CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 2 dicembre 2021
707.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
Pag. 66

ALLEGATO 1

5-06873 Barzotti: Salvaguardia dei livelli occupazionali nella società Raben Sittam.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Raben-Sittam Srl, società facente parte del gruppo Raben con sedi in Europa, opera nel settore «Spedizioneri e agenzie di operazioni doganali» e, presso gli stabilimenti italiani, occupa quasi 300 dipendenti, ai quali viene applicato il CCNL Spedizione merci.
  Ciò premesso, la Regione Lombardia ha rappresentato che la società, in data 10 settembre 2021, ha aperto una procedura di licenziamento collettivo per un massimo di 18 licenziamenti nell'unità operativa di Cornaredo (MI).
  Nell'avvio della procedura la società ha dichiarato che, a causa della riorganizzazione complessiva del gruppo, tutta l'attività prettamente amministrativa è stata delocalizzata e centralizzata in Polonia, e pertanto, i 18 lavoratori afferenti a tale attività presenti a Cornaredo, tutti infungibili, sono stati dichiarati in esubero.
  Successivamente, il 25 ottobre, le parti hanno sottoscritto un verbale di mancato accordo in esito alla fase sindacale della procedura; successivamente, in data 26 ottobre, la Raben-Sittam ha comunicato alla Regione Lombardia l'esito negativo della fase sindacale.
  La Regione Lombardia, pertanto, ha provveduto a convocare le parti in data 24 novembre per l'espletamento della procedura di consultazione in sede pubblica.
  La Regione Lombardia, nell'incontro del 24 novembre, poi aggiornato al 25, nell'ottica di favorire un accordo, ha stimolato le parti ad una approfondita discussione relativa a strumenti, modalità e termini per la gestione degli esuberi dichiarati, illustrando gli strumenti sia di politica passiva che di politica attiva. In particolare, per salvaguardare i lavoratori coinvolti e consentire loro sia di usufruire di un eventuale incentivo all'uscita (non oppositiva) che di un lasso temporale utile per favorire la loro ricollocazione tramite le politiche attive, è stata illustrata la CIGS per cessazione parziale e le condizioni per ottenerla affinché fosse valutata dalle parti.
  La Regione Lombardia, interpellata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, riferisce che in linea di massima le parti hanno accolto positivamente la proposta e hanno concordato di non chiudere la procedura, riservandosi un lasso di tempo utile per trovare un accordo complessivo, che se prevederà anche l'utilizzo della CIGS, farà attivare l'apposita procedura presso il Ministero del lavoro, accompagnata da uno specifico verbale di politiche attive che verrà perfezionato contestualmente presso la Regione Lombardia.
  Anche l'Ispettorato nazionale del lavoro ha fatto presente che la società avrebbe manifestato la volontà di raggiungere un accordo atto a limitare l'impatto sociale della procedura di licenziamento, anche attraverso l'adozione di incentivi all'esodo dei lavoratori interessati, ovvero supportandoli nella ricollocazione tramite una società di outplacement.
  Il Ministero del lavoro è dunque ben a conoscenza di quanto sta accadendo nello stabilimento di Cornarcelo della Raben-Sittam e, per quanto di competenza e d'intesa con il Ministero dello sviluppo economico, si farà promotore di ogni utile iniziativa, nella consapevolezza che attraverso il dialogo costruttivo con le parti, sociali possano essere trovate le migliori soluzioni condivise e favorevoli per i lavoratori.

Pag. 67

ALLEGATO 2

5-07027 Suriano: Interventi per la tutela dei lavoratori impegnati in servizi esternalizzati nella sanità pubblica, con particolare riferimento alla situazione della Regione siciliana.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole interrogante chiede l'adozione di iniziative volte ad una mirata attività di vigilanza sui servizi esternalizzati nella sanità pubblica, con particolare riferimento alla situazione della Regione siciliana.
  Preliminarmente, occorre rappresentare che l'Ispettorato nazionale del lavoro non ha funzioni di coordinamento degli Ispettorati del lavoro operanti sul territorio della Regione siciliana, nel rispetto delle competenze e delle attribuzioni in materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale riservate a tale Regione a statuto speciale.
  L'Agenzia unica per le ispezioni del lavoro – nell'esercizio della propria funzione di pianificazione e orientamento dell'attività di vigilanza in materia di lavoro e assicurazioni sociali obbligatorie – elabora annualmente un documento di programmazione dell'azione ispettiva degli Uffici territoriali, al fine di contrastare efficacemente gli illeciti di maggiore gravità e impatto sul mercato del lavoro e sul sistema produttivo.
  Il documento di programmazione per l'anno 2021 raccomanda agli Uffici di prestare particolare attenzione ai meccanismi di decentramento produttivo connessi ad illecite esternalizzazioni e interposizioni, specie se poste in essere da aziende e cooperative di media e grande dimensione.
  Alla luce dell'esperienza ispettiva, infatti, i meccanismi di decentramento produttivo e la connessa dissociazione tra titolarità del contratto di lavoro e utilizzazione della prestazione hanno ingenerato patologie tipiche pregiudizievoli delle tutele dei lavoratori.
  L'elusione della normativa giuslavoristica si manifesta in molti settori merceologici, principalmente con l'utilizzo degli strumenti della somministrazione, degli appalti e dei distacchi.
  Con riferimento agli appalti illeciti, si evidenzia che a fronte dell'utilizzo illecito dello schema negoziale dell'appalto, il conseguimento di effettivi risparmi sul costo del lavoro derivanti dalla applicazione del trattamento retributivo previsto dal CCNL dall'appaltatore e dal connesso minore imponibile contributivo, così come una accertata elusione dei divieti posti dalle disposizioni in materia di somministrazione, dimostra, sovente, l'intento fraudolento della somministrazione di personale posta in essere con la specifica finalità di eludere norme inderogabili di legge o di contratto collettivo applicate ai lavoratori. In tali casi, come noto, la fattispecie, oltre che sotto il profilo amministrativo, è penalmente sanzionata ai sensi dell'articolo 38-bis del decreto legislativo n. 81 del 2015.
  Tra gli ambiti di interesse l'INL ha evidenziato, in particolare, il contrasto ai fenomeni di esternalizzazione illecita specie in riferimento ad appalti labour intensive, che vedono frequentemente il coinvolgimento di società di comodo, come tali inadempienti in relazione a qualsiasi obbligo, retributivo, contributivo e fiscale oltre che in rapporto alle condizioni di lavoro definite dalla legge o dal contratto di settore.
  Sotto il profilo della tutela della categoria dei lavoratori in questione, preme sottolineare che attraverso l'azione di vigilanza il personale ispettivo dell'INL è in grado di esercitare il potere di diffida accertativa, ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 124 del 2004, così come riscritto dall'articolo 12-bis del decreto-legge n. 76 del 2020 per soddisfare i crediti di lavoro dei dipendenti. Pag. 68
  Qualora nel corso di un'ispezione emergono inosservanze da cui derivano crediti patrimoniali per i lavoratori, l'ispettore «diffida» il datore di lavoro dall'erogare la somma oggetto di accertamento, fissando un termine per l'adempimento. Decorso tale termine, in assenza di presentazione di apposito ricorso al direttore dell'Ispettorato territoriale del lavoro o di richiesta di tentativo di conciliazione, il provvedimento diventa titolo esecutivo.
  Si fa inoltre presente che, in via generale, il parametro economico di riferimento per l'adozione della diffida accertativa è costituito dal contratto collettivo effettivamente applicato dal datore e non dal contratto leader. Il riferimento alla contrattazione leader, ai fini della diffida accertativa, vale anche nel settore dei pubblici appalti ai sensi di quanto previsto dall'articolo 30, comma 4, del decreto legislativo n. 50 del 2016.
  Con specifico riferimento all'attività di vigilanza sui servizi esternalizzati nella sanità pubblica in particolare quella siciliana, faccio presente che la Regione siciliana espressamente interpellata – ha confermato di seguire, di norma, la programmazione della vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale approvata dall'Ispettorato nazionale del lavoro nella quale vengono indicati i settori prioritari d'intervento.
  Anche alla luce di quanto segnalato nell'atto di sindacato ispettivo, la Regione siciliana si è resa disponibile ad affrontare le problematiche sollevate attraverso il confronto con le organizzazioni sindacali. A tal fine, la Regione siciliana ha comunicato al Ministero del lavoro la decisione di indire un tavolo tecnico tra le parti al fine di scongiurare un'eventuale interruzione di pubblico servizio e nel contempo dare riscontro alle lamentate rivendicazioni contrattuali.
  Il Ministero del lavoro reputa importante la tutela dei lavoratori impegnati in servizi esternalizzati, in particolare nella sanità pubblica, e, pertanto, seguirà con attenzione gli esiti degli incontri e le determinazioni che verranno comunicate dalla Regione siciliana.

Pag. 69

ALLEGATO 3

5-07121 Lacarra: Mancato pagamento di trattamenti ordinari di integrazione salariale riconosciuti ai lavoratori delle industrie tessili ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge 30 giugno 2021, n. 99.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare viene richiamata l'attenzione sul mancato pagamento di trattamenti ordinari di integrazione salariale riconosciuti ai lavoratori delle industrie tessili ai sensi del quadro normativo vigente.
  Innanzitutto, voglio evidenziare che in conseguenza dell'emergenza epidemiologica, sono state stanziate risorse straordinarie a tutela dei lavoratori e delle imprese che hanno subito la sospensione o la riduzione dell'attività produttiva, nonché disposizioni speciali – quali semplificazioni procedurali e deroghe ai limiti di durata complessiva — in materia di trattamenti di integrazione salariale, ordinari e in deroga, e di assegno ordinario.
  In particolare, l'articolo 50-bis, comma 2, del decreto-legge n. 73 del 2021, recependo il disposto dell'articolo 4 dell'abrogato decreto-legge n. 99 del 2021, ha introdotto un ulteriore periodo di trattamenti di CIGO, connessi all'emergenza epidemiologica da COVID-19, in favore dei datori di lavoro appartenenti ai settori delle industrie tessili, confezione di articoli di abbigliamento e di articoli in pelle e pelliccia, e fabbricazione di articoli in pelle e simili, per interruzioni o riduzioni dell'attività produttiva nel periodo collocato tra il 1° luglio 2021 e il 31 ottobre 2021.
  Il monitoraggio del tetto di spesa, come disposto dalla norma richiamata, è affidato all'Inps che, qualora dalla valutazione complessiva dei provvedimenti adottati riscontri l'avvenuto raggiungimento, anche in via prospettica, dell'importo stanziato, non può più emettere ulteriori provvedimenti di autorizzazione.
  Nel settembre scorso, l'Istituto, in ottemperanza al predetto obbligo, ha accertato il raggiungimento, in via prospettica, del limite di 185,4 milioni di euro.
  Pertanto, considerata l'impossibilità di autorizzare ulteriori domande di cassa integrazione per le aziende del settore tessile avendo raggiunto in via prospettica il limite di spesa, il Governo, con il decreto-legge n. 146 del 2021, il cosiddetto decreto fiscale, ha incrementato l'originario stanziamento di ulteriori 80 milioni di euro, riportando il limite massimo di spesa a 265,4 milioni di euro.
  Inoltre, sempre con il decreto fiscale sono state riconosciute ulteriori nove settimane dei suddetti trattamenti utilizzabili per periodi compresi tra il 1° ottobre 2021 e il 31 dicembre 2021 da parte dei datori di lavoro ai quali sia stato già interamente autorizzato il periodo.
  Tuttavia, fermo restando l'obbligo in capo all'INPS di verificare, anche in via prospettica, il raggiungimento del limite di spesa così come incrementato, è stato necessario — a partire dal mese di novembre — bloccare nuovamente le autorizzazioni dei trattamenti in argomento e, conseguentemente, i relativi pagamenti.
  Al riguardo, anche in questo caso, il Ministero del lavoro ha monitorato attentamente la situazione al fine di garantire le necessarie tutele ai lavoratori e alle imprese coinvolte e si è impegnato per il reperimento delle necessarie risorse finanziarie che consentano una soluzione concreta alla problematica segnalata dagli onorevoli interroganti.
  Proprio in queste ore, le Commissioni riunite Finanze e Lavoro del Senato hanno approvato, con il parere favorevole del Ministero del lavoro, alcuni emendamenti di analogo contenuto, che prevedono un ulteriore incremento pari a 100 milioni di euro Pag. 70per il 2021 al fine di finanziare i trattamenti ordinari di integrazione salariale del settore tessile.
  Infine, vorrei sottolineare che il Ministero del lavoro è costantemente impegnato nel sostegno ai livelli occupazionali e alla competitività di un comparto produttivo, quale il tessile, che rappresenta una filiera strategica del Made in Italy. L'industria manifatturiera, di cui la moda rappresenta una parte significativa, ha avviato ormai da qualche anno un processo di innovazione tecnologica che richiede risorse crescenti nonché professionalità altamente specializzate.
  Al fine di garantire la massima valorizzazione di un settore particolarmente qualificante per il nostro sistema industriale, il 12 ottobre scorso è stato infatti firmato il Protocollo tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e la Camera nazionale della moda italiana, denominato «Il lavoro buono». Con tale accordo, il Ministero del lavoro si è impegnato nella promozione di programmi regionali di riqualificazione degli addetti, nel mantenimento dei livelli occupazionali nelle aziende che aderiscono ai programmi di riqualificazione e nella promozione di programmi di formazione professionale nelle aziende, tutelando il diritto del lavoratore a una formazione continua quale strumento fondamentale per affrontare le transizioni occupazionali.