CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 29 ottobre 2020
461.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-04887 Toccafondi, 5-04889 Tuzi, 5-04891 Piccoli Nardelli e 5-04893 Saccani Iotti: Sul concorso per l'assegnazione di borse di specializzazione in medicina.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

   Ringrazio gli onorevoli interroganti poiché con i loro quesiti – che testimoniano la grande attenzione del Parlamento sul tema della formazione specialistica dei medici, peraltro in un momento davvero cruciale quale quello che stiamo vivendo – consentono di fare chiarezza su di una questione che, non può essere negato, ha notevoli elementi di complessità, anche giuridica.
   Innanzitutto va detto subito che a fronte delle prime ordinanze cautelari del TAR favorevoli ai ricorrenti, il Consiglio di Stato, aderendo alle tesi del Ministero, da una parte, ha confermato la legittimità del bando – in quanto attuativo di disposizioni di legge; e, dall'altra, ha ritenuto – nel bilanciamento degli opposti interessi in gioco – di dare preminenza alla necessità di garantire la prosecuzione della procedura.
   Il Ministero, dunque, d'intesa con l'Avvocatura dello Stato, ha dato esecuzione alle prime ordinanze del Consiglio di Stato.
   Ne consegue che la graduatoria che è stata pubblicata non è, allo stato, definitiva in quanto si è in attesa delle ulteriori pronunce del Consiglio di Stato su analoghi ricorsi promossi da altri ricorrenti.
   In questa direzione si è già data comunicazione ai candidati che le ulteriori fasi della procedura saranno comunicate entro il 9 novembre, allorquando – si confida – saranno definiti dal Consiglio di Stato tutti gli altri procedimenti cautelari.
   Pertanto vi è la necessità di definire un nuovo cronoprogramma, che consentirà comunque il completamento, nei tempi utili, delle fasi di scelta ed immatricolazione in modo da rispettare la data di avvio delle attività didattiche, prevista da bando per il 30 dicembre 2020.
   Ovviamente i suddetti giudizi proseguiranno nel merito.
   A tal riguardo, val la pena soffermarsi sulle motivazioni dei ricorsi e sulle disposizioni di legge cui si riferiscono.
   Il concorso di quest'anno differisce dai precedenti per l'introduzione di alcune misure che puntano a rendere più aperto e «contendibile» il percorso di specializzazione medica: vanno in questa direzione, infatti, le misure del bando che puntualizzano la incompatibilità con la frequenza al corso per medici di medicina generale e quelle che limitano la valutazione dei titoli a chi partecipa al concorso, pur partendo da una posizione già consolidata all'interno del «sistema» (in quanto già titolare di altra borsa di specializzazione o già in servizio nel Servizio Sanitario Nazionale).
   L'incompatibilità tra il percorso di specializzazione medica e quello di formazione specifica in medicina generale è prevista in una disposizione di legge del 2001 (ci si riferisce all'articolo 19, comma 12 della legge 28 dicembre 2001 n. 448), che le recenti modifiche al regolamento n. 130/2017 che disciplina il concorso in parola, hanno solo contribuito a specificare alla luce anche di un parere del Consiglio di Stato.
   Le nuove modalità di valutazione dei titoli previste nel bando, invece, corrispondono alla scelta, effettuata con l'articolo 19, comma 5, del c.d. decreto semplificazioni, di favorire l'ampliamento della platea dei potenziali specializzandi a beneficio dei giovani laureati, attualmente privi di una opportunità formativa o di lavoro: ciò, è bene precisare, senza precludere la partecipazione di alcuno al concorso in parola ma solo attraverso un meccanismo di valutazione dei titoli di quei candidati che, in quanto già specializzandi e/o specializzati, ovvero già in servizio nel Servizio sanitario Pag. 73nazionale, hanno un maggior numero di esperienze che, laddove computate integralmente nella valutazione, potrebbero favorire chi è già nel circuito formativo e/o lavorativo.
   Dietro le misure proposte dal Ministero vi è, dunque, esclusivamente la volontà di rispettare lo spirito della norma della legge n. 448 del 2001.
   Tutto questo, va detto, al fine di consentire la migliore allocazione delle ingenti risorse economiche che questo Governo ha riservato alle borse di specializzazione medica – e che si vuole integralmente replicare nella prossima legge di bilancio – in modo da corrispondere, soprattutto in questo momento cruciale per la sanità del Paese, al fabbisogno espresso dal Servizio Sanitario Nazionale, che in passato ha scontato una significativa dispersione di risorse pubbliche per effetto delle borse «interrotte» a seguito di vincita di altro percorso di formazione specialistica, ovvero per la parziale sovrapposizione con il percorso di formazione in medicina generale.

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ALLEGATO 2

5-04888 Frassinetti: Sull'attività dei policlinici universitari.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

   Non vi è dubbio che il contesto di emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha richiesto che fossero individuate misure tempestive ed eccezionali, in assenza delle quali – proprio in questo anno caratterizzato da una così grave crisi del sistema sanitario nazionale – sarebbero risultati a rischio diversi aspetti che coinvolgono gli studenti universitari di medicina e gli specializzandi.
   Lo spirito che ha animato il Ministero in questa fase, proprio con particolare riguardo agli studenti a vario titolo coinvolti nella formazione medica, è stato quello di salvaguardare il profilo formativo pure a fronte di un indubbio coinvolgimento – al pari di tutti gli attori della sanità del Paese – nella enorme sfida posta dal COVID-19.
   Vanno, dunque, nella predetta direzione una pluralità di misure rivolte a garantire il prosieguo delle attività formative e di tirocinio dei medici e dei professionisti sanitari.
   E così, con riferimento all'espletamento dei tirocini pratici dei corsi di studio delle professioni sanitarie e mediche, ivi compresi quelli finalizzati al conseguimento dell'abilitazione professionale, il Ministero ha autorizzato gli Atenei ad individuare le modalità più opportune per consentire lo svolgimento del tirocinio clinico e del tirocinio pratico-valutativo, anche utilizzando modalità a distanza, purché venissero garantiti il rispetto degli obiettivi e delle finalità del tirocinio stesso.
   Per quanto concerne, invece, i medici in formazione specialistica, è stato previsto, proprio al fine di garantire durante il periodo emergenziale la prosecuzione dei corsi di formazione medica specialistica e delle attività in essi erogate, che i corsi potessero svolgersi anche con la modalità non in presenza.
   Sono state previste nel corso dell'emergenza, inoltre, misure straordinarie per consentire la possibilità di conferimento di incarichi di lavoro ai medici in formazione specialistica iscritti agli ultimi anni di corso: ciò, però, è avvenuto sempre con la necessaria garanzia che tali attività fossero riconosciute e valorizzate all'interno del corso di studi.
   Ad ulteriore tutela del più corretto coinvolgimento degli specializzandi nel sistema di sostegno al Servizio sanitario nazionale, va anche ricordato che le misure straordinarie in parola pongono comunque l'onere, in capo agli Atenei, di garantire il recupero delle attività formative, teoriche e assistenziali, necessarie al raggiungimento degli obiettivi formativi previsti, così salvaguardando l'esigenza formativa del medico in formazione che resta garantita dalla Scuola di specializzazione universitaria e dall'Istituzione universitaria competente al rilascio del titolo.
   Tanto premesso, si ritiene, dunque, che la giusta sollecitazione formulata dall'onorevole interrogante abbia trovato nelle misure straordinarie ed emergenziali che sono state disposte finora, un congruo punto di equilibrio tra le esigenze del medico in formazione – sulle quali questo Ministero ha sempre vigilato – e quelle, obiettivamente impellenti, poste dal sistema sanitario che, come noto, ha richiesto la collaborazione di tutte le forze del Paese, tra le quali non poteva mancare proprio la «classe» dei giovani medici: ciò, lo si ripete, nella consapevolezza che tale probante esperienza fatta «sul campo» possa costituire anche un investimento sul loro percorso formativo.

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ALLEGATO 3

5-04890 Belotti: Sulle soglie di esonero dal pagamento delle tasse universitarie.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

   La questione posta fa riferimento ad uno degli aspetti su cui il Governo, sin dall'inizio della emergenza sanitaria, ha posto maggiore attenzione, dal momento che è risultata immediatamente chiara la necessità che, a fronte delle evidenti ripercussioni anche economiche dell'emergenza medesima, fossero individuate misure specifiche e tempestive per far fronte alle esigenze degli studenti universitari – e, più in generale, delle loro famiglie.
   Possiamo, dunque, ritenere – anche alla luce di quanto riconosciuto dal presente atto ispettivo – che tali misure sono risultate efficaci e tempestive.
   È vero, infatti, che i primi dati in possesso del Ministero delineano un quadro promettente, sia in termini di numeri di iscrizioni, per i quali non si registrano cali, sia in termini di attività didattiche e curriculari, che hanno continuato a svolgersi – per quanto con modalità nuove e innovative – con una frequenza assolutamente in linea, se non addirittura con picchi di performance migliorative rispetto al passato.
   Non vi è dubbio che per raggiungere tali risultati siano stati decisivi i forti investimenti assegnati, da una parte, agli studenti provenienti da famiglie meno abbienti, e, dall'altra, alle istituzioni della formazione superiore, che con i fondi loro affidati, con grande capacità e rapidità hanno saputo migliorare – in particolare – gli strumenti di supporto alla didattica a distanza.
   Ciò detto, desidero rassicurare gli onorevoli interroganti che il Ministero dell'università e della ricerca ha assegnato al tema del diritto allo studio e del sostegno degli studenti capaci e meritevoli, ancorché privi di mezzi, una delle priorità ai fini della prossima legge di bilancio.
   Il nostro obiettivo è, infatti, quello che i ragguardevoli risultati ottenuti con le misure straordinarie disposte dal c.d. decreto rilancio vengano stabilizzate e rese a «regime» e che, dunque, le nuove platee di beneficiari sia della «no tax area» che delle borse di studio siano garantite, anche negli anni a venire.
   Si tratta di un intervento economico estremamente rilevante (saranno necessari oltre 200 milioni di euro), che tuttavia il Ministero ritiene non solo una misura doverosa di salvaguardia dei nostri studenti, ma un vero e proprio intervento strategico, e strutturale, finalizzato a favorire la ripresa economica del Paese, che non potrà essere disgiunta da altri, importanti investimenti nelle «competenze» e nel «merito».
   Consolidato questo risultato, si potrà, dunque, come auspicano gli onorevoli interroganti, continuare in questo percorso raggiungendo soglie di esonero dal pagamento delle tasse universitarie sempre maggiori.

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ALLEGATO 4

5-04892 Fusacchia: Sul potenziamento dell'offerta formativa universitaria in materia di intelligenza artificiale.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

   Il tema posto dall'Onorevole interrogante consente di illustrare le principali iniziative relative ad uno dei settori, che maggiormente condizioneranno la competitività dei Paesi nel prossimo futuro. Ne è riprova il fatto che nessuna altra disciplina scientifica e tecnologica ha suscitato nel mondo tanto interesse strategico per l'economia, l'industria, la difesa e la società, da richiedere la definizione di strategie nazionali e transnazionali, come invece sta accadendo per l'Intelligenza Artificiale.
   Questo non è sfuggito al MUR che, infatti, ha costituito presso il Consiglio nazionale delle ricerche un apposito Comitato con il compito di elaborare la strategia italiana nell'alta formazione per l'intelligenza artificiale ed ha altresì finanziato con 4 milioni il CNR e con 3,85 milioni di euro l'Università di Pisa al fine di implementare la strategia elaborata dal Comitato per dar vita al primo Dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale. L'obiettivo, dunque, è quello di creare un sistema competitivo su scala mondiale e in grado non solo di trattenere in Italia i nostri migliori laureati, ma anche di attrarre talenti dagli altri Paesi.
   Il dottorato si articolerà in cinque corsi, promossi sul territorio nazionale da raggruppamenti di università ed enti pubblici di ricerca, tanto da comportare un coinvolgimento di 40 università, ciascuno coordinato da un'università capofila, con l'obiettivo di coinvolgere tutte le risorse nazionali per perseguire l'eccellenza scientifica e, allo stesso tempo, garantire un'ampia e qualificata copertura sul territorio. Il Dottorato prenderà avvio già nell'anno accademico in corso con 194 borse di studio ed avrà diversi ambiti applicativi di approfondimento, tra cui l'Agrifood, la Salute, l'Industria 4.0, i Social network e il Cyber security.
   A ciò si aggiungono degli ulteriori interventi in materia di Intelligenza Artificiale.
   Per la prima volta l'Intelligenza Artificiale rappresenta, infatti, uno dei 7 ambiti tematici di cui si compone il Programma Nazionale per la Ricerca 2021-2027. Le principali articolazioni di ricerca previste in tal senso riguardano l'applicazione dell'Intelligenza Artificiale alla dimensione umano-centrica, alla salute, alle sfide sociali, dei singoli e della collettività, all'ambiente, alle infrastrutture critiche e alla produzione industriale.
   L'ambito del PNR «Intelligenza Artificiale» si pone, poi, due obiettivi:

   Proporre l'IA come fulcro della sfida informatica del nuovo decennio, per mantenere la leadership italiana nella ricerca in IA;

   Trasformare l'Italia in un Paese di progettazione e sviluppo di tecnologie «IA per tutto».

   Il tempo concesso non consente l'illustrazione piena di tutte le iniziative che il Governo intende adottare in tema di intelligenza artificiale, ma la specifica richiesta dell'Onorevole circa l'incentivazione alla partecipazione femminile in questo particolare ambito, mi consente di informare che uno degli interventi del Recovery fund concerne, in collaborazione con il Ministero dell'istruzione, la realizzazione di progetti di orientamento attivo rivolti alle studentesse delle scuole secondarie di secondo grado in favore delle cosiddette discipline STEM, ossia quelle discipline scientifico-tecnologiche che attengono alla scienza alla tecnologia all'ingegneria e alla matematica.