CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 5 novembre 2020
465.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-04944 Lacarra: Iniziative per la tutela dei lavoratori dell'ex Gruppo Mercatone Uno.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante richiama l'attenzione del Governo in merito alla situazione produttiva e occupazionale dell'ex gruppo Mercatone Uno in Amministrazione Straordinaria.
  Al riguardo, voglio preliminarmente ricordare che i Commissari straordinari della procedura di amministrazione straordinaria delle società dell'ex Gruppo Mercatone Uno, dopo aver contattato n. 144 Società, di cui n. 52 Italiane e n. 92 straniere, hanno avviato trattative con l'esiguo numero di soggetti effettivamente interessati all'acquisto, all'esito delle quali, peraltro influenzate negativamente dalla situazione emergenziale sanitaria in atto, essi hanno perfezionato e stanno tuttora perfezionando la cessione di alcuni Punti di Vendita a terzi; tali attività hanno consentito, sinora, di salvaguardare oltre 200 posti di lavoro, al netto delle sopravvenute rinunce di numerosi Lavoratori al trasferimento dei propri rapporti di lavoro a detti cessionari.
  Ciò premesso, posso riferire che in data 5 ottobre 2020, i commissari straordinari della Società hanno presentato alla Direzione Generale competente del Ministero che rappresento una richiesta di esame congiunto della situazione aziendale finalizzato – ai sensi dell'articolo 44 del decreto-legge n. 109 del 2018 – alla concessione del trattamento straordinario di integrazione salariale (CIGS) per crisi aziendale per cessazione di attività, in favore dei lavoratori, amministrativamente in carico presso la sede di Imola (BO) e presso i Punti di Vendita (PDV).
  A fronte di tale richiesta, il Ministero del lavoro ha provveduto a convocare le Parti per un incontro che si terrà, il 16 novembre p.v., in modalità video conference (stante l'attuale situazione emergenziale).
  I Commissari Straordinari, infatti, stante l'imminente scadenza dei termini di esecuzione del programma della procedura di amministrazione straordinaria, prorogato di 6 mesi, sino al 23 novembre 2020, dall'articolo 51 del decreto-legge 19 maggio 2020 n. 34 (cosiddetto Decreto Rilancio) e della correlata CIGS, prevista dall'articolo 7, comma 10-ter, della legge n. 236 del 1993, con lettera del 5 ottobre 2020 ed integrazione del 3 novembre 2020, hanno tempestivamente richiesto, a decorrere dal 24 novembre 2020 e per la durata di 12 mesi, l'intervento straordinario di integrazione salariale per cessazione di attività previsto dall'articolo 44 del decreto-legge n. 109 del 2018 (cosiddetto Decreto Genova), in favore di tutti i complessivi n. 1.377 Lavoratori, amministrativamente in carico presso la Sede di Imola (BO) e presso i Punti di Vendita distribuiti sul territorio nazionale.
  Tale decisione è stata dettata dalla finalità di fornire ulteriore sostegno al reddito a tutti i Lavoratori suddetti, con previsione di attuazione, durante i 12 mesi di CIGS previsti dal citato articolo 44, di progetti di autoimprenditorialità, nonché, durante la fase liquidatoria, di possibili ulteriori cessioni degli immobili di proprietà della Procedura di amministrazione straordinaria, con obbligo di assunzione, in tutto o in parte, dei lavoratori ivi in forza.
  Inoltre, secondo quanto rappresentato anche dal Ministero dello sviluppo economico, espressamente interpellato, l'Organo Commissariale intende realizzare prioritariamente, nell'ambito della fase liquidatoria della Procedura di amministrazione straordinaria (A.S.), interventi di reindustrializzazione e/o cessione degli immobili di proprietà della Procedura di A.S., ove insistono gli attuali Punti di Vendita, con Pag. 42l'obiettivo di salvaguardare, anche solo in parte, gli attuali livelli occupazionali e, nel contempo, attivare specifici percorsi di politica attiva del lavoro da parte delle Regioni interessate, che si sono già dichiarate disponibili ad attivare quanto di loro competenza. A tal fine sono già stati sottoscritti e sono in fase di sottoscrizione, con tutte le Regioni interessate, i relativi Protocolli d'intesa, anche con il coinvolgimento dell'ANPAL.
  In conclusione il Governo ed in particolare il Ministero che rappresento manterrà alta l'attenzione sulla vicenda fin qui esposta, continuando a seguire gli ulteriori sviluppi al fine di poter garantire ogni possibile soluzione volta a tutelare la posizione dei lavoratori.

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ALLEGATO 2

5-04945 Rizzetto: Iniziative per garantire la continuità occupazionale dei dipendenti della società «Blue Panorama».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante richiama l'attenzione del Governo sulla situazione produttiva e occupazionale dell'impresa Blue Panorama.
  Preliminarmente voglio ricordare che da parte del Ministero dello sviluppo economico risulta terminato alla fine del 2019 il periodo biennale di monitoraggio per la verifica del mantenimento degli impegni contrattuali. Al riguardo, infatti, con provvedimento del 25 ottobre 2017, il Commissario straordinario di Blue Panorama Airlines (BPA) è stato autorizzato ad aggiudicare in via definitiva l'integrale partecipazione detenuta da BPA in Blue Panorama Airlines S.p.A. ad UVET VIAGGI E TURISMO. S.p.A. e, conseguentemente, ad accettare l'offerta di acquisto da quest'ultima formulata in data 19 luglio 2017, provvedendo a compiere ogni atto ed attività conseguente e necessaria, ivi compresa la sottoscrizione del contratto di cessione delle partecipazioni.
  Per quanto concerne il Ministero del lavoro, sottolineo che la Direzione competente del Ministero che rappresento ha condotto diversi esami congiunti tra la società e le rappresentanze sindacali di categoria aventi ad oggetto il tentativo di conciliazione in materia di esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, ai sensi dell'articolo 1, comma 4, della legge n. 83 del 2000 (di modifica dell'articolo 2 legge n. 146 del 1990) e della Regolamentazione provvisoria di cui alla deliberazione della Commissione di Garanzia per l'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali del 13 ottobre 2014 n. 14/387.
  L'ultimo incontro – tenutosi in data 22 ottobre 2020 – si è concluso, nonostante l'impegno istituzionale, con la sottoscrizione di un verbale di mancato accordo tra le Parti.
  Il Ministero del lavoro ha, pertanto, inviato le rappresentanze sindacali a ridurre al minimo i disagi per l'utenza in sintonia con i principi informatori della legge n. 83 del 2000.
  Ciò posto, il Governo manterrà alta l'attenzione sulla vicenda esposta, continuando a monitorarne gli ulteriori sviluppi al fine di valutare – qualora richiesto – ogni possibile soluzione volta a tutelare la posizione dei lavoratori.

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ALLEGATO 3

5-04946 Amitrano: Iniziative per la regolamentazione del lavoro agile al fine di tutelare i lavoratori che se ne avvalgono.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante pone il problema di quale possa essere il futuro dello smart working sia dal punto di vista organizzativo che strutturale. Pertanto, si chiede se il Governo intenda promuovere un tavolo di confronto con le rappresentanze sindacali finalizzato all'individuazione di un piano unitario e condiviso per la regolamentazione del lavoro agile, al fine di tutelare i lavoratori e le lavoratrici che se ne avvalgono, da eventuali penalizzazioni o nuove forme di sfruttamento.
  Al riguardo, mi preme innanzi tutto sottolineare che è intenzione dell'amministrazione che rappresento non disperdere quello che è stato realizzato in questo periodo, ma anzi l'obiettivo è quello di migliorare, valorizzando lo smart working, per cercare di garantire ai lavoratori che svolgono la loro prestazione in modalità agile, gli stessi identici diritti dei lavoratori in presenza.
  Per realizzare questo ambizioso obiettivo bisognerà fare in modo che al lavoratore che si trova coinvolto in questa nuova modalità lavorativa venga assicurato il benessere sul lavoro anche da remoto. Naturalmente bisognerà reinterpretare i rapporti tra datore di lavoro e lavoratore e dunque effettuare investimenti nelle strutture e nella tecnologia.
  Bisogna sottolineare inoltre che il lavoro agile, è presente nel nostro ordinamento da tre anni ma soltanto in occasione dell'emergenza sanitaria scatenata dalla diffusione del COVID-19 ha conosciuto un utilizzo così massiccio, consentendo la prosecuzione di tutte quelle attività lavorative eseguibili a distanza, con innegabili benefici per l'intera collettività.
  L'istituto quindi si è rivelato un prezioso strumento di contemperamento delle esigenze di tutela della salute pubblica e di salvaguardia dell'economia nazionale.
  La stringente necessità di adeguare la disciplina vigente per renderla funzionale allo svolgimento del lavoro da remoto ha portato il Governo ad adottare temporanee misure derogatorie di semplificazione, che hanno permesso il ricorso al lavoro agile anche in assenza dell'accordo individuale di cui al titolo II della legge n. 81 del 2017. L'articolo 19, comma 1, della medesima legge individua i tempi di riposo dei lavoratori e le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro quali necessari aspetti di natura organizzativa legati allo svolgimento delle prestazioni in modalità agile.
  Con particolare riferimento alla disciplina vigente per il pubblico impiego, in questo settore, il lavoro agile è stato definito, dall'articolo 87 del decreto n. 18 del 2020, quale modalità ordinaria di svolgimento della prestazione di lavoro nelle pubbliche amministrazioni fino alla cessazione dell'emergenza da COVID-19. Successivamente, con l'articolo 273 del cosiddetto «decreto Rilancio», proprio nella prospettiva di suggerire un cambio di passo al termine dell'emergenza, al fine di dare nuovi indirizzi e risposte strutturali sul tema, è stato stabilito che le pubbliche amministrazioni provvedano in questa fase di impulso dall'economia all'impresa ad organizzare il lavoro dei propri dipendenti e all'erogazione dei servizi attraverso la flessibilità degli orari di lavoro, rivedendone l'articolazione giornaliera e settimanale, introducendo modalità di interlocuzione programmata anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l'utenza. Sempre per il medesimo scopo è previsto che ulteriori modalità organizzative, vengano individuate Pag. 45 con uno o più decreti del Ministro della pubblica istruzione.
  In conclusione, il Governo è pienamente consapevole dei potenziali vantaggi connessi all'utilizzo diffuso del lavoro agile, che si potrebbe tradurre in benefici sia per i lavoratori, soprattutto in termini di miglioramento della conciliazione vita-lavoro, sia per le aziende in termini di aumento della produttività, fermo restando la tutela delle donne lavoratrici, che non devono essere penalizzate da questa modalità di lavoro.
  Pertanto, posso senz'altro affermare che uno degli impegni di questo esecutivo è dunque quello di riformulare l'attuale disciplina del lavoro agile, promuovendone la diffusione, affinché sia possibile determinare in maniera più oggettiva performance e produttività del lavoro, attraverso un'adeguata formazione dei lavoratori. L'obiettivo è quello di aggiornare il quadro delle regole e delle tutele affinché il lavoro agile possa costituire una componente essenziale per un mondo del lavoro più moderno, inclusivo e flessibile.
  Naturalmente, per raggiungere gli obiettivi sopra descritti, sarà sicuramente necessario, così come auspicato dagli odierni interroganti, promuovere un confronto con le rappresentanze sindacali finalizzato all'individuazione di un piano unitario e condiviso per la regolamentazione del lavoro agile, al fine di tutelare i lavoratori e le lavoratrici e scongiurare eventuali penalizzazioni o nuove forme di sfruttamento.

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ALLEGATO 4

5-04947 Frate: Misure di sostegno economico in favore di tutti i lavoratori stagionali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto concernente le misure di sostegno economico a favore dei lavoratori stagionali.
  Al riguardo voglio ricordare che il Decreto Ristori introduce un ampio pacchetto di misure per sostenere le categorie più coinvolte e colpite dalla pandemia.
  Nel Decreto Ristori, infatti, è stata prevista un'indennità da 1.000 euro per i lavoratori stagionali del turismo (inclusi quelli con contratto di somministrazione o a tempo determinato) nonché gli stagionali degli altri settori, i lavoratori dello spettacolo, gli intermittenti, i venditori porta a porta e i prestatori d'opera, tra quelle categorie a cui la pandemia finora ha imposto i sacrifici più grandi e che senza il nostro intervento sarebbero rimasti privi di ogni sostegno.
  Inoltre, il decreto finanzia ulteriori sei settimane di cassa integrazione per i lavoratori delle attività interessate dalle restrizioni, nonché indennità specifiche per autonomi, per intermittenti del mondo dello spettacolo, del turismo e dello sport.
  Proprio per venire incontro alle esigenze di tutte le categorie interessate, il Ministero del lavoro è impegnato ininterrottamente per fare in modo di adottare misure a sostegno di tutti. Tutte le categorie devono essere tutelate, per questo il Ministero che rappresento sta lavorando a una riforma degli ammortizzatori sociali nel segno dell'universalismo e della formazione. L'obiettivo del Ministero del lavoro è proprio quello di tutelare tutti ivi compresi tutti i lavoratori stagionali. Lo sforzo richiede continuamente una sostenibilità finanziaria che viene verificata di volta in volta con il Ministero dell'economia e delle finanze.
  Ciò detto, il Governo ha ben presente le problematiche segnalate e sta affrontando tutto il necessario per fare in modo che questa sfida importante per il nostro Paese possa essere superata senza lasciare indietro nessuno.

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ALLEGATO 5

5-04948 Zangrillo: Emanazione del decreto ministeriale di cui all'articolo 103-bis del decreto-legge n. 34 del 2020, in materia di sostegno economico ai lavoratori frontalieri residenti in Italia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante pone il problema della situazione dei lavoratori frontalieri residenti in Italia, che svolgono la propria attività nei paesi confinanti o limitrofi ai confini nazionali ovvero operanti nei paesi confinanti o limitrofi extra-UE, derivante dalla mancata emanazione del decreto attuativo previsto dall'articolo 103-bis, comma 2, del decreto-legge n. 34 del 2020, convertito con modificazioni, dalla legge n. 77 del 2020.
  La norma citata, ha autorizzato la spesa di 6 milioni di euro, per l'anno 2020, per l'erogazione di benefici a favore dei lavoratori sopra menzionati, previa emanazione di un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, d'intesa con il Ministro dell'economia e delle finanze, che stabilisca i criteri per il riconoscimento del beneficio nel rispetto dei limiti di spesa previsti dalla norma.
  Al riguardo, in relazione alla questione, posso riferire che l'iter amministrativo per la predisposizione del decreto interministeriale di cui all'articolo 103-bis, comma 2, del decreto-legge n. 34 del 2020, convertito con modificazioni dalla legge n. 77 del 2020, finalizzato alla definizione dei criteri per il riconoscimento del beneficio di cui al comma 1 del medesimo articolo in favore dei lavoratori frontalieri è stato avviato dalle competenti Direzioni Generali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
  Nella predisposizione dello schema del suddetto decreto interministeriale, anche a seguito del confronto con la Direzione Centrale Ammortizzatori Sociali dell'INPS, sono emerse alcune criticità, legate soprattutto all'esatta individuazione della platea dei beneficiari del contributo e pertanto, gli uffici coinvolti, hanno riscontrato la necessità di ulteriori chiarimenti e approfondimenti.
  Di conseguenza, al fine di pervenire ad una corretta individuazione degli elementi utili a circoscrivere soggettivamente l'ambito della tutela prevista dalla norma è stato interessato il concertante Ministero dell'economia e delle finanze ed è stato sollecitato l'INPS a fornire ipotesi di soluzioni operative.
  Posso dunque rassicurare gli odierni interroganti, che il Ministero che rappresento, ha ben presente la necessità di definire il decreto in parola e che continuerà a mettere in campo tutte le attività istruttorie necessarie per emanare nel più breve tempo possibile il provvedimento di cui trattiamo.

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ALLEGATO 6

5-04949 Durigon: Snellimento delle procedure per l'erogazione della cassa integrazione guadagni e della cassa integrazione guadagni in deroga con causale Covid-19.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto concernente i pagamenti relativi alla Cassa integrazione a favore dei lavoratori colpiti dalle restrizioni dovute al COVID.
  Al riguardo, ritengo utile evidenziare i dati pubblicati sul sito internet dell'Inps aggiornati alla data del 19 ottobre scorso.
  Su circa 13 milioni di prestazioni gestite tra il mese di maggio e il 19 ottobre 2020, il numero di integrazioni salariali erogate direttamente da INPS è di 12.822.566, ovvero il 98 per cento. Sulla base di domande regolarmente presentate, hanno ricevuto infatti pagamenti CIG 3.455.002 lavoratori, su 3.472.136 richiedenti. Sono pertanto in attesa di pagamento 17.134 lavoratori, pari allo 0,4 per cento (297.645 prestazioni, pari al 2 per cento del totale delle domande pervenute), tra i quali 11.412 sono lavoratori che devono ricevere pagamenti in relazione a richieste pervenute tra maggio e settembre, 5.722 coloro le cui prime richieste di CIG sono giunte a ottobre.
  È stata inoltre creata una task force a livello centrale per la risoluzione delle problematiche di tipo procedurale connesse alle domande, in quanto causa di errori e ricicli nelle lavorazioni, e relative per lo più ad errori nella indicazione di Iban/codice fiscale, e al numero di settimane richieste, che opera in sinergia con le aziende interessate.
  Altri 8 milioni di prestazioni CIG, riferite ad altri 3 milioni di lavoratori, sono state invece anticipate dalle aziende e garantite a conguaglio dall'Istituto.
  Tutto questo evidenzia lo sforzo profuso e l'impegno costante finalizzato a dare soluzione ad ogni singolo caso per coloro che ancora devono ricevere alcune prestazioni e si trovano in oggettive difficoltà.
  Complessivamente, sono 14,26 milioni i beneficiari delle misure adottate per far fronte all'emergenza sanitaria da COVID-19. In particolare, 4.140.000 di persone hanno beneficiato del Bonus 600 euro. Le ore di Cassa Integrazione autorizzate sono 3.058 milioni, mentre sono 600 mila i nuclei familiari richiedenti il Reddito di Emergenza.