CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 8 ottobre 2020
449.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-04516 Amitrano: Incremento delle misure preventive contro il contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante richiama l'attenzione sull'incremento delle misure preventive contro il contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro.
  Preliminarmente, voglio ricordare il particolare impegno personale del Ministro del lavoro nel corso dell'emergenza sanitaria da COVID-19 che ha portato all'adozione di Protocolli condivisi per assicurare che anche durante la fase emergenziale si potesse lavorare in condizioni di salute e sicurezza.
  Ciò ha rappresentato uno straordinario risultato che, grazie al ruolo delle Istituzioni e al senso di responsabilità delle Parti sociali, ha consentito la graduale ripresa delle attività produttive e commerciali nei vari settori, nel rispetto di adeguati livelli di prevenzione e protezione dal rischio di contagio.
  Nell'ambito della complessiva attività di competenza, segnalo che il personale ispettivo dell'Ispettorato nazionale del lavoro e i militari del Comando Carabinieri Tutela del lavoro hanno posto in essere numerosi accessi in aziende, finalizzati alle verifiche sulla corretta attuazione dei protocolli per la prevenzione del contagio da Covid-19.
  A livello nazionale, gli accertamenti hanno evidenziato la mancata attuazione delle misure anti contagio nel 16 per cento delle aziende, con 3558 contestazioni e 391 proposte di chiusura formulate ai Prefetti.
  Per quanto concerne il quesito posto dagli Onorevoli interroganti, voglio sottolineare che il tema è di grande importanza per il Ministero del lavoro e che è volontà del Governo rafforzare le misure preventive negli ambienti di lavoro, anche attraverso il potenziamento delle attività ispettive nelle aziende.
  Voglio, inoltre, ricordare, che nell'ambito del coordinamento delle attività ispettive esercitato dall'INL, le istruzioni impartite dall'ispettorato nazionale alle proprie articolazioni territoriali sono state trasmesse anche dall'INAIL alle proprie strutture territoriali in vista di un possibile coinvolgimento degli ispettori Inail, nell'ambito dei piani di intervento delle Commissioni regionali di programmazione mensile dell'attività di vigilanza.
  Peraltro, si precisa che gli ispettori Inail, nell'espletamento delle ordinarie attività segnalano alle Autorità competenti le situazioni in cui le misure di prevenzione e protezione risultino, all'atto dell'accesso nei luoghi di lavoro, disapplicate in modo evidente, come indicato nel documento tecnico predisposto dall'istituto recante le misure di prevenzione e contenimento del contagio a tutela del personale ispettivo.
  Voglio peraltro sottolineare che una delle priorità del Ministero del lavoro è rendere il mercato del lavoro diventi più sicuro. Sul punto, segnalo, che tale tematica è oggetto di uno specifico progetto del Ministero del lavoro nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza al fine di accedere alle risorse del cosiddetto Recovery Fund.
  Un progetto dedicato al rafforzamento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, considerati un bene primario da tutelare e al contempo elementi indispensabili per creare un tessuto produttivo moderno ed efficiente sull'intero territorio nazionale. Le direttrici da seguire Pag. 20sono essenzialmente riconducibili alla progettazione e implementazione di dispositivi e sistemi di nuova generazione per la prevenzione e mitigazione del rischio individuale, collettivo e ambientale. In questo percorso si inserisce anche la sfida di accelerare il processo di digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche e delle imprese, consentendo così una gestione più efficace dei rischi nei luoghi di lavoro e la diffusione di modelli innovativi.
  Infine segnalo che presso il Ministero lavora già da qualche tempo un tavolo di esperti che in raccordo condiviso con altri attori interistituzionali sta elaborando un disegno di legge delega in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

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ALLEGATO 2

5-04560 Rotta: Condizioni di lavoro presso il polo logistico della società Zalando di Nogarole Rocca (VR).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante richiama l'attenzione sulle condizioni di lavoro presso il polo logistico della società Zalando di Nogarole Rocca.
  Al riguardo, la regione Veneto, espressamente interpellata, ha reso noto che la multinazionale Zalando, specializzata nel settore della vendita on line di capi di abbigliamento e accessori, da gennaio 2020 ha reso operativo il primo stabilimento in Italia situato a Nogarole Rocca (VR). La multinazionale, a settembre 2019, ha assegnato la gestione logistica dello stabilimento a Fiege Logistic Italia, gruppo tedesco presente in più Paesi d'Europa e specializzato nella gestione della logistica della grande distribuzione. Il piano assunzionale di Fiege prevedeva l'assunzione di circa 1000 operatori di magazzino nel 2020 e di altri 1000 nel 2021. Nella fase iniziale, Fiege ha incaricato GiGroup e Manpower di fornire tutto il personale di magazzino, con lo scopo ultimo di assumere direttamente il personale somministrato ritenuto idoneo per le mansioni richieste. A dicembre 2019 e a maggio 2020 il Centro per l'impiego di Villafranca ha organizzato degli «Incontralavoro Ecommerce» per GiGroup e Manpower, ai quali sono seguite moltissime assunzioni in somministrazione, alcune delle quali precedute dall'attivazione dell'Assegno per il Lavoro, strumento di finanziamento messo a disposizione dalla regione del Veneto per contrastare la disoccupazione di lunga durata, supportando i disoccupati over 30 nella ricerca di un nuovo lavoro.
  Il lockdown imposto dalle misure adottate in materia di contenimento e di gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, che ha imposto la chiusura dei negozi con decorrenza da marzo 2020, ha comportato un incremento esponenziale del e-commerce; conseguentemente, il piano occupazionale di Zalando ha avuto una forte accelerata ed oggi sul sito di Nogarole sono presenti circa 1.600 dipendenti, la maggior parte dei quali assunti con contratti di somministrazione, superando così il tetto del 27 per cento sull'organico complessivo aziendale, previsto dal contratto collettivo.
  Tale situazione, a cui si sono aggiunte alcune criticità nella gestione del personale, ha allertato la Cgil di Verona che nei primi giorni di settembre ha manifestato all'Azienda le proprie preoccupazioni. Secondo quanto riferito dalla regione Veneto, lo scorso 15 settembre, si è tenuto un incontro tra Fiege Logistic Italia e la CGIL presso Confindustria, a conclusione del quale la Società si è impegnata ad inviare all'organizzazione sindacale i dati aggiornati relativi alla suddivisione dei dipendenti occupati presso il sito veronese tra le varie tipologie contrattuali, e ciò al fine d'iniziare un proficuo percorso di dialogo per superare le problematiche sollevate dal sindacato a tutela dei lavoratori.
  Al riguardo, segnalo, in base agli ultimi aggiornamenti, che la regione Veneto ha reso noto che proprio nella giornata odierna si terrà un incontro al fine di individuare un percorso condiviso per superare la precarizzazione dei lavoratori occupati presso il sito veronese e firmare Pag. 22un primo accordo finalizzato ad avviare una graduale stabilizzazione degli stessi.
  Per quanto riguarda più specificamente le competenze del Ministero che rappresento, faccio presente che sia la Direzione Generale del Ministero del lavoro, sia l'ispettorato Territoriale del Lavoro di Verona hanno riferito di non aver ricevuto, né da parte dei lavoratori, né da parte delle organizzazioni sindacali, segnalazioni e/o richieste di intervento nei confronti della Società Zalando, né del gruppo Fiege.
  In ogni caso, preso atto di quanto segnalato dagli Onorevoli interroganti, posso assicurare che il Ministero del lavoro – anche attraverso l'ispettorato territorialmente competente – monitorerà i futuri sviluppi della vicenda, anche nella eventuale prospettiva di esaminarne le principali criticità.

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ALLEGATO 3

5-04534 Durigon: Situazione occupazionale nello stabilimento della società Yokohama di Ortona (CH).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante richiama l'attenzione sulla situazione occupazionale nello stabilimento della società Yokohama di Ortona (CH).
  Al riguardo, si forniscono gli elementi informativi acquisiti dalla regione Abruzzo presso il quale si sono tenuti specifici incontri finalizzati a trovare una soluzione di continuità industriale ed occupazionale ad Ortona ed elementi informativi dal Ministero dello sviluppo economico presso il quale è stato aperto un tavolo di confronto sulla questione.
  In particolare, il Ministero dello sviluppo economico ha riferito che in data 2 settembre 2020 si è svolto un primo incontro, in modalità call conference, presieduto dal Sottosegretario Todde, al quale hanno partecipato i rappresentanti aziendali, del comune di Ortona e della regione Abruzzo unitamente alle Organizzazione Sindacali. Durante la riunione, la società ha chiarito le motivazioni che hanno determinato la decisione di ricorrere alla messa in liquidazione volontaria e di chiudere lo stabilimento di Ortona, quali: la costante perdita di fatturato – registrata già a partire dal 2015 – che nel 2019 si è attestata ad un valore superiore ai 2 milioni di euro; le previsioni negative per la produzione dei prossimi anni. A ciò si è aggiunta la crisi petrolifera che incide sul business legato alla produzione di tubi in metallo per l'attività estrattiva. La Proprietà ha sostenuto di aver effettuato numerosi sforzi per aumentare la produttività e ridurre i costi, interventi che, tuttavia, non sono stati sufficienti ad impedire l'aumento delle perdite.
  La Società ha rassicurato, inoltre, che i lavoratori stanno percependo per intero la retribuzione, nonostante il fermo attività. Nel corso della riunione è emerso, altresì, che vi sono stati interessamenti alla acquisizione degli asset aziendali ma, non era ancora pervenuta una formale manifestazione di interesse che in ogni caso andrà sottoposta alle valutazioni della casa madre.
  Durante l'incontro il Governo ha sottolineato l'importanza e la necessità di assicurare la continuità produttiva e dei livelli occupazionali, evidenziando, che per tali due obiettivi vi è la massima disponibilità del Ministero dello sviluppo economico e di tutte le Istituzioni locali e nazionali a mettere a disposizione tutti gli strumenti di propria competenza. Si è cercato di scongiurare azioni unilaterali da parte dell'azienda nei confronti dei lavoratori e di voler fornire il tempo necessario ad avviare le interlocuzioni con i vertici giapponesi nonché con i potenziali acquirenti dello stabilimento di Ortona.
  Successivamente, in data 9 settembre 2020, presso il Ministero dello sviluppo economico si è tenuto un nuovo tavolo istituzionale in call conference, durante il quale la proprietà dell'Azienda ha confermato la disponibilità ad iniziare le trattative di cessione del sito e degli asset aziendali con gli investitori che hanno manifestato l'interesse a favorire il prosieguo delle attività industriali nel sito di Ortona. Le OO.SS. hanno chiesto di non aprire la procedura di licenziamento collettivo e di utilizzare il supporto degli ammortizzatori sociali per poter garantire il tempo necessario a valutare le proposte Pag. 24imprenditoriali, al fine di favorire la migliore soluzione per il prosieguo delle attività industriali affinché il passaggio dei lavoratori a nuovi imprenditori avvenga in continuità delle tutele occupazionali. È stato chiuso l'incontro invitando l'Azienda a riconsiderare la decisione di aprire la procedura di licenziamento collettivo nell'immediato evidenziando che le tempistiche della stessa non fornirebbero il tempo sufficiente per la valutazione della migliore soluzione industriale ed occupazionale del Sito di Ortona.
  In occasione dell'ultimo tavolo istituzionale, tenutosi in data 21 settembre 2020 l'Azienda ha ribadito la decisione di procedere all'apertura della procedura di licenziamento collettivo per cessazione di attività subito dopo l'incontro del tavolo ministeriale. L'Azienda e il liquidatore hanno reso noto di avere iniziato le interlocuzioni con tre possibili investitori interessati a rilevare il sito, con l'auspicio che si possa arrivare in poco tempo alla presentazione di una offerta e di un piano di reindustrializzazione ed occupazionale. L'incontro è stato chiuso ribadendo l'appello di tutte le parti all'Azienda a non procedere all'apertura della procedura di licenziamento collettivo, a tutela delle maestranze e della reindustrializzazione del sito, sia dei rapporti che legano la presenza della multinazionale Yokohama in Italia. Tutte le istituzioni, compreso il Ministero del lavoro, si sono adoperate al fine di evitare decisioni unilaterali da parte dell'Azienda con tutte le conseguenti possibili gravi ripercussioni sociali che ne deriverebbero.
  Nell'evidenziare la rilevanza della questione, il Ministero che rappresento seguirà con attenzione lo sviluppo della vicenda al fine di poter valutare possibili azioni di intervento o di tutela per i lavoratori coinvolti e le loro famiglie.

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ALLEGATO 4

5-04343 Rizzetto: Mancata autorizzazione all'erogazione della cassa integrazione guadagni in deroga, per l'emergenza da Covid-19, in favore di dipendenti di aziende artigiane della Regione Lazio.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante richiama l'attenzione sulla situazione di alcune imprese che sono state escluse dalla possibilità di fruire della cassa integrazione in deroga prevista per far fronte all'emergenza epidemiologica da COVID-19.
  In particolare, le due società artigiane cui si riferisce l'interrogazione hanno adito, in via di urgenza, con distinti ricorsi, depositati il 16 maggio 2020, il Tribunale di Viterbo, per ottenere un provvedimento che dichiarasse l'INPS tenuta al pagamento della CIG in deroga, in favore dei rispettivi dipendenti, sulla base di un'autorizzazione della regione Lazio rilasciata con determina n. 4953, del 28 aprile 2020.
  Il Giudice del Lavoro di Viterbo, con ordinanze in data 1o luglio 2020, ha accolto le domande delle società artigiane.
  Avverso tali provvedimenti, tuttavia, l'INPS ha proposto reclamo ai sensi dell'articolo 669-terdecies codice di procedura civile, chiedendone la revoca sia per motivi procedimentali (vizio di nullità della notifica), sia in considerazione della revoca dell'autorizzazione da parte della Regione per entrambe le società.
  Va evidenziato che in ogni caso l'Inps nei due reclami ha anche rappresentato l'infondatezza della prospettazione delle parti ricorrenti circa l'impossibilità da parte delle società artigiane con un numero di dipendenti inferiore a 6 di chiedere al Fondo di Solidarietà Bilaterale alternativo per l'Artigianato (di seguito FSBA) l'assegno ordinario previsto dall'articolo 27, comma 3 del decreto legislativo n. 148 del 2015 per le causali previste dalla normativa in materia di integrazioni salariali ordinarie o straordinarie.
  In tal senso, non appare corretta l'affermazione degli Onorevoli interroganti circa l'insussistenza di obbligo di iscrizione al Fondo bilaterale delle aziende con organico inferiore a sei dipendenti.
  Infatti, l'articolo 26 del decreto legislativo n. 148 del 2015, prevede invero che «L'istituzione dei fondi di cui al comma 1 è obbligatoria per tutti i settori che non rientrano nell'ambito di applicazione del Titolo I del presente decreto, in relazione ai datori di lavoro che occupano mediamente più di cinque dipendenti», ma tale limite dimensionale, peraltro non replicato nel successivo articolo 27, vale solo ai fini dell'obbligo di istituzione. Una volta istituito il Fondo, si applica il relativo Regolamento, che non prevede alcun limite dimensionale. L'articolo 2 del Regolamento prevede invero che «Sono destinatari delle tutele erogate da FSBA, in coerenza con l'assetto normativo vigente e come precisato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali (confronta nota prot. 8178 dell'11 aprile 2016 e n. 14241 del 9 ottobre 2017), le imprese che hanno le caratteristiche proprie delle imprese artigiane di cui alla legge 8 agosto 1985, n. 443».
  Del resto, tale impostazione, risponde al dettato e alla ratio dell'articolo 22, comma 1, del decreto-legge n. 18 del 2020 il quale prevede, in conseguenza dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, che le regioni e le province autonome interessate possono riconoscere trattamenti Pag. 26di cassa integrazione salariale in deroga, per la durata della sospensione del rapporto di lavoro e, comunque, per un periodo non superiore a nove settimane, con riferimento ai datori di lavoro del settore privato, ivi inclusi quelli agricoli, della pesca e del terzo settore, compresi gli enti religiosi civilmente riconosciuti, per i quali non trovano applicazione le tutele previste dalle vigenti disposizioni in materia di sospensione o riduzione di orario, in costanza di rapporto di lavoro.
  La Cassa integrazione in deroga COVID-19 è, dunque, una misura emergenziale con carattere di residualità, che ha la funzione di assicurare sostegno al reddito di quei lavoratori (esclusi i lavoratori domestici) per i quali non siano già previste altre o diverse forme di tutela dalla complessiva disciplina in materia di ammortizzatori sociali. E tra questi non rientrano le aziende artigiane già tutelate con l'assegno FSBA.
  A tal riguardo è possibile anche evidenziare che il TAR Lazio con un decreto cautelare richiesto da un artigiano non iscritto al FSBA ha così disposto: «accoglie l'istanza e per l'effetto ordina all'Ente Nazionale Bilaterale dell'Artigianato e al Fondo di solidarietà bilaterale dell'artigianato di consentire senza indugio all'odierno ricorrente la presentazione della domanda di concessione dell'assegno ordinario di integrazione salariale» (ordinanza del 26 maggio 2020).
  Il TAR Lazio ha, dunque, sospeso la procedura di iscrizione al Fondo ed ha obbligato il FSBA a predisporre una semplice richiesta per ottenere l'integrazione salariale senza assunzione di un vincolo contributivo. Ciò da un lato conferma che gli artigiani possono in via esclusiva rivolgersi al FBSA e non all'INPS e che la prestazione loro spettante è l'assegno previsto dal Fondo e non la CIG-COVID19 che, si ribadisce, ha soltanto carattere residuale.
  Con riferimento alla vicenda richiamata nell'atto ispettivo in oggetto pertanto la regione Lazio, condotti gli opportuni approfondimenti, è pervenuta all'annullamento dei decreti di cassa integrazione in deroga per le aziende appartenenti al settore, in un percorso concordato con l'INPS.
  Infine, nel sottolineare che il tema oggetto dell'interrogazione è all'attenzione del Governo, segnalo che, sotto questo profilo, si sta lavorando a una profonda riforma della disciplina degli ammortizzatori sociali.
  La novella punta a snellire l'impianto normativo e procedurale e a superare la frammentarietà e la disorganicità che ad oggi connotano la regolamentazione contenuta nel decreto legislativo n. 148 del 2015, completando e rendendo strutturale quel percorso già avviato con i decreti «Cura Italia», «Rilancio» e «Agosto».
  Come è noto, al riguardo è stata già nominata una commissione, composta da cinque esperti, che è già al lavoro.
  Più nel dettaglio, il nuovo sistema sarà caratterizzato da una vocazione all'universalismo: saranno coinvolte nel meccanismo assicurativo le imprese di tutti i settori produttivi e tutti i lavoratori, ivi inclusi i lavoratori autonomi e quelli impiegati con tipologie contrattuali cosiddette atipiche.
  Non verranno tuttavia trascurate le necessarie differenziazioni, legate alla dimensione aziendale e alle specificità dei diversi settori produttivi.
  Tratto caratterizzante del nuovo sistema di ammortizzatori sarà la stretta complementarietà con le misure di politica attiva finalizzate al mantenimento occupazionale o al reinserimento dei lavoratori tramite una riqualificazione professionale e un accrescimento delle competenze individuali utili a rispondere alle esigenze del mercato del lavoro nell'ottica di attenuare il divario tra domanda e offerta di lavoro.