salvatore MICILLO si riserva di intervenire in una successiva seduta.

  Tommaso FOTI (FdI) preliminarmente osserva che il Governo di avvia a ratificare un Accordo che è stato sottoscritto dieci anni fa. Sottolinea, quindi, che il nodo della questione, che rimane sullo sfondo, è la costruzione del Deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti, che dovrebbe essere costruito entro il 2028. Non è un caso che successivamente a questa data, in caso di mancata realizzazione del suddetto Deposito, la gestione dei rifiuti radioattivi passerà in capo al Governo italiano, che se ne dovrà far carico. Richiama il caso emblematico della centrale di Caorso, nella quale Pag. 70torneranno entro pochi anni barre radioattive riprocessate in Francia che, non sapendo dove collocare in via definitiva, saranno probabilmente stoccate temporaneamente in loco. È pur vero che i rifiuti di categoria 2 e 3, per i quali si è attuato l'artificio dello stoccaggio temporaneo, rimangono presso Ispra, ma lo stoccaggio, come dimostrano i fatti, sta diventando permanente. Fa presente di aver presentato un'interrogazione presso un'altra Commissione avente ad oggetto il commissariamento di Sogin, rispetto al cui svolgimento registra notevoli ritardi, a suo giudizio dovuti a pressioni esterne. Ricorda che il Governo italiano ha affidato a Sogin il compito di uscita dal nucleare e che, a causa delle continue mancanze di tale società, i contribuenti pagano una tariffa nella bolletta elettrica per attività e servizi che non vengono di fatto svolti. Sottolinea che nella passata legislatura i colleghi del Movimento 5 Stelle tenevano alto il livello di attenzione sulla suddetta società ed esprime sorpresa per il repentino cambio di opinione avvenuto da quando tale forza politica siede sui banchi del Governo. Richiama, a proposito, le recenti dichiarazioni del presidente della 10a Commissione del Senato secondo le quali sarebbe del tutto inutile il commissariamento di Sogin, che a suo giudizio invece è assolutamente opportuno, pur mancando poco al termine del mandato dei suoi vertici, come segnale per i territori. Per aver vissuto personalmente le vicende del nucleare a Caorso e del referendum, che prevedeva la moratoria degli impianti e non lo spegnimento della centrale, segnala che si è a metà del guado, essendosi registrati innumerevoli e ingiustificati ritardi, e sostanzialmente in una situazione di stallo, come ha rilevato lo stesso sindaco del comune di Caorso, appartenente ad una forza di maggioranza.
  La carta dei siti non è stata mai resa pubblica e si domanda se siano mai stati individuati siti idonei per il deposito nazionale di smaltimento dei rifiuti radioattivi. Segnala che l'Italia non potrà mai rispettare il termine del 2028 previsto per la costruzione del deposito nazionale, dal momento che le previsioni più ottimistiche stimano in circa 12 anni i tempi di individuazione e realizzazione.
  Auspica, pertanto, che si inizi a fare scelte efficaci sia dal punto di vista politico sia sul piano della gestione, stante la paralisi della Sogin e spera che l'approvazione dell'Accordo in esame possa fungere da sprone per porre rimedio all'evidente malfunzionamento di Sogin e per porre fine al comportamento omissivo e omertoso non più tollerabile che si sta tenendo nei confronti della mancata pubblicità della carta dei siti per il deposito nazionale.

  Rossella MURONI (LeU) ritiene che sarebbe utile, prima di procedere alla firma dell'Accordo, sottolineare lo stato attuale dei fatti, che non permetterà di realizzare il deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti in esso prevista. L'Accordo infatti da un lato fa riferimento a tale deposito ma al tempo stesso ne mette in discussione l'esistenza, non potendosi realizzare nei tempi previsti dal medesimo Accordo. Quanto alla Sogin, richiama una interrogazione a propria firma del 7 giugno 2018, avente ad oggetto l'attività della Sogin e la necessità di un suo commissariamento, nella quale si evidenzia come questa società, nel corso degli anni, ha accumulato gravi ritardi nell'attività di smantellamento dei siti nucleari, che sarebbero dovute terminare nel 2025, con un costo pari 6,48 miliardi di euro. In seguito all'insediamento del nuovo consiglio di amministrazione, la fine dei lavori è stata fissata per il 2036, con un aumento dei costi di quasi un miliardo di euro.
  Ricorda, inoltre, quanto affermato dal vicepresidente del Kyoto Club Francesco Ferrante in un articolo apparso sulla stampa, che ha denunciato dettagliatamente i ritardi e le insolvenze della Sogin nelle attività svolte, affermando che « l'azienda non è riuscita a impiegare nemmeno il budget previsto per il 2017 di 83,6 milioni di euro che essa stessa si era data nel dicembre 2016 auto-riducendosi quello precedente approvato a febbraio del 2016, che ne prevedeva 140». Continua poi dichiarando che «la Sogin manca clamorosamente Pag. 71i suoi obiettivi e infatti nel 2017 sono state realizzate attività di decommissioning per appena 63,2 milioni». Sempre nel corso del 2017, l'azienda invece di accelerare ha rinviato di ben 13 anni la previsione della conclusione dei lavori a Trisaia, di ben 12 quelli di Trino Vercellese, di 11 quelli di Saluggia. Rispetto al piano industriale del 2013, si registra uno slittamento di 11 anni, dal 2025 al 2036; nel 2015 si è conclusa la realizzazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale e parco tecnologico, ma i Ministeri dello sviluppo economico e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non hanno rilasciato il nulla osta alla pubblicazione anche se più volte annunciato. Sottolinea, pertanto, che si sta procedendo alla firma di un accordo internazionale sapendo di mentire.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.10.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 29 gennaio 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Salvatore Micillo.

  La seduta comincia alle 13.10.

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno 2018, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 63.

(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in titolo, rinviato nella seduta del 23 gennaio 2019.

  Antonio FEDERICO (M5S), relatore, presenta una proposta di parere favorevole (vedi allegato).

  Il sottosegretario Salvatore MICILLO esprime parere conforme a quello del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore (vedi allegato).

  La seduta termina alle 13.15.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 29 gennaio 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Salvatore Micillo.

  La seduta comincia alle 13.15.

Programma di lavoro della Commissione per il 2019 – Mantenere le promesse e prepararsi al futuro.
(COM(2018)800 final).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2019.
Doc. LXXXVI, n. 2.

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1° gennaio 2019-30 giugno 2020) – Portare avanti l'agenda strategica, elaborato dalle future presidenze rumena, finlandese e croata. (14518/18).
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, avverte che tali atti sono stati assegnati congiuntamente, per l'esame generale, alla XIV Commissione, e a tutte le altre Commissioni permanenti per l'esame delle parti di rispettiva competenza. In analogia con la procedura delineata dall'articolo Pag. 72126-ter del regolamento e secondo quanto definito dalla Giunta per il regolamento, le Commissioni di settore esprimono il parere sulle parti di competenza da trasmettere alla XIV Commissione e nominano un relatore incaricato di riferire alla predetta Commissione. È ammessa la presentazione di proposte di minoranza, che saranno trasmesse alla XIV Commissione entro il medesimo termine.

  Vania VALBUSA (Lega), relatrice, riferisce sui tre documenti programmatici riferiti al contesto dell'Unione europea di cui l'Italia fa parte.
  Si tratta in particolare del Programma di lavoro della Commissione europea per il 2019, della Relazione predisposta dal Governo italiano relativamente alla partecipazione del nostro Paese all'Unione europea nel medesimo anno, trasmessa alla Camera lo scorso 24 dicembre, e del Programma dei diciotto mesi del Consiglio elaborato dal trio dei Paesi che si succederanno alla presidenza, ossia Romania, Finlandia e Croazia.
  La relazione programmatica del Governo è lo strumento – previsto dalla legge che regola partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea (legge n. 234 del 2012, articolo 13) – con cui il Governo indica gli orientamenti e le priorità che il Governo intende perseguire nell'anno successivo con riguardo al processo di integrazione europea.
  Nel rimandare, per i contenuti specifici, al dossier predisposto dagli uffici, per quanto riguarda le tematiche ambientali la Relazione programmatica per il 2019 indica le seguenti priorità: attuazione del pacchetto normativo «economia circolare», che prevede il potenziamento del sistema di raccolta differenziata dei materiali, con tempistiche certe per la dismissione delle discariche e il progressivo superamento degli impianti di recupero energetico qualora non alimentati esclusivamente da rifiuti residuali di raccolta differenziata. In tale ambito il Governo intende sostenere l'adozione della direttiva per la riduzione del consumo di plastica monouso, al momento in discussione presso il Consiglio dell'Unione europea (dopo l'adozione di un accordo provvisorio tra Parlamento europeo e Consiglio); l'adozione di un quadro di riferimento europeo che definisca standard di qualità comuni, criteri di gestione e controllo sul riutilizzo ad uso irriguo delle acque reflue depurate con l'obiettivo di garantire adeguati livelli di protezione ambientale e sanitaria. In tale contesto primaria importanza viene accordata all'accesso universale all'acqua quale bene comune e diritto umano universale; definizione delle regole per dare piena operatività all'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, attraverso impegni vincolanti e stringenti per la riduzione delle emissioni inquinanti e l'avvio di una nuova politica industriale che punti alla «decarbonizzazione» e «defossilizzazione». Il Governo intende infatti dare prosecuzione alla partecipazione attiva dell'Italia al processo di adozione delle regole (anche in base alle decisioni adottate nel corso della COP24 di Katowice) che renderanno operativo l'Accordo di Parigi. Quanto allo sviluppo sostenibile, il Governo intende sostenere la proposta europea per lo sviluppo di un'economia ad emissioni zero nel 2050; si propone di integrare gli obiettivi di sostenibilità ambientale nel bilancio europeo fissando condizioni di attuazione e di target e comunque promuovendo obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni di CO2 per il 2030.
  Per quanto riguarda il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2019 esso tiene conto della prossima scadenza del mandato della Commissione Juncker dopo le elezioni europee del maggio 2019. Pertanto, è presente un numero limitato di nuove iniziative, essendo invece concentrato sulle proposte pendenti, ritenute essenziali per realizzare appieno le dieci priorità che la Commissione europea in carica si era impegnata a realizzare all'atto della sua investitura. Tra queste figurano, in particolare, i pacchetti di proposte normative su «economia circolare», «mobilità e cambiamenti climatici» nonché «energia pulita». Pag. 73
  Sempre in via preliminare – con riguardo ai temi ambientali – nel testo si evidenzia che nel corso dell'attuale legislatura l'Unione europea ha investito nell'Unione dell'energia per promuovere approvvigionamenti energetici sostenibili, indipendenti e sicuri per i cittadini. In questo quadro si afferma come l'Unione europea si sia posta alla guida della lotta mondiale contro i cambiamenti climatici con una legislazione che mira a ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40 per cento entro il 2030, in linea con l'Accordo di Parigi.
  Nell'Allegato I, che elenca le nuove iniziative, per quanto di competenza della Commissione, figura l'annuncio di iniziative non legislative relative all'attuazione dell'Accordo di Parigi per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, al completamento dell'Unione dell'energia, nonché con riguardo al nuovo quadro istituzionale per le politiche in materia di energia e clima.
  Nel Programma dei 18 mesi del Consiglio figura come prioritario il completamento dei negoziati sul pacchetto «Energia pulita» e di quelli relativi ai provvedimenti sulla mobilità e sul clima, sulla base del quadro dell'Unione per l'energia, con particolare attenzione alla sua integrazione nelle politiche nazionali degli Stati membri e all'attuazione di piani integrati per l'energia e il clima. Continuerà inoltre ad essere promossa la strategia a lungo termine dell'Unione per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra conformemente all'Accordo di Parigi.

  Il sottosegretario Salvatore MICILLO si riserva di intervenire in una successiva seduta.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.20.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Martedì 29 gennaio 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO.

  La seduta comincia alle 13.20.

Sui lavori della Commissione.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, ricorda che il 9 gennaio 2019 è stata assegnata alle competenti Commissioni parlamentari la proposta di nomina del generale di corpo d'Armata Antonio Ricciardi a presidente dell'Ente parco nazionale del Circeo.
  In base al disposto regolamentare dell'articolo 143, comma 4 del Regolamento, il termine per l'espressione del parere è di venti giorni, prorogabile una sola volta per non più di dieci giorni dal Presidente della Camera. Il suddetto termine scade dunque oggi stesso.
  Tuttavia, tenuto conto dell'esito negativo del voto sulla proposta da parte della competente Commissione del Senato, avvenuto in data 16 gennaio 2019, avverte di aver ritenuto di non procedere ancora – per evidenti ragioni di economia procedurale – al suo inserimento nel calendario dei lavori della Commissione.
  Al riguardo, tiene in ogni caso a precisare che ha ottenuto rassicurazioni dal Governo sulla circostanza che non procederà alla nomina senza aver prima acquisito il parere di questa Commissione che, come da prassi, potrà quindi intervenire anche dopo la scadenza del termine, qualora si verifichino le condizioni che suggeriscano di procedere all'esame della proposta.

  La Commissione prende atto.

  La seduta termina alle 13.25.

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