CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 settembre 2020
444.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-04677 Zangrillo: Interventi per la riforma del Reddito di cittadinanza.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, gli Onorevoli interroganti richiamano l'attenzione del Governo sull'efficacia del Reddito di cittadinanza.
  Preliminarmente, con riferimento alle presunte carenze relative alle verifiche in ordine all'effettivo possesso dei requisiti per l'accesso al Reddito di cittadinanza, preciso che la norma prevede controlli sui requisiti dichiarati dal beneficiario nella domanda di accesso alla misura. Tali controlli, vengono effettuati, in via preventiva, da INPS circa le informazioni presenti nella sua banca dati e in una fase successiva, su campioni di rischio appositamente selezionati, da altri organi, tra cui la Guardia di Finanza.
  A questo proposito l'INPS, interpellato in materia, ha rappresentato che l'accertamento dello stato reddituale e/o patrimoniale dei richiedenti avviene per il tramite della Dichiarazione Sostitutiva Unica, che è oggetto di verifica da parte dell'Agenzia delle Entrate, sulla base delle informazioni presenti nelle banche dati (redditi, patrimonio mobiliare ecc.).
  Tali controlli, tuttavia, non esauriscono il sistema degli accertamenti sul reale stato patrimoniale dei percettori. Segnalo, infatti che il flusso massivo dei dati RdC è inviato periodicamente alla Guardia di Finanza, che dispone ulteriori verifiche mirate su situazioni che richiedono approfondimenti; inoltre, a partire dal mese di novembre, saranno sottoposte a verifica le dichiarazioni rese dai percettori del reddito di cittadinanza in merito al possesso dei c.d. «beni durevoli». Tale accertamento sarà contestuale per i successivi rinnovi e per le nuove domande.
  Per quanto riguarda l'efficacia di una misura di reddito minimo quale il reddito di cittadinanza, che intende coniugare obiettivi di politica attiva del lavoro con obiettivi di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale, attraverso uno strumento di sostegno al reddito, questa, va valutata prendendo a riferimento diversi indicatori. Infatti il reddito di cittadinanza è pensato per intervenire immediatamente sul contrasto alla povertà introducendo un sistema di sostegno al reddito, collegato a percorsi di accompagnamento per il superamento del disagio sociale e, laddove possibile, politiche attive per l'inserimento lavorativo.
  Un primo risultato viene dimostrato dai recenti dati Istat, che hanno evidenziato un calo della povertà assoluta nel secondo semestre 2019 rispetto al 2018. È chiaro che, per fare in modo che la condizione di bisogno non si traduca in povertà intergenerazionale è necessario proseguire nel rafforzamento degli strumenti di inclusione sociale e lavorativa. Pertanto è necessario far ripartire gli interventi di rafforzamento dei centri per l'impiego e dei servizi competenti in materia di contrasto alla povertà per la predisposizione dei patti per il lavoro e dei patti per l'inclusione sociale sospesi a causa dell'emergenza sanitaria.
  Secondo i dati forniti da INPS a luglio 2020, i nuclei familiari che percepiscono il Reddito o la Pensione di cittadinanza sono 1.266.412, circa il 75 per cento delle famiglie in condizioni di povertà assoluta (ISTAT).
  Ad ogni modo, il dato attuale testimonia della capacità della misura di raggiungere Pag. 143i soggetti più bisognosi. Inoltre, in futuro, sarà utile anche valutare se e in che misura il Reddito di cittadinanza abbia potuto offrire protezione alle famiglie più vulnerabili a fronte dell'emergenza COVID-19. La natura non assistenziale della misura si esplica infatti, anche a prescindere dagli esiti lavorativi raggiunti nel breve periodo, nella capacità di avviare con le famiglie beneficiarie un percorso di attivazione e di inclusione sociale.
  È chiaro che vanno rafforzate ed implementate le politiche attive del lavoro, soprattutto in un momento di emergenza sanitaria quale quello che stiamo vivendo, che ha coinvolto tutta la popolazione in un'emergenza economica senza precedenti.
  Sul punto, voglio segnalare un progetto elaborato dal Ministero che rappresento nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per l'accesso alle risorse del c.d. Recovery Fund.
  Più precisamente, nell'ambito del progetto «Rilancio delle politiche attive a sostegno delle transizioni occupazionali» il Ministero del lavoro punta alla realizzazione di interventi strategici, a livello nazionale, finalizzati a sostenere le transizioni occupazionali, con una azione integrata che punti allo sviluppo delle competenze delle persone giovani e adulte, indirizzandole anche verso i futuri ambiti economici del verde e della digitalizzazione.
  Indispensabile sarà, poi, la complementarietà con le politiche attive finalizzate al mantenimento occupazionale o al reinserimento dei lavoratori tramite una riqualificazione professionale e un accrescimento delle competenze individuali utili a rispondere alle esigenze del mercato del lavoro nell'ottica di attenuare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro.
  Mi preme da ultimo ricordare che, lungo questa direttrice, si colloca anche un altro degli undici progetti presentati, cioè quello che riguarda la completa rivisitazione della disciplina degli ammortizzatori sociali sulla quale, come noto, è già al lavoro un'apposita commissione di esperti.

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ALLEGATO 2

5-04678 Rizzetto: Programmi del Governo in merito alla scadenza della sperimentazione della cosiddetta «Quota 100».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante richiama l'attenzione del Governo sul sistema pensionistico attuale e su eventuali revisioni, in particolare con riferimento alla cd. «Quota 100».
  Al riguardo, voglio ricordare che la pensione a quota 100 è stata introdotta dall'articolo 14 del d.l. n. 4 del 2019 (poi convertito dalla legge n. 26) al fine di temperare alcune rigidità della c.d. riforma Fornero, agevolando la fuoriuscita dal mondo del lavoro di coloro che, a seguito della riforma del 2011, si sono visti allontanare di molti anni il momento del pensionamento.
  La misura, introdotta in via sperimentale per il triennio 2019-2021, consente l'accesso anticipato alla pensione per coloro che maturino almeno 38 anni di contribuzione e 62 anni di età entro il 31 dicembre 2021; è intenzione del Ministro mantenere in vigore quota 100 fino a tale data, termine naturale della sua scadenza.
  L'introduzione di nuove modalità di pensionamento anticipato, operative a partire dal 2022, è attualmente all'esame del Tavolo tecnico di studio sulle tematiche previdenziali, costituito con il compito di definire linee di indirizzo ed interventi di riforma del sistema pensionistico. La progettazione di tali strumenti, oggetto di costante confronto con le organizzazioni sindacali, troverà collocazione all'interno di un più ampio e strutturale disegno riformatore che, in una logica di sistematicità delle regole e di garanzia della sostenibilità finanziaria, avrà come pilastri la maggiore equità del sistema pensionistico, la flessibilità in uscita e una pensione di garanzia per i giovani.
  Lo strumento per intervenire su tale revisione organica della materia è stato individuato in una legge delega, i cui principi e criteri direttivi sono in fase di elaborazione. Sono in corso di valutazione anche alcuni interventi da inserire nella prossima legge di Bilancio, come la proroga di Ape sociale e Opzione Donna, la staffetta generazionale e il contratto di espansione.
  Segnalo, infine che il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, ha convocato i sindacati per una nuova riunione del Tavolo tecnico di studio sulla riforma del sistema pensionistico per il prossimo 14 ottobre.

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ALLEGATO 3

5-04679 Gribaudo: Stato di attuazione della riforma dell'avviamento al lavoro dei disabili.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto concernente informazioni sulla nona Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge n. 68 del 1999.
  Al riguardo, voglio evidenziare che le attività di elaborazione dell'articolato documento involgono l'acquisizione e l'analisi di numerosi dati concernenti il collocamento obbligatorio forniti dalle Regioni e dalle Province autonome, sulla base di un questionario e una scheda predisposti dal Ministero del lavoro in collaborazione con l'INAPP, e che la redazione della relazione in questione è risultata ancor più complessa dal momento che la medesima rilevazione dei dati è stata predisposta su base triennale (2016-2017-2018).
  Ad ogni modo, assicuro gli onorevoli interroganti che la pubblicazione della nona Relazione avverrà in tempi brevi e che dalla Relazione stessa sarà possibile cogliere le dinamiche del collocamento dei lavoratori con disabilità a seguito della riforma del 2015.
  Infine, voglio sottolineare che l'abbattimento delle disuguaglianze e il raggiungimento di una piena equità sociale costituiscono per il Ministero che rappresento un obiettivo primario. Sul punto, segnalo, che tale tematica è oggetto di specifico progetto del Ministero del lavoro nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza al fine di accedere alle risorse del c.d. Recovery Fund.
  Si prevedono, infatti misure finalizzate a promuovere l'accesso al mercato del lavoro da parte delle persone con disabilità attraverso interventi volti a favorire la domiciliarità nonché mediante la dotazione di dispositivi che agevolino lo svolgimento del lavoro agile, migliorando altresì la riqualificazione e il livello delle competenze, soprattutto quelle digitali.

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ALLEGATO 4

5-04680 Giaccone: Richiesta di chiarimenti sul contratto recentemente firmato da Assodelivery e UGL per la tutela dei rider.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, gli Onorevoli interroganti richiamano l'attenzione del Governo sul contratto collettivo nazionale per la disciplina dell'attività di consegna di beni per conto altrui svolta da lavoratori autonomi, cd. riders.
  Al riguardo, voglio da subito chiarire che il Ministero del lavoro ha fornito una preliminare risposta alla Società Assodelivery che ha richiesto una valutazione del contratto trasmesso.
  Il Ministero, in particolare l'Ufficio legislativo, essendo stato ufficialmente notiziato della sottoscrizione dell'accordo ha provveduto a studiarne il contenuto, anche in vista del colloquio con la associazione datoriale e della ripresa del tavolo menzionato. Tale verifica è apparsa doverosa trattandosi non solo del primo accordo realizzato in questo settore, ma anche in relazione alla tutela dei diritti sociali fondamentali che la nuova normativa vuole garantire anche ai lavoratori non subordinati in un campo nel quale appaiono particolarmente allarmanti le condizioni di lavoro (anche sul versante della salute e sicurezza) ed anche i compensi previsti, per giunta normalmente corrisposti a cottimo.
  L'Ufficio legislativo del Ministero ha quindi solo sollevato, in via preliminare, alcuni dubbi sulla coerenza del contratto stipulato.
  Nella nota del Ministero, non è utilizzata alcuna connotazione riduttiva della forza del sindacato UGL (che non è nemmeno citato), della cui rappresentatività il Ministero non dubita (considerata anche la sua presenza nel Cnel). Al riguardo, non si dubita affatto che si tratti di un sindacato confederale, ben radicato, dai molteplici consensi, sottoscrittore di molti accordi sindacali etc., ma si suggerisce solo che questi elementi potrebbero non essere sufficienti ad autorizzarlo alla sottoscrizione dell'accordo (in quanto privo da solo dello specifico requisiti di una maggiore rappresentatività di natura comparativa, cioè in rapporto ad altri sindacati in ipotesi tutti maggiormente rappresentativi), se con tale accordo si vogliono conseguire gli effetti previsti dalla legge e cioè una parziale deroga al divieto di cottimo e la variazione delle modalità di erogazione del compenso rispetto a quelle previste nei contratti collettivi siglati da organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative sul piano comparativo in settori affini o equivalenti (plausibilmente quelli del settore logistico).
  Come specificato nella nota del Ministero, è fatta salva ogni più ampia valutazione in relazione alle iniziative da intraprendere al riguardo nell'ambito del Tavolo tecnico già avviato.
  Concludo pertanto sottolineando che sarà impegno prioritario per il Ministero che rappresento, esaminare ed approfondire i contenuti del contratto in argomento insieme a tutte le rappresentanze sindacali nell'ambito di un tavolo tecnico allargato.

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ALLEGATO 5

5-04676 Tripiedi: Lavoratori del settore edile che hanno avuto accesso al pensionamento attraverso i canali di «Quota 100» e APE sociale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante pone il problema della gravosa situazione degli operai edili per l'accesso alla pensione.
  In particolare si chiede di conoscere il numero degli operai edili, suddivisi per regione, che hanno presentato domanda di accesso alla pensione attraverso «quota 100» e di quante risultino essere le domande accolte e quelle respinte, nonché quante operaie e quanti operai edili abbiano utilizzato nel 2017 e nel 2018 i 2 canali di «ape» sociale con 28 anni di contributi, se donne con 2 figli, e 30 anni di contributi, se uomini, e 34 anni di contributi, se donne con 2 figli, e 36 anni di contributi, se uomini.
  Al riguardo, l'INPS ha reso noto che circa il numero degli operai edili suddivisi per regione, che hanno presentato domanda di accesso alla pensione attraverso «quota 100» e di quante risultino essere le domande accolte e quelle respinte, va tenuto presente che mentre per Ape sociale esisteva una specifica codifica in domanda, per quota 100 è stato necessario incrociare tutte le domande con le attività dei datori di lavoro. All'esito di queste analisi gli uffici potranno estrarre i dati richiesti ed estrapolare le informazioni con riferimento ai cluster regionali.
  Pertanto, metto oggi a disposizione della commissione quanto fornito dall'Istituto in ordine all'Ape sociale, riservandomi successivamente di fornire un quadro completo ed esaustivo della situazione.
  Dunque, per quanto riguarda l'Ape sociale, l'INPS riferisce che le professioni di cui all'allegato B della legge 27 dicembre 2017, n. 205, sono state ulteriormente specificate dall'allegato A del decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali 5 febbraio 2018, emanato di concerto con il Ministero dell'economia e finanze.
  In particolare, nell'allegato A del sopracitato decreto sono stati espressamente individuati, per ciascuna tipologia di professione di cui all'allegato B, i codici della classificazione ISTAT.
  Pertanto sono pervenute le seguenti domande di certificazione Ape sociale per lo svolgimento delle attività gravose indicando la tipologia a) Operai dell'industria estrattiva, dell'edilizia e della manutenzione degli edifici: per l'annualità 2017 n. 764; per l'annualità 2018 n. 753.
  Si evidenzia, al riguardo, che lo stesso soggetto può aver presentato anche più di una domanda di certificazione.
  In particolare, per quanto attiene alle lavoratrici che hanno usufruito del requisito contributivo ridotto per lavoratrici madri, nel 2018 risulta una beneficiaria certificata con 34 anni di anzianità contributiva.
  Si ricorda che, in riferimento alla categoria degli operai edili, in considerazione delle segnalate difficoltà di reperire il datore di lavoro per la sottoscrizione della relativa attestazione (modello API 16), il messaggio INPS 11/07/2017 n. 2884 ha previsto la possibilità per il richiedente di farsi rilasciare idonea dichiarazione, sottoscritta dal responsabile della Cassa edile, dalla quale risultino i periodi durante i quali egli è stato iscritto alla Cassa. Tale dichiarazione deve essere allegata alla domanda telematica di Ape sociale e il richiedente deve dichiarare nel campo note (presente nella scelta prodotto) che, stante l'impossibilità Pag. 148di reperire il datore di lavoro, è stata allegata la dichiarazione delle Casse edili interessate, al fine di consentire ai competenti uffici del Ministero del Lavoro e dell'INL le verifiche di competenza.
  Per corrispondere meglio a quanto richiesto dagli odierni interroganti metto a disposizione della commissione, la tabella, su base regionale, che riporta tutti i dati forniti da INPS per l'Ape sociale.