CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 7 marzo 2019
153.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 7 marzo 2019. — Presidenza del presidente Sergio BATTELLI.

  La seduta comincia alle 9.35.

DL 4/2019: Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni.
C. 1637 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alle Commissioni XI e XII).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 6 marzo 2019.

  Sergio BATTELLI, presidente, ricorda che il termine per la conversione del decreto-legge in esame scadrà il 29 marzo 2019 e che è stato inserito nel calendario dell'Assemblea a partire dal 18 marzo. Ricorda altresì che nella seduta di ieri la relatrice, Antonella Papiro, ha illustrato i contenuti del provvedimento e si è svolto il dibattito, al termine del quale la relatrice si è riservata di fornire alcuni chiarimenti. Chiede quindi alla relatrice se intende replicare alle richieste di approfondimento Pag. 65avanzate nella seduta di ieri e se sia già nelle condizioni di presentare una proposta di parere.

  Antonella PAPIRO (M5S), relatrice, in replica alle osservazioni del deputato Pettarin, in ordine alla pretesa violazione del principio di sussidiarietà, ringraziandolo comunque per il garbo e la puntualità con cui interviene e per le osservazioni sempre stimolanti che offre alla Commissione, fa presente preliminarmente di non poterle condividere. Ricorda, anzitutto che il principio di sussidiarietà è inteso come l'idea per cui la fonte della regolazione normativa è tanto più giusta ed efficace quanto più sia vicina al fenomeno socio-economico cui si riferisce: in virtù dello stesso principio, se il fenomeno socio-economico che ha bisogno di regolazione investe dimensioni territoriali o sociali più ampie, occorre disciplinarlo con fonti del diritto di rango via via più elevato. Ritiene che quella che importa in questa sede, è l'interpretazione del rapporto di sussidiarietà tra ordinamento europeo e sistema normativo nazionale, cui si riferisce l'articolo 5 del Trattato sull'Unione europea. In tal senso, ricorda che, al comma 2, il predetto articolo 5 fissa anzitutto il principio di attribuzione, in virtù del quale l'Unione europea agisce solo nei campi che le sono espressamente attribuiti dai Trattati. Quanto ai restanti settori, osserva che tra Unione europea e Stati membri vige il principio di sussidiarietà, secondo cui l'Unione interviene soltanto se e in quanto gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere conseguiti in maniera sufficiente dagli Stati membri, né a livello centrale, né a livello regionale e locale, ma possono, a motivo della portata e degli effetti dell'azione in questione essere conseguiti meglio a livello di Unione. Sottolinea che l'ordinamento dell'Unione europea – in altre parole – riconosce che i vari indirizzi europei pongono principi generali e valevoli finché l'esigenza di uniformità e uguaglianza formale in Europa prevalga sulla dimensione nazionale e locale. Laddove invece gli obiettivi dello spazio giuridico economico e del mercato interno possano essere conseguiti con regole sagomate in ambito nazionale, l'ordinamento dell'Unione europea consente l'intervento della regolazione domestica. Evidenzia che ulteriori specifiche sul principio di sussidiarietà sono contenute nel Protocollo 2 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, il cui articolo 8 prevede anche che gli Stati membri possono ricorrere alla Corte di giustizia per violazione del principio di sussidiarietà da parte delle istituzioni comunitarie. Rammenta un famoso esempio di ricorso ai sensi dell'articolo 8 del Protocollo 2: la causa C-358/14 della Polonia contro il Consiglio e il Parlamento europeo sulla direttiva contro il tabagismo (direttiva 2014/40/UE). La Polonia riteneva che la protezione della salute dal fumo potesse essere più efficacemente in sede nazionale e ha chiesto l'annullamento della direttiva. La Corte di giustizia ha respinto il ricorso.
  Ritiene quindi che il principio di sussidiarietà in campo europeo non trovi luogo nella discussione sul provvedimento in titolo, che non concerne un atto normativo dell'Unione europea ma un decreto-legge nazionale. Né crede che un tema di sussidiarietà possa essere sollevato a livello interno, ai sensi dell'articolo 118 della Costituzione, tra il piano nazionale e quello regionale, che inerisce alle funzioni amministrative e non a quelle legislative, problematica che – evidentemente – esula dalla competenza della Commissione. Ricorda, peraltro, che l'articolo 119 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea stabilisce che le politiche economiche dei singoli Stati membri sono materia di interesse comune e pertanto – sia pure indirettamente – ritiene che il provvedimento sul contrasto della povertà e sulla «quota 100» in materia pensionistica è coerente con gli obiettivi dell'Unione, affermati negli articoli 34 e 25 della Carta di Nizza, come del resto era stato evidenziato nella relazione svolta. In replica a quanto osservato dalla deputata Rossello, che ringrazia per il contributo alla discussione, ritiene che quanto segnalato attenga a profili di stretta competenza delle Commissioni di merito assegnatarie del provvedimento Pag. 66in via primaria, vale a dire le Commissioni Lavoro e Affari sociali. Formula quindi una proposta di parere favorevole sul provvedimento in titolo (vedi allegato).

  Emanuela ROSSINI (Misto-Min.Ling.), invita la relatrice ad inserire nella sua proposta di parere due condizioni volte a tutelare le prerogative connesse alle autonomie speciali, soprattutto di quelle legate a vincoli derivanti da accordi internazionali, e a introdurre una clausola che salvaguardi misure aventi finalità analoghe a quelle del reddito di cittadinanza adottate secondo l'ordinamento statutario delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano. Preannuncia che, in caso di mancato inserimento delle predette condizioni, il suo voto sulla proposta di parere sarà contrario.

  Cristina ROSSELLO (FI) preannuncia il voto contrario del gruppo Forza Italia.

  Piero DE LUCA (PD) nell'evidenziare come li questioni dell'inclusione sociale e della lotta alla povertà siano meritevoli dell'attenzione parlamentare e politica, ricorda che tali finalità sono state oggetto dell'azione dei Governi guidati dal Partito democratico nella XVII legislatura quando a sostegno delle fasce deboli della popolazione è stato istituito il reddito di inclusione che, tuttavia, era connotato da un impianto ben diverso dal reddito di cittadinanza previsto nel provvedimento all'esame. Ritiene che quest'ultimo sia inefficace per la lotta contro la povertà e l'esclusione sociale nonché, di fatto, incompatibile con le finalità della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Rileva infatti che chi versa in stato di bisogno debba essere sostenuto con un approccio multidimensionale e che non basti offrire un reddito monetario ma sia necessario curare i differenti aspetti che informano la vita delle persone quali il diritto alla casa e all'abitazione, all'istruzione, ai bisogni formativi e a tutte le altre dimensioni di vita che possono essere meglio trattati attraverso l'azione dei comuni e dei servizi sociali piuttosto che con l'intervento dei Centri di assistenza fiscale o dell'Agenzia nazionale politiche attive lavoro (ANPAL). Ritiene inoltre che l'inefficacia della misura l'esame sarà testimoniata anche dalla ridotta platea – rispetto alle previsioni del Governo –, degli effettivi beneficiari, che sarà ben lontana dai 5 milioni di cittadini che sono stimati vivere in uno stato di povertà e che, forse, non supererà 2 milioni e 700.000 cittadini. Ricorda inoltre che tra i rischi riguardanti il reddito di cittadinanza c’è quello di attenuare la spinta a cercare lavoro o a convincere a rinunciare a offerte di lavoro che prevedano una retribuzione non distante da quanto previsto, come affermato, peraltro, da esponenti della Conferenza episcopale italiana, che hanno sottolineato anche il rischio di aumentare forme di cittadinanza dipendente o parassitaria nei confronti dello Stato.
  Osserva che il ruolo centrale per sconfiggere l'esclusione sociale derivante dalla povertà è giocato dal lavoro e che la mancanza di quest'ultimo fa sentire chi non ce l'ha sempre in stato di povertà. Per questo motivo ritiene che sarebbe stata una scelta più saggia destinare le risorse impiegate per il reddito di cittadinanza al rafforzamento e al miglioramento del reddito di inclusione potenziando le funzioni dei comuni e investendo nell'occupazione. Evidenzia che l'impianto delle norme sul reddito di cittadinanza non contiene disposizioni che effettivamente possono favorire la creazione di lavoro – e anzi disincentivano il lavoro alimentando quello in nero –, salvo forse dei posti di lavoro, peraltro a tempo determinato, dei cosiddetti Navigator su cui peraltro non c’è chiarezza su chi, sul come e sul quando debba assumerli e se ciò avvenga nel rispetto del principio costituzionale di accesso agli impieghi pubblici attraverso concorso. Sul punto ricorda, peraltro, che ci sono già frizioni con le regioni dovute a questioni di competenza. Osserva inoltre che non può dirsi equo il cosiddetto Patto per il lavoro che deve essere sottoscritto dal beneficiario nel momento in cui si Pag. 67stabilisce per legge che l'offerta di lavoro è congrua semplicemente perché il posto di lavoro rientra in un certo raggio chilometrico di distanza dall'abitazione o di percorrenza in termini di tempo del tragitto casa lavoro. Sottolinea, a questo proposito, che i criteri di distanza di tempo di percorrenza stabiliti, a parte l'irragionevolezza di prevedere un criterio unico, senza tenere conto delle differenze territoriali nel settore del trasporto pubblico, possono suonare offensivi e irrispettosi per chi dovrà beneficiare della misura. In ultimo chiede un chiarimento circa la parte finale della proposta di parere della relatrice, nel senso che sarebbe inaccettabile qualora con esso si voglia dire che le risorse destinate al reddito di cittadinanza operano una sottrazione ai fondi europei destinati al sud o sono comunque ad essi sostituiti. Preannuncia quindi il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dalla relatrice.

  Flavio DI MURO (Lega) nel preannunciare il voto favorevole del suo gruppo, richiama l'attenzione della Commissione sulla problematica dei lavoratori e dei pensionati delle aree transfrontaliere con Stati appartenenti all'Unione europea o comunque allo Spazio economico europeo. Osserva, infatti, che bisognerebbe valutare attentamente le ricadute applicative del provvedimento in esame su tali soggetti, ricordando che esistono diverse convenzioni con il Ministero dell'economia e delle finanze, differenti a seconda dei Paesi coinvolti, che regolano in modo non uniforme i trattamenti fiscali, la tassazione e le franchigie dei transfrontalieri.

  Filippo SCERRA (M5S) in replica al deputato De Luca puntualizza che i fondi destinati al reddito di cittadinanza sono aggiuntivi rispetto a quelli già previsti dalle leggi di bilancio e che nessuna risorsa dei fondi per il sud viene distratta dai suoi scopi, i primi cumulandosi con i secondi. Si dichiara orgoglioso della misura recata dal provvedimento in titolo sottolineando che da almeno trent'anni non si faceva un intervento di tale portata, pur consapevole delle difficoltà che la prima applicazione delle nuove norme potrà riscontrare. Ritiene che non sia onesto metterne in discussione l'importanza, soprattutto da parte di quelle forze politiche di sinistra che nulla hanno fatto, a suo avviso, per combattere la povertà e l'esclusione sociale, e sottolinea che solo negli ultimi anni il numero di chi versa in condizioni di povertà e lievitato da 1 milione e mezzo a 5 milioni di persone. Evidenzia che il reddito di cittadinanza non ha natura eminentemente assistenziale in quanto il lavoro e l'occupazione sono considerati centrali e connessi con il godimento del beneficio, in attuazione di fondamentali principi costituzionali come quello contenuto nell'articolo 3 della Costituzione. Ribadisce che il provvedimento in esame ha un contenuto non solo etico e morale, ma anche economico giacché le risorse destinate alle persone a rischio di esclusione sociale o in stato di povertà stimolano l'espansione economica e sono anticicliche rispetto ad un momento in cui si assiste ad una fase di recessione economica. Sottolinea che esse sono quindi ben diverse alle misure economiche assunte dai precedenti Governi che, ad esempio con gli 80 euro, hanno destinato risorse a chi già aveva un reddito invece che a chi ne era privo. Preannuncia quindi il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere della relatrice.

  Augusta MONTARULI (FdI) sottolinea che il suo gruppo non ha preclusioni ideologiche sul reddito di cittadinanza, ma che è contrario al modo in cui viene declinato nel provvedimento all'esame che ne prevede la corresponsione, anche ai cittadini stranieri, in base al requisito di una prolungata residenza sul territorio nazionale, pari ad almeno dieci anni, senza prendere in considerazione altri elementi, come il pagamento in Italia di imposte. Osserva che sarebbe quindi, a suo avviso, più corretto chiamare la misura «reddito di residenza». Ritiene, inoltre, che in ragione del fatto che anche residenti stranieri possono beneficiare del reddito di cittadinanza, gravando sul bilancio Pag. 68dello Stato ospitante, il provvedimento sia in contraddizione con la direttiva 2011/98/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2011, relativa a una procedura unica di domanda per il rilascio di un permesso unico che consente ai cittadini di paesi terzi di soggiornare e lavorare nel territorio di uno Stato membro e a un insieme comune di diritti per i lavoratori di paesi terzi che soggiornano regolarmente in uno Stato membro e con la direttiva 2004/83/CE del Consiglio, del 29 aprile 2004, recante norme minime sull'attribuzione, a cittadini di paesi terzi o apolidi, della qualifica di rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale, nonché norme minime sul contenuto della protezione riconosciuta, che escludono oneri assistenziali a carico dello Stato per i cittadini di Paesi terzi. Ritiene infatti inammissibile che le prestazioni previste nel decreto-legge all'esame non siano collegate alla partecipazione effettiva dei soggetti agli oneri dello Stato, in primo luogo al pagamento delle tasse, e che quindi si stia creando un sistema ove praticamente si paga taluno per continuare a restare sul territorio italiano. Pur essendo consapevole circa l'esistenza di persone in difficoltà economica, a rischio di esclusione sociale e di integrazione, ritiene che le modalità di corresponsione del reddito di cittadinanza non solo non realizzano i fini che esso si propone, ma, a suo avviso, finiscono con il danneggiare i nostri connazionali che sono in condizioni precarie e che per godere delle misure sociali di cui avrebbero bisogno sono costretti ad utilizzare altri strumenti, come ad esempio avviene in materia di politica abitativa ove è più semplice ricorrere alla misura del sostegno agli affitti e del recupero degli alloggi piuttosto che all'assegnazione dell'alloggio popolare in quanto il più delle volte hanno meno requisiti degli stranieri.
  In assenza di misure correttive circa il requisito della residenza per la corresponsione del reddito di cittadinanza, scongiurando quindi il rischio che lo Stato paghi lo straniero per restare sul suo territorio, preannuncia il voto di astensione del suo gruppo.

  Giuseppina OCCHIONERO (LeU) apprezzando l'onestà con la quale il deputato Scerra non ha mancato di riconoscere le complessità applicative del provvedimento in esame condivide la necessità di affrontare urgentemente il problema della povertà. Tuttavia osserva che, a suo avviso, è stato fatto troppo poco e che restano alcuni punti oscuri soprattutto relativamente ai criteri per l'accesso al beneficio e al ruolo dei Navigator. Teme che, per come configurato, il reddito di cittadinanza voglia affrontare troppe problematiche e possa risultare in definitiva velleitario, venendo considerato, allo stesso tempo, uno strumento per combattere la povertà, uno strumento di accompagnamento al lavoro e uno strumento di ausilio per le imprese che intendono ampliare gli organici. Segnala, peraltro, il rischio che, qualora il sistema del reddito di cittadinanza si dimostri inefficace o non funzionante, si ceda alla tentazione di darne la colpa agli poveri del sud del Paese, visti come soggetti parassitari che preferiscono starsene seduti sul divano di casa. Evidenzia che resta centrale il problema dell'occupazione che spera resti sempre in primo piano nel dibattito tra le forze politiche. Pur consapevole di tali criticità, preannuncia comunque il suo voto favorevole sulla proposta di parere formulata dalla relatrice.

  Sergio BATTELLI, presidente, chiede alla relatrice se intenda confermare la proposta di parere ovvero accogliere le proposte di modifica avanzate in particolare dalla deputata Rossini.

  Antonella PAPIRO (M5S), relatrice, rileva che la richiesta formulata dalla deputata Rossini investa profili che non rientrano direttamente nell'ambito di competenza della Commissione, confermando pertanto la sua proposta di parere formulata.

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  Sergio BATTELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dà, quindi, conto delle sostituzioni effettuate dai gruppi parlamentari e pone in votazione la proposta di parere della relatrice.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice (vedi allegato).

  La seduta termina alle 10.20.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Giovedì 7 marzo 2019. — Presidenza del presidente Sergio BATTELLI.

  La seduta comincia alle 10.20.

Programma di lavoro della Commissione per il 2019 – Mantenere le promesse e prepararsi al futuro.
(COM(2018)800 final).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2019.
(Doc. LXXXVI, n. 2).

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2019-30 giugno 2020) – Portare avanti l'agenda strategica, elaborato dalle future presidenze rumena, finlandese e croata.
(14518/18).

(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei documenti in oggetto, rinviato nella seduta del 24 gennaio 2019.

  Sergio BATTELLI, presidente, comunica che sui documenti in titolo tutte le Commissioni permanenti, e il Comitato per la legislazione, hanno trasmesso i loro pareri. Segnala che si tratta di pareri favorevoli, ad eccezione di quelli delle Commissioni III (Affari esteri) e IV (Difesa), che hanno formulato delle osservazioni e di quello della V (Bilancio), che ha trasmesso un parere favorevole con una condizione.

  Carmen DI LAURO (M5S), relatrice, rilevando che il parere della V Commissione Bilancio è pervenuto nella giornata di ieri, ritiene necessario un approfondimento ulteriore, riservandosi di presentare una proposta di relazione per l'Assemblea nella prossima seduta.

  Guido Germano PETTARIN (FI) invita la relatrice a valutare, ai fini dell'inserimento nella sua relazione, i rilievi e i dubbi emersi nel corso delle audizioni svolte in relazione all'esame del Quadro finanziario pluriennale in materia di riduzione delle risorse destinate ai Fondi di coesione e alla Politica agricola comune dell'Unione europea, nel contesto dell'esame del Programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea, soprattutto in riferimento alle presidenze finlandese e croata

  Sergio BATTELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame congiunto ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.25.

ATTI DEL GOVERNO

  Giovedì 7 marzo 2019. — Presidenza del presidente Sergio BATTELLI.

  La seduta comincia alle 10.25.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2017/828 che modifica la direttiva 2007/36/CE per quanto riguarda l'incoraggiamento dell'impegno a lungo termine degli azionisti.
Atto n. 71.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 21 febbraio 2019.

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  Sergio BATTELLI, presidente, ricorda che nella seduta del 21 febbraio il relatore, Riccardo Olgiati, ha illustrato i contenuti dell'atto e che nella seduta di ieri si sono svolte le audizioni informali di rappresentanti della CONSOB e del professore di diritto dell'Unione europea Maurizio Maresca, dell'Università di Udine. Chiede quindi al relatore se sia già nelle condizioni di presentare una proposta di parere.

  Riccardo OLGIATI (M5S), relatore, chiede di rinviare l'esame del provvedimento, riservandosi di presentare una proposta di parere nella prossima seduta.

  Sergio BATTELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame congiunto ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.30 alle 10.35.

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