CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 20 gennaio 2022
730.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-07402 Viviani: Iniziative urgenti in favore del settore agricolo, della pesca e dall'acquacoltura per contrastare l'aumento dei prezzi dell'energia.

Interrogazione n. 5-07405 Nevi: Iniziative urgenti a favore delle aziende agricole colpite dall'aumento di costi dell'energia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La tematica evidenziate dagli Onorevoli interroganti è stata più volte affrontata durante le recenti riunioni dei Consigli Agrifish a Bruxelles dove, a partire dal mese di luglio dello scorso anno, diverse delegazioni, compresa l'Italia, hanno rappresentato le problematiche dovute all'aumento dei prezzi di alcune materie prime, in particolare dei fertilizzanti impiegati in agricoltura e dei mangimi utilizzati in zootecnia, invitando la Commissione ad attuare adeguate misure.
  Negli ultimi mesi la situazione si è ulteriormente aggravata e desta notevoli preoccupazioni, anche perché l'impennata dei prezzi dell'energia rischia di vanificare il rilancio del settore e dell'economia in generale.
  La Commissione europea, nel condividere le preoccupazioni espresse, si è impegnata ad assumere iniziative concertate, soprattutto per calmierare l'aumento dei costi energetici.
  Al momento, tuttavia, la Commissione ha invitato gli Stati membri ad utilizzare gli strumenti previsti dall'attuale quadro programmatorio, in particolare attivando le misure previste dal quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, in scadenza il 30 giugno 2022 per gli impegni, ed il 31 dicembre 2022 per i pagamenti, e le misure nell'ambito dello sviluppo rurale.
  È, inoltre, intenzione del Governo accelerare e potenziare le politiche pubbliche sull'efficientamento energetico per ridurre sensibilmente il fabbisogno con l'introduzione di nuove tecnologie.
  Riguardo alle prospettive di medio-lungo periodo siamo impegnati nell'ambito del PNRR ad aumentare in modo importante la quota di produzione di energia rinnovabile. La transizione ecologica è una transizione che dobbiamo assolutamente sostenere, puntando dunque ad energie rinnovabili e lo sforzo che si sta compiendo va in questa direzione.
  Il Governo, nel prossimo Consiglio dei Ministri valuterà una serie di misure in grado di limitare il caro energia e di promuovere iniziative che tutelino le imprese per evitare il rischio del blocco di alcune linee di attività e, nei casi di maggiore difficoltà, la chiusura degli impianti, col rischio di drammatiche conseguenze sociali e occupazionali.
  Condivido, in ogni caso, la proposta del Presidente Draghi sul caro-energia: chi ha fatto grandi guadagni per l'aumento senza precedenti delle bollette deve dare un contributo di solidarietà. È il momento di fare una scelta politica chiara, chiedendo uno sforzo ai grandi gruppi che hanno visto i loro profitti lievitare.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-07403 Schullian: Sui criteri di ammissione al bando pubblico in tema di parchi agrisolari.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla questione rappresentata, occorre premettere che in fase di stesura dell'Avviso di consultazione tecnica inerente al PNRR, Missione 2 «Rivoluzione verde e transizione ecologica» – Componente C1 – «Economia circolare e agricoltura sostenibile» – Investimento 2.2 – «Parco Agrisolare», questo Dicastero ha ritenuto di dover individuare i destinatari dell'investimento in esame in base al possesso di determinate caratteristiche ritenute prioritarie (dimensioni dell'azienda, volume di affari, patrimonio immobiliare, capacità imprenditoriale e altro).
  Peraltro, è stata data la possibilità a tutti gli interessati di partecipare alla costruzione del relativo provvedimento finale, che terrà conto delle proposte pervenute, il cui vaglio è ancora in corso.
  All'esito della predetta fase di consultazione, il Ministero – sempreché ne ricorrano i presupposti – si riserva di valutare la possibilità di estendere l'accesso all'investimento anche alle aziende agricole attualmente precluse, ovvero – se del caso e compatibilmente con le risorse finanziarie a disposizione – di riservare loro un ulteriore bando «ad hoc» che tenga conto delle caratteristiche peculiari delle imprese in questione (ridotte dimensioni e volume d'affari, ubicazione nelle zone montane, esercizio delle attività di cui all'articolo 2135 del Codice civile e altro).

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-07404 Fornaro: Iniziative urgenti per contenere i danni derivanti dalle recenti misure di contrasto alla diffusione della peste suina in Piemonte e in Liguria.

Interrogazione n. 5-07406 Incerti: Iniziative urgenti per contrastare la diffusione della peste suina africana.

Interrogazione n. 5-07407 Ciaburro.: Misure urgenti volte a contenere la proliferazione dei cinghiali e per sostenere il comparto suinicolo nazionale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Riguardo alle interrogazioni presentate mi preme anzitutto rilevare che la questione delineata è da tempo all'attenzione del Governo e del Ministero delle politiche agricole che, per rendere più incisivi gli strumenti di contrasto all'eccessiva proliferazione di cinghiali, ritenuti tra i principali vettori della peste suina africana, ha sviluppato un'azione propulsiva allo scopo di avviare diverse azioni in sinergia con le altre Amministrazioni coinvolte.
  In tale contesto è emerso chiaramente come un'azione immediata, tempestiva e coordinata di monitoraggio e controllo risulti fondamentale per avere maggiori probabilità di contenere il contagio, atteso che la diffusione della malattia, soprattutto nelle fasi iniziali, può dipendere dalla densità delle popolazioni di cinghiali, oltre che dalla presenza di corridoi che consentono di superare eventuali barriere geografiche.
  Come rilevato dagli Onorevoli interroganti, dopo il rinvenimento, a fine dicembre, di un cinghiale morto nei pressi di Ovada e l'accertamento della positività alla PSA di ulteriori carcasse, il Governo è intervenuto tempestivamente con un'ordinanza dei Ministri della salute e dell'agricoltura, con il coinvolgimento di MITE, Regioni, Province autonome di Trento e Bolzano, Protezione Civile, Forze di polizia ed istituti tecnici di supporto.
  L'obiettivo primario è stato porre in essere ogni misura utile ad un immediato contrasto alla diffusione della PSA e alla sua eradicazione a tutela della salute, del patrimonio faunistico e zootecnico suinicolo nazionale e degli interessi economico connessi allo scambio extra Ue e alle esportazioni verso i Paesi terzi di suini e prodotti derivati.
  Nel dettaglio, il provvedimento emanato vieta l'attività venatoria nella zona stabilita come infetta, salvo la caccia selettiva al cinghiale, nonché le attività sportive e ludiche, dalla pesca al trekking e al mountain biking.
  Difatti, i tecnici hanno rappresentato in forma chiarissima come sia da sospendere ogni attività venatoria, in quanto ogni forma di disturbo favorisce lo spostamento dei cinghiali e di conseguenza la diffusione dell'epidemia di PSA.
  La caccia di selezione al cinghiale è quindi ammessa quale strumento per ridurre la popolazione in eccesso e rafforzare la rete di monitoraggio sulla presenza del virus.
  La vigilanza sull'applicazione delle misure introdotte è assicurata dai servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali territorialmente competenti in collaborazione con le Forze dell'ordine. L'allerta è stata innalzata al massimo livello, intensificando la vigilanza sulle misure di biosicurezza nel settore domestico, con particolare riguardo a tutte le operazioni di trasporto e di Pag. 39movimentazione degli animali, di mangimi, prodotti e persone.
  Per quanto concerne le azioni di contrasto alla diffusione della PSA è importante ribadire che, secondo l'ISPRA, le modalità di gestione di una popolazione di cinghiale nelle aree infette sono di tipo straordinario e completamente differenti da quelle ordinarie previste per le aree indenni. Tali modalità straordinarie sono definite dai documenti di indirizzo predisposti dalla Commissione europea ai quali gli Stati Membri devono attenersi.
  Riguardo alla più ampia problematica delle criticità poste da alcune specie di fauna selvatica, indipendentemente dall'attuale emergenza in materia di PSA, il Governo concorda con la necessità di consolidare la figura del coadiutore ai piani di controllo ai sensi dell'art. 19 della legge 157/92, al fine di conferire maggiore capacità operativa gli enti preposti per il contenimento delle suddette problematiche e ribadisce la necessità che si operi esclusivamente attraverso modalità altamente selettive, escludendo qualunque ricorso ad azioni in braccata con segugi (da limitarsi strettamente al periodo di caccia ordinaria ai sensi dell'art. 18, comma 1, lett. d), della L. 157/92).
  Per quanto ci riguarda, l'interesse fondamentale e assolutamente prevalente è quello di assicurare la massima tutela al patrimonio suinicolo nazionale e, in tale direzione, l'Ordinanza emanata consente alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza, fattispecie che certamente rassicura riguardo alle nostre esportazioni.
  In ogni caso, fermo restando l'intento di costituire una task force ministeriale ad hoc, abbiamo allertato il ministero degli Esteri per tranquillizzare i Paesi importatori di carne suina italiana circa la salubrità dei nostri prodotti.
  Detto questo mi preme rilevare che il settore suinicolo, così come altri settori delle filiere agricole, è stato oggetto di particolare attenzione in questi ultimi anni con l'attuazione di specifiche misure per sostenerne lo sviluppo e gli investimenti.
  Tra queste, ricordo l'istituzione del «Fondo emergenziale per le filiere in crisi» che prevede risorse a sostegno di alcuni settori delle filiere agricole, tra cui quelle dedite all'allevamento di suini. Detto Fondo, dopo un iniziale stanziamento di 65 milioni di euro, è stato incrementato portando la misura a 71,5 milioni di euro, di cui 38.5 milioni alla filiera suinicola.
  Rilevo al riguardo che AGEA ha dato attuazione alla misura ed entro la fine di gennaio, terminata la verifica delle istanze che presentavano anomalie, l'intera procedura sarà completata.
  Rappresento inoltre che, a seguito dell'intesa intervenuta in Conferenza Stato Regioni lo scorso 16 dicembre, è stato approvato lo Schema di decreto interministeriale del Ministro delle politiche agricole di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze che, a modifica del decreto ministeriale 7 aprile 2020, n. 3632, reca criteri e modalità di ripartizione delle risorse del Fondo nazionale per la suinicoltura con conseguente incremento delle risorse destinate al settore suinicolo e per il quale questa Amministrazione sta concludendo l'iter amministrativo ai fini dell'efficacia della misura.
  Si tratta di un decreto che distribuisce altri 10 milioni di euro messi a disposizione dalla Legge di bilancio per la filiera suinicola: 3 milioni di euro per la promozione e comunicazione del prosciutto DOP, 1 milione per migliorare le modalità di determinazione dei prezzi delle CUN suinicole e 6 milioni per il benessere degli animali e la sostenibilità degli allevamenti.
  Ricordo che detto Fondo è stato istituito per far fronte alla perdita di reddito degli allevatori di suini; garantire la massima trasparenza nella determinazione dei prezzi indicativi da parte delle commissioni uniche nazionali del settore suinicolo; rafforzare i rapporti di filiera nel medesimo settore; potenziare le attività di informazione e di promozione dei prodotti suinicoli presso i consumatori; migliorare la qualità dei medesimi prodotti e il benessere animale nei relativi allevamenti; promuovere l'innovazione, anche attraverso il sostegno dei contratti di filiera e delle organizzazioniPag. 40 interprofessionali nel predetto settore.
  Riguardo all'opportunità, segnalata dagli interroganti, di procedere alla nomina di un Commissario straordinario per la stima delle ricadute economiche sui settori danneggiati e per i successivi ristori, faccio presente che il Governo, in questa prima fase, si sta concentrando principalmente sulle misure economiche immediate da intraprendere a sostegno delle imprese agricole danneggiate, direttamente o indirettamente, dall'epidemia di PSA; ovviamente, qualora la situazione dovesse mutare, potrà essere valutata anche l'opportunità di adottare modelli gestionali dell'emergenza differenti, ove necessario.
  Assicuro che continueremo a vigilare sull'evolversi della situazione epidemica e, come già fatto in altre occasioni, ci faremo trovare pronti nell'individuare tutte le misure necessarie per fronteggiare l'emergenza.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-07408 Cillis: Misure di sostegno del Piano Strategico Nazionale per gli allevamenti di capi ovini e caprini.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Politica Agricola Comune per il prossimo periodo di programmazione (2023-2027), in linea con gli obiettivi di tutte le politiche settoriali dell'Ue, deve apportare un maggior valore aggiunto dell'Unione relativamente all'ambiente e rafforzare le sinergie con il finanziamento degli investimenti nella natura e nella biodiversità.
  Come evidenziato dall'onorevole interrogante, il Piano strategico nazionale, in attuazione del Regolamento UE 2021/2115, prevede, tra i tipi di intervento sotto forma di pagamenti diretti, un regime di aiuto volontario per gli agricoltori che si concretizza in un pagamento aggiuntivo al sostegno di base al reddito in ragione dell'elevato livello di ambizione climatico-ambientale delle pratiche agricole attuate; i regimi ecologici, anche detti «ecoschemi» sono infatti concepiti per andare oltre i criteri obbligatori già previsti dal sistema di condizionalità, per richiedere ulteriori requisiti che riguardino il clima, l'ambiente, il benessere degli animali e il contrasto alla resistenza antimicrobica.
  Mi preme evidenziare che la cosiddetta «architettura verde» della PAC è delineata secondo una strategia unitaria da attuare con strumenti distribuiti tra primo e secondo pilastro; tale impostazione di base implica la necessità di evitare un doppio finanziamento tra pagamenti diretti e regimi ecologici e tra questi e le misure finanziate dal FEASR e pertanto, nella definizione delle misure, si è prestata grande attenzione ad agevolare la complementarietà degli interventi in modo da offrire il massimo vantaggio ai potenziali beneficiari.
  Sulla base della dotazione complessiva disponibile per i regimi ecologici sono stati definiti 5 ecoschemi; il primo, organizzato su due livelli, riguarda la riduzione degli antibiotici in allevamento – Livello 1, e il benessere animale – Livello 2.
  Il livello 1 prevede il rispetto di soglie minime di impiego del farmaco veterinario espresse come «Dose Giornaliera Definita» ovvero «Defined Daily Dose – DDD» individuate con riferimento ad un valore di mediana regionale calcolato annualmente per le diverse tipologie zootecniche ammissibili all'aiuto. Il rispetto delle soglie viene verificato tramite il sistema integrato ClassyFarm per ogni singolo allevamento. Ai fini dell'ammissibilità al pagamento gli allevamenti sono classificati rispetto ai quattro quartili della distribuzione della mediana regionale e in base al mantenimento o riduzione di valori di DDD. Per quanto concerne le tipologie di specie/attitudini produttive sono ammissibili al sostegno i bovini da latte (55 euro), i bovini da carne (45 euro), i bovini a duplice attitudine (45 euro), i vitelli da latte (20 euro/UBA), i bufalini (55 euro), gli ovini (50 euro /UBA), i caprini (50 euro/UBA) e i suini (20 euro /UBA).
  Il Livello 2 sostiene l'allevamento semibrado o che pratica pascolamento. Sono ammissibili al pagamento solo gli allevamenti che aderiscono al Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale al pascolo (SQNBA) e quelli certificati per la zootecnia biologica. Alcune deroghe possono essere previste per gli allevamenti di piccole dimensioni, a condizione che i controlli necessari alla verifica delle attività di pascolo e allevamento semibrado vengano effettuati dalle Amministrazioni regionali/provinciali competenti.
  Per quanto concerne le tipologie di specie/attitudini produttive sono ammissibili al sostegno: i bovini da latte, i bovini da carne, i bovini a duplice attitudine (200 euro) e i suini (250 euro/UBA).Pag. 42
  Complessivamente le risorse a disposizione per l'ecoschema «benessere animale» (livello 1 e livello 2) ammontano a 376 milioni di euro, corrispondenti al 41,5 per cento del budget. L'impatto finanziario dell'intero ecoschema, che è volontario per gli agricoltori, è stato calcolato ipotizzando un livello di adesione pari al 75 per cento dei capi in Banca Dati Nazionale.
  Con riferimento a quanto chiesto dall'onorevole interrogante, sottolineo che nella progettazione dei vari ecoschemi, la quantificazione dei contributi previsti per ogni singola specie/attitudine produttiva è stata supportata da un gruppo di lavoro composto da esperti ministeriali, dal CREA, dal CRPA e da alcuni Istituti zooprofilattici sperimentali.
  In questa fase, tenuto conto delle diverse realtà allevatoriali e dei diversi impegni che potevano essere presi a riferimento per la giustificazione dei premi, si è inteso attivare una linea unitaria per la filiera «vacca/vitello», mentre per l'allevamento ovi-caprino, in ragione dell'amplissimo utilizzo della attuale misura 14 dei PSR (in particolare in regione Sardegna), si è deciso di adottare un approccio integrato, che prevede sia l'utilizzo dello strumento ecoschema, nel caso di impegni comuni relativi all'utilizzo del farmaco veterinario (con target differenziati in base alle medie regionali) sia del corrispondente intervento agroclimatico-ambientale ovvero (la precedente misura 14 «Benessere animale» del PSR), con cui si prevede di compensare impegni differenziati tra Regioni, ma con il comune obiettivo del miglioramento del benessere animale.
  È per queste ragioni che il livello 2 dell'ecoschema «benessere animale» prevede la non cumulabilità dell'aiuto con il corrispondente intervento sul benessere animale, mentre il livello 1 dell'ecoschema, relativamente alla riduzione del farmaco per il settore ovi-caprino prevede espressamente la cumulabilità con l'intervento sul benessere animale finanziato dal FEASR.
  Rassicuro pertanto gli Onorevoli interroganti che è proprio in questa direzione, ovvero di quella di offrire il massimo vantaggio possibile nell'utilizzo dei vari tipi di intervento, che una volta perfezionato il riparto dei fondi FEASR tra le Regioni si intende indirizzare il lavoro di perfezionamento della programmazione delle misure di sviluppo rurale.
  Per quanto concerne gli aspetti finanziari, infine, segnalo che al settore ovi-caprino sono stati assegnate le seguenti percentuali delle risorse disponibili:

   a valere su ecoschema «benessere animale» (livello 1): il 10 per cento agli ovini e il 2 per cento ai caprini;

   a valere sul sostegno accoppiato: l'1,7 per cento alle agnelle da rimonta e l'1,2 per cento ai capi ovini e caprini macellati.