CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 21 dicembre 2021
717.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
Pag. 165

ALLEGATO 1

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Istituto forestale europeo riguardante lo stabilimento in Italia di un ufficio sulla forestazione urbana, con Allegato, fatto a Helsinki il 15 luglio 2021 (C. 3318 Governo).

PARERE APPROVATO

  La XI Commissione,

   esaminato, per quanto di competenza, il disegno di legge C. 3318, recante la ratifica e l'esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Istituto forestale europeo, riguardante lo stabilimento in Italia di un ufficio sulla forestazione urbana, con Allegato, fatto a Helsinki il 15 luglio 2021;

   ricordato che l'Italia ha aderito alla convenzione sull'Istituto forestale europeo, ratificando la relativa convenzione con la legge 30 dicembre 2008, n. 219;

   considerato che l'Istituto svolge attività volte a facilitare e stimolare la creazione di reti collegate alle foreste, a promuovere la diffusione di informazioni imparziali e pertinenti alle politiche relative alle foreste e alla silvicoltura, nonché a sostenere la ricerca forestale e l'uso di informazioni scientificamente valide come base per le politiche forestali;

   preso atto che il disegno di legge in esame prevede l'apertura in Italia di un Ufficio dell'Istituto, la cui attività di ricerca si concentrerà sul tema delle foreste urbane, nel quadro del tema prioritario della resilienza, indicato nella strategia dell'Istituto per gli anni 2017-2021, con particolare riferimento alla capacità delle foreste di fare fronte ai cambiamenti climatici;

   considerato che il comma 1 dell'articolo X, che disciplina il regime previdenziale e sanitario applicabile al personale dell'Ufficio e ai familiari, prevede che l'Istituto provveda affinché il personale e i relativi familiari, che non abbiano cittadinanza italiana o residenza permanente in Italia, siano coperti da un'adeguata assicurazione sanitaria e previdenziale tramite enti assicurativi pubblici o privati italiani o di altro Stato, i cui termini devono essere portati a conoscenza delle competenti autorità italiane;

   rilevato che il comma 2 del medesimo articolo X esonera l'Ufficio e il suo personale da ogni contribuzione obbligatoria agli enti previdenziali italiani, se non su base volontaria, a fronte del riconoscimento delle relative prestazioni, e che tale disposizione, in base al comma 4 dello stesso articolo, è estesa ai familiari del personale dell'Ufficio, tranne nel caso di lavoratori autonomi in Italia che abbiano diritto alle prestazioni previdenziali previste dalla Repubblica italiana;

   osservato che il comma 3 dell'articolo X prevede la possibilità di concludere Accordi o intese complementari finalizzati ad autorizzate il personale dell'Ufficio e i relativi familiari a beneficiare dei servizi forniti dal sistema sanitario pubblico italiano;

   segnalato che l'articolo XIV consente ai soggetti che facciano parte del nucleo familiare del personale stabilito in Italia di svolgere un lavoro autonomo o dipendente in Italia, in relazione al quale si prevede il rilascio di un tesserino di riconoscimento da parte del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale;

   preso atto che l'articolo XV stabilisce il dovere dell'Ufficio e del suo personale di rispettare le leggi italiane e disciplina i casi di rinuncia all'immunità,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

Pag. 166

ALLEGATO 2

Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo (C. 875-B, approvata dalla Camera e modificata dal Senato).

PARERE APPROVATO

  La XI Commissione,

   esaminata, per quanto di competenza, la proposta di legge C. 875-B Corda, approvata in prima lettura dalla Camera dei deputati e modificata dal Senato della Repubblica, recante norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo;

   ricordato che nel corso dell'esame in prima lettura questa Commissione si era già espressa favorevolmente il 15 maggio 2019 e il 16 giugno 2020;

   evidenziato che l'intervento legislativo trova ragione nell'urgente necessità di riportare nell'alveo costituzionale l'ordinamento vigente, in conformità a quanto disposto dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 120 del 2018, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1475, comma 2, del Codice dell'ordinamento militare di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, in quanto prevede che «I militari non possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale o aderire ad altre associazioni sindacali» invece di prevedere che «I militari possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale alle condizioni e con i limiti fissati dalla legge; non possono aderire ad altre associazioni sindacali»;

   preso atto che, a giudizio della Corte, la portata e l'ambito del diritto di costituire associazioni professionali a carattere sindacale devono, tuttavia, essere precisati alla luce della giurisprudenza europea, che lega l'affermazione di principio della libertà sindacale al riconoscimento della possibilità che siano adottate dalla legge restrizioni nei confronti di determinate categorie di pubblici dipendenti, rendendosi necessario verificare se e in quale misura tale facoltà possa o debba essere esercitata, o anche alla stregua dei princìpi costituzionali che presiedono all'ordinamento militare;

   evidenziato che la Corte ha riaffermato la necessità di considerare le peculiari esigenze di «coesione interna e neutralità», che distinguono le Forze armate dalle altre strutture statali;

   considerato che grava sul legislatore l'onere di individuare, anche attraverso un opportuno confronto con i soggetti portatori di interesse, un equilibrato e dinamico bilanciamento tra valori, principi e regole costituzionali, che richiede una ponderazione complessiva degli elementi di interesse;

   sottolineata l'urgenza di adeguare l'ordinamento vigente alla più volte richiamata giurisprudenza costituzionale;

   preso atto che le modifiche introdotte nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento sono volte all'eliminazione di possibili ambiguità del testo e non incidono sui principi alla base del provvedimento sul quale la Commissione si è già pronunciata,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

Pag. 167

ALLEGATO 3

5-06575 Carla Cantone: Iniziative per l'adozione di una strategia nazionale per la sicurezza sul lavoro e per il riconoscimento del valore sociale del lavoro.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio l'onorevole interrogante per aver affrontato un tema così importante come quello della sicurezza sul lavoro.
  Come noto, il tragico fenomeno degli infortuni del lavoro, anche ad esito mortale, ha conosciuto una recrudescenza negli ultimi anni.
  Purtroppo, come è tristemente noto, anche nei giorni scorsi altri lavoratori hanno perso la vita a causa del lavoro.
  La prevenzione degli infortuni e il rafforzamento della sicurezza nei luoghi di lavoro è una priorità dell'azione di Governo.
  Il Governo ha infatti promosso una strategia nazionale per la salute e a protezione sul lavoro al fine di aumentare i livelli di sicurezza.
  Al riguardo, faccio presente che, in armonia con quanto previsto dalle normative europee e dalle convenzioni internazionale il Comitato previsto all'articolo 5 del testo unico della sicurezza (decreto legislativo n. 81 del 2008), che riveste il ruolo di cabina di regia, ha rinnovato l'impegno finalizzato alla stesura di una strategia nazionale di prevenzione, cui collegare per coerenza i Piani di tutte le Istituzioni competenti in materia, al fine di favorire una reale sinergia di azioni per garantire condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
  Al fine di rafforzare l'attività di controllo in materia di sicurezza sul lavoro, nel decreto-legge n. 146 del 2021, adesso convertito in legge, è stato predisposto un pacchetto di misure che intervengono sulla disciplina di settore e che sono ispirate ad una logica unitaria e organica.
  Si è deciso di procedere al contrasto dei fattori di rischio nei contesti lavorativi con una valorizzazione e un rafforzamento delle competenze attraverso due direttrici fondamentali.
  La prima prevede un ampliamento delle competenze in materia di salute e sicurezza dell'INL, valorizzando al massimo le sue funzioni in materia di controllo sull'organizzazione delle attività produttive e dei rapporti di lavoro.
  La seconda novità assoluta è il coordinamento della pluralità di soggetti competenti a presidiare il rispetto delle norme prevenzionistiche, sia attraverso l'attribuzione all'INL un potere di direzione tecnica delle attività di vigilanza, sia attraverso l'istituzione di sistemi informativi integrati e una migliore interoperabilità tra le banche dati esistenti.
  A tutela dei lavoratori, il provvedimento contiene il rafforzamento e la razionalizzazione dell'attuale apparato sanzionatorio, prevedendo che per alcune fattispecie di illecito particolarmente gravi siano irrogati provvedimenti di sospensione.
  Sono, infatti, previste disposizioni che ampliano le competenze dell'ispettorato nazionale del lavoro (INL), i cui organici vengono rinforzati (1.024 unità aggiuntive) e la cui attività è coordinata con le ASL, a livello provinciale, e rafforzano il Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP). Inoltre, si dispone un incremento di 90 unità, in soprannumero rispetto all'organico attuale, a decorrere dal 1° gennaio 2022, del contingente di personale dell'Arma dei carabinieri.
  Il rafforzamento dell'attività di controllo e repressione è un asse fondamentale delle politiche pubbliche, ma non è sufficiente a realizzare una strategia sistemica che per rivelarsi veramente efficace deve essere integrata con il rafforzamento delle Pag. 168politiche di prevenzione e di coinvolgimento attivo delle imprese nell'applicazione delle regole sulla sicurezza, anche attraverso l'introduzione di misure premiali.
  Per quanto riguarda la formazione, voglio sottolineare che questa costituisce un indispensabile strumento culturale di prevenzione perché coinvolge e responsabilizza lo stesso lavoratore rispetto ai pericoli insiti nella sua attività. La consapevolezza e la preparazione sono infatti strumenti essenziali che possono contribuire alla neutralizzazione sistemica del rischio.
  Pertanto, anche quello dei controlli sull'effettività della formazione quale obbligo che deve realmente conseguire il risultato di istruire il lavoratore sui pericoli e sulle misure di prevenzione, deve costituire una direttrice ispettiva fondamentale per dare seguito ed applicazione a tutti gli altri obblighi conseguenziali in materia di sicurezza del lavoro.
  L'impegno a realizzare attività formative di qualità che mirino a produrre effetti diretti sulla riduzione dei fenomeni infortunistici e tecnopatici è svolta dall'Inail attraverso una segmentazione dell'offerta formativa in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, rivolta alle figure prevenzionali dell'INAIL (Responsabili servizio prevenzione e protezione – RSPP). Nel 2021 sono stati realizzati importanti iniziative di aggiornamento con particolare riguardo alla gestione delle emergenze in caso di incendio e alla gestione della sicurezza nell'utilizzo di macchine e attrezzature.
  Per quanto riguarda i progetti di investimento e formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro rivolti in particolare alle piccole, medie e micro-imprese, voglio evidenziare che i bandi di finanziamento Isi dell'INAIL sono finalizzati a incentivare le imprese a realizzare progetti per il miglioramento dei livelli di salute e sicurezza sul lavoro, per sostenere una crescita intelligente, sostenibile, inclusiva anche in coerenza con gli obiettivi dell'Agenda ONU 2030.
  Dal 2010 ad oggi, sono state destinate risorse economiche per circa 2,5 miliardi di euro.
  La qualificazione delle imprese è un obiettivo prioritario nella strategia nazionale della sicurezza. È infatti opportuno coinvolgere tutte le imprese di ogni filiera produttiva, che certifichino la «qualità del prodotto», ovvero il rispetto delle norme di sicurezza, in linea con quanto si è previsto anche con riferimento al contrasto al caporalato. Lo stesso risultato potrebbe essere raggiunto condizionando l'accesso ai benefici al rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro.
  Il tema della formazione merita di essere anche considerato in relazione al rapporto con il mondo della scuola e nell'ambito dei programmi scolastici, con l'obiettivo di accrescere la consapevolezza e la sensibilità delle generazioni più giovani. Al pari di altri Paesi, occorre investire su una massiccia campagna di sensibilizzazione, che possa essere rivolta anche a specifici gruppi target per meglio diffonderne e rafforzarne il contenuto.
  L'altra fondamentale direttrice di intervento pubblico è il contrasto al lavoro irregolare e al lavoro nero. Il tema della sicurezza non può essere disgiunto infatti da quello della garanzia della regolare costituzione dei rapporti di lavoro e della tutela dei diritti dei lavoratori.
  Il PNRR ha infatti previsto l'adozione di un Piano di azione nazionale per rafforzare la lotta al sommerso nei diversi settori dell'economia.
  Ricordo inoltre che con il decreto ministeriale dello scorso 25 giugno è stato introdotto, a livello nazionale, il meccanismo di verifica della congruità della manodopera impiegata nel settore edile, sia nei lavori pubblici che privati, sulla base dell'accordo collettivo sottoscritto dalle Parti sociali nel settembre dello scorso anno.
  La verifica di congruità, in particolare nel settore edile, può concorrere, infatti, a realizzare un'azione concreta di contrasto dei fenomeni di dumping contrattuale, promuovendo l'emersione del lavoro irregolare attraverso l'utilizzo di parametri idonei ad orientare le imprese operanti nel settore e assicurandoPag. 169 un'effettiva tutela dei lavoratori sia sotto il profilo retributivo che per gli aspetti connessi alla salute e alla sicurezza.
  Concludo assicurando l'impegno costante del Governo a proseguire, attraverso il confronto con il Parlamento e il dialogo sociale, nell'attuazione di tutte le iniziative atte a garantire il diritto di tutti a lavorare in condizioni che garantiscano al contempo la dignità, la salute e la sicurezza.

Pag. 170

ALLEGATO 4

5-07190 Mugnai: Cessione dalla società Abb alla società FIMER Spa del comparto di produzione di inverter solari del sito produttivo di Terranuova Bracciolini (AR).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli onorevoli interroganti rappresentano l'avvenuta cessione nel marzo 2020 del sito di Terranuova Bracciolini (AR) da parte della multinazionale ABB alla Fimer Spa con riferimento al comparto solare, mentre ad Abb è rimasto quello delle ricariche delle batterie per auto elettriche che verrà trasferito nell'area di Sant'Andrea in San Giovanni Valdarno. Al riguardo, gli onorevoli interroganti manifestano legittima apprensione relativamente a una possibile contrazione dei livelli occupazionali per i siti produttivi in oggetto e, in generale, per il territorio toscano.
  Indubbiamente il territorio della Toscana sta affrontando crisi aziendali importanti, penso ad esempio alla GKN di Campi Bisenzio, e inoltre vi sono realtà aziendali che, pur se ancora non in crisi con avvenuta contrazione dei livelli occupazionali, presentano però segni di sofferenza e destano chiaramente apprensione e timori nei lavoratori coinvolti, nelle organizzazioni sindacali e nelle istituzioni.
  Desta maggior preoccupazione il caso della Fimer Spa, importante azienda del settore dell'elettronica e dell'energia alternativa, che viene monitorata a livello istituzionale in quanto la crescita dei costi delle materie prime utilizzate per la produzione della componentistica elettronica, potrebbe avere nefaste ricadute a livello occupazionale, in primis sull'azienda medesima, ma anche sull'indotto costituito da molte aziende artigiane.
  Si tratta complessivamente di circa 800 lavoratrici e lavoratori che nel corso degli anni hanno contribuito allo sviluppo e al benessere del territorio della Valdarno.
  Condivido quindi le preoccupazioni degli onorevoli interroganti, anche perché l'oggettivo difficile reperimento delle materie prime da parte dell'azienda sta provocando una consequenziale difficoltà a garantire la continuità lavorativa del settore produttivo artigiano collegato alla Fimer Spa.
  Ciò premesso, faccio presente che il Ministero dello sviluppo economico ha rappresentato che al tavolo di crisi tenutosi il 7 dicembre scorso gli azionisti di Fimer hanno informato di essere in un processo avanzato di ricerca di un partner industriale e finanziario che consenta il rilancio della società e la salvaguardia occupazionale.
  Il tavolo di crisi è tornato a riunirsi proprio nella giornata di ieri, lunedì 20 dicembre. Secondo quanto risulta al Ministero del lavoro, sono proseguite le interlocuzioni tra le parti, che avranno ulteriormente corso la settimana prossima.
  Concludo assicurando il massimo impegno del Ministero del lavoro, per quanto di competenza, nel sostenere le iniziative in itinere, al fine di trovare soluzioni condivise che prioritariamente preservino i livelli occupazionali e gli equilibri sociali ed economici della di un territorio, come quello della Valdarno, che da sempre costituisce un'eccellenza produttiva nel panorama nazionale.

Pag. 171

ALLEGATO 5

5-07206 Grippa: Licenziamento di lavoratori dello stabilimento
di Atessa (CH) della società Sanmarco Industrial Srl.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli Onorevoli interroganti richiamano l'attenzione del Governo sulla situazione produttiva e occupazionale dell'impresa Sanmarco Industrial srl di Atessa (Chieti) che opera nel settore industriale della metalmeccanica, in modo particolare nella produzione di cassoni fissi per veicoli commerciali, per la committente SEVEL s.p.a.
  A seguito del Fallimento presso il Tribunale di Lanciano avvenuta nel 2012 della Sanmarco s.p.a. in liquidazione, la ditta Scattolini Sangro s.r.l. è risultata aggiudicataria del ramo di azienda relativo ai siti produttivi di Lanciano e Atessa, in provincia di Chieti.
  Preciso che la Società in questione beneficia della CIGS per riorganizzazione aziendale dal 2017, autorizzata dal Ministero del lavoro.
  In periodo più recente, segnalo che, in data 14 dicembre 2020, si è tenuta una riunione tra i rappresentanti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, i vertici aziendali della società e le rappresentanze sindacali dei lavoratori per l'espletamento dell'esame congiunto della situazione aziendale, ai sensi dell'articolo 24 del decreto legislativo n. 148 del 2015.
  All'esito dell'incontro, le Parti hanno sottoscritto un verbale di accordo avente ad oggetto il ricorso, da parte della Società, alla proroga del trattamento straordinario di integrazione salariale (CIGS) per riorganizzazione aziendale, ai sensi dell'articolo 22-bis del decreto legislativo n. 148 del 2015. Nello specifico, la proroga del trattamento di CIGS è stata richiesta dalla Società – per la durata di 12 mesi decorrenti dal 3 agosto 2020 – in favore di numero massimo di 80 lavoratori occupate presso il sito di Atessa.
  Con i decreti direttoriali di gennaio e aprile 2021 l'efficacia del trattamento straordinario di integrazione salariale è stata sospesa causa CIGO con causale COVID-19 e poi la sua efficacia è stata protratta fino al 13 giugno 2022.
  La regione Abruzzo ha comunque manifestato la propria disponibilità ad intraprendere specifici percorsi di politica attiva per il personale interessato dal trattamento di CIGS.
  In data 13 luglio 2021, la Società, pur beneficiando della cassa integrazione guadagni straordinaria, ha aperto una procedura di licenziamento collettivo ai sensi di quanto disposto dagli articoli 4 e 24 della legge n. 223 del 1991, dichiarando un esubero strutturale di 50 lavoratori su un totale di 142.
  Secondo quanto riportato dalla regione Abruzzo, nella nota di apertura della procedura di licenziamento collettivo, la società ha confermato la presenza di 50 esuberi strutturali e l'impossibilità di individuare soluzioni alternative al licenziamento.
  L'esubero dichiarato, a detta della Sanmarco Industrial, è determinato da esigenze di riorganizzazione delle attività e da un calo di fatturato verificatosi successivamente all'aggiudicazione del ramo di azienda veicolare della ex Scattolini Sangro s.r.l., relativamente al fallimento della Sanmarco s.p.a..
  La regione riferisce altresì che lo scorso 30 agosto, la società ha comunicato la conclusione della fase sindacale della procedura di licenziamento collettivo con un mancato accordo siglato con le organizzazioni sindacali in data 26 agosto 2021, richiedendo l'attivazione della fase in sede istituzionale.
  La Società, secondo quanto riportato dalla regione Abruzzo, si sarebbe resa disponibile alla ricollocazione di 16 lavoratori,Pag. 172 all'interno del gruppo, presso le sedi in Francia (2 lavoratori), Germania (2 lavoratori), Inghilterra (2 lavoratori), Portogallo (2 lavoratori) e Verona (8 lavoratori), compatibilmente con il profilo professionale professionali delle persone eventualmente interessate.
  La Società ha dichiarato, altresì, che al termine dei licenziamenti collettivi, entro 120 giorni, opererà la rinuncia alla cassa integrazione straordinaria guadagni ex articolo 22-bis, del decreto legislativo n. 148 del 2015.
  Le organizzazioni sindacali hanno ribadito la totale contrarietà alla scelta aziendale chiedendo il ritiro e la sospensione della procedura di licenziamento collettivo e invitano la stessa a proseguire l'utilizzo della CIGS autorizzata, anche tenendo conto dell'avviso comune firmato da CGIL, CISL UIL e il Governo.
  La regione Abruzzo, al fine di mitigare la situazione occupazionale in corso, ha proposto alle organizzazioni sindacali e alla società la sospensione dei termini della procedura di licenziamento e il prosieguo dell'ammortizzatore sociale, invitando le parti a condividere la possibilità di ricorrere a licenziamenti esclusivamente su base volontaria con un incentivo all'esodo e a verificare la possibilità di ricollocazione non solo all'interno del gruppo, ma anche in altre aziende locali.
  La Società sembrerebbe non aderire a tale proposta.
  Al termine del confronto, stante l'inconciliabilità delle parti per poter addivenire ad un accordo condiviso, i rappresentanti della regione e dell'ispettorato territoriale del lavoro di Chieti-Pescara hanno dichiarato esperita la procedura di licenziamento collettivo.
  In ordine alla regolarità dei provvedimenti aziendali sino ad oggi adottati, faccio presente che l'Ispettorato territoriale del lavoro di Chieti-Pescara ha avviato, in data 12 luglio 2021, un accesso ispettivo condotto da funzionari INL e INPS presso la sede legale di Atessa.
  L'ispezione era stata programmata a seguito dell'esposto presentato dalla sigla sindacale FIOM CGIL in merito all'accordo siglato il 2 febbraio 2021 presso la Sanmarco Industrial Srl. L'istanza del sindacato era diretta a verificare da parte dell'ispettorato il corretto utilizzo della cassa integrazione, ivi compresa la rotazione dei dipendenti, e la regolarità dell'accordo proposto dall'azienda, in base al quale era contemplata la possibilità di una risoluzione del rapporto di lavoro in azienda al trattamento di cassa integrazione, e si assumeva che tale ammortizzatore sociale fosse utilizzato come indebito strumento di incentivo all'esodo. Nessun dipendente dell'azienda in questione ha comunque aderito al suddetto accordo, che non ha poi avuto seguito.
  All'esito dell'accertamento, si dava atto dell'assenza d'omissioni contributive e si concludeva per la mancata rilevazione d'addebiti.
  L'Ispettorato nazionale del lavoro ha evidenziato, secondo quanto riferito dalla struttura territoriale di Chieti, che non sono pervenute, successivamente alla attivazione e chiusura della vigilanza ispettiva citata, ulteriori segnalazioni o richieste di intervento concernenti le criticità segnalate nel presente atto di sindacato ispettivo.
  Ringrazio gli onorevoli interroganti per aver richiamato l'attenzione sulla vicenda e assicuro che il Ministero del lavoro continuerà a monitorarne gli ulteriori sviluppi e a sostenere – d'intesa con il Ministero dello sviluppo economico – le iniziative per l'attivazione di un tavolo nazionale, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali dell'azienda e preservare questa importante realtà produttiva.