CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 marzo 2021
554.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
ALLEGATO
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ALLEGATO

Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza. Doc. XXVII, n. 18.

PARERE APPROVATO

  La II Commissione permanente (Giustizia),

   esaminata, per le parti di competenza, la Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18);

   premesso che:

    il Next Generation EU è stato istituito dal Regolamento (UE) 2020/2094 per contribuire a riparare i danni economici e sociali immediati causati dalla pandemia da SARS COV 2, autorizzando la Commissione europea a contrarre prestiti, per conto dell'Unione, sui mercati dei capitali fino a un importo di 750 miliardi di euro, di cui 360 miliardi sotto forma di prestiti e 390 miliardi sotto forma di sovvenzioni;

    per accedere alle risorse del Next Generation EU, ciascuno Stato membro dovrà predisporre entro il 30 aprile 2021 un Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR – Recovery and Resilience Plan) in cui sia definito un pacchetto coerente di riforme e investimenti pubblici per il periodo 2021-2026, che può includere anche regimi pubblici volti a incentivare gli investimenti privati, purché in linea con la disciplina degli aiuti di Stato;

    in linea con gli orientamenti della Commissione europea, il Piano – oltre ad essere coerente con le sfide e le priorità specifiche per Paese individuate nel contesto del semestre europeo, con i Programmi nazionali di riforma e con gli altri piani nazionali settoriali – dovrà, tra l'altro, dedicare almeno il 37 per cento della dotazione al sostegno della transizione verde, compresa la biodiversità, e almeno il 20 per cento alla trasformazione digitale, fornendo una dettagliata spiegazione delle modalità con le quali si intenda: rafforzare il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro e la resilienza; attenuare l'impatto sociale ed economico della crisi; contribuire alla parità di genere e alle pari opportunità;

   considerato che:

    il Governo italiano intende affrontare, insieme alle conseguenze immediate – sanitarie, sociali ed economiche – della crisi pandemica (Piano di Ripresa) anche i nodi strutturali dell'economia e della società che hanno contribuito al declino del Paese già a partire dall'inizio degli anni novanta, in particolare avviando quei processi che consentano alla struttura economica del Paese di affrontare eventi estremi (Piano di Resilienza) anche attraverso l'adozione di riforme (Piano di Riforma) in linea con le Raccomandazioni specifiche al Paese (Country Specific Recommendations – CSR) della Commissione europea e i Piani Nazionali di Riforma (PNR) adottati dal Governo negli ultimi anni;

    l'insoddisfacente crescita italiana è dovuta non solo alla debole dinamica degli investimenti, ma anche a fattori strutturali, quali la dinamica demografica declinante e il basso tasso di natalità, la ridotta dimensione media delle imprese e l'insufficiente competitività del sistema-Paese, il peso dell'elevato debito pubblico, l'incompleta transizione verso un'economia basata sulla conoscenza, senza peraltro trascurare le disparità di reddito, di genere, generazionali e territoriali, la necessità di miglioramento della resilienza delle infrastrutture – puntando sulla manutenzione straordinaria, sull'ammodernamento tecnologico delle attività di monitoraggio e degli strumenti di supporto, sulla prevenzione, la protezione civile e il soccorso pubblico – oltre alla debole capacità amministrativa del settore pubblico italiano;

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    in tale prospettiva l'azione di rilancio del Paese delineata dal Piano nazionale si concentra su tre assi strategici condivisi a livello europeo (digitalizzazione e innovazione; transizione ecologica; inclusione sociale), articolati in 6 Missioni (digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione e salute), che raggruppano 16 Componenti, funzionali a realizzare gli obiettivi economico – sociali definiti nella strategia del Governo, articolate, a loro volta, in 48 linee di intervento per progetti omogenei e coerenti;

    per ogni Missione sono inoltre indicate le riforme di settore necessarie a una più efficace realizzazione degli interventi, nonché i profili più rilevanti ai fini del perseguimento delle tre priorità trasversali, parità di genere, giovani, sud e riequilibrio territoriale, perseguite – attraverso un approccio integrato ed orizzontale – in tutte le Missioni che compongono il Piano;

    nell'ambito del percorso per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Parlamento è già intervenuto esprimendosi, con l'approvazione di due distinte risoluzioni da parte delle Assemblee di Camera e Senato sulla proposta di Linee guida per la definizione del Piano, a seguito dell'iniziativa assunta dalla V Commissione (Bilancio) della Camera e dalle Commissioni riunite 5ª (Bilancio) e 14 ª (Politiche dell'Unione europea) del Senato, a cui hanno preso parte anche le Commissioni di settore;

   constatato che:

    all'interno della Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, che ha come obiettivo generale «l'innovazione del Paese in chiave digitale, grazie alla quale innescare un vero e proprio cambiamento strutturale», compare la Componente 1 che riguarda la digitalizzazione, l'innovazione e la sicurezza nella Pubblica Amministrazione e presenta tra i suoi obiettivi l'accelerazione, all'interno di un quadro condiviso, dei tempi della giustizia, al fine di favorire la competitività delle imprese e la propensione a investire nel Paese;

    tra i settori della Componente 1 figura infatti quello relativo alla innovazione organizzativa della giustizia, con uno stanziamento di 2,3 miliardi di euro;

    nel quadro del settore dell'innovazione organizzativa della giustizia la proposta di Piano mira a rispondere alle Raccomandazioni del Consiglio europeo – circa la necessità della riduzione dei processi civili, del miglioramento dell'efficienza del sistema giudiziario nonché dell'efficacia della prevenzione e repressione della corruzione riducendo la durata dei processi penali e attuando il nuovo quadro anticorruzione – attraverso:

     la valorizzazione dell'ufficio per il processo, quale modello di collaborazione integrata tra giudici ordinari, giudici onorari, personale amministrativo;

     lo smaltimento del contenzioso tributario pendente in Cassazione mediante l'assegnazione temporanea di magistrati onorari ausiliari alle sezioni tributarie della Corte;

     il completamento della digitalizzazione del processo civile e di quello penale;

   rilevato che:

    il Governo sottolinea l'importanza di dare corso alle riforme del processo civile, del processo penale e dell'ordinamento giudiziario, nonché di valorizzare i metodi di risoluzione alternativa delle controversie;

    andrebbe valutata l'opportunità di individuare gli strumenti più idonei per portare a compimento le sopra citate riforme tali da garantire una piena partecipazione del Parlamento al processo riformatore;

   rilevata l'opportunità di specificare che:

    l'integrazione delle diverse professionalità all'interno dell'ufficio per il processo deve avvenire nell'esclusivo obiettivo Pag. 67di collaborare allo studio della controversia e della giurisprudenza e di fornire supporto istruttorio al magistrato;

    a seguito della presenza nel sistema giudiziario di disparità tra i diversi uffici sotto il profilo dell'efficienza, andrebbe valutata l'ipotesi di valorizzare la figura del magistrato anche in relazione a competenze e capacità gestionale, da accertare in sede di selezione e da implementare in sede di formazione durante il percorso lavorativo, anche ai fini della progressione di carriera, utilizzando a tal fine anche le best practice nel settore;

   ritenuto altresì opportuno che le spese di investimento nel settore giustizia si concentrino su:

    il perfezionamento del processo di digitalizzazione in tutti i settori della giustizia, anche attraverso l'implementazione di una rete esclusivamente dedicata al sistema giustizia con elevati standard di sicurezza. In tale prospettiva vanno sostenute sia la formazione delle risorse umane del comparto giustizia, al fine di accrescerne le competenze digitali, sia l'implementazione delle dotazioni informatiche, consentendo l'accesso ai registri da remoto, con ricadute positive in termini di maggiore vivibilità e di decongestione degli uffici giudiziari, di risparmio di costi per il mantenimento dei locali, di migliore razionalizzazione degli spazi, di maggiore incremento dell'occupazione femminile grazie alla possibilità di conciliare meglio i tempi casa-lavoro;

    l'edilizia penitenziaria, anche minorile, attraverso la creazione di nuove strutture, la riqualificazione di strutture già esistenti, da progettare e realizzare con criteri innovativi che includano interventi di efficientamento energetico e antisismici, l'implementazione di impianti di compostaggio di comunità e l'adozione di impianti tecnologici di sicurezza negli istituti penitenziari, in modo da rendere più efficace la funzione rieducativa della pena, la tutela del diritto alla salute, la preservazione dei legami tra genitori e figli, anche attraverso il ricorso alle più avanzate innovazioni tecnologiche;

    la rieducazione dei detenuti attraverso il potenziamento delle misure alternative alla detenzione e l'implementazione dei progetti di formazione, anche ad alto grado di tecnicizzazione o specializzazione, e di lavoro intramurario ed extramurario, privilegiando i progetti in grado di fornire competenze spendibili sul territorio nel momento in cui i detenuti saranno rimessi in libertà, con finalità di reinserimento sociale e contrasto alla recidiva, nonché attraverso il perfezionamento dell'offerta trattamentale favorendo lo svolgimento negli istituti penitenziari, ed in particolare, ma non solo, negli istituti minorili, di attività culturali (ad es. laboratori teatrali), artistiche ed espressive che favoriscano il percorso di maturazione e crescita personale dei ristretti con sicure positive ricadute in termini di inclusione sociale;

   considerato poi che:

    gli aspetti relativi all'edilizia giudiziaria sono ricondotti dal Governo alla Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica), all'interno della quale per la riqualificazione e il potenziamento del patrimonio immobiliare dell'amministrazione della giustizia sono stanziati 450 milioni di euro, ai quali si aggiungono 400 milioni di euro derivanti dai progetti del programma operativo nazionale del Ministero della Giustizia;

    la mancanza di strutture idonee e di aule in grado di contenere il necessario afflusso di persone (specialmente in epoca pandemica) limita infatti la produttività degli organi giurisdizionali ed incide sul servizio giustizia per i cittadini; pertanto un'attenta opera di riqualificazione del patrimonio dell'amministrazione giudiziaria consentirà anche di garantire il pieno utilizzo delle risorse tecnologiche disponibili, di realizzare «edifici intelligenti», nonché di ridurre progressivamente il peso delle locazioni passive;

    in tale prospettiva andrebbe promossa anche la realizzazione di ambienti e servizi, all'interno degli uffici giudiziari, da adibire a nidi per l'infanzia, iniziativa ormai imprescindibile nell'attuazione delle Pag. 68politiche volte alla conciliazione tra vita familiare e professionale e con sicure positive ricadute in termini di incremento dell'occupazione femminile e dunque in termini di effettività della parità di genere nell'accesso alle professioni caratterizzanti il comparto giustizia;

   osservato che:

    il PNRR è un'occasione unica per superare la gravissima diseguaglianza di genere che colpisce il nostro Paese: un obiettivo che non può essere disatteso e il cui raggiungimento dipenderà dalle priorità indicate e dalle scelte fatte per valorizzare il capitale umano femminile presente in ogni ambito;

    nelle Missioni del PNRR sarà quindi necessario introdurre un meccanismo di valutazione ex ante ed ex post dell'impatto di genere della totalità delle scelte politiche che si metteranno in atto;

    nel PNRR dovrebbero essere indicati con chiarezza per ogni Missione l'entità delle risorse destinate a progetti che promuovono la parità di genere con particolare riferimento agli investimenti nell'occupazione e nella imprenditoria femminile, al superamento della disparità salariale, al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere;

    il PNRR rappresenta anche una opportunità unica, per l'Italia, per promuovere la riduzione dei divari territoriali, con particolare riguardo al Mezzogiorno;

    in occasione dell'esame delle Linee Guida del Governo per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), i documenti approvati da Camera e Senato, con specifico riferimento alla priorità di realizzare il riequilibrio territoriale, hanno chiarito che la clausola del 34 per cento, ossia la distribuzione dei fondi al Mezzogiorno in ragione della popolazione residente, «non appare sufficiente a promuovere la riduzione dei divari territoriali ancora oggi esistenti tra le diverse aree del nostro Paese, in cui persiste una differenziazione relativamente al PIL pro capite e al tasso di disoccupazione» e hanno rappresentato la necessità di «applicare, con eventuali aggiustamenti, il criterio di riparto tra i Paesi previsto per le sovvenzioni dal Dispositivo di ripresa e resilienza (popolazione, PIL pro capite e tasso di disoccupazione) anche all'interno del Paese (tra le regioni e le macro-aree), in modo da sostenere le aree economicamente svantaggiate», escludendo da tale computo le risorse per le quali esiste già un vincolo di ripartizione come, ad esempio, la porzione prevista del Fondo per lo sviluppo e la coesione o il REACT-EU;

    nel PNRR potrebbe essere utile, quindi, esplicitare la quota di risorse destinata al Mezzogiorno, in maniera specifica e distinta dalle risorse per le quali esiste già un vincolo di ripartizione, come ad esempio la porzione prevista del Fondo sviluppo e coesione, il REACT-EU e i fondi strutturali e di investimento europei (SIE); in relazione ai tre assi strategici condivisi a livello europeo (digitalizzazione e innovazione; transizione ecologica; inclusione sociale) sarebbe opportuno, in particolare, prevedere aggiustamenti nel criterio di riparto dei fondi, destinando risorse significativamente superiori al 34 per cento all'area del Mezzogiorno, al fine di consentire un reale e concreto sostegno alla riduzione del divario territoriale presente in Italia, anche in relazione al settore giustizia;

   valutato che:

    la sentenza n. 41 del 2021 della Corte costituzionale rende necessaria una rivisitazione del ruolo della magistratura onoraria all'interno del perimetro costituzionale delineato dalla stessa Corte, come sottolineato anche dalla Ministra della giustizia nel corso dell'audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero dinanzi alla Commissione Giustizia del Senato il 18 marzo scorso;

  esprime

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PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:

   a) si valuti la possibilità di integrare la Componente 1 della Missione 1 prevedendo:

    1) con riferimento agli interventi in materia di digitalizzazione, la realizzazione di una rete esclusivamente dedicata al sistema giustizia e dotata di elevati standard di sicurezza che preveda un'unica piattaforma di gestione dei processi telematici, che dovrebbero essere estesi a procedimenti attualmente non digitalizzati, quali il processo minorile e la giustizia di prossimità, garantendo al contempo la formazione delle risorse umane e incrementando le dotazioni informatiche, in modo da consentire l'accesso ai registri da remoto;

    2) con riferimento all'ufficio del processo, quale modello di collaborazione integrata tra giudici ordinari, giudici onorari, personale amministrativo, la precisazione che si tratta di professionalità deputate allo studio della controversia e al supporto istruttorio della decisione del magistrato;

    3) interventi per l'edilizia penitenziaria, anche minorile, nonché per gli edifici sede degli uffici deputati all'esecuzione penale esterna, attraverso la realizzazione di nuove strutture e attraverso la riqualificazione di strutture già esistenti, da progettare e realizzare con criteri innovativi che includano anche interventi di efficientamento energetico e antisismici, l'implementazione di strumenti e impianti tecnologici per la sicurezza, l'introduzione di impianti di videosorveglianza, di schermatura nonché impianti per il compostaggio di comunità, con individuazione e predisposizione di un sistema di poli detentivi di alto profilo tecnologico, in modo da rendere più efficace la funzione rieducativa della pena, la tutela del diritto alla salute, la preservazione dei legami tra genitori e figli, anche attraverso il ricorso alle più avanzate innovazioni tecnologiche, la distinzione tra diverse tipologie di detenuti, anche mediante l'adozione di appositi criteri architettonici;

    4) interventi volti a favorire il potenziamento delle misure alternative alla detenzione e alla rieducazione dei detenuti attraverso l'implementazione dei progetti di formazione, anche ad alto grado di tecnicizzazione o specializzazione, e di lavoro intramurario ed extramurario, privilegiando i progetti in grado di fornire competenze spendibili sullo specifico territorio nel momento in cui i detenuti saranno rimessi in libertà, con finalità di reinserimento sociale e contrasto alla recidiva, nonché attraverso il perfezionamento dell'offerta trattamentale, favorendo lo svolgimento negli istituti penitenziari ed in particolare, ma non solo, negli istituti minorili, di attività culturali (ad es. laboratori teatrali), artistiche ed espressive, che favoriscano il percorso di maturazione e crescita personale dei ristretti con sicure positive ricadute in termini di inclusione sociale;

    5) la valorizzazione della figura del magistrato anche in relazione a competenze e capacità gestionali, da accertare in sede di selezione e da implementare in sede di formazione durante il percorso lavorativo, anche ai fini della progressione carriera, utilizzando a tal fine anche le best practice nel settore;

    6) interventi mirati a garantire, in ogni ambito del settore giustizia, il rispetto dei principi della parità di genere, garantendolo altresì in ogni futuro provvedimento normativo;

    7) interventi diretti a prevenire e contrastare il fenomeno della violenza sulle donne attraverso la formazione specifica e l'aggiornamento del personale (forze dell'ordine, sanitari, etc....) chiamato ad interagire con le donne vittime di violenza e l'attivazione di programmi di trattamento per gli uomini maltrattanti ed in generale per i sex offender nella fase di esecuzione della pena, al fine di combattere la recidiva, particolarmente elevata in relazione a questo genere di reati; in tale prospettiva andrebbero promosse ed estese le buone pratiche già sperimentate, valorizzano le collaborazioni avviate con, ad esempio, l'ordine degli psicologi e egli enti territoriali, per l'esecuzione della pena dei sex offender;

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    8) investimenti nel potenziamento delle misure e degli strumenti da utilizzare per la prevenzione e il contrasto della criminalità organizzata, delle mafie e del fenomeno della corruzione, al fine di consolidare un ambiente di legalità che possa favorire ed incentivare gli investimenti e garantire una gestione corretta e trasparente delle risorse. A tal fine andrebbero previsti: a) investimenti per migliorare i sistemi di comunicazione e di interconnessione fra le banche dati pubbliche al fine di permettere controlli più tempestivi; b) investimenti per la realizzazione di un casellario unico nazionale e di più strumenti per l'agevolazione delle indagini e per i controlli fiscali e patrimoniali. Sarà utile anche rafforzare la funzionalità e l'efficacia del sistema di gestione e riutilizzazione dei beni confiscati alla mafia che presenta diverse criticità;

    9) la destinazione di una quota significativamente superiore al 34 per cento delle risorse ivi previste all'area del Mezzogiorno, al fine di consentire un reale e concreto sostegno alla riduzione del divario territoriale presente nell'amministrazione della giurisdizione;

   b) sia integrata la Componente 6 della Missione 2 specificando, in riferimento ad interventi in materia di edilizia giudiziaria attraverso la riqualificazione e il potenziamento del patrimonio immobiliare dell'amministrazione della giustizia in chiave ecologica e digitale, che si tratti di area facilmente accessibile e dotata di servizi e ambienti da adibire a nidi per l'infanzia, nell'attuazione delle politiche volte alla conciliazione tra vita familiare e professionale, con ricadute positive in termini di incremento dell'occupazione femminile e di effettività della parità di nell'accesso alle professioni caratterizzanti il comparto giustizia.