CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 marzo 2022
770.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO

Risoluzione n. 7-00812 Belotti: Sulla tutela del patrimonio culturale ed artistico in Ucraina.

NUOVA FORMULAZIONE

   Le Commissioni III e VII,

   premesso che:

    la drammatica azione bellica russa esplosa nei confronti ed entro i confini dell'Ucraina ha coinvolto le forze armate di entrambi i paesi registrando la caduta di molti militari, e purtroppo ha comportato la perdita di molte vite umane fra la popolazione civile ucraina, che non è riuscita a mettersi in salvo; si verifica inoltre, come spesso accade in queste circostanze, il tentativo di cancellare la storia del popolo aggredito, in questa drammatica circostanza quello ucraino, attraverso la distruzione dei centri storici delle grandi città del paese, alcune – la capitale Kiev, ma forse ancora di più Leopoli e Odessa – conosciute in tutto il mondo;

    questa strategia colpisce il patrimonio culturale ucraino, che rappresenta, in tutte le sue forme e i suoi presidii, l'identità e la memoria storica di quel popolo, ma in alcuni siti – come vedremo – è certificato come patrimonio dell'umanità intera, perché riconosciuto dall'Unesco;

    questo patrimonio, in alcuni casi già irrimediabilmente distrutto, purtroppo, e in altri per adesso gravemente minacciato, esprimeva ed esprime valori universalmente riconosciuti. È inestimabile testimonianza delle civiltà passate e funge da ponte generazionale; esso dovrebbe rappresentare, inoltre, uno strumento di conoscenza, dialogo e comprensione reciproca tra culture e popoli differenti;

    tanta è l'importanza del patrimonio culturale che la cosiddetta «comunità internazionale», all'indomani delle distruzioni e delle razzie del patrimonio culturale nelle nazioni aggredite, verificatesi durante i due grandi conflitti mondiali, ha affermato la necessità – almeno in via di principio – di difenderlo da qualsiasi forma di aggressione; infatti, dopo le più celebri e conosciute «Convenzioni di Ginevra», che in sostanza fissano il diritto delle vittime di guerra e il diritto internazionale umanitario, vale la pena di citare la «Convenzione per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato», un trattato internazionale stipulato a L'Aia nel 1954, dove viene usata per la prima volta l'espressione «beni culturali» con riferimento a qualcosa che appartiene a tutta l'umanità, e non soltanto ad una delle fazioni che prendono parte al conflitto, e per questo – con la finalità di tutelare questo patrimonio durante una guerra o un conflitto armato per preservarli da distruzione, furto o saccheggio – sono previste una serie di procedure molto particolareggiate;

    tuttavia, nelle guerre più o meno convenzionali che hanno insanguinato il nostro pianeta – anche recentemente – abbiamo assistito, alla distruzione volontaria e sistematica dei siti archeologici, dei musei e dei monumenti, in particolare di quelli legati a tradizioni religiose, a conferma che gli aggressori in generale si propongono e agiscono al fine di cancellare i simboli dell'identità e distruggere le radici storiche delle popolazioni aggredite, affermando così nelle loro intenzioni una pretesa supremazia culturale, imposta con la violenza;

    pochi giorni fa, tra il 27 e 28 febbraio, a Ivankov, nei pressi di Kiev, è stato bombardato il museo di Maria Prymachenko, artista famosa in tutto il mondo, è stato distrutto il memoriale dell'Olocausto di Babyn Yar e danneggiata dagli occupanti russi l'Accademia statale di arte decorativa Pag. 10e design di Kiev; a Kharkiv, seconda città dell'Ucraina dopo la capitale Kiev, i bombardamenti russi hanno distrutto l'Università e colpito, tra le altre cose, la simbolica piazza delle Libertà, da cui si accedeva al museo di arte contemporanea, il Yermilov Centre, uno dei più importanti della regione; restano in pericolo le collezioni e gli oggetti esposti al Mystetskyi Arsenal National Art and Culture Museum Complex di Kiev, fra cui opere di Kazimir Malevich, Vasyl Yermylov, Alexander Bogomazov, Anatol Petrytsky e Viktor Zaretsky, solo per citarne alcuni; a rischio sono anche i siti già patrimonio mondiale dell'UNESCO, tra cui la cattedrale di Santa Sofia a Kiev, il complesso del centro storico di Leopoli ed altri luoghi inseriti nella lista del cosiddetto patrimonio dell'umanità presso il World Heritage Centre dell'UNESCO a Parigi;

    in particolare, è lecito temere per le sorti delle opere di artisti italiani in Ucraina, che sono molte, ma a proposito di Italia, voglio ricordare il «Centro storico della città portuale di Odessa»; infatti Odessa – gemellata con Genova dal 1972 – è l'unica città in Ucraina che ha conservato interamente la struttura urbana di una città portuale multinazionale, tipica della fine del XVIII-XIX secolo; la città assunse il suo aspetto moderno per cura del governatore duca di Richelieu (1803-1814): la posizione della città, su un pianoro elevato sulla costa del mare, è quanto mai pittoresca, la sua pianta è quadrata, con vie larghe e regolari. Una grande scalea di marmo di 200 gradini, che rappresenta come il centro vitale della città, scende dal boulevard Feldmann (già Nikolaevskij) al porto. Le case, tutte del sec. XIX, sono di varii stili, ma risentono soprattutto l'influsso italiano, come nei palazzi costruiti dagli architetti Frapolli, Dalaqua, Torricelli, Boffo, Mòrandi, Otton, ecc., e vi predominano il gusto neoclassico e le reminiscenze del Rinascimento italiano. Tutto ciò ha giustificato la candidatura del Centro storico della città portuale di Odessa accettata il 6 gennaio 2009 con il dossier n. 5412, purtroppo non ancora definito;

    il nostro Paese ha dimostrato massima attenzione alla tutela del patrimonio artistico proprio di recente, adottando una riforma che ne ridefinisce l'assetto nell'ottica di un tendenziale inasprimento del trattamento sanzionatorio, così come previsto dalla Convenzione di Nicosia, elevando ad autonome fattispecie speciali i delitti di distruzione, danneggiamento nonché di deturpamento o imbrattamento di beni culturali o paesaggistici e l'Italia è presidente di turno del Consiglio d'Europa e la prossima riunione del 1° aprile, presieduta dal Ministro Dario Franceschini con tutti i Ministri della cultura, potrà essere occasione per convergere su iniziative comuni di sostegno alla cultura e agli artisti ucraini;

    fatte tutte queste premesse, con questa nostra risoluzione,

impegnano il Governo:

   a promuovere un coordinamento tra i Ministri della Cultura dei vari Paesi, affinché chiedano al Governo russo il rispetto della Convenzione dell'Aja del 1954 sulla protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato e dei suoi due protocolli addizionali del 1954 e del 1999;

   a farsi promotore, in accordo con le autorità locali, di un partenariato internazionale finalizzato ad assicurare un «corridoio verde» per portare in salvo, oltre i confini ucraini, il patrimonio culturale mobile custodito nel Paese;

   ad attivare i massimi controlli, anche d'intesa con le forze dell'ordine degli altri Paesi europei, al fine di prevenire e reprimere un eventuale mercato nero internazionale di opere trafugate dai musei ucraini;

   a sostenere l'UNESCO nelle azioni di salvaguardia del patrimonio storico-artistico ucraino e di formazione delle giovani generazioni;

   a insistere, nei modi e nelle forme meglio viste, presso l'UNESCO per la definizione favorevole all'iscrizione nella lista del cosiddetto patrimonio dell'umanità presso il World Heritage Centre dell'UNESCO a Parigi del «Centro storico della città portuale di Odessa», in ragione della necessitàPag. 11 cosiddetta «SOS» finalizzata ad attirare l'attenzione mondiale sulla necessità di salvare un determinato sito a rischio, definendo accogliendolo il dossier numero 5412 accettato il 6 gennaio 2009;

   a mettere a disposizione la task force italiana «Unite4heritage» costituita da esperti del Ministero per la cultura e da militari altamente qualificati del Comando carabinieri tutela patrimonio culturale, per intervenire in aree colpite da emergenze per salvaguardare i siti archeologici, i luoghi della cultura ed i beni culturali;

   a consentire la prosecuzione dei percorsi formativi presso gli Istituti di formazione del Ministero della cultura di giovani profughi e l'istituzione di borse di studio destinate a giovani artisti ucraini che potranno accedere agli Istituti di alta formazione artistica, quali i conservatori, le accademie di belle arti, gli Istituti coreutici.
(7-00812) Belotti, Zoffili, Formentini, Basini, Colmellere, De Angelis, Mariani, Maturi, Patelli, Racchella, Toccalini, Zicchieri.