CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 ottobre 2021
684.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-06605 Pini: Utilizzo delle indennità riconosciute ai lavoratori autonomi in relazione alla pandemia di COVID-19.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'onorevole interrogante, citato uno specifico caso relativo a uno studio di architettura milanese, espone poi il più generale problema delle cosiddette false partite IVA.
  Relativamente al caso riportato, l'Ispettorato territoriale del lavoro di Milano ha rappresentato che non risultano presentate specifiche richieste di intervento in merito ai fatti illustrati nell'interrogazione.
  Con riferimento ai ristori previsti per i lavoratori autonomi dal decreto «Cura Italia» l'INPS ha rappresentato che i controlli effettuati hanno riguardato la corretta attribuzione del bonus ai destinatari, in particolare sotto il profilo dell'incrocio delle banche dati, per verificare la sussistenza dei requisiti dal punto di vista normativo, concernenti ad esempio la circostanza che gli interessati non dovevano essere titolari di trattamento pensionistico diretto e non dovevano essere iscritti, alla data di presentazione della domanda, ad altre forme previdenziali obbligatorie.
  In un tale quadro, l'INPS ha evidenziato la difficoltà di individuare casistiche di abuso, quale quella segnalata, in assenza di specifiche segnalazioni, come particolarmente difficili sono da individuare specifici comportamenti/accordi fraudolenti nei rapporti tra il professionista e lo studio professionale, a meno che vengano tempestivamente segnalati.
  Relativamente invece al più ampio e generale problema delle cosiddette false partite IVA, vale a dire di quei rapporti apparentemente di natura autonoma-professionale che in realtà celano il sottostante rapporto di lavoro subordinato, si tratta di questione particolarmente sensibile in quanto i lavoratori vengono privati delle tutele tipiche dei dipendenti.
  Come risulta dal report dell'attività di vigilanza condotta dall'INL nel corso del 2020 relativamente al settore delle attività professionali, a fronte di n. 1.339 lavoratori cui si riferiscono le violazioni accertate, l'INL ha proceduto a riqualificare il rapporto di lavoro per 372 lavoratori, pari al 28 per cento del totale.
  La cosiddetta riforma Fornero, al fine di individuare e riqualificare quei contratti di lavoro che dietro finte partite IVA, collaborazioni coordinate e continuative o contratti a progetto, simulassero veri e propri contratti da lavoro subordinato, aveva introdotto una presunzione di subordinazione al verificarsi di tre condizioni: la durata, il fatturato e il luogo di lavoro, ma aveva comunque stabilito l'esclusione dalla presunzione di subordinazione per le attività professionali per le quali fosse richiesta un'iscrizione ad un ordine professionale, ad appositi registri, albi, ruoli o ad elenchi professionali qualificati.
  Le vigenti disposizioni (decreto legislativo n. 81 del 2015) hanno introdotto un nuovo regime di tutele per le collaborazioni di tipo parasubordinato o nella forma del lavoro autonomo (partita IVA) analoghe a quelle previste per il lavoro dipendente, qualora le stesse si concretizzino in «prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative, ripetitive ed organizzate dal committente rispetto al luogo ed all'orario di lavoro».
  Come affermato dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 14296/2017, l'elemento essenziale di differenziazione tra lavoro autonomo e lavoro subordinato consiste nel vincolo di soggezione del lavoratore al potere direttivo, organizzativo e disciplinare del datore di lavoro, da ricercare in base ad un accertamento esclusivamente compiuto sulle concrete modalità di svolgimento della prestazione lavorativa. Pag. 120
  L'esigenza di tutelare i lavoratori autonomi non si esaurisce però nella sola riqualificazione dei rapporti di lavoro ma deve essere orientata anche all'apprestamento di adeguate forme di tutela.
  In una prospettiva più ampia, che guardi oltre l'emergenza, occorre considerare con particolare attenzione il lavoro autonomo nell'ambito delle riforme strutturali che devono accompagnare la fase della ripartenza e riattivare il percorso dello sviluppo.
  È necessario pertanto rafforzare le tutele del lavoro autonomo, con particolare riferimento agli ammortizzatori sociali e all'equo compenso, temi sui quali il Ministero del lavoro si sta già impegnando.
  Concludo assicurando l'impegno del Ministero che rappresento ad approfondire, anche tramite il confronto con le parti sociali, come auspicato dall'onorevole interrogante, la riflessione sugli interventi più efficaci per il contrastare il fenomeno delle false partite IVA.

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ALLEGATO 2

5-06805 Ferri: Designazione dei rappresentanti delle associazioni rappresentative delle persone con disabilità nelle commissioni mediche per la verifica dell'invalidità civile.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle nomine dei rappresentanti delle associazioni rappresentative delle persone con disabilità nelle commissioni mediche di verifica dell'invalidità civile, è opportuno descriverne preliminarmente il procedimento.
  L'articolo 10 del decreto-legge n. 203 del 2005 attribuisce all'Istituto nazionale della previdenza sociale l'esercizio delle funzioni residuate allo Stato in materia di invalidità civile, cecità civile, sordomutismo, handicap e disabilità, già di competenza del Ministero dell'economia e delle finanze. La disposizione prevede altresì la partecipazione nelle commissioni mediche di verifica dei medici nominati in rappresentanza dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi civili, dell'Unione italiana dei ciechi e dell'Ente nazionale per la protezione e l'assistenza dei sordomuti.
  Sulle base delle competenze attribuite dalla legge in materia di accertamento dei requisiti di invalidità, l'INPS ha definito il relativo procedimento di nomina delle Commissioni mediche di verifica.
  Sulle base delle istruzioni operative emanate dall'INPS nel 2011, le richieste di designazione riferibili al fabbisogno di medici di categoria vengono inoltrate dalla Direzione centrale Risorse umane dell'INPS alle associazioni nazionali di categoria, e conseguono alle valutazioni di specifiche esigenze formulate dai responsabili dei centri medico-legali in relazione al numero di domande pervenute dagli utenti e al tipo di patologie oggetto delle verifiche da parte delle Commissioni mediche.
  Il procedimento vigente per la contrattualizzazione dei medici rappresentanti di categoria prevede peraltro la designazione degli stessi da parte delle rispettive associazioni nazionali (ANMIC, ENS, DICI, ANFFAS), proprio con la finalità di garantire la massima trasparenza, collegialità e partecipazione procedimentale all'attività connessa all'attuazione dei programmi di verifiche dei requisiti sanitari di invalidità civile, di cecità civile e di sordità civile.
  Inviati i nominativi da queste ultime, corredati dei rispettivi curricula alla Direzione centrale Risorse umane, oltre che al Coordinamento generale Medico-legale dell'INPS, quest'ultimo esprime il proprio parere sul curriculum e sul percorso professionale del medico designato, dandone comunicazione alla competente area della citata Direzione la quale, verificati gli aspetti di propria competenza, provvede a comunicare alla Direzione regionale/di coordinamento metropolitano competente il nulla osta alla stipula del contratto.
  Le Direzioni interessate, verificata l'assenza di eventuali situazioni di incompatibilità/inconferibilità, convocano i medici per la sottoscrizione del contratto con il Direttore regionale/di Coordinamento metropolitano.
  Il contratto ha durata massima di 12 mesi e non è tacitamente rinnovabile alla scadenza, in quanto presuppone, da un lato, la conferma della designazione da parte delle Associazioni di Categoria, dall'altro la conferma del Direttore centrale Risorse umane o suo delegato, sentito il parere del Coordinatore generale Medico legale e dei Responsabili delle Unità operative Medico legali territoriali.
  Concludo assicurando la disponibilità del Ministero del lavoro a promuovere, se richiesto, incontri tra l'INPS e le associazioni di categoria per valutare eventuale ipotesi migliorative delle descritte procedure, nell'ottica di un ampio coinvolgimento delle associazioni e di un'efficiente tutela delle persone con disabilità.