CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 ottobre 2020
447.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
ALLEGATO

ALLEGATO

Schema di decreto interministeriale concernente la cessione a titolo gratuito di materiale di armamento a favore della Somali Police Force della Repubblica Federale Somala. Atto n. 195.

INTERVENTO CONSEGNATO DALLA RELATRICE PER LA COMMISSIONE AFFARI ESTERI, ONOREVOLE EMILIOZZI.

  Gentili Presidenti, colleghi deputati,
   nell'illustrare i profili di competenza della Commissione Affari esteri, mi preme innanzitutto porre in rilievo che la Somalia si trova in un'area di particolare rilevanza strategica, crocevia d'interessi occidentali, della Turchia e di alcuni Stati arabi (tra i quali l'Arabia saudita, gli Emirati arabi uniti ed il Qatar) che negli ultimi anni si stanno confrontando nel delicatissimo scenario somalo per la leadership e l'egemonia nel mondo arabo.
  Nonostante la sua sostanziale omogeneità, specie se raffrontata ad altri Stati africani (l'85 per cento della popolazione è somala, le due lingue più parlate sono il somalo e l'arabo e la stragrande maggioranza della popolazione è musulmana sunnita), la Somalia a partire dal 1991, dopo il crollo del regime di Siad Barre ed il collasso delle sue istituzioni, è precipitata in una guerra civile, che ha condotto alla dissoluzione del governo centrale e alla proliferazione di entità regionali più o meno autonome, capaci di stabilire un precario controllo su ridotte porzioni di territorio, e di forze islamiche.
  Anche in ragione della protratta instabilità politica e della precaria situazione securitaria, la Somalia resta uno dei Paesi più poveri del mondo (sebbene sopravviva un'economia informale, sostenuta in parte dalle rimesse della diaspora somala all'estero), scarsamente popolato (circa 11 milioni di abitanti) e con un indice di sviluppo umano tra i più bassi del pianeta.
  Il Paese è caratterizzato da una forte instabilità e da tensioni politiche interne che si riflettono sul labile e fragile stato di sicurezza del Paese, caratterizzato dalla minaccia terroristica e dal fenomeno della pirateria che, sebbene sia evidentemente diminuita, non è ancora stata del tutto debellata.
  Mogadiscio è reduce da una lunga fase di transizione che ha visto l'ex Governo federale transitorio (GFT), appoggiato dalle forze della Missione dell'Unione africana in Somalia (AMISOM), impegnato nel tentativo di acquisire il pieno controllo del territorio nazionale, a suo tempo controllato da Al-Shabaab, attualmente sempre più orientato a tessere legami con organizzazioni terroristiche attive nel resto del continente, come Al-Quaida nel Sahel e Boko Haram in Nigeria.
  La Somalia è impegnata da anni nel consolidamento della propria realtà statuale e nella lotta contro gruppi armati e destabilizzanti dell'autorità centrale, a partire dalla pericolosa componente islamista di Al-Shabaab.
  Le relazioni bilaterali con l'Italia sono storicamente eccellenti e il dossier somalo resta prioritario nella nostra azione di politica estera, con un'articolazione politica fitta ed articolata.
  L'Italia esercita un ruolo di primo piano nel processo di stabilizzazione e sviluppo della Somalia, attraverso un'articolata azione in ambito politico, nel settore pace e sicurezza – sia a livello bilaterale che nel quadro delle missioni Pag. 22internazionali – e attraverso una serie di iniziative realizzate dalla cooperazione allo sviluppo italiana.
  Dal punto di vista securitario, il nostro Paese ritiene prioritario che il quadro dei rapporti con la leadership somala debba essere basato sull'empowerment delle istituzioni del Paese e sul rispetto del principio di ownership.
  A livello europeo, l'Italia fornisce un contributo di primo piano alle tre missioni UE: Eunavfor Atalanta, operazione militare marittima anti-pirateria; Eucap Somalia, missione civile di contrasto alla pirateria da terra; EUTM Somalia, missione di addestramento delle forze di sicurezza somale, della quale l'Italia detiene il comando dal 2014, assicurando anche il più ampio contingente (circa 120 unità).
  Con Mogadiscio il nostro Paese ha sottoscritto nel 2013 un Accordo bilaterale di cooperazione nel settore della difesa, finalizzato ad incrementare la collaborazione tra le Forze armate, consolidando le rispettive capacità difensive e migliorando la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza.
  L'Accordo, ratificato dall'Italia ai sensi della legge n. 64 del 2016 ed entrato in vigore il 25 luglio 2016, annovera lo scambio di materiali quale contributo ad accrescere l'interoperabilità fra i rispettivi dispositivi di polizia.
  Nel marzo scorso si è conclusa la Missione bilaterale Somalia – MIADIT – che ha visto anche la partecipazione dei militari dell'Arma dei carabinieri – di addestramento delle Forze di polizia somale e gibutiane, volta a favorire la stabilità e la sicurezza della Somalia e dell'intera regione del Corno d'Africa, accrescendo le capacità nel settore della sicurezza e del controllo del territorio da parte delle Forze di polizia somala. La cessione di armamenti al nostro esame s'inquadra in questo quadro di una lunga e consolidata collaborazione tra l'Arma dei carabinieri e le istituzioni somale.
  La strategia della cooperazione italiana nel Paese si basa su un comprehensive approach: un'azione integrata che tenga conto delle problematiche politiche, di sicurezza, umanitarie e della ricostruzione economica, dello stretto coordinamento fra i donatori e della ownership somala.
  È attualmente in fase di definizione l'Accordo-quadro di cooperazione bilaterale allo sviluppo tra Italia e Somalia, volto a definire modalità operative condivise con la controparte locale, in particolare per ciò che riguarda le responsabilità e gli obblighi delle due Parti, privilegi e immunità accordati al personale coinvolto in attività di cooperazione allo sviluppo, attività di supervisione e controllo.
  Nel 2019 la cooperazione italiana ha destinato in favore della Somalia circa 15 milioni di Euro, di cui circa 10 milioni per iniziative di sviluppo e poco più di 4 milioni per iniziative sul canale dell'emergenza, impegno che si auspica di mantenere anche per il 2020, compatibilmente con le risorse disponibili.
   Gli interventi sono sempre stati concepiti tenendo conto delle Linee guida della cooperazione, rispondendo in particolare agli obiettivi strategici inerenti alla riduzione della povertà, la creazione di nuove opportunità lavorative, la rimozione delle diseguaglianze, la promozione del Terzo settore privato e dell'imprenditoria femminile, il miglioramento della sicurezza alimentare, il contributo alla salute globale e all'educazione di base universale, la stabilizzazione post – conflitto e l'assistenza umanitaria.
  Sullo sfondo dello scenario delineato, un perdurante elemento di squilibrio nella situazione interna somala deriva dalle ripercussioni della crisi del Golfo del 2017, che ha trasformato l'intero Corno d'Africa, e la Somalia in particolare, in terreno di contrapposizione tra i cd. «attori non tradizionali»: da un lato, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti ed Egitto, dall'altro Turchia e Qatar, ai quali ho accennato all'inizio.
  Il Presidente somalo Farmajo, più vicino al Qatar ha cercato finora, tra varie tensioni, di mantenere una posizione di neutralità tra Riad ed Abu Dhabi da un lato e Doha dall'altro.
  L'influenza di tali attori, che conducono attività di addestramento e di capacity building Pag. 23delle Forze nazionali somale, rende ancora più complessa la costituzione di una efficace ed organica architettura di sicurezza nazionale e la loro azione, condotta perlopiù in via bilaterale e al di fuori degli articolati meccanismi di coordinamento internazionale presenti nel Paese (le missioni delle Nazioni Unite e quelle dell'Unione europea), si ripercuote negativamente sulla dialettica interna somala.
  L'obiettivo di un autentico empowerment delle istituzioni somale e di una conseguente piena emancipazione della Somalia dal sostegno della Comunità internazionale, sia sul piano della sicurezza che su quello dello sviluppo, appare difficilmente conseguibile nel breve periodo.
  Mi preme da ultimo sottolineare come la cessione di mezzi e materiali prevista dal provvedimento appaia in linea con gli sforzi profusi dal nostro Paese per offrire un contributo alla stabilizzazione della Somalia e per la sua uscita dalla lunga fase di transizione avviata.