CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 21 luglio 2021
629.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

DL 79/2021: Misure urgenti in materia di assegno temporaneo per figli minori (C. 3201 Governo, approvato dal Senato).

PARERE APPROVATO

  La XI Commissione,

   esaminato, per quanto di competenza, il disegno di legge C. 3201, di conversione del decreto-legge 8 giugno 2021, n. 79, recante misure urgenti in materia di assegno temporaneo per figli minori, approvato dal Senato della Repubblica;

   considerato che il decreto-legge, all'articolo 1, introduce, nelle more dell'attuazione della legge 1° aprile 2021, n. 46, e comunque fino al 31 dicembre 2021, un assegno temporaneo destinato alle famiglie con figli minori che non abbiano diritto agli assegni per il nucleo familiare;

   osservato che l'articolo 4 dispone il riconoscimento del diritto all'assegno temporaneo anche in caso di percezione del Reddito di cittadinanza e di eventuali altre misure in denaro a favore dei figli a carico erogate da regioni, province autonome di Trento e di Bolzano ed enti locali, nonché disciplina le modalità del calcolo dell'importo dell'assegno da erogare ai percettori del Reddito di cittadinanza.

   rilevato che l'articolo 5 prevede un aumento temporaneo dell'importo degli assegni per il nucleo familiare riconosciuti a legislazione vigente;

   osservato che l'articolo 7 reca disposizioni in materia di monitoraggio dei limiti di spesa per il 2021 relativi ai trattamenti di integrazione salariale con causale COVID-19, stabilendo, a seguito dell'attività di monitoraggio, la rideterminazione, in riduzione, del limite relativo ai trattamenti di cassa integrazione salariale operai agricoli (CISOA) e la corrispondente ridefinizione, in aumento, di quello relativo ai trattamenti di cassa integrazione in deroga,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 2

5-06464 Barzotti: Rafforzamento degli organici dei centri per l'impiego in attuazione del Piano straordinario di potenziamento dei centri per l'impiego e delle politiche attive del lavoro.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla richiesta dell'onorevole interrogante, metto a disposizione della Commissione i dati relativi al monitoraggio amministrativo del piano di rafforzamento dei Centri per l'impiego.
  Sono infatti in fase di espletazione i concorsi regionali per assumere 11.600 operatori per i centri per l'impiego che si aggiungono agli attuali 8 mila.
  Tali dati, distinti per Regione, evidenziano sia il numero di assunzioni autorizzate che quelle effettivamente realizzate alla data del 31 marzo 2021.
  Faccio al riguardo presente che il monitoraggio amministrativo avviene su cadenza trimestrale sulla base dei dati richiesti dal Ministero e forniti dalle Regioni e, in talune situazioni possono non rappresentare la situazione fattuale aggiornata di avanzamento delle attività.
  I dati del secondo trimestre 2021, alla data dunque del 30 giugno, non sono disponibili in quanto il termine per la trasmissione da parte delle Regioni scade il 31 luglio.
  Posso assicurare che il Ministero del lavoro monitora con attenzione l'andamento del piano occupazionale, che riveste una rilevanza strategica anche con riferimento all'attuazione del Programma di politiche attive, GOL, e che risulta essere uno degli obiettivi più qualificanti e ambiziosi del PNRR.

Monitoraggio del Piano di rafforzamento dei CPI
(Dati al 31 marzo 2021)

  REGIONE

  Numero assunzioni autorizzate totali
  (a decorrere dal 2021)

  Numero assunzioni rendicontate al
  31 marzo 2021

  ABRUZZO

  255

  /

  BASILICATA

  114

  /

  CALABRIA

  623

  /

  CAMPANIA

  1840

  /

  EMILIA ROMAGNA

  655

  118

  FRIULI VENEZIA GIULIA

  165

  55 (di cui 3 cessati al 2020)
  52 (di cui 5 cessati al 1° trim. 2021)

  LAZIO

  1130

  44

  LIGURIA

  258

  100

  LOMBARDIA

  1.378

  /

  MARCHE

  194

  61

  MOLISE

  75

  /

  PIEMONTE

  716

  /

  PUGLIA

  1129

  /

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  SARDEGNA

  357

  150 (nel 2020 di cui 1 assunto nel 2021 e 3 cessati al 2021)
  Per un totale di 147

  SICILIA

  1246

  /

  TOSCANA

  643

  136 (nel 2020 di cui 1 cessato)
  7 (al 31.3.2021)
  Totale 142

  UMBRIA

  129

  /

  VALLE D'AOSTA

  22

  23 di cui 8 assunti nel 2021

  VENETO

  606

  215 nel 2020

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ALLEGATO 3

5-06465 Giaccone: Orientamenti riguardo a possibili interventi in materia pensionistica in relazione alla nomina della professoressa Elsa Fornero quale componente del Consiglio d'indirizzo per l'attività programmatica in materia di coordinamento della politica economica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Consiglio di indirizzo istituito dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Bruno Tabacci, del quale è componente la professoressa Elsa Fornero, è un organo consultivo che avrà il compito di orientare, potenziare e rendere efficiente l'attività programmatica in materia di coordinamento della politica economica, esclusivamente presso il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei ministri. Tale organismo non ha pertanto alcun potere di indirizzo, di impulso né di amministrazione attiva nelle materie che riguardano l'esclusiva competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, quali la materia previdenziale.
  La nomina della professoressa Fornero è, pertanto, una nomina di competenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che non può assolutamente interferire sugli orientamenti del Ministero che rappresento.
  Relativamente al tema «pensioni», nel condividere la particolare attenzione posta dagli interroganti sulla necessità di individuare soluzioni efficaci e tempestive in vista della scadenza della misura di «Quota 100» – fissata al 31 dicembre di quest'anno –, faccio presente che sono state attivate dal Ministro Orlando, come da previsione di legge, la Commissione sulla classificazione e comparazione, a livello europeo e internazionale, della spesa pubblica nazionale e la Commissione sulla gravosità delle occupazioni, che stanno concludendo i propri lavori. Tale lavoro istruttorio consentirà di acquisire ulteriori elementi conoscitivi e metodologie scientifiche a supporto delle scelte prossime in materia previdenziale, che dovranno essere in grado di garantire misure ispirate ai principi ai di flessibilità, equità e adeguatezza delle prestazioni.
  Per quanto riguarda la tempistica, nei prossimi giorni, il 27 luglio, sarà avviato il confronto con le parti sociali sullo stato della previdenza, per definire quanto prima soluzioni che siano ampiamente condivise e che non potranno risultare, in ogni caso, penalizzanti per i lavoratori.

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ALLEGATO 4

5-06466 Viscomi: Salvaguardia occupazionale dei lavoratori dello stabilimento di Villa Carcina (BS) della società Timken Italia Srl.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come ampiamente introdotto dagli onorevoli interroganti, la Timken Italia Srl, stabilimento italiano, con sede a Brescia, facente parte della multinazionale americana omonima, leader industriale globale specializzata nella componentistica meccanica nell'ambito del settore dell'automotive, ha annunciato la chiusura dello stabilimento bresciano e il licenziamento collettivo dei 106 dipendenti.
  Occorre ricordare che in favore di questa società il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha autorizzato, per il periodo dal 18 novembre 2019 al 17 novembre 2020, la corresponsione del trattamento di integrazione salariale in favore di 108 lavoratori per i quali è stato stipulato, in data 6 novembre 2019, un contratto di solidarietà della durata di dodici mesi.
  Il contratto di solidarietà è stato ripetutamente sospeso per il sopravvenuto intervento di CIGO con causale COVID-19 nel periodo dal 23 marzo 2020 al 19 giugno 2020.
  Con successivo verbale di accordo sindacale, sottoscritto in data 25.06.2020, la società, considerata la ripresa del mercato di riferimento ha concordato, congiuntamente alle organizzazioni sindacali, la chiusura anticipata del contratto di solidarietà di tipo difensivo e la sua cessazione a far data dal 22 giugno 2020. La riduzione di orario durante il contratto di solidarietà ha coinvolto n. 94 lavoratori.
  Faccio presente che nell'anno 2021 è stata richiesta una ulteriore settimana di CIGO a conguaglio con causale COVID-19 nel periodo dal 17 maggio 2021 al 23 maggio 2021 per 516 ore e 29 operai.
  Secondo quanto riportato dalla Regione Lombardia, il 20 luglio è stata annunciata da parte della società la decisione di chiudere definitivamente le attività, a causa dell'andamento economico sfavorevole degli ultimi anni.
  Tale determinazione comporterà presumibilmente oltre 100 conseguenti esuberi. Al momento non risulta tuttavia formalizzato l'avvio di una formale procedura di licenziamento collettivo. La società ha fatto altresì riferimento alla volontà di accedere alla CIGS «per cessazione» ai sensi dell'articolo 44 del decreto-legge n. 109 del 2018.
  Proprio al fine di evitare le conseguenze dello sblocco dei licenziamenti, il Governo ha predisposto ulteriori misure di sostegno ai livelli occupazionali delle imprese, che offrono alle imprese un'alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro.
  È di tutta evidenza che tale episodio si aggiunge al novero delle recenti procedure di licenziamento annunciate da varie multinazionali, in particolare di alcune operanti nel settore dell'automotive, che incide pesantemente sul destino di centinaia di lavoratori e che rischia di riverberarsi sul tessuto produttivo e sociale circostante, producendo fenomeni di desertificazione industriale.
  È il segnale preoccupante di un fenomeno di disinvestimento da parte di società multinazionali nel nostro Paese, che rischia di divenire strutturare e che occorre contrastare con interventi articolati, anche di carattere sanzionatorio.
  Inoltre, in molti casi, la volontà di dismissione di siti produttivi appare davvero irragionevole, in quanto avviene in presenza di condizioni di mercato, di condizioni economiche e di condizioni sociali assolutamente favorevoli.
  Tanto premesso, questo Ministero si impegna affinché siano scrupolosamente attivate le garanzie previste dalla legge n. 223 Pag. 98del 1991, finalizzate all'avvio di un confronto sociale.
  Assicura altresì di supportare, per quanto di competenza, ogni utile iniziativa per l'apertura di un confronto finalizzato alla tutela dei lavoratori e alla promozione di politiche in grado di accompagnare il processo di trasformazione in atto in alcuni settori industriali strategici, come il settore dell'automotive interessato – in maniera particolare – da processi di dismissione e delocalizzazione.

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ALLEGATO 5

5-06467 Menga: Interventi per la tutela occupazionale degli informatori scientifici del farmaco destinatari di comunicazioni di avvio delle procedure di licenziamento collettivo da parte delle società Takeda Italia Spa e Mylan Italia Srl.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Per quanto riguarda i fatti evidenziati dall'interrogante, la Regione Lombardia riferisce che in data 6 luglio 2021 la Società Mylan Italia Srl, con sede in Milano, ha effettivamente comunicato l'apertura di una procedura di licenziamento collettivo per 32 dipendenti, strutturalmente in esubero, appartenenti alla rete esterna che opera su tutto il territorio nazionale ed assegnati, sotto il profilo amministrativo, alla sede di Milano.
  Nell'avvio della procedura la società – riferisce ancora la Regione Lombardia – ha dichiarato, in sintesi, di essere coinvolta in un progetto di trasformazione organizzativa richiesto dal Gruppo, che ha fatto emergere la necessità di rendere più efficiente la struttura, anche attraverso una riorganizzazione delle divisioni che appaiono non adeguatamente dimensionate e che necessitano di una struttura più razionale che garantirà la medesima copertura e capacità di penetrazione nel mercato.
  Con riferimento alla società Takeda Italia Spa, la regione Lazio ha comunicato che, in data 5 luglio 2021, l'azienda ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per 52 lavoratori in esubero presso la sede di Roma. Si tratta di Informatori scientifici che operano in più regioni.
  Si fa presente che la società è un'azienda biofarmaceutica globale e leader di settore, che collabora con gli operatori sanitari e le istituzioni per consentire l'accesso a farmaci innovativi, con circa 50.000 dipendenti e una presenza in oltre 80 Paesi. In Italia ha sede legale a Roma e stabilimenti a Pisa e a Rieti per la lavorazione del Plasma.
  Le scelte prospettate da tali aziende appaiono pertanto — come evidenziato dalle onorevoli interroganti — irragionevoli rispetto all'andamento economico di un settore, quello farmaceutico, che non è stato assolutamente penalizzato dalla crisi pandemica e che risulta indubbiamente uno dei settori trainanti della ripresa economica.
  Giova segnalare inoltre che il Governo ha varato molteplici misure in favore di questo settore, proprie in ragione della sua strategicità, emersa con grande evidenza nel corso dell'emergenza sanitaria.
  Ricordo che presso il Ministero dello sviluppo economico è stato istituito un tavolo per approfondire il tema della produzione dei vaccini. Inoltre, è in corso la valutazione dell'interesse italiano a partecipare a un IPCEI (Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo) dedicato al settore Health nell'ambito dell'Unione europea. L'obiettivo è quello di dotare l'industria farmaceutica europea di risorse per ricerca e sviluppo di vaccini, farmaci e dispositivi innovativi in modo da evitare in futuro i problemi di approvvigionamento, che si sono verificati con la crisi in atto del COVID-19.
  Oltre a ciò, il decreto-legge n. 73 del 2021, cosiddetto «Sostegni bis», in corso di conversione, prevede misure a sostegno del settore, finalizzate al potenziamento della ricerca, allo sviluppo e riconversione industriale del settore biomedicale verso alla produzione di farmaci innovativi e vaccini per fronteggiare in ambito nazionale le patologie emergenti.
  In particolare, accanto a tali misure incentivanti, è stato sostenuto uno sforzo importante per continuare a sostenere – attraverso l'accesso ai trattamenti di integrazione salariale – i livelli occupazionali Pag. 100delle imprese, in vista di una ripresa sostenuta del ciclo economico e in concomitanza con i poderosi investimenti del PNRR.
  Ritengo doveroso, in conclusione, garantire l'impegno del Ministero a monitorare l'evoluzione delle procedure di licenziamento attualmente in corso, assicurando l'adozione di ogni idoneo intervento al fine di tutelare i lavoratori delle imprese farmaceutiche menzionate.

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ALLEGATO 6

5-06468 Rizzetto: Salvaguardia dei livelli occupazionali rispetto alla delocalizzazione delle attività da parte di imprese operanti nel territorio nazionale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio l'onorevole interrogante per aver sollevato un tema di rilevante attualità.
  I fatti recenti relativi alla decisione di alcune multinazionali di giungere alla chiusura di alcuni siti industriali nazionali, avranno come conseguenza la perdita di centinaia di posti di lavoro e la penalizzazione di comparti e contesti importanti del nostro sistema produttivo. Si pone quindi con la massima urgenza la necessità di individuare strumenti maggiormente efficaci per contrastare il fenomeno della delocalizzazione verso l'estero degli impianti produttivi insediati nel territorio italiano.
  Come noto, il legislatore è intervenuto a tale fine sia nell'ambito della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (legge di stabilità 2014), sia, successivamente, con il decreto-legge 12 luglio 2018, n. 161, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2018, n. 96, che ha rimodulato in maniera più stringente i divieti e l'apparato sanzionatorio per le imprese che delocalizzano la propria produzione in un Paese non appartenente all'Unione europea.
  L'effetto applicativo della normativa è stato fortemente limitato proprio da tale presupposto – cioè che l'impresa abbia delocalizzato la propria produzione dal sito incentivato a un Paese non appartenente all'Unione europea – che non ha consentito di scongiurare i fenomeni di delocalizzazione nei paesi dell'Unione europea, sfruttando la legislazione europea che consente queste operazioni all'interno del mercato unico.
  Quanto denunciato non può esser affrontato soltanto come un problema italiano, ma deve essere affrontato a livello europeo, sia per contrastare il fenomeno del dumping salariale, che alcuni Paesi dell'Unione europea applicano, sia per arginare l'abuso di finanziamenti pubblici da parte di società che praticano la delocalizzazione all'interno dell'Unione europea, mettendo in concorrenza tra loro i territori europei.
  Certamente, per quanto riguarda la competenza del Ministero del lavoro, sono allo studio vari ipotesi di intervento, che contemplano – come affermato dal Ministro Orlando – anche il tema dell'inasprimento delle sanzioni. È infatti necessario rendere più incisive le misure dissuasive per le società che delocalizzano, pur avendo usufruito di agevolazioni da parte del nostro Paese.
  È inoltre necessario avviare un confronto virtuoso con le parti sociali per valutare se vi siano soluzioni efficaci che consentano di evitare il disimpegno dall'investimento delle imprese estere e che impediscano l'impoverimento del tessuto industriale nazionale, chiamato ad affrontare la sfida delle grandi transizioni produttive e occupazionali, innovazione tecnologica, digitale e green.
  Il Ministero del lavoro, per quanto di competenza, assicura pertanto la massima collaborazione nell'aprire un confronto fattivo con le amministrazioni competenti, e con le parti sociali sugli strumenti d'intervento che possano contrastare più efficacemente il fenomeno delle delocalizzazione.