CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 ottobre 2021
675.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
Pag. 168

ALLEGATO 1

7-00678 Musella: Iniziative in materia di assunzione di personale da parte delle amministrazioni comunali.

RISOLUZIONE APPROVATA

   La XI Commissione,

   premesso che:

    gli enti locali sono stati i soggetti, tra quelli ricompresi nella pubblica amministrazione, che hanno sostenuto in maggior misura il peso delle crisi economiche verificatesi nel 2008 e successivamente nel 2012 e la conseguente revisione e razionalizzazione della spesa pubblica;

    tra il 2010 e il 2017 le autonomie locali hanno subìto una riduzione di risorse pari a circa 22 miliardi di euro, come calcolato a suo tempo dall'ufficio studi della CGIA;

    i comuni sono stati gli enti che hanno subìto la riduzione di risorse maggiore con un taglio pari a circa 8,3 miliardi di euro;

    alla riduzione di risorse si sono aggiunti forti vincoli imposti sulle capacità assunzionali con l'introduzione di una severa disciplina vincolistica in materia di spese per il personale e limitazioni al turn-over;

    la capacità per gli amministratori locali di gestire efficaci politiche per il personale è stata fortemente compressa dalla legislazione finanziaria, che ne ha drasticamente ridotto l'autonomia organizzativa;

    tutto questo ha determinato nel giro di pochi anni una drastica diminuzione del numero di dipendenti pubblici impiegati nel comparto e un notevole incremento dell'età media del personale;

    con meno risorse a disposizione, i sindaci, almeno fino al 2015, hanno reagito agendo sulla leva fiscale. Successivamente, molti amministratori si sono difesi riducendo la qualità e la quantità dei servizi offerti ai cittadini. Tagliando i trasferimenti a regioni ed enti locali, lo Stato centrale si è dimostrato sobrio e virtuoso: in realtà, il conto è stato pagato in gran parte dai cittadini e dalle imprese che hanno subìto un fortissimo aumento del prelievo fiscale;

    la limitazione al turn-over è stata superata nel corso dell'anno 2019 con il collegamento tra spesa per il personale e un determinato valore soglia riferito alle entrate correnti;

    le amministrazioni comunali rimangono ancora eccessivamente limitate nella possibilità di programmare e procedere ad assunzioni di personale; inoltre le procedure amministrative attualmente previste antecedenti la fase concorsuale rendono eccessivamente lento sia il percorso che porta al bando di concorso, sia il tempo che intercorre tra la pubblicazione del bando e le effettive assunzioni, stimato in media in 4 anni;

    l'articolo 10 del decreto-legge n. 44 del 2021 in materia di semplificazione delle procedure concorsuali rappresenta sicuramente un primo, importante, passo avanti, al quale debbono, però, seguirne altri in particolare per consentire ai comuni di assolvere l'importante ruolo che è stato loro riconosciuto nell'attuazione di numerosi progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per garantire, alle amministrazioni comunali virtuose, maggiore autonomia in materia di assunzione di personale, rivedendo la normativa in materia di valori soglia anche Pag. 169al fine di permettere una maggiore differenziazione fra diversi enti locali in ragione dei rispettivi fabbisogni, eventualmente rimodulando il sistema delle fasce demografiche e, in ogni caso, nel rispetto dell'equilibrio finanziario espresso nel bilancio consuntivo e preventivo per il triennio successivo;

2) ad adottare iniziative per velocizzare ulteriormente le procedure propedeutiche all'avvio della procedura concorsuale, prevedendo, per le amministrazioni comunali, la riduzione dei tempi per la mobilità di personale di cui all'articolo 34-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001, con particolare riferimento al periodo temporale di cui al comma 4 del medesimo articolo prevedendone la riduzione da quarantacinque a quindici giorni;

3) ad adottare iniziative per semplificare le disposizioni di cui all'articolo 4, comma 15, del decreto-legge n. 4 del 2019, in materia di partecipazione dei beneficiari del reddito di cittadinanza a progetti di titolarità dei comuni, utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni (PUC);

4) ad adottare iniziative per prevedere la possibilità per le amministrazioni comunali di avvalersi, nell'ambito del rispetto dell'equilibrio di bilancio interno, di prestazioni di lavoro occasionale nei casi di urgenza, necessità o gravità della causa che impone il ricorso a tale modalità di lavoro;

5) ad adottare, compatibilmente con i vincoli complessivi di finanza pubblica, iniziative per rimuovere, per le amministrazioni comunali virtuose i limiti di spesa previsti dall'articolo 9, comma 28 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 convertito con modificazione della legge 30 luglio 2010 n. 122, riferiti alla spesa complessiva sostenuta nel 2009, ferma restando la disciplina prevista dalla contrattazione collettiva.
(8-00138) «Musella, Zangrillo».

Pag. 170

ALLEGATO 2

5-05936 Pezzopane: Ritardi nell'erogazione dei saldi dovuti agli istituti di patronato e di assistenza sociale, ai sensi dell'articolo 13 della legge 30 marzo 2001, n. 152.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'onorevole interrogante chiede di conoscere quali iniziative di competenza il Ministero del lavoro e delle politiche sociali intenda adottare «sia per quanto concerne la vicenda specifica dei ritardi nell'esecuzione della sentenza del TAR del Lazio relativa all'istanza presentata dal patronato Anmil, sia per quanto riguarda la questione più generale dei tempi di erogazione dei saldi annuali previsti in favore di tali istituti».
  Per quanto attiene alla vicenda relativa all'esecuzione della sentenza del TAR Lazio n. 12001/2020 di accoglimento del ricorso proposto dal Patronato ANMIL, il Commissario ad acta, con decreto n. 96 del 19 maggio 2021 ha ripartito le somme spettanti ai Patronati a titolo di finanziamento per l'anno 2017, disponendo altresì che «la Direzione generale per le politiche previdenziali e assicurative, in esecuzione del presente decreto, proceda alla erogazione delle somme spettanti a ciascun Istituto di patronato».
  La predetta Direzione generale in data 14 giugno 2021, ha provveduto a richiedere al Ministero dell'economia e delle finanze, la reiscrizione in bilancio delle relative somme ormai perenti; successivamente, in data 2 luglio 2021, ha provveduto a richiedere al Segretariato generale una variazione compensativa di competenza e cassa per il capitolo 4331 «Finanziamento degli istituti di patronato e di assistenza sociale», al fine di disporre delle complessive risorse necessarie per l'ottemperanza al decreto commissariale.
  Acquisite le risorse necessarie, rese disponibili sul predetto capitolo 4331, sono stati pertanto emanati, in ottemperanza al disposto del decreto del Commissario ad acta, i decreti direttoriali n. 522 del 6 settembre 2021 e n. 529 del 20 settembre 2021, con i quali sono stati autorizzati gli ordini di pagamento delle somme agli Istituti di patronato, così come ripartite nel citato decreto n. 96/2021.
  Con nota del 23 settembre 2021, l'Ufficio Centrale di Bilancio (UCB) presso il Ministero del lavoro ha comunicato di aver dato corso alla registrazione dei relativi titoli di cui ai predetti decreti direttoriali.
  Successivamente, con nota prot. n. 12797 del 27 settembre 2021, il medesimo UCB, in relazione al decreto direttoriale n. 522 del 6 settembre 2021, ha rappresentato l'impossibilità di procedere alla registrazione del titolo a favore del Patronato ANMIL, per un blocco informatico di sistema.
  In riscontro alla predetta comunicazione, tempestivamente la competente Direzione del Ministero del lavoro ha invitato i competenti Uffici del Ministero dell'economia e delle finanze a risolvere le problematiche informatiche, al fine di ottemperare al dictum della predetta sentenza del TAR Lazio, chiedendo al Ministero dell'economia e delle finanze di rendere note le modalità operative onde consentire all'UCB di superare il blocco informatico, essendo necessario corrispondere al Patronato ANMIL, in cui favore si è espresso il Giudice amministrativo nel contenzioso conclusosi con la sentenza da ottemperare, l'esatto importo così come attribuito dal Commissario ad acta.
  Sebbene non ci sia stato fornito un riscontro, siamo confidenti che si giungerà ad una definizione dell'intera procedura.
  Con riferimento alla questione più generale dei tempi di erogazione delle risorse in favore degli Istituti di patronato, è una questione della massima rilevanza, in quanto le somme erogate a titolo di anticipazione Pag. 171consentono comunque ai Patronati di sostenere i costi minimi per l'espletamento dei servizi e delle attività di assistenza assegnate agli stessi dalla normativa vigente, nonché per garantire il regolare assolvimento degli obblighi datoriali e conseguentemente sostenere i livelli occupazionali.
  La Direzione generale per le politiche previdenziali e assicurative del Ministero del lavoro ha rappresentato che sono state corrisposte tutte le anticipazioni previste dalla normativa vigente agli Istituti di patronato; anche nel corrente anno è stato adottato il decreto direttoriale concernente la 1a anticipazione 2020 agli Istituti in parola, sulla base dei dati relativi all'attività svolta dai Patronati nel 2017 (annualità più recente per la quale si dispone del maggior numero di dati verificati) regolarmente registrato dal Ministero dell'economia e delle finanze – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato – Ufficio centrale di bilancio presso questo Ministero.
  Relativamente all'erogazione dei saldi, il Ministero del lavoro ha sempre proceduto all'adozione dei relativi decreti una volta acquisite, ai sensi della normativa vigente, da parte di tutti i soggetti individuati dalla normativa di settore (INL, Servizi ispettivi della Regione siciliana e delle Province autonome di Trento e Bolzano, INPS, INAIL e Ministero dell'interno), le risultanze complete e definitive dell'attività svolta dagli Istituti di patronato, per ciascuna annualità di riferimento.
  Come noto, la procedura di finanziamento dei singoli Patronati, di cui il Decreto direttoriale costituisce l'atto finale, risulta complessa, attesa la considerevole quantità di dati che devono pervenire dalle diverse Amministrazioni deputate, dalla richiamata normativa, a certificare il buon esito delle prestazioni patrocinate dai singoli Patronati: la relativa erogazione non avviene sulla base dei dati «dichiarati» e trasmessi annualmente dai Patronati ma gli stessi dati, ai sensi della normativa vigente, devono essere «verificati» dal personale ispettivo al fine della valutazione effettiva delle prestazioni patrocinate dagli Istituti medesimi.
  Assicuro l'impegno del Ministero del lavoro a individuare e promuovere le opportune iniziative, affinché le molteplici amministrazioni coinvolte possano provvedere con celerità a svolgere le prescritte attività di verifica e trasmetterne i dati, sì da poter liquidare i saldi agli Istituti vigilati in tempi ragionevoli.

Pag. 172

ALLEGATO 3

5-06209 Paolin: Verifiche in ordine all'indebita percezione del Reddito di cittadinanza.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'onorevole interrogante pone quesiti in ordine all'attività di verifica svolta sul rispetto dei requisiti necessari per l'accesso al reddito di cittadinanza (Rdc).
  Non c'è dubbio che è interesse e obiettivo condiviso dai cittadini e dalle Istituzioni garantire la corretta gestione della prestazione Rdc, affinché essa sia a favore dei nuclei beneficiari in condizioni di effettivo disagio socio-economico e si riduca al massimo il rischio di prestazioni indebite.
  Per questo, dal 2020 l'INPS ha potenziato l'attività di controllo sulle dichiarazioni rese dai richiedenti. In tale prospettiva, è risultata strategica la collaborazione con le Forze dell'ordine, che è stata intensificata e finalizzata alla verifica dei requisiti di residenza, così come la costante e sinergica collaborazione con la Guardia di finanza in relazione agli indicatori socioeconomici, con ottimi risultati nel contrastare le irregolarità.
  Per quanto riguarda gli specifici quesiti posti dall'interrogante, con particolare riguardo ai dati relativi ai nuclei di percettori e alla loro distribuzione geografica, faccio presente il totale è pari a 1.515.073 nuclei percettori di almeno una mensilità di Reddito di cittadinanza nel periodo di riferimento, per un numero di persone coinvolte pari a 3.584.786, ed un importo medio pari a euro 578,64.
  Su tale dato complessivo, i nuclei percettori di almeno una mensilità di Reddito di Cittadinanza nella regione Campania risultano essere 317.578, per un numero persone coinvolte pari a 858.111 e un importo medio pari a 646,09 euro.
  Con riferimento all'area del Nord Italia nello stesso periodo, i nuclei percettori di almeno una mensilità di Reddito di cittadinanza risultano pari a 347.996, per un numero persone coinvolte pari a 746.203 e un importo medio pari a 511,50 euro.
  In ordine ai dati sulle revoche, l'INPS ha fornito i dati aggregati per Regione, con riferimento all'appendice statistica nazionale relativa al mese di settembre del corrente anno, che metto a disposizione della Commissione.
  Le motivazioni delle revoche sono nella maggior parte dei casi riferibili all'accertamento di dichiarazioni mendaci in sede di controlli amministrativi, antifrode o disposti in collaborazione con le forze dell'Ordine.
  Prevalentemente si tratta di revoche disposte per mancanza dei requisiti anagrafici, o per accertamento di false dichiarazioni rese in domanda relative alla composizione del nucleo o al possesso dei requisiti reddituali e/o patrimoniali, o per accertamento del possesso di beni durevoli grazie ai controlli automatizzati con ACI.
  Con riferimento a quanto percepito indebitamente nel 2020, nonché degli importi recuperati dall'INPS, si comunica che l'istituto ha attivato le procedure di recupero.
  Queste procedure sono caratterizzate da una particolare complessità in quanto prevedono il coinvolgimento di Poste Italiane per la restituzione delle somme giacenti dopo il blocco delle carte disposto in conseguenza della decadenza o della revoca, l'avvio della diffida al nucleo per la restituzione delle somme indebitamente percepite, l'iscrizione dell'indebito per il recupero, o in fase amministrativa o esecutiva, e infine il recupero e la contabilizzazione delle somme.
  L'importo complessivo delle somme da recuperare verrà definitivamente comunicato dall'INPS non appena sarà completato lo storno delle somme giacenti nelle carte da parte di Poste, che ad oggi ha restituito Pag. 173circa 24 milioni di euro in fase di contabilizzazione.
  In ordine all'attività di verifica, da parte degli uffici dell'INPS sulla veridicità delle dichiarazioni ISEE, sono state emanate diverse disposizioni operative da parte della Direzione centrale dell'INPS, volte a coordinare e indirizzare dal centro l'attività di verifica a cura delle sedi territoriali.
  Oltre a controlli automatizzati in fase di istruttoria che hanno determinato la reiezione di circa 1.200,000 pratiche su 4.359.359 domande pervenute (di cui, per il solo anno 2021, 988.629 pervenute e 315.265 respinte), sono stati implementati ulteriori controlli ex ante su specifiche liste di pratiche che evidenziano criticità.
  L'INPS ha inoltre introdotto ulteriori controlli specificamente finalizzati alla prevenzione e al contenimento di eventuali attività fraudolente connesse alla presentazione delle domande del beneficio.
  Per la gestione di tale tipologia di controlli l'INPS ha inviato dettagliate disposizioni a tutte le strutture territoriali nell'ottica di omogeneizzare i comportamenti sul territorio laddove è necessario intervenire con specifiche azioni locali.
  Infine, in collaborazione con la Direzione centrale antifrode e le Forze dell'ordine sono effettuati ulteriori accertamenti ex post su posizioni pregresse.
  Sebbene siano certamente da stigmatizzare i casi di indebita acquisizione del beneficio del reddito, occorre però riflettere sulla portata che la misura ha assunto, in particolare nel corso della crisi emergenziale. Come noto, infatti, dai dati diffusi dall'Inps risulta una crescita significativa dei nuclei familiari percettori di reddito e di pensione di cittadinanza.
  Indubbiamente in questi mesi la misura ha funzionato come rete di protezione sociale per un'ampia categoria di soggetti e per le loro famiglie, costituendo spesso un argine per le nuove povertà indotte dalla crisi.

Pag. 174

Regione Piemonte:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre): nuclei revocati 800 - nuclei decaduti 15.391;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto): nuclei revocati 5.289 - nuclei decaduti 12.924.

Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 28 - nuclei decaduti 348;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 54 - nuclei decaduti 319.

Lombardia:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 7.702 - nuclei decaduti 24.989;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 18.506 - nuclei decaduti 22.156.

Trentino-Alto Adige/Südtirol:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 150 - nuclei decaduti 1.163;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 185 - nuclei decaduti 1.069.

Veneto:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati: 1.019 - nuclei decaduti 8.798;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati: 2.315 - nuclei decaduti: 7.538.

Friuli-Venezia Giulia:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 211 - nuclei decaduti 2.930;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 549 - nuclei decaduti 2.126.

Liguria:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 506 - nuclei decaduti 5.857;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 3.149 - nuclei decaduti 4.975.

Emilia-Romagna:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 1.056 - nuclei decaduti 10.410;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 3.152 - nuclei 8.751.

Toscana:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 1.304 - nuclei decaduti 10.503;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 3.108 - nuclei decaduti 9.144.

Umbria:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 513 - nuclei decaduti 2.654;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 1.365 - nuclei decaduti 2.378.

Marche:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 365 - nuclei decaduti 4.182;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 1.262 - nuclei decaduti 3.457.

Lazio:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 1.605 - nuclei decaduti 24.390;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 6.316 - nuclei decaduti 23.179.

Abruzzo:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 442 - nuclei decaduti 5.557;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 1.029 - nuclei decaduti 4.562.

Molise:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 131 - nuclei decaduti 1.508;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 480 - nuclei decaduti 1.108.

Pag. 175

Campania:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 2.274 - nuclei decaduti 48.080;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 14.172 - nuclei decaduti 46.189.

Puglia:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 2.620 - 23.112;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 5.671 - 20.103.

Basilicata:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 162 - nuclei decaduti 2.595;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 471 - nuclei decaduti 1.816.

Calabria:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 1.584 - nuclei decaduti 15.632;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 5.866 - nuclei decaduti 13.253.

Sicilia:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 3.045 - nuclei decaduti 41.012;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 8.476 - nuclei decaduti 37.052.

Sardegna:

  Anno 2020 (Gennaio-Dicembre) nuclei revocati 323 - nuclei decaduti 10.306;

  Anno 2021 (Gennaio-Agosto) nuclei revocati 1098 - nuclei decaduti 8.203.

Pag. 176

ALLEGATO 4

5-06268 Costanzo: Iniziative per la tutela dei lavoratori nel settore della logistica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In relazione ai fatti citati ed alle questioni poste nella interrogazione parlamentare si rappresenta quanto segue.
  L'interrogante fa riferimento al procedimento avviato dalla Procura di Torino, nel quale, per la prima volta, nel settore della grande distribuzione, è stata contestata nei confronti di ELPE, colosso della logistica, la fattispecie penale di caporalato per il lavoro, essendo emersi dalle indagini gli indici di sfruttamento del lavoro ed il mancato rispetto del contratto di lavoro nazionale.
  Al termine dell'udienza preliminare sono stati rinviati a giudizio nove imputati per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (articolo 603-bis del codice penale).
  Gli accertamenti sulla base dei quali si sono mosse le indagini della Procura riguardano il periodo compreso fra il 2016 e il giugno del 2018 e sono stati disposti a seguito di un incidente automobilistico in cui era morta una donna, come già precisato nell'atto di sindacato ispettivo, e sono stati condotti da parte del Nucleo Carabinieri del lavoro dell'ispettorato territoriale del lavoro di Torino sulle violazioni lavoristiche in materia di riposi.
  Per l'incidente mortale i datori di lavoro sono stati condannati per omicidio colposo.
  Le indagini delegate hanno confermato la sussistenza del reato di cui all'articolo 603-bis del codice penale «intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro» ed è stata richiesta l'amministrazione giudiziaria del consorzio oggetto delle indagini.
  Gli ispettori del lavoro di Torino, a seguito di riunioni operative con INPS e Guardia di finanza, hanno contestato l'utilizzazione illecita di manodopera nei confronti di due società per azioni e la somministrazione illecita di manodopera nei confronti di quattro cooperative; i verbali hanno riguardato migliaia di lavoratori con conseguente applicazione delle sanzioni previste nel loro massimo edittale.
  In relazione alle richieste dell'interrogante sull'apertura di un tavolo settoriale sulla logistica, occorre evidenziare che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali ha promosso iniziative importanti al fine di giungere a soluzioni tempestive ed efficaci di contrasto alle condizioni di sfruttamento che si rilevano nel settore della logistica.
  Con D.M. 20 luglio 2021, n. 160, è stata costituita la Task Force del settore logistico e trasporto merci per consentire la condivisione delle banche dati tra Ministero del lavoro, Ministero dello sviluppo economico, Ministero delle infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, INL, INPS, INAIL, Agenzia delle entrate, Ministero dell'interno, Procura Nazionale Antimafia e Comando Carabinieri per la Tutela del lavoro.
  Rammento che lo scambio di dati è fondamentale per fare luce sulle criticità di un settore, quale quello del trasporto merci e della logistica, costituito da circa 90 mila imprese, con un numero di occupati pari a circa 1,5 milioni di addetti e con un fatturato di circa 80 miliardi di euro, corrispondenti a circa il 9 per cento del PIL del Paese.
  La task force nasce perciò con lo scopo di ampliare le attività di controllo e far emergere le fattispecie di decentramento produttivo, attraverso un'analisi approfondita delle esternalizzazioni e delle catene di appalti.
  L'esperienza ispettiva infatti mostra un'ampia casistica in cui, per le particolari caratteristiche del settore del trasporto e magazzinaggio, oltre che di quello dei servizi di supporto alle imprese, nel quale operano diverse aziende legate alla logistica, Pag. 177 sono invalsi meccanismi quali il decentramento produttivo e la connessa dissociazione tra titolarità del contratto di lavoro e utilizzazione della prestazione, che favoriscono patologie tipiche e l'insorgere di situazioni lesive dei diritti e delle tutele dei lavoratori.
  Quanto esposto trova conferma dai dati riportati nel rapporto annuale dell'attività di vigilanza del 2020, nel quale emerge che il tasso di irregolarità, riscontrato a seguito di 8.850 accessi ispettivi eseguiti dall'Ispettorato nazionale del lavoro nel corso del 2020, è pari al 71,84 per cento, superiore di oltre 6 punti percentuali rispetto a quello riferito al complesso dei settori produttivi (65,71 per cento).
  La funzione che la task force potrà svolgere sarà, inoltre quella di mettere a sistema e sviluppare gli strumenti di analisi finalizzati alla valutazione del rischio e alla diagnosi precoce delle patologie aziendali, disincentivando così il dumping sociale o forme di evasione ovvero elusione normativa, e di ideare e promuovere strategie per incentivare la compliance spontanea da parte degli operatori del settore nel quadro di uno sviluppo del settore nel quale tutte le imprese, anche grazie ai benefici indotti dagli interventi del PNRR, fondino la propria ricerca di competitività esclusivamente sull'innovazione, sulla formazione e sulla qualità.

Pag. 178

ALLEGATO 5

5-06740 Rizzetto: Tutela dei lavoratori del sito di Tolmezzo (UD) di Marelli Corporation.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In relazione ai fatti citati ed alle questioni poste nell'interrogazione parlamentare si rappresenta che la società Marelli Automotive Lighting Italy Spa, con sede legale a Venaria (Torino), ha quattro unità operative a Tolmezzo (Udine) per la produzione di componentistica automotive, nelle quali sono occupati circa 900 lavoratori, tra operai e impiegati.
  Con riferimento al ricorso alla cassa integrazione, per le maestranze occupate a Tolmezzo, risultano essere stati autorizzati dall'INPS interventi per cassa integrazione ordinaria, cosiddetta CIG ordinaria industria con causale Covid-19 a partire dal 25 gennaio del 2021 sino a tutto il 4 luglio corrente anno, mentre risultano essere stati autorizzati dall'INPS interventi per cassa integrazione ordinaria per mancanza ordini o commesse e lavoro nel periodo dal 28 giugno all'8 agosto 2021.
  Allo stato attuale, alla competente Direzione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali non risulta che la società in narrativa abbia presentato domande di cassa integrazione straordinaria.
  Per quanto riguarda un'eventuale conflittualità tra la società e i lavoratori, con riferimento alle unità operative di Tolmezzo, rappresento che non sono pervenute all'ispettorato territoriale del lavoro di Udine-Pordenone segnalazioni, né da parte dei lavoratori né delle organizzazioni sindacali; non risultano altresì pendenti vertenze di lavoro presso la Commissione di Conciliazione di Udine.
  La Regione autonoma Friuli Venezia Giulia ha rappresentato che, ad oggi, non risultano attivate procedure di licenziamento collettivo di cui alla legge n. 223 del 1991 con riferimento alla Marelli Spa per gli addetti delle unità operative di Tolmezzo, ma che le organizzazioni sindacali a fine settembre hanno richiesto un incontro con la predetta società per valutare l'impatto sul sito di Tolmezzo della riorganizzazione che a livello globale vorrebbe porre in essere l'azienda; il predetto incontro ancora non ha avuto luogo, ma il Ministero monitora costantemente la situazione presso la Regione sollecitando il confronto con parti sociali.
  Assicuro la massima attenzione del Ministero del lavoro nei confronti della vicenda segnalata dall'onorevole interrogante, anche in considerazione della delicatissima fase produttiva e organizzativa che sta attraversando il settore automotive, sia in relazione alle difficoltà di approvvigionamento che si sono verificate nel corso della pandemia, sia in relazione ai processi di innovazione tecnologica che stanno investendo l'intero comparto.
  Auspico inoltre che ogni decisione aziendale relativa a processi di riorganizzazione avvenga nel rigoroso rispetto delle procedure di legge che prevedono un preventivo e doveroso confronto con le organizzazioni sindacali e con la priorità di salvaguardare i livelli occupazionali.
  Confermo inoltre la volontà del Governo di contrastare i processi di disinvestimento nel nostro Paese e di abbandono di siti produttivi da parte di società multinazionali, soprattutto quando non siano giustificati da ragioni di crisi industriale o finanziaria, in ossequio peraltro a quanto espresso dal Parlamento negli atti di indirizzo recentemente approvati. Sono attualmente oggetto di riflessione tecnica e politica alcune misure, proposte dal Ministero del lavoro, volte sia a disincentivare comportamenti opportunistici, sia a promuovere la costruzione di percorsi virtuosi di mitigazione dell'impatto occupazionale, sociale ed economico connesso alle chiusure dei siti produttivi.