CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 luglio 2021
624.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia (Nuovo testo C. 2561 Governo).

PARERE APPROVATO

  La X Commissione,

   esaminato, per le parti di competenza, il testo del disegno di legge C. 2561, recante deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia, come modificato dagli emendamenti approvati dalla XII Commissione;

   valutato favorevolmente l'articolo 4 che reca ulteriori princìpi e criteri direttivi cui il Governo deve attenersi nell'esercizio della delega prevedendo misure che favoriscano l'estensione anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti della disciplina relativa ai congedi parentali e di paternità nonché della disciplina del congedo di paternità e di maternità, rispettivamente, al comma 2, lettera f) e comma 3, lettera g);

   considerato che l'articolo 5, comma 2, reca ulteriori princìpi e criteri direttivi cui il Governo deve attenersi nell'esercizio della delega in materia di riordino e di rafforzamento delle misure volte a incentivare il lavoro femminile e per l'armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro prevedendo, tra l'altro: l'introduzione di incentivi per i datori di lavoro che applicano le clausole dei contratti collettivi nazionali di lavoro che, ai fini dell'armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro, prevedono modalità di lavoro flessibile (lettera e)); la definizione di strumenti agevolati per la disciplina delle prestazioni di lavoro accessorio, a tal fine introducendo carnet di buoni orari (lettera f)); l'adozione di forme di decontribuzione per le imprese per le sostituzioni di maternità, per gli incentivi volti al rientro al lavoro delle donne e per le attività di formazione ad esse destinate (lettera g)); che una quota della dotazione del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese sia riservata all'avvio delle nuove imprese femminili e al sostegno della loro attività per i primi due anni (lettera h)); la promozione del sostegno alla formazione in materia finanziaria delle imprenditrici e alla digitalizzazione delle imprese (lettera o));

   valutato altresì con favore l'articolo 6 che reca ulteriori princìpi e criteri direttivi cui il Governo deve attenersi nell'esercizio della delega in materia di riordino e di rafforzamento delle misure volte a sostenere la spesa delle famiglie per la formazione dei figli e il conseguimento dell'autonomia finanziaria da parte dei giovani prevedendo, al comma 2, lettera h), agevolazioni fiscali per la frequenza di corsi di formazione per le nuove professioni legate all'innovazione, alla digitalizzazione e all'autoimprenditoria in favore di giovani di età inferiore ai diciotto anni,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 2

Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell'ambiente. (3156 cost., approvata dal Senato, e abb.).

PARERE APPROVATO

  La X Commissione,

   esaminato, per le parti di competenza, il testo della proposta di legge costituzionale C. 3156, approvata dal Senato, recante «Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell'ambiente» (C. 3156 cost., approvata dal Senato, e abb.), adottata come testo base dalla Commissione;

   considerato, in particolare, quanto recato nell'articolo 2, che modifica il primo comma dell'articolo 41 della Costituzione, con il quale si stabilisce che l'iniziativa economica privata non possa svolgersi in danno alla salute e all'ambiente, premettendo questi due limiti a quelli già vigenti, ovvero la sicurezza, la libertà e la dignità umana (articolo 2, comma 1, lettera a)) e che modifica, altresì, il terzo comma del medesimo articolo 41 della Costituzione riservando alla legge la possibilità di indirizzare e coordinare l'attività economica, pubblica e privata, non solo a fini sociali ma anche ambientali,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 3

Indagine conoscitiva sulle proposte per la ripresa economica delle attività turistico-ricettive della Montagna invernale, in funzione delle riaperture previste a partire dalla stagione 2021/2022.

PROGRAMMA

  La Commissione intende svolgere un'indagine volta all'acquisizione di elementi conoscitivi utili a individuare le possibili iniziative di supporto alla ripresa economica delle attività turistico-ricettive, nonché sportive, della cosiddetta «Montagna invernale», severamente compromesse a seguito della loro sostanziale interdizione nella passata stagione 2020/2021, resasi purtroppo necessaria ai fini del contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2.
  Per quanto concerne il comparto turistico-ricettivo delle aree montane, tradizionalmente legato alla pratica degli sport invernali, i dati finanziari ne confermano purtroppo il tracollo, divenuto causa delle pressanti istanze degli operatori coinvolti su cui gravano gli effetti economici della compromissione della stagione invernale 2019/2020 – interrotta dalle disposizioni contenute nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 – e dalla mancata riapertura degli impianti di sci nel corso della stagione 2020/2021.
  La previsione di congrui ristori per queste imprese, racchiusa in ultima istanza nei 700 milioni del fondo istituito presso il Ministero del Turismo dall'articolo 2 del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, cosiddetto Decreto Sostegni, incrementato di 100 milioni dal decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, cosiddetto Decreto Sostegni-bis, in aggiunta a quanto destinato al Turismo nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) – con particolare riferimento al Fondo di Fondi BEI (per il turismo sostenibile: 748 milioni), ad effetto leva, previsto al fine di generare oltre due miliardi di investimenti per le infrastrutture e i servizi ricettivi del turismo di montagna – costituisce di certo una boccata di ossigeno ma non deve, in ogni modo, far perdere di vista l'imprescindibile necessità di guardare alla forte crisi del turismo montano invernale attraverso una prospettiva lungimirante, che sappia mettere a fuoco le esigenze peculiari di un comparto turistico che, solo nella stagione 2018/2019, chiudeva con un fatturato relativo alle 61 principali stazioni sciistiche italiane di 10 miliardi e 409 milioni, rappresentando l'11 per cento del Pil turistico italiano e circa l'1 per cento di quello nazionale.
  Se nel 2020, al netto dell'interruzione delle attività del turismo montano intervenuta il 10 marzo, il fatturato realizzato è stato di 8 miliardi e 712 milioni, oggi, sul medesimo settore grava un bilancio previsionale di fine stagione 2021 caratterizzato da un drastico ridimensionamento degli introiti – che in precedenza si attestavano tra i 10 e 12 miliardi l'anno – attualmente stimati in un fatturato totale di appena 3,1 miliardi, per una contrazione complessiva pari al 70,2 per cento rispetto alle scorse annualità. Solo la ricettività alberghiera, secondo una recente analisi di Federalberghi, sta registrando perdite medie del 76 per cento, laddove il calo medio di fatturato per ciascuna impresa si attesterebbe sui 200 mila euro.
  Stime precedenti, risalenti a novembre 2020, attribuiscono una perdita di fatturato di 1 miliardo 549 milioni per il sistema ospitale, di 1 miliardo 136 milioni per i servizi dedicati allo sci e di 414 milioni per gli altri, dalla ristorazione, al commercio, alle attività ricreative e di divertimento.
  Appare dunque evidente l'impatto devastante causato dalla pandemia su un comparto importante dell'economia italiana che sviluppa un terzo del suo fatturato tra i mesi di dicembre e gennaio, Pag. 146messo in ginocchio nonostante le abbondanti nevicate registrate sull'arco alpino e sulle altre aree montane interessate dal turismo invernale. Un settore che vede impiegati albergatori, esercenti commerciali, gestori di impianti di risalita, di rifugi e baite, ma anche maestri di sci e lavoratori stagionali, operanti nei diversi livelli nell'intera filiera. Un settore dotato di impianti del valore complessivo di 1,2 miliardi e che, secondo i dati dell'Associazione Nazionale Esercenti Funiviari (Anef) e Skypass Panorama Turismo, assieme al suo indotto offre lavoro a 400 mila persone, di cui 75 mila sono lavoratori diretti, severamente colpiti dall'inevitabile compromissione della stagione sciistica 2020/2021.
  E se la volontà di riattivare il sistema è grande, ad essa fa da contraltare un clima di sostanziale incertezza, condiviso da tutti gli operatori del turismo. Sappiamo bene come il timore collettivo conseguente alla diffusione del Covid-19 tra la popolazione abbia determinato un cambiamento nella propensione dei cittadini a soggiornare fuori casa, come rilevato da un'indagine che, annualmente, cura l'Osservatorio turistico della montagna italiana. I risultati hanno evidenziato come la paura del contagio comporti una minore propensione alla vacanza, oltre a una maggiore resistenza verso la possibilità di convertire l'intenzione di viaggiare in un'effettiva prenotazione turistica, comunque subordinata all'andamento della pandemia.
  Il comparto turistico vive dunque al momento una condizione di forte incertezza, ancor maggiore per gli operatori economici della «Montagna invernale» che, al netto degli importanti sostegni ad essi destinati, risultano gravati da presupposti particolarmente penalizzanti – se pensiamo alla stagione sciistica di fatto mai iniziata, ai preparativi per una riapertura invernale mai avvenuta e alle spese a tal fine sostenute – tali da destare forte preoccupazione per il mantenimento dell'integrità del tessuto produttivo e dei suoi livelli occupazionali.
  Sono inoltre molteplici le voci che si stanno alzando al suo interno, chiedendo l'adozione di regole diversificate per la Montagna e le sue località turistiche: misure pensate ad hoc, da applicarsi anche alle attività ricettive.
  In conseguenza, si ritiene auspicabile spianare la strada della ripresa del turismo montano invernale con intento particolarmente proattivo, al fine di determinare con debito anticipo le condizioni più favorevoli a una ripresa delle sue attività, sportive ed economiche, che sappia inoltre coniugarsi con la tutela della sicurezza sanitaria di lavoratori e turisti.
  Sarebbe pertanto indicato, ai fini della ripartenza del turismo montano invernale, promuovere un'indagine conoscitiva, ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento, che persegua la finalità di un ascolto dedicato dei suoi operatori economici, tra i più colpiti dalla pandemia e alle prese con una sfida di ripartenza particolarmente difficile, resa sì meno dura dalle iniziative di ristoro economico adottate finora, ma che non potrà prescindere da ulteriori interventi di pieno rilancio per l'intero comparto, anche ad emergenza terminata.
  Nello specifico, si ritiene opportuno condurre l'indagine conoscitiva verso:

   strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere;

   realtà ristorative, comprendenti anche rifugi e baite;

   esercizi commerciali;

   maestri di sci;

   piste da sci e impianti di risalita.

  L'indagine si articolerà nelle audizioni dei seguenti soggetti:

   Associazioni di categoria rappresentative delle appena elencate realtà produttive operanti nel sistema turistico della montagna nella stagione invernale, altrimenti detta Montagna Bianca;

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   Conferenza Stato regioni

   Ministro del turismo;

   ISTAT;

   ENIT;

   Banca d'Italia;

   CAI;

   UNCEM.

  Il termine di conclusione dell'indagine è fissato al 30 novembre 2021.