CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 10 marzo 2021
545.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-05461 Fregolent: Tempi di emanazione del DPCM di riparto di risorse ai comuni per le assunzioni di personale in relazione alla gestione dei procedimenti connessi all'erogazione del cosiddetto «bonus 110 per cento».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle tempistiche previste per la pubblicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al comma 70, dell'articolo 1, della legge n. 178 del 2020 (legge di bilancio 2021) gli Uffici del Ministero dello sviluppo economico ora confluiti nel Ministero della transizione ecologica evidenziano come il comma 69 della legge di bilancio 2021, al fine di consentire ai comuni di fare fronte ai maggiori oneri gestionali connessi al cosiddetto Superbonus 110 per cento di cui all'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2019 e successive modificazioni e integrazioni, consenta l'assunzione, a tempo determinato e parziale, per la durata massima di un anno, non rinnovabile, e anche in forma associata tra più Comuni, di personale da impiegare ai fini della gestione del cosiddetto «super bonus», in deroga ai limiti di spesa stabiliti dall'articolo 1, commi 557, 557-quater e 562, della legge n. 296 del 2006.
  A riguardo, il comma 70 della citata legge ha istituito nello stato di previsione del Ministero un apposito fondo da 10 milioni di euro per il 2021, per far fronte agli oneri derivanti dalla richiamata operazione. Allo stesso tempo, è stata prevista l'adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministero dello sviluppo economico (cui è subentrato in parte qua il Ministero che rappresento), di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dell'interno, sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, per definire la gestione delle istanze di accesso al fondo che i Comuni avrebbero potuto presentare entro il 31 gennaio 2021.
  Ai fini della predisposizione di tale decreto del Presidente del Consiglio dei ministri si sono tenuti alcuni incontri anche con la Presidenza del Consiglio al fine di delineare contenuti e aspetti operativi connessi. In occasione di tali incontri sono emerse alcune criticità, connesse in particolare alla non congruità della dotazione del fondo in rapporto alle notevoli esigenze emerse.
  E infatti, ipotizzando un costo medio prevedibile di un contratto di durata annuale di 30-35.000 euro a carico dell'amministrazione comunale, sarebbe possibile al massimo la stipula di circa 300 contratti a fronte di un numero molto maggiore di enti interessati.
  Nel contempo, come segnalato dall'ANCI, sarebbe opportuno che la misura fosse estesa anche all'assunzione di personale con contratto a tempo pieno e non solo a tempo parziale e che tali assunzioni fossero ammesse in deroga, non solo a quanto stabilito dalla legge n. 296 del 2006, ma anche al limite di budget per l'impiego di personale a tempo determinato, di cui all'articolo 9, comma 28 del decreto-legge n. 78 del 2010.
  Sarebbe anche importante prevedere che le relative spese non rilevino ai fini della verifica della soglia di spesa complessiva del personale per le nuove assunzioni di cui al comma 2, articolo 33 del decreto-legge n. 34 del 2019.
  Inoltre, non risulta possibile rispettare il vincolo temporale di presentazione delle istanze da parte dei Comuni (oltretutto già scaduto al 31 gennaio 2021) in mancanza delle disposizioni del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri a cui sarà evidentemente subordinata anche la gestione della tempistica dell'utilizzo del fondo. Pag. 102
  Tra le ipotesi di lavoro al vaglio, vi è quella di limitare il perimetro del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ai soli comuni che nel 2020 hanno registrato il più alto rapporto tra numero di titoli abilitativi edilizi presentati e numero di risorse assegnate all'Ufficio Tecnico.
  Sarà comunque cura del Ministero della transizione ecologica porre la massima attenzione sulla questione e curare di accelerare i tempi di adozione e pubblicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di riparto delle risorse.

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ALLEGATO 2

5-05462 Pezzopane: Rischio di ritardi nella realizzazione della Darsena Europa a causa della mancata convocazione della conferenza dei servizi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste dagli On.li interroganti, si sono acquisisti elementi di risposta dalla regione Toscana e dagli Uffici del ministero che rappresento.
  La Regione ha evidenziato che, per quanto riguarda l'iter del procedimento per la realizzazione della Darsena Europa di Livorno, nel luglio 2017 l'autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale (AdSPMTS) ha previsto una articolazione realizzativa delle fasi di attuazione del Piano Regolatore Portuale (PRP) diversa rispetto a quanto previsto dai precedenti atti.
  Le nuove fasi attuative del PRP sono state definite con il «Nuovo Piano Regolatore Portuale del Porto di Livorno – Articolazione Temporale degli Interventi», approvato il 3 ottobre 2017.
  È stato pertanto revocato il bando di gara europeo precedentemente pubblicato per individuare il finanziatore privato chiamato alla progettazione definitiva ed esecutiva della prima fase della Piattaforma Europa e all'esecuzione dei lavori di realizzazione, allestimento e gestione dei terminal.
  A seguito dell'indizione di una nuova gara d'appalto, l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno ha affidato a un Raggruppamento di Professionisti (R.T.P.) la redazione del progetto.
  Con specifico riferimento al rilevamento di un livello anomalo di benzopirene in uno dei sei campioni di cozze posizionate nella zona della futura Darsena, la regione Toscana ha rappresentato che gli enti competenti in materia di riperimetrazione del SIN a mare del porto di Livorno – CNR e ISS – hanno rilevato la necessità di ulteriori approfondimenti tecnico-scientifici relativi a specifiche tematiche di carattere sanitario, connesse ad una possibile contaminazione sulla catena trofica marina.
  La regione ha precisato ancora che nell'area marina oggetto d'indagine sono in corso attività di monitoraggio a partire dal 2001, iniziate in occasione della costruzione della prima vasca di colmata del porto di Livorno e che la contaminazione da benzopirene è comparsa solo a partire dalle ultime campagne di monitoraggio e con valori più elevati addirittura all'esterno dei confini del SIN.
  Per quanto riguarda, poi, l'operato del Ministero della transizione ecologica, non si è provveduto a convocare la conferenza di servizi decisoria per le deliberazioni finali sull'istanza presentata dall'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale in quanto, all'esito della fase istruttoria sulla documentazione trasmessa e sulle relative integrazioni, considerati i pareri acquisiti dagli Enti/Istituti pubblici di ricerca tecnico-scientifica, non è stato possibile né approvare i valori di riferimento proposti per l'area marina del SIN di Livorno né deperimetrare la stessa area marina, per la quale l'Autorità portuale nel febbraio scorso ha chiesto la totale esclusione dal SIN di Livorno.
  Per quel che riguarda in particolare le problematiche metodologiche, nell'ultimo parere del 22 febbraio 2021, il CNR ha rappresentato la necessità di approfondimenti tecnico-scientifici relativi a specifiche problematiche di carattere sanitario, evidenziate dal parere inviato da ISS, connesse a temi ed effetti di possibile contaminazione ambientale sulla catena trofica marina e conseguente impatto sulla salute umana.
  In merito alla questioni più strettamente sanitarie, evidenziate in particolare Pag. 104dall'Istituto superiore di sanità nel parere del 21 dicembre 2020, è stato riscontrato prioritariamente il superamento dei limiti sanitari stabiliti dai Regolamenti Europei per quanto riguarda i tenori massimi negli alimenti del contaminante Benzopirene (si tratta di una sostanza chimica genotossica e cancerogena, classificata come sostanza pericolosa prioritaria, caratterizzata peraltro da un trend di bioaccumulo con il dato del 2020, ampiamente superiore rispetto ai valori riscontrati negli anni precedenti).
  L'ISS ha sottolineato, inoltre che nell'area marino-costiera perimetrata sono stati rilevati valori degli Idrocarburi aromatici e del Benzopirene stesso estremamente elevati nei sedimenti anche nelle zone limitrofe alla stazione di monitoraggio per la valutazione del bioaccumulo interna al SIN.
  Risultano quindi chiari un trasferimento del contaminante citato nella colonna d'acqua e nella catena alimentare in quest'area, nonché uno stato di contaminazione diffusa.
  Conseguentemente, nel gennaio scorso il Ministero ha chiesto alle Autorità sanitarie locali, come raccomandato dall'ISS, un approfondimento delle indagini sia nelle aree interne al SIN che nelle aree esterne allo stesso, in cui sono stati rilevati dei superamenti dei limiti sanitari del benzopirene e ciò al fine di valutare l'adozione di misure di gestione del rischio per la popolazione in relazione al consumo di prodotti della pesca.
  In febbraio lo stesso Ministero ha segnalato alla Regione Toscana e agli Enti locali di controllo che è stata evidenziata dall'ISPRA la probabile esistenza di apporti/sorgenti esterni, particolarmente attivi negli ultimi due anni, che avrebbero determinato nel SIN la comparsa evidente di contaminazione da benzopirene sia nei sedimenti che nel biota.
  Relativamente ad una possibile deperimetrazione totale dell'area marina del SIN, sulla base di quanto sopra esposto, va quindi osservato che, non solo la situazione di contaminazione dell'area marina non appare migliorata, ma è emerso un fatto nuovo relativo alla contaminazione negli ultimi due anni.
  Al riguardo, si segnala che, a seguito delle criticità richiamate, la stessa Autorità Portuale il 5 marzo scorso ha comunicato al Ministero che intende eseguire una nuova campagna di indagine «mussel watch», i cui risultati verranno comunicati non appena disponibili.
  Infine preme evidenziare, fatti salvi i risultati delle attività programmate dalla stessa Autorità, che i lavori per la realizzazione della Darsena Europa non risulterebbero necessariamente bloccati dall'eventuale impossibilità di deperimetrazione totale dell'area marina SIN.
  Nel caso in cui non fosse possibile escludere l'area marina dal SIN, per la realizzazione dell'opera si potrà attuare una gestione dei sedimenti – che è diversamente regolamentata per le aree SIN rispetto alle aree fuori SIN – in base alle normative di riferimento (Decreto n. 172/2016 per aree interne ai SIN; Decreto n. 173/2016 per aree esterne ai SIN).

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ALLEGATO 3

5-05463 Patassini: Tempi di emanazione dei decreti ministeriali in materia di cessazione della qualifica di rifiuto (end of waste).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste e acquisiti gli elementi trasmessi dagli uffici del Ministero che rappresento si osserva in via preliminare che in relazione allo stato dei decreti in itinere, sono in corso le attività finalizzate all'emanazione dei decreti che definiscono e regolano la cessazione della qualifica di rifiuto (o end of waste).
  Attualmente, stanno per essere inviati al Consiglio di Stato per il parere gli schemi dei decreti relativi alla cessazione di qualifica di rifiuto riguardanti:

   rifiuti di vetro sanitario per la produzione di scaglie di vetro;

   rifiuti da spazzamento stradale per la produzione di inerti recuperati;

   rifiuti da pile e accumulatori per la produzione di pastello di piombo recuperato;

   rifiuti da costruzione e demolizione per la produzione di inerti recuperati.

  Per altri due decreti sono stati chiesti i pareri dell'ISPRA – per la valutazione relativa agli aspetti ambientali – e all'ISS – per quella relativa agli aspetti sanitari.
  Nello specifico, i decreti in questione riguardano la cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti di gesso proveniente dalla demolizione del cartongesso e del gesso per la produzione di manufatti in gesso recuperato, nonché dei rifiuti del pulper (scarti di plastiche miste provenienti dalle cartiere) per la produzione di plastiche miste.
  È stata condotta una prima consultazione con gli stakeholders in relazione ad altri tre schemi di decreto in corso di istruttoria. Si tratta dei rifiuti di membrane bituminose per la produzione di additivi destinati alle miscele bituminose, rifiuti da plastiche miste per la produzione di poliolefine in granuli da destinare a varie applicazioni e rifiuti tessili per la produzione di fibre tessili recuperate.
  È in corso, inoltre, l'iter istruttorio con la predisposizione di una scheda tecnica con le principali caratteristiche per ulteriori tre filiere di rifiuti:

   plastiche miste per la produzione di SRA (secondary reducing agent) da utilizzare nelle cariche di altoforno in sostituzione del carbon coke;

   terre provenienti da attività di bonifica (bioremediation e soil washing) per la produzione di terre e rocce;

   fanghi da forsu per la produzione di olii da utilizzare nel settore petrolchimico.

  Infine, sono in fase di verifica altre sette filiere per le quali si intende avviare l'iter di adozione del decreto:

   rifiuti in ingresso: oli alimentari esausti per la produzione di una base utilizzata per biocarburanti o lubrificanti (UCO);

   rifiuti in vetroresina (barche, camper etc.) per la produzione di fibra di vetro;

   rifiuti in ingresso digestato e da fanghi di origine agroalimentare per la produzione di PHA (poliidrossialcanoato), bioplastica;

   rifiuti in ingresso: fanghi contenenti bentonite provenienti dalle perforazioni per la produzione di bentonite e fanghi puliti;

   rifiuti in ingresso: plastiche miste recupero chimico per la produzione di basi per biocarburanti;

   rifiuti: ceneri da altoforno e Residui da acciaieria per la produzione di inerti da utilizzare nel settore dell'edilizia;

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   rifiuti: materassi per la produzione di vari materiali.

  Posso quindi assicurare che la questione segnalata dagli On.li interroganti è all'attenzione del Ministero che rappresento e che vi è la volontà di accelerare notevolmente le attività finalizzate all'adozione degli atti secondari oggetto di interrogazione.

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ALLEGATO 4

5-05464 Licatini: Ricognizione degli impianti di trattamento delle acque reflue non conformi alla normativa europea e misure per la realizzazione degli interventi di collettamento, fognatura e depurazione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli Onorevoli interroganti attirano l'attenzione sulle criticità registrate in Sicilia relativamente agli agglomerati che sono risultati non conformi ai requisiti della direttiva 91/271/CEE e che, quindi, hanno dato origine a un rilevante contenzioso comunitario.
  Al riguardo è necessario premettere che la depurazione e la gestione degli impianti si inserisce nel processo verticale del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.) composto da acquedotto, fognatura e depurazione. Va inoltre rilevato che la normativa di settore, in particolare l'articolo 149, comma 1, del decreto legislativo n. 152 del 2006, affida agli Enti di Governo d'ambito, in sede di predisposizione e/o aggiornamento del Piano d'Ambito, il compito di condurre le seguenti attività:

   ricognizione delle infrastrutture;

   programmazione degli interventi;

   redazione piano economico finanziario.

  La Regione Sicilia ad oggi non ha ancora provveduto a dare piena attuazione al servizio idrico integrato e ai relativi obblighi normativi. La mancata attuazione comporta l'esistenza di criticità organizzative, gestionali ed infrastrutturali.
  La corretta gestione del servizio idrico integrato, secondo le norme vigenti, prevede infatti una struttura decisionale locale che fa capo agli Enti di Governo d'ambito a cui spetta la scelta del modello organizzativo del SII, la pianificazione degli interventi necessari a fornire un servizio di qualità, la redazione del piano economico e finanziario della gestione e l'affidamento del servizio ad un gestore unico, oltre che il controllo e la vigilanza sulla gestione stessa.
  Il ritardo nell'attuazione del SII ha determinato gravi criticità nel settore fognario depurativo con conseguente avvio da parte della Commissione europea, a partire dal 2004, di quattro procedure di infrazione comunitarie, talvolta sfociate in deferimenti dinanzi alla Corte di giustizia (Cause C 251/17, C 85/13, C668/19 e Parere motivato 2017/2181). Tali procedure, ad oggi, vedono la Sicilia coinvolta per 251 agglomerati con un carico generato complessivo di circa 7 milioni di abitanti equivalenti.
  Proprio al fine di accelerare la realizzazione degli interventi e garantire nel minor tempo possibile l'adeguamento degli agglomerati alle norme nazionali e comunitarie, con l'articolo 2 del decreto-legge n. 243 del 2016, convertito con legge del 27 febbraio 2017, n. 18, è stata istituita, limitatamente a due dei contenziosi comunitari appena richiamati, la figura del commissario Straordinario Unico il cui incarico ha durata triennale.
  L'attività del Commissario prevede il coordinamento e la realizzazione degli interventi diretti ad assicurare il rispetto delle sentenze di condanna (Cause C 251/17 e C 85/13) emesse dalla Corte di Giustizia dell'UE mediante i necessari interventi di adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue risultati non conformi.
  Inoltre, con il decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32 (cosiddetto «Sblocca Cantieri») sono state introdotte disposizioni volte all'ambito di operatività del Commissario straordinario unico anche a tutte le procedure Pag. 108d'infrazione relative alle medesime problematiche.
  Il decreto «Sblocca Cantieri» ha inoltre previsto l'adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri volto ad assegnare al Commissario Unico i compiti di soggetto attuatore per alcuni importanti interventi.
  Il Ministero della transizione ecologica, nell'ambito del progetto «Mettiamoci in Riga», ha avviato, tramite la SOGESID S.p.A., un'azione di affiancamento nei confronti della regione Sicilia per la predisposizione del Piano d'Ambito e l'affidamento del SII. A tal fine sono stati recentemente sottoscritti 5 Protocolli di Intesa tra lo stesso Ministero, la regione Sicilia e le Assemblee Territoriali Idriche di Messina, Catania, Siracusa, Trapani e Agrigento.
  Sono state in tal modo avviate numerose iniziative finalizzate al superamento delle criticità evidenziate dagli Onorevoli interroganti.
  Posso comunque assicurare che il Ministero che rappresento continuerà a seguire con grande attenzione le problematiche evidenziate.