CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 29 settembre 2020
443.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO

Schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund – Next Generation EU.

RILIEVI APPROVATI DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,
   esaminato – per quanto di competenza ed ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento secondo periodo, del Regolamento – lo Schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund;
   sottolineato che:
    gli effetti dell'epidemia provocata da Covid19 sul sistema economico e produttivo europeo si stanno caratterizzando come l'innesco della crisi più importante del dopoguerra del mercato comune. La risposta messa in campo dall'Unione Europea, con Next Generation EU, è fortunatamente per natura e dimensioni del programma di carattere straordinario ed adeguata all'eccezionalità della situazione;
    in questo contesto il dispositivo c.d. «per la ripresa e la resilienza» mette a disposizione 672,5 miliardi di euro – 312,5 in sussidi e 360 in prestiti – per sostenere il sistema economico, sociale e produttivo dei diversi Paesi membri dell'Unione europea, fissando priorità chiare per il suo impiego;
    fra queste vi è quella di promuovere la coesione economica, sociale e territoriale dell'Unione, migliorando la resilienza e la capacità di ripresa degli Stati membri; ridurre l'impatto sociale ed economico della crisi pandemica; sostenere la transizione verde e digitale innalzando il potenziale di crescita dell'economia e la creazione di occupazione. Per l'Italia questo si traduce in un imponente piano capace di risollevare il Paese dalla crisi ma anche di aprire una fase idonea a sanare diversi problemi che da tempo affliggono il nostro tessuto economico-produttivo;
    il Governo ha recentemente trasmesso alle Camere la proposta di linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Il programma sarà costruito secondo una sequenza logica che indentifica le sfide che il Paese intende affrontare, le missioni del programma (suddivise in un insieme di progetti omogenei), i singoli progetti di investimento e le iniziative di riforma che saranno collegate ad uno o più cluster di intervento; le sei missioni sono le seguenti:
   1. Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo;
   2. Rivoluzione verde e transizione ecologica;
   3. Infrastrutture per la mobilità;
   4. Istruzione, formazione, ricerca e cultura;
   5. Equità sociale, di genere e territoriale;
   6. Salute;
    il macroobiettivo di tornare a fare crescere l'Italia con valori quanto meno pari alla media europea significa più che raddoppiare il valore medio di crescita attuale. Una sfida che, assieme alla volontà di accrescere il tasso di occupazione sino ai livelli medi comunitari, può portare ad una svolta decisiva nelle prospettive future del Paese;Pag. 170
    in questo contesto la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, con il conforme avviso del Presidente della Camera e con il contributo della Commissioni di settore, predispone una relazione all'Assemblea – ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento – al fine di articolare atti di indirizzo al Governo, prima della presentazione del Recovery Plan da parte del Governo stesso. La X Commissione Attività Produttive Commercio e Turismo intende evidenziare elementi di indirizzo, sui temi di competenza, a supporto degli atti di indirizzo generali;
   rilevato che:
    per ciò che attiene alla missione n. 1: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, il sistema industriale italiano, così come il comparto turistico e quello del commercio possono trarre notevole vantaggio dall'attuazione del PNRR in una prospettiva di medio e lungo periodo purché tale Piano rispetti alcuni principi di fondo;
    per quanto riguarda il sistema produttivo le risorse per accompagnare la transizione verso la sostenibilità ed incrementare la competitività vanno messe in campo tenendo conto di due fattori. Il primo riguarda la struttura della manifattura, basata soprattutto su piccole e medie imprese che ha visto nel tempo una contrazione dei grandi gruppi leader di filiere industriali. Il secondo è connesso alla ormai tipica e diffusa articolazione della nostra capacità produttiva per filiere e distretti produttivi;
    i dati economici non lasciano dubbi su cosa sia e cosa significhi l'industria manifatturiera italiana per il presente e per il futuro del Paese, anche in un momento delicato, e su quali siano le sue luci e le sue ombre. Il sistema produttivo italiano richiede interventi in grado di superare quelli che nel tempo sono divenuti ostacoli all'innovazione e allo sviluppo e, di conseguenza, alla crescita occupazionale. L'occasione del PNRR per il sistema produttivo è nodale per superare non solo la crisi contingente ma tutti quegli ostacoli che sedimentandosi nel tempo ne hanno minato la competitività e la crescita limitandone di conseguenza anche la capacità occupazionale. Appare appropriato un intervento sul tessuto produttivo che operi secondo le linee dell'innovazione, della trasformazione digitale, della sostenibilità ambientale, del rafforzamento del capitale umano e del consolidamento delle filiere. In questo quadro, nonostante l'attività innovativa sia quantitativamente diffusa tra le imprese italiane tuttavia il sistemo produttivo mostra una capacità di salto innovativo più bassa rispetto ad altri paesi europei, come emerge dagli indicatori sulle spese in ricerca e sviluppo o sul numero di brevetti. Tutti i dati sui brevetti rilevano come la probabilità di brevettare sia positivamente correlata con la dimensione aziendale e con la qualità della forza lavoro presente nelle imprese;
    alla luce di ciò è essenziale sostenere le filiere strategiche ed i distretti, che formano il cuore del «made in Italy», mettendo in campo sia misure «orizzontali» di sostegno alle imprese sia dedicando specifiche «dimensioni» di intervento su singole filiere (esempio auto, meccanica, aerospazio, tessile-moda, farmaceutico, agroalimentare ecc.);
    in questa ottica appare anche importante che accanto ai progetti di investimento indirizzati al settore industriale, tesi alla riconversione di settori «maturi» o dedicati alla transizione verso la sostenibilità e alla innovazione tecnologica di processo e prodotto, anche i grandi «progetti paese» trasversali alle sei missioni vengano valutati pure sulla base del ritorno industriale nazionale;
    un programma di successo, da questo punto di vista, è quello che può generare o consolidare una filiera produttiva e moltiplica l'investimento pubblico mediante il richiamo di investimenti privati;
    il comparto turistico si trova oggi a dovere fronteggiare un'emergenza inedita ed immediata causata dal tracollo della domanda con una conseguente elevata Pag. 171mortalità aziendale (che si stima possa raggiungere in media il 40 per cento con punte dell'80 per cento in settori come le agenzie di viaggio e dei tour operator) ma ha anche la necessità di ridisegnare il futuro superando anche alcune criticità esistenti (adeguatezza della ricettività, durata delle stagioni, diffusione della domanda sul territorio ecc.). In questa ottica il PNRR costituisce un'opportunità irripetibile;
    il turismo, che genera un contributo alla formazione del PIL pari a circa 230 miliardi di euro anno con 1,5 milioni di occupati, è il settore che ha subito i maggiori danni dalla pandemia, intere filiere della catena si sono totalmente fermate (intrattenimento, fiere, congressi, business travel) ed altre sono crollate fino al 90 per cento (come le agenzie di viaggio e i tour operator). Sul fronte dell'offerta turistica è quindi doveroso agire prontamente per restituire competitività al sistema ricettivo italiano duramente colpito dagli effetti dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. Occorre premettere che prima di tutto per rendere fruibile il patrimonio turistico è necessaria un'azione trasversale di potenziamento infrastrutturale, poiché questo è il primo elemento di congiunzione fra la domanda e l'offerta nel nostro territorio. Sviluppare le infrastrutture logistiche e di collegamento, dell'accessibilità transfrontaliera e dell'intermodalità dei trasporti tra il Nord e il Sud e tra Est e Ovest della penisola in modo da garantire un accesso facilitato alle diverse aree del Paese, è condizione indispensabile per la valorizzazione dei nostri territori;
    analisi simile può essere condotta nel settore del commercio, che già reduce dalle difficoltà della recente crisi, si trova ora ad affrontare la sfida del cambiamento imposto dai mutati stili di vita e dalla prorompente diffusione delle tecnologie di rete;
    sono, infatti, innegabili gli impatti critici dello sviluppo del commercio elettronico e del lavoro da remoto sul tessuto economico e sociale delle nostre città e, in specie, sui processi di desertificazione commerciale. E questo mentre il tempo dell'emergenza COVID-19 ha, invece, rinnovato e reso più evidenti funzione e valore del commercio e dei servizi di prossimità;
    la pesantissima crisi del settore commerciale richiede una serie di misure che intervengano sulla situazione in essere e sulle prospettive del comparto. Appaiono urgenti e non rimandabili una serie di interventi finalizzati al sostegno della domanda interna e dell’export, al potenziamento del «Made in Italy» e al miglioramento di un ecosistema favorevole alla ripresa delle attività commerciali e dei servizi. Il comparto commercio necessità altresì di interventi specifici per favorire un percorso di innovazione che tenga conto anche delle nuove esigenze di consumo e della crescente richiesta di servizi professionali avanzati, e fornisca alle imprese, soprattutto quelle di minori dimensioni, gli strumenti adeguati per garantire l'accesso al credito, un'adeguata patrimonializzazione e il rafforzamento della produttività, della competitività e rimuovendo le limitazioni alla concorrenza riprendendo in questo il percorso virtuoso delle leggi «annuali sulla concorrenza»;
    per le ragioni sopra esposte nella sfida del PNRR l'innovazione resta elemento centrale e dalla digitalizzazione della manifattura, del commercio, del turismo si deve ripartire;
    va ripreso con forza il pacchetto Industria 4.0, oggi Impresa 4.0, con le azioni per gli investimenti innovativi, per la formazione delle competenze, per la realizzazione ed il rafforzamento delle infrastrutture abilitanti. Anche la diffusione delle tecnologie di rete va perseguito in maniera massiccia, soprattutto verso le piccole e micro imprese, con strumenti finanziari e tecnici idonei. Tra le lezioni fondamentali del tempo della pandemia, vi è certamente la definitiva presa di consapevolezza del ruolo ineludibile della costruzione di una rete di connessione digitale Pag. 172veloce ed ultraveloce ineludibile per diffondere l'innovazione e per lo sviluppo di nuovi servizi;
    così come appare necessario che i fondi del PNRR investiti per sostenere l'innovazione, la digitalizzazione e l'internazionalizzazione delle imprese concorrano in maniera determinate a mobilitare l'investimento privato anche in riferimento alla dimensione aziendale considerando nella elaborazione dei progetti il modello del Think Small First e che ha generato lo Small Business Act;
    uno degli aspetti di forza, ma per certi versi anche di fragilità, delle aziende italiane risiede nelle loro dimensioni ridotte. Nell'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza una particolare attenzione dovrebbe essere volta al rafforzamento del sistema delle imprese e delle PMI mediante misure che ne sostengano la crescita dimensionale, incentivino la patrimonializzazione, aiutino le reti di impresa puntando anche sul potenziamento del ruolo dei distretti;
    altro tema non trascurabile è la semplificazione; muovere investimenti pubblici e privati, sostenere la ripresa delle aziende e fare crescere la manifattura, il commercio e il turismo significa ridurre i tempi e i costi per portare a compimento le varie procedure amministrative richieste nella vita di un'impresa, dalla costituzione alla cessazione;
    al tema ormai divenuto urgentissimo, in questo tempo di pandemia e blocchi, della liquidità aziendale a regime, è anche doveroso richiamare una volta di più la necessità di un preciso e puntuale adempimento della Pubblica Amministrazione nei pagamenti dei debiti verso le aziende. Dopo di che è importante pensare anche ad ampliare e allungare quanto messo in campo con i DL «Liquidità» e «Rilancio», in termini di garanzie ed indennizzi, immaginando anche nuovi strumenti (Fondo Rotativo) finalizzati all'erogazione di finanziamenti a microimprese per importi contenuti, che possono essere assistiti dalla Garanzia del Fondo Centrale;
    a fianco di questo però, mai come ora e forse per la prima volta così ampiamente in questa crisi, si evidenzia come spostare produzioni non per ragioni commerciali ma per semplici ragioni di competitività economica può essere un fattore di rischio. È giunto il momento di iniziare una seria politica di accompagnamento al rientro di aziende che hanno delocalizzato la produzione. Questo obiettivo va conseguito grazie a misure mirate di semplificazione, seguendo l'esperienza (non sempre lineare) delle misure fiscali di incentivo al rimpatrio dei professionisti e ricercatori esteri cosiddetti «cervelli in fuga». Il rimpatrio delle imprese (oltre che dei cervelli) è uno dei temi su cui si può fondare la ripartenza del sistema produttivo;
    infine, il tema del rafforzamento delle politiche di sostegno alle start-up ed alle PMI innovative già in essere è un punto essenziale per la competitività futura del Paese visto che quelle italiane ottengono finanziamenti da privati in scala ancora troppo ridotta rispetto ai principali Paesi europei, generando in tal modo un numero minore di casi di successo;
   sottolineato che:
    quanto alla missione n. 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica, la transizione ecologica che vede nell'uso più razionale delle risorse e delle materie prime un elemento centrale, anche in chiave di economia circolare, porta a indicare come oltremodo opportuno l'estensione del cosiddetto «bonus energetico» del 110 per cento dagli immobili ad uso residenziale anche alle strutture produttive, del commercio, dei servizi e dell'accoglienza turistica;
    il sistema energetico italiano si è già dotato di una serie di strumenti idonei a raggiungere l'obiettivo di decarbonizzazione sul medio periodo – con due traguardi rilevanti al 2030 e 2050 e punti intermedi rilevanti come il phase-out dal carbone nel 2025 – che trovano il loro compendio nel PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima). Qui gli Pag. 173obiettivi comunitari della sicurezza ed efficienza energetica, dell'ampio uso delle fonti rinnovabili e di un mercato unico dell'energia sono riflessi e trovano applicazione in un percorso di transizione energetica nazionale che deve avere il cittadino al centro e garantire competitività al sistema industriale. Lo sviluppo e l'attuazione del PNRR nel settore energetico non può, quindi, che partire da un necessario coordinamento con quanto già previsto ed in corso di attuazione. In questo senso, anzi, si deve cogliere l'occasione del PNRR come elemento di stimolo a proseguire sulla strada intrapresa apportando, ove necessario, gli opportuni miglioramenti. Si tratta di ribadire qui alcuni indirizzi specifici in termini di investimento che possono essere particolarmente congruenti con le finalità PNIEC e degli altri strumenti già in campo ed in cui il PNRR può intervenire;
   evidenziato che:
    in merito alla missione n. 4: Istruzione, formazione, ricerca e cultura, l'Italia ha urgente bisogno di potenziare la ricerca pubblica e privata. Non si tratta solamente di risorse, ma anche di efficacia nell'indirizzo. Il passaggio vincente verso la «sostenibilità», le nuove tecnologie e la gestione dei grandi modelli non richiede solo investimenti ma anche una razionalizzazione e specializzazione del sistema di ricerca nazionale, una maggiore osmosi fra pubblico e privato e un migliore trasferimento del sapere e delle conoscenze. Il tema della formazione e rinvigorimento del sistema formativo, a partire soprattutto dagli ITS e dalle lauree professionalizzanti e Stem, e dalle competenze di settore con il c.d. «innervamento» di processi di «formazione permanente» nelle realtà produttive e di servizio,

VALUTA FAVOREVOLMENTE LO SCHEMA DI RELAZIONE

  e formula i seguenti rilievi:
   a) Relativamente al tema Attività produttive e sistema industriale, riconducibile alla missione n. 1 – Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo –, valuti la Commissione di merito l'opportunità di integrare il paragrafo 5 dello schema di relazione con i seguenti argomenti:
    1. innovazione per lo sviluppo: potenziamento e introduzione «a regime» delle misure per favorire l'aggiornamento del sistema produttivo e l'innovazione d'azienda, rafforzamento del pacchetto Impresa 4.0 con specifica attenzione alle PMI e sostegno alle start-up ed alle PMI innovative. Rafforzare e promuovere le catene strategiche del valore, investire nelle tecnologie emergenti ed in rilevanti progetti di ricerca e sviluppo irrobustendo al contempo le reti di competence center e digital innovation hub per assistere la diffusione dell'innovazione;
    2. innovazione per la sostenibilità: sostegno all'efficientamento industriale dei processi produttivi (in termini di uso di materie prime, di energia e di fluidi di lavoro) e sviluppo ed ottimizzazione dei prodotti. Orientare ed assistere con misure specifiche le imprese per la ridefinizione delle proprie filiere in chiave di maggiore sostenibilità e di economia circolare. Nel settore degli edifici residenziali (privati e pubblici) sostenere la riqualificazione energetica stabilizzando per il periodo 2022-2024 il «Superecobonus» e «Sismabonus» promuovendo nel settore dell'edilizia una sempre maggiore rigenerazione tesa alla riduzione dei consumi energetici;
    3. finanza e risparmio per la crescita: uso della leva fiscale per incentivare la patrimonializzazione delle imprese, la loro crescita dimensionale anche mediante fusioni e acquisizioni ed il reinvestimento degli utili in azienda, prevedendo anche nuove e più rilevanti misure di sostegno ai prestiti alle imprese, al fine di garantire la necessaria liquidità con specifico riferimento a forme di intervento atte a sostenere le micro e piccole aziende aiutando anche le reti d'impresa; promuovere mediante opportuni strumenti finanziari il convergere del risparmio privato nell'economia Pag. 174reale (modello PIR/ELTIF) accrescendo la convenienza ad investire nel sistema delle PMI e nelle grandi aziende strategiche italiane; supportare il ruolo di attori pubblici (CDP, Invitalia) per il rafforzamento della leadership e delle connessioni nella filiera incentivando l'investimento di fondi pensione e casse di previdenza in tutte le asset class di private capital;
    4. saperi, istruzione e competitività: prevedere interventi specifici per investimenti del sistema manifatturiero nella formazione e rinvigorimento del sistema formativo nazionale soprattutto negli ITS e nelle lauree professionalizzanti e Stem con una sempre maggiore connessione con l'ecosistema aziendale anche «innervando» la formazione fra le attività d'impresa; agevolare e supportare la valorizzazione economica dei brevetti a favore di micro, piccole e medie imprese; irrobustimento e riorganizzazione del sistema della ricerca pubblica e allargamento dell'osmosi pubblico-privato;
    5. filiere e sviluppo: supporto allo sviluppo tecnologico e sostenibile delle filiere nazionali (es. auto, aerospazio, tessile-moda, agro-alimentare, chimico, farmaceutico, biomedicale, meccanica ed automazione, legno e arredo, alluminio, ceramico, cartario ecc.) con misure specifiche per il settore sostenendo le attività di innovazione di processo e prodotto e provvedendo alla proiezione internazionale delle aziende tramite ausilio all’export; favorire lo sviluppo di rapporti sinergici e duraturi fra le aziende di filiera anche mediante «accordi di rete»; valorizzare la forza del «Marchio Italia» valutando l'istituzione di un opportuno fondo per le industrie creative e per il made in Italy;
    6. grandi progetti Paese per la transizione: sviluppo di una strategia per l'idrogeno quale vettore ed accumulo energetico comprensiva di ricerca e sviluppo, anche prototipale, per le tecnologie di produzione, stoccaggio e distribuzione in sicurezza realizzando anche progetti industriali dimostrativi; sviluppo e attuazione di un piano nazione per la smart mobility e l'automobile che preveda interventi a sostegno della domanda e per favorire la share mobility ma anche per rafforzare le aziende nazionali nella transizione focalizzando gli interventi sulle linee guida della innovazione, della ricerca e sviluppo e del potenziamento del capitale umano;
    7. semplificazione: rendere più facile il fare impresa, raccordare in modo migliore le procedure autorizzative fra i diversi attori pubblici continuando un'azione di semplificazione normativa e semplificazione amministrativo-procedurale;
    8. Life Long-learning: rafforzare la capacità delle imprese e del tessuto produttivo in generale di programmare in maniera sistematica politiche di formazione dei lavoratori, specie di quelli in possesso di titolo di studio secondario o terziario. L'obiettivo è quello di consentire alla popolazione attiva di mantenere alti livelli di competenza rispetto alle trasformazioni tecnologiche e di gestione in atto nei diversi ambiti lavorativi «innervando» la formazione fra le attività d'impresa. Le iniziative dovranno essere tali da garantire alta qualità nella formazione erogata, in grado di mantenere quindi alta attrattività nel mercato del lavoro delle diverse figure professionali, contribuendo infine alla produttività del sistema produttivo.
    9. venture capital: la nascita e la crescita di start-up è il maggior fattore di innovazione di ogni Paese, e il venture capital è il modo miglior per far affluire investimenti privati nella creazione di nuove aziende. Il settore è cresciuto negli ultimi anni ma è ancora troppo sottodimensionato rispetto ai principali Paesi europei, è necessario pertanto destinare una serie degli investimenti pubblici previsti dal Next Generation EU alla crescita dell'ecosistema del venture capital italiano, favorendo la nascita di nuovi fondi, l'attrazione di fondi esteri e il rientro di talenti che tornino in Italia a lavorare in questo ecosistema;
   b) Relativamente al tema Turismo, riconducibile alla missione n. 1 – Digitalizzazione, Pag. 175innovazione e competitività del sistema produttivo –, valuti la Commissione di merito l'opportunità di integrare il paragrafo 5 dello schema di relazione con i seguenti argomenti:
    1. strutture più efficienti: sostenere un grande piano di riqualificazione delle strutture ricettive e termali presenti sul territorio anche estendendo e stabilizzando le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni orientate al risparmio energetico e alla messa in sicurezza sismica degli edifici (»Ecobonus» e «Sismabonus» 110 per cento secondo la normativa vigente);
    2. irrobustire la filiera: favorire lo sviluppo in chiave sempre più digitalizzata ed innovativa delle imprese che operano nel settore turistico attraverso il riconoscimento di contributi che promuovano l'utilizzo di nuove tecnologie e supportando anche idonei percorsi formativi indirizzati alla conoscenza e all'utilizzo dei degli strumenti digitali;
    3. molti turismi: definire progetti atti a promuovere e sostenere il «prodotto turistico» che affianchi gli attuali «cluster» portanti – es. località marinare e città d'arte – valorizzando luoghi e percorsi del territorio ora marginali e rinvigorendo anche un'offerta turistica mirata (ad esempio turismo sostenibile, di ritorno, sanitario dall'estero ecc.) anche sostenendo specifici pacchetti volti a ridistribuire i flussi turistici mediante l'integrazione fra differenti tipologie di offerta e conseguire anche un prolungamento della stagionalità in considerazione degli effetti moltiplicativi sui redditi del settore, sui redditi di lavoro e sul conseguente gettito fiscale, che tali iniziative possono produrre;
    4. la rete dei cammini: sviluppare la Rete dei cammini (con interventi per la messa in sicurezza, la segnaletica, l'ospitalità, favorire la maggiore partecipazione delle comunità locali ai progetti) in particolare per quanto riguarda il turismo sostenibile e responsabile e la promozione del turismo interno e dei borghi;
    5. rifiuti zero e territorio: adottare strumenti per incentivare l'ospitalità, la ristorazione «Rifiuti Zero» e l'utilizzo di prodotti territoriali definendo, inoltre, criteri di sviluppo dell'offerta turistica eco-sostenibile che permettano il sostegno economico e fiscale alla filiera;
    6. i distretti patrimonio turistico: irrobustire i distretti esistenti e favorire la creazione di nuovi distretti, club e reti di prodotto;
    7. una piattaforma nazionale: creare una piattaforma turistica nazionale con relativo sistema di promozione e commercializzazione del turismo e relativo monitoraggio dei flussi;
   c) Relativamente al tema Commercio, riconducibile alla missione n. 1 – Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo –, valuti la Commissione di merito l'opportunità di integrare il paragrafo 5 dello schema di relazione con i seguenti argomenti:
    1. favorire l'accelerazione della transizione digitale delle imprese e particolarmente delle piccole e medie imprese con lo sviluppo di una rete di connessione digitale veloce ed ultraveloce per diffondere innovazione e nuovi servizi, e con misure dedicate all'utilizzo di tecnologie e servizi digitali, adottando strumenti connotati da un approccio premiale nei confronti di progetti di rete rispondenti alle finalità strategiche di promozione dei processi di aggregazione e di crescita delle imprese partecipanti; favorire le misure di pagamento elettronico anche mediante il calmieramento degli oneri connessi a tali operazioni;
    2. riaffermazione del valore economico e sociale del commercio e dei servizi di prossimità favorendo la riattivazione delle reti economico-produttive locali introducendo misure volte a contrastare la desertificazione commerciale dei centri storici in particolare nelle località minori, valorizzando le risorse endogene e promuovendo, in particolare, i settori del turismo, della ristorazione, dell'artigianato Pag. 176e del commercio su aree pubbliche, fortemente connessi allo sviluppo sostenibile dei territori, attraverso misure per la riqualificazione, l'innovazione e il contrasto all'abusivismo e l'adozione di un piano di defiscalizzazione per le aree interne che nell'ultimo decennio hanno segnato un elevato tasso di spopolamento, privilegiando i territori colpiti da eventi calamitosi per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza;
    3. riqualificazione delle infrastrutture logistiche essenziali e di collegamento, nuova edilizia pubblica nei settori di servizio per le comunità locali, agevolazioni fiscali in favore delle imprese insediate nei centri storici urbani e nei piccoli comuni, recupero del piccolo commercio all'interno dei centri urbani, interventi per la rigenerazione urbana soprattutto delle aree interne e delle aree costiere;
    4. avvio di un ampio piano di misure fiscali volte a incentivare l'economia circolare con detrazioni fiscali e crediti d'imposta sulle spese sostenute per l'acquisto di prodotti riciclati o per l'adeguamento tecnologico dei processi produttivi, sia in termini di agevolazioni o riduzioni delle imposte, anche locali, per quelle imprese che abbiano volontariamente adottato iniziative green, favorendo le filiere nazionali del riciclo e del riuso;
    5. sostegno alla partecipazione alle fiere nazionali e internazionali ed alla nascita di imprese commerciali, definizione di un piano d'internazionalizzazione da realizzarsi attraverso il potenziamento delle funzioni delle camere di commercio locali ed estere, delle micro, piccole e medie imprese con il sovvenzionamento di progetti di rete diretti alla commercializzazione dei prodotti territoriali nei mercati internazionali;
   d) Relativamente al tema Energia, riconducibile alla missione n. 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica-, valuti la Commissione di merito l'opportunità di integrare il paragrafo 5 dello schema di relazione con i seguenti argomenti:
    1. una rete elettrica robusta, resiliente e digitalizzata: per garantire la sicurezza del sistema elettrico, anche in presenza dell'importante sviluppo delle fonti rinnovabili, si deve investire sulle dorsali potenziando la direttrice Nord-Sud, rinforzando la rete di Sud e Isole e aumentando le interconnessioni con l'estero, mentre dal lato della distribuzione significa incrementare la capacità di integrazione e gestione dei flussi di potenza intermittenti prodotti dalle rinnovabili e della sempre maggiore domanda in ambito domestico e industriale; occorre altresì investire per aumentare la resilienza di rete, incrementando la capacità di riportarsi nello stato precedente in modo rapido ed efficiente, anche in condizione di eventi critici esterni;
    2. un sistema di generazione pulito: assistere la penetrazione delle rinnovabili nel caso del solare ed eolico promuovendo, oltre alle nuove istallazioni, la rigenerazione tecnologica degli impianti esistenti così da garantire una maggiore produzione, puntare con decisione su un più razionale uso e una maggiore incidenza delle rinnovabili da bioenergie (calore ed elettricità da biomasse, biocarburanti, biometano) e sostenere l'efficientamento ed ammodernamento tecnologico del parco di generazione esistente nei settori idroelettrico e termoelettrico così da aumentare i rendimenti e diminuire le emissioni;
    3. sviluppo dei sistemi di accumulo: promuovere lo sviluppo dei sistemi di accumulo che sono essenziali per lo sfruttamento corretto e sostenibile delle fonti rinnovabili intermittenti con un'azione sui meccanismi di mercato che garantiscano una adeguata remunerazione e funzionalità per quelli già maturi (es. idroelettrico) e un piano di ricerca, sviluppo e industrializzazione per quelli in sviluppo (es. idrogeno, batterie, sistemi ad aria compressa);
    4. più efficienza energetica: favorire il raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica è fondamentale per l'Italia e diverse sono le azioni a secondo Pag. 177del settore di intervento. Nel caso dell'edilizia residenziale, sia pubblica che privata, e dei servizi il tema della obsolescenza energetica del patrimonio edilizio nazionale è di tutta evidenza e qui l'estensione temporale almeno al 2022-2024 dei c.d «ecobonus» e «sismabous» al 110 per cento appare necessario ampliandolo anche alle strutture commerciali e turistiche. Nel caso dell'industria è invece importante e non rimandabile riorganizzare i meccanismi di sostegno (es. certificati bianchi) che consento la diagnostica, la progettazione e la realizzazione di interventi su linee e processi produttivi;
    5. una mobilità maggiormente sostenibile: sostenere un intervento complessivo che riguardi la decarbonizzazione del settore trasporti, non solo dunque un grande progetto di carattere industriale sulla smart mobility, l'automobile e l'idrogeno ma anche un intervento che riguardi la mobilità pesante, quella pubblica, i trasporti – non solo su gomma ma anche marittimi – e l'infrastrutturazione del territorio; una sempre maggiore diffusione dei veicoli elettrici, una produzione significativa di biocombustibili e un trasporto pesante e marittimo che si orienti verso il GNL (Gas Naturale Liquefatto) richiedono un importante sforzo di infrastrutturazione sia da parte del pubblico quanto del privato (si pensi ai sistemi di ricarica elettrica o a biocombustibili su strade e autostrade o alle infrastrutture nei porti); da questo punto di vista il PNRR risulta un elemento di forza per un piano integrato che possa vedere il rinnovo del Trasporto Pubblico Locale, delle flotte pubbliche e appunto l'infrastrutturazione del Paese.
   e) Relativamente al tema Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione, riconducibile alla missione n. 4: Istruzione, formazione, ricerca e cultura, valuti la Commissione di merito l'opportunità di integrare il paragrafo 5 dello schema di relazione con i seguenti argomenti:
    1. ricerca di filiera per rilanciare il Paese: potenziare le attività di ricerca applicata ed innovazione delle imprese e per le imprese, rafforzando la sinergia tra università, enti di ricerca e tessuto produttivo. L'obiettivo che va perseguito è il rafforzamento delle attività di ricerca nelle imprese anche mediante la promozione di aggregazioni di imprese operanti nelle principali filiere industriali, a partire dai grandi operatori economici e dalle università ed i centri di ricerca, unitamente alle piccole e medie imprese, per perseguire obiettivi di innovazione che consentano al sistema Paese di riguadagnare la leadership internazionale su temi strategici per l'evoluzione tecnologica;
    2. sostegno alle tecnologie strategiche: una speciale attenzione va dedicata al finanziamento specifico di tecnologie strategiche e ad oggi di frontiera. Senza assumere carattere di esaustività una indicazione esemplificativa di questa può essere: intelligenza artificiale, big data, cloud computing, internet of things, robotica e automazione, life science e biotech, difesa e cybersecurity, super e quantum computing, nanotecnologie e scienze dei materiali, guida elettrica e autonoma, realtà virtuale e realtà aumentata, manifattura digitale, blockchain, fintech. Questo sforzo va anche collegato ad una più generale politica di «attrazione dei cervelli» e di attrazione dei talenti dall'estero nel mondo della ricerca e dell'impresa;
    3. contaminazione tra formazione avanzata, ricerca, tessuto produttivo e sociale: creare le condizioni affinché nei territori possano sorgere ex-novo o possano potenziarsi insediamenti infrastrutturali in grado di determinare una contaminazione tra formazione terziaria, laboratori pubblici e privati di ricerca, iniziative di formazione avanzata per il mondo del lavoro, iniziative per la promozione di imprese innovative, iniziative per la coesione sociale e lo sviluppo economico dei territori e delle città.