CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 10 giugno 2020
385.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
ALLEGATO

ALLEGATO

Sulla missione a Zagabria – Conferenza interparlamentare sulla politica estera, di sicurezza e di difesa comune (PESC e PSDC) – (2-4 marzo 2020).

COMUNICAZIONI DEI PRESIDENTI

1. Premessa.

  Dal 2 al 4 marzo 2020 si è svolta a Zagabria la riunione della Conferenza interparlamentare sulla politica estera e di sicurezza comune (PESC) e sulla politica di sicurezza e difesa comune (PSDC), organizzata dalla Presidenza croata di turno del Consiglio dell'UE. Alla Conferenza ha partecipato una delegazione del Parlamento italiano composta dai senatori Laura Garavini (Presidente della 4a Commissione Difesa – Italia Viva – P.S.I.) e Vito Rosario Petrocelli (Presidente della 3a Commissione Affari esteri ed emigrazione – MoVimento 5 Stelle) e dai deputati Marta Grande (Presidente della III Commissione Affari esteri e comunitari – MoVimento 5 Stelle) e Gianluca Rizzo (Presidente della IV Commissione Difesa – MoVimento 5 Stelle).

2. Sintesi sulla struttura e sui contenuti dei lavori.

  Distribuiti su tre giorni, i lavori della Conferenza si sono articolati su incontri, sessioni plenarie e gruppi di lavoro. Il 2 marzo è stato dedicato all'arrivo, alla registrazione dei partecipanti e a un primo incontro serale, ospitato dai presidenti delle Commissioni Affari esteri e Difesa del Parlamento croato, rispettivamente Miro Kovaĉ e Igor Dragovan. Si è trattato di una proficua occasione di conoscenza tra le delegazioni, nell'ambito della diplomazia parlamentare, spesso giovevole per l'informale scambio di vedute e l'allaccio di relazioni istituzionali, tanto più utile per la delegazione italiana in questo caso, poiché la Croazia, già appartenente alla Jugoslavia, confinante con l'Italia, è oggi un paese prospiciente. Al proposito, già il 29 maggio 2018 il Presidente della Camera, on. Roberto Fico, aveva ricevuto la Presidente della Repubblica croata, Kolinda Grabar-Kitarovic, mentre il 16 novembre 2018, una delegazione parlamentare croata – guidata dall'on. Gordan Jandroković – era stata ricevuta dalla vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni. La mattinata del 3 marzo si è aperta con un incontro informale tra i capi delegazione, in cui la delegazione italiana ha chiesto lo svolgimento di un «dibattito d'urgenza» e nel corso del quale sono stati concordati ulteriori emendamenti sulla dichiarazione finale (sul cui testo, la procedura prevede che s'imbastisca un dialogo a distanza tra i vari Paesi, prima di convenire nella sede della Conferenza). L'inserimento, per la prima volta, di un dibattito d'urgenza nei lavori della Conferenza, avvenuto su iniziativa della Presidenza croata, ha riscontrato un generale apprezzamento da parte delle delegazioni, in quanto capace di introdurre un elemento di adattabilità della Conferenza stessa ai mutamenti di scenario in corso. Il dibattito d'urgenza – come si vedrà – ha avuto a oggetto le due questioni distinte (Siria e Libia), riservando a ciascuna lo stesso tempo. Indi, la Conferenza si è aperta in modo formale, presieduta dal Presidente della Commissione Affari esteri del Parlamento europeo, David McAllister (eletto in Germania) e con i saluti di benvenuto del menzionato Presidente del Parlamento croato, Gordan Pag. 8Jandroković. Quest'ultimo ha affermato che l'UE deve svolgere un ruolo più attivo e visibile nello panorama globale, soprattutto nel suo vicinato orientale e meridionale, e deve esprimere un indirizzo politico unitario sulle minacce comuni, quali il terrorismo, la criminalità organizzata transnazionale, l'immigrazione irregolare, il cambiamento climatico, la proliferazione delle armi nucleari e, da ultimo, la diffusione Coronavirus. Sottolineato come la Croazia impieghi ben 6500 uomini a difesa del confine orientale, che è al contempo frontiera nazionale e dell'Unione europea tutta, ha ribadito la necessità di un metodo politico comune che riveli consapevolezza della complessità geopolitica dell'area e come essa non possa prescindere da un'impostazione fondata sul multilateralismo e sulla credibilità delle istituzioni europee.
  Si sono poi svolte le tre sessioni principali, dedicate, rispettivamente a:
   a) le sfide globali dell'Europa;
   b) la prospettiva di allargamento per i Paesi dei Balcani occidentali;
   c) l'industria della difesa europea.

3. Segue: sintesi sulle sessioni.

a) Sfide globali per un'Europa resiliente e influente.

  Vi sono intervenuti introduttivamente i menzionati presidenti delle Commissioni esteri e difesa del Parlamento (monocamerale) croato. L'on. Kovac ha sottolineato la necessità che l'Unione europea si mostri all'altezza delle minacce che incombono sugli ordinamenti democratici europei, producendo una strategia comune ed efficace, coinvolgendo a pieno i Parlamenti nazionali. L'on. Dragovan ha auspicato la progressiva integrazione delle capacità difensive dei Paesi membri, non già in chiave di escalation nella disponibilità degli armamenti ma come concezione di sicurezza comune e condivisa della difesa, soprattutto per una protezione dei confini meridionali, nel contesto dei quali è essenziale proseguire speditamente il percorso di accessione di Albania e Macedonia del Nord. In sostituzione del Primo ministro Palenkovic, del quale è stato letto un indirizzo di saluto, è quindi intervenuto a più riprese il Ministro degli Affari esteri ed europei della Croazia, Gordan Grlić Radman. In particolare, il Ministro Radman ha coltivato molti degli spunti del presidente del Parlamento Jandroković. Constatata la caratteristica interdipendente delle sfide che ciascun Paese membro affronta in questo tempo, ha rimarcato anch'egli come l'UE deve esprimere la necessaria credibilità di attore globale – per esempio – per affrontare la crisi ucraina e le relazioni con una potenza come la Turchia. Egli si è detto a favore di una strategia dell'UE per l'Africa, del rafforzamento dei partenariati strategici con USA e America Latina e della cooperazione UE-NATO.
  Nel successivo dibattito, sono intervenuti molti parlamentari nazionali ed europei. Tra le questioni principali sollevate – e su cui il ministro Ramdan ha interloquito più volte – meritano menzione il flusso migratorio al confine greco-turco e le eventuali sanzioni nei confronti della Turchia; la necessità di una strategia UE per l'Africa, anche per evitare una sempre maggiore influenza di Cina, Russia e USA in quel continente; l'allargamento ai Balcani occidentali; il futuro di FRONTEX; l'importanza di assicurare risorse adeguate per la sicurezza e la difesa comuni nel prossimo bilancio UE 2021-2027; quale prospettiva per una politica migratoria comune e per la riforma del regolamento di Dublino. Quanto alla situazione dei migranti sulle isole greche prospicenti la costa turca, la delegazione ellenica è intervenuta per sottolineare come si tratti di una concentrazione organizzata ad arte dal governo turco, quale arma di pressione «asimmetrica», cui l'UE deve reagire con forza, poiché – anche in questo caso – i confini nazionali greci sono i limiti territoriali dell'Unione tutta. Inoltre, dalla delegazione dei Paesi Bassi è stato manifestato disaccordo su un allargamento ai Paesi dei Balcani occidentali se non vengono rigorosamente rispettate le prescritte condizioni. Pag. 9In particolare, secondo la delegazione dei Paesi Bassi, è prematuro avviare negoziati con l'Albania poiché sussistono preoccupazioni circa il rispetto dello Stato di diritto e in merito alla criminalità organizzata. È intervenuta anche la sen. Garavini la quale, dopo aver espresso solidarietà ai colleghi greci, ha, tra l'altro, sottolineato la necessità per l'UE di essere maggiormente protagonista in materia di sicurezza e difesa, di esprimersi in maniera unitaria, anche su Libia e Siria, di dare centralità all'Africa nelle sue politiche e di evitare che vi siano tagli alle risorse per la difesa e la sicurezza nel prossimo bilancio pluriennale dell'Unione 2021-2027. La delegazione tedesca ha affrontato il tema delle missioni navali europee nel mar Mediterraneo e la necessità di chiarezza nello scacchiere libico, non essendo chiaro se l'Unione europea appoggi Al Serraj e se intenda davvero marginalizzare il generale Haftar. Negli interventi di altre delegazioni – giova ripetere – non sono mancate questioni inerenti ai rapporti con la Cina e la Russia né sottolineature sulla complessa situazione dei Balcani orientali e meridionali e sui riflessi dei cambiamenti climatici sulle rotte artiche. Dalla delegazione della Camera polacca è venuto un accenno preoccupato alla tenuta dello stato di diritto in Polonia, conseguenza della strumentalizzazione da parte delle forze populiste del tema migratorio.

b) Una prospettiva europea credibile per i Paesi dei Balcani occidentali.

  Tenutasi nel pomeriggio del 3 marzo, la seconda sessione ha visto intervenire in via introduttiva e a più riprese, i parlamentari europei di elezione croata Tonino Picula (Alleanza progressista di Socialisti e Democratici) e Željana Zovko (Partito popolare europeo (Democratici cristiani)), membri della Commissione Affari esteri del Parlamento europeo, e Genoveva Ruiz-Calavera della Direzione generale per il vicinato e l'allargamento della Commissione europea. Negli interventi introduttivi e nel successivo dibattito, nel corso del quale sono intervenuti molti parlamentari nazionali ed europei, si è registrato un diffuso favore per il proseguimento del processo di allargamento dell'Unione verso i Balcani occidentali, anche mediante l'avvio dei negoziati con l'Albania e la Macedonia del Nord, e per la riforma del metodo dei negoziati di adesione presentata a febbraio dalla Commissione europea, in riferimento alla quale è considerato positivamente il concetto di progressività. In tale contesto, inoltre, si è sottolineata l'importanza di assicurare risorse adeguate per il nuovo Strumento di assistenza preadesione (IPA III) 2021-2027. Si segnala, in particolare, che anche in questo dibattito la delegazione dei Paesi Bassi è intervenuta per confermare la sua posizione secondo la quale l'allargamento non può essere portato avanti se non si rispetta lo Stato di diritto o non si attuano preliminarmente le necessarie riforme concordate. Da sottolineare altresì l'intervento della parlamentare europea Nathalie Loiseau (Renew Europe – Francia), secondo la quale occorrerebbe prima riformare l'UE e poi occuparsi dell'ingresso di nuovi Paesi e sarebbe, inoltre, più corretto parlare di riunificazione e non di allargamento. Infine, merita segnalare il reiterato intervento della delegazione polacca, secondo la quale i problemi in ordine allo Stato di diritto che si stanno verificando in Polonia sarebbero probabilmente più gravi se la Polonia non fosse uno Stato membro dell'UE. È intervenuta anche l'on. Grande, la quale ha affermato, in particolare, che l'Italia ritiene i Balcani parte dell'UE e che, se il processo di allargamento non viene portato avanti, sarà inevitabile che altri attori internazionali prendano il posto dell'Unione nella regione balcanica. Inoltre, ha sottolineato l'importanza di consolidare le relazioni tra i Parlamenti nazionali.

c) Rafforzare la cooperazione e l'industria della difesa europee.

  La terza sessione si è tenuta nella mattinata del 4 marzo; vi sono intervenuti, preliminarmente e poi nel corso del successivo dibattito, il Vice Primo ministro e Ministro della difesa della Croazia, Damir Krstičević, che ha parlato dell'industria della difesa croata; il Direttore generale Pag. 10per l'industria della Difesa e lo Spazio della Commissione europea, Timo Pesonen. Quest'ultimo ha esposto le proposte della Commissione europea per tendere verso un'Unione della difesa europea, la cui funzione deve essere quella di gestire le crisi e di proteggere l'Europa. Egli ha sottolineato che la difesa europea deve essere complementare alla NATO ma devono essere evitate duplicazioni e sprechi. Ha affermato che le commesse per l'industria della difesa devono assumere progressivamente un carattere continentale e non nazionale. È quindi intervenuto il vice segretario generale facente funzioni per la PSDC e la risposta alle crisi del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), Pawel Herczynski, che ha resocontato in merito alle attività del SEAE. Questi primi tre interventi, più in generale, hanno sottolineato come debbano essere garantite risorse adeguate per il Fondo europeo per la difesa, per la mobilità militare e per rafforzare la competitività dell'industria della difesa europea e consolidare gli investimenti in ricerca e sviluppo anche nell'ottica dual use. Inoltre, si è ribadita la necessità di rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri nel campo della difesa, rafforzando anche i progetti PESC, e il partenariato strategico con la NATO. Da più parti si è inoltre chiesto di avere maggiori informazioni sullo stato di attuazione dei progetti della cooperazione rafforzata PESCO. La delegazione britannica è intervenuta per chiedere che, nei progetti difesa comune, il Regno Unito sia coinvolto nonostante il procedimento della BREXIT. Ad avviso della delegazione britannica – nell'architettura della PESC e nella politica di sicurezza e difesa dell'UE – il Regno Unito non dovrebbe essere considerato propriamente un Paese terzo. Questo rilievo ha suscitato le perplessità delle delegazioni belga e francese.

4. Gruppi di lavoro.

  Nel pomeriggio del 3 marzo 2020, si sono tenuti tre gruppi di lavoro, sulle cui conclusioni vi è stato un momento di restituzione alla sessione plenaria nella mattinata del 4 marzo. I gruppi di lavoro avevano a oggetto, rispettivamente, il partenariato orientale dopo il 2020, la cooperazione rafforzata PESCO e il ruolo delle donne per la pace e la sicurezza. Al gruppo di lavoro sulla PESCO hanno preso parte la sen. Garavini e l'on. Rizzo, mentre al gruppo sul ruolo delle donne per la pace e la sicurezza ha partecipato l'on. Grande. Il gruppo di lavoro sulla PESCO è stato introdotto e moderato dalla citata parlamentare europea, del gruppo macronista Renew Europe, Loiseau. Ella ha illustrato come la somma dei bilanci della difesa dei paesi europei collochi l'Europa al 2o posto nel mondo per spese militari; nondimeno come potenza militare mondiale essa è molto lontana da quella posizione. L'on Loiseau ha poi – tra l'altro – affermato che le geometrie mondiali richiedono affidabilità e continuità di politiche e investimenti coerenti con esse, ciò che al momento le appare un obiettivo piuttosto complesso da ottenere dato che la PESC oscilla tra l'istanza intergovernativa e quella comunitaria. In questo contesto, il controllo parlamentare, in sede sia europea sia nazionale resta fondamentale. Sono poi intervenuti Arnaud Migoux (capo settore al SEAE) e Zdravko Perajica, capo dipartimento per i rapporti con l'UE e la Nato del Ministero della difesa croato. È seguito un denso dibattito, cui ha preso parte la sen. Garavini (che ha sottolineato la necessità di garantire risorse adeguate al Fondo europeo per la difesa), oltre a parlamentari dalla Grecia, dai Paesi Bassi e dal Regno Unito. Il gruppo di lavoro sul ruolo delle donne per la pace e la sicurezza è stato moderato dalla parlamentare europea di elezione tedesca Hannah Neumann, del gruppo del Verdi. L'intervento introduttivo è stato tenuto da Sandra Jonjić del Ministero della difesa della Croazia. Diverse parlamentari, compresa l'on. Grande, sono intervenute per riportare le proprie esperienze personali e quelle dei rispettivi Paesi. L'on. Grande ha, tra l'altro, segnalato come in Italia negli ultimi anni siano cresciuti gli attacchi contro le donne, in particolare attraverso i social network.

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5. Riunione dei Parlamenti del Sud.

  A margine della conferenza, si è svolta, nella mattinata del 3 marzo, la consueta riunione dei rappresentanti dei Parlamenti del Sud (GroupMED). Oltre alla delegazione del Parlamento di Cipro, che ha presieduto la riunione, erano presenti le delegazioni dei Parlamenti di Italia, Francia, Grecia e Spagna. È stato approvato, innanzitutto, un calendario di rotazione della Presidenza delle riunioni del GroupMED per i prossimi cinque anni. Secondo il calendario approvato, il semestre in corso è presieduto da Cipro, mentre l'Italia avrà la Presidenza del gruppo nel secondo semestre 2020 e nel primo semestre 2024. Si è stabilito, altresì, che quando un Paese detiene il semestre di presidenza del Consiglio dell'UE avrà anche automaticamente il semestre di Presidenza del GroupMED. Il Gruppo, inoltre: ha confermato la proposta, già avanzata, di discutere della Libia nel dibattito d'urgenza della Conferenza; ha accettato la proposta italiana di emendare la bozza di conclusioni della Conferenza in corso, nella parte concernente la Libia; ha appoggiato la richiesta greca di emendare la bozza di conclusioni per inserire un punto che esprimesse preoccupazione per la situazione dei migranti al confine tra Grecia e Turchia.

6. Dibattito d'urgenza.

  Il dibattito d'urgenza – come accennato – si è tenuto nella tarda mattinata del 4 marzo e si è occupato prima della Siria e poi della Libia. Per quanto riguarda la Siria, la delegazione belga ha introdotto la discussione ricordando il dramma umanitario in corso nella zona di Idlib e affermando che la priorità è salvare la popolazione civile. Secondo la delegazione belga, inoltre, i crimini di guerra devono essere sempre puniti a livello internazionale e l'UE deve assumersi un ruolo di leader nel promuovere la pace, il rispetto dei diritti umani e la stabilità della Siria. Sulla stessa linea si sono espresse altre delegazioni, che hanno anche richiesto un'internazionalizzazione della crisi siriana e un maggiore coinvolgimento dell'ONU. È intervenuta anche la Presidente Grande che ha invitato l'UE ad adottare un approccio unico e ad implementare corridoi umanitari. La Presidente ha anche sottolineato la necessità di garantire il rispetto dei diritti umani sia dentro che fuori dai confini dell'Unione. Particolarmente forte si è rivelato l'intervento della delegazione greca che ha denunciato l'invasione turca della Siria come una violazione del diritto internazionale e una destabilizzazione dell'intera regione e ha invocato la piena applicazione della risoluzione n. 2254 (2015) dell'ONU. Ha poi chiesto d'intervenire anche Volkan Bozkir, presidente designato dell'Assemblea generale dell'ONU e invitato alla Conferenza per la Turchia, il quale, con un lungo discorso, ha espresso il punto di vista del suo governo, sottolineando in particolare che: ai confini con la Siria vi sono molteplici attività terroristiche e a Idlib sono presenti circa 10 mila terroristi; i confini europei – a suo avviso – sono quelli tra Turchia e Iran e Siria e non quelli tra Grecia e Turchia; il pericolo viene dalla Siria o dall'Iraq o da altre regioni e non dalla Turchia; occorre concordare soluzioni comuni tra Turchia e UE, come erano state trovate con l'accordo del 2015, anche perché la situazione attuale, con più di 4 milioni di profughi già in territorio turco e un altro milione e mezzo circa al confine, non può andare avanti a lungo. Per quanto concerne la Libia, l'on. Grande ha introdotto la discussione ricordando come l'instabilità della regione, dove si registrano, tra l'altro, traffico di organi e armi e tratta di esseri umani, ha un impatto non solo sull'area mediterranea ma su tutta l'UE. Pertanto, l'on. Grande ha invocato un intervento rapido ed efficace da parte dell'Unione europea. Inoltre, ha ricordato gli emendamenti richiesti dall'Italia, anche a nome del GroupMED, alle conclusioni della Conferenza per sottolineare l'esigenza di mantenere unita la Libia e il dialogo tra le parti e sostenere il lancio di una nuova missione Sophia nel Mediterraneo. La delegazione greca è intervenuta per condannare il comportamento della Turchia che interferisce nella guerra civile libica e destabilizza l'intera regione.

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7. Conclusioni.

  La Conferenza si è chiusa con le osservazioni del dell'on. Miro Kovaĉ, e del citato presidente della Commissione Affari esteri del Parlamento europeo, David McAllister. È seguito l'annunzio che la prossima Conferenza interparlamentare sulla PESC/PSDC si terrà a Berlino nel secondo semestre 2020, in una data ancora da individuare.
  Indi sono state approvate le conclusioni (vedi allegato).

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