CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 giugno 2021
608.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-05345 Rizzetto: Iniziative in ordine alle criticità del sistema delle politiche attive del lavoro, con particolare riferimento alla situazione dei cosiddetti navigator.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'atto di sindacato ispettivo concerne le iniziative in materia di politiche attive del lavoro, con particolare riferimento alla situazione dei cosiddetti navigator.
  Come noto, nel rispetto delle convenzioni sottoscritte tra ANPAL Servizi S.p.a. e le singole amministrazioni regionali e provinciali autonome, i contratti dei navigator, in scadenza il 30 aprile scorso, sono stati prorogati dal decreto-legge n. 41 del 2021, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 69 del 2021, sino al prossimo 31 dicembre.
  Tale misura si è resa necessaria, nelle more del completamento delle procedure regionali di selezione del personale per il potenziamento dei centri per l'impiego, al fine di garantire la continuità delle attività di assistenza tecnica presso le sedi territoriali delle regioni e province autonome. In virtù di tale obiettivo la norma ha altresì previsto che il servizio prestato dai cosiddetti «navigator» costituisca titolo di preferenza nei concorsi pubblici banditi dalle regioni e dagli enti ed agenzie dipendenti dalle medesime.
  È infatti opportuno riconoscere l'attività che i navigator hanno svolto a sostegno dei Centri per l'impiego e valorizzare la professionalità e l'esperienza sviluppate in questi anni, nei quali queste figure hanno costruito una rete virtuosa di relazioni con le imprese, gli enti locali, i servizi educativi, il terzo settore e gli enti di formazione.
  Secondo i dati forniti da ANPAL, al 31 maggio 2021 risultano 1,775 milioni di persone beneficiare del Reddito di cittadinanza (RdC). Si tratta di tutti coloro che hanno le caratteristiche previste dal decreto-legge n. 4 del 2019 di sufficiente «vicinanza» al mercato del lavoro per essere indirizzati al centro per l'impiego (ad esempio, avere lavorato negli ultimi due anni, essere stati percettori di NASpI, ecc.). Non tutte queste persone però sono tuttora beneficiarie – perché il loro beneficio può essere decaduto o revocato o terminato (circa 580 mila) – o comunque non tutte sono soggette agli obblighi del RdC – ad esempio, per ragioni di disabilità o esigenze di conciliazione o perché già lavoratori (oltre 60 mila). Gli individui tenuti al Patto per il lavoro sono pertanto 1,132 milioni.
  Circa i tre quarti di queste persone sono state convocate presso i Centri per l'impiego. Al 31 maggio, ad aver sottoscritto il Patto sono 373 mila soggetti, circa un terzo del totale. Ad aver svolto azioni di politica attiva, dopo la sottoscrizione del Patto, sono nella media nazionale circa un quarto del totale dei sottoscrittori.
  Si tratta di un dato indubbiamente positivo, che va peraltro considerato alla luce degli effetti prodotti dalla crisi pandemica sulle dinamiche occupazionali.
  Ciò premesso, il tema dei navigator non può essere disgiunto da quello di una riforma organica delle politiche attive del lavoro, che consenta di superare i ritardi e le criticità del sistema e che soprattutto permetta uno scambio e un'integrazione più efficace con i bisogni formativi dei lavoratori e con le esigenze produttive delle imprese.
  In questi mesi è stato avviato un nuovo percorso.
  In primo luogo, è apparso prioritario proseguire nel processo di potenziamento delle strutture pubbliche dei Centri per l'impiego. A tal fine sono state incrementate le risorse e si sta procedendo con l'assunzione degli 11 mila nuovi operatori.
  Si è appena concluso il dialogo con le singole regioni in riferimento all'attuazione Pag. 55dei Piani regionali di rafforzamento delle politiche attive.
  Come indicato nel PNRR, si dovranno rivedere le politiche attive del lavoro a partire dall'assegno di ricollocazione, per arrivare all'istituzione di un programma nazionale («Garanzia di occupabilità dei lavoratori» – GOL), che preveda un sistema di presa in carico unico dei disoccupati e delle persone in transizione occupazionale (percettori di RdC, NASpI, CIGS).
  Per quanto riguarda in particolare il Reddito di cittadinanza, non vi è dubbio – grazie all'evidenza dei dati statistici – che esso si sia rivelato una misura di welfare fondamentale per milioni di persone (1,4 milioni sono i nuclei familiari che lo hanno percepito) e – con particolare evidenza nel corso della crisi pandemica – un argine fondamentale di fronte all'emergere di nuove povertà e all'acuirsi di situazioni di disagio sociale e di disoccupazione.
  Proprio in considerazione della rilevanza di questi dati, occorre rafforzare le azioni necessarie per collegarlo ancora più efficacemente al sistema delle politiche attive del lavoro. A tal fine, il Ministro Orlando ha voluto istituire il Comitato scientifico per la valutazione del reddito, che ha il compito di verificare da un punto di vista tecnico l'andamento della misura e di proporre eventuali correttivi che ne migliorino la resa.

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ALLEGATO 2

5-05538 Gribaudo: Applicazione della convenzione stipulata dall'INPS e dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative dei medici fiscali concernente gli accertamenti medico-legali sui dipendenti assenti dal servizio per malattia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In ordine a quanto rappresentato nell'atto ispettivo, acquisite le necessarie notizie dall'INPS, si rappresenta quanto segue.
  Il 30 luglio 2020 è stata stipulata un'ipotesi di Accordo collettivo nazionale (ACN) per la medicina fiscale convenzionata INPS.
  Tale ipotesi di accordo, raggiunta tra le organizzazioni sindacali e l'Istituto, non poteva essere considerata immediatamente operativa, tenuto conto della necessità di acquisire le valutazioni dei Ministeri vigilanti, previo esame dell'atto da parte degli organi di controllo interni dell'INPS stesso. Il procedimento ordinario prevede infatti che solo a seguito di tali attività istituzionali propedeutiche, si può giungere alla formalizzazione dell'Accordo, con atto del Consiglio di amministrazione dell'INPS.
  Pertanto, a seguito delle valutazioni del Collegio dei sindaci, l'ipotesi di accordo, accompagnata dalla relazione tecnica e illustrativa, è stata trasmessa il 17 dicembre 2020 al Ministero del lavoro e delle politiche sociali è al Ministero dell'economia e delle finanze.
  La nota di riscontro da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del 10 marzo 2021 ha evidenziato che, nell'ipotesi contrattuale delineata nell'Accordo, la previsione di incarichi convenzionali a tempo indeterminato non fosse conforme al quadro normativo di riferimento, presentando anche profili di contrarietà ai principi comunitari e di rango costituzionale.
  Il Ministero dell'economia e delle finanze – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato ha rinviato il procedimento di verifica della convenzione con i medici fiscali alla competenza del Collegio dei sindaci dell'INPS, poiché tale procedimento rientra nell'ambito degli ordinari controlli che l'organismo può effettuare all'interno dei programmi di vigilanza.
  Il Collegio dei sindaci dell'INPS dunque, nuovamente interessato per la formulazione delle proprie valutazioni a seguito dei citati rilievi del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con verbale n. 20 del 20 maggio 2021, ha condiviso le osservazioni ministeriali.
  Il Collegio ha quindi osservato che anche l'atto d'indirizzo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (decreto ministeriale 2 agosto 2017, punto 2.2, lettera j)) dispone che, nella fattispecie in parola, il rapporto di lavoro «in nessun caso potrà configurarsi come rapporto di lavoro alle dipendenze dell'INPS», e quindi le norme dell'ACN che fanno riferimento a rapporti a tempo indeterminato appaiono non in linea con l'atto d'indirizzo per la stipula delle convenzioni adottato con decreto ministeriale.
  Alla luce di quanto descritto, l'INPS ha fornito assicurazioni al Ministero del lavoro e delle politiche sociali che convocherà a breve le organizzazioni sindacali rappresentative di riferimento, per riaprire la trattativa sul punto in questione e pervenire ad una nuova formulazione delle parti segnalate dell'Accordo collettivo, in conformità alle indicazioni sia del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sia del Collegio dei sindaci dell'INPS stesso.
  Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali seguirà pertanto con attenzione e sollecitudine l'evoluzione di questa fase conclusiva del procedimento, al fine di giungere in tempi brevi all'attuazione dell'accordo e delle tutele ivi previste per i medici fiscali in convenzione.

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ALLEGATO 3

5-05609 Grippa: Inquadramento contrattuale degli infermieri dipendenti dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, gli onorevoli interroganti richiamano l'attenzione del Governo sull'inquadramento contrattuale degli infermieri dipendenti dell'Inps.
  Sulla vicenda segnalata, sentito l'INPS, occorre evidenziare in premessa che nel vigente sistema di classificazione del personale INPS, il personale delle aree professionali è articolato nelle tre diverse Aree A, B e C.
  Il personale inquadrato in Area C è distribuito in diversi profili che ne definiscono ambiti professionali e competenze. Segnatamente, accanto ai profili di amministrativo/analista, di consulente professionale e consulente protezione sociale, sono contemplati diversi profili specialistici in cui sono inquadrati dipendenti con peculiari caratteristiche in termini di professionalità e competenze.
  Rispetto a questo sistema di classificazione, gli infermieri professionali sono collocati nell'Area C del profilo specialistico sanitario, regolamentato dall'allegato 2 al Contratto collettivo nazionale integrativo 1998-2001.
  In particolare, relativamente al profilo in parola, la menzionata disciplina contrattuale:

   definisce i requisiti di accesso, richiedendo il possesso del diploma di infermiere professionale;

   prevede l'iscrizione al relativo albo professionale;

   delimita il particolare ambito di competenza.

  Rispetto all'attuale configurazione contrattuale del personale sanitario, l'eventuale collocazione dello stesso nell'ambito del contratto collettivo nazionale Area I – Sezione professionisti, nonché l'istituzione della figura di Dirigente infermieristico costituiscono certamente proposte meritevoli della massima attenzione che possono trovare riconoscimento e soluzione nell'ambito della fase di contrattazione nazionale.
  Al riguardo, assicuro l'onorevole interrogante che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nel ritenere fondamentale che l'inquadramento contrattuale rispecchi e sia conforme all'attività svolta da tale categoria di lavoratori, valuterà con favore – nei limiti della propria competenza – un approfondimento finalizzato ad armonizzare la disciplina contrattuale esistente con le disposizioni di legge che disciplinano le funzioni sanitarie.

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ALLEGATO 4

5-05887 Ferri: Adozione di strumenti di controllo preventivo finalizzati ad assicurare l'erogazione del Reddito di cittadinanza esclusivamente agli aventi diritto alla prestazione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il dato riportato nell'atto parlamentare, relativo a 76 soggetti segnalati alla Procura della Repubblica per indebita percezione del Reddito di cittadinanza, è sicuramente un dato rilevante, che però va comunque rapportato al numero complessivo di beneficiari: 2.512.095 domande di Reddito e Pensione di cittadinanza accolte a marzo 2021, al netto delle domande oggetto di revoca.
  I beneficiari segnalati alla Procura rappresentano dunque lo 0,003 per cento delle domande accolte.
  Similmente, la spesa per erogazioni indebite, pari a oltre 600.000 euro, va rapportata agli importi di Reddito e Pensione di Cittadinanza erogati a marzo 2021, pari a quasi a 2 miliardi di euro.
  Le erogazioni indebite rappresentano dunque lo 0,03 per cento degli importi erogati.
  Posto quindi che si tratta di casi limitati, occorre certamente interrogarsi sulle condizioni che consentono tali abusi da parte di soggetti che si trovino a beneficiare di erogazioni statali in assenza di qualsiasi titolo e in aperto contrasto con la ratio e la finalità della legge, e affrontare il tema dei controlli sui requisiti di accesso al reddito di cittadinanza.
  Occorre in via preliminare evidenziare che l'INPS svolge attività di controllo sulle dichiarazioni dei richiedenti, sia al momento della presentazione della domanda, sia in esito all'accoglimento, sulle prestazioni erogate. In particolare, viene definito un piano di controlli annuale sulle autodichiarazioni.
  Sono stati poi implementati controlli sincroni automatizzati sui requisiti di residenza, possesso dei beni durevoli, stato lavorativo, situazione reddituale. Ulteriori attività di controllo sono effettuate sui requisiti anagrafici a cura dei Comuni, e su quelli socio-economici, a cura della Guardia di finanza.
  Per quanto riguarda le dichiarazioni rese dai richiedenti in merito all'assenza di condanne per i reati richiamati dall'articolo 7, comma 3, del decreto-legge n. 4 del 2019, occorre evidenziare che le stesse sono verificabili ex ante solo a seguito della sottoscrizione di apposita convenzione con il Ministero della giustizia, con il quale sono già state avviate le necessarie interlocuzioni per lo scambio massivo delle informazioni già in fase di istruttoria della domanda.
  Inoltre, il 31 marzo scorso, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in accordo con l'INPS, che detiene il potere concessorio della misura, ha avviato un tavolo tecnico di confronto tra tutti gli enti responsabili dei controlli, la Guardia di finanza, Arma dei carabinieri, Ispettorato nazionale del lavoro, e tra le Amministrazioni detentrici dei dati rilevanti, compresi il Ministero della giustizia, il Ministero dell'interno e l'ANCI.
  Il tavolo è finalizzato a favorire il raccordo tra le attività che ciascun attore nell'ambito delle proprie competenze è chiamato a svolgere al fine di impedire la indebita percezione della prestazione, anche in riferimento all'applicazione delle sanzioni di cui all'articolo 7 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4. Il tavolo ha la funzione di favorire l'attivazione degli scambi informativi tra le amministrazioni competenti che possono facilitare e rendere più efficace l'azione di contrasto alle frodi.
  Sebbene siano certamente da stigmatizzare i casi di indebita acquisizione del beneficio del reddito, occorre riconoscere il significato che misura ha assunto, in particolare nel corso della crisi emergenziale, come rete di protezione e di assistenza.
  Certamente quanto segnalato dall'onorevole interrogante richiama la necessità di implementare il sistema dei controlli, al fine di evitare gli abusi che in fase applicativa si possono verificare.