CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 novembre 2018
87.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
Pag. 24

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Mercoledì 7 novembre 2018. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Angelo Tofalo.

  La seduta comincia alle 10.05.

Sulla morte del vice brigadiere Emanuele Reali.

  Gianluca RIZZO, presidente, prima di iniziare la seduta, desidera esprimere il più profondo cordoglio ai familiari del Vice Brigadiere Emanuele Reali, che ieri sera, a Caserta, ha perso la vita travolto da un treno durante un inseguimento di un malvivente.
  Anche a nome dei colleghi della Commissione difesa, manifesta quindi commossa vicinanza alla famiglia, al Comandante Generale Nistri e a tutta l'Arma dei Carabinieri.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che è pervenuta la richiesta che della seduta sia data pubblicità anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa per il triennio 2018-2020.
Doc. CCXXXIV, n. 1.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Emanuela CORDA (M5S), relatrice, introduce l'esame del documento previsionale programmatico per la difesa (D.P.P) osservando, preliminarmente, che l'atto si inserisce nel quadro delle relazioni che in base alla normativa vigente il Ministero della Difesa è tenuto a trasmettere al Parlamento e vertenti sulle materie indicate dall'articolo 536 del codice dell'ordinamento militare.
  Ricorda, quindi, che la presentazione al Parlamento di questo importante documento è stata prevista dalla legge n. 244 del 2012 sulla Revisione in senso riduttivo dello strumento militare.
  Tale legge ha, infatti, previsto la presentazione annuale, entro la data del 30 aprile, di un «piano di impiego pluriennale» Pag. 25finalizzato a riassumere: il quadro generale delle esigenze operative delle Forze armate, comprensive degli indirizzi strategici e delle linee di sviluppo capacitive; l'elenco dei programmi d'armamento e di ricerca in corso e il relativo piano di programmazione finanziaria, indicante le risorse assegnate a ciascuno dei programmi per un periodo non inferiore a tre anni, compresi i programmi di ricerca o di sviluppo finanziati con risorse allocate nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico; le spese relative alla «funzione difesa», comprensive delle risorse assegnate da altri Ministeri.
  Evidenzia poi che, nel solco della profonda opera di rinnovamento intrapresa a partire dal 2017, il documento programmatico pluriennale per la difesa per il triennio 2018-2020, pur mantenendo gli elementi informativi cui deve rimanere saldamente ancorato in virtù dei disposti normativi, si presenta ulteriormente rinnovato nella struttura e nella veste grafica ed offre informazioni e approfondimenti sulle questioni che assumono una particolare rilevanza non solo per la Difesa ma per tutto il Paese, sulle quali appare doveroso sviluppare un confronto ad ampio respiro che coinvolga tutte le componenti sociali e politiche nazionali.
  Infatti, come precisato nella prefazione al documento, «negli ultimi anni lo strumento militare italiano si è rinnovato profondamente e le Forze armate di oggi esprimono capacità di livello superiore rispetto al passato».
  Sempre nella prefazione si precisa che «nel continuare ad assolvere pienamente i compiti istituzionali e concorsuali previsti dalla legge, la Difesa sta profondendo un significativo sforzo volto a una riduzione calibrata del numero delle forze, a un efficace riassetto organizzativo e strutturale, nonché a un incremento marcato delle capacità operative delle Forze armate, sviluppando – in un'ottica di sostenibilità finanziaria – quelle iniziative e quei programmi che sono necessari ad assicurare allo strumento militare modernità e capacità idonee per fronteggiare efficacemente le sfide presenti e future alla sicurezza e difesa del Paese».
  Pertanto – prosegue il documento – «bilanciare la dimensione quantitativa con quella qualitativa dello strumento militare rappresenta una delle principali sfide della Difesa, un impegno reale da attuare con continuità, al fine di consentire al Paese di disporre di Forze armate moderne, interforze, integrate, efficaci, efficienti, economicamente sostenibili, eticamente allineate ed energeticamente neutre».
  Ciò premesso, segnala che anche per il triennio 2018-2020 il D.P.P. è composto di tre parti: la prima è riferita all'impegno nazionale nel contesto di riferimento; la seconda, allo sviluppo dello strumento militare; la terza, al bilancio della difesa. Il documento reca, inoltre, sette allegati.
  In particolare, si sofferma sull'allegato C che riporta le schede descrittive delle singole missioni internazionali, sottolineando che il documento pone particolare attenzione alle criticità che interessano i vari teatri operativi cui l'Italia partecipa, alle aree di crisi e di instabilità politica che costituiscono una priorità per gli interessi del nostro Paese e alle strategie di intervento adottate. Oltre al teatro libico, che costituisce l'emergenza più attuale, insieme a quello nigerino a seguito di una richiesta di intervento da parte del governo nazionale, ricorda che in Afghanistan è in corso una graduale riduzione del contingente italiano, pur mantenendo una presenza a supporto delle istituzioni volta a garantire il processo di transizione, che la missione in Libano è un caposaldo dell'intervento militare italiano e che l'area balcanica rimane ancora di estrema importanza per il nostro Paese.
  Osserva, inoltre, che l'allegato D illustra le priorità politiche che sono alla base del bilancio finanziario della Difesa per il prossimo triennio 2019-2021, mentre l'allegato G riporta le condizioni contrattuali e le eventuali clausole penali relative ai singoli programmi d'armamento e di ricerca in corso di svolgimento.
  Con riguardo alla prima parte, in linea di continuità con il precedente D.P.P. e nel Pag. 26solco dell'analisi geopolitica internazionale delineata nel Libro bianco per la sicurezza internazionale 2015, il documento programmatico pluriennale riferito al triennio 2018-2020 conferma un contesto internazionale complesso, conflittuale e fortemente dinamico, influenzato da molteplici dinamiche politiche, economiche, sociali, culturali, demografiche e ambientali, che incidono e spesso modificano gli equilibri geopolitici mondiali.
  Inoltre, registra «un ritorno della competizione militare fra gli Stati, declinata sia nell'incremento degli investimenti per l'acquisizione di moderni sistemi di armamento e la ricostituzione di capacità convenzionali progressivamente abbandonate nei decenni passati, sia nel ritorno della minaccia missilistica e nucleare e nell'accentuarsi di quella cibernetica, in costante trend di crescita in termini di sofisticazione, pervasività e persistenza».
  Con riferimento alla natura delle minacce, particolare attenzione viene data alla sicurezza energetica e agli attacchi compiuti con strumenti cibernetici. Questi, infatti, come evidenziato anche nella nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza per il 2018 e nelle comunicazioni rese dal Ministro della difesa lo scorso 26 luglio davanti alle Commissioni difesa della Camera e del Senato, vengono definiti estremamente pericolosi ed in grado di determinare effetti distruttivi analoghi a quelli prodotti con armi convenzionali e idonei ad incidere sull'esercizio di libertà essenziali per il sistema democratico.
  Per quanto riguarda, invece, le aree geografiche che destano maggiore preoccupazione in termini di sicurezza e stabilità, il documento pone particolare attenzione alla regione euro-mediterranea, confermando che la Libia, per ragioni storiche e per gli interessi nazionali in materia di sicurezza anche energetica, costituisce una priorità strategica per l'Italia. Tra l'altro, nel 2018, per rendere l'azione di assistenza e supporto in Libia maggiormente incisiva ed efficace – sostenendo il governo libico nella pacificazione e stabilizzazione del Paese e nel rafforzamento delle attività di controllo dell'immigrazione illegale, nonché di contrasto dei traffici illeciti e delle minacce alla sicurezza, in armonia con le linee d'intervento decise dalle Nazioni Unite e in risposta alle richieste delle autorità libiche – l'Italia ha riconfigurato e razionalizzato in un unico dispositivo le varie iniziative precedentemente avviate, confluite ora nella missione di assistenza e supporto italiana in Libia.
  Per quanto concerne la regione del Sahel, il documento esprime preoccupazione per la situazione in Niger, reputato un Paese fondamentale per la sicurezza dell'area e nel cui territorio transitano traffici illegali che contribuiscono anche alla destabilizzazione della Libia.
  A tale proposito, il documento ricorda che il Governo nigerino ha formalizzato una richiesta di assistenza tecnico-militare, coerente con l'Accordo di cooperazione bilaterale in materia di difesa sottoscritto nell'anno 2017, cui l'Italia ha risposto con un programma di sviluppo delle capacità militari e di sicurezza locali legati alla sorveglianza del territorio.
  Con specifico riferimento al conflitto siriano e ai Paesi confinanti, il D.P.P. sottolinea come nell'intera regione continuino a operare sia formazioni dell'estremismo jihadista, sia attori statali di livello regionale e globale mossi da differenti agende politiche. In Iraq la Comunità internazionale ha saputo contenere l'avanzata dell'ISIS ma sarà necessario mantenere presenza e impegno di tutti gli attori sul territorio per scongiurare il ritorno e avviare il processo di stabilizzazione.
  Passando al Libano, il documento richiama la partecipazione del nostro Paese alla missione UNIFIL e alla missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi (MIBIL) sottolineando come l'impegno italiano in Libano assicuri «frutti importantissimi per il mantenimento della pace e di ragionevoli livelli di sicurezza in tutta l'area, malgrado la regione circostante continui ad essere sconvolta da violenze di ogni genere».
  Infine, con riferimento all'Afghanistan il documento descrive un insieme di luci ed ombre in quanto, da un lato, la società Pag. 27civile ha cercato di fare passi in avanti; dall'altro, a causa del perdurare di uno stato di guerra, si sottolinea il rischio di un nuovo scivolamento verso il disordine e la violenza estremista, evidenziando che i Talebani e gli altri gruppi terroristici, «che negli ultimi anni sono stati aspramente combattuti dalle forze di sicurezza afgane anche al prezzo di gravi perdite», conservano la capacità di colpi di mano improvvisi, che mirano a sovvertire l'ordine politico del Paese e a sottrarre al controllo del governo legittimo le regioni più vulnerabili.
  Sempre con riferimento alla partecipazione italiana in tale teatro operativo il documento sottolinea che nel 2018 «il nostro impegno continuerà a restare forte e sempre più orientato verso l'aiuto alle legittime autorità locali, affinché esse possano occuparsi autonomamente della sicurezza nazionale, prevedendo tuttavia una progressiva contrazione della partecipazione nazionale, che salvaguarda in ogni caso tutte le capacità di maggiore valore operativo».
  Accanto all'impegno nell'ambito delle missioni internazionali (ONU/NATO) e alla partecipazione al processo di integrazione in ambito EU, il documento in esame pone particolare attenzione anche al ruolo essenziale che le Forze armate italiane continuano a svolgere sul territorio nazionale, ove concorrono, in maniera spesso determinante, nell'ambito di interventi volti alla salvaguardia delle libere istituzioni e nello svolgimento di compiti specifici in circostanze di pubblica calamità ed in altri casi di straordinaria necessità e urgenza.
  Tra le principali attività in cui la Difesa è impegnata sul territorio nazionale sono citate l'Operazione «Mare Sicuro», che svolge compiti di sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale, e l'Operazione «Strade Sicure», volta ad assicurare il concorso alle Forze di Polizia nelle attività di vigilanza e sorveglianza degli obiettivi sensibili di carattere diplomatico, religioso e di pubblica utilità, nonché dei Centri di permanenza per il rimpatrio e dei valichi di frontiera.
  Il D.P.P. fa inoltre presente come, a fronte del perdurare della situazione di criticità nelle aree dell'Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2016-2017, la Difesa stia continuando a operare, in concorso al Dipartimento della Protezione Civile, a supporto della popolazione colpita nelle regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, attraverso l'impiego di un «Task Group» del Genio, per la condotta di attività di demolizione, rimozione e trasporto delle macerie, attività indispensabili per consentire la progressiva ricostruzione e normalizzazione delle aree colpite.
  La seconda parte del documento è dedicata allo sviluppo progressivo di quello che viene definito uno strumento militare bilanciato in termini qualitativi, quantitativi e capacitivi. In particolare, in tale sezione sono individuati gli indirizzi strategici della Difesa nel prossimo triennio, le esigenze operative e le linee di sviluppo capacitivo di medio e lungo termine delle Forze armate, con specifico riferimento all'analisi dei principali programmi d'investimento della Difesa in corso di esecuzione e di quelli che si ritiene necessario avviare in una fase successiva nella misura in cui saranno reperite le necessarie risorse finanziarie.
  La tutela degli interessi vitali del Paese contro possibili attacchi, convenzionali e non, al territorio nazionale, alla popolazione, ai beni materiali e immateriali, continua a essere considerata la missione prioritaria per le nostre Forze armate, anche in considerazione dell'ampio spettro delle minacce che attentano alla sicurezza interna e alla Difesa.
  Al riguardo, particolare attenzione è riservata alle cosiddette minacce asimmetriche, ai potenziali attacchi di natura ibrida e a quelli condotti da realtà non statali e agli attacchi condotti con strumenti cibernetici in grado di produrre effetti distruttivi analoghi a quelli prodotti attraverso l'impiego di armi convenzionali. Segue un'analisi delle capacità in relazione alle differenti componenti: terrestre, aerea, navale, spaziale e di polizia ad ordinamento militare.Pag. 28
  Individuate le linee di sviluppo capacitivo, vengono a seguire illustrati i principali programmi di investimento della Difesa (per schede) ovvero i programmi di ammodernamento/rinnovamento che la Difesa intende avviare nel corrente esercizio finanziario, quelli che intende avviare ma al momento privi di disponibilità e quelli operanti.
  La rimodulazione dei profili finanziari, inerenti ai programmi pluriennali, di cui si prevede un finanziamento a valere delle risorse attestate sul bilancio del Ministero dello sviluppo economico, è data sia dal Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, di cui all'articolo 1, comma 140, della legge di bilancio 2017, sia dal rifinanziamento della legge n. 266 del 1997. Tale rimodulazione, volta a ridurre i livelli di spesa nel brevissimo periodo, ha consentito il recupero, con riferimento all'esercizio finanziario 2019, di risorse che saranno adeguatamente dilazionate in un arco temporale decennale.
  Infine vi è l'eliminazione, dalla programmazione operante, del programma «Polo unico della Difesa» e la contestuale previsione, nell'ambito della stessa sezione del programma «Alloggi della Difesa», volto ad assicurare interventi di costruzione e ristrutturazione delle infrastrutture alloggiative che insistono nell'area romana. Al termine della seconda parte, passando, appunto, al settore infrastrutturale, il documento ricorda l'ampiezza dell'attuale patrimonio immobiliare della Difesa e le connesse esigenze di ammodernamento e rinnovamento e riafferma che la Difesa proseguirà nel processo di dismissione degli immobili non più funzionali alle proprie esigenze e pianificherà in maniera strategica i singoli interventi in modo da gestire con oculatezza le risorse disponibili in funzione delle effettive esigenze di mantenimento in efficienza del complesso patrimonio infrastrutturale.
  Proseguirà, pertanto, il periodico accertamento sismico delle infrastrutture al fine di garantirne la funzionalità anche in situazioni di catastrofi naturali e sarà sviluppato un «ingente programma di bonifiche ambientali su poligoni e sulle infrastrutture» anche al fine di dotare le richiamate strutture di appositi strumenti tecnici idonei ad «attuare il più efficace controllo delle attività, al fine di prevenire o mitigare i potenziali impatti negativi a cui il personale dipendente, la popolazione e l'ambiente possono essere sottoposti».
  Passando alla parte terza, che analizza il bilancio della Difesa, il documento rileva, innanzitutto, che in base legge di Bilancio di 2018 (legge 27 dicembre 2017, n. 205) la dotazione complessiva delle risorse a disposizione per il 2018 ammonta a 20.968,9 milioni di euro, pari all'1,19 per cento del PIL previsionale. Le assegnazioni per il 2019 ammontano invece a 21.017,0 milioni, pari all'1,15 per cento, e quelle per il 2020 a 20.646,1 milioni, pari all'1,10 per cento.
  Attraverso una serie di grafici il D.P.P. analizza l'andamento delle risorse stanziate per la Difesa in un'arco temporale decennale. In particolare, con riferimento al trend di bilancio relativo alle «Risorse destinate alla difesa»- comprensive di quelle per le missioni internazionali, dei finanziamenti allocati presso il Ministero dello sviluppo economico e dei costi relativi alla funzione di polizia dei carabinieri – si registra come nell'ultimo decennio vi sia stato un andamento altalenante a causa delle circostanze legate alla crisi economica iniziata nel 2007 e dei discendenti interventi di revisione della spesa pubblica. Si è passati così dai 23.655,6 milioni di euro del 2008 ai 24.742,2 milioni del 2018. Il documento, inoltre, evidenzia il trend negativo delle citate risorse rapportate con i rispettivi valori di PIL passate, nel corso dell'ultimo decennio, dal valore di 1,51 per cento all'attuale rapporto di 1,40 per cento.
  Un andamento in diminuzione si registra anche per il trend del bilancio ordinario della Difesa, passato da un valore pari a 21.132,4 milioni di euro nel 2008 a 20.968,9 milioni nel 2018, così come per rapporto rispetto al PIL che ha subito una diminuzione essendo passato dall'1,35 per cento del 2008 all'1,19 per cento del 2018.
  Con riferimento ai finanziamenti allocati presso il Ministero dello sviluppo Pag. 29economico, ma destinati ad investimenti nel settore della difesa, il D.P.P. evidenzia un andamento crescente con risorse pari 1.515,2 milioni di euro nel 2008 e 2.777,6 milioni nel 2018 che compensa parzialmente il contestuale abbattimento degli stanziamenti ad un settore strategico quale quello degli investimenti della Difesa, mentre gli stanziamenti per le missioni internazionali – che dal 2017 sono finanziate da un Fondo istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e finanze – hanno avuto un andamento tendenzialmente decrescente negli ultimi anni. Per il 2018 tale stanziamento è pari a 995,7 e il documento osserva che tale fondo sarà oggetto di rifinanziamenti al fine di soddisfare l'intero fabbisogno programmatico pari a 1.113 milioni di euro.
  Un apposito paragrafo del D.P.P. analizza poi il bilancio del dicastero della Difesa nella sua tradizionale articolazione per funzioni.
  In particolare, la «funzione difesa» comprende tutte le spese necessarie all'assolvimento dei compiti istituzionali dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, nonché dell'area interforze e della struttura amministrativa e tecnico-industriale del Ministero. La «funzione sicurezza del territorio» comprende tutti gli stanziamenti destinati all'Arma dei carabinieri, ivi compresi quelli derivanti dall'assorbimento dell'ex Corpo forestale dello Stato per l'assolvimento dei propri compiti istituzionali di natura specificamente militare. Le «funzioni esterne» attengono alle esigenze correlate ad attività affidate al dicastero, ma non specificamente rientranti nei propri compiti istituzionali. Infine, la quarta funzione attiene alle «pensioni provvisorie del personale in ausiliaria», relative ai trattamenti economici corrisposti al personale militare in ausiliaria e a talune altre esigenze non correlate al trattamento economico in attività.
  Ciò premesso, anche in questo caso attraverso l'ausilio di grafici e tabelle, il D.P.P. dà conto dell'evoluzione nel tempo degli stanziamenti relativi alle richiamate funzioni.
  Nel dettaglio, nel 2018 la spesa totale è pari a 20.969 milioni di euro di cui 13.797,2 milioni per la funzione difesa, 6.632,8 milioni per la funzione sicurezza del territorio, 147,6 milioni per le funzioni esterne e 391,4 milioni per le pensioni provvisorie del personale in ausiliaria.
  In termini percentuali, rispetto alla spesa totale, la funzione difesa è pari al 66 per cento, la funzione sicurezza del territorio al 31 per cento, le funzioni esterne all'1 per cento e le pensioni provvisorie sono pari al 2 per cento.
  Con riguardo alla funzione difesa le previsioni di spesa sono suddivise nei settori del personale, dell'esercizio e dell'investimento.
  Il settore del personale raggruppa tutte le spese destinate alla retribuzione del personale (militare e civile); il settore esercizio include, invece, tutte le voci di spesa correlate alle attività di addestramento e formazione, piccola manutenzione dei mezzi, mantenimento delle scorte e altre voci destinate a garantire la funzionalità e l'efficienza dello strumento militare; il settore investimento, infine, raggruppa le spese destinate all'ammodernamento e rinnovamento dello strumento militare, al suo sostegno (ricostruzione scorte e grandi manutenzioni) nonché alla ricerca.
  In termini di autorizzazione di spesa, la funzione difesa ha risorse complessive pari a 13.797 milioni di euro, di cui 10.073 milioni per il personale, 1.419 milioni per l'esercizio e 2.305 milioni per l'investimento. La distribuzione delle risorse è pertanto quasi interamente assorbita dalle spese per il personale, pari al 73 per cento, mentre all'esercizio e all'investimento vengono destinate il 10 per cento e il 17 per cento delle rimanenti risorse.
  Con riguardo alle spese per il personale, il documento evidenzia che la progressiva riduzione degli organici, tesa al raggiungimento del traguardo previsto per il 2024 delle 150.000 unità di personale militare, si realizza di fatto con provvedimenti di contenimento della spesa pubblica nel settore del personale che incidono in maniera significativa sulle capacità Pag. 30di assunzione della componente militare, ovvero, con notevole riduzione dei reclutamenti nell'intero comparto. Tale processo, con particolare riferimento ai prossimi anni, fa sì che le consistenze scendano da 172.657 unità del 2017, a 171.079 unità nel 2018, a 170.155 unità nel 2019 e a 168.929 unità nel 2020.
  Nel macro aggregato dell'esercizio sono invece comprese tutte le spese afferenti all'acquisto di beni e servizi e, più in generale, quelle correlate al mantenimento in efficienza e all'operatività dello strumento militare.
  Il documento segnala poi che la contrazione di risorse per il settore esercizio è stata particolarmente rilevante e, nel decennio dal 2008 al 2018, si è arrivati ad un taglio degli stanziamenti di circa il 47 per cento, passando da 2,7 miliardi di euro ai circa 1,4 miliardi attuali e che, dall'analisi delle dotazioni previste per il settore esercizio, la legge di Bilancio 2018-2020 ha confermato un'inversione del trend di riduzione rilevatosi negli ultimi anni, con un lieve incremento delle risorse e con l'auspicio che detto «incremento» sia maggiormente rapportato alle effettive esigenze di manutenzione e supporto in servizio dei sistemi d'arma e delle piattaforme operative delle Forze armate.
  Passando al settore dell'investimento, il D.P.P evidenzia che esso è associato alla necessità di adeguare i mezzi e i materiali delle Forze armate alle mutate esigenze e ai processi di rapida obsolescenza cui sono legati i sistemi ad alta tecnologia, caratteristici degli strumenti militari moderni con cui è necessario mantenere un sempre più elevato grado d'interoperabilità. Inoltre, evidenzia come i relativi programmi di ammodernamento e rinnovamento, che, per loro natura, vista la complessità dello sviluppo, spesso richiedono tempi di realizzazione medio-lunghi, sono di frequentemente avviati in cooperazione multinazionale, sia per meglio ripartire i costi fissi, sia per conseguire lo sviluppo sinergico di capacità.
  Ad avviso del documento «essi rappresentano un notevolissimo fattore di sviluppo industriale in settori a elevato contenuto tecnologico, motore del progresso economico del Paese, quali quello aerospaziale, l'elettronico, il meccanico avanzato e quello della cantieristica navale». Ciò richiede, tuttavia, la sottoscrizione di accordi internazionali cogenti, che in genere prevedono forti disincentivi all'uscita o alla riduzione della partecipazione di un membro, ed anche onerose penali per la ritardata messa in disponibilità dei finanziamenti previsti. A questo proposito il D.P.P. auspica l'avvio di una complessa opera di riforma e di adeguamento attraverso l'adozione di una legge pluriennale – di respiro almeno sessennale – per i maggiori investimenti della Difesa.
  Il documento ricorda inoltre come, al fine di assicurare maggiori investimenti nel campo della difesa, l'articolo 1, comma 140, della legge di Bilancio 2017 abbia previsto l'istituzione di uno specifico fondo, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze, finalizzato al «finanziamento degli investimenti e allo sviluppo infrastrutturale del Paese» in settori di spesa specificamente individuati tra i quali rientra anche il settore della difesa.
  Nel dettaglio, alla Difesa sono state assegnate risorse pari a 12,7 miliardi di euro, comprensive di 2,8 miliardi destinate al finanziamento delle imprese sul bilancio del Ministero dello Sviluppo economico di interesse della Difesa.
  Il D.P.P. segnala che, sebbene le risorse del fondo investimenti e, in termini assoluti, il flusso di risorse derivanti dal riparto del fondo stesso rappresenti senza dubbio un aspetto positivo per il budget della Difesa, tuttavia è necessario evidenziare come l'allocazione delle risorse negli anni si sia notevolmente sbilanciata nel lungo periodo piuttosto che nel breve-medio termine. Infatti, analizzando le risorse stanziate a favore della Difesa derivanti dal riparto del fondo si rileva come circa l'80 per cento della totalità degli stanziamenti si concentri dal 2027 in poi. Tale assetto finanziario, ad avviso del D.P.P. rende particolarmente difficoltoso Pag. 31l'avvio in tempi brevi di taluni programmi per l'acquisizione di mezzi considerati ad alta valenza strategica.
  Infine, il documento sottolinea che la legge di bilancio per il 2018, all'articolo 1, comma 1072, ha rifinanziato il citato fondo il cui schema di riparto è in corso d'esame essendo stato assegnato in data 23 ottobre 2018 alla Commissione bilancio.
  Con riferimento, invece, alla Funzione «Sicurezza del Territorio» – connessa alle esigenze finanziarie dell'Arma dei carabinieri – lo stanziamento previsionale per l'esercizio finanziario 2018 ammonta a circa 6.632,8 milioni di euro.
  Il D.P.P. segnala che tale stanziamento risulta al netto dei risparmi di spesa previsti dal decreto legislativo n. 177 del 2016, che ha disposto l'assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei carabinieri e che dalle disponibilità di bilancio relative alla «missione 18» ( sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente) sono state già sottratte, con legge di bilancio, le risorse transitate alle altre amministrazioni interessate.
  Quanto alle spese non direttamente collegate ai compiti istituzionali della Difesa, queste si integrano con la struttura del bilancio dello Stato per mezzo dell'aggregato finanziario delle «Funzioni Esterne», relativo al soddisfacimento di specifiche esigenze regolate da leggi e decreti.
  Lo stanziamento previsionale per il 2018 ammonta a 147,6 milioni di euro con un incremento di 6,5 milioni sulle assegnazioni 2017. Per gli anni 2019 e 2020 gli stanziamenti previsionali si assestano, rispettivamente, a 148,2 milioni e 147,2 milioni.
  Infine, con riguardo alla categoria dell'ausiliaria che comprende il personale militare che a seguito di cessazione dal servizio per raggiungimento del limite di età previsto per il grado rivestito o a domanda ha manifestato la propria disponibilità a prestare servizio nell'ambito del comune o della provincia di residenza presso l'amministrazione di appartenenza o altra amministrazione, il D.P.P. evidenzia che il particolare istituto, tipico del personale militare, compresa la Guardia di Finanza, è volto a remunerare vincoli ed obblighi posti dal legislatore in capo a soggetti che abbiano già raggiunto i limiti d'età vigenti, ma ancora idonei sotto il profilo fisico-sanitario ed il cui trattamento ordinario, diversamente, sarebbe erogato dall'INPS.
  Per l'anno 2018 lo stanziamento previsionale ammonta a 391,4 milioni di euro, con un decremento di 5,1 milioni rispetto alla dotazione 2017, dovuto, in parte, alla riduzione, dal 70 per cento al 50 per cento, dell'indennità di ausiliaria prevista, già a decorrere dal 2015, dalla legge di stabilità 2015. Per gli anni 2019 e 2020 gli stanziamenti previsionali si attestano, rispettivamente, a 395,5 milioni e a 395,0 milioni.
  Nell'ultima sezione relativa alla parte III, si analizza il settore investimento della Difesa in concorso con altri Dicasteri: Ministero dello sviluppo economico e Ministero dell'economia e finanze. Ulteriore lettura per gli investimenti è data in chiave NATO.

  Elio VITO (FI) ritiene ampia e esaustiva l'illustrazione del documento svolta dalla relatrice e, tuttavia, considera necessario un approfondimento dei numerosi temi toccati attraverso un breve ciclo di audizioni qualificate.
  In particolare, prospetta la possibilità di acquisire elementi di informazione utili attraverso l'audizione del Ministro della difesa, del Capo di stato maggiore della difesa, del Segretario generale della difesa e del Ministro dello sviluppo economico.

  Emanuela CORDA (M5S), relatrice, manifesta perplessità sulla proposta avanzata dall'onorevole Vito in quanto la programmazione di un ciclo di audizioni potrebbe determinare un eccessivo protrarsi dei tempi d'esame del documento programmatico pluriennale della Difesa.
  Si dichiara disponibile, invece, a svolgere un dibattito approfondito che potrà consentire di far emergere tutti gli spunti di riflessione utili a predisporre un documento finale ampiamente condiviso.

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  Salvatore DEIDDA (FdI) concorda con le valutazioni del deputato Vito riguardo l'utilità di approfondire i principali temi affrontati nel documento programmatico pluriennale per la difesa attraverso lo svolgimento di un ciclo di audizioni ed evidenzia che i dati riportati nel documento forniscono una fotografia delle risorse a disposizione della Difesa suscettibile di profondi mutamenti in seguito all'approvazione della legge di bilancio dello Stato.
  Occorre, infatti, comprendere quale sarà la dotazione finanziaria del bilancio della Difesa per i prossimi anni per evitare che le dichiarazioni fatte del documento programmatico pluriennale della Difesa rimangano soltanto delle aspirazioni destinate a non tradursi in realtà.
  Esprime, poi, preoccupazione per quello che potrebbe essere il quadro in cui i contingenti di militari italiani impegnati nelle missioni all'estero potrebbero trovarsi a operare e sottolinea, in particolare, la situazione del teatro libanese dove il numero dei profughi siriani ha oramai superato la cifra di due milioni, nonché dello scacchiere del Mediterraneo che richiede un potenziamento dei controlli per garantire la sicurezza interna del nostro Paese.
  Infine, lamenta come nella legge di bilancio 2019 che è stata presentata in questi giorni non siano state inserite misure in grado di soddisfare le esigenze derivanti dalla carenza di personale dell'Arma dei carabinieri e dal riordino dei ruoli delle Forze armate.

  Roberto Paolo FERRARI (Lega) ritiene pertinenti le considerazioni della relatrice riguardo alla dubbia utilità di svolgere un ciclo di audizioni poiché sono già stati acquisiti importanti elementi conoscitivi sulle missioni dei contingenti militari all'estero, sia attraverso l'audizione della Ministra Trenta sulle linee programmatiche del dicastero della Difesa, sia tramite una visita in Libano effettuata da una delegazione della Commissione.
  Evidenzia, poi, come sia necessario focalizzare l'attenzione sulle cose che realmente occorre approfondire al fine di evitare un dibattito fine a se stesso e sviluppare, invece, un percorso costruttivo che consenta di capire quali siano le necessità della Difesa in termini di uomini e mezzi e, quindi, orientare il Governo a sostenere tali scelte con le necessarie risorse.

  Gianluca RIZZO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.30.