CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 10 giugno 2020
385.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-04115 Rotelli: Misure urgenti per assicurare la piena operatività del servizio di Poste Italiane spa.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Con l'atto in discussione gli Onorevoli interroganti chiedono l'assunzione di tutti gli operatori trasporti che ad oggi hanno lavorato e lavorano presso Poste Italiane con contratti di somministrazione attraverso agenzie interinali.
  A riguardo, si risponde per la parte di competenza del Ministero dello sviluppo economico e sentita sul punto la Società Poste Italiane.
  In particolare, Poste Italiane fa ricorso ai contratti di somministrazione lavoro per le attività di trasporto nonché per sopperire a temporanei e specifici bisogni di personale sul territorio nazionale.
  Come noto, la somministrazione di lavoro coinvolge tre soggetti – agenzie, lavoratori, impresa – legati da due diverse forme contrattuali: il contratto di somministrazione stipulato tra utilizzatore e somministratore, che ha natura commerciale, e il contratto di lavoro stipulato tra somministratore e lavoratore.
  In coerenza con le disposizioni di legge in materia di contratto di somministrazione di lavoro, il personale in questione ha un contratto di lavoro direttamente con le Agenzie di somministrazione e presta servizio in Poste Italiane con la mansione di autista e con riconoscimento del trattamento economico previsto per il personale di Poste Italiane adibito alle medesime attività.
  Nel contratto di somministrazione valgono le disposizioni di cui al decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, il quale prevede che possano essere somministrati a tempo indeterminato esclusivamente i lavoratori assunti dal somministratore a tempo indeterminato. Poste Italiane riferisce che il contratto commerciale in essere con le Agenzie interinali è un contratto a tempo determinato e non prevede l'impiego di lavoratori somministrati a tempo indeterminato, ferma restando la facoltà per le Agenzie interinali di assumere i lavoratori somministrati attraverso tale tipologia contrattuale.
  L'Agenzia interinale procede alle relative selezioni, assume le risorse e le somministra all'Azienda utilizzatrice, gestendo la dinamica evolutiva del rapporto di lavoro. Il rapporto tra i lavoratori e le organizzazioni sindacali che li rappresentano è dunque questione interna alle società di amministrazione lavoro, di cui gli stessi lavoratori sono dipendenti.
  Orbene, l'accordo sulle Politiche Attive del Lavoro siglato tra Poste Italiane e le organizzazioni sindacali in data 13 giugno 2018, richiamato dagli Onorevoli interroganti, si applica solo al personale assunto da Poste Italiane, che ha lavorato con contratto a tempo determinato e con mansione di addetto allo smistamento o di portalettere, e la stabilizzazione è prevista esclusivamente per queste mansioni. Pertanto, tale accordo, in base a quanto riferito dalla Società non sarebbe applicabile, a normativa vigente, a tutti gli autisti somministrati dalle Agenzie interinali.

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ALLEGATO 2

5-04112 Rosso: Iniziative urgenti per il superamento del digital divide nelle zone montane del Paese.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Gli Onorevoli interroganti chiedono a questo Ministero quali iniziative intenda adottare per ridurre il divario digitale che colpisce in particolar modo le zone montane del Paese.
  A riguardo, vorrei sottolineare come la necessità di copertura della banda ultra larga in tutto il territorio nazionale è diventata ancor più evidente a seguito dell'emergenza COVID-19 e delle misure restrittive del periodo di lockdown, che l'intera popolazione ha dovuto affrontare. Pertanto, l'azione del Ministero dello Sviluppo Economico per ridurre il divario digitale è focalizzata ad aumentare gli accessi ai servizi ultraveloci, nell'ottica di prevedere una più efficiente e rapida riorganizzazione della vita collettiva, dallo smart working alla didattica a distanza.
  Per tale motivo, nel quadro della riunione del Comitato per la diffusione della Banda Ultralarga (CoBUL) del 5 maggio scorso, si è dato il via libera a una rimodulazione del Piano Banda Ultra Larga per favorire la connettività di imprese, famiglie e scuole. È stato, infatti, deliberato l'utilizzo di fondi per un totale di 1.546 Milioni di euro, di cui 400 milioni di euro destinati al Piano Scuola per il collegamento di oltre 32.000 plessi scolastici a 1 giga in tutta Italia, con l'avvio dei bandi previsto nel prossimo mese e le prime attivazioni già a partire dal prossimo settembre. Inoltre, laddove sia già presente la fibra ottica pubblica e nelle aree bianche (in cui sono ricomprese diverse zone rurali e montane del Paese) è stato pianificato di collegare anche i plessi scolastici delle scuole pubbliche primarie e dell'infanzia. In questo caso, il cronoprogramma prevede il collegamento del 10 per cento dei plessi scolastici nel 2020, il 92 per cento dei plessi entro il 2022 per arrivare al 100 per cento dei plessi e al completamento del piano entro il 2023.
  Con i restanti fondi della misura straordinaria è stata prevista l'attivazione di voucher a famiglie e imprese in tutta Italia, con uno stanziamento di circa 1.146 milioni di euro.
  In considerazione delle risorse disponibili, per alcune Regioni si è stabilito di dare la priorità all'abbattimento del digital divide tra aree urbane e zone rurali e montane, dando la possibilità alle amministrazioni regionali di limitare l'attuazione della misura ai soli Comuni montani o ad aree interne caratterizzate da una bassa densità di abbonamenti ai servizi di connettività e di digitalizzazione.
  L'erogazione dei voucher dipenderà, peraltro, dalle richieste di famiglie e imprese. Tuttavia, da una simulazione effettuata si ipotizza l'erogazione di voucher per circa 366 milioni di euro entro il 2020, fino a giungere ad una erogazione totale delle risorse impegnate (pari a 1.146 milioni di euro) entro il mese di settembre 2021.
  Relativamente allo stato di attuazione del Piano Aree Bianche, si evidenzia che i rallentamenti registrati nell'avanzamento dei lavori, sono dovuti ad una molteplicità di fattori, quali, ad esempio, l'iter e le tempistiche di rilascio dei permessi necessari all'avvio delle attività di apertura di cantiere e di scavo, le difficoltà nel reperimento di manodopera qualificata, le carenze di un efficiente sistema logistico di Pag. 188approvvigionamento dei materiali, nonché, da ultimo, l'impatto dell'emergenza sanitaria causata dal COVID-19.
  Al fine di accelerare le attività, il CoBUL ha definito un nuovo cronoprogramma delle attività con le Regioni e si è dotato di una dashboard in grado di evidenziare lo stato di avanzamento dei lavori e le relative criticità, resa disponibile sul sito della società Infratel dal 20 marzo 2020.
  Tra le più recenti attività promosse dal Ministero dello sviluppo economico segnalo anche il «Progetto Wifi Italia» che ha l'obiettivo di permettere a tutti i cittadini di connettersi, gratuitamente e in modo semplice, a una rete wifi libera e diffusa su tutto il territorio nazionale. Tale Progetto è dedicato a tutti i comuni, specialmente i più piccoli, al fine di ridurre il divario. digitale nel nostro Paese e a superare lo spopolamento di alcune zone geograficamente isolate.
  Riguardo alle criticità di ricezione del segnale di telefonia mobile da parte di molti comuni montani, è stata sentita sul punto l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, la quale ha riferito di essersi attivata nei confronti degli operatori sin dal luglio 2018, inoltrando agli stessi le segnalazioni dell'Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti Montani (UNCEM). L'analisi fatta ha mostrato, effettivamente, in ragione della morfologia e scarsa densità abitativa una inferiore copertura del territorio nei piccoli comuni (circa compresa tra il 77 e 180 per cento, sebbene la copertura della popolazione risulti mediamente del 97-98 per cento.).
  A tale riguardo l'Autorità ha avviato un ulteriore specifico focus richiedendo agli operatori mobili dati aggiornati sulla copertura dei comuni più critici in termini di connettività e sui siti pianificati.
  Si segnala inoltre che il Ministero dello sviluppo economico sta compiendo un'efficace azione di sensibilizzazione nei confronti delle Amministrazioni interessate, anche favorendo il dialogo tra i diversi livelli istituzionali. Su punto la società Infratel ha nel mese di aprile scorso invitato UNCEM a sollecitare i responsabili tecnici e amministrativi delle comunità montane al rilascio delle autorizzazioni necessarie per completare il collaudo dei comuni nonché a favorire l'uso della cosiddetta microtrincea.
  In conclusione, il Ministero dello sviluppo economico continuerà a vigilare sull'avanzamento del Piano BUL e continuerà a monitorare costantemente le fasi attuative poste in essere dal concessionario Open Fiber in tutto il Paese, affinché si giunga al più presto a colmare il divario digitale ancora esistente nelle c.d. aree a fallimento di mercato, comprese le zone rurali e montane del nostro Paese.

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ALLEGATO 3

5-04110 Paita: Iniziative urgenti per favorire la realizzazione delle reti 5G e il superamento del digital divide.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  La questione sollevata dall'Onorevole interrogante con l'atto in discussione riguarda, in particolare, le criticità che stanno emergendo per lo sviluppo delle infrastrutture di rete basate sulle nuove tecnologie 5G. Le stesse deriverebbero sia dai timori legati agli effetti di tali tecnologie, che hanno portato al proliferare di divieti di installazione su oltre 300 comuni; sia per i livelli di esposizione ai campi elettromagnetici, benché i limiti nazionali siano più restrittivi rispetto a quelli di altri Paesi europei.
  Pertanto innanzitutto, in riferimento al quesito posto dall'Onorevole Di Maio, vorrei precisare che il Ministero dello sviluppo economico ha sempre collaborato ad iniziative ed attività in grado di garantire gli investimenti da parte delle imprese in settori innovativi e dalle grandi potenzialità.
  In secondo luogo, occorre sottolineare che la stessa Commissione Europea, di fronte al crescere delle fake news attribuite al 5G, ha ritenuto necessario emanare recentemente alcune linee guida per i servizi di portavoce della Commissione sui seguenti argomenti:
   un «Line To Talk» sulle implementazioni del SG e sulle preoccupazioni relative alla salute, tenendo conto in particolare delle recenti notizie false che collegano lo sviluppo del 5G con la diffusione del Coronavirus;
   un «Line To Talk» incentrato sul regolamento di attuazione previsto per le piccole celle e le relative apprensioni dei campi elettromagnetici.

  Tali linee guida sono state trasmesse al Radium Spectrum Policy Group (RSPG) ed al regolatore europeo delle comunicazioni elettroniche (BEREC) e a tutti gli Stati membri del RSPG (tra cui l'Italia).
  Sulla scorta delle iniziative assunte a livello europeo, dunque, ANCI ha pubblicato lo scorso 13 maggio una nota informativa sulla tecnologia 5G con tutte le informazioni e il quadro giuridico di riferimento a supporto degli enti locali nello svolgimento delle proprie competenze amministrative in tema di installazione di impianti radioelettrici di comunicazione, anche per fare chiarezza sulle preoccupazioni relative alla salute, al fine di arginare i divieti di installazioni spesso basati su notizie false o non scientificamente comprovate.
  Recentemente il MiSE ha inoltre avviato una consultazione del mercato sull'uso attuale e futuro del sistema mobile con particolare riferimento al sistema mobile di seconda e terza generazione, proprio alla luce delle recenti evoluzioni degli standard tecnologici che stanno modificando profondamente l'intera filiera dei servizi mobili e considerato che il 5G potrebbe trasformare in maniera radicale significative porzioni del tessuto industriale del Paese, favorendo le comunicazioni macchina-macchina e consentendo la creazione di nuovi servizi ad elevata intensità tecnologica.

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ALLEGATO 4

5-04111 Bruno Bossio: Stato di avanzamento del Piano per la banda ultralarga anche nelle aree bianche e sulla trasparenza delle procedure ad evidenza pubblica e della convenzione di concessione.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Ringrazio gli Onorevoli interroganti per la questione sottoposta all'attenzione del Ministero dello Sviluppo Economico.
  Il Piano di investimenti per la diffusione della banda ultra larga implementa la Strategia Italiana BUL approvata dal Consiglio dei Ministri il 3 marzo 2015, e integra il precedente Piano Banda Ultra Larga, approvato dalla Commissione UE il 18 dicembre 2012. Esso è stato concepito in stretta sinergia con la «Strategia per la crescita digitale», che ha l'obiettivo di sviluppare la crescita del capitale umano, l'utilizzo di Internet e la sua integrazione nella vita della pubblica amministrazione e delle imprese.
  Gli aiuti previsti dalla misura saranno concessi attraverso procedure competitive di evidenza pubblica, gestite in totale trasparenza, mediante un'unica piattaforma centralizzata atta a rendere facilmente accessibili le informazioni e comparabili le condizioni di offerta tra le gare svolte su tutto il territorio nazionale.
  Per rendere operativo tale Piano, il soggetto attuatore Infratel Italia S.p.a. ha indetto, come noto, una procedura di gara attraverso tre bandi, che sono stati aggiudicati dall'operatore Open Fiber S.p.a.
  Nel merito, si evidenzia che il numero di Unità Immobiliari oggetto dell'intervento di Open Fiber è un dato dinamico, in continua evoluzione, che si modifica man mano che si completano i progetti esecutivi nei comuni e nelle aree bianche destinatarie dell'intervento.
  Si precisa, inoltre, che la connessione all'utilizzatore finale del servizio di connettività sarà realizzata soltanto su richiesta del cittadino e senza costi aggiuntivi per lo stesso.
  Sul punto relativo agli oneri per l'attivazione di collegamenti su rete FTTH finanziata con i tre bandi menzionati, è stata interpellata anche l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, la quale ha riferito che il listino pubblicato da Open Fiber prevede esplicitamente un contributo (servizio di primo allaccio) che consente di connettere le UI alla rete finanziata. Tale contributo, a carico dell'operatore retail, è stato fissato da Open Fiber – e approvato sulla base dei criteri di equità e ragionevolezza dall'Agcom – nella misura di 260 euro una tantum.
  Successivamente, Open Fiber ha proposto la rimodulazione dello schema tariffario che viene ora strutturato con:
i) un contributo una tantum ridotto a 110 euro (in luogo di 260 euro);
ii) una quota mensile (canone) di 2,0 euro.
  L'Autorità ha precisato, inoltre, che detto contributo, ad oggi, è stato comunque offerto in promozione al valore di 110 euro.
  In merito alla pubblicazione degli elementi contrattuali Infratel ha comunicato che sono tutti pubblici i dati dell'affidamento e dell'avanzamento del singolo progetto. Con riferimento, infine, alla trasparenza sul numero delle Unità immobiliari e dei Comuni connessi dalla rete finanziata, si rappresenta che il sito web della banda ultra larga, aggiornato quotidianamente da Infratel Italia, fornisce dunque tutte le informazioni sullo stato di avanzamento del progetto, ivi incluso il numero di UI oggetto della concessione, che vengono aggiornate sulla base delle risultanze delle progettazioni esecutive approvate.

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ALLEGATO 5

5-04113 Capitanio: Regole relative all'attribuzione dei voucher per la banda ultralarga a famiglie e imprese.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  La questione sottoposta dagli Onorevoli interroganti permette ancora una volta di aggiornare il Parlamento sull'attività svolta in materia di banda larga.
  La disponibilità di Banda Ultra Larga è infatti essenziale per servizi ormai divenuti parte della quotidianità quali lo smart working, la teledidattica, la telemedicina, l'accesso a contenuti in streaming e on demand, lo sviluppo delle attività di impresa.
  Come noto, Infratel Italia S.p.A. il 15 maggio 2019 ha effettuato, per conto del Ministero dello sviluppo economico, una consultazione tra gli operatori per verificarne le intenzioni di investimento e aggiornare la copertura del servizio a banda ultralarga nelle aree grigie e nere del Paese.
  Si è potuto rilevare, pertanto, l'esistenza di un potenziale divario tecnologico tra le aree del Paese che potrebbero, in vista degli obiettivi 2020 e 2025 della Gigabit society, portare ad un rallentamento nel processo di ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche e di adozione di servizi di nuova generazione in Italia.
  Anche facendo tesoro di questi dati il Comitato per la diffusione della Banda Ultralarga (CoBUL) il 5 maggio 2020 ha formalmente avviato la fase II della Strategia Nazionale. Oltre ad incentivare le infrastrutture, tale fase prevede misure di sostegno alla domanda di servizi ultraveloci nella forma di voucher. In particolare, gli stessi rappresentano un'importante novità per famiglie e imprese che potranno beneficiare di un contributo per l'acquisto di servizi di connettività.

  I voucher per le famiglie saranno erogati in due fasi:
   la prima sarà per le famiglie con ISEE al di sotto dei 20 mila euro, per le quali dall'Unione Europea è prevista una procedura di notifica semplificata, a partire già da fine estate. Per le famiglie meno abbienti vi sarà anche la possibilità di richiedere un contributo aggiuntivo di 300 euro per disporre in comodato d'uso di un Tablet di fascia media o di un PC. Possibilità questa introdotta proprio per rispondere alle esigenze dei nuclei familiari di dispositivi per lo smart working e la teledidattica.
   la seconda fase di erogazione è destinata alle famiglie con un ISEE superiore a 20 mila euro per le quali è necessaria una notifica alla Commissione europea che richiederà circa 60 giorni, quindi potremo partire comunque entro il 2020.

  L'importo complessivo della misura è pari a 1.146 milioni di euro (suddiviso su base regionale nel rispetto del criterio di ripartizione 20-80, cioè 20 per cento alle regioni del centro-nord e 80 per cento alle regioni del sud, come previsto dalla legge 147/2013). Di questi, 600 milioni circa sono destinati alle famiglie, mentre i rimanenti 546 milioni circa alle imprese.
  Si stima che ne potranno beneficiare a livello nazionale oltre 2 milioni di famiglie (circa il 16 per cento). Viste le citate modalità di riparto (80/20) dei fondi, in alcune regioni la percentuale di potenziali famiglie beneficiarie è molto più alta (es. 65 per cento in Molise, 41 per cento in Basilicata, 39 per cento in Sardegna, 30 per cento in Puglia e Sicilia).
  In base agli studi effettuati da Infratel gli importi dei voucher e la relativa qualità Pag. 192del Servizio sono stati differenziati a seconda del target di riferimento nel rispetto del principio della neutralità tecnologica.
  Per le imprese è prevista la possibilità di ricevere un contributo fino a 2.000 euro per l'attivazione di un collegamento in fibra e fino a 500 euro per una connessione a prestazioni inferiori (almeno 30 Mbps). Si stima ne potranno beneficiare a livello nazionale oltre 400 mila imprese.
  Le regole di dettaglio per l'attribuzione dei voucher, sia per le famiglie che per le imprese, sono al momento in fase di definizione, attraverso le interlocuzioni con gli uffici competenti della Commissione europea per l'autorizzazione del regime di aiuti di Stato.
  In conclusione, confermo l'impegno del Governo nel continuare ad individuare ogni misura, tecnica o normativa, utile ad accelerare la diffusione della banda ultralarga in modo da permettere a tutti di sfruttare le potenzialità offerte da un adeguato e paritario accesso alla rete e ai servizi digitali.

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ALLEGATO 6

5-04114 Tasso: Iniziative urgenti per garantire la copertura del servizio radiotelevisivo della RAI su tutto il territorio nazionale.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Ringrazio gli Onorevoli interroganti per la questione sottoposta all'attenzione del Ministero dello Sviluppo Economico.
  Come noto, il contratto di servizio 2018-2022 tra il MiSE e la Rai disciplina l'attività della Concessionaria Pubblica ed in merito all'offerta televisiva e in previsione della liberazione della banda 700 MHz, prevede che si raggiunga la diffusione gratuita di tutti i contenuti audiovisivi di servizio pubblico al 100 per cento della popolazione, via etere ovvero quando questa non è possibile, via cavo e via satellite.
  Nell'attuazione del citato contratto di servizio, dunque, la Rai garantisce la copertura del 100 per cento a tutta la popolazione con la propria offerta attraverso l'utilizzo di diverse tecnologie e piattaforme (come TiVù Sat, piattaforma satellitare nata con l'obiettivo di promuovere la diffusione dell'offerta televisiva digitale terrestre gratuita sul territorio nazionale attraverso il digitale satellitare; RaiPlay, la piattaforma internet gratuita, sulla quale è presente l'intera offerta editoriale Rai, sia in diretta streaming che con possibilità on demand), al fine di garantire all'utenza il servizio e risolvere le problematiche di ricezione presenti sul territorio.
  In particolare, per quanto riguarda le carenze di ricezione televisiva nelle zone dei comuni di Sammichele di Bari, Acquaviva delle Fonti, Turi e Casamassima, la RAI – sentita sul punto – ha riferito che gli impianti Rai MUX 1 e Rai MUX 5 di Bari, autorizzati all'aumento di potenza in data 4 novembre 2015, a seguito di sopralluoghi effettuati (nel 2017) ricevevano con qualità da buona a ottima.
  La RAI e l'Ispettorato Territoriale di Puglia, Basilicata e Molise ritengono, infatti, che la carenza di ricezione lamentata dagli utenti sia dovuta alla propagazione anomala delle onde elettromagnetiche, soprattutto durante il periodo estivo, laddove la ricezione dei segnali Rai irradiati da Monte Caccia viene disturbata da segnali Rai isocanali. Poiché la problematica in parola potrà essere risolta definitivamente con il passaggio al nuovo standard di trasmissione DVB-T2., al fine di garantire la qualità del Servizio Pubblico, è stato autorizzato l'aumento di potenza del segnale Rai degli impianti di Bari MUX 1 CH.9 e Bari MUX 5 CH11 (come ricordato in precedenza). Impianti che non risentono dei fenomeni interferenti stagionali. Per fruire correttamente del miglioramento e accedere all'intero perimetro editoriale della Rai, pertanto, l'utenza potrà direzionare le antenne verso i citati impianti di Bari e Monte Caccia, ottimamente funzionanti.
  Si segnala, tuttavia, che un'eventuale soluzione, al fine di evitare problemi di ricezione agli utenti, potrebbe essere costituita dalla ripetizione dei programmi della Concessionaria Pubblica, ed anche di emittenti private, da parte dell'ente locale interessato (previa presentazione della richiesta di autorizzazione all'attivazione di ripetitori, ai sensi dell'articolo 30, del decreto legislativo n. 177 del 2005 come modificato dal decreto legislativo 15 marzo 2010 n. 44).
  Voglio sottolineare, infine, che l'Autorità garante per le comunicazioni (AGCOM) sentita in proposito, con riferimento all'elaborazione dei Piani Nazionali di assegnazione delle frequenze, ha comunicato che – con la Delibera n. 149/14/Pag. 194CONS – ha assicurato alla RAI tutte le risorse radioelettriche necessarie per la realizzazione del Multiplex n. 1 DVB-Regionale di servizio pubblico nonché per consentire la realizzazione di ulteriori quattro multiplex, nel rispetto degli obblighi di copertura di tutto il territorio previsti dalla normativa vigente.
  In conclusione, il Ministero dello sviluppo economico, nell'ambito delle proprie competenze, continuerà a monitorare per garantire che il servizio pubblico di radio televisione sia garantito in egual modo su tutto il territorio nazionale, attraverso tutti gli strumenti ad oggi a disposizione della RAI.