CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 luglio 2020
409.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Disposizioni per la semplificazione e l'accelerazione dei procedimenti amministrativi nelle materie dell'agricoltura e della pesca nonché delega al Governo per il riordino e la semplificazione della normativa in materia di pesca e acquacoltura. Nuovo testo C. 982 Gallinella e abb.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,
   esaminato, per i profili di propria competenza, il nuovo testo della proposta di legge recante «Disposizioni per la semplificazione e l'accelerazione dei procedimenti amministrativi nelle materie dell'agricoltura e della pesca nonché delega al Governo per il riordino e la semplificazione della normativa in materia di pesca e acquacoltura» (nuovo testo C. 982 Gallinella e abb.),
   rilevato, in particolare, che l'articolo 34, al comma 1, estende il credito di imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive ai periodi di imposta successivi al 2018;
   sottolineato che il medesimo articolo 34, al comma 2, estende il credito di imposta a sostegno del Made in Italy per i periodi di imposta dal 2020 al 2022 alle reti di imprese agricole e agroalimentari – per la realizzazione di infrastrutture informatiche che possano potenziare il commercio elettronico – e alle imprese che hanno sottoscritto un accordo di filiera;
   evidenziata, l'opportunità che, anche nel caso del credito di imposta concesso per la per la riqualificazione delle strutture ricettive, sia inserito un limite ai periodi di imposta oggetto della agevolazione,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   all'articolo 34, comma 1, valuti la Commissione di merito l'opportunità di limitare l'applicazione del credito di imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive ai periodi di imposta dal 2018 al 2022.

Pag. 149

ALLEGATO 2

Istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale. Nuovo testo C. 2313 Di Stasio.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,
   esaminato il nuovo testo della proposta di legge recante «Istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale» (nuovo testo C. 2313 Di Stasio),

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 150

ALLEGATO 3

Schema di decreto ministeriale concernente la ripartizione per l'anno 2020 del fondo derivante dalle sanzioni amministrative irrogate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato da destinare a iniziative a vantaggio dei consumatori. Atto n. 182.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,
   esaminato, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, lo Schema di decreto ministeriale concernente la ripartizione per l'anno 2020 del fondo derivante dalle sanzioni amministrative irrogate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato da destinare a iniziative a vantaggio dei consumatori (Atto n. 182);
   preso atto che il presente schema di decreto non esaurisce le risorse a disposizione per il triennio 2020/2022;
   apprezzata la dettagliata Relazione sullo stato di attuazione degli interventi realizzati a vantaggio dei consumatori che accompagna il provvedimento;
   sottolineata la necessità di adottare, per gli esercizi a venire, le iniziative finalizzate ad assicurare la piena attuazione dell'articolo 148 della legge n. 388 del 23 dicembre 2000;
   evidenziata, inoltre, la necessità di prevedere ulteriori e più ampie iniziative a vantaggio del consumatore come previsto dal sopracitato articolo 148, comma 1, della legge n. 388 del 23 dicembre 2000,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   1) adottare, per gli esercizi a venire, le necessarie iniziative finalizzate ad assicurare la piena attuazione dell'articolo 148 della legge n. 388 del 23 dicembre 2000;
   2) inserire ulteriori e più ampie iniziative a vantaggio del consumatore come previsto dall'articolo 148, comma 1, della legge n. 388 del 23 dicembre 2000, con particolare riguardo e dando priorità a quelle finalizzate:
    a) al contrasto e alla riduzione della povertà energetica;
    b) ad un'ampia informazione e diffusione degli strumenti messi a disposizione dalla legge 27 gennaio 2012, n. 3, in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento;
    c) all'informazione e sensibilizzazione sui temi della finanza etica con particolare riferimento alla possibilità che la stessa divenga strumento per affrontare i cambiamenti sociali ed ecologici.

Pag. 151

ALLEGATO 4

5-02940 Polidori: Sulla tutela della produzione siderurgica italiana.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole Interrogante pone l'attenzione sulle problematiche del settore siderurgico, certamente aumentate dopo il periodo della pandemia.
  A riguardo, come ha avuto modo di dichiarare il Ministro dello sviluppo economico Patuanelli nella recente audizione sul comparto, preliminarmente vorrei evidenziare che il Governo sulla siderurgia ritenuta strategica e imprescindibile per lo sviluppo di tutta la situazione produttiva.
  Alla luce di queste circostanze, l'obiettivo del Governo è realizzare un piano strategico che definisca nel dettaglio il fabbisogno di acciaio nel nostro Paese, le condizioni di mercato su cui i produttori devono muoversi, nel rispetto delle regole europee del libero mercato nonché con la consapevolezza che sono necessari anche alcuni elementi di protezione commerciale.
  Il rilancio di questo settore dovrà mettere in conto una ristrutturazione del comparto ed una produzione di acciaio di qualità, a beneficio di filiere ad alto valore aggiunto, come l'industria elettrotecnica e la meccanica di precisione, di cui l'Italia è leader.
  Al contempo è noto che da anni è in corso una perdurante crisi della siderurgia (in Europa, prima ancora che in Italia), e tra le cause di tale crisi vi è senza dubbio una minore competitività con altri Paesi, dovuta:
   al basso costo della manodopera di molti Paesi, che incide sul prezzo finale del prodotto siderurgico;
   alla regolamentazione in materia di emissioni, che essendo diversa tra l'Unione europea ed il resto del mondo, fa sì che le imprese che producono all'interno dell'UE debbano scontare regole più rigide per la salvaguardia dell'ambiente e della salute pubblica.

  Relativamente alle misure di salvaguardia sull'acciaio entrate in vigore ad inizio 2019 (Regolamento 2019/159), così come riferito dal Ministero degli esteri, in occasione della recente seconda revisione delle misure di salvaguardia, l'Italia ha operato affinché venissero adeguatamente presi in considerazione i rischi derivanti dal combinato disposto degli effetti deleteri della crisi pandemica da COVID-19 in termini di crollo della domanda di acciaio, da un lato, e dal difficile contesto mondiale del mercato dell'acciaio, dall'altro.
  È anche a seguito dell'assiduo e mirato interessamento italiano, che la Commissione europea ha adottato un approccio maggiormente ambizioso rispetto alle intenzioni originarie. Sono state, ad esempio, introdotte importanti innovazioni nei meccanismi di gestione delle quote di importazione dei prodotti siderurgici che contribuiranno a prevenire perturbazioni nei flussi di approvvigionamento dell'acciaio, quali ad esempio il passaggio all'amministrazione su base trimestrale delle quote e la limitazione, per alcune categorie di prodotto, dell'accesso a meccanismi di utilizzo delle quote residue. Importante, inoltre, l'introduzione di quote specifiche per determinati Paesi terzi che, a dati 2019, hanno registrato flussi di importazione maggiormente elevati.
  Oltre all'ambito delle misure di salvaguardia va poi ricordata l'importanza del settore delle misure UE antidumping e anti-sovvenzioni, che hanno contribuito Pag. 152nel recente passato in misura importante alla tutela dell'industria europea da pratiche sleali. L'azione dell'Italia ha potuto esplicarsi anche in tale contesto per difendere condizioni eque di concorrenza sul mercato europeo, assistendo le imprese nazionali nell'attività di sensibilizzazione della DG Trade della Commissione. Le nostre rappresentanze diplomatiche, infatti, in questi casi sono intervenute presso le Autorità dei Paesi interessati per limitarne il fenomeno.
  Infine, si ricorda l'impegnativo lavoro svolto in ambito G20, nel « Global Forum on steel excess capacity», volto a calmierare gli effetti sul mercato della sovraccapacità di produzione di acciaio di alcuni Paesi terzi, che riversano i propri prodotti nel mercato mondiale e in particolare in UE e in Italia, a causa delle misure protezionistiche adottate da altre economie.
  Ciò detto, voglio precisare che il Governo è consapevole di come queste azioni rispondano solo in parte alle preoccupazioni del settore siderurgico europeo ed italiano, e per tale motivo ritiene fondamentale un «monitoraggio costante dei flussi di importazione di acciaio», al fine di garantire un'effettiva tutela della produzione e dell'occupazione del settore.

Pag. 153

ALLEGATO 5

5-03408 De Luca: Sulla società Treofan con particolare riferimento allo stabilimento di Battipaglia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole Interrogante richiama l'attenzione del Governo sulla situazione produttiva e occupazionale dello stabilimento Treofan Italy S.r.l. di Battipaglia (Salerno).
  Come noto anche all'Onorevole Interrogante, numerose sono state le riunioni tenutesi a riguardo presso il Ministero dello sviluppo economico ma voglio evidenziare quella del 20 febbraio scorso avente ad oggetto in particolare il sito produttivo di Battipaglia (Salerno) della società Treofan.
  La riunione, presieduta da me e dal Vice Capo di Gabinetto Ing. Giorgio Sorial, ha visto la partecipazione dei rappresentanti del Ministero del lavoro, dell'Assessorato al lavoro della Regione Campania, del Consorzio Asi Salerno, dal Ceo di Jindal Films Europe, dal responsabile legale di Treofan Germany, dal responsabile HR Treofan Italy S.r.l., di Confindustria Salerno, dai rappresentanti della società Vertus S.r.l., dall'Advisor di Treofan, dall'AD di Jcoplastic S.p.A., dal responsabile HR di Jcoplastic S.p.A., dalle segreterie nazionali e territoriali di settore, dalla Ugl Chimici, unitamente alla RSA.
  Nel corso della stessa sono stati richiamati alcuni degli eventi degli ultimi 12 mesi a seguito della decisione della proprietà di chiudere il sito di Battipaglia. Si è poi data la parola all'Advisor della Treofan. Quest'ultimo ha informato i presenti che la propria attività di ricerca di un soggetto industriale in grado di garantire continuità al sito di Battipaglia si è conclusa con l'acquisizione dell'offerta vincolante da parte di Jcoplastic – nota azienda del territorio – dopo averne valutate le prospettive e il progetto industriale ed occupazionale.
  L'AD della società Jcoplastic S.p.A., ha sottolineato l'impegno a rilanciare il sito con un progetto sostenibile di economia circolare che è stato sviluppato in collaborazione con il dipartimento di meccanica dell'Università di Salerno e che sarà complementare con le altre attività dell'azienda. Ha inoltre confermato l'impegno a ricollocare la totalità della forza lavoro dell'ex sito Treofan di Battipaglia.
  Il presidente del Consorzio Asi di Salerno ha richiamato la procedura specifica avviata ai sensi dell'articolo 63, L. 448 del 1998 e dell'articolo 11, L.R. Campania n. 11 del 2013, finalizzata alla riacquisizione delle superfici eccedenti e non direttamente utilizzate dalla società Treofan, con provvedimento del 14 novembre 2019. Ha quindi dichiarato che, alla luce degli sviluppi emersi nel corso dell'incontro e, in particolare, in prospettiva del possibile subentro da parte della società Jcoplastic, al fine di valutare l'effettiva prosecuzione della iniziativa intrapresa, stabilirà di disporre – in presenza delle condizioni previste dalla legge – la sospensione del procedimento per 30 giorni. Entro tale termine verrà analizzato il progetto di insediamento, correlato al piano industriale, al fine di verificare l'effettivo utilizzo delle aree rispetto al lotto ex Treofan e ne conseguirà eventualmente la sottoscrizione di una apposita convenzione.
  Relativamente al «piano occupazionale» ricordo che era stata avviata la procedura di licenziamento per 52 lavoratori (oggi ridottosi a 51) occupati presso Pag. 154lo stabilimento di Battipaglia, avviata dalla Treofan italy tramite nota trasmessa a Confindustria Salerno del 17 gennaio 2020.
  Ebbene, con l'accordo firmato dalle parti presso il MiSE il 20 febbraio scorso la Jcoplastic si è obbligata tra l'altro a:
   ricollocare i 51 lavoratori già addetti al sito della Treofan di Battipaglia e da questa licenziati, alle proprie dipendenze o ad altre società del Gruppo, in unità produttive operanti nell'ambito della Provincia di Salerno, previo adeguato percorso formativo;
   a riconoscere a tali lavoratori condizioni contrattuali ed inquadramenti rapportati, nei limiti del possibile, a quanto già assegnato dalla Treofan in precedenza;
   ad organizzare per ciascuna unità lavorativa di cui al piano di assunzione un percorso di formazione in costanza di fruizione della NASPI, della durata minima di 4 mesi e massima di 12 mesi.

  Il Ministero dello sviluppo economico, pertanto, continuerà – per le parti di competenza – a monitorare il sito di Battipaglia, sia la fine di verificarne le azioni di reindustrializzazione che il piano occupazionale, con l'obiettivo di salvaguardare la continuità industriale ed occupazionale del sito di Battipaglia.

Pag. 155

ALLEGATO 6

5-03537 Chiazzese: Sui contributi ai veicoli elettrici.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'atto in discussione rimanda al contributo per l'acquisto di auto a basse emissioni di CO2, introdotto dalla legge n. 145 del 2018 (Legge di bilancio 2019) e, più precisamente al fondo istituito nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, ai fini dell'erogazione del contributo medesimo.
  Occorre premettere che il settore trasporti ha un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica per il 2030, delineati nel Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, che il Governo ha trasmesso alla Commissione europea lo scorso dicembre 2019, in attuazione del Regolamento europeo sulla governance e dell'energia e sull'azione per il clima.
  In particolare, tale Piano prevede obiettivi e misure funzionali alla riduzione del fabbisogno di mobilità privata, penetrazione delle fonti rinnovabili nei trasporti, elettrificazione dei mezzi di trasporti, efficienza energetica e riduzione delle emissioni.
  Già il Ministro Patuanelli, in una recente seduta in Aula Camera, è intervenuto sul tema dell’automotive ed ha ricordato come la grave crisi conseguente all'epidemia Covid-19 si innesta in una fase di grande trasformazione del settore, che aveva già fatto emergere la necessità di riconvertire le produzioni verso modelli elettrici e a basse emissioni. Il lockdown dunque ha fatto registrare una diminuzione delle immatricolazioni pari al 50,7 per cento in meno rispetto al corrispondente periodo del 2019.
  Resta fuor d'ogni dubbio che l’automotive è sempre stato considerato un settore di prioritaria attenzione da parte del Governo già prima della crisi pandemica.
  Si tratta infatti di un asset industriale strategico per il nostro sistema Paese, come testimonia – tra l'altro – l'istituzione presso il Ministero dello sviluppo economico, del Tavolo Automotive (18 ottobre 2019).
  Nello specifico, lo scopo del tavolo è stato l'avvio di un confronto con tutti gli attori del settore, al fine di concordare un metodo di lavoro per individuare gli strumenti più funzionali a sostenere il processo di adeguamento della filiera alle esigenze connesse agli obiettivi delineati nel citato Piano.
  Sono stati quindi costituiti tre gruppi di lavoro, con il compito di approfondire gli aspetti connessi al sostegno della domanda di mobilità e veicoli a ridotte emissioni, dell'offerta di mobilità e veicoli a ridotte emissioni, delle infrastrutture.
  Da ciò emerge il proposito del Ministero dello sviluppo economico di pervenire a un programma organico di misure sul settore automotive, che agisca in modo coordinato sugli elementi principali della filiera.
  Voglio sottolineare che nel Decreto Milleproroghe (decreto-legge n. 162 del 2019, convertito con modificazioni dalla legge n. 8 del 2020), è stata prevista l'estensione dell'Ecobonus e sono stati approvati emendamenti, a prima firma proprio dell'On. Chiazzese, per abbassare da 70 a 60 grammi di CO2 della soglia di accesso agli incentivi, per utilizzare i fondi non usufruiti all'anno successivo e per il passaggio di tutto il gettito del malus al bonus, senza il limite di 70 milioni di euro l'anno, in modo da destinare tutte le somme recuperate dalle auto più inquinanti all'acquisito di auto elettriche o ibride.Pag. 156
  Tra le misure prese a sostegno del settore dopo il lockdown, ricordo inoltre che il Decreto Rilancio (decreto-legge n. 34 del 2020), ora in fase di conversione al Senato, ha previsto il rifinanziamento della misura Ecobonus, promossa dal Ministero dello sviluppo economico con l'obiettivo di favorire, attraverso contributi statali fino a 6.000 euro, la mobilità sostenibile con l'acquisto di veicoli elettrici o ibridi a basse emissioni CO2.
  In particolare, rispondendo al quesito degli Interroganti, rilevo che l'articolo 44 di tale decreto, prevede l'incremento del fondo (di cui all'articolo 1, comma 1041, della legge 30 dicembre 2018, n. 145), per l'acquisto di autoveicoli a basse emissioni di CO2 g/km: 100 milioni di euro per l'anno 2020 e 200 milioni di euro per l'anno 2021.
  Segnalo, infine, che sulla piattaforma online del Ministero dello sviluppo economico dedicata all'Ecobonus, si è aperta la nuova fase di prenotazione dei contributi per l'acquisto di veicoli nuovi a ridotte emissioni, la cui scadenza è fissata al 31 dicembre 2020. A seguito delle numerose richieste che hanno determinato l'esaurimento dei primi 40 milioni di euro stanziati per il 2020, il Ministero dello sviluppo economico ha disposto l'ulteriore finanziamento della misura con 20 milioni di euro.
  In conclusione, dunque, ribadisco che l’automotive è un settore di prioritaria attenzione di questo Governo, che adotterà ogni iniziativa, anche normativa, utile a garantire il suo rilancio, che si caratterizza per la sua transizione verso una mobilità eco-sostenibile.

Pag. 157

ALLEGATO 7

5-03667 Paita: Sulla situazione della compagnia assicurativa Itas.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'atto in oggetto l'Onorevole interrogante riferisce che, presso la sede genovese della compagnia assicurativa Itas, i dipendenti sono in stato di agitazione, in quanto il piano industriale 2020-2022, che è stato loro illustrato, prevedrebbe una riorganizzazione del gruppo con la concentrazione delle attività di corporate a Milano, di quelle di controllo e retail a Trento e dei soli servizi a Genova. Quest'ultima circostanza, evidenzia l'interrogante, comporterà, soprattutto per la sede di Genova, una pesante ristrutturazione (da 180 a 70 unità di personale), tenuto conto del fatto che il piano di Itas fa esplicito riferimento a trasferimenti.
  Al riguardo rappresento che, al fine di dare riscontro all'atto segnalato, sono state sentite sia l'ANIA e che l'IVASS e, sulla base degli elementi forniti, informo per quel che segue.
  L'IVASS ha evidenziato che il gruppo ITAS ha reso noto che, nell'ambito del Piano industriale 2020- 2022, è prevista la riorganizzazione del proprio personale nelle tre sedi di Trento, Milano e Genova. Tali ultime sedi furono istituite, accanto alla storica sede di Trento, in occasione del trasferimento di portafoglio delle rappresentanze italiane della britannica Royal Sun Alliance con effetto dal 1o gennaio 2016. L'obiettivo è quello di realizzare la specializzazione delle sedi e l'accentramento delle strutture al fine di garantire un maggior presidio tecnico del business assicurativo, una migliore efficienza operativa ed il contenimento dei costi. In particolare – segnala l'Istituto – presso la sede di Trento sarebbe previsto l'accentramento di tutte le attività relative al business auto, retail e professionisti, i servizi di staff del Consiglio di Amministrazione e della Direzione generale e la Direzione commerciale; la sede di Milano si specializzerebbe nelle attività relative al business imprese; Genova sarà sede dell’operation e degli uffici liquidativi. L'IVASS conferma che la riorganizzazione, secondo le informazioni rese note con il Piano industriale, dovrebbe essere completata entro la fine del 2021, e prevedrà il trasferimento di risorse dalla città di Genova a quelle di Trento e Milano, mediante l'utilizzo di trasferimenti. L'IVASS sottolinea inoltre che la razionalizzazione delle attività e l'organizzazione delle risorse rientrano nelle autonome scelte gestionali del Gruppo e a loro parere, per come descritte nel Piano industriale, non presentano criticità relativamente ai profili di sana e prudente gestione dell'impresa.
  L'ANIA, invece, ha evidenziato che il Gruppo ITAS, durante la seduta dedicata all'illustrazione del Piano Industriale 2020-2022, ha anticipato informalmente (i sindacati non avevano ancora ricevuto alcun invito per un confronto tra le parti ex articolo 15 del contratto collettivo nazionale di lavoro) una riorganizzazione del Gruppo che vedrebbe, a titolo esemplificativo, l'accentramento di alcune funzioni oggi sparse su più sedi, con lo scopo di raggiungere i benefici organizzativi che normalmente si ottengono a seguito di operazioni straordinarie di Merger and Acquisition.
  Dal 1o gennaio 2016, data di acquisizione della branch italiana di RSA da parte del Gruppo ITAS, l'assetto organizzativo del Gruppo non è stato ancora ottimizzato, in ragione dei ripetuti accordi sindacali a tutela del mantenimento delle sedi di lavoro del personale dell'intero Pag. 158Gruppo. Durante la suddetta seduta, ITAS non aveva ancora definito la sede genovese come un centro di costo con inefficienze, bensì aveva sottolineato come l'intero Gruppo ITAS stesse ancora sostenendo dei costi importanti derivanti da inefficienze non risolte con l'acquisizione di RSA.
  Secondo ANIA, pertanto, non corrisponderebbe al vero il fatto che nella sede genovese sia prevista la sola localizzazione dei servizi di assistenza e liquidazione sinistri Area Nord-Ovest: le rappresentanze sindacali avrebbero avviato manifestazioni e scioperi – ancora secondo la medesima – prima ancora di conoscere con precisione l'intera proposta organizzativa, le relative misure di sostegno previste per i diversi casi, le unità produttive impattate dalla proposta organizzative, il reale numero delle risorse impattate e la data di decorrenza.
  Fermo restando, dunque, che il piano di riorganizzazione è incluso nella libertà di iniziativa economica di natura strettamente privata il Ministero dello sviluppo economico, monitorerà sulla situazione al fine di scongiurare ogni potenziale effetto negativo dello stesso.

Pag. 159

ALLEGATO 8

5-03740 Cattaneo: Sul sistema sanzionatorio in materia di incentivi per la promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come ricordato dagli Onorevoli Interroganti, con l'articolo 13-bis del decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101, convertito con modificazioni dalla legge 2 novembre 2019, n. 128, il Legislatore è nuovamente intervenuto sull'articolo 42 del decreto legislativo n. 28 del 2011 relativo «ai controlli e alle sanzioni in materia di incentivi nel settore elettrico e termico», riducendo le percentuali delle decurtazioni sugli incentivi che il Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) dovrà applicare.
  Relativamente al primo quesito posto a tal riguardo, posso confermare è in corso l'iter di adozione del decreto attuativo delle disposizioni di legge e che il Ministero dello sviluppo economico lo adotterà quanto prima, identificando la tipologia di violazione oggetto di decurtazione, in luogo della decadenza, e la relativa percentuale di decurtazione.
  Con riferimento poi al secondo quesito, che si ritiene strettamente collegato in quanto afferente aspetti di carattere amministrativo, si rappresenta che il citato articolo 13-bis, al comma 2, stabilisce che per gli impianti che presentano problematiche diverse da quelle afferenti i moduli fotovoltaici, le decurtazioni si applicano altresì ai seguenti casi:
   agli impianti realizzati e in esercizio, oggetto di procedimenti amministrativi in corso:
    su istanza dell'interessato, ai procedimenti definiti con provvedimenti del Gestore dei Servizi Energetici di decadenza dagli incentivi, oggetto di procedimenti giurisdizionali pendenti, nonché di quelli non definiti con sentenza passata in giudicato alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, compresi i ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica per i quali non è intervenuto il parere di cui all'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1971, n. 1199.

  Alla luce di quanto previsto dalle citate disposizioni, l'interessato dovrà quindi predisporre apposita istanza per i casi richiamati, vale a dire relativi a procedimenti definiti con provvedimenti del GSE di decadenza dagli incentivi, oggetto di procedimenti giurisdizionali pendenti nonché di quelli non definiti con sentenza passata in giudicato alla data di entrata in vigore della legge 2 novembre 2019, n. 128.
  Rispetto, in particolare, agli impianti nei quali, a seguito di verifica, risultino installati moduli non certificati o con certificazioni non rispondenti alla normativa di riferimento, si rappresenta che il Gestore, in data 6 aprile 2020, ha pubblicato sul proprio sito web specifiche informazioni in merito alla «presentazione delle istanze di revisione e aggiornamento delle tariffe incentivanti per impianti fotovoltaici», con le quali ha inteso fornire la procedura per accedere alle decurtazioni di cui all'articolo 13-bis, comma 1 lettere b) e c) del predetto decreto-legge n. 101 del 2019.
  In tal modo, ha reso disponibile la modulistica utile per presentare le istanze, oltre che le dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà con le quali il Soggetto Responsabile dovrà dichiarare, sotto la propria responsabilità, che la condotta che ha Pag. 160determinato il provvedimento di decadenza da parte del GSE, non sia oggetto di procedimento e processo penale in corso, ovvero concluso con sentenza di condanna anche non definitiva. A riguardo, si precisa che il comma 2 del medesimo articolo 13-bis, dispone che «le decurtazioni non si applicano qualora la condotta dell'operatore che ha determinato il provvedimento del GSE di decadenza sia oggetto di procedimento e processo penale in corso, ovvero concluso con sentenza di condanna anche non definitiva».
  Invero, giova precisare che, relativamente agli impianti che presentano violazioni diverse da quelle afferenti ai moduli fotovoltaici, le decurtazioni, e quindi anche quelle comprese nei casi prima richiamati, verranno effettuate soltanto in seguito all'aggiornamento della disciplina dei controlli, che, ad oggi, è in fase di predisposizione. Tale aggiornamento definirà nel dettaglio la percentuale di decurtazione da applicare alle singole violazioni diverse da quelle c.d. «rilevanti», che invece comporteranno la decadenza dagli incentivi (o il rigetto dell'istanza per gli impianti che presentano richiesta di ammissione agli incentivi), ciò in ragione del fatto che il citato articolo 13-bis, comma 1, lettera a), dispone una decurtazione dell'incentivo nell'ambito di una forchetta che va dal 10 al 50 per cento (in luogo della precedente tra 20 e l'80 per cento).
  Quanto all'ultima delle questioni poste, in merito alla possibilità di una rivisitazione del sistema sanzionatorio secondo modalità che non incidano sulla tariffa incentivante, è opportuno premettere che la previsione e l'adozione di provvedimenti sfavorevoli, a fronte di condotte contrarie al sistema normativo di riferimento, risulta indispensabile non solo quale effetto deterrente rispetto a detti comportamenti, ma anche per assicurare l'effettività alle disposizioni che presiedono al riconoscimento di incentivi pubblici, il cui rispetto, tra l'altro, costituisce garanzia di parità di trattamento nell'interesse degli stessi operatori.
  L'applicazione, dunque, di adeguati strumenti sanzionatori risponde ad ineludibili ragioni di interesse pubblico a che tali incentivi – si ricorda gravanti in modo significativo sulle bollette di famiglie e imprese – siano erogati alle iniziative effettivamente meritevoli di agevolazione in quanto in possesso dei requisiti normativamente prefissati e, di conseguenza, la pena non può non avere un carattere afflittivo.
  Si ritiene, pertanto, che l'introduzione della misura della decurtazione tariffaria da applicare a fronte dell'accertamento di violazioni altrimenti sanzionabili con la decadenza e, successivamente, la rimodulazione più favorevole delle percentuali di decurtazione, costituiscano già di per sé misure fortemente attenuative del previgente sistema sanzionatorio, idonee a riscontrare le preoccupazioni manifestate dagli Onorevoli Interroganti.
  In conclusione, confermo l'impegno del Ministero dello sviluppo economico affinché si giunga in tempi rapidi all'adozione del decreto attuativo di cui si discute, così come previsto dalle vigenti disposizioni di legge.