CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 settembre 2020
444.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-03950 Fogliani: Sulla revisione del progetto dell'elettrodotto aereo tra Dolo e Camin.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il progetto di razionalizzazione della rete di alta tensione nelle aree di Venezia e Padova era stato autorizzato diversi anni fa dal Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero dell'Ambiente e previa intesa della Regione Veneto, a seguito di un complesso procedimento autorizzativo che ha visto anche l'espressione del parere di compatibilità ambientale dell'opera da parte delle competenti Amministrazioni statali.
  In seguito al ricorso di alcuni Comuni interessati dalla realizzazione dell'opera, il decreto autorizzativo era stato annullato dal Consiglio di Stato con sentenza n. 3205 del 10 giugno 2013.
  A seguito della caducazione dell'autorizzazione unica, la società Terna, permanendo fortemente l'interesse al potenziamento della rete elettrica di trasmissione nazionale nell'area nord-est del Paese, nel dicembre 2016, ha presentato, come riferito anche dagli Onorevoli interroganti, istanza per avviare un nuovo procedimento di autorizzazione del progetto.
  Il MiSE, avendo verificato la sussistenza dei requisiti di ammissibilità dell'istanza di autorizzazione, ai sensi della normativa vigente ha avviato, in data 11 gennaio 2017, il procedimento autorizzativo per la costruzione e l'esercizio di interventi per la razionalizzazione della rete di alta tensione nelle aree di Venezia e Padova.
  Con nota del 1o luglio 2019, la società Terna ha informato le Amministrazioni autorizzanti di aver sottoscritto, in data 21 gennaio 2019, un accordo con la regione Veneto, nel quale si stabilisce, in accoglimento delle richieste pervenute dal territorio, di migliorare l'intervento prevedendo di realizzare in cavo interrato l'elettrodotto 380 kV Dolo – Camin ed ha, conseguentemente comunicato il ritiro della propria istanza.
  Il Ministero dello sviluppo economico, con propria nota del 4 luglio 2019 ha, quindi, comunicato a tutte le Amministrazioni coinvolte nel procedimento di autorizzazione la chiusura dello stesso, invitando contestualmente Terna a prendere accordi con i Comuni per la demolizione delle opere realizzate nel periodo antecedente l'annullamento del provvedimento di autorizzazione da parte del Consiglio di Stato. Pertanto, il progetto di Terna relativo alla razionalizzazione della rete elettrica fra Venezia e Padova è stato ritirato, anche seguito dell'accordo, sottoscritto in data 21 gennaio 2019 con la Regione del Veneto, con il quale Terna si è impegnata a realizzare un riassetto di rete tra le stazioni di Camin, Dolo, Malcontenta e Fusina che interesserà tutti i livelli di tensione.
  Il suddetto Accordo, in particolare, ha riguardato i seguenti interventi:
   L'intervento denominato: «Razionalizzazione della rete elettrica tra Dolo e Camin», che consiste nella costruzione in cavo interrato di una nuova direttrice 380 kV tra le stazioni di Fusina 2, Dolo e Camin.
   L'intervento denominato: «Razionalizzazione della rete elettrica tra Malcontenta e Fusina» (detto Moranzani) oltre che interventi di ampliamento delle sopracitate stazioni elettriche, che ha previsto la Pag. 131rimozione delle linee aeree presenti e la relativa ricostruzione in cavo interrato secondo un nuovo schema di rete.

  Il 6 giugno 2019 la Regione del Veneto ha avviato i lavori della Commissione tecnica di Coordinamento, prevista dall'articolo 6 del Protocollo d'intesa tra la stessa Regione e Terna e istituita con la D.G.R. 240 del 2019, ed ha convocato Tavoli tematici specifici sia per l'Intervento Dolo-Camin, sia per l'intervento Moranzani.
  Con riferimento all'intervento Moranzani, la Regione del Veneto il 17 luglio 2019 ha formalmente comunicato la conclusione delle attività del Tavolo tecnico della Commissione di Coordinamento dell'Accordo del 21 gennaio 2019 che erano finalizzate alla verifica delle soluzioni progettuali.
  Il 2 dicembre 2019 Terna ha presentato il progetto «Razionalizzazione della rete elettrica tra Malcontenta e Fusina» (Moranzani) al Ministero dello Sviluppo Economico per una preventiva verifica della documentazione prodotta, e in data 11 dicembre 2019 ha inviato al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare la richiesta di Valutazione preliminare ai sensi dell'articolo 6, comma 9, del D.Lgs. 152 del 2006.
  Il Ministero dell'Ambiente, il 3 marzo 2020, ha comunicato esito positivo della valutazione preliminare, escludendo la necessità di successive procedure di Valutazione di Impatto Ambientale.
  L'11 marzo 2020 Terna ha inoltrato al Ministero dello Sviluppo Economico istanza di autorizzazione alla costruzione ed esercizio dei nuovi asset di rete e, in considerazione delle limitazioni sopraggiunte, causa COVID-19, per il MiSE di poter accedere alla documentazione progettuale ed ambientale dell'istanza inoltrata all'Ufficio Protocollo del Ministero stesso, il 19 marzo 2020 ha successivamente inviato la stessa documentazione scaricabile tramite apposito link.
  Questo Ministero, avendo verificato la sussistenza dei requisiti di ammissibilità dell'istanza di autorizzazione, ai sensi della normativa vigente ha avviato, in data 26 maggio 2020, il relativo procedimento.
  Con riferimento all'intervento Dolo-Camin la Regione del Veneto, a conclusione degli incontri e dei sopralluoghi svolti dalla Commissione tecnica di Coordinamento regionale insieme ai Sindaci interessati dal tracciato della nuova linea 380 kV Dolo-Camin, ha convocato un incontro finale durante il quale è stata confermata la localizzazione del nuovo tracciato in cavo interrato, che dovrebbe essere di prossima presentazione al Ministero per l'autorizzazione.
  Il Ministero dello sviluppo economico, avrà cura di aggiornare tale nota a seguito dei futuri eventi, laddove venga richiesto.

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ALLEGATO 2

5-04457 Costanzo: Sul piano di reindustrializzazione della Ventures S.R.L.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'interrogazione in oggetto, concernente le ipotesi di reindustrializzazione della ex Embraco, informo per quel che segue.
  Presso il Ministero dello sviluppo economico è attivo, come noto all'interrogante, un tavolo di vertenza da diversi anni. I frequenti incontri ministeriali nel corrente anno sono stati tutti tesi a promuovere e a verificare il percorso di reindustrializzazione avviato dalla società Ventueres rispetto al sito ex Embraco di Riva di Chieri.
  In particolare, nell'incontro ministeriale del 28 luglio scorso, successivo alla dichiarazione di fallimento del citato soggetto industriale, ho avuto modo di informare le parti che la Whirlpool, insieme ad Invitalia, hanno confermato la loro massima disponibilità ad individuare, in collaborazione con il Governo, una soluzione alla crisi della Ventures. La situazione di crisi aziendale sarà affrontata in un prossimo tavolo ministeriale, con il supporto del Ministero del Lavoro, in cui saranno discussi e valutati tutti gli strumenti, ad oggi disponibili, per tutelare tutti i lavoratori coinvolti.
  Lo scorso 15 settembre, inoltre, si è convocato un successivo incontro che si è svolto presso la Prefettura di Torino, alla presenza oltre che del Prefetto di Torino, del Ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme, dei rappresentanti del Ministero del Lavoro, delle Istituzioni regionali e locali, delle Organizzazioni Sindacali e della società ACC in Amministrazione Straordinaria.
  In quella sede ho avuto modo di comunicare ai partecipanti che il progetto di reindustrializzazione del sito di Riva di Chieri si basa sull'obiettivo di creare un polo italiano di compressori di cui farà parte anche lo stabilimento di Riva di Chieri i cui volumi di produzione potrebbero essere garantiti anche da Whirlpool che ha una elevata domanda di compressori da soddisfare.
  Il commissario straordinario della società ACC è passato ad esporre il progetto industriale denominato «Italcomp» per la creazione di un polo italiano integrato di produzione di compressori. Le Linee guida di tale progetto industriale sono state individuate nell'incremento dei volumi di produzione; nell'ampliamento della gamma dei prodotti offerti e nell'espansione dell'attività su nuove Regioni. La produzione si realizzerà in due siti che avranno le seguenti destinazioni: Mei (Belluno) come Centro di eccellenza Compressori; Chieri (Torino) come Centro di eccellenza motori. I due stabilimenti, quindi, non saranno in competizione tra loro. Con particolare riferimento al sito di Riva di Chieri, sono previsti dei volumi pari a 6 milioni di motori per compressori ai quali si aggiungono eventuali 2 milioni di motori per nuovi business. Gli investimenti saranno pari a 10 milioni per la realizzazione della nuova linea motori VSD. I tempi stimati, sempre avendo riguardo al sito di Chieri, sono: gennaio 2022 per l'avvio della nuova linea motori; gennaio 2023 per il trasferimento motori linea K. I potenziali clienti sono così elencati nella Whirlpool come clienti europeo, oltre a probabili clienti light commercial negli USA e nel Medio Oriente.Pag. 133
  Il progetto prevede anche lo sviluppo del business dei motori elettrici alternativi ai frigoriferi (es. motori per lavatrici, scooter elettrici). Per quanto riguarda la compagine societaria, è stato chiarito che è ancora prematuro darne una definizione completa giacché sarà necessario, tra l'altro, che il curatore fallimentare definisca la posizione delle parti coinvolte e che i Commissari Straordinari di Acc definiscano i vari passaggi della procedura di AS, in maniera compatibile con il progetto Industriale presentato. Gli investitori eventualmente interessati al progetto industriale sono già stati contattati ma il percorso deve essere seguito in maniera graduale.
  Per quanto riguarda la specifica tematica degli ammortizzatori sociali, informo che il competente Ministero del lavoro ha comunicato che con proprio decreto del 22 ottobre 2018 è stato approvato il programma per riorganizzazione aziendale relativamente al periodo dal 16 luglio 2018 al 15 luglio 2020 ed è stata autorizzata, per il medesimo periodo, la corresponsione del trattamento straordinario di integrazione salariale in favore di 413 lavoratori impiegati presso l'unità di Riva di Chieri (TO). L'efficacia di tale trattamento è stata sospesa, a seguito di richiesta d'intervento di Cassa Integrazione Guadagni con causale «COVID-19 nazionale – sospensione CIGS», per i periodi dal 1o aprile 2020 al 30 maggio 2020 (decreto direttoriale n. 104821 del 15 aprile 2020) e dal 06 luglio 2020 al 1o agosto 2020 (decreto direttoriale n. 107072 del 23 luglio 2020). Con il decreto direttoriale del 25 settembre 2020 è stato approvato poi il programma di CIGS per crisi per cessazione di attività relativamente al periodo dal 23 luglio 2020 al 22 luglio 2021 ed è stata autorizzata, per il medesimo periodo, la corresponsione del trattamento straordinario di integrazione salariale in favore di 400 lavoratori impiegati presso l'unità di Riva di Chieri (TO). Tale trattamento, in deroga agli artt. 4, comma 1 e 22, comma 2 del d.lgs. n. 148/2015, ha annullato i suindicati decreti a decorrere dal 23 luglio 2020.
  Contestualmente, le Parti hanno sottoscritto – ai sensi dell'articolo 24-bis del decreto legislativo n. 148 del 2015 – un accordo di ricollocazione per il ricorso all'assegno di ricollocazione in favore dei lavoratori rientranti negli ambiti aziendali e nei profili professionali a rischio di esubero.
  In conclusione, tengo ad informare che il Ministero dello sviluppo economico, continuerà a monitorare le vicende dell'Azienda al fine di trovare la miglior soluzione possibile per garantire la continuità produttiva di tutti i siti interessati e di salvaguardare i lavoratori coinvolti.

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ALLEGATO 3

5-04476 Serracchiani: Sulla situazione della Treofan Italy S.P.A.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle vicende della società Treofan, fermo restando quanto descritto con l'atto di sindacato ispettivo – cui si risponde – tengo ad informare sugli eventi successivi che hanno caratterizzato la società.
  Lo scorso 10 agosto, in modalità call, si è svolto nuovamente un confronto tra il Ministero dello sviluppo economico e tutte le Parti coinvolte, con il raggiungimento di un accordo tra MISE, Istituzioni Regionali e Locali, Azienda e Organizzazioni Sindacali, al fine di far ripartire il sito produttivo della Treofan, avente sede a Terni.
  L'accordo ha previsto l'impegno della Società a:
   pianificare nell'immediato le produzioni finalizzate al rilancio produttivo;
   trasferire una taglierina (macchina da taglio per film) e i componenti necessari per la riattivazione dei fluff silos per raccogliere scarti riusabili;
   avviare da subito la valutazione tecnica sulla linea B30 di film in polietilene (PE) al fine di per prendere in considerazione nuove opportunità di business ed eventualmente l'acquisto di un rigranulatore.

  L'intesa ha contemplato, altresì, l'immediata sospensione dello sciopero dei lavoratori, che proseguiva dal 29 giugno, ed il contemporaneo impegno dell'azienda a ristabilire normali relazioni industriali e sindacali.
  Si è altresì concordato che, a partire dall'11 agosto 2020, Treofan avrebbe avviato il ricorso alla Cassa Integrazione Covid-19. Inoltre, in tale sede istituzionale, l'Azienda si è impegnata ad incontrare la Regione Umbria per approfondire eventuali opportunità connesse con i piani di sviluppo regionale, con il Polo Industriale di Terni e con l'area di crisi complessa. Si è infine concordato di non assumere iniziative unilaterali di alcun genere, in rispetto dell'Accordo citato, e di sottoporre l'attuazione dello stesso e le prospettive future del sito di Terni all'esito di apposita valutazione da svolgersi in seno al tavolo ministeriale.
  Infine informo che martedì scorso si è tenuta in video conference una nuova riunione di verifica sull'attuazione dell'Accordo sopra detto.
  Le Organizzazioni Sindacali hanno segnalato di aver rispettato gli accordi presi ma che – tuttavia – l'azienda li aveva rispettati solo parzialmente. Conseguentemente non ci sono state le auspicate riprese delle produzioni nei quantitativi previsti. Hanno denunciato lo svuotamento di produzioni tradizionalmente realizzate a Terni da gennaio di quest'anno, cioè prima dell'inizio della pandemia, e la loro realizzazione in altri siti del Gruppo Jindal, in alcuni casi anche con l'utilizzo del marchio Terni. Hanno inoltre segnalato che non c’è ancora stato il trasferimento della taglierina dallo stabilimento in dismissione di Battipaglia.
  La società, ha motivato le contestazioni esposte dalle Organizzazioni sindacali segnalando di aver ripreso le produzioni a Terni recuperando i contatti con i clienti ed evidenziando che i ritardi nella piena ripresa delle produzioni sono stati dovuti al calo di ordinativi causato dalla generale crisi economico-finanziaria indotta dalla pandemia, che ha impattato tutti gli impianti Pag. 135del Gruppo che attualmente producono al di sotto delle capacità produttive ed ha rinnovato l'impegno sia a trasferire la taglierina da Battipaglia a Terni che a svuotare il sito dai materiali di scarto e a proseguire le verifiche per riprendere le restanti produzioni.
  Ha precisato, infine, che è in corso di redazione un piano di investimenti che si è impegnato a condividere con la Regione Umbria nella seconda metà di ottobre.
  Il rappresentante della Regione ha confermato la propria disponibilità all'incontro con l'azienda per valutare il ricorso agli strumenti propri alle Aree di crisi complessa, sulla base di una proposta di piano di rilancio del sito che preveda l'introduzione di produzioni innovative, in sinergia con le competenze non comuni che si trovano nel polo di Terni.
  Infine, le parti si sono impegnate a rinnovare quanto contenuto nell'accordo di agosto per un periodo temporale più lungo e hanno deciso di rincontrarsi il prossimo 1o ottobre.
  Da quanto detto è evidente che il Ministero dello sviluppo economico segue con la massima attenzione la vicenda e continuerà a monitorarla in tutti i suoi aspetti, al fine di trovare una soluzione in grado di dare stabilità in termini produttivi all'Azienda nonché ai lavoratori interessati.
  Quanto al tema delle delocalizzazioni di cui ci viene anche richiesto, è noto che esso rivesta un ruolo importante all'interno del dibattito governativo e l'impegno del Governo è diretto, da un lato, a sanzionare le aziende che delocalizzano (qualora abbiano usufruito di finanziamenti pubblici) e a difendere i marchi storici; dall'altro, ad individuare politiche pubbliche tese ad incoraggiare le aziende che hanno già delocalizzato a reinvestire in Italia (back reshoring), così come affermato dallo stesso Ministro dello sviluppo economico Ing. Stefano Patuanelli in un Question Time tenutosi al Senato recentemente. Vi è la necessità, quindi, di individuare cosa porta una multinazionale a non produrre nel nostro Paese nonché di prevedere un quadro omogeneo di interventi, anche normativi, volti a difendere il tessuto produttivo del nostro Paese.

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ALLEGATO 4

5-04530 Colletti: Su questioni attinenti ai cosiddetti certificati bianchi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole interrogante chiede di conoscere se il Ministro dello sviluppo economico sia a conoscenza dei fatti riguardanti le modalità di approccio, nell'ambito del meccanismo dei certificati bianchi, adottate dalla ditta Gandalf Investiment S.r.l. nei confronti di diversi Comuni, nonché di situazioni analoghe riguardanti altri Enti locali e delle verifiche effettuate dal GSE e se si intendano promuovere iniziative di accertamento di tali fatti e di tutela degli enti interessati. A riguardo, sentita la direzione generale competente del Ministero dello sviluppo economico, si rappresenta per quel che segue.
  Come è noto il GSE, soggetto gestore del meccanismo dei certificati bianchi, nell'ambito dell'attività di verifica e controllo ha complessivamente avviato quasi 15.000 procedimenti di accertamento, di cui oltre il 97 per cento si sono conclusi con esito negativo e conseguente avvio delle azioni di recupero degli importi indebitamente percepiti. La gran parte delle irregolarità sono state riscontrate con riferimento ai c.d. progetti standardizzati, ovvero ai progetti presentabili sulla base di predefinite schede standardizzate che constano in una sorta di un'autocertificazione, senza alcuna misurazione diretta dei risparmi energetici perseguiti. Per tali progetti sono quindi emersi numerose difformità documentali, documentazione contraffatta, mancanza dei requisiti previsti dalle schede, cumulo tra incentivi pubblici, etc.
  Con riferimento al caso in questione è emerso che sono riconducibili alla ditta Gandalf Investments S.r.l. 161 progetti standardizzati. Di questi, 105 sono relativi a progetti a valere sulla scheda standard 29T, ovvero riferiti ad interventi di efficienza energetica su impianti di illuminazione pubblica; i medesimi riguardanti i Comuni di San Giovanni Teatino, Ripa Teatina, Ari e Francavilla al Mare.
  Nel perimetro dei 105 progetti menzionati, 10 sono stati rigettati e 95 sono stati in via preliminare approvati dal GSE nel 2017 e successivamente oggetto di procedimenti di annullamento di ufficio ai sensi della Legge n. 241/1990 o di controllo documentale ai sensi dell'articolo 12 commi 1 e 3 del DM 11 gennaio 2017. La quasi totalità di tali procedimenti si è conclusa con esito negativo, comportando il recupero di circa 11.000 TEE, per un importo complessivo pari a 2,3 M euro; avverso tali provvedimenti la Gandalf Investments S.r.l. ha presentato ricorso al TAR.
  Più specificatamente per i Comuni in questione sono stati presentati:
   3 progetti per il Comune di San Giovanni Teatino, per un totale di circa 10.200 TEE richiesti in cinque anni, pari a circa 2,5 M euro, di cui 1.500 TEE, ovvero circa 380.000 euro, già emessi e oggetto di recupero;
   2 progetti per Francavilla al Mare, per un totale di circa 11.400 TEE richiesti in cinque anni, pari a circa 2,8 M euro, di cui 1.100 TEE, ovvero circa 280.000 euro, già emessi e oggetto di recupero;
   2 progetti per Ripa Teatina, per un totale di circa 4.000 TEE richiesti in cinque anni, pari a circa 1 M euro, di cui 400 TEE, ovvero circa 100.000 euro, già emessi e oggetto di recupero;
   2 progetti per Ari, per un totale di circa 2.100 TEE richiesti in cinque anni, Pag. 137pari a circa 0,5 M euro, di cui 200 TEE, ovvero circa 50.000 euro, già emessi e oggetto di recupero.

  Tale circostanza ha comportato la necessità di una revisione del quadro normativo di riferimento, con l'abrogazione delle schede standardizzate poi avvenuta con il decreto ministeriale 11 gennaio 2017.
  Più recentemente, con il c.d. Decreto Semplificazioni è stato modificato l'articolo 42 del decreto legislativo 28 del 2011 in materia di controlli su impianti beneficiari degli incentivi.
  Tali modifiche normative saranno in grado di dare maggiore stabilità agli operatori beneficiari degli incentivi e sono indirizzati ad offrire una tutela anche per gli utenti finali, siano essi cittadini, imprese o enti pubblici. Tuttavia, non entrano nel merito delle procedure seguite dagli enti locali per l'affidamento del servizio o dell'equità delle pattuizioni economiche. Tema quest'ultimo, che è particolarmente delicato, anche alla luce del significativo contenzioso non ancora concluso a riguardo.
  In conclusione, il Ministero dello sviluppo economico continuerà a monitorare la situazione, nell'ambito della propria competenza, fermo restando gli accertamenti delle Autorità preposte su quanto specificamente indicato dall'atto in discussione.