CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 11 novembre 2020
469.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
ALLEGATO
Pag. 299

ALLEGATO

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (DAL N. 275/1402 AL N. 282/1445)

   TIRAMANI, BERGESIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.

  Da fonti di stampa si apprende che al programma di Rai 1 «Ballando con le stelle» avrebbe partecipato un pubblico dal vivo, anche se delocalizzato. Da un'attenta inquadratura dell'immagine si percepisce che la stessa, seppur delocalizzata, sembra non esattamente autentica ed inoltre senza il mantenimento del previsto distanziamento sociale. Da quanto risulta all'interrogante il pubblico sarebbe frutto di una «moltiplicazione» di gruppetti, registrati e che per tale attività sia stata utilizzata la società esterna Clonwerk specializzata in tecnologie audiovisive. Non risultano bandite gare di appalto per un tale servizio ed all'interrogante risulta che l'affidamento alla Clonwerk sarebbe avvenuto direttamente dal Vice direttore di rete dott. Claudio Fasulo. Come noto l'affidamento diretto, essendo una modalità di attribuzione di commesse pubbliche che deroga al principio generale della libera concorrenza, può essere usato esclusivamente nei casi in cui sussistano specifiche ragioni che le impediscano di reperire l'opera, la fornitura o il servizio sul libero mercato, o a condizioni sproporzionate.
  Come precisato dall'ANAC, nelle Linee guida per il ricorso a procedure negoziate senza previa pubblicazione di un bando, per i casi in cui una fornitura e un servizio siano effettivamente infungibili, il legislatore, comunitario e nazionale, ha previsto deroghe alla regola della selezione attraverso una selezione pubblica, considerato che l'esito di un'eventuale gara risulterebbe scontato, esistendo un unico operatore economico in grado di aggiudicarsela e, conseguentemente, l'indizione di una procedura ad evidenza pubblica determinerebbe uno spreco di tempo e di risorse.
  Naturalmente, trattandosi di una deroga alla regola della gara pubblica, occorre che l'infungibilità sia debitamente accertata e motivata nella delibera o determina a contrarre dell'amministrazione, nel pieno rispetto dei principi di economicità, efficacia, tempestività e correttezza, ovvero dei principi di concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza e proporzionalità: la scelta di tale modalità richiede un particolare rigore nell'individuazione dei presupposti giustificativi, da interpretarsi restrittivamente, ed è onere dell'amministrazione committente dimostrarne l'effettiva esistenza (Corte di giustizia europea sentenza 8 aprile 2008, causa C-337/05).
  Vista la gravità dell'episodio riportato, alla Società concessionaria si chiede:

   se effettivamente il pubblico in studio fosse virtuale e duplicato, nonché se effettivamente sia stato affidato alla società Clonwerk senza gara di appalto un servizio per realizzazione virtuale di tale prestazione ed infine, quali siano stati i presupposti di accertamento del criterio di infungibilità.

(275/1402)

  RISPOSTA. – In merito alla interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi forniti dalla Direzione di Rai 1.
  In premessa si ritiene opportuno evidenziare che la situazione emergenziale Covid-19 ha determinato e determina una situazione di oggettiva difficoltà e incertezza per tutte le imprese, comprese quelle radiotelevisive. L'andamento dei contagi non ha reso e non rende possibile predeterminare con il dovuto anticipo le effettive modalità di realizzazione dei programmi, considerato che la situazione epidemiologica è in continua evoluzione. Pag. 300
  Questa situazione di incertezza ha inevitabilmente creato e crea gravi difficoltà nella realizzazione dei programmi radiotelevisivi e nell'approntamento delle relative misure di sicurezza. In tale contesto, in vista della ripartenza delle produzioni autunnali, Rai ha avviato una valutazione di fattibilità sulla presenza in studio del pubblico, garantendone al contempo la massima sicurezza.
  Dal punto di vista editoriale, infatti, l'assenza di pubblico, seppur minimo, nelle trasmissioni di intrattenimento impoverisce lo spettacolo e disorienta l'artista, che si esibisce senza un interlocutore indispensabile, che risponde con immediatezza, trasferendo entusiasmo ed emozione. Il pubblico in studio è il naturale elemento di confronto, è l'interlocutore che «trasmette e riporta» il sentiment del pubblico a casa, è l'imprescindibile rimbalzo, quello che i teorici di comunicazione chiamano la «quarta parete», la più importante per un artista.
  È inoltre opportuno ricordare che – a livello normativo – l'art. 49-ter del d.lgs. 177/2005, introdotto dalla Legge 220/2015 (Legge di Riforma Rai) stabilisce espressamente che, a prescindere dall'infungibilità del fornitore, sono esclusi dall'applicazione delle procedure di gara ordinarie previste dal Codice dei contratti pubblici (cioè oggi il d.lgs. 50/2016, che ha sostituito il d.lgs. 163/2006) tutti i contratti aventi ad oggetto, tra l'altro, la produzione e lo sviluppo di programmi e opere audiovisive nonché i contratti a questi connessi, collegati o funzionali purché, questi ultimi, al di sotto della soglia comunitaria.
  Il contratto con la società Clonwerk oggetto dell'interrogazione – avendo innegabilmente ad oggetto un servizio finalizzato alla realizzazione di programmi radiotelevisivi – ricade, quindi, nell'esclusione sopra menzionata ed il relativo affidamento non è soggetto alle procedure di gara ordinarie.
  Ma anche ove l'affidamento fosse stato soggetto alle ordinarie procedure di gara, sarebbe stato disciplinato dal decreto-legge 76/2020, emanato proprio in considerazione delle difficoltà connesse al periodo emergenziale in atto e convertito, con modificazioni, dalla legge 120/2020 (Decreto Semplificazioni). L'art. 1, co.2, lett. a) del Decreto Semplificazioni prevede infatti l'affidamento diretto quale modalità di affidamento di servizi e forniture di importo inferiore a € 75.000, anche a prescindere dall'infungibilità del fornitore.
  Tutto ciò premesso, si ritiene utile descrivere brevemente l'iter di contrattualizzazione della società in questione. Nel corso della valutazione di fattibilità sulla presenza del pubblico in studio, in data 8,439/2020 Rai 1 ha ricevuto una proposta innovativa da parte della Clonwerk, azienda da anni iscritta all'Albo Fornitori Rai, con grande esperienza principalmente nel settore grafico, di provata capacità e serietà. La soluzione innovativa proposta permette di restituire una platea omogenea e unita, attraverso l'utilizzo di un software di rielaborazione e compositing delle immagini in real-time girate in uno studio remoto, nel rispetto di parametri editoriali e artistici predeterminati e di tutte le necessarie norme di sicurezza.
  La Rete ha quindi provveduto all'analisi del progetto presentato da Clonwerk, anche attraverso apposita verifica di carattere tecnico-editoriale e con il supporto della competente Direzione Produzione TV, e lo ha valutato positivamente. Inoltre, tenendo conto dell'ormai imminente partenza di alcuni programmi di punta – tra cui «Tale e quale» (in onda dal 18/09) e «Ballando con le Stelle» (in onda dal 19/09) – in considerazione del fatto che la soluzione proposta è stata immediatamente disponibile, la Rete ha fatto pervenire a Direzione Produzione TV, a metà settembre, la richiesta di contrattualizzazione della società Clonwerk.
  La Direzione Produzione TV, in data 17/09/2020, ha inoltrato a Direzione Acquisti la richiesta urgente di contrattualizzazione del fornitore determinato Clonwerk per un importo massimo inferiore a € 75.000, trasmettendo altresì apposita dichiarazione con la quale il fornitore certificava, tra l'altro, di essere l'unico titolare sul mercato della soluzione innovativa «Remote Pag. 301 Audience», di immediata disponibilità.
  Il contratto sottoscritto da Rai con la società Clonwerk prevede, tra l'altro, apposita clausola con cui il fornitore si è obbligato a rispettare, oltre a tutta la normativa nazionale, regionale e locale emanata per fronteggiare l'emergenza epidemiologica Covid-19, anche gli specifici Protocolli condivisi sottoscritti dal Governo con le Parti sociali per il contenimento del contagio, nella piena contezza, altresì, delle procedure di sicurezza emanate da Rai nel periodo emergenziale.
  Nella realizzazione delle attività contrattuali il fornitore ha garantito, tra l'altro, il mantenimento del prescritto distanziamento fisico: infatti, le immagini andate in onda non sono «reali» ma frutto di rielaborazione e compositing software al fine di assicurare una miglior «resa artistica» del programma.

   MANTOVANI, AIROLA – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI — Premesso che:

   nella prima serata dello scorso martedì 22 settembre, su Rai2 è andata in onda la prima puntata della trasmissione: «Un'ora sola Vi vorrei» del cabarettista Enrico Brignano;

   nel corso di uno degli sketch dedicato al referendum costituzionale tenuto il 20 e 21 settembre 2020, l'attore ha inscenato un monologo davvero avvilente, deformante e offensivo sia nei confronti delle donne, anche di coloro che svolgono la funzione parlamentare, sia nei confronti dei collaboratori parlamentari;

   è stata perpetrata una palese discriminazione nei confronti delle donne, le quali, agli occhi del comico, sono necessariamente delle mantenute dei parlamentari, con tutto ciò che deriva da questa identificazione. Le mogli dei parlamentari attenderebbero a casa i soldi dei mariti per acquistare borsette, andare dall'estetista e farsi fare i massaggi;

   il cabarettista ha quindi proseguito ridicolizzando i collaboratori parlamentari, chiamandoli ripetutamente e unicamente con il termine dispregiativo di «portaborse». Si è detto dispiaciuto del fatto che, avendo – a suo dire – ogni parlamentare minimo tre dipendenti che di mestiere «portano le borse», dopo l'esito del referendum questi dipendenti resteranno senza lavoro. E si è domandato: «a chi porteranno le borse se i deputati non ci sono più?» Ha quindi concluso dichiarando che questi lavoratori si troveranno disoccupati e ha infine proposto: «Dovranno andare per forza davanti ai supermercati per portare le borse delle signore anziane»;

   considerato che:

    lo sketch del cabarettista, andato in onda sulle reti del servizio televisivo pubblico, non tiene in alcuna considerazione la crescente partecipazione delle donne italiane al Governo e nelle istituzioni politiche e parlamentari, passata dal 5% del 1948 al 35% del 2018. Inoltre sono state utilizzate banali, offensivi e ripetitivi stereotipi contro le donne, i cui diritti negli ultimi anni sono stati salvaguardati attraverso politiche volte a garantire le pari opportunità e combattere ogni forma di discriminazione basata sul genere;

    per quanto attiene ai collaboratori parlamentari, sono state svilite le loro competenze in termini di esperienza ma anche e soprattutto in termini di professionalità, costruita con anni di studio e approfondimento. Tale categoria risulta, per altro, priva ad oggi di una regolamentazione propria, necessaria per definire in maniera puntuale la tutela dei diritti e i doveri da osservare da parte di tutti quei professionisti che sono quotidianamente impegnati nel coadiuvare le attività di deputati e senatori;

    il nostro ordinamento riconosce il diritto di satira, che non può però ledere la dignità delle persone oggetto di gesti lesivi o affermazioni denigratorie, come accaduto nel corso della trasmissione per donne e collaboratori parlamentari;

   si chiede di sapere:

    quali siano le valutazioni degli interrogati in merito ai fatti esposti in premessa e Pag. 302se non intendano stigmatizzare l'episodio, in modo da evitare ulteriori forme di lesione della dignità delle donne e della professionalità dei collaboratori parlamentari sulle reti del servizio televisivo pubblico.

(276/1415)

  RISPOSTA. – In merito alla interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni delle competenti strutture aziendali.
  In premessa si ritiene opportuno evidenziare che il programma «Un'ora sola vi vorrei» è un format inusuale di un'ora sola di comicità, che parte da episodi di attualità della settimana e si sviluppa sotto la lente dell'ironia e della satira di costume che hanno reso celebre Brignano.
  Il carattere marcatamente ironico e satirico di questo intrattenimento è reso ancor più evidente dalla parte finale del programma, l'appuntamento «sotto le coperte» con la moglie – nella vita e nel programma – di Enrico Brignano, l'attrice Flora Canto, che tra un battibecco e uno sberleffo, riepiloga la puntata facendo per una volta di Brignano stesso una «vittima» d'ironia.
  In linea generale occorre poi ricordare che su questo genere si è espressa anche la giurisprudenza affermando che «la peculiarità della satira, che si esprime con il paradosso e la metafora surreale, la sottrae al parametro della verità e la rende eterogenea rispetto alla cronaca; a differenza di questa che, avendo la finalità di fornire informazioni su fatti e persone, è soggetta al vaglio del riscontro storico, la satira assume i connotati dell'inverosimiglianza e dell'iperbole, per destare il riso e sferzare il costume» (Cassazione, 8 novembre 2007, n. 23314).
  In conclusione, le affermazioni di Enrico Brignano sulle mogli dei politici o sui loro collaboratori non hanno avuto alcun intento offensivo e devono essere lette nell'ottica della satira e dell'ironia proprie dell'intera trasmissione.

   MULÈ. — Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai — Per sapere, – premesso che:

   lo scorso 29 settembre è andata in onda su Rai5 dalle 15:45, nella fascia pomeridiana, l'opera teatrale il «Girotondo» in cui si sono susseguite scene di erotismo fino ai confini della pornografia;

   a destare evidenti perplessità è il fatto che siano stati trasmessi, proprio sul canale dell'azienda pubblica dedicato alla cultura, amplessi e incontri amorosi che non lasciano nulla all'immaginazione in un orario – quello delle 16:00 – in piena fascia protetta e della c.d. «televisione per tutti»;

   a ciò si aggiunga che il programma è stato mandato in onda senza alcun tipo di avvertenza e di sistema di segnalazione volto ad indicare la non adeguatezza della visione del film da parte del pubblico di minori;

   l'articolo 34, comma 1, del Testo unico della radiotelevisione (d.lgs. 31 luglio 2005, n. 177) stabilisce il divieto per «le trasmissioni che, anche in relazione all'orario di diffusione, possono nuocere gravemente allo sviluppo fisico, psichico o morale dei minori o che presentano scene (...) pornografiche, salve le norme speciali per le trasmissioni ad accesso condizionato (...) che comunque impongano l'adozione di un sistema di controllo specifico e selettivo»;

   il medesimo articolo 34, al comma 3, prevede altresì che «le emittenti televisive ed i fornitori di contenuti, salvo quanto previsto dall'articolo 4, comma 1, lettera b), sono tenute ad osservare le disposizioni a tutela dei minori previste dal Codice di autoregolamentazione Tv e minori»;

   il paragrafo 3.1 del Codice Tv e minori prevede che «le imprese televisive si impegnano a dedicare nei propri palinsesti una fascia “protetta” di programmazione, tra le ore 16:00 e le ore 19:00, idonea ai minori con un controllo particolare sia sulla programmazione sia sui promo, i trailer e la pubblicità trasmessi»;

   l'Agcom con Delibera n. 197/08/CSP in merito alla trasmissione in fascia oraria di «televisione per tutti» di una pellicola con scene di sesso ha rilevato che nel caso di specie il film (...) incentrato su una storia di sesso e di potere, mostra fin dalle prime battute (...) contenuti e scene a carattere Pag. 303erotico e risulta, nella sua interezza, non idoneo alla visione da parte di un pubblico di minori e nocivo al loro sviluppo, tenuto conto sia dell'orario di messa in onda (fascia orario c.d. della televisione per tutti), sia della mancata adozione di avvertenze e di sistemi di segnalazione volti a indicare la non adeguatezza della visione del film da parte del pubblico di minori. Per tali ragioni, l'Agcom ha rilevato la sussistenza della violazione dell'articolo 4, comma 1, lettera b) del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 e del Codice di autoregolamentazione tv e minori, paragrafi 2.2, lettera b) e 2.4 in combinato disposto con l'art. 34 del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 –:

   se i vertici Rai siano a conoscenza di quanto riportato in premessa;

   quali iniziative i vertici Rai intendano adottare al fine di evitare la trasmissione di programmi televisivi che in relazione all'orario di diffusione propongono ai telespettatori scene che possono nuocere gravemente allo sviluppo fisico, psichico o morale dei minori.

(277/1416)

  RISPOSTA. – In merito alla interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi forniti dalla Direzione di RaiCultura.
  In premessa si ritiene opportuno evidenziare che la programmazione pomeridiana del teatro su Rai 5, da marzo ad oggi ha permesso di offrire con continuità agli spettatori del Servizio pubblico centinaia di titoli di prosa. Grazie al patrimonio delle Teche Rai sono stati proposti percorsi di lettura dedicati ad autori – dagli antichi greci a Pirandello – a periodi storici – dall'Ottocento Russo alla drammaturgia tedesca del Novecento.
  In merito alla questione sollevata dall'interrogazione si rappresenta che, nell'ambito di questo ciclo, c'è stato un disguido tecnico a causa del quale è andata in onda la prima parte di una versione di «Girotondo» di Schnitzler diversa da quella programmata. Il titolo scelto per la messa in onda il 29 settembre in quell'orario era lo stesso, ma nell'allestimento di Enzo Muzzi con Ottavia Piccolo, Laura Morante, Lina Sastri, Sergio Castellitto, Corrado Pani, Roberto Herlitzka del 1980. La messa in scena trasmessa erroneamente – più adatta a una seconda serata – è stata quella progettata da Massimo Castri nel 1986. Si tratta di una rappresentazione che, pur non presentando scene di nudo e non scivolando mai nel pornografico, risulta più diretta nell'interpretazione di una serie di relazioni amorose di cui si denuncia l'ipocrisia e il cinismo. Ambientato nella Vienna della crisi tra i due secoli continua ad essere un atto d'accusa contro la mancanza di sentimenti profondi nei rapporti tra i generi.
  A seguito del disguido nella trasmissione è stata immediatamente attivata una istruttoria interna per accertarne i motivi: è emerso un errore tecnico negli archivi informatici della Rai a causa del quale le due versioni della rappresentazione sono state archiviate con la stessa data di ultima messa in onda e di identificazione.
  Il sistema ha pertanto trasmesso la rappresentazione «sbagliata» e non quella oggetto di scelta editoriale.
  Ovviamente sono stati subito presi gli adeguati provvedimenti per la correzione degli archivi, al fine di scongiurare il ripetersi di analoga situazione, ed è stata immediatamente cancellata dal palinsesto la programmazione della seconda parte della rappresentazione, pianificata per il giorno seguente.

   CAPITANIO, BERGESIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI, TIRAMANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai — Premesso che

   nella puntata di domenica 4 ottobre della trasmissione «Che tempo che fa», condotta su Rai 3 da Fabio Fazio, è stato ospite Nicola Zingaretti Segretario del Partito Democratico;

   durante la trasmissione il conduttore ha intervistato l'esponente della maggioranza mentre erano ancora in corso le consultazioni elettorali amministrative per i ballottaggi e con i seggi elettorali aperti uno dei leader della maggioranza ha avuto Pag. 304la possibilità di influenzare gli elettori senza alcun confronto o punto di vista alternativo al proprio;

   considerato che:

    con delibera del 22 luglio 2020 la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha disposto che «Nel periodo di vigenza della presente delibera, i notiziari diffusi dalla RAI e tutti gli altri programmi a contenuto informativo debbono garantire la presenza paritaria, coerentemente con quanto previsto dall'articolo 5 della legge n. 28 del 2000, dei soggetti politici di cui all'articolo 3 della presente delibera, uniformandosi con particolare rigore ai criteri di tutela del pluralismo, della completezza, della imparzialità, della obiettività, dell'equilibrata rappresentanza di genere e di parità di trattamento tra le diverse forze politiche, evitando di determinare, anche indirettamente, situazioni di vantaggio o svantaggio per determinate forze politiche»;

    sarebbe quindi auspicabile negli spazi informativi della concessionaria del servizio pubblico il rispetto del principio del pluralismo, attraverso un corretto equilibrio nella narrazione degli avvenimenti politici e un'attenzione al bilanciamento delle diverse voci e opinioni;

    vista la gravità dell'episodio riportato, alla Società concessionaria si chiede:

     di fornire delle spiegazioni rispetto a quanto esposto in premessa, e se non ritenga opportuno attivarsi affinché – pur nel rispetto della libertà editoriale garantita a ciascun programma, sia esso di informazione o di intrattenimento – non siano veicolati messaggi politici unilaterali e di parte, specie se correlati alle prossime tornate elettorali.

(279/1426)

  RISPOSTA. – In merito alla interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni delle competenti strutture aziendali.
  Nella puntata di «Che tempo che fa» oggetto dell'interrogazione, l'intervento in collegamento del segretario del Partito Democratico Zingaretti non ha presentato alcun riferimento ai ballottaggi in corso in alcune zone circoscritte del territorio nazionale. L'intervista ha toccato diversi temi di attualità nazionale tra cui l'abolizione dei decreti sicurezza, l'utilizzo del recovery fund, la rimodulazione del reddito di cittadinanza, la modifica della legge elettorale, ma soprattutto i provvedimenti in materia di Covid: emergenza scuola, obbligo di mascherine, test salivare sugli studenti, vaccino antinfluenzale.
  Le considerazioni sopra riportate vanno pertanto inquadrate nell'ambito della delibera approvata dalla Commissione il 22 luglio scorso che all'articolo 1, comma 3, prevede che «Le trasmissioni RAI relative alla presente tornata elettorale di cui all'articolo 2, che hanno luogo esclusivamente in sede regionale, sono organizzate e programmate a cura della Testata Giornalistica Regionale, ove sia previsto il rinnovo di un consiglio comunale di un capoluogo di provincia».

   MULÈ, BOND. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della Rai — Per sapere – premesso che,

   nel corso dei telegiornali della Rai di martedì 13 ottobre 2020, in particolare nel TG1 delle 20.00, è stata data notizia degli esiti di uno studio condotto dalla Fondazione Isi di Torino secondo il quale la Provincia di Belluno sarebbe il territorio più contagiato d'Italia per il numero di casi recentemente registrati ella presenza di Covid-19 nella popolazione;

   da quanto si apprende dagli organi di stampa lo studio ha svolto una semplicistica elaborazione statistica mettendo in relazione il numero dei casi di infezione accertati nella Provincia con la sua popolazione ed ha elaborato delle ipotesi statistiche sul possibile rischio di diffusione del contagio;

   questo ha permesso ai telegiornali della RAI di connotare non solo il territorio Pag. 305bellunese come il più infetto d'Italia, ma anche di considerarlo come il più contagioso, perché è stata data una ampia diffusione ai contenuti del modello matematico scelto dall'istituto per indicare, in astratto, le dinamiche del rischio di diffusione del virus in base al semplice dato statistico;

   la modalità di approccio alla notizia e i contenuti connotativi con i quali essa è stata diffusa sono indice di una scarsa attenzione che ha avuto la fonte di informazione verso la questione trattata. In primo luogo perché il dato statistico prescinde dal livello di prevenzione che applicato nel territorio e dal numero dei tamponi che sono stati effettuati nell'ultimo periodo. Per cui anche se statisticamente la Provincia di Belluno registra un numero elevato di positivi al Covid 19, ciò va imputato in particolar modo al fatto che il sistema sanitario locale è particolarmente attivo nelle attività di prevenzione;

   inoltre va osservato che il riferimento acritico a questo dato è stato presentato come un indice di pericolosità del territorio per effetto dell'applicazione di un ulteriore rapporto matematico, meramente astratto, di calcolo della possibile diffusione del contagio;

   in tal modo si è attribuita a priori alla Provincia di Belluno, con un'economia di particolare vocazione turistica, una patente negativa a fronte del fatto che è invece in corso da parte delle autorità sanitarie locali una serrata attività di prevenzione per assicurare una stagione invernale sicura non solo per i residenti ma anche per gli ospiti;

   il fatto di scambiare per certezza a quello che invece costituisce il riscontro di uno studio che fotografa solo in parte la realtà, ha comportato la diffusione di una immagine del territorio pessima e non veritiera, che costituisce un grave pregiudizio per l'economia del territorio locale soprattutto in questo periodo nel quale sta prendendo avvio la stagione turistica invernale, particolarmente importante in questo periodo visto che a gennaio 2021 si svolgeranno a Cortina i mondiali di sci alpino nella prospettiva olimpica del 2026 –:

   se i vertici della concessionaria pubblica non ritengano opportuno intervenire sulle modalità con cui sono realizzate e verificate le notizie diffuse, in particolare nelle trasmissioni informative, nonché come in tale ambito sia osservato il principio della completezza dell'informazione, al fine di evitare che la diffusione di dati parziali non si risolva in un danno all'immagine e all'economia dei territori oggetto di distorta attenzione.

(280/1437)

  RISPOSTA. – In merito alla interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni della testata del Tg1.
  Il dottor Michele Tizzoni è un ricercatore della fondazione ESI di Torino che ha messo in rete una piattaforma per analizzare il legame tra Covid ed eventi collettivi.
  La piattaforma mostra una stima del rischio di essere esposti al virus SARS-CoV-2 sulla base del numero di persone che partecipano ad un evento. Il rischio è espresso come la probabilità che almeno un individuo positivo sia presente all'evento. Lo studio/piattaforma non calcola la probabilità di contrarre l'infezione da virus SARS-CoV-2, ma solo di essere ad un evento dove almeno un altro individuo è virus SARS-CoV-2 positivo. Questo rischio ovviamente aumenta all'aumentare della dimensione dell'evento.
  La piattaforma non calcola il rischio di contrarre la malattia, quindi di essere contagiati, perché il contagio dipende da molti altri fattori quali la durata dell'evento, Io spazio in cui si svolge e le misure di precauzione come mascherine e distanziamento. L'esempio spiegato durante il collegamento mostra questa differenza.
  I dati presenti sulla piattaforma si basano unicamente sui dati ufficiali riportati giornalmente dalla Protezione Civile, poiché le percentuali di rischio calcolate, che sono poi quelle citate durante il servizio, riflettono soltanto il numero di nuovi infetti individuati in ogni provincia proprio dalla Protezione Civile: maggiore è il numero di Pag. 306nuovi casi, maggiore è il rischio associato ad un evento di qualsiasi dimensione in una data provincia.
  Infine, la piattaforma è dinamica e fotografa la situazione in base alle condizioni presenti ad una certa data (usando i dati giornalieri della protezione civile), ma non fornisce alcuna indicazione previsionale e non ha lo scopo di fare previsioni su andamenti futuri dell'epidemia, che dipenderanno da misure individuali e strategie di contenimento delle autorità. I numeri indicati durante il collegamento riflettevano pertanto le condizioni alla data del 13 ottobre e sono soggetti a cambiamenti quotidiani, tanto è vero che già il 14 ottobre la provincia più colpita risultava essere quella di Genova.

   ANZALDI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato Rai — Premesso che

  Nella puntata di venerdì 16 ottobre, la trasmissione «I Fatti Vostri» su rai2 ha dedicato un approfondimento alla drammatica vicenda del Forteto, una cooperativa agricola teatro di maltrattamenti e violenze nei confronti di minori per i quali sono stati condannati i fondatori della comunità.
  In un servizio che ha ripercorso la vicenda giudiziaria del Forteto sono state inserite immagini di Don Lorenzo Milani e della Scuola di Barbiana, che nulla hanno a che vedere né con il Forteto né con eventuali abusi. Don Milani rappresenta un simbolo per l'insegnamento nel nostro Paese e la sua scuola un esempio di emancipazione, conoscenza, difesa dei diritti degli ultimi.
  La Fondazione Don Lorenzo Milani, in un comunicato stampa, ha parlato di «illogica, inopportuna e diffamatoria associazione di due esperienze totalmente distinte e distanti nel tempo, nei modi, nei contenuti e soprattutto nei valori. Che si tratti di un errore o di una intollerabile strumentalizzazione, un'associazione cinica e barbara figlia della superficialità e soprattutto non consona alla Tv di Stato».

  Si chiede di sapere:

   quanti dirigenti vigilano sulla trasmissione «I Fatti vostri» e la relativa fascia oraria di messa in onda su Rai2;

   quali provvedimenti verranno presi per il gravissimo errore commesso sull'associazione di Don Milani agli abusi del Forteto;

   chi pagherà nel caso la Fondazione Milani presentasse denuncia per diffamazione, come si presume dal comunicato stampa ufficiale che ha diffuso, e se non sia doveroso far pagare direttamente ai dirigenti responsabili della mancata vigilanza sul servizio andato in onda, invece di gravare sui soldi dei cittadini che pagano il canone.

(281/1439)

  RISPOSTA. – In merito alla interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni della direzione di Rai 2.
  Venerdì 16 ottobre 2020, nel corso del programma «I fatti vostri» è stata trattata la drammatica vicenda del Forteto e, all'interno di una scheda riassuntiva di 2 minuti, alcune immagini di repertorio di Don Lorenzo Milani sono andate in onda pur se per 6 brevi secondi, montate fuori contesto per un errore materiale, a copertura del commento di un fatto di cronaca per nulla inerente. Nel testo della scheda, infatti, non si faceva alcun riferimento alla figura o all'opera di Don Milani. Nel merito, si fa presente che l'errore è stato del tutto involontario ed è da ascriversi principalmente ad una serie di concause organizzative: va infatti inquadrato nel contesto di un programma quotidiano (che mai, in passato, era incappato in «incidenti» di questo tipo) della durata di quasi due ore, che produce una gran messe di contributi, interviste e immagini, fatto per di più con parte del personale in smart working, con le ben note difficoltà di relazione tra i vari reparti della redazione. Inoltre, la dirigente capostruttura responsabile del programma aveva appena lasciato il servizio per raggiunti limiti di età ed era stata temporaneamente sostituita da un altro dirigente che, fra le altre incombenze, fa parte anche della task force aziendale per il contrasto e la prevenzione al covid-19.
  Nell'ottica di rimediare tempestivamente all'errore commesso, a fronte dei suddetti 6 Pag. 307secondi di immagini, la rete ha ritenuto di dedicare un lungo segmento alla figura di Don Milani nel primo spazio disponibile nel programma, con la testimonianza appassionata di Paolo Landi, uno dei ragazzi di Barbiana. Nei 17 minuti di spazio dedicato, è stato approfondito il ruolo di Don Milani nell'emancipazione dei ragazzi della scuola da lui fondata, ma anche l'importanza di quella esperienza per l'evoluzione stessa della scuola italiana e dei giovani del nostro Paese. Si è parlato delle traversie del «Prete scomodo» e del suo rapporto con la Chiesa di Roma. Soprattutto si è dato spazio, attraverso il racconto del Landi, al metodo educativo di Don Lorenzo Milani, alla centralità data ai ragazzi, alla sua capacità di coinvolgere i figli delle classi svantaggiate sui grandi temi attraverso l'analisi critica dei quotidiani, allo studio delle lingue, fatto con metodi assolutamente avveniristici per l'epoca, alla esegesi della «Parola». Si è anche parlato di «Lettera ad una Professoressa» e del valore e peso che ha avuto quel testo nella formazione di generazioni di studenti ed educatori. Il ricordo di Don Milani si è chiuso con le immagini della visita di Papa Francesco alla sua tomba e le parole di apprezzamento e stima che Papa Bergoglio, in quella occasione, ha pronunciato nei confronti del prete di Barbiana.

   CAPITANIO, BERGESIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI, TIRAMANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.

  All'indomani della trasmissione del servizio intitolato «Mogli, camici e cavalli dei paesi tuoi» nel corso della puntata di Report di lunedì 20 ottobre, sul profilo Facebook del medesimo programma sono stati pubblicati diversi estratti del servizio.
  Sotto tali post alcuni utenti hanno pubblicato dei commenti che contengono offese ed insulti molto gravi indirizzati ai soggetti protagonisti del servizio (quale, in particolare, il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana). Taluni commenti, oltreché essere lesivi dell'onorabilità dei soggetti cui sono riferiti, contengono frasi ingiuriose e calunniose potenzialmente perseguibili a norma di legge (a titolo di esempio: «indegni, mafiosi, corrotti»; «la vostra salute è gestita da incapaci, corrotti e senza scrupoli»). Rispetto a tali commenti non risulta, ad oggi, fatta alcuna moderazione da parte dei soggetti amministratori della pagina «Report Rai 3».
  Al netto delle doverose guarentigie riconosciute alla libertà di espressione, trattandosi di una pagina social riferibile ad un programma del servizio pubblico radiotelevisivo, appare quanto mai opportuno che un controllo sia effettuato rispetto ai commenti lasciati sotto ai post di volta in volta pubblicati, così da evitare – come nel caso di specie – che la pagina Facebook di un programma Rai si trasformi in un coacervo di odio e insulti in libertà.
  Alla luce di quanto esposto fin qui, alla Società Concessionaria si chiede:

   se non intenda attivarsi affinché i commenti offensivi citati in premessa siano tempestivamente rimossi;

   se e quali iniziative intenda adottare affinché sulle pagine social ufficiali dei programmi Rai sia effettuata una costante ed adeguata moderazione dei contenuti pubblicati dagli utenti.

(282/1444)

  RISPOSTA. – In merito alla interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni della direzione di Rai 3.
  In premessa si ritiene opportuno evidenziare che la policy aziendale in materia di utilizzo dei social non prevede l'obbligo di una moderazione dei commenti per chi gestisce gli account dei programmi.
  Nello specifico, Report adotta ovviamente delle cautele, ma occorre sottolineare che, per la natura stessa del programma e per i suoi contenuti editoriali, ogni giorno i suoi profili social raccolgono migliaia di commenti che è impossibile controllare integralmente. Molti di questi, è bene sottolinearlo, sono anche di critica aspra (quando non insulti) al programma stesso e ai suoi giornalisti.
  Ogni commento è comunque riconducibile a un account e quindi a una persona, che risponde essa stessa civilmente e penalmente Pag. 308 di quel che scrive, sollevando dunque sia la redazione che l'azienda da ogni responsabilità.
  Purtroppo, la rete accoglie indiscriminatamente ogni tipo di esternazione e la velocità che la caratterizza non rende possibile il controllo di tutti i messaggi che essa veicola. La responsabilità resta pertanto in capo al singolo, come è accaduto – a titolo esemplificativo – quando alcuni profili di partiti o di singoli esponenti politici ospitarono gli insulti di alcuni utenti Facebook nei confronti del Presidente della Repubblica Mattarella. In quel caso la magistratura ha perseguito i singoli utenti e non i titolari dei profili, seppur ricoprissero cariche o ruoli pubblici.
  In ogni caso, a prescindere dalle policy aziendali e da quanto determinato dalla legge, Report si impegnerà a porre la massima attenzione sulla qualità dei commenti che verranno raccolti sui propri profili social, soprattutto a tutela dell'immagine del programma e della Rai.

   TIRAMANI, BERGESIO, CAPITANIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.

  Premesso che sabato 24 ottobre scorso, su Rai1, sorprendentemente, non è andata in onda la puntata del programma di intrattenimento «Italia Sì». Ad annunciare la notizia – escludendo da subito ipotesi di casi covid – è stato lo stesso conduttore sul proprio profilo Twitter poco dopo le 16.20.
  Da quanto appreso da fonti stampa il motivo alla base della cancellazione improvvisa della puntata del programma del sabato pomeriggio di Rai1 sarebbe legato allo stato di agitazione del centro di produzione di Roma.
  Si tratterebbe, da quanto riportato da fonti stampa, di una iniziativa che si preannuncia non essere limitata alla sola giornata di sabato e che dovrebbe vedere il 4 novembre prossimo uno sciopero di 24 ore.
  La gestione della vicenda in oggetto nonché quella ancora più grave della paventata chiusura di Rai Sport sollevano dubbi sulla dilettantistica gestione del canale da parte della direzione di rete e più in generale dell'intera azienda da parte dell'Amministratore Delegato.
  Ai sensi dell'art. 20 del Contratto di servizio «la Rai è tenuta, altresì, ad adottare criteri tecnici ed economici di gestione idonei a consentire il raggiungimento di obiettivi di efficienza aziendale e di razionalizzazione del proprio assetto organizzativo. Nell'ottica di una gestione ispirata a criteri di efficienza, la Rai si impegna a potenziare, secondo criteri di economicità, la capacità dei propri centri di produzione e persegue altresì l'obiettivo di un adeguato ritorno sul capitale e sugli investimenti, tenendo conto anche delle condizioni del mercato di riferimento»
  Vista la gravità dell'episodio riportato, alla Società concessionaria si chiede:

   se sia a conoscenza di quanto sopra esposto, e quali urgenti iniziative intenda porre in essere al fine che non si ripetano ulteriori episodi come quello avvenuto il 24 ottobre scorso.

(282/1445)

  RISPOSTA. – In merito alla interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi informativi sulla base delle indicazioni delle competenti strutture aziendali.
  In premessa si ritiene opportuno confermare che, come ipotizzato nella interrogazione in oggetto, la puntata di Italia si del 24 ottobre non è andata in onda a causa dello stato di agitazione del Centro di Produzione di Roma.
  A tal proposito appare utile riepilogare gli aspetti formali relativi alla trattazione dello sciopero.
  Innanzi tutto, con comunicazione del 13 ottobre 2020, la RSU di Roma – Produzione ha proclamato una iniziativa di sciopero avente ad oggetto il blocco degli straordinari e delle prestazioni accessorie dal 24 ottobre 2020 al 22 novembre 2020 e l'astensione dal lavoro per l'intera giornata del 4 novembre 2020.
  A seguito della proclamazione, è stata data la prevista informativa all'utenza e sono state coinvolte tutte le Direzioni editoriali e realizzative interessate, per valutare gli impatti sulla programmazione. Pag. 309
  Sono state inoltre svolte diverse riunioni con il soggetto proclamante, sia per esperire il tentativo di conciliazione preventivo previsto dal vigente accordo in materia di sciopero, sia successivamente alla proclamazione.
  Tali ultime riunioni hanno portato infine alla sottoscrizione di un accordo in data 29 ottobre 2020, a seguito del quale l'iniziativa di sciopero è stata revocata a partire dal 30 ottobre 2020.