CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 18 novembre 2020
474.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-05018 Ciaburro: Iniziative a tutela dei prodotti «Made in Italy».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli colleghi,

  come indicato dagli interroganti, il 14 settembre 2020, in forma virtuale a causa delle conseguenze dell'emergenza COVID, si è tenuta la cerimonia di firma dell'Accordo fra UE e Cina per la reciproca registrazione e protezione delle indicazioni geografiche.
  L'Accordo è il primo in ordine di tempo in materia di Proprietà Intellettuale con il Paese asiatico e permetterà, una volta entrato in vigore con il voto favorevole del Parlamento europeo e di quello cinese, di poter avere uno strumento efficace di tutela delle indicazioni geografiche originarie degli Stati membri dell'UE in quel Paese. Le Indicazioni geografiche sono registrate e, conseguentemente protette sia nella versione in caratteri latini che traslitterati in ideogrammi cinesi.
  L'Accordo permetterà di registrare reciprocamente, al momento della sua entrata in vigore, 100 indicazioni geografiche, aumentate dopo 4 anni da detta data, seguendo sempre l'approccio dello stesso numero di IIGG. Successivamente, se le Parti contraenti converranno, si potrà ulteriormente incrementare l'ampiezza delle liste allegate, per la reciproca protezione.
  Rilevo inoltre che le indicazioni geografiche – declinate dai Regolamenti dell'UE come DOP e IGP – sono un diritto di proprietà intellettuale, riconosciuto a livello multilaterale dall'Accordo TRIPs (aspetti commerciali connessi ai diritti di proprietà intellettuale) nel quadro dell'istituzione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), dall'Accordo di Lisbona sulla protezione delle denominazioni di origine del 1958 e dall'Atto di Ginevra di detto Accordo, entrato in vigore il 26 febbraio 2020.
  Ricordo poi che l'utilizzo di parole, segni, immagini, elementi grafici che richiamano l'Italia o parti di essa nell'etichettatura, nella presentazione e pubblicità di prodotti concerne le pratiche commerciali e, nel caso di Paesi terzi all'UE, dipende dalla relativa legislazione vigente ove esistente, dall'interpretazione delle norme e dalle modalità della loro applicazione da parte delle competenti autorità locali, nel rispetto del principio di territorialità che ciascuna giurisdizione possiede.
  Ciò posto, mi preme evidenziare che la tutela dei nostri prodotti agroalimentari, in modo particolare di quelli più rappresentativi come i prodotti con indicazione geografica, è una delle priorità che il Governo intende perseguire non solo a sostegno dei comparti produttivi, ma anche a vantaggio dei consumatori che, attraverso un'etichettatura corretta e trasparente, possono operare una scelta consapevole.
  Sostenere i comparti agroalimentari significa anche agevolarne le esportazioni, nel rispetto di tutte le disposizioni.
  In quest'ottica, la Cina rappresenta una destinazione di grande interesse per l'agroalimentare italiano e siamo determinati a lavorare per consentire l'accesso al mercato cinese a sempre più produzioni d'eccellenza.
  In tal senso, l'Accordo Ue-Cina sulle indicazioni Geografiche, concluso dopo 10 anni di negoziati con l'individuazione, per ciascuna parte, di 100 Indicazioni geografiche cui assegnare un elevato livello di protezione assicurando la tutela da imitazioni o pratiche sleali, rappresenta un successo per entrambe le Parti ed una grande opportunità per lo sviluppo delle nostre aree rurali per presentare e valorizzare, anche all'estero, il meglio della propria produzione. Pag. 377
  Ai nostri consumatori offriamo così garanzie sull'origine e la qualità dei prodotti, proteggendo dalle numerose contraffazioni che dilagano nel mercato agro-alimentare. Ma il successo di ogni Intesa risiede nella sua attuazione. In questo senso la protezione delle indicazioni geografiche dovrà riguardare il mercato reale e soprattutto il sempre più fiorente mercato on line.
  A questo proposito ricordo l'efficace collaborazione tra Alibaba e l'ispettorato per la qualità e la repressione delle frodi ICQRF, giunta ormai al quarto anno di operatività, importante anche per il coinvolgimento italiano nel Comitato consultivo sulla proprietà intellettuale lanciato dalla piattaforma commerciale cinese per le piccole e medie imprese.
  L'Italia è l'unico Paese europeo che ha già registrato nelle piattaforme del gruppo Alibaba tutti i 26 prodotti DOP/IGP ricompresi nell'accordo stesso e per noi è fondamentale che la tutela dei nostri prodotti includa tutti i livelli dei «domini» web.
  Assicuro l'onorevole interrogante che sarà nostra cura continuare a seguire la tematica con estrema attenzione con l'intento di garantire sempre i nostri prodotti.

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ALLEGATO 2

5-05019 Loss: Sulle modalità di assunzione di personale dipendente da parte dei Centri di assistenza agricola.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati,

  ritengo opportuno, preliminarmente, ricordare che Agea, in qualità di Organismo Pagatore, per l'esercizio delle sue funzioni, si avvale di altri organismi all'uopo delegati, mediante la conclusione di un accordo scritto che specifichi i compiti delegati e ne detti la disciplina.
  La convenzione, al momento, è stata approvata con delibera del direttore di AGEA su proposta del direttore dell'organismo pagatore, la bozza di convenzione è stata pubblicata sul sito dell'Agenzia ed è stata poi inviata dall'organismo pagatore Agea a ciascuno dei Centri di Assistenza Agricola interessati una nota con la quale si invitano alla sottoscrizione entro il 20 novembre p.v.
  Nelle attività di predisposizione del testo l'Amministrazione ha esaminato e valutato tutte le osservazioni pervenute e ha accolto quelle ritenute coerenti con le finalità che la convenzione si propone di perseguire, modificando conseguentemente lo schema di convenzione originario e con riferimento specifico alla previsione di cui all'articolo 4, comma 3, è stata inserita nello schema di convenzione una differente gradualità, anche in relazione all'attuale situazione di emergenza epidemiologica da Covid-19.
  Inoltre, per garantire il contraddittorio sul contenuto della convenzione e valutare ulteriori modifiche al testo convenzionale, l'Agea ha proseguito il confronto con i CAA interlocutori inviando loro nel mese di maggio una nuova bozza aggiornata dello schema di convenzione che tiene conto degli approfondimenti svolti.
  Nell'ambito di detto confronto, AGEA ha provveduto a convocare anche gli Ordini di categoria dei liberi professionisti, più per una sentita questione di correttezza relativa ai rapporti istituzionali, al fine di garantire un adeguato contraddittorio, che per uno specifico obbligo, non essendo tecnicamente tali Ordini e Collegi parti della stipulanda convenzione con i CAA interessati.
  Negli incontri del 15 e del 19 maggio, in cui i rappresentanti degli Ordini e dei Collegi professionali, hanno potuto rappresentare le proprie ragioni, AGEA ha chiarito direttamente ai rappresentanti dei liberi professionisti che le scelte operate – lungi da disistima o mancato apprezzamento della categoria - discendono esclusivamente: dalla necessità di salvaguardare l'integrità del sistema SIAN – che, come è noto, è una struttura pubblica attraverso la quale l'AGEA eroga più di 5 miliardi di euro all'anno – e, nel contempo, dalla necessità di attuare forme di controllo e vigilanza più penetranti ed efficaci sulle funzioni delegate.
  AGEA ha evidenziato altresì che la previsione di cui all'articolo 4 si inquadra nel processo di rafforzamento della struttura dell'Organismo pagatore, che coinvolge anche l'efficientamento dei CAA e, in generale, delle strutture dei soggetti delegati.
  È importante sottolineare che tale disposizione riguarda l'organizzazione dei CAA limitatamente agli operatori abilitati ad accedere al SIAN, di modo che AGEA interviene solo sull'organizzazione delle attività connesse all'esercizio delle funzioni pubbliche delegate, non ingerendosi nell'organizzazione delle diverse attività di natura privatistica da parte del CAA, nell'ambito delle quali non è escluso l'apporto della categoria dei liberi professionisti.
  La costituzione di un rapporto di lavoro appare la misura organizzativa più adeguata al raggiungimento degli obiettivi sopra Pag. 379 specificati, scelta discrezionale questa, operata dall'Agea in forza dell'autonomia di cui istituzionalmente è dotata, coerente con il quadro normativo di riferimento.
  In ragione della disponibilità manifestata dall'AGEA in sede di incontro a valutare eventuali proposte alternative – nel rispetto degli obiettivi perseguiti dall'Amministrazione, apertamente palesati all'apertura della riunione – gli Ordini presenti hanno fatto pervenire congiuntamente una proposta integrativa, formalizzata ad AGEA in data 18 maggio.
  Tuttavia, le proposte degli Ordini e dei Collegi – in parte dirette al mero mantenimento dello status quo ed in parte neanche compatibili con le norme sul riconoscimento dei CAA che, per quanto attiene la qualifica degli operatori, non impongono l'iscrizione ad albi professionali – non potevano essere introdotte con un atto amministrativo, non sono state ritenute coerenti con le finalità delle modifiche convenzionali illustrate, di cui peraltro erano stati resi pienamente consapevoli.
  Tali finalità, lo si ribadisce, attengono al rafforzamento della struttura complessiva dell'organizzazione amministrativa dell'erogazione degli aiuti agricoli comunitari, che vede nei CAA degli attori fondamentali sia per il supporto agli Organismi pagatori in virtù delle competenze ad essi delegate, sia per gli agricoltori di cui essi sono mandatari.
  La capacità di ricostruire la catena delle responsabilità assume, in tale contesto, un rilievo importante proprio in considerazione della natura pubblica delle funzioni svolte. E in questa luce che va inquadrata la previsione convenzionale diretta ad assicurare che, con la necessaria gradualità, gli operatori dei CAA abilitati all'utilizzo del SIAN siano inquadrati dai CAA stessi in un rapporto di lavoro dipendente.
  In questa prospettiva, il rilievo dell'interrogante sulla mancata previsione della possibilità che il rapporto di lavoro possa essere a tempo determinato non appare dirimente, l'Organismo pagatore AGEA non ha ritenuto di doversi spingere sino a definire le tipologie di contratti di lavoro che i CAA potranno adottare, il che non significa che il rapporto di lavoro dipendente a tempo parziale sia escluso, essendo al contrario applicabili tutte le condizioni previste dal contratto di lavoro applicabile al settore specifico con l'unica condizione che per tutto il tempo in cui un operatore abbia le credenziali per l'accesso al SIAN, egli sia coperto da un rapporto di lavoro dipendente con il proprio CAA.
  Nell'incontro dello scorso 19 maggio con i CAA, parti contraenti e diretti interlocutori dell'AGEA, – nella quale ciascuno di loro ha avuto modo di esporre le proprie ragioni, con riferimento alle proposte di modifiche suggerite dai Professionisti – i CAA maggiormente rappresentativi hanno manifestato la loro contrarietà alle proposte.
  A conclusione dell'incontro l'AGEA, ribadendo le motivazioni delle proprie scelte, si è resa disponibile a valutare le ulteriori proposte migliorative del testo oggetto di confronto – purché in linea con le priorità perseguite di riorganizzazione delle strutture delegate e di integrità del SIAN – e i CAA hanno formalizzato ulteriori proposte che sono state esaminate da parte dell'Agenzia, con accoglimento di tutte le proposte ritenute migliorative del testo e coerenti con le finalità fin qua evidenziate.
  Premesso quanto sopra, ritengo opportuno far presente che sulla questione si è già comunque espressa l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nel parere reso, lo scorso 20 aprile, su richiesta di Agea.
  In particolare detta Autorità, concludendo per la piena conformità della clausola convenzionale contestata (lasciando essa inalterata la facoltà dei CAA di avvalersi di collaboratori esterni, fatto salvo che per le attività connesse all'utilizzo del SIAN) l'ha ritenuta, dal punto di vista della tutela della concorrenza, giustificata e proporzionata in relazione alle esigenze di salvaguardia dell'integrità della banca dati SIAN.
  Inoltre, sull'argomento, il Parlamento – svolte due audizioni nelle competenti Commissioni di Camera e Senato e, ascoltate le risposte alle interrogazioni e agli atti ispettivi presentati – non ha ritenuto di dovere Pag. 380assumere iniziative parlamentari, anche in sede legislativa.
  Quindi, concludendo, si ribadisce che la convenzione in questione è stata a lungo esaminata e discussa dall'AGEA con tutte le parti interessate, inclusi gli Ordini ed i Collegi professionali, ancorché estranei alla stipula della convenzione.
  Il contraddittorio è stato assicurato in tutte le forme possibili, tanto è vero che, a parte poche eccezioni, si può affermare che il testo è stato condiviso dai Centri di Assistenza Agricoli, alcuni dei quali - a riprova di ciò - hanno già provveduto a inviare all'AGEA il testo sottoscritto digitalmente per accettazione, e molti altri hanno informato l'Agenzia che si accingono a farlo.
  Attualmente circa un terzo del totale dei fascicoli gestiti da Agea sono coperti da convenzioni già sottoscritte dai CAA, a tale proposito qualsiasi intervento che avvenga su un contratto sottoscritto potrebbe determinare un danno per l'amministrazione.

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ALLEGATO 3

5-05020 Gagnarli: Iniziative a sostegno delle imprese agricole e agroalimentari italiane danneggiate dalla crisi epidemiologica in corso.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputate e deputati,

  intendo rassicurare gli Interroganti sul massimo impegno costantemente profuso da questo Ministero per difendere, sostenere e promuovere a livello nazionale ed europeo il patrimonio agricolo e agroalimentare italiano in tutte le sue declinazioni. Questo è stato e continua ad essere un obiettivo principale, tanto più a fronte dell'aggravarsi dell'emergenza sanitaria che sta producendo gravi danni all'intero sistema economico italiano, europeo e mondiale.
  L'obiettivo di salvaguardare i comparti agricolo e agroalimentare ha comportato l'esigenza di apprestare misure adeguate per gestire la crisi, per contenere i danni su quelle imprese che con grandi sacrifici si sono adeguate alle stringenti misure che il contenimento del Covid 19 impone.
  È per questo che nel decreto-legge sui ristori le principali categorie che vengono sostenute sono quelle dell'Horeca e le imprese agricole e agroalimentari, che con la riduzione delle attività di ristorazione vedono indebolirsi un canale che è la destinazione finale di circa il 30 per cento della produzione nazionale.
  I ristori a fondo perduto rappresentano solo una prima, parziale e indispensabile risposta.
  Oltre poi al decreto per l'attuazione del bonus filiera ristorazione – che sblocca 600 milioni di euro di aiuti alle attività che hanno acquistato prodotti agricoli e agroalimentari – ritengo opportuno ricordare inoltre che già dallo scorso marzo abbiamo messo in campo come Ministero delle politiche agricole e come Governo interventi per oltre 2 miliardi di euro a favore del settore, utili a dare liquidità e sostegno a imprese fortemente colpite.
  In particolare, appaiono fondamentali nell'ambito del Decreto Rilancio le risorse pari a 426 milioni di euro che sono state destinate all'esonero per i primi sei mesi del 2020 dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro di molte filiere agricole.
  A ciò si aggiungono i 90 milioni di euro riservati all'istituzione di un Fondo emergenziale espressamente precostituito a supporto del settore zootecnico, il rifinanziamento di 30 milioni di euro per uno strumento importante come quello della cambiale agraria, per consentire liquidità alle imprese che operano nel settore agricolo, dell'agriturismo e della pesca, beneficiando di credito immediato da parte di Ismea attraverso prestiti fino a 30 mila euro, a tasso zero e con limitatissime procedure burocratiche.
  Con gli interventi normativi dedicati a fronteggiare l'emergenza COVID, il Mipaaf ha provveduto a sostenere le azioni di finanziamento per le imprese agricole di Ismea con uno stanziamento complessivo di 350 milioni. A ciò si aggiungono, con il Decreto Agosto (articolo 64), 200 milioni per il 2023, 165 milioni per il 2024 e 100 milioni per il 2025. A far tempo dall'aprile 2020, l'istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare ha attivato gli strumenti emergenziali di garanzia in conformità con quanto previsto dalla normativa nazionale e dell'Unione; in particolare le coperture previste per i finanziamenti cui alle lettere c), e), p) ed m) del comma 1, articolo 13 del cosiddetto decreto Liquidità. Per quanto attiene alla lettera m), finanziamenti per liquidità immediata fino a 30 mila euro con copertura 100 per cento automatica dello Stato, alla data odierna Pag. 382sono state fornite garanzie a oltre 32 mila aziende per oltre 625 milioni di euro. Per quanto attiene alle lettere c), e) e p), che riguardano finanziamenti per liquidità ed investimenti, rinegoziazione del debito e consolidamento di passività onerose, sono state istruite oltre 800 domande per più di 200 milioni di euro. In questi casi, le percentuali di garanzia variano dall'80 per cento al 90 per cento a seconda della finalità del finanziamento e conseguentemente della specifica tipologia di garanzia attivata. L'esposizione nei confronti del sistema per il credito all'agricoltura con riferimento alla strumentazione COVID si attesta, al momento, attorno a oltre 800 milioni di euro per oltre 33 mila imprese.
  Inoltre, sempre con gli stessi provvedimenti normativi per fronteggiare l'emergenza COVID abbiamo concesso l'accesso diretto al Fondo di Garanzia gestito da Mediocredito Centrale alle imprese agricole, della pesca, dell'acquacoltura e della silvicoltura. Lo strumento è divenuto operativo dal 20 luglio scorso e, in appena quattro mesi, è riuscito a garantire quasi 905 milioni di euro di impieghi alle aziende per un totale di 7.149 operazioni andate a buon fine. Di questi, appena 83,5 milioni di euro hanno riguardato operazioni di cui alla lettera m) relative a finanziamenti pari a 30.000 euro configurandosi, pertanto, un forte interesse per operazioni finalizzate agli investimenti. I maggiori risultati sono stati sinora raggiunti in Regioni quali il Veneto (130 milioni di euro), la Toscana (120 milioni di euro), la Lombardia (103 milioni di euro), la Sicilia (84 milioni di euro), l'Emilia-Romagna (84 milioni di euro), il Piemonte (65 milioni di euro) e la Puglia (55 milioni di euro). È interesse del Mipaaf promuovere una maggiore diffusione dello strumento su tutto il territorio nazionale nonché intercedere con ABI, l'Associazione Bancaria Italiana, per far sì che lo strumento trovi accoglimento in più istituti bancari possibili.
  Per quanto attiene poi specificatamente al Decreto Mipaaf del 23 luglio 2020 sulla costituzione del pegno rotativo su prodotti agroalimentari DOP e IGP, l'Amministrazione sta attivando le attività necessarie per renderlo operativo, rendendo accessibile il sistema SIAN – il sistema informativo unificato di servizi del comparto agricolo, agroalimentare e forestale messo a disposizione dal MIPAAF – per gli operatori e le banche che intendano utilizzare questo strumento.
  Il SIAN sarà operativo in tal senso entro la fine del mese di novembre p.v.
  Queste sono azioni concrete, finalizzate a dare risposte concrete alle aspettative e ai problemi di comparti di tale rilevanza come quello agricolo e agroalimentare per arginare le conseguenze negative della più terribile crisi degli ultimi decenni.

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ALLEGATO 4

5-05021 Anna Lisa Baroni: Iniziative a sostegno del prezzo delle carni suine.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi preme anzitutto rilevare che, alla luce del forte rischio di introduzione della PSA in Italia, anche se il problema non è di stretta competenza agricola, in accordo con il Ministro della salute la Ministra Bellanova ha deciso di proporre un decreto-legge per l'adozione di un Piano nazionale, come sommatoria di piani regionali di gestione e controllo delle popolazioni di cinghiali, con le finalità di prevenire la diffusione della peste suina.
  La bozza di norma proposta non introduce nuove forme di contenimento, ma la semplice applicazione, in via preventiva, delle disposizioni che esistono già, con l'obiettivo di ridurre il rischio contagio che, per la particolare conformazione del nostro territorio, creerebbe un problema impossibile gestire.
  Ciò posto, riguardo alle disposizioni del decreto interministeriale del 6 agosto 2020 citato dall'interrogante, rilevo che l'articolo 7 comma 2 dispone espressamente che «I prodotti di cui all'articolo 2, che non soddisfano i requisiti di cui al presente decreto, immessi sul mercato o etichettati prima dell'entrata in vigore dello stesso, possono essere commercializzati fino ad esaurimento delle scorte o, comunque, entro il termine di conservazione previsto in etichetta».
  Pertanto confermo che tale tipo di commercializzazione dei prodotti già etichettati con etichette non conformi può essere praticata fino ad esaurimento delle scorte.
  Comunico intanto che, con una circolare diramata dal Ministero dello sviluppo economico, l'entrata in vigore di tale decreto è stata posticipata al 31 gennaio 2021. Questo a seguito delle richieste da parte del mondo produttivo della trasformazione per adeguare gli stabilimenti e quindi i macchinari delle etichettature.
  Riguardo al sostegno del settore suinicolo rilevo che il decreto ministeriale 23 luglio 2020 n. 9021200 «Filiere zootecniche in crisi», recante l'istituzione del «Fondo emergenziale per le filiere in crisi», prevede risorse pari a 30 milioni di euro per la filiera in questione.
  A queste vanno sommati gli interventi di decontribuzione previsti nel decreto rilancio che hanno stanziato 426 milioni di euro (e tra le filiere beneficiarie c'è anche l'allevamento), l'intervento di fondo perduto sempre previsto nel decreto rilancio, la decontribuzione prevista nel decreto ristori per il mese di novembre, la decontribuzione prevista nel decreto ristori bis per il mese di dicembre, tutte le misure di agevolazione di accesso al credito messe in piedi tramite le garanzie Ismea e fondo di garanzia, la cambiale agraria; quindi, una serie di misure che da quando è scoppiata l'emergenza coronavirus il Governo ha messo in atto e, tra i beneficiari, c'è anche questo tipo di allevamento.
  In più il Governo sta lavorando anche su dei ristori che saranno introdotti nei prossimi provvedimenti e riguarderanno il calo del fatturato, non più su un mese come era stato fatto nel decreto rilancio ad inizio pandemia, quindi calo del fatturato aprile su aprile, ma sul periodo più ampio, quasi su tutto l'anno, in modo da calibrare ancora meglio gli aiuti verso quelle imprese che hanno effettivamente subito i cali di fatturato a causa della pandemia.
  Evidenzio infine che l'attività svolta dalle Commissioni uniche nazionali relativamente al settore (in particolare Cun Suini, Cun Suinetti e Cun Tagli) costituisce uno strumento di riferimento nazionale per facilitare e garantire la formulazione, in modo regolamentato e trasparente, dei prezzi indicativi e la relativa tendenza di mercato.