CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 25 giugno 2020
395.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-04245 Gribaudo: Salvaguardia dell'occupazione nel comparto industriale dell’automotive, con particolare riguardo ai lavoratori dello stabilimento Gkn Driveline di Campi Bisenzio (FI).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante richiama l'attenzione del Governo sulla situazione di crisi in cui versa la GKn Driveline spa di Campi Bisenzio (Firenze).
  Al riguardo, sentito anche il Ministero dello sviluppo economico, voglio evidenziare come il settore automotive sia tra quelli maggiormente penalizzati dagli effetti dell'emergenza sanitaria da nuovo coronavirus: da inizio anno, le immatricolazioni sono diminuite del 50,7 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2019. Sulla base delle stime meno negative, a fine anno si registrerà un calo di circa 300 mila unità; lo scenario più pessimistico prevede una contrazione di 600 mila vetture.
  La crisi, peraltro, si è innestata in una fase di profonda trasformazione del settore che aveva già richiesto ingenti investimenti in ricerca e sviluppo necessari per riconvertire le produzioni verso modelli elettrici e a basse emissioni, anche in previsione della necessità di rispettare i limiti ambientali introdotti dalla normativa europea e da quella nazionale.
  Il lockdown ha amplificato una dinamica negativa che era già in atto in precedenza, come certificato dal –7 per cento delle immatricolazioni riscontrato anche nel primo bimestre dell'anno. Se poi si allarga ulteriormente il periodo di osservazione, nel corso dell'ultimo anno le auto immatricolate sono state poco meno di 2 milioni, in continuità con il 2018, ma con ben 600 mila immatricolazioni in meno rispetto al 2007. Il crollo del mercato dei primi mesi dell'anno ha generato uno stock di auto invendute pari a circa 350 mila unità, per un valore immobilizzato stimato in quasi 7 miliardi di euro.
  Il Governo è ben consapevole delle difficoltà attraversate in questo momento dal settore automotive e ritiene necessario integrare le misure già in essere a sostegno della liquidità, con nuove misure in grado di sostenere la domanda: le recenti stime Istat stimano, infatti, un crollo dell'8,7 per cento delle spese delle famiglie nel corso del 2020.
  Al riguardo, il Ministero dello sviluppo economico ha reso noto che tra le misure attualmente allo studio, si stanno valutando sia possibili modifiche al cd. ecobonus, che potranno portare significativi benefici al recupero della domanda, sia la possibilità di incentivare per la restante parte dell'anno in corso e per il 2021, compatibilmente con la disponibilità di risorse finanziarie, l'acquisto dei veicoli invenduti anche se dotati di motore endotermico, purché siano in linea con le più stringenti normative europee in fatto di emissioni inquinanti (Euro 6).
  In questo contesto, occorre comunque mantenere fermi gli obiettivi di innovazione e riconversione del settore. Il Piano Transizione 4.0 approvato in legge di bilancio 2020 ha operato una ridefinizione della disciplina degli incentivi fiscali collegati al «Piano nazionale Impresa 4.0», rimodulando le misure di sostegno agli investimenti in beni strumentali tecnologicamente avanzati. In particolare, in questa fase di sofferenza della filiera, la trasformazione dello strumento agevolativo da una maggiorazione del costo fiscale Pag. 167ai fini dell'ammortamento a un credito d'imposta, ha reso la misura fruibile anche per le imprese che a fine anno non conseguiranno un utile di bilancio. Le imprese che intendono ammodernare e innovare possono compensare, a partire dal prossimo mese di gennaio, fino al 40 per cento del costo dei macchinari acquistati.
  Il percorso di riconversione delle produzioni rischia di subire una forte decelerazione a causa della crisi in corso; nel ribadirne l'ineluttabilità e per scongiurare tale rischio, nel cd. «Decreto Rilancio» il Governo ha stanziato 20 milioni di euro per la creazione di un polo di eccellenza nazionale per la ricerca, l'innovazione e il trasferimento tecnologico nel settore automotive.
  Ciò premesso, per quanto riguarda più specificamente la società GKN Driveline spa, faccio presente che il Ministero del lavoro non ha finora ricevuto alcuna comunicazione in merito, né richieste di intervento. In ogni caso, reputo importante precisare che la disdetta, da parte della Società, del contratto di somministrazione di lavoro a tempo indeterminato (c.d. staff leasing) attiene ad un rapporto di natura commerciale con l'agenzia di lavoro interinale. E come tale non rientrante nell'ambito di applicazione delle disposizioni introdotte dal Governo per la fase emergenziale connessa alla pandemia da COVID-19.
  Diversamente, continua a rimanere in essere il contratto di lavoro a tempo indeterminato (c.d. contratto di lavoro somministrato) concluso tra l'agenzia interinale e i lavoratori somministrati i quali, pertanto, rimangono alle dipendenze di quest'ultima pur in presenza di eventuali disdette da parte dei soggetti utilizzatori.
  Concludo, ribadendo ancora una volta il massimo impegno del Ministero che rappresento nell'adozione di iniziative volte a salvaguardare l'occupazione soprattutto in quei settori duramente colpiti dall'emergenza sanitaria.

Pag. 168

ALLEGATO 2

5-04244 Rizzetto: Superamento dei gravi problemi di gestione dell'ANPAL.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante richiama l'attenzione sull'ANPAL.
  Preliminarmente, va evidenziato che, con riferimento ad eventuali «incarichi fiduciari», l'Anpal non ha mai stipulato contratti di collaborazione. Al personale dipendente, proveniente in parte dai ruoli del Ministero del Lavoro e in parte dall'INAPP, si applicano le previsioni di cui ai rispettivi CCNL di categoria.
  A tale riguardo, voglio precisare che gli incarichi di responsabilità, vengono affidati nella massima trasparenza, previa individuazione, nell'ambito della contrattazione integrativa con le OOSS, delle posizioni di responsabilità e delle relative indennità e a seguito di interpello interno e valutazione delle candidature da parte di una apposita commissione.
  Per quanto concerne le attività, l'ANPAL in esecuzione dei compiti istituzionali previsti dall'articolo 9 del decreto legislativo 14 settembre 2015 n. 150, svolge una serie di attività di importanza strategica nell'ambito delle politiche attive del lavoro.
  Voglio ricordare brevemente le attività più importanti svolte da ANPAL. In primo luogo, il Coordinamento dei servizi e delle misure di politica attiva e sviluppo e gestione integrata del Sistema Unico Informativo. In particolare, nell'attuazione della misura del reddito di cittadinanza, ANPAL è responsabile della apposita piattaforma dedicata, che consente l'attivazione e la gestione dei Patti per il lavoro e garantisce il coordinamento dei centri per l'impiego nell'attuazione del Rdc. Di recente, nell'ambito dell'attività di coordinamento, è stato rilasciato il sistema informativo di incontro domanda e offerta di lavoro (DOL) che consente a Cittadini, Aziende e Intermediari (quindi operatori dei centri per l'impiego, consulenti del Lavoro e Agenzie per il Lavoro) di inserire tutte le informazioni relative alla domanda e all'offerta di lavoro. Merita inoltre una menzione particolare, anche l'incentivo «IOLavoro», la nuova agevolazione contributiva prevista da ANPAL a valere su risorse del FSE ed erogata in favore dei datori di lavoro che assumano – per il periodo dal 1o gennaio al 31 dicembre 2020 – con contratto di lavoro a tempo indeterminato, giovani disoccupati o soggetti considerati «lavoratori svantaggiati».
  Altra attività di fondamentale importanza è la Gestione di Programmi Operativi Nazionali di Fondo Sociale Europeo, in particolare il Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani (PON IOG) e il Programma Operativo Nazionale Sistemi di Politiche Attive per l'Occupazione (PON SPAO). In tale ambito, nell'attuale periodo emergenziale, Anpal, in qualità di Capofila del Fondo Sociale Europeo, sta coordinando gli interventi di tutti i programmi operativi FSE, nazionali e regionali, al fine di sfruttare al massimo le opportunità offerte dalla Commissione Europea per far fronte all'emergenza Covid 19.
  Con riferimento a quanto rilevato dall'interrogante in relazione alla figura del Presidente di ANPAL, che riveste contestualmente anche la carica di Amministratore Unico di ANPAL Servizi s.p.a., si evidenzia che lo Statuto di ANPAL Servizi S.p.A., approvato dall'ente vigilante ANPAL, Pag. 169prevede all'articolo 13 che: «All'Amministratore Unico spetta esclusivamente il rimborso delle spese documentate in relazione alla carica». I criteri e le modalità di corresponsione dei rimborsi spese dell'Amministratore Unico di ANPAL Servizi sono definiti nel relativo Regolamento, che è stato discusso nella riunione del 12 giugno 2019 del Consiglio di Amministrazione di ANPAL, che ne ha preso atto e, sono state, pertanto, adottate dall'Organo Amministrativo di ANPAL Servizi. Tale Regolamento, definito sulla base del «Regolamento concernente il rimborso delle spese sostenute dal Presidente, dai Componenti e dal Segretario Generale dell'Autorità Nazionale Anticorruzione», disciplina i rimborsi delle spese sostenute dall'Amministratore Unico di ANPAL Servizi s.p.a. per l'espletamento del suo incarico – spese indifferenziate e pertanto sostenute anche nell'interesse dell'amministrazione vigilante ANPAL.
  Tali spese, in coerenza con una ripartizione dei costi tra ANPAL e ANPAL Servizi e in continuità con quanto avvenuto con il precedente Amministratore Unico, saranno redistribuite tra i due enti con modalità ancora non formalizzate. Pertanto, tutte le spese dell'attuale Amministratore Unico sono state sostenute con le modalità e nei limiti indicati nel vigente Regolamento.
  Per quanto riguarda i costi sostenuti, paventati dall'interrogante, posso precisare che, per quanto riguarda il trasporto aereo, il Regolamento recepisce quanto espressamente previsto dall'articolo 468 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, con riferimento ai voli transcontinentali di durata superiore alle cinque ore.
  Inoltre, per quanto riguarda l'alloggio, le regole in uso nelle Pubbliche Amministrazioni, ivi compresa l'ANAC e la stessa ANPAL, prevedono il riconoscimento ai dirigenti o ai componenti degli organi amministrativi del rimborso di un albergo di categoria non superiore a 4 stelle e, nei casi di trasferte continuative nella medesima località, il rimborso delle spese per il pernottamento in residenza alberghiera o similare, di categoria corrispondente a quella ammessa per l'albergo. Il Regolamento di ANPAL Servizi recepisce tali indicazioni e prevede la possibilità di rimborsare, in alternativa al costo giornaliero di un hotel a 4 stelle, un canone di locazione nel limite complessivo di euro 3.000 mensili. Tale calcolo è stato effettuato anche con riferimento alle spese di alloggio sostenute dal precedente Amministratore Unico.
  Il Ministero che rappresento continuerà a svolgere una stringente vigilanza e a trarre dai suoi esiti spunti per dare indicazioni all'ente vigilato al fine di una ottimizzazione delle proprie attività e della propria gestione.

Pag. 170

ALLEGATO 3

5-04246 Murelli: Semplificazione delle procedure per il riconoscimento della cassa integrazione guadagni in seguito all'emergenza da Covid-19 e altre misure per la salvaguardia dei livelli occupazionali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante chiede quali siano le iniziative che il Ministero del Lavoro intende intraprendere per semplificare e snellire le procedure per il riconoscimento della cassa integrazione causa Covid-19 e quali misure siano allo studio a tutela dei livelli occupazionali.
  Al riguardo voglio evidenziare l'estrema rilevanza che l'istituto della cassa integrazione guadagni ha rivestito nell'ambito di questa eccezionale fase emergenziale. Bisogna, infatti, ricordare che gli ammortizzatori sociali hanno svolto un ruolo essenziale per far fronte alle gravi conseguenze derivanti da questa epidemia a livello globale, che è giunta per tutti in modo totalmente inaspettato.
  Fin dall'insediamento di questo governo è stata avvertita la necessità di rivedere l'attuale disciplina degli ammortizzatori sociali al fine di renderla più semplice, omogenea e accessibile per le aziende e per i lavoratori. Infatti, gli attuali meccanismi della cassa integrazione, regolati dalla disciplina vigente, nati come strumenti atti a regolare crisi di altra natura e portata non si attagliano perfettamente alle esigenze di celerità e semplificazione imposte dall'attuale situazione emergenziale. Tuttavia, il Governo ha cercato di utilizzare al meglio le misure a disposizione per contenere al massimo gli effetti negativi della pandemia ed evitare soprattutto che gli stessi si ripercuotessero sui cittadini.
  In questo senso, un primo passo verso la razionalizzazione degli interventi a sostegno del reddito è stato compiuto attraverso il decreto-legge n. 34 del 2020 che ha previsto la semplificazione della procedura della Cassa Integrazione in deroga prospettando un sistema teso ad assicurare certezza e celerità alla liquidazione concreta delle misure di sostegno al reddito, prevedendo anche una anticipazione, corrisposta dall'INPS, calcolata sulla base del 40 per cento delle ore autorizzate.
  Successivamente, il 16 giugno scorso è stato varato il decreto-legge n. 52 del 2020, in base al quale le aziende – che rientrano nel campo di applicazione della cassa integrazione guadagni in deroga e che hanno già fruito delle 14 settimane previste dal «decreto Cura Italia» e dal «decreto Rilancio» – possono godere immediatamente di ulteriori 4 settimane di trattamento di integrazione salariale. Mi sembra dunque che l'introduzione di questa nuova previsione dimostra come il Governo abbia evidenziato di essere sensibile ed attento nel rispondere prontamente alle mutevoli esigenze delle imprese e dei lavoratori.
  Voglio rassicurare gli odierni interroganti che sono allo studio nuove misure per prolungare l'erogazione della cassa integrazione guadagni rispetto a quanto attualmente previsto, in modo tale da sostenere e accompagnare le imprese alla ripresa completa delle attività, anche ricorrendo alle risorse messe a disposizione dalla Commissione europea con il programma SURE.
  Posso riferire che questo governo ha in programma di realizzare una profonda e organica revisione della disciplina attualmente vigente in tema di ammortizzatori sociali al fine di semplificare e snellire le procedure per l'accesso e l'erogazione degli strumenti di sostegno al reddito.

Pag. 171

ALLEGATO 4

5-04247 Barzotti: Iniziative per promuovere il lavoro agile e per affrontare i rischi ad esso relativi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante chiede quali siano le iniziative che il Ministero del Lavoro intende intraprendere per promuovere lo smart working e al tempo stesso per limitare i rischi di una prestazione lavorativa effettuata da remoto.
  Il lavoro agile, recepito nel nostro ordinamento da circa tre anni, ha conosciuto un utilizzo senza precedenti a causa della situazione emergenziale verificatasi a seguito della diffusione del virus Covid-19. Infatti tale strumento ha consentito la prosecuzione di tutte quelle attività lavorative eseguibili a distanza, con innegabili benefici per l'intera collettività realizzando il contemperamento delle esigenze di tutela della salute pubblica e di salvaguardia dell'economia nazionale. In tale situazione contingente, il Governo si è trovato nella necessità di adottare temporanee misure derogatorie di semplificazione, che hanno permesso il ricorso al lavoro agile anche in assenza dei presupposti previsti dalla legge n. 81 del 2017. Infatti l'articolo 19, comma 1, della legge in discorso, individua i tempi di riposo dei lavoratori e le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche quali necessari aspetti di natura organizzativa legati allo svolgimento delle prestazioni in modalità agile.
  Il diritto alla disconnessione invocata dall'interrogante, che garantisce che il lavoro agile non si trasformi in uno strumento di controllo e di pressione da parte del datore di lavoro è già contemplato nella normativa attualmente vigente. Diversamente, per quanto riguarda il pubblico impiego, in questo settore il lavoro agile è stato definito dall'articolo 87 del decreto n. 18 del 2020, quale modalità ordinaria di svolgimento della prestazione di lavoro fino alla cessazione dell'emergenza da COVID-19. Successivamente, con l'articolo 263 del DL n. 34/2020, cosiddetto «decreto Rilancio», proprio nella prospettiva di suggerire un cambio di passo al termine dell'emergenza, al fine di dare nuovi indirizzi e risposte strutturali sul tema, è stato stabilito che le pubbliche amministrazioni provvedano ad organizzare il lavoro dei propri dipendenti e l'erogazione dei servizi attraverso la flessibilità degli orari di lavoro, rivedendone l'articolazione giornaliera e settimanale e introducendo modalità di interlocuzione programmata anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l'utenza. Per il medesimo scopo è previsto che ulteriori modalità organizzative, che potrebbero comprendere anche quelle evidenziate dall'onorevole interrogante, siano individuate con uno o più decreti del Ministro della pubblica istruzione.
  In conclusione, il Governo è pienamente consapevole dei potenziali vantaggi connessi all'utilizzo diffuso del lavoro agile, che si potrebbe tradurre in benefici sia per i lavoratori, in termini di miglioramento della conciliazione vita-lavoro, sia per le aziende in termini di aumento della produttività, fermo restando la tutela delle donne lavoratrici, che non devono essere penalizzate da questa modalità di lavoro.
  È dunque intenzione di questo Governo quello di riformare l'attuale disciplina del lavoro agile, promuovendo la diffusione dello strumento affinché sia possibile determinare Pag. 172in maniera più oggettiva performance e produttività del lavoro, garantendo, al contempo, l'effettività del diritto alla disconnessione e un'adeguata formazione per i lavoratori. L'obiettivo prioritario è quello di aggiornare il quadro delle regole e delle tutele, affinché il lavoro agile possa costituire una componente essenziale per un mondo del lavoro più moderno, inclusivo e flessibile.