CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 aprile 2021
567.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-05760 Loss: Sulla convenzione tra l'AGEA e i CAA.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati, come noto, Agea, in qualità di Organismo Pagatore (Op), per l'esercizio delle sue funzioni si avvale di altri organismi all'uopo delegati, mediante la conclusione di un accordo scritto che specifichi i compiti delegati e ne detti la disciplina.
  Con riferimento alla vicenda relativa al contenzioso in atto tra alcuni Centri Autorizzati di Assistenza Agricola (Caa) e Agea, a seguito della predisposizione della Convenzione che disciplina, per gli anni 2020-2021, la delega di funzioni da parte dell'Organismo Pagatore Nazionale, si fa presente che Agea ha motivato la propria scelta con l'intento di assicurare che lo svolgimento di funzioni pubbliche delegate sia riservato dai Caa ai propri dipendenti, stabilmente vincolati ad essi da un rapporto gerarchico e dagli stringenti obblighi di fedeltà, derivanti dall'inserimento in organico del dipendente nell'organizzazione societaria.
  La «delega» di funzioni pubbliche a soggetti di natura privatistica parrebbe inquadrabile infatti, in termini generali, nello schema delineato dall'articolo 1, comma 1-ter della legge n. 241 del 7 agosto 1990, che richiede il rigoroso rispetto del principio di imparzialità amministrativa, anche da parte del soggetto privato delegato «con un livello di garanzia non inferiore a quello cui sono tenute le pubbliche amministrazioni».
  I ricorrenti hanno formulato in sede cautelare domanda di sospensione degli atti impugnati, laddove si prevede che entro il 31 marzo 2021 almeno il 50 per cento degli operatori titolari, abilitati ad accedere e operare nei servizi informativi dell'Organismo pagatore, devono essere lavoratori dipendenti dei Caa o delle società con esso convenzionate.
  Successivamente, in sede di udienza, camerale tenutasi il 9 febbraio 2021, gli stessi ricorrenti, mediante i propri procuratori costituiti nel giudizio, hanno rinunciato all'istanza cautelare, manifestando la sopravvenuta mancanza di interesse alla delibazione giudiziale della suddetta domanda di sospensione del termine del 31 marzo scorso.
  L'udienza di merito è stata fissata per il prossimo 27 aprile, in ogni caso la predetta disposizione convenzionale non incide direttamente sullo status giuridico contrattuale dell'operatore del Caa, comportando in caso di inosservanza una sanzione amministrativa, la cui irrogazione dipenderà dall'esito della sentenza di merito, che determinerà la legittimità dell'operato dei Caa, rispetto alla previsione convenzionale impugnata.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-05761 Nevi: Iniziative urgenti a tutela dei consumatori sull'utilizzo dell'applicazione Yuka e del marchio Nutriform Battery.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati, la corretta informazione sugli, alimenti è stata sempre una priorità per il Ministero delle politiche agricole il cui obiettivo è fornire al consumatore idonee indicazioni sui componenti presenti nel prodotto, in rapporto al fabbisogno nutrizionale quotidiano.
  Ciò a cui teniamo fortemente è informare il consumatore, non condizionarlo. Ed è questa la filosofia del nostro sistema NutrInform Battery che, a differenza di altri, fornisce le informazioni giuste per orientare il consumatore verso scelte alimentari salutari e una dieta equilibrata.
  Purtroppo, assistiamo – ad una crescente adesione al sistema Nutriscore, determinata probabilmente dall'immediatezza dei colori che, all'apparenza, orientano in maniera semplicistica il consumatore. Ed è proprio in questa ottica che nasce l'app francese Yuka che, come sostenuto dai suoi sviluppatori, ne valuta la qualità nutrizionale secondo l'algoritmo del Nutriscore, ovvero mediante colori e giudizi sintetici, con l'aggiunta del giudizio sugli additivi e sul biologico.
  In particolare, agli alimenti viene assegnato un punteggio da zero a cento, in cui la qualità nutrizionale del prodotto (valutata secondo l'algoritmo del Nutriscore) incide per il 60 per cento nel giudizio finale A ciò si aggiunge la presenza di additivi (30 per cento del punteggio) e la dimensione biologica (etichetta biologica francese o l'etichetta biologica europea – Eurofeuille) che rappresenta il 10 per cento del punteggio.
  Detta applicazione, basandosi su un sistema di banche dati non certificato e privo di alcuna rappresentatività territoriale (nazionale o europea), non possiede alcuna valenza istituzionale rappresentando, di fatto, un prodotto commerciale privo di base scientifica.
  Peraltro, la creazione di banche dati sulla composizione di alimenti comuni agli Stati membri appare alquanto ardua. Teniamo presente che ci sono progetti europei (ad esempio la rete tematica Eurofir) che stanno lavorando sulla materia da anni e che l'Efsa, tra i cui compiti rientra anche questo obiettivo, è ancora lontana dal realizzare questa unificazione.
  Rilevo inoltre che una App così strutturata si pone in netto contrasto con le Linee Guida per una sana alimentazione del Crea, basate sul postulato che non esiste cibo buono e cibo cattivo ma che tutti gli alimenti possono essere presenti in una alimentazione sana nelle giuste quantità e nelle giuste proporzioni.
  In tale ottica appare evidente che, con l'inserimento in etichetta del nostro NutrInform Battery, l'utilizzo di Yuka può generare comunicazioni fuorvianti negli utenti o in netto contrasto con l'indicazione in etichetta.
  Appaiono, invece, preferibili altri progetti di App, già in fase di sviluppo da parte delle principali Associazioni di categoria del settore alimentare italiano, basate proprio sul modello del NutrInform.
  Ciò posto, nel ribadire l'interesse del Governo affinché il consumatore sia posto nelle condizioni oggettivamente più chiare nella scelta dei prodotti da acquistare, assicuro che continueremo a seguire con particolare attenzione la tematica rappresentata dall'interrogante affinché non prevalga un sistema, di etichettatura dei prodotti alimentari che possa risultare fuorviante o lesiva degli interessi del patrimonio agroalimentare italiano.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-05762 Benedetti: Sulla ripartizione
dei fondi FEASR assegnati all'Italia per gli anni 2021-2022.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati, rilevo in premessa che la questione del riparto dei fondi assegnati all'Italia nel settore dello sviluppo rurale per gli anni 2021-2022 è stata esaminata per la prima volta dalla Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle regioni e Province a partire dal mese di dicembre 2020.
  Dopo un lungo e complesso negoziato che ha visto protagoniste unicamente le regioni, il Presidente della Conferenza delle regioni e Pubblica amministrazione, nel prendere atto dell'inconciliabilità delle posizioni, lo scorso 11 marzo 2021 ha proposto un confronto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, cui sono state sottoposte due diverse posizioni: una basata sull'utilizzo di «criteri oggettivi», l'altra sul mantenimento dei «criteri storici». Ci tengo peraltro a precisare che, a differenza di quanto riferito in premessa dall'interrogante, i criteri di allocazione sono stati definiti «oggettivi» dalle regioni proponenti e non dal Ministero, che si è solo limitato a riportare i nomi dei due position paper senza con ciò attribuire giudizi di valore.
  Il coinvolgimento del Ministero viene pertanto richiesto in un momento particolarmente sensibile legato, da un lato, alla tensione creatasi sulla questione e, dall'altro, alla necessità di raggiungere un accordo in tempi strettissimi, per consentire alle regioni stesse di finalizzare le modifiche dei rispettivi Programmi di sviluppo rurale, da presentare alla Commissione europea per l'approvazione nel più breve tempo possibile.
  La tempistica per giungere ad un accordo risulta, pertanto, un fattore limitante e particolarmente sfidante, in considerazione del fatto che, in occasione dell'accordo sul riparto delle risorse Feasr per il periodo 2014-2020, la Conferenza Stato-regioni aveva deciso di superare i cosiddetti criteri storici, a conclusione del periodo di programmazione medesimo.
  In tale contesto, il Ministro delle politiche agricole ha avanzato una proposta di riparto che tende a valorizzare entrambe le posizioni rappresentate, basata sull'utilizzo di ambedue i criteri, anche se diversamente ponderati nei due esercizi presi a riferimento; con ciò tenendo ben presente che le finalità del Feasr sono di più ampio respiro rispetto a quelle di mera correzione degli squilibri territoriali cui ambisce, invece, un altro fondo strutturale che è il Fesr.
  Nonostante tale tentativo di mediazione, al momento non è stato ancora possibile raggiungere un accordo.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-05763 Incerti: Iniziative urgenti a favore delle imprese del settore agricolo colpite da calamità naturali nelle ultime settimane.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati, tengo preliminarmente a precisare che questo Ministero presta la massima attenzione al tema delle imprese colpite da eventi atmosferici avversi e segue con ogni sforzo la situazione di emergenza.
  Ricordo che gli interventi compensativi «ex-post» del Fondo di Solidarietà Nazionale per il sostegno alle imprese agricole colpite da avversità atmosferiche eccezionali possono essere attivati solo nel caso in cui le avversità, le colture e le strutture agricole colpite non siano comprese nel Piano assicurativo annuale per la copertura dei rischi con polizze assicurative agevolate. Pertanto, ai fini di una copertura dai rischi climatici, gli agricoltori devono provvedere alla stipula di polizze assicurative agevolate, tra l'altro, da contributo statale fino al 70 per cento della spesa premi sostenuta.
  Tuttavia, da una rapida indagine sull'andamento delle coperture assicurative agevolate sottoscritte nel corrente anno, è emerso che la capacità assuntiva offerta dalle compagnie non sia riuscita a coprire integralmente le richieste delle imprese agricole, anche per la difficoltà a piazzare i rischi catastrofali, come appunto il gelo, presso le compagnie di riassicurazione internazionali. Questo aspetto, unito al fatto che esistono ancora importanti distretti produttivi che non fanno ricorso alle assicurazioni agricole agevolate, determina uno stato di crisi del settore ogni qualvolta si verifichi un evento climatico avverso di particolare intensità.
  Non dobbiamo dimenticare che le assicurazioni agricole agevolate, a cui sono stati destinati finanziamenti superiori a 1,3 miliardi di euro per il periodo 2015-2020, cui si aggiungono ulteriori risorse, previste per il biennio 2021 e 2022, rappresentano il principale strumento di intervento messo in campo dallo Stato per fronteggiare le pesanti perdite di reddito a cui vanno incontro le imprese agricole in caso di calamità naturali.
  Le esperienze degli ultimi 20 anni hanno tra l'altro dimostrato l'inefficacia dello strumento di intervento cosiddetto «ex post» attivabile, come detto, solo nei casi in cui il rischio non sia assicurabile.
  Ciò detto, tenuto conto della portata e della vastità territoriale e settoriale dei danni, si assicura l'impegno di questo Ministero, per quanto di competenza, nel favorire l'approvazione di un provvedimento legislativo di deroga, con un adeguato stanziamento finanziario, che consenta l'erogazione degli interventi compensativi del predetto Fondo a favore delle imprese agricole danneggiate che, al momento dell'evento, non avevano una copertura assicurativa per i danni da gelo.
  Ove ricorrano le condizioni di cui sopra, su proposta delle regioni territorialmente competenti, potranno quindi essere attivate le misure compensative a favore delle imprese agricole previste dalla pertinente normativa.
  Rilevo infine che, per superare le difficoltà legate ai sempre più frequenti eventi avversi legati al cambiamento climatico in corso, è all'esame, per la prossima programmazione dei fondi comunitari relativi allo sviluppo rurale, un nuovo strumento di intervento «ex ante» sotto forma di fondo di mutualizzazione nazionale, cui potranno accedere tutte le imprese agricole, in grado di intervenire in caso di eventi catastrofali, come quello segnalato dagli interroganti.
  Nel frattempo, con il prossimo piano di gestione dei rischi 2022, si valuteranno eventuali Pag. 190 modifiche atte a migliorare l'efficacia dello strumento assicurativo, aumentandone la capacità assuntiva, favorendo innanzitutto l'allargamento della base assicurata e cercando di facilitare la riassicurazione dei rischi da parte delle compagnie assicurative, anche indirizzando opportunamente il fondo di riassicurazione gestito da Ismea.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-05764 Caretta: Iniziativa urgenti a favore del settore della pesca anche in riferimento al piano pluriennale per lo sfruttamento degli stock demersali nel mar Mediterraneo occidentale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati, in esito ai fatti esposti, ritengo opportuno precisare, che l'entrata in vigore del regolamento (UE) n. 1022/2019 – che istituisce un piano pluriennale per il Mediterraneo occidentale – e il suo primo anno di attuazione, ha rappresentato una grande sfida per l'Italia. Tale piano prevede, tra le sue misure, l'applicazione di una significativa riduzione dello sforzo di pesca nelle Geographical Subareas (Gsa) interessate.
  Al riguardo, è opportuno precisare che per garantire il raggiungimento degli obiettivi della Politica Comune della Pesca (Pcp) l'arresto temporaneo di cui all'articolo 33 del regolamento (UE) n. 508/2014 (Feamp), previsto dai piani di gestione nazionali, approvati dalla Commissione europea, rimane una delle misure più efficaci.
  Al fine di assicurare l'attivazione di tale misura per gli anni 2018, 2019 e 2020 la Commissione ha chiesto all'Italia – come previsto dagli obiettivi della Pcp – di garantire il raggiungimento del cosiddetto «Rendimento Massimo Sostenibile» (in inglese conosciuto con l'acronimo Msy), un parametro che indica la sostenibilità dell'attività di pesca.
  Per raggiungere questo parametro, sarà necessario rispettare, sino al 2023, determinate percentuali di riduzione dello sforzo di pesca. L'applicazione delle predette percentuali di riduzione è prevista nel regolamento (UE) n. 90/2021 che stabilisce, per il 2021, le possibilità di pesca per alcuni stock e gruppi di stock ittici applicabili nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero. Il numero di giorni assegnati ai segmenti di flotta interessati dalla riduzione dello sforzo di pesca è peraltro in linea con quanto previsto dal regolamento (UE) n. 1022/2019, che istituisce un piano pluriennale per le attività di pesca che sfruttano gli stock demersali nel Mar Mediterraneo occidentale.
  Ciò posto, ritengo doveroso puntualizzare che il tema della riduzione è stato centrale nel negoziato che ha coinvolto l'Italia e la Commissione europea.
  In tal senso, lo Stato italiano ha rappresentato in modo deciso le criticità relative agli aspetti economici e sociali di tutta la filiera ittica, derivanti dalla inattività degli operatori del settore in ragione delle misure unionali sopra richiamate.
  Pertanto, in linea con quanto già fatto in passato, l'Amministrazione italiana continuerà a ribadire, nelle opportune sedi europee, che riduzioni costanti delle giornate di pesca possono essere incoerenti con la redditività delle singole imprese, soprattutto in questo momento in cui le nostre flotte sono colpite duramente dall'emergenza del COVID-19.
  Di contro, lo Stato membro Italia, tramite il competente Ministero del lavoro, finanzia annualmente un sostegno al reddito in favore dei lavoratori dipendenti da imprese adibite alla pesca marittima, a titolo di ristoro per la sospensione dell'attività lavorativa derivante dall'arresto temporaneo obbligatorio e non obbligatorio dell'attività di pesca. Per l'anno 2021, l'erogazione delle predette indennità avverrà utilizzando gli importi assegnati, dalla legge 30 dicembre 2020, n. 178, al Fondo Sociale per l'occupazione e la formazione, di competenza del citato Dicastero del lavoro.

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ALLEGATO 6

Interrogazione n. 5-05765 Gagnarli: Iniziative urgenti a favore delle aziende vitivinicole colpite dalla crisi economica conseguente all'emergenza sanitaria.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati, riguardo alla situazione dei pagamenti previsti dai provvedimenti indicati dall'interrogante a favore delle imprese vitivinicole colpite dalla crisi economica conseguente all'emergenza Covid-19 rilevo quanto segue.
  L'aiuto nazionale destinato alle imprese viticole che si impegnano alla riduzione volontaria della produzione di uve destinate a vini a denominazione di origine ed a indicazione geografica attraverso la pratica della vendemmia verde parziale, da realizzare nella corrente campagna, è rivolto ai produttori di uva che abbiano presentato la dichiarazione di raccolta uve nelle ultime cinque campagne (dalla campagna 2015/2016 a quella 2019/2020). L'aiuto viene concesso ai richiedenti che hanno presentato domanda impegnandosi ad abbattere le rese, di una percentuale uguale o superiore al 15 per cento, della produzione.
  Preciso al riguardo che sono state presentate 5.480 domande per un importo pari a 38,2 milioni di euro.
  Lo scorso novembre Agea ha avviato le attività istruttorie per la verifica dei dati di raccolta della vendemmia 2020 e, in tale ambito, sono stati coinvolti anche gli Organismi pagatori regionali per le regioni di propria competenza.
  Il programma di pagamento prevede elaborazioni di pagamento periodiche a completamento delle attività istruttorie, periodicità derivante in particolare dal processo di verifica della regolarità contributiva (Durc) che Agea attua attraverso colloquio con l'Inps.
  Il primo pagamento ha completato la fase di decretazione e sarà accreditato alle aziende entro il 19-20 aprile (numero 896 domande per 5,8 milioni di euro). Un successivo pagamento verrà effettuato entro, la fine del corrente mese, così da poter pagare le ulteriori posizioni che nel frattempo avranno visto regolarizzata la posizione Durc. Seguiranno altri pagamenti fino al completamento delle posizioni pagabili (che hanno rispettato il contenimento delle rese di raccolta).
  I pagamenti proseguiranno costantemente man mano che saranno completati i controlli previsti ovvero allorché le posizioni dei singoli beneficiari diventeranno regolari.
  Per quanto concerne la misura riguardante la distillazione di crisi, Agea ha erogato 13.945.000 euro (134 domande) a valere sui fondi Feaga entro il 15 ottobre 2020, nell'ambito del Pns del comparto vitivinicolo. Ulteriori fondi integrativi sono stati stanziati da alcune regioni.
  Per il pagamento di tali fondi integrativi regionali Agea ha completato la stipula delle convenzioni con le regioni interessate nel mese di febbraio, per l'affidamento della delega di funzioni da parte della regione in favore dell'Agea per ciò che riguarda l'erogazione del contributo integrativo regionale ai contratti di distillazione di crisi 2020.
  Agea ha avviato l'esecuzione dei pagamenti per le regioni che hanno trasmesso gli esiti dei controlli: al momento, solo la regione Campania deve ancora far pervenire tali verifiche. Per quanto concerne le altre regioni risultano in pagamento i seguenti importi: per il Lazio 999.768,27 euro, per l'Umbria 128.601,13 euro e per la Puglia 2.538.881,47 euro.
  Per l'aiuto nazionale a valere sul fondo introdotto con il decreto ministeriale 26 novembre 2020 riferito allo «stoccaggio privato dei vini Do e Ig» è stato stanziato Pag. 193l'importo complessivo di 9.540.000 euro. Agea ha provveduto a raccogliere le richieste di adesione e le domande perfezionate entro il termine del 10 gennaio 2021.
  Complessivamente sono state presentate 1.397 richieste di adesione, per complessivi 13,8 milioni di euro. Agea ha quindi proceduto, come previsto dal citato decreto ministeriale, a comunicare alle ditte richiedenti l'abbattimento delle quantità richieste a stoccaggio.
  Al termine del periodo di perfezionamento, 10 gennaio 2021, sono state presentate 1.175 domande per un valore di euro 8.437.416.1 pagamenti saranno avviati al termine dei sei mesi di stoccaggio, a partire dalla metà di giugno e dopo l'espletamento delle previste verifiche in loco.
  Assicuro il costante impegno del Ministero per il comparto vitivinicolo che, rappresentando uno dei settori maggiormente rappresentativi del nostro agroalimentare nel mondo, merita particolare attenzione.