CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 novembre 2018
92.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 88

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 14 novembre 2018. — Presidenza del vicepresidente Alberto Luigi GUSMEROLI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alessio Mattia Villarosa.

  La seduta comincia alle 10.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.
C. 1334 Governo.
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 13 novembre scorso.

  Gianfranco LIBRANDI (PD) svolge alcune considerazioni generali sul bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e sul bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021, osservando come tutti gli interventi proposti per rilanciare l'economia si basino sul convincimento che una riduzione fiscale stimolerà le entrate tributarie, a seguito di un aumento dell'occupazione e del PIL. Questo presume, tuttavia, che vi siano delle misure volte a favorire l'attività delle imprese, che invece sono del tutto assenti dal provvedimento. Al contrario, per le aziende si prevedono minori detrazioni per ricerca e sviluppo e una riduzione delle ore di alternanza scuola-lavoro.
  Ritiene peraltro poco credibili le previsioni favorevoli sull'economia formulate dal Governo, a fronte del segno complessivamente negativo delle stime espresso in ambito internazionale. Esprime forte preoccupazione Pag. 89per le conseguenze che la manovra avrà sui cittadini e sulle imprese, gran parte delle quali in questi ultimi mesi ha perso almeno il 20 per cento del proprio patrimonio proprio a causa dell'instabilità di questo Governo.
  Esprime rammarico per il fatto che molti dei risultati ottenuti dal precedente Governo siano stati vanificati, come nel caso dell'eliminazione dell'ACE; la manovra appare piuttosto volta ad affrontare temi cari alla maggioranza e al Governo, che sebbene in parte condivisibili, rischiano di determinare effetti economici particolarmente preoccupanti. Rivolge un appello accorato alla maggioranza, affinché riveda le proprie posizioni.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD) intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede alla Presidenza l'attivazione del circuito interno.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, non essendovi obiezioni, dispone che la pubblicità dei lavori sia garantita anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD) rileva innanzitutto come la ricostruzione fornita nella seduta di ieri dal relatore appaia completamente diversa rispetto alle valutazioni emerse durante le audizioni svoltesi presso la Commissione Bilancio. In quella sede, organismi indipendenti, come ad esempio l'Istat, hanno dato una interpretazione assai lontana dalle previsioni del Governo.
  Ritiene inoltre inaccettabile far passare dei mancati aumenti come riduzioni di spesa. Ad esempio, la prevista sterilizzazione delle clausole IVA o delle accise non comporta una riduzione della pressione fiscale, come invece in più occasioni dichiarato dalla Lega durante la campagna elettorale.
  Ancora più grave giudica il fatto che la legge di bilancio smantelli completamente la politica industriale attuata dal precedente Governo, rappresentata dal cosiddetto Piano Industria 4.0, che, oltre a contemplare una nuova cultura di digitalizzazione delle imprese, metteva assieme il tema degli investimenti con il tema della formazione e del credito.
  Evidenzia come la maggioranza e il Governo abbiano promesso strumenti a favore delle piccole imprese, mentre sono proprio queste ad essere maggiormente colpite dalle misure previste. L'eliminazione dell'ACE e l'introduzione della mini IRES, pubblicizzate come un vantaggio per le piccole imprese, in realtà interesseranno una platea assai meno ampia rispetto a quella che gode attualmente di agevolazioni. Anche l'innalzamento, oggettivamente importante, della soglia per usufruire del regime dei minimi, esclude oltre 800 mila imprese, che finiranno per non avere affatto agevolazioni.
  A suo avviso, neppure la riformulazione del super ammortamento va nella giusta direzione, poiché prevede un'agevolazione solo per le imprese che effettuano incrementi di macchinari, mentre esclude le piccole imprese che, nella maggioranza dei casi, per innovare sostituiscono un impianto esistente.
  Rileva come anche la modifica del credito d'imposta per spese di ricerca e sviluppo, con l'abbassamento della quota agevolabile dal 50 al 25 per cento, sia prevista solo a favore delle imprese che utilizzano personale interno, mentre le piccole imprese spesso per fare credito, sviluppo e innovazione devono ricorrere a personale esterno, e non potranno quindi in questi casi usufruire di agevolazioni sostanziali sul tax credit. Ricorda come invece nel Piano Industria 4.0 il Governo precedente avesse inserito la figura dell’export manager e altre misure per favorire l'internazionalizzazione delle piccole imprese. Esprime altresì rammarico per la riduzione dell'iper ammortamento, che consentiva alle imprese di innovarsi e di essere particolarmente competitive, e per il mancato rilancio dei PIR (Piani individuali di risparmio) e di altre forme di credito alle imprese.
  Ritiene che la manovra scardini un sistema che aveva consentito una ripresa del PIL e aveva portato innovazione nel Pag. 90mondo delle imprese con una discontinuità che non può che definire ’dolosa’. Si intende invece utilizzare quale leva fiscale per la crescita l'introduzione del reddito di cittadinanza, finanziato con ben 10 miliardi di euro, che tuttavia produrrebbe un aumento del PIL dello 0,2 o 0,3 per cento al massimo.
  Esprime, in conclusione, la netta contrarietà del Partito democratico su una manovra che – al di là delle dichiarazioni rese dalla maggioranza – colpisce il sistema delle imprese, soprattutto piccole e medie, che sono elemento centrale per lo sviluppo del Paese.

  Matteo COLANINNO (PD) esprime anch'egli preoccupazione ed una valutazione molto negativa sulla manovra, associandosi a quanto ricordato dai colleghi che lo hanno preceduto, soprattutto riguardo alle misure previste per le imprese.
  Evidenzia, infatti, come vengano completamente smantellate misure che hanno dato risultati molto importanti. Si riferisce, in particolare, a Industria 4.0, l'IRI, e altre misure che i Governi Renzi e Gentiloni hanno introdotto, a partire dalla riduzione del cuneo fiscale, con l'abbattimento di oltre 6 miliardi di euro dalla componente IRAP sul costo del lavoro. Si trattava di misure che investivano risorse pubbliche per fare ripartire l'economia, aiutare l'occupazione, consentire la ripresa economica del Paese. Sottolinea come si sia trattato di una politica economica orientata alla crescita, alle imprese, all'occupazione e agli investimenti, che non solo ha invertito un trend molto negativo, ma ha anche colmato il crollo dell'occupazione: più di un milione di posti di lavoro sono stati ripristinati, così come la propensione agli investimenti delle imprese, e la conseguente crescita del PIL. Le riforme in questione avevano ricevuto apprezzamento non solo dall'Unione europea, ma anche dal Fondo monetario e da vari istituti nazionali e internazionali.
  Sottolinea come, invece, gli investitori di debito pubblico italiano, in questi pochi mesi di governo, abbiano dimostrato preoccupazione non solo sull'affidabilità e sulla tenuta dei conti, ma anche sull'efficacia delle misure messe in campo.
  Anche per quanto riguarda le previsioni di crescita, rileva come tutti gli indicatori, e anche la stessa maggioranza, ipotizzino una congiuntura nazionale e internazionale negativa per effetto di una contrazione del commercio mondiale, anche a causa dei dazi imposti da Stati Uniti, Cina e le grandi potenze economiche. Si tratta di fattori che avranno effetti di rallentamento sulla crescita mondiale e in questa manovra non vi è alcun intervento per contrastare le previsioni di calo del PIL. Ci sarà invece a suo avviso una contrazione del credito, anche riconducibile alla restrizione della deducibilità e della svalutazione dei crediti deteriorati, previste dalla manovra, con implicazioni sulle imposte differite attive. Sebbene si tratti di misure rivolte prevalentemente alle banche e/o alle assicurazioni, avranno effetti sui bilanci delle aziende bancarie, che inevitabilmente verranno traslati in termini di costi sulle persone fisiche e sulle imprese. Probabilmente vi sarà anche una accresciuta difficoltà di accesso al credito, dove per effetto dello spread, che si mantiene ormai costantemente da mesi sopra i 300 punti, le imprese saranno costrette a presentare maggiori garanzie alle banche per ottenere le stesse linee di credito che avevano prima.
  Esprime quindi un giudizio fortemente negativo sul provvedimento in esame, ritenendo che l'Italia perderà credibilità e affidabilità. Teme che maggior debito, maggiori trasferimenti, maggiori misure assistenziali, poco o nulla sugli investimenti e poco o nulla sulla crescita e sulle imprese, possano determinare sinergie negative, che non potranno che riflettersi sulla cittadinanza e sulle imprese.

  Raffaele BARATTO (FI) osserva come la manovra finanziaria presentata dal Governo sia riuscita ad attirare una universalità di critiche e a deludere tutti coloro che speranzosi l'attendevano.
  In primo luogo ricorda i risparmiatori delle banche venete, traditi a suo avviso Pag. 91dalle disposizioni recate dall'articolo 38, che limitano lo stanziamento complessivo per il ristoro a 500 milioni di euro l'anno, ovvero in misura che non si può considerare minimamente sufficiente se si conosce la dimensione del crack delle banche popolari. Sottolinea inoltre come le condizioni previste per ottenere il rimborso siano impossibili da rispettare per la stragrande maggioranza dei risparmiatori, e il tetto di risarcimento al 30 per cento delle perdite subite appaia particolarmente insoddisfacente.
  Rileva inoltre che il mondo produttivo, cui erano state fatte innumerevoli promesse di riforme fiscali, porta a casa un risultato alquanto scarso, ovvero l'innalzamento del regime forfettario a 65.000 euro e la proroga delle agevolazioni per le imprese introdotte dal precedente Governo in materia di iper ammortamento.
  Ritiene in conclusione che la manovra prelevi risorse dalla parte più produttiva del Paese per finanziare le misure simbolo del Movimento 5 Stelle di carattere assistenziale.
  Segnala infine che l'Austria, che riduce le imposte su lavoro ed imprese, ha organizzato un convengo a Treviso per invitare le aziende italiane a trasferire le loro sedi a qualche minuto d'auto dal confine italiano.

  Silvia FREGOLENT (PD) si associa alle valutazioni espresse dai colleghi che la hanno preceduta. Pur riconoscendo che quando cambiano le maggioranze è legittimo per i nuovi governi proporre nuove soluzioni rispetto al passato, richiama l'attenzione della maggioranza sull'opportunità di tutelare il grande patrimonio industriale del Paese, che è ancora una potenza industriale, la seconda industria manifatturiera d'Europa, con una capacità produttiva che non deve essere svilita.
  Ricorda che il Piano Industria 4.0, attuato dal Governo precedente, è stato il primo piano industriale dopo vent'anni di assenza di un intervento complessivo di pianificazione del settore. È certamente legittimo metterlo in discussione, ma occorre tuttavia presentare un piano industriale alternativo.
  Rileva inoltre come le promesse di riduzione della pressione fiscale si siano poi rivelate una riduzione fiscale solo per i professionisti, non per la piccola e media impresa, a cui invece la maggioranza, in campagna elettorale, aveva garantito misure di sostegno. Osserva come l'eliminazione dell'ACE e dell'IRI porterà – come peraltro emerso nel corso delle audizioni tenutesi nei giorni scorsi, nelle quali si è manifestato l'atteggiamento critico da parte del mondo produttivo su queste scelte – soltanto nuove tasse e nuove imposte per le imprese.
  Rileva come sia stato facile da parte della maggioranza assicurare ai risparmiatori colpiti dal crack delle banche il rimborso pieno e immediato, assai meno facile realizzare quanto promesso. Sottolinea la necessità di non deprimere il sistema bancario, ricordando che è agli istituti di credito che le famiglie affidano i propri risparmi e gli imprenditori richiedono finanziamenti. Rileva in proposito come il Governo precedente avesse adottato una serie di misure per cercare di far sì che le aziende italiane fossero meno «bancocentriche», mentre in questa legge di bilancio tutti quegli sforzi sono stati cancellati. Il sistema imprenditoriale tornerà quindi a rivolgersi in misura maggiore alle banche che, se depresse e in crisi di liquidità, non potranno certo concedere crediti alle imprese.
  Deve inoltre evidenziare come la manovra proposta dal Governo non sembri introdurre nel sistema economico italiano quegli shock positivi che sono gli investimenti; e se non vi sono investimenti non si offre al Paese un vero motore di sviluppo. Il giudizio negativo del Partito democratico non nasce solo dal confronto con quanto fatto nelle passate legislature, ma anche dalla delusione sulle misure proposte dalla maggioranza, rispetto alle promesse fatte al Paese in campagna elettorale.
  Quanto al reddito di cittadinanza, non ritiene di poter esprimere alcun rilievo, Pag. 92dal momento che il Governo non fornisce al riguardo dati precisi. Se, tuttavia, non si ridarà slancio alla crescita, nel futuro sempre maggiori risorse dovranno essere destinate a sostegno della popolazione inattiva, destinata ad aumentare.
  Preannuncia, infine, che il Partito Democratico presenterà una proposta di relazione alternativa ed invita il Governo a tenere conto delle sollecitazioni che provengono dal Paese reale e che sono tutte dirette alla modifica della manovra di bilancio.

  Bruno TABACCI (Misto-+E-CD) evidenzia innanzitutto, in considerazione delle competenze della Commissione Finanze, come molte sarebbero le questioni sulle quali soffermarsi, a partire dalla previsione del rimborso in misura pari al 30 per cento delle perdite degli azionisti delle banche, misura in contrasto a suo avviso con l'impostazione del codice civile.
  Ritiene tuttavia che non si possa prescindere dal contesto più generale in cui si colloca la presente legge di bilancio. Se si osservano gli andamenti della Borsa negli ultimi mesi e il crollo dei titoli bancari non si può non rilevare come la caduta di questi valori abbia un'incidenza diretta sui risparmiatori. La sfida all'Europa e l'isolamento dell'Italia sono i termini conseguenti della decisione del Governo di confermare la manovra, che costituisce un azzardo politico ed elettorale. Il Ministro Salvini dichiara che il cambiamento segue alle scelte negative fatte negli ultimi anni. A parte la superficialità di una tale impostazione, sottolinea l'ambiguità della semplificazione che indica agli italiani un Governo che vuole lo sviluppo contrapposto alla Commissione europea che vuole la riduzione del debito. Si suggerisce in tal modo una sorta di antinomia tra i due obiettivi, quello dello sviluppo come elemento virtuoso e quello della riduzione del debito come astrazione. Eppure per ridurre il debito il Governo riconosce che occorre crescere; i soggetti intervenuti in audizione presso la Commissione Bilancio, fatta eccezione per il Ministro Tria, hanno tuttavia sostenuto che la manovra dell'Esecutivo, fondata sulla spesa corrente, non determina crescita. Ci si deve dunque interrogare su come sia possibile ridurre il nostro debito senza stimoli alla crescita.
  Inoltre si ripete oggi quello che era già avvenuto nel 2011: lo spread «mangia» la manovra. Ricorda alla Commissione che nell'agosto del 2011 furono bruciate risorse, nell'arco di quaranta giorni, equivalenti all'importo di ben tre finanziarie. I colleghi della Lega lo ricorderanno, anche se talora fingono di dimenticarlo, perché l'allora Ministro dell'economia era l'onorevole Tremonti, espressione indiretta della loro forza di Governo. E se lo spread vanifica la manovra, non saranno possibili né il reddito di cittadinanza né la revisione della legge Fornero. Ritiene anzi che la cosa più probabile sia che si inneschi un circolo vizioso, che condurrà il Paese direttamente alla recessione, con perdita di fiducia e aumento pericoloso dei tassi di interesse. È vero – come alcuni hanno ricordato – che il contesto internazionale non è favorevole, ma non si può dimenticare come in questi mesi la maggioranza, anche grazie alle tante parole in libertà, dalle quali lo stesso Draghi aveva messo in guardia, abbia portato il proprio contributo negativo al peggioramento della situazione del Paese
   Esprime in conclusione sulla manovra un giudizio che non può che essere severo, ritenendo che l'attuale maggioranza stia portando il Paese allo sbando. Ritiene che in queste condizioni, e con i delicati passaggi parlamentari ancora da affrontare, il Governo non durerà sino al prossimo mese di maggio. Invita i colleghi della maggioranza a farsi carico del peso delle decisioni assunte: si tratta di una responsabilità che non investe solo gli uomini del Governo ma che riguarda anche i singoli parlamentari della maggioranza, che saranno giudicati, se non dagli elettori, certamente dalla storia per il ruolo avuto nel futuro del Paese.

  Marco OSNATO (FdI) evidenzia come il gruppo di Fratelli d'Italia sia estremamente deluso e rammaricato dalla manovra di bilancio presentata dal Governo. E Pag. 93ciò non per lo sforamento del rapporto deficit-PIL, che riteneva legittimo o addirittura necessario, anche al fine di ripensare il modo dell'Italia di stare in Europa, ma per le modalità con le quali vengono utilizzate le risorse in tal modo recuperate. Riteneva infatti necessario uno shock fiscale positivo per il Paese, volto a rivoluzionare il rapporto tra cittadini, imprese e Stato; al contrario l'Istat indica oggi un aumento della pressione fiscale superiore al 2 per cento per un terzo delle imprese e più segnatamente per quelle piccole e medie, che rappresentano l'ossatura del Paese.
  Con riferimento alla riduzione dell'imposizione fiscale, ricorda una intervista al sottosegretario Bitonci, nella si annunciava l'imminente diminuzione delle accise sui carburanti da autotrazione, poi ridimensionata dall'onorevole Villarosa, e intende chiarire al riguardo come la sterilizzazione di un aumento non possa essere considerata riduzione della pressione fiscale. Evidenzia inoltre la totale assenza di incentivi all'occupazione e di misure per la riduzione del cuneo fiscale.
  Rileva come anche sul tema del welfare si potesse fare molto di più; una messe enorme di soldi, pari a circa dieci miliardi di euro, saranno invece erogati attraverso un sistema sostanzialmente assistenziale, quale è quello del reddito di cittadinanza. Ritiene che raramente in una manovra di bilancio si siano viste disponibilità così grandi ampie utilizzate così male.
  Giudica poi condivisibile l'aumento di stanziamenti sulla sicurezza, anche se avrebbe auspicato maggiore concretezza: l'incremento degli organici della Guardia di finanza riguarda poche centinaia di unità, mentre in questa Commissione il Comandante generale della Guardia di Finanza aveva indicato la carenza di organico in circa 5.000 unità, da assumere nel corso di un triennio.
  Anche sul tema dell'immigrazione, cui il provvedimento dedica poca attenzione, non sono destinati ai rimpatri gli stanziamenti attesi.
  In conclusione, non comprende dove sia il cambiamento annunciato dalla maggioranza, a fronte di una manovra che si può definire consuetudinaria, che mira ad accontentare un grande serbatoio elettorale di una parte del Governo, scontentando il vero nerbo produttivo del Paese.

  Alessandro CATTANEO (FI) esprime un giudizio fortemente negativo sulla manovra e preoccupazione per l'economia del Paese, già compromessa da interventi quale il cosiddetto decreto dignità, che non ha prodotto alcun segnale di ripresa dell'occupazione a tempo indeterminato né restituito dignità ai lavoratori precari, ma ha solamente reso più difficile la vita degli imprenditori.
  Ricorda che durante l'esame del citato decreto, il Governo e la maggioranza avevano assicurato che nella manovra di bilancio sarebbero stati previsti sgravi fiscali consistenti per il lavoro a tempo indeterminato, dei quali tuttavia non vi è traccia, se non in misura fortemente insoddisfacenti.
  Per quanto riguarda il tema delle infrastrutture, osserva come le opere pubbliche servano al Paese e che il debito possa e debba essere usato per realizzarle; tuttavia nella manovra non si va affatto in tale direzione.
  Rivolgendosi quindi ai colleghi della Lega, sottolinea come la manovra, attraverso il reddito di cittadinanza, realizzi il più grande travaso di risorse dal Nord, che produce, al Sud che vive di una certa logica assistenzialista: 10 miliardi di euro che vengono buttati via, il cui conto è sostanzialmente in gran parte a carico delle popolazioni settentrionali. Sul reddito di cittadinanza non si hanno ancora elementi concreti ma stando alle simulazioni sull'ISEE, appare chiaro che le risorse andranno tutte o in gran parte al Meridione. Il Nord dovrebbe invece essere messo nelle condizioni di produrre al meglio, per continuare ad essere la locomotiva produttiva del Paese, aiutando certo in maniera solidaristica il resto del Paese. Eppure il reddito di cittadinanza non appare la soluzione giusta da questo punto di vista: è una misura che a suo avviso vizia culturalmente il Paese, creando Pag. 94lavoro nero e tradendo non solo coloro che virtuosamente, nel nord del Paese, producono ricchezza, ma anche quella platea di 6 milioni di cittadini che attendono risorse ingenti e non saranno accontentati.
  Invita quindi la maggioranza a fermarsi per trasformare i 10 miliardi di euro del reddito di cittadinanza in altrettante risorse da destinare ad una sorta di «dote lavoro», in benefici fiscali per gli imprenditori che assumono, proprio per facilitare l'impiego a tempo indeterminato.
  Preannuncia, come gruppo di Fratelli d'Italia, la presentazione di proposte costruttive al fine di migliorare i contenuti del provvedimento, che rischia altrimenti di sferrare un duro colpo all'economia italiana.

  Francesco ACQUAROLI (FdI) rammenta come all'avvio della legislatura e del proprio mandato politico avesse accolto con interesse la possibilità di stabilire nuove modalità di intervento politico, anche nei rapporti con l'Unione europea, anche al fine di consentire al Paese di ritornare a crescere, con maggiore autorevolezza. Ciò anche con l'obiettivo di garantire crescita e sviluppo alle imprese nazionali, ai settori strategici dell'economia italiana, agli enti locali, e alle categorie più deboli del Paese.
  Rileva purtroppo come la manovra in esame non sembri rispondere a queste esigenze, anche per il forte condizionamento impresso dalla misura del reddito di cittadinanza, che destina risorse ingentissime a interventi di carattere assistenziale, sottraendole a obiettivi che ne avrebbero estrema necessità, primo fra tutti l'occupazione.
  Il reddito di cittadinanza avrebbe avuto maggiore senso se il problema da affrontare fosse stato quello della difficoltà di accesso al mondo del lavoro; il problema in Italia è invece che il lavoro non c’è più, e occorre quindi creare occupazione mediante gli investimenti, rivolti innanzitutto alla defiscalizzazione delle imprese, ad incentivi alla produzione, alla creazione di nuovi settori strategici, all'implementazione delle opportunità. Bisogna mettere in condizioni coloro che hanno ancora energie positive di poter tornare a produrre. È questa l'obiettivo fondamentale che la manovra in esame ha del tutto mancato. È certo vero che occorre farsi carico dei problemi delle categorie più deboli, di ogni singolo disoccupato, ma non si può rispondere a queste difficoltà con una misura meramente assistenziale quale il reddito di cittadinanza, con il rischio enorme di creare un vulnus che potrebbe essere letale per il futuro delle nostre imprese e del nostro Paese.
  Per questi motivi ritiene che la manovra presentata dal Governo non sia condivisibile, sebbene certamente potrebbe essere migliorata. Si riferisce in primo luogo alla opportunità di introdurre nel disegno di legge misure di sostegno alle popolazioni della regione Marche fortemente colpite dal terremoto, a fronte di una stima di circa 45.000 cantieri privati che potrebbero essere avviati ove adeguate risorse fossero destinate alla ricostruzione, con evidenti riflessi positivi in termini di occupazione e di sviluppo. Sembra al contrario che, così come avvenuto per la città di Genova, vi sia una sorta di indifferenza nei confronti del sisma che ha colpito il centro Italia.
  Ulteriori temi che appaiono del tutto assenti dalla manovra di bilancio sono quello della pesca, dell'agricoltura – altro settore strategico del Paese – e del recupero dei piccoli centri storici, periferici rispetto alle città metropolitane e che soffrono di un deperimento cui le amministrazioni non riescono a rispondere. Analogamente sarebbe stato auspicabile registrare maggiore attenzione nei confronti di coloro che sono stati colpiti dalla crisi del sistema bancario. Quella proposta dal Governo appare una risposta parziale e insufficiente, quasi a voler mettere a tacere le pretese di chi non ha avuto altra colpa che quella di fidarsi delle istituzioni bancarie.
  Auspica in conclusione che vi siano ancora spazi di intervento sui quali lavorare insieme, in Commissione e in Assemblea, al fine di restituire dignità e prospettive Pag. 95al Paese. Non c’è da parte del suo gruppo una volontà aprioristica di criticare, c’è invece una preoccupazione per quello che sta avvenendo. L'Italia per la prima volta sfida le Istituzioni europee e occorre usare maggiore responsabilità nell'impiego delle risorse. Il reddito di cittadinanza non deve essere una misura rivolta principalmente alla campagna elettorale per le elezioni europee; deve essere modificata e ridotta nel suo impatto sul bilancio, definendo un nuovo modo di essere vicini a chi vive in condizioni di sofferenza e povertà, esigenza che non può che trovare tutti d'accordo. Il timore è tuttavia che il reddito di cittadinanza, così come è stato proposto – o meglio come è stato presentato ai cittadini, perché ancora una proposta concreta non è stata definita – rischi di avere effetti fortemente negativi non solo dal punto di vista culturale ma anche dal punto di vista del bilancio strutturale. Rivolge alla maggioranza un appello affinché si possa riaprire una discussione sui temi richiamati, offrendo al Paese una speranza di sviluppo, di crescita e di lavoro.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per la giornata di domani.

  La seduta termina alle 11.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 14 novembre 2018. — Presidenza del vicepresidente Alberto Luigi GUSMEROLI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alessio Mattia Villarosa.

  La seduta comincia alle 11.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente la ripartizione delle risorse del Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese di cui all'articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2017, n. 205.
Atto n. 51.
(Rilievi alla V Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, e conclusione – Deliberazione di rilievi).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 13 novembre scorso.

  Nadia APRILE (M5S), relatrice, conferma quanto anticipato nella seduta svoltasi ieri e formula una proposta di rilievi favorevole sull'Atto in esame.

  Silvia FREGOLENT (PD) preannuncia il voto di astensione del Partito democratico.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di rilievi favorevole formulata dalla relatrice.

  La seduta termina alle 11.05.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 14 novembre 2018. — Presidenza della presidente Carla RUOCCO. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alessio Mattia Villarosa.

  La seduta comincia alle 14.35.

Disposizione per la semplificazione fiscale, il sostegno delle attività economiche e delle famiglie e il contrasto dell'evasione fiscale.
C. 1074 Ruocco.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 27 settembre scorso.

  Carla RUOCCO, presidente e relatrice, avverte che sul provvedimento sono state Pag. 96presentate 235 proposte emendative (vedi allegato).
  Segnala che, ai sensi dell'articolo 89 del Regolamento e sulla base del perimetro dell'intervento normativo recato dalla proposta di legge in esame, devono ritenersi inammissibili le seguenti proposte emendative: Schullian 5.02 il quale interviene in materia di aliquota Iva per prestazioni accessorie per il benessere del corpo rese ai clienti alloggiati in strutture ricettive; Rossini 7.02 il quale interviene in materia di bande musicali equiparando il loro regime fiscale alle società sportive dilettantistiche; Pella 9.01 e Fragomeli 9.038 che ridisciplinano l'imposizione immobiliare comunale istituendo una nuova Imu che sostituisce la vigente Imu e la Tasi; Occhiuto 9.02, che reca disposizioni per la definizione agevolata dei crediti non riscossi degli enti locali e per la cancellazione dei residui attivi di dubbia esigibilità; Vietina 9.03 e 9.04, che recano un complesso di interventi per le aree marginali montane;
  gli identici Pella 9.05 e Pastorino 9.025, che consentono ai comuni di aumentare l'imposta comunale sulla pubblicità e i diritti sulle pubbliche affissioni; gli identici Pella 9.06 e Pastorino 9.026, che consentono ai comuni di maggiorare l'aliquota Tasi a specifiche condizioni; gli identici Pella 9.07 e Pastorino 9.027, che consentono ai comuni di aumentare il canone per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche; gli identici Pella 9.010 e Pastorino 9.011, che consentono ai comuni di affidare la gestione dell'accertamento e della riscossione Tari e Tares ai soggetti cui risulta affidato il servizio di gestione dei rifiuti; gli identici Pella 9.012 e Pastorino 9.013, che ridefiniscono le procedure di riparto dell'addizionale comunale sui diritti d'imbarco aeroportuali; gli identici Pella 9.014, Pastorino 9.028 e Fragomeli 9.037 che recano specifiche agevolazioni in tema di imposte di registro per contenziosi e trasferimenti immobiliari che coinvolgono le pubbliche amministrazioni; gli identici Pella 9.015 e Pastorino 9.030, che esentano gli enti locali dal pagamento del contributo unificato nei processi in cui sono parte; gli identici Pella 9.021 e Pastorino 9.034, che consentono ai comuni di destinare parte del gettito Imu a strumenti di incentivazione e potenziamento delle strutture dedicate alla gestione delle entrate comunali, ampliandone il campo alle attività di partecipazione all'accertamento dei tributi erariali; Pastorino 9.024, propone di ripristinare, a partire dal 2019, la facoltà di prevedere aumenti dell'imposta sulla pubblicità e dei diritti sulle pubbliche affissioni e consentire la rateizzazione dei rimborsi delle maggiorazioni introdotte negli anni 2013-2018, dichiarate illegittime dalla sentenza n.15 del 2018 della Corte Cost.; Pastorino 9.029, che abolisce l'obbligo di destinare il 12,5 per cento dei proventi da sanzioni per violazioni al Codice della strada alla segnaletica stradale e al potenziamento dei servizi di polizia locale, lasciando all'ente locale la possibilità di ripartire detti proventi tra i diversi tipi di impiego previsti dalla legge; Cavandoli 13.05, che consente ai fondi immobiliari costituiti per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico di acquistare anche gli immobili uso ufficio delle società partecipate dagli enti territoriali; Martino 15.6, 15.7 e 15.8, che modificano la disciplina delle sanzioni in materia, tra l'altro, di dichiarazione precompilata; Angiola 15.01, che subordina all'autorizzazione del giudice l'inizio dell'attività di esecuzione forzata in materia tributaria; Angiola 15.05, che modifica la disciplina delle notifiche degli atti di accertamento tramite PEC, disponendo l'applicazione delle norme generali del codice di procedura civile e obbligando l'ufficio a esperire tutti i tentativi di notifica; Angiola 15.04, che apporta modifiche alle modalità di determinazione dei redditi delle imprese in contabilità semplificata, disciplinata dal Tuir; Colucci 19.5, che elimina la tracciabilità delle operazioni sopra i 500 euro effettuate dai cd. compro oro; Brunetta 20.01, che introduce l'obbligo di rilascio di garanzia fideiussoria a carico delle imprese che emettono buoni pasto, nonché una specifica disciplina del diritto di recesso da parte degli esercizi convenzionabili; Brunetta 20.02, che modifica la disciplina Pag. 97di erogazione di mutui per il risanamento dei centri storici di alcuni comuni colpiti da calamità naturali; Cattaneo 21.01, che modifica la disciplina fiscale e contabile dell'assegnazione agevolata dei beni ai soci; Martino 21.02, che concede un credito d'imposta alle farmacie per l'adeguamento alle nuove norme in materia di anticontraffazione; Brunetta 21.03, che riapre i termini per l'assegnazione o cessione agevolata di beni ai soci per la trasformazione della società e l'estromissione dei beni dell'impresa individuale; Prestigiacomo 24.01, che introduce l'esenzione Ires per le imprese che avviano attività economiche nelle regioni che rientrano nell'obiettivo convergenza; Bignami 24.02, che esclude dall'applicazione delle norme relative al contratto di lavoro a tempo determinato, di cui al decreto-legge 87 del 2018, i soggetti che abbiano in essere convenzioni, appalti o collaborazioni con le pubbliche amministrazioni aventi ad oggetto la somministrazione di lavoro; Bignami 24.03, che estende ai commercialisti la possibilità di trasmettere il modulo di dimissioni telematiche previsto dalla legge; Bignami 24.04, che estende i casi in cui non si ha diritto all'indennità di disoccupazione a seguito di licenziamento per giustificato motivo; Centemero 24.07 e 24.08, che recano alcune semplificazioni e agevolazioni per i soci delle srl che partecipano al lavoro aziendale in via abituale e prevalente e per i soci di start up innovative; Sasso 27.2, che consente la gestione per l'intero anno di stabilimenti balneari e altre strutture connesse alle attività turistiche su aree demaniali affidate in concessione; Bignami 30.01 e 30.02, che concedono agevolazioni – sotto forma di detrazioni IRPEF e credito d'imposta – per l'acquisto e il comodato d'uso di dispositivi di sicurezza volti a tutelare la proprietà privata; Paolo Russo 31.02, che concede agevolazioni Irpef per il mantenimento di cani guida di non vedenti; Occhiuto 34.01, che reca una complessiva disciplina della compensazione dei debiti tributari mediante accollo del debito d'imposta altrui.
  Avverte, infine, che il termine per la presentazione dei ricorsi avverso i giudizi di inammissibilità è fissato alle ore 17 di oggi.
  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.45.

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