CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 gennaio 2021
506.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

D.L. 183/2020: Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, Euratom) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall'Unione europea. C. 2845 Governo.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione,

   esaminato, per le parti di competenza, il D.L. n. 183/2020, (C. 2485 Governo), recante «Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, Euratom) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall'Unione europea»;

   premesso che:

    il provvedimento proroga all'articolo 13, termini in materia di infrastrutture e di trasporti, nonché, all'articolo 15, norme riferite a materie di competenza del Ministero dell'ambiente;

    in particolare, l'articolo 13, al comma 1 estende le norme attualmente vigenti in materia di anticipazione dell'importo dell'appalto, al comma 2, proroga l'efficacia delle disposizioni in materia di semplificazione delle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria nonché di subappalto, il comma 3 proroga di un anno i termini di applicazione della normativa sulla sicurezza di alcune infrastrutture stradali; al comma 5 interviene sul termine per l'adeguamento delle tariffe autostradali e dei piani economico-finanziari; al comma 8 proroga i termini per l'utilizzo del Fondo per la progettazione degli enti locali; al comma 9 incrementa la spesa, ampliandone i tempi di conclusione, per la prosecuzione dei lavori del progetto «Mantova HUB»; al comma 10 proroga termini riferiti all'esecuzione e consegna delle opere connesse al progetto sportivo delle finali di coppa del mondo e dei campionati mondiali di sci alpino di Cortina d'Ampezzo, non indispensabili al regolare svolgimento degli eventi sportivi; ai commi 13 e 14 proroga la sospensione dell'esecuzione dei provvedimenti di sfratto per morosità; al comma 15 modifica i termini procedurali e le modalità di calcolo per l'erogazione del contributo straordinario a favore dell'ANAS;

   con riguardo alle materie di competenza del Ministero dell'ambiente. l'articolo 15, comma 1 differisce di un anno le scadenze temporali relative alla progressiva riduzione delle convenzioni stipulate dal Ministero dell'ambiente, per le attività di assistenza e di supporto tecnico-specialistico e operativo in materia ambientale; il comma 2 proroga i termini concernenti il completamento degli interventi di bonifica e risanamento ambientale della regione Sicilia; il comma 3 proroga il periodo temporale nel quale continuano ad avere efficacia gli atti adottati in relazione agli interventi inerenti lo stabilimento Stoppani sito nel comune di Cogoleto in provincia di Genova; il comma 4, proroga di un anno, sino al 2025 la disposizione in materia di gruppo di lavoro per l'adozione dei criteri end of waste presso il Ministero dell'ambiente e al comma 5 ne dispone la relativa copertura degli oneri; il comma 6 interviene sul termine di decorrenza degli obblighi in materia di etichettatura degli imballaggi posti a carico dei produttori;

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   infine, l'articolo 17 stabilisce che, al fine di concludere rapidamente gli interventi per la ricostruzione privata in determinati comuni colpiti dal sisma avvenuto in Abruzzo nel 2009, gli aventi diritto devono presentare la domanda per la concessione del contributo entro il termine inderogabile del 30 settembre 2021, pena la decadenza dal beneficio,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 2

D.L. 183/2020: Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, Euratom) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall'Unione europea. C. 2845 Governo.

PARERE ALTERNATIVO DEL GRUPPO FRATELLI D'ITALIA

  L'VIII Commissione della Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame oltre a prevedere casi di proroga di termini assolutamente privi dei requisiti di necessità e urgenza, oltretutto «straordinari» come previsti dal secondo comma dell'articolo 77 della Costituzione, detta disposizioni, di natura ordinamentale, che definiscono un contenuto del testo che sicuramente non è rispondente alla ratio del provvedimento e, quindi, di prevedere proroghe di termini. Ne è un esempio evidente la disposizione di cui all'articolo 13, comma 15, che inserisce il riferimento alla misura del canone annuo da corrispondere ad ANAS ai sensi dell'articolo 10, comma 3, della legge 24 dicembre 1993, n. 537 e dell'articolo 1, comma 1020, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 tra quelli per cui è prevista la compensazione in base all'articolo 214;

    non bastasse, l'articolo 13, comma 13, del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, testualmente recita: «La sospensione dell'esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili, anche ad uso non abitativo, prevista dall'articolo 103, comma 6, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, è prorogata sino al 30 giugno 2021 limitatamente ai provvedimenti di rilascio adottati per mancato pagamento del canone alle scadenze e ai provvedimenti di rilascio conseguenti all'adozione, ai sensi dell'articolo 586, comma 2, c.p.c., del decreto di trasferimento di immobili pignorati ed abitati dal debitore e dai suoi familiari.». Nei fatti, la detta proroga getta sulle spalle dei privati la responsabilità, che compete allo Stato, di proteggere gli inquilini in difficoltà;

    pare evidente che continua a radicarsi, nella mente di una parte dei legislatori, l'idea – erronea ed errata – che identifica il proprietario immobiliare con il grande e ricco possidente, senza tenere conto del fatto che, nella stragrande maggioranza dei casi, si è in presenza di parsimoniose persone che vivono dei proventi della locazione o, comunque, grazie ad essi ne integrano il reddito percepito o la pensione. Sul punto, il prof. Cesare Mirabelli, su Il Messaggero del 31 dicembre 2020, osservava : «...il sostegno che in tal modo (nds: con la proroga degli sfratti) si intende offrire a chi si trova in una situazione di difficoltà, viene posto a carico di altri, che possono trovarsi in eguale e talvolta maggiore difficoltà, giacché la proprietà di un immobile non è di per sé indice di ricchezza e può costituire l'unica fonte di reddito che deriva dalla locazione, oppure il riacquisto della disponibilità dell'immobile può rispondere alla necessità dell'uso abitativo personale.»;

    per di più è noto che sulle spalle dei locatori già grava un'iniqua patrimoniale (l'IMU) cui gli stessi devono far fronte, indipendentemente dalla percezione o meno del canone di locazione;

    l'attuale situazione di pandemia sanitaria non può né deve precludere il diritto ad una pari dignità per inquilini e locatori, che impedisca ai primi di trovarsi per strada e ai secondi di trovarsi inopinatamente privati di un reddito che loro spetta di diritto;

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    sempre nel pre citato articolo, il Prof. Cesare Mirabelli aggiungeva: «Inoltre la larga elargizione di “ristori” di vario tipo, che è stata disposta per una ampia serie di situazioni di ritenuta difficoltà economica determinata dalle misure imposte per fronteggiare la diffusione dell'epidemia, rende evidente che nessuna analoga considerazione si è fatta per riconoscere qualche pur limitato beneficio per chi, dopo avere ottenuto in giudizio un titolo esecutivo di rilascio dell'immobile, ne vede imperativamente sospesa l'esecuzione continuando a rimanere privo del canone convenuto con il contratto di locazione»;

    appare indispensabile per le ragioni su espresse che le Commissioni di merito, con riferimento al testo del decreto in esame, apportino significative modifiche alle norme del decreto-legge in esame, quantomeno per quelle oggetto del parere dell'VIII Commissione, essendo evidente che il carattere multi inclusivo dello stesso, disorganico ed eterogeneo, finisce per disattendere la lettera di cui all'articolo 77 della Costituzione in materia di decretazione d'urgenza;

    con riferimento all'articolo 13, comma 13, ritenendo del tutto ingiustificabile la volontà di scaricare sul privato il concorso al superamento delle difficoltà dei singoli, compito proprio dello Stato, si valuta indispensabile l'approvazione di sostanziali modifiche che, escludendo la possibilità di ulteriori differimenti dei termini di sospensione dell'esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili, dispongano adeguati risarcimenti di natura economica per i proprietari di immobili destinatari della norma che qui interessa;

  esprime, in sede consultiva alle commissioni di merito,

PARERE CONTRARIO.

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ALLEGATO 3

5-05250 Pezzopane: Mancato utilizzo dei fondi per la messa in sicurezza idraulica del territorio della regione Toscana

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, occorre rilevare che il Ministero, non appena acquisita la documentazione completa dalle Regioni, provvede con immediatezza alla convocazione dei Comitati di indirizzo e controllo degli Accordi.
  Tale procedura è stata seguita anche per tutti gli Accordi in essere con la Regione Toscana ed i relativi atti integrativi.
  Nello specifico e relativamente all'impegno delle risorse assegnate, dai sistemi di monitoraggio in uso presso il Ministero, risulta uno stato di avanzamento degli interventi nella media, tenuto conto anche dell'importo di alcuni degli interventi finanziati.
  Invero, è ben noto a questo Ministero, come, in considerazione della complessità degli interventi in materia di mitigazione del rischio idrogeolgico, che richiedono la valutazione di molteplici fattori ed una progettazione specialistica, possano insorgere numerose difficoltà nella fase attuativa di competenza dei Commissari straordinari.
  A tal fine, questo Ministero, che opera attraverso una costante interlocuzione con le Regioni, anche al fine di poter affrontare e superare le criticità attuative di cui si fa cenno anche nella interrogazione, nella consapevolezza della necessità di disporre di strumenti normativi finalizzati ad accelerare le procedure per la programmazione degli interventi e la relativa attuazione, ha introdotto nel DL 16 luglio 2020, n. 76 cosiddetto «Decreto Semplificazioni», specifiche norme acceleratorie, fra le quali si richiamano quelle che conferiscono ai Commissari per il dissesto, alcuni poteri derogatori, nonché la possibilità di avvalersi di assistenza tecnica, con oneri ricompresi nel quadro economico dell'opera.
  Con il medesimo decreto, si è esteso anche alla programmazione 2020 delle risorse per il dissesto, il ricorso alle Conferenze dei servizi, previste come modalità istruttoria dei Piani degli interventi dal DPCM 20 febbraio 2019.
  Inoltre, è stato recentemente trasmesso alla Conferenza permanente Stato-Regioni, lo schema di d.P.C.M. concernente la revisione dei «Criteri e modalità di individuazione degli interventi prioritari di mitigazione del rischio idrogeologico da ammettere a finanziamento» di cui al DPCM 28 maggio 2015.
  Con tale testo, in particolare, si tende a semplificare i contenuti del D.P.C.M. del 28 maggio 2015 (Criteri di attribuzione delle risorse agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico), prevedendo lo snellimento della relativa procedura istruttoria, nonché il coinvolgimento delle Autorità di Distretto fin dall'inserimento degli interventi su data base ReNDiS per la verifica di coerenza con la pianificazione di distretto.
  Infine, quale ulteriore iniziativa tesa all'accelerazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico e di potenziamento e semplificazione dell'azione dei Commissari, il Ministero sta definendo una proposta di DL, cui ha fatto precedere una fase di ascolto delle Regioni e dei principali Enti competenti in materia.

   1. Comitati di indirizzo e controllo degli Accordi di Programma (articolo 8 AP 2010)

  In data 11 dicembre 2020 il Ministero ha convocato il Comitato di indirizzo e controllo previsto dall'Accordo del 2010.
  Al riguardo si rappresenta che la convocazione è subordinata all'acquisizione integrale di tutta la documentazione relativa, ivi compresi il parere del Dipartimento PC Pag. 167e dell'Autorità di distretto e preceduta da una attività istruttoria sulle carenze e/o criticità che l'amministrazione centrale svolge in stretto raccordo con quella regionale.
  I lavori del Comitato, in forza dei pareri favorevoli espressi sia dallo stesso Dipartimento della Protezione Civile, sia dall'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino settentrionale, si sono conclusi con la presa d'atto della proposta formulata dalla Regione Toscana, che scaturisce, principalmente, dalla necessità di integrare le risorse destinate all'intervento Cod. Rendis 09IR010/G4 – «Cassa di espansione di Figline – Lotto Restone», originariamente finanziato con l'Accordo di Programma «Aree metropolitane» del 25/11/2015, per l'importo di euro 15.900.000,00.
  Nell'ambito del Piano Stralcio 2019 di cui alla Delibera CIPE n. 35/2019, le risorse assegnate alla Regione Toscana per il suddetto intervento furono incrementate di ulteriori € 6.347.385,72.
  All'attualità, a seguito di ulteriori revisioni e aggiornamenti progettuali, l'importo dell'intervento ammonta a complessivi € 34.214.000,00.
  La proposta della Regione ha previsto che le risorse mancanti, pari ad € 11.966.614,28, derivino dal parziale definanziamento dell'intervento Codice Rendis MS089A/10 – «Completamento intervento di difesa abitato Marina di Massa», d'importo complessivo pari ad € 22.000.000,00.
  Lo stesso Comitato, contestualmente, ha preso atto della proposta di finanziare per complessivi € 6.523.385,72, ulteriori n. 2 interventi sul torrente Carrione in comune di Carrara.

   2. Finanziamenti per il dissesto idrogeologico assegnati alla Regione Toscana

  Accordo di programma 03/11/2010 e n. 5 atti integrativi
  Totale interventi (o lotti) finanziati: 202
  Importo complessivo: € 186.111.373,21

  Stato di attuazione degli interventi (risultante dai sistemi di monitoraggio):

   interventi conclusi: 91

   lavori in esecuzione: 62

   lavori aggiudicati: 3

   progettazione ultimata: 4

   progettazione in corso: 28

  In aggiunta, vanno considerati i n. 14 interventi inclusi nell'ultimo atto integrativo (novembre 2020), il cui importo complessivo, pari a € 20.400.000,00, è stato interamente erogato a favore della Regione con il decreto direttoriale n. 142 del 05/11/2020.

   Accordo di programma «Aree Metropolitane» del 25/11/2015
   Totale interventi (o lotti) finanziati: 14
   Importo complessivo: € 106.682.238,91

  Stato di attuazione degli interventi (risultante dai sistemi di monitoraggio):

   interventi conclusi: 4

   lavori in esecuzione: 2

   lavori aggiudicati: 1

   progettazione ultimata: 1

   progettazione in corso: 6

  Piano stralcio 2019

   Totale interventi (o lotti) finanziati: 25

   Importo complessivo: € 28.304.782,84

  Fondo per la progettazione ex art. 55 legge 28 dicembre 2015, n. 208

   Totale interventi (o lotti) finanziati: 23

   Importo complessivo: € 2.517.920,00

  POA – FSC 2014-2020 (DPCM 02/12/2019)

   Totale interventi (o lotti) finanziati: 5

   Importo complessivo: € 11.200.700,00

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ALLEGATO 4

5-05251 Butti: Destinazione dei fondi relativi al Next generation Eu ad interventi di potenziamento delle infrastrutture idriche nazionali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, si deve rilevare che la tutela quali-quantitativa delle risorse idriche, attraverso una gestione virtuosa del ciclo dell'acqua, rappresenta una priorità sostanziale per assicurare il benessere dei cittadini e della natura.
  Oltre all'uso potabile e igienico sanitario e alla centralità del bene per il mantenimento degli ecosistemi naturali e la regolazione del clima, l'acqua è utilizzata per generare e sostenere la crescita economica di settori specifici quali l'agricoltura, la pesca, la produzione energetica, l'industria manifatturiera, i trasporti e il turismo.
  Tale utilizzo tuttavia espone l'acqua alle minacce dell'inquinamento, dell'estrazione eccessiva e dei cambiamenti idro-morfologici dovuti alle attività economiche e antropiche, oltre che dei cambiamenti climatici.
  L'obiettivo dei progetti presentati dal Ministero dell'ambiente, anche sulla base di una ricognizione svolta presso gli Enti territoriali, nell'ambito del Next Generation EU è quello di colmare il gap infrastrutturale attualmente presente, puntando sull'utilizzo delle nuove tecnologie al fine di garantire una gestione corretta delle risorse idriche in tutto il ciclo delle acque, dal monitoraggio della qualità dei corpi idrici, al recupero perdite di rete in distribuzione, alla depurazione e al riuso delle acque reflue attraverso investimenti specifici.
  L'impatto positivo sarà rilevabile in termini di adattamento e resilienza ai cambiamenti climatici, di accesso all'acqua potabile, di riduzione delle perdite di rete e di inquinamento, oltre che di miglioramento/potenziamento del monitoraggio delle acque in termini di possibile innovazione tecnologica, di recupero energetico e termico nei sistemi di drenaggio urbano, di efficientamento dei sistemi depurativi.
  In particolare gli interventi proposti per le reti di distribuzione d'acqua ad uso potabile comportano l'incremento a livello nazionale dell'automazione del monitoraggio delle reti, il risanamento/rinnovo delle condotte, la riduzione delle perdite (la media nazionale è 41 per cento, mentre nel Sud la media è 51 per cento) e delle interruzioni del servizio.
  Gli interventi sul settore fognario/depurativo favoriscono altresì il risanamento/potenziamento degli impianti, con particolare riferimento agli agglomerati oggetto di contenzioso comunitario, anche al fine di favorire l'economia circolare o comunque migliorare la gestione dei fanghi da depurazione, la riduzione delle infiltrazioni di acque parassite e di allagamenti e sversamenti e migliorare la qualità delle acque interne e marine.

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ALLEGATO 5

5-05252 Ruffino: Ampliamento dei tempi per la consultazione dei documenti e il dibattito pubblico relativo alla carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare i rifiuti radioattivi (CNAPI).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, occorre rilevare che la CNAPI è la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee a ospitare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico.
  Per aree potenzialmente idonee si intendono le aree, anche vaste, che presentano caratteristiche favorevoli alla individuazione di siti in grado di risultare idonei alla localizzazione del deposito, attraverso successive indagini di dettaglio e sulla base degli esiti di analisi di sicurezza condotte tenendo conto delle caratteristiche progettuali della struttura del deposito.
  Sogin ha elaborato la proposta di CNAPI adottando, per l'analisi di una vastissima raccolta di dati territoriali, una procedura per applicare i criteri indicati nella Guida Tecnica n. 29 e così di escludere progressivamente le aree non potenzialmente idonee. Per ciascuna delle aree potenzialmente idonee individuate nella Carta è disponibile una relazione sulle caratteristiche geologiche, naturalistiche e antropiche a scala regionale. Viene proposta una classificazione in gruppi delle aree individuate in base alle caratteristiche di idoneità riscontrate. La proposta di CNAPI, proprio al fine di assicurarne la massima conoscibilità, è presentata in una versione interattiva e navigabile che consente di visualizzare le aree potenzialmente idonee, l'estensione del territorio escluso per ciascun criterio e l'effetto della sovrapposizione dei criteri.
  La CNAPI è stata validata da ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione) dopo aver verificato il rispetto dei criteri stabiliti dalla Guida Tecnica n. 29 di ISPRA ed è stata pubblicata a seguito del nulla osta dei ministeri dello sviluppo economico e del ministero dell'ambiente poiché trattavasi di atto secretato dalla stessa Sogin.
  Tanto ha determinato l'avvio della fase di consultazione, della durata di due mesi, alla quale è possibile iscriversi online; entro 120 giorni dalla pubblicazione, si terrà un seminario nazionale a cui parteciperanno vari soggetti tra cui ISIN, enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università, enti di ricerca, portatori di interesse qualificati.
  Dopo il seminario nazionale, Sogin raccoglierà le ulteriori osservazioni trasmesse formalmente al Ministero dello Sviluppo Economico e redigerà la proposta di CNAI, Carta Nazionale delle Aree Idonee, che verrà nuovamente sottoposta ai pareri del Ministro dello Sviluppo Economico, dell'ente di controllo ISIN, del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
  In base a questi pareri, il Ministero dello Sviluppo Economico convaliderà la versione definitiva della CNAI, che sarà quindi il risultato dell'integrazione nella CNAPI dei contributi emersi e concordati nelle diverse fasi della Consultazione pubblica.
  Nello specifico la consultazione pubblica è disciplinata dall'articolo 8, comma 2, del decreto legislativo n. 31 del 2010 il quale dispone che: «Lo schema di cui al comma 1 è pubblicato sui siti Internet del Ministero dello sviluppo economico, del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dell'Agenzia, dando contestualmente avviso della pubblicazione almeno su cinque quotidiani a diffusione nazionale, affinché, nei sessanta giorni successivi alla pubblicazione, le Regioni, Pag. 170 gli Enti locali, nonché i soggetti portatori di interessi qualificati, possano formulare osservazioni e proposte tecniche in forma scritta e non anonima, trasmettendole ad un indirizzo di posta elettronica dell'Agenzia appositamente indicato. Le comunicazioni sui siti internet e sui quotidiani indicano le sedi ove possono essere consultati gli atti nella loro interezza, le modalità, i termini, la forma e gli indirizzi per la formulazione delle osservazioni o proposte. La suddetta consultazione pubblica è svolta nel rispetto dei principi e delle previsioni di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 241».
  Ancorché il termine di sessanta giorni non è da intendersi quale perentorio, è intenzione del Governo predisporre una norma che preveda tempi più lunghi e un maggior coinvolgimento dei cittadini, rispetto alla procedura fissata nel 2010 dal governo Berlusconi, per la fase di consultazione pubblica legata all'individuazione del deposito unico per i rifiuti radioattivi italiani.
  D'altronde si deve alla scelta di questo governo la scelta di rendere pubblica, trasparente e partecipata la discussione sulla Cnapi contrariamente a quanto avvenuto in precedenza allorché si è preferito anche da parte di sottosegretari della Lega di mantenere le carte, già pronte, nei cassetti ministeriali.
  La flessibilità sui tempi sono una scelta che faremo legata alla necessità di perfezionare la procedura di consultazione per consentire un approfondito processo partecipativo al fine di giungere alla localizzazione del sito attraverso un meccanismo improntato al principio di trasparenza e di adeguata partecipazione dei cittadini.
  È necessario affrontare la questione del deposito nazionale per porre fine ai problemi legati alla produzione dei rifiuti radioattivi prodotti dalla sanità e dall'industria e per risolvere definitivamente la situazione precaria dei 19 siti temporanei di stoccaggio attualmente presenti sul territorio e per allinearci alle disposizioni europee pena la conferma del procedimento di infrazione che comporterebbe ingenti multe da pagare oltre alle ingenti somme che già paghiamo per lo stoccaggio temporaneo in altri paesi europei delle scorie radioattive ad alta intensità.
  È ormai indispensabile che i cittadini diventino protagonisti consapevoli delle scelte che li riguardano da vicino.

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ALLEGATO 6

5-05253 Patassini: Iniziative per la gestione e l'utilizzo delle macerie conseguenti al sisma verificatosi nel centro Italia nel 2016 e 2017.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, occorre rilevare che è in corso, presso questo Ministero, l'istruttoria tecnica per l'emanazione di un decreto end of waste per i rifiuti da demolizione e costruzione.
  Il decreto richiede la necessaria interlocuzione con l'Ispra e l'ISS finalizzata a definire i valori limite da fissare per i solfati e i cloruri, con specifico riferimento ai requisiti di qualità dell'aggregato recuperato e a valutare i possibili effetti che gli stessi hanno sulla salute umana.
  Allo stato attuale, è riconosciuta alle autorità locali la possibilità di rilasciare le autorizzazioni per il trattamento di specifiche filiere di rifiuti da reimmettere nel ciclo produttivo, valorizzando la progressiva implementazione dell'economia circolare.
  Tali autorizzazioni individuano le condizioni e le prescrizioni necessarie a garantire l'attuazione dei princìpi relativi alla gerarchia dei rifiuti, di cui all'articolo 178 del Codice dell'ambiente, con particolare riferimento alle quantità di rifiuti ammissibili nell'impianto ed alle operazioni di recupero.
  In tal modo si attribuisce alle Regioni – o agli enti da esse delegati – la competenza a rilasciare agli impianti per il trattamento dei rifiuti destinati a divenire «end of waste», le autorizzazioni «caso per caso», applicando comunque i criteri nazionali del recupero agevolato.
  Per le attività di recupero che rispettano le quantità previste nel decreto ministeriale 5 febbraio 1998, restano ferme le procedure autorizzatorie semplificate.
  In considerazione di tanto, rientra nella facoltà dell'ente che autorizza il recupero delle macerie, fissare dei limiti, caso per caso, nell'ambito di autorizzazioni rilasciate ai sensi dell'articolo 184-ter, comma 3, del decreto legislativo n. 152 del 2006 al pari della possibilità di rilasciare autorizzazioni relative a procedure semplificate di cui al decreto ministeriale 5 febbraio 1998.
  In ogni caso il Ministro dell'ambiente può adottare linee guida per l'uniforme applicazione sul territorio nazionale delle procedure autorizzatorie regionali.
  In ultimo si deve sottolineare come il Ministero dell'ambiente consideri prioritario il tema dell'end waste al fine di favorire le attività necessarie a consentire lo sviluppo e la valorizzazione dell'economia circolare.

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ALLEGATO 7

5-05254 Fontana Ilaria: Ampliamento della capacità dell'inceneritore di rifiuti di San Vittore (FR).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste occorre rilevare che l'11 agosto scorso, la Regione Lazio, nel quadro del caso EU Pilot (2019)9541 inerente la gestione dei rifiuti a Roma e nel Lazio, ha comunicato alla Struttura di Missione per le procedure di infrazione nei confronti del Ministero dell'ambiente, l'avvenuta approvazione, con delibera del Consiglio regionale n. 4 del 05/08/2020, del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti. Detto piano, come da previsioni normative, è stato sottoposto a procedura di VAS, nell'ambito della quale il Ministero ha formulato, in qualità di soggetto competente in materia ambientale (SCA) le proprie osservazioni.
  A seguito della trasmissione da parte della Regione Lazio della documentazione prevista ai sensi dell'articolo 33 della Direttiva 2008/98/CE e dall'articolo 199 del decreto legislativo n. 152 del 2006, e dalla Decisione di esecuzione 2013/727/UE della CE, il Ministero ha notificato il Piano alla Commissione Europea secondo la procedura prevista dalla vigente disciplina. Il Piano è quindi attualmente all'esame della stessa Commissione.
  Quale ulteriore elemento rafforzativo dei compiti di indirizzo e vigilanza dello stesso Ministero dell'ambiente in materia di pianificazione, con il decreto legislativo n. 116 del 2020, è stato introdotto l'articolo 198-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006.
  Nello specifico, detto articolo ha disposto, entro 18 mesi dall'entrata in vigore del decreto in parola, l'adozione del «Programma nazionale per la gestione dei rifiuti» che fissa i macro obiettivi, definisce i criteri e le linee strategiche cui le regioni e province autonome devono attenersi nella elaborazione dei Piani regionali di gestione dei rifiuti.
  Inoltre, il comma 3 lettera f) dello stesso articolo prevede che il Programma deve contenere «l'individuazione dei flussi omogenei di produzione dei rifiuti, che presentano le maggiori difficoltà di smaltimento o particolari possibilità di recupero sia per le sostanze impiegate nei prodotti base sia per la quantità complessiva dei rifiuti medesimi, i relativi fabbisogni impiantistici da soddisfare, anche per macroaree, tenendo conto della pianificazione regionale, e con finalità di progressivo riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale, nonché della valutazione degli investimenti.».
  È evidente che, come già chiarito dal Ministero nell'ambito dei lavori avviati per il Programma nazionale che verrà sottoposto a VAS, resta ferma la validità dei piani approvati ai fini della valutazione di coerenza delle istanze di autorizzazione presentate a livello regionale.
  Nel Piano approvato dalla Regione e attualmente all'esame della Commissione Europea, è stata stimata la capacità di termovalorizzazione e di discarica, a livello regionale e di singolo ATO.
  Per quanto riguarda la capacità di termovalorizzazione necessaria, si afferma che «a livello regionale la necessità scenderà sotto le 400.000 t/a partire dal 2022, anche considerando lo scenario evolutivo minimale, ancor più favorevoli gli altri scenari evolutivi, mentre per lo scenario zero – inerziale bisogna attendere il 2025.» In considerazione di tanto, tenuto conto dell'obiettivo prefissato dalla regione Lazio di raggiungere una percentuale di raccolta differenziata pari al 70 per cento, si ridurrebbe il fabbisogno di incenerimento, che al 2022 risulterebbe pari a 429.738 t/a, dal 2023 sarebbe pari a 367.222 t/a, al 2024 Pag. 173pari a 333.549 t/a sino ad arrivare al 2025 con un fabbisogno pari a 306.042 t/a.
  Sulla base dei dati sopra richiamati si afferma nel medesimo piano che «la potenzialità attuale del termovalorizzatore di San Vittore, pari a 400.000 t/a risulta sufficiente a soddisfare il fabbisogno regionale, in quanto dopo un brevissimo periodo transitorio, come detto in precedenza, il fabbisogno a livello regionale scenderà sotto tale valore. Gli interventi sull'impianto di San Vittore volti a determinarne modifiche o ammodernamenti sono subordinati prioritariamente a rispondere al fabbisogno regionale. È stato ad ogni modo pianificato un possibile aumento delle potenzialità dell'impianto di San Vittore ma in quantitativi moderati di rifiuti speciali (RS) in riferimento al solo recupero energetico di specifici flussi di fanghi con caratteristiche che non li rendono adatti ad altri impieghi ed in particolare ad impieghi agronomici.».
  Si ritiene pertanto che la procedibilità dell'istanza debba essere valutata, a livello regionale, nel rispetto di quanto indicato nelle previsioni di piano che, in ogni caso, riportano unicamente l'indicazione della tipologia dei fanghi non idonei ad impieghi agronomici e del loro moderato quantitativo.
  In relazione alla rilevanza delle questioni poste, il Ministero valuterà la possibilità di avviare un confronto tecnico con le competenti strutture della Regione Lazio.

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ALLEGATO 8

5-05255 Cunial: Installazione sul territorio nazionale di stazioni per il telemonitarggio del livello idrometrico dei fiumi e per l'allarme esondazione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, si deve rilevare che la tutela quali-quantitativa delle risorse idriche, attraverso una gestione virtuosa del ciclo dell'acqua, rappresenta una priorità sostanziale per assicurare il benessere dei cittadini e della natura.
  Oltre all'uso potabile e igienico sanitario e alla centralità del bene per il mantenimento degli ecosistemi naturali e la regolazione del clima, l'acqua è utilizzata per generare e sostenere la crescita economica di settori specifici quali l'agricoltura, la pesca, la produzione energetica, l'industria manifatturiera, i trasporti e il turismo.
  Tale utilizzo tuttavia espone l'acqua alle minacce dell'inquinamento, dell'estrazione eccessiva e dei cambiamenti idro-morfologici dovuti alle attività economiche e antropiche, oltre che dei cambiamenti climatici.
  L'obiettivo dei progetti presentati dal Ministero dell'ambiente, anche sulla base di una ricognizione svolta presso gli Enti territoriali, nell'ambito del Next Generation EU è quello di colmare il gap infrastrutturale attualmente presente, puntando sull'utilizzo delle nuove tecnologie al fine di garantire una gestione corretta delle risorse idriche in tutto il ciclo delle acque, dal monitoraggio della qualità dei corpi idrici, al recupero perdite di rete in distribuzione, alla depurazione e al riuso delle acque reflue attraverso investimenti specifici.
  L'impatto positivo sarà rilevabile in termini di adattamento e resilienza ai cambiamenti climatici, di accesso all'acqua potabile, di riduzione delle perdite di rete e di inquinamento, oltre che di miglioramento/potenziamento del monitoraggio delle acque in termini di possibile innovazione tecnologica, di recupero energetico e termico nei sistemi di drenaggio urbano, di efficientamento dei sistemi depurativi.
  In particolare gli interventi proposti per le reti di distribuzione d'acqua ad uso potabile comportano l'incremento a livello nazionale dell'automazione del monitoraggio delle reti, il risanamento/rinnovo delle condotte, la riduzione delle perdite (la media nazionale è 41 per cento, mentre nel Sud la media è 51 per cento) e delle interruzioni del servizio.
  Gli interventi sul settore fognario/depurativo favoriscono altresì il risanamento/potenziamento degli impianti, con particolare riferimento agli agglomerati oggetto di contenzioso comunitario, anche al fine di favorire l'economia circolare o comunque migliorare la gestione dei fanghi da depurazione, la riduzione delle infiltrazioni di acque parassite e di allagamenti e sversamenti e migliorare la qualità delle acque interne e marine.