CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 24 marzo 2021
555.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

DL 30/2021: Misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per i lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena (C. 2945 Governo).

PARERE APPROVATO

  La IV Commissione (Difesa),

   esaminato il testo del disegno di legge di conversione del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena (A.C. 2945 – Governo);

   premesso che:

    il provvedimento è composto da 4 articoli e costituisce l'ultimo tassello fino ad oggi della sequenza di atti normativi con i quali è stata affrontata l'epidemia da Covid-19;

   rilevato che:

    l'articolo 1, in considerazione dell'accelerazione della curva epidemica registratasi nelle ultime settimane e della maggiore diffusività delle varianti del virus, prevede l'applicazione di misure ulteriormente restrittive, per il periodo compreso tra il 15 marzo ed il 6 aprile 2021, volte a limitare la circolazione delle persone nell'intento di evitare un aggravamento dell'epidemia;

    l'articolo 2, comma 6, prevede, per quanto di competenza della Commissione Difesa, che il personale del comparto sicurezza e difesa e soccorso pubblico impiegato per le esigenze connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19, può chiedere, in alternativa al diritto al lavoro agile e al congedo straordinario, la possibilità di usufruire della corresponsione di uno o più bonus per l'acquisto di servizi di baby-sitting o di servizi integrativi per l'infanzia per i figli conviventi minori di anni 14 che si trovano in una delle condizioni previste dal comma 1 del medesimo articolo, nel limite massimo complessivo di 100 euro settimanali;

    apprezzato, quindi, quanto previsto dalla disposizione sopra richiamata, che conferma il ruolo decisivo che gli appartenenti alle Forze armate stanno svolgendo nella lotta all'epidemia,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 2

Risoluzione n. 7-00616 Roberto Rossini: Sulle iniziative per la riabilitazione storica dei militari italiani fucilati durante la I Guerra Mondiale.

TESTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

   La IV Commissione,

   premesso che:

    nel corso della Prima guerra mondiale, a seguito di sentenze emesse dalle Corti militari per reati contro la disciplina e contro le leggi di guerra e anche nei casi di assenza di un comprovato e oggettivo accertamento di responsabilità sono stati fucilati circa 750 militari italiani dei quali si ritiene la necessità di preservarne ed onorarne la memoria;

    tali eventi, pure se inquadrati nelle circostanze eccezionali in cui si sono svolti, rappresentano un capitolo doloroso e troppo a lungo rimosso della nostra storia, che tocca sensibilità ancora oggi vive, soprattutto in alcuni territori del Paese;

    la Repubblica, onorando la memoria di coloro che nel corso della Prima guerra mondiale hanno perso la vita nell'adempimento del proprio dovere, dovrebbe riconoscere anche il sacrificio di tali caduti;

    si avverte l'esigenza di un percorso quanto più possibile condiviso che, senza produrre ulteriori lacerazioni, restituisca tali caduti alla storia e alla memoria nazionali, riconoscendoli come vittime di guerra;

    si è sviluppato un dibattito in altri Paesi coinvolti nel primo conflitto mondiale, che ha condotto alcuni di essi a porre in essere atti simbolici e solenni di riparazione storica;

    il 4 novembre 2021 sarà celebrato il centesimo anniversario della traslazione del Milite Ignoto presso l'Altare della Patria,

impegna il Governo:

   a) a provvedere ad apporre, tramite il Ministero della difesa, nel Complesso del Vittoriano a Roma, un'iscrizione in memoria dei militari italiani fucilati nel corso della Prima guerra mondiale per reati contro la disciplina e contro le leggi di guerra e a seguito di processi sommari e senza l'accertamento della loro responsabilità, per offrire una testimonianza di solidarietà e riconoscenza ai militari caduti, ai loro familiari e alle popolazioni interessate, nel ricordo perenne del sacrificio di un intero popolo compiuto durante la Grande Guerra;

   b) a provvedere affinché tale iscrizione venga svelata nel corso di una cerimonia pubblica, da tenersi nell'ambito delle commemorazioni del centenario della traslazione del Milite Ignoto nel sacello dell'Altare della Patria, previste per il mese di novembre del 2021;

   c) ad adottare iniziative, per il tramite del Ministero della difesa e del Commissariato generale per le onoranze ai caduti, per la pubblicazione dei nomi e delle circostanze della morte di ciascuno dei caduti, dandone comunicazione al comune di nascita per l'eventuale pubblicazione nell'albo comunale;

   d) a garantire la piena fruibilità degli archivi delle Forze armate e dell'Arma dei carabinieri per tutti gli atti, le relazioni e i rapporti legati alle operazioni belliche, alla gestione della disciplina militare nonché alla repressione degli atti di indisciplina o Pag. 34di diserzione, ove non già versati agli archivi di Stato;

   e) a promuovere ogni iniziativa volta al recupero, anche a livello locale, della memoria di tali caduti e ogni attività di ricerca storica che contribuisca alla ricostruzione del primo conflitto mondiale, con specifico riferimento alle vicende dei militari italiani condannati alla pena capitale.
(8-00104) «Roberto Rossini, Rizzo, Aresta, Dori, D'Uva, Pretto, Pagani, Maria Tripodi, Occhionero, Giovanni Russo».

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-05558 Galantino: Sullo stato di avanzamento
del progetto denominato «Caserme Verdi»
.

TESTO DELLA RISPOSTA

  A premessa della presente risposta è il caso di evidenziare che il Dicastero ha avviato uno studio volto allo sviluppo capacitivo ed al finanziamento dei «Grandi Progetti Infrastrutturali della Difesa», tra i quali va annoverato anche il progetto «Caserme Verdi» dell'Esercito italiano che prevede, nella sua fase iniziale, il coinvolgimento di 28 Caserme e che – ferma restando la necessaria disponibilità finanziaria – potrà essere esteso, anche ad altre caserme.
  L'obiettivo da conseguire è quello di disporre di strutture in linea con le nuove esigenze operative e quindi idonee ad accrescere l'operatività dello strumento militare attraverso la realizzazione di basi militari di nuova generazione che risultino efficienti, funzionali, ispirate a nuovi standard qualitativi e siano realizzate secondo criteri atti a garantire un basso impatto ambientale, il contenimento del consumo energetico e ridotti costi di manutenzione.
  Tanto premesso, con specifico riferimento ai quesiti posti, si rende noto che il progetto «Caserme Verdi» è entrato in fase di attuazione, avendo già avviato la progettazione delle opere di rinnovamento su diverse caserme; in particolare, nel corrente anno 2021 saranno finanziate le progettazioni relative alle caserme di Annibaldi (Mi), Sernia-Pedone (FG), La Comina (PD).
  Con riferimento all'ordine del giorno 9/2790-bis-AR/105 (presentato dall'Onorevole interrogante lo scorso 27/12/2020), rappresento che le caserme «Lolli Ghetti» di Trani e «Trizio» di Altamura (BA), sebbene, attualmente, non ricomprese tra gli immobili interessati dal progetto «Caserme Verdi», sono infrastrutture ritenute comunque strategiche per la Forza armata.
  A questo proposito, va confermato quanto detto in premessa e cioè che, ferma restando la disponibilità delle necessarie risorse finanziarie, il progetto «Caserme Verdi» sarà progressivamente esteso a tutte le infrastrutture strategiche dell'Esercito, ivi incluse, evidentemente, le caserme in argomento.
  Giova, inoltre, evidenziare che entrambe le caserme, indicate nell'ordine del giorno in parola, rientrano nell'ambito di un'ulteriore fondante programma di ammodernamento e rinnovamento dell'Esercito Italiano, il Progetto Forza NEC.
  Esse, pertanto, sono già interessate a un ciclo di interventi di riqualificazione infrastrutturale, previsto nel breve-medio termine.
  Infine, relativamente alla proposta di estendere il programma anche alla Marina e all'Aeronautica, si evidenzia anche queste Forze Armate si sono già dotate di analoghe progettualità, che abbracciano programmi di ammodernamento ed efficientamento del loro parco infrastrutturale, quali basi navali, aeroporti ed alloggi per il personale.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-05559 Tondo: Sugli accertamenti sanitari disposti per l'arruolamento di un alpino deceduto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  A premessa della risposta è doveroso ricordare che il Governo, sulla tematica oggetto dell'interrogazione in esame, è già intervenuto presso questa Commissione, in data 7 novembre 2019 e, da ultimo, in data 9 gennaio 2020, in riscontro a due interrogazioni a risposta immediata a firma del medesimo Onorevole Tondo.
  Ciò a testimonianza dell'interesse autentico e del fattivo coinvolgimento che la Difesa ha sempre avuto sulla vicenda richiamata, in ossequio ad un basilare principio di trasparenza e, mi sia consentito sottolinearlo, per poter pienamente corrispondere alle legittime richieste di conoscenza avanzate dai genitori del militare scomparso.
  Giova ribadire, anche in tale sede, che proprio a seguito di specifico interessamento degli Uffici di Gabinetto del Ministro della difesa, il Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Udine ha disposto, in data 7 novembre 2019, la restituzione di tutta la documentazione sanitaria a beneficio delle strutture sanitarie ove era stata a suo tempo sequestrata e, in ultima analisi, anche a beneficio di tutti gli altri interessati.
  Nel merito del quesito posto, con cui si chiede al Ministro della Difesa «per quali motivazioni non sia stato disposto nei riguardi di Francesco Rinaldelli, come illustrato in premessa, l'emocromo completo come previsto dai bandi di concorso, dal personale addetto incaricato, al momento dell'arruolamento», si sottolinea, preliminarmente, che come si evince anche dal bando di arruolamento per i VFA dell'anno 2003, i candidati avrebbero potuto concorrere sulla base del profilo sanitario ottenuto nel corso della visita di leva, mentre in sede di visita di incorporamento, allora come oggi, non era previsto alcun esame di laboratorio.
  Tanto chiarito, per una migliore comprensione dei fatti, si riporta un breve quadro riassuntivo dell'intera vicenda:

   il compianto militare veniva arruolato nell'Esercito Italiano il 17 febbraio 2004, con ferma volontaria annuale nell'8° Reggimento Alpini in Cividale del Friuli;

   nel novembre 2004 gli veniva diagnosticato un linfoma di Hodgkin (LH), per cui veniva sottoposto a cicli di chemioterapia, e altri interventi terapeutici (autotrapianto e trapianto allogenico);

   in data 16 marzo 2008, tristemente, decedeva;

   in sede di esame del rapporto causale per l'attribuzione dei benefici previdenziali tra l'infermità terminale ed il servizio svolto, la verificazione redatta su incarico del T.A.R. per il Friuli Venezia Giulia dall'istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (1RCCS) Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (PN) in data 27 gennaio 2016, escludeva qualsivoglia relazione causale della patologia terminale tanto con le vaccinazioni effettuate dal militare quanto con l'esposizione ai fattori inquinanti nel sito di Porto Marghera dove lo stesso aveva, per un periodo, prestato servizio di Vigilanza.

  Si osserva, inoltre, che nell'atto si fa riferimento ad una presunta mancata valorizzazione, in sede di visita di incorporamento del 17 febbraio 2004, di un esame emocromocitometrico effettuato dal defunto in data 8 gennaio 2004, in cui si evidenziava una «lieve leucocitosi neutrofila».
  Tale aspetto, autonomo ed indifferente rispetto all'analisi del nesso causale – essendo Pag. 37 stato escluso qualsivoglia ruolo causale tra vaccinazioni obbligatorie effettuate sul militare e l'insorgenza della malattia – non può scientificamente essere giudicato rilevante da un punto di vista giuridico e medico-legale.
  Infatti, come hanno accertato gli organi tecnico-sanitari della Difesa, l'assoluta genericità di un riscontro di una «lieve leucocitosi neutrofila» oltre un mese prima dall'incorporamento, non rappresentava condizione sufficiente alla preclusione di un giudizio di idoneità del militare e, conseguentemente, della normale procedura vaccinale prevista.
  Pertanto, l'apprezzamento della modesta alterazione emocromocitometrica dell'8 gennaio 2004 non appare associabile ad una pregressa latenza dell'infermità terminale, anche nella considerazione che la manifestazione di un quadro iperacuto, costituito dall'insorgenza alla data del 1° novembre 2004 di una tumefazione sovraclaveare destra in assenza di febbre o altra sintomatologia, è avvenuto a distanza di 9 mesi dalla visita di incorporamento.
  In ultimo, l'auspicata interlocuzione in ordine alla situazione medico-legale sopra descritta potrebbe verosimilmente essere poco chiarificativa per il Signor Rinaldelli in considerazione della necessità per l'Autorità politica di possedere specifiche competenze «medico-scientifiche».
  Per tale ragione, non si ravvisano ragioni ostative a calendarizzare un eventuale incontro tra un rappresentante del dicastero, in possesso di adeguate competenze nel settore, ed il padre del compianto Francesco, qualora quest'ultimo dovesse ribadirne l'interesse in futuro.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-05560 D'Uva: Sulle iniziative volte ad incrementare gli investimenti nella sanità militare.

TESTO DELLA RISPOSTA

  A premessa della risposta desidero sottolineare come nel corso dell'emergenza sanitaria tutt'ora in atto e che rappresenta una sfida senza precedenti per il nostro Paese la risposta delle nostre Forze armate si sia dimostrata pronta ed efficace.
  In tale ottica, la Difesa continuerà a fare la sua parte nel quadro delle attività che le saranno richieste, supportando il Sistema-Paese grazie alle peculiari e diversificate capacità di cui lo Strumento militare dispone. Un risultato che si dimostra imprescindibile mantenere e se possibile ulteriormente migliorare, per via di scelte bilanciate che contemperino investimenti, costi di esercizio e politiche del personale
  In tale quadro, la Difesa intende proseguire nel potenziamento della Sanità militare, significando che nel 2021, anche grazie alle risorse che sono state previste per questo scopo in Legge di Bilancio, si continuerà l'opera di razionalizzazione, perseguendo la definitiva transizione ad una Sanità militare in ottica interforze e di una sempre maggiore interazione e interoperabilità con il Servizio Sanitario Nazionale, dedicando particolare attenzione al potenziamento delle principali strutture, tra le quali, lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare.
  Fatta questa doverosa premessa, passo ad affrontare il merito del quesito posto, osservando come l'opera continua di valorizzazione e sostentamento delle capacità produttive di cui la Difesa già dispone, passi anche attraverso l'intensificazione delle sinergie con gli Istituti di Ricerca e con le eccellenze industriali del Paese.
  Per questo motivo l'11 gennaio 2021, l'Agenzia Industrie Difesa, sollecitata ed autorizzata dal Ministro della Difesa, ha firmato un accordo con la Fondazione Toscana Life Science (TLS) per la condivisione di competenze, know how e piattaforme tecnologiche delle due realtà, finalizzata a specifiche attività di ricerca e sviluppo (R&S), e per la messa a punto di nuovi progetti di R&S congiunti.
  I primi obiettivi individuati sono l'infialamento, su scala industriale, dell'anticorpo monoclonale sviluppato da TLS e del quale è in corso la sperimentazione clinica.
  Viste le competenze di TLS potrà essere valutata l'opportunità di realizzare anche un impianto per la produzione di vaccini di origine virale, esistendo già un reparto, presso la sede di TLS, impiegabile per attività di R&S nel settore dei vaccini di origine batterica.
  Non solo dunque la Difesa ha intuito l'importanza di «fare sistema» con le altre eccellenze del Paese nell'ottica di ricostituire una autonomia strategica nel settore sanitario, ma sta promuovendo concretamente, con risorse umane ed investimenti, la ricostituzione di un «polo sanitario» che potrà essere efficacemente ed utilmente sfruttato sia nel presente che nel caso di altri analoghi eventi futuri.
  Da quanto sopra evidenziato, emerge con chiarezza il ruolo di assoluta rilevanza e di importanza strategica che potrà assumere, in un immediato futuro, lo Stabilimento Chimico Farmaceutico di Firenze, non solo nell'ambito di un programma nazionale di ricerca e sviluppo per la produzione di vaccini, ma anche al fine di imprimere un'accelerazione decisiva ad attività come la campagna vaccinale in corso su tutto il territorio nazionale, in piena sintonia con quanto auspicato dagli interroganti con il presente atto di sindacato ispettivo.